Egr. Direttore,
abbiamo avuto occasione di ascoltare una recente intervista
rilasciata da
Gesuele Fonti e, in particolare, il passo laddove questi
fornisce la propria versione circa la decisione degli scriventi di lasciare il
movimento “Il faro”. Di seguito la stessa versione è stata riportata su una
lettera che lo stesso Gesuele ha inviato agli abitanti di Pianoconte.
Premesso che non è intendimento di chi scrive creare o
alimentare polemiche che rifuggono dallo stile espositivo delle proprie idee
sempre mantenuto in questi anni di lotte civili e politiche, non ci si può
esimere dal richiamare l’amico – perché tale è rimasto - Gesuele ad una maggiore onestà intellettuale
alla quale ci auguriamo non voglia sottrarsi.
I motivi che hanno indotto gli scriventi a lasciare “Il
faro” sono ben altri rispetto a quelli riferiti nel corso dell’intervista e
che, per l’intervistato, andrebbero ricercati nel mutamento di rotta dei
deducenti riguardo l’istituzione dell’area marina protetta che
l’amministrazione Giorgianni aveva prospettato agli eoliani.
Nulla di più falso! E Gesuele lo sa benissimo.
Per comprensibili ragioni di tatto e buon gusto non ci
sembra questa la sede per esporre le reali ragioni del dissenso che ha portato la
maggioranza del gruppo dirigente ad abbandonare “Il faro”, ma teniamo a
ribadire che la questione “area marina protetta” nulla c’entra e di essa
affatto si è discusso nelle riunioni che hanno preceduto la nostra decisione.
Al riguardo, anzi, teniamo a precisare che nessun cambio di
rotta è stato assunto fermo essendo rimasto infatti il dissenso su una tale
iniziativa.
Evidentemente altri hanno un concetto di democrazia diverso
dal nostro ritenendo che, nell’ambito di quello che dovrebbe restare nell’alveo
di un civile confronto, una diversa opinione debba necessariamente sfociare in
un insanabile contrasto sull’intero programma. Noi siamo abituati invece alla
dialettica, anche dura, ma che non vada a minare l’impianto dei rapporti nel
suo complesso.
Contro l’area marina protetta, dunque, la cui istituzione
riteniamo svantaggiosa per lo sviluppo delle nostre isole, ma l’interesse
collettivo si persegue e si concretizza anche mediante altre iniziative
ritenute invece condivisibili.
Diverso è il caso in cui viene meno quel rapporto di
reciproco rispetto e di fiducia che, questo si, mina alle fondamenta la
prosecuzione di un rapporto. Ci rifletta Gesuele.
Ersilia Pajno
Angelo Pajno
Angelo Biviano
Gaetano Barca
Nino Manfrè
Angelo Scafidi