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martedì 19 novembre 2024
Gestione del territorio nuovo grido d'allarme dei tecnici eoliani
L' associazione, che già alcuni mesi fa aveva chiesto invano l'apertura di un tavolo permanente sui problemi delle Eolie, invita la Regione a "rivedere le attuali modalità di gestione del territorio, per garantire una tutela reale e la valorizzazione delle bellezze delle isole Eolie ma soprattutto la tutela dell'essere umano oggi relegato in fondo alla scala delle priorità". "Negli ultimi anni- si legge nella lettera- abbiamo assistito ai risultati di questa gestione vincolistica: l'incapacità degli enti di gestire il territorio che ha portato a conseguenze devastanti".
Quindi un accenno al paradosso Stromboli dove i vincoli non hanno salvato l'isola dai disastri: "Il 6 novembre del 2024 l'isola di Stromboli- scrive Barca- insieme alla frazione di Ginostra ha subìto l’ennesimo disastro. Da due anni è in ginocchio mentre attendiamo invano che vengano attuate procedure da parte di chi dovrebbe prendersi cura sia della natura che della comunità. I tempi sembrano influenzati da speculazioni economiche piuttosto che dalla necessità di effettuare interventi tempestivi e utili"
C.S. Lipari: Una storia a tinte rosso - blu: la formazione che vinse il campionato di Prima categoria (1985 - 86).
In basso da sx: Lillo Bottari, Angelino Puglisi, Franco Li Castro, Salvatore Cristiano, Maurizio Fichera, Giovanni Lo Schiavo, Salvatore Borgia (all.), Giacomo Torino e Santi Cataliotti.
Si tratta della formazione che conquistò la Promozione, vincendo il campionato di Prima categoria (1985 - 86), dopo diversi anni di "purgatorio" in quella categoria. Presidente il compianto Tanino Taranto.
A Canneto: Residence Mistral
Santo del giorno: Santa Matilde di Hackeborn
Matilde nacque tra il 1240 e il 1241 nel castello di Helfta, presso Eisleben, in Sassonia. Apparteneva a una delle famiglie più nobili e potenti della Turingia. A sette anni si recò, insieme alla madre, a far visita alla sorella Gertrude, allora badessa del monastero benedettino di Rodersdorf in Svizzera. Rimase così innamorata del chiostro che i genitori acconsentirono alla sua richiesta di rimanervi come educanda. La sua vocazione crebbe e la giovane decise di divenire suora.
Nel 1258 il monastero fu trasferito ad Helfta in Germania. Qui Matilde si distinse per pietà, umiltà, fervore. Passava il suo tempo tra preghiera, lettura e lavoro manuale. Fu maestra delle educande e consigliera spirituale delle monache, oltre che maestra di musica e di canto e per questa sua qualità sembra che lo stesso Dante si sia ispirato a lei per la figura di Matelda nel Purgatorio. (ebbe il titolo di domna cantrix e, per la sua splendida voce, il Signore, nelle sue rivelazioni, la avrebbe definita «Il mio usignolo»).
Nel 1261 giunse ad Helfta una bambina di cinque anni di nome Gertrude, probabilmente orfana. La giovane, affidata alle cure di Matilde, si rivelò presto di personalità carismatica e di profonda intelligenza e resterà nella storia con il nome di santa Gertrude la Grande o di Helfta. A lei Matilde confessò le proprie visioni mistiche. Da queste confidenze nascerà uno dei libri più noti della mistica medievale: il "Libro della Grazia speciale" (Liber Gratiae specialis).
Nel 1271, anche l'anziana beghina Matilde di Magdeburgo venne accolta nella comunità di Helfta, ove trascorse in serenità gli anni finali della sua vita, lontano da calunnie e persecuzioni. Negli ultimi decenni del XIII secolo, si respirava un clima particolare nel monastero di Helfta, proprio per la presenza di monache eccezionali, autrici di opere mistiche di altissimo profilo: oltre a Matilde di Hackeborn, Gertrude di Helfta - a cui sono attribuite due opere: Legatus divinae pietatis ("Il messaggero della divina misericordia") e Exercitia Spiritualia Septem ("Esercizi spirituali") - e infine Matilde di Magdeburgo, autrice di Das flie
Matilde muore nel monastero di Helfta nel 1298.
MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Helfta nella Sassonia in Germania, santa Mectilde, vergine, che fu donna di squisita dottrina e umiltà, illuminata dal dono divino della contemplazione mistica.
DEVOZIONE DELLE TRE AVE MARIA
Maria, Madre di Gesù e Madre mia, difendimi dal Maligno in vita e nell'ora della morte,
- per il Potere che ti ha concesso l'Eterno Padre:
Ave o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei la benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte. Amen
- per la Sapienza che ti ha concesso il divin Figlio:
Ave o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei la benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte. Amen
- per l'Amore che ti ha concesso lo Spirito Santo:
Ave o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei la benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte. Amen
Emergenza idrogeologica a Stromboli : Pro Loco chiede trasparenza sugli interventi
COMUNICATO
Gli ultimi comunicati diffusi sui mezzi di informazione, sulla pagina social di Rinascita Eoliana, sulla bacheca whatsapp Informazioni Stromboli da parte dell’amministrazione comunale (7, 9, 10, 11 novembre) hanno dato una rappresentazione insufficiente e lacunosa dello stato tecnico e istituzionale degli interventi in corso relativi alla grave emergenza idrogeologica in corso sull’isola.
●
Solo il 7 novembre è
stato comunicato alla cittadinanza che il sindaco dal 30 agosto c.a. era
decaduto dallo status di Commissario essendo scaduto il biennio di Stato
d’Emergenza deliberato dal CdM del 1 settembre 2022 (addirittura in un comunicato si
legge prorogato con Deliberazione del 28
agosto 2023. Ma come è possibile prorogare in data antecedente? Soliti
pasticci)
●
Non è stata data
alcuna spiegazione (né si è fatto alcun cenno) al fatto che i ristori dovuti ai
residenti, malgrado la limitata entità e la semplicità della procedura, non
sono stati mai erogati.
●
Non sono state
spiegate le ragioni dei tempi lunghi impiegati dall’amministrazione comunale
per portare a compimento i passaggi che hanno determinato l'affidamento ad
Invitalia delle procedure di
progettazione e realizzazione della messa in sicurezza dei torrenti . Tali ritardi erano stati a suo tempo evidenziati da uno
studio analitico della procedura, realizzato e diffuso dalla Pro Loco Amo
Stromboli, che aveva chiesto chiarimenti
in merito.
● Infine, è preoccupante l’inadeguatezza di alcuni aspetti tecnici, come l’uso, per analizzare lo stato delle cose e le necessità di intervento, di rappresentazioni grafiche datate e, peggio ancora, antecedenti a incendio e alluvioni, ovvero quelle realizzate dopo il primo dei parossismi del 2019, come risulta dalla data impressa sulle immagini diffuse unitamente al comunicato dell’11 novembre.(non è dato di sapere se sono state utilizzate quelle o ci sono rappresentazioni grafiche aggiornate)
Per queste ragioni, le nostre
preoccupazioni non diminuiscono ed
aumentano sempre di più , si rende necessario, per l'ennesima volta, esigere
trasparenza e tempestività negli interventi e nelle relative comunicazioni.
La Presidente della Pro Loco Amo
Stromboli APS
Rosa Oliva
lunedì 18 novembre 2024
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"Eoliani che non ci sono più" ( Riproposizione 16° video - durata 4 minuti circa)
Tanti auguri!
C.S. Lipari: Una storia a tinte rosso - blu: Una delle formazioni della gestione Lo Re. Grazie a Giovanni Aricò per questo ritaglio di giornale
Accosciati da sx: Aricò, Fiorino, Bottari, Torino, Cristiano.
Dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo
Tra questi luoghi sacri che gli Apostoli di Cristo resero celebri e che i cristiani venerano, il primo fu sempre la Confessione o tomba di S. Pietro.
Si dice che l'illustre Principe degli Apostoli fosse sepolto, subito dopo la morte, nel luogo stesso del martirio, sul colle Vaticano. S. Paolo, decapitato alle Acque Salvie, venne deposto lungo la via Ostiense, fuori le mura di Roma e precisamente ove ora sorge l'attuale e grandiosa basilica in suo onore.
Il pio imperatore Costantino, dopo aver fatto costruire la prima chiesa in Laterano, ne fece fabbricare sette altre a Roma ed un numero maggiore in Italia. La prima delle sette chiese romane, situata sul Colle Vaticano, fu dedicata a S. Pietro; la seconda la fece sorgere lungo la via Ostiense, poco distante dal luogo del martirio di S. Paolo e a lui fu dedicata.
Dopo oltre 11 secoli, l'antica basilica vaticana minacciava di cadere, quando sotto il pontificato di Giulio II nel 1506 fu riedificata secondo l'attuale grandioso disegno e nuovamente consacrata da Papa Urbano VIII il 18 novembre del 1626. I più grandi artisti del tempo, quali Bramante, Raffaello, Michelangelo e Bemini, vi lavorarono. Sotto i suoi altari si conservano le reliquie di un gran numero di Papi martiri e di santi; ma le più preziose sono quelle di S. Pietro, poste sotto un magnifico altare detto della Confessione, su cui solo il Romano Pontefice può celebrare la S. Messa.
La ricchissima basilica di S. Paolo, che il 18 luglio 1823 fu distrutta da un incendio, venne riedificata anche essa con nuovo splendore e riconsacrata con grandissima pompa dal Pontefice Pio IX il 10 dicembre 1854 tra immenso stuolo di cardinali e vescovi convenuti da tutto l'orbe cristiano a Roma per la proclamazione del dogma dell'Immacolata.
Oggi dunque, come 15 secoli addietro, ricordando gli anniversari della consacrazione di queste due basiliche, veneriamo in esse le gloriose spoglie dei Principi degli Apostoli, anche oggi, come allora, meta di continui pellegrinaggi.
PRATICA. La chiesa è la casa del Signore, è luogo di preghiera e perciò merita rispetto e devozione.
PREGHIERA. Ti preghiamo, Dio onnipotente, che in questi luoghi da noi dedicati al tuo nome, tu porga orecchio misericordioso a quanti ti invocano.
domenica 17 novembre 2024
Calcio eoliano: Sconfitto il Lipari, pari per il Malfa. Nel calcio a 5 sconfitto il Vulcano
Battuta d'arresto casalinga per il Lipari IC superato quest'oggi per 2 a 0 dal Comprensorio del Tindari.
In Terza categoria pari del Malfa per uno a uno sul campo del Roccavaldina
Sconfitta casalinga per 5 a 14 del Vulcano contro la Folgore Milazzo nel campionato di serie D di calcio a 5.
Nuove nomine di Monsignor Accolla. Riguardano anche le chiese di Panarea, Stromboli e Ginostra
Si rende noto che S.E. l’Arcivescovo ha provveduto alle seguenti nomine:
• sac. Francesco BROCCIO, Parroco della Parrocchia di Sant’Onofrio in Casalvecchio Siculo, Parroco della Parrocchia di Santa Maria Assunta in Savoca, Amministratore parrocchiale della Parrocchia di Santa Maria della Lettera in Misitano – Casalvecchio Siculo, Amministratore parrocchiale della Parrocchia di San Sebastiano in Mitta – Casalvecchio Siculo, Rettore della Chiesa ex conventuale di San Francesco d’Assisi in Savoca, Rettore della Chiesa ex conventuale dei SS. Pietro e Paolo in Casalvecchio Siculo, Rettore della Chiesa ex conventuale della SS. Annunziata in Casalvecchio Siculo e Rettore della Chiesa ex conventuale di San Girolamo (San Teodoro) in Casalvecchio Siculo;
• sac. Agostino GIACALONE, Parroco della Parrocchia dei Santi Rosalia e Francesco di Paola in Rina – Savoca;
• sac. Salvatore PULEO, Parroco della Parrocchia di Santa Maria La Scala e San Biagio in Altolia e Molino – Messina;
• sac. Sergio TRIFILETTI, Parroco della Parrocchia di Santa Maria Assunta e Santi Rocco e Gaetano in Rometta, Rettore della Chiesa ex conventuale di San Leone in Rometta e Rettore della Chiesa ex conventuale dell’Immacolata in Rometta;
• sac. Alessandro MALAPONTE, Amministratore parrocchiale della Parrocchia di San Francesco d’Assisi in Basicò e Amministratore parrocchiale della Parrocchia di Santa Barbara in Santa Barbara – Montalbano Elicona;
• sac. Emile NSENGIYUMVA, Amministratore parrocchiale della Parrocchia di San Pietro in Panarea – Lipari, Amministratore parrocchiale della Parrocchia di San Vincenzo Ferreri in Stromboli – Lipari, Amministratore parrocchiale della Parrocchia di San Bartolomeo in Stromboli – Lipari e Amministratore parrocchiale della Parrocchia di San Vincenzo Ferreri in Ginostra di Stromboli – Lipari;
• sac. Giuseppe MIRABITO, Legale Rappresentante della Parrocchia di San Pietro in Panarea – Lipari, della Parrocchia di San Vincenzo Ferreri in Stromboli – Lipari, della Parrocchia di San Bartolomeo in Stromboli – Lipari e della Parrocchia di San Vincenzo Ferreri in Ginostra di Stromboli – Lipari;
• sac. Mefin FRANCIS, Vicario parrocchiale della Parrocchia di Sant’Onofrio in Casalvecchio Siculo;
• sac. Richard KASHINDI, Vicario parrocchiale della Parrocchia San Vincenzo Ferreri in Stromboli – Lipari;
• sac. Gianfranco CENTORRINO, Assistente ecclesiastico della Confraternita di Santa Lucia all’Uccellatore di Messina
Al via il nuovo anno accademico con l'associazione "La valigia dell'attore da Palermo a Salina"
COMUNICATO
Ed eccoci qui, con più grinta ed euforici ad affrontare un altro anno Accademico con “l’Associazione la Valigia dell’attore da Palermo a Salina”….
La parola euforia non descrive tutto il turbinio di emozioni che questa Arte riesce a trasmetterti , quindi ancora una volta uniti, perché è solo con l'unione e la condivisione che si vince!!!
Si vince l'pocrisia, le maschere vanno giù tutte, per dar luogo ad un rapporto diretto col proprio io , uno splendido modo per conoscere e per conoscerci ……
ED IL FINE NON È LO SPETTACOLO (anche ), ma il percorso pieno di prove ed ancora prove e si rafforzano i legami e alla fine davvero formiamo un unico cuore con la speranza di farvi divertire e perché no?
Riflettere
Ringraziamo tantissimo l’amministrazione del Comune di Santa Marina Salina con al comando il sindaco Domenico Arabia e la sua giunta e consiglio comunale che ci ha visti nascere ed incoraggia dal primo anno la nostra iniziativa
Ringraziamo tantissimo anche il comune di Malfa con il Sindaco Clara Rametta e tutta la giunta ed il consiglio comunale che ci ha riconosciuto come un bel contributo alla crescita culturale e sociologia , dandoci molta fiducia ed entusiasmo e poi la gente comune, quella che se ti vede in strada ti fa i complimenti e ti dice che L hai emozionata!!!
Questo è il miglior tributo che possiamo avere, divertirci e fare divertire riflettendoci!!!!
Che dire? Noi non vediamo l' ora e per chi avesse anche solo curiosità invitiamo alla prima giornata di studio, così da vedere in prima persona come si svolge ed iniziare il proprio personale percorso
Stay tuned
Giorgio Cusolito con Za’ Tarina rilancia la malvasia di Stromboli e ottiene il primo riconoscimento
Ha l'odore della meraviglia di Stromboli, il gusto delle tradizioni, il colore degli occhi stupendi di Za’ Tarina. Non poteva che essere femmina la Malvasia da Za’ Tarina.
Una femmina che con forte tenacia e determinazione ha tirato su figli e nipoti, lasciando di sé un ricordo indelebile. Non era strombolana di nascita, ma per amore del suo uomo lo è diventata. Il marito era Domenico Tesoriero, o Minicu u Pustieru, e lei Caterina Doddo, a Za’ Tarina a Pustera. Domenico, ferito di guerra, faceva il postino a Stromboli, ma passò il lavoro a lei per le sue precarie condizioni di salute - all’epoca si poteva fare - e in seguito, dopo tanti anni di sofferenza, morì di cancrena. Erano anni duri, e Tarina rimase sola poiché i suoi figli erano già emigrati in Australia. Decise quindi di raggiungerli insieme all'ultima di loro, Eugenia, che era rimasta con lei, la mamma di Vincenzo Cusolito e nonna di Giorgio.
Giorgio è quello che ha raccolto e rilanciato la tradizione dell'isola, un seguace del nonno Salvatore che produceva la Malvasia strombolana, nettare davvero degli Dei. Passo dopo passo ecco i primi risultati e soddisfazioni, il primo premio di riconoscimento a un giovane di 28 anni.
Non ci addentremo sulle caratteristiche organolettiche della Malvasia Za’ Tarina, già sapientemente illustrate dagli esperti. A noi basta la soddisfazione che condividiamo con Giorgio, con i suoi genitori Vincenzo e Simona e con tutta la famiglia per avere ottenuto il premio di riconoscimento “Sole 2025 Veronelli”. Auspichiamo un positivo proseguimento per la sua attività che sancisce l'inizio di un brillante percorso per lui e la nostra splendida isola. Un ottimo segnale per la giovane imprenditoria di Stromboli e per la diffusione dei prodotti strombolani autentici e di qualità. Forza Giorgio, siamo tutti con te!
La Presidente della Pro Loco Amo Stromboli APS
Rosa Oliva
IL VIDEO DELLA PREMIAZIONE
Santo del giorno : Sant'Elisabetta d 'Ungheria
È vero che il fidanzato, Luigi, dei duchi di Turingia, non aveva molto di più: 11 anni. Si sposarono quando Luigi ne aveva 20 ed Elisabetta 14. E fu un matrimonio felice. «Se io amo tanto una creatura mortale" diceva Elisabetta alla serva Isentrude «quanto dovrei amare di più il Signore, immortale e padrone di tutti!"
Ella amava teneramente Luigi, e Luigi amava lei, per la sua bellezza, la sua gentilezza e la sua grazia. Non ch'ella si rendesse seducente con mondani accorgimenti. Tutt'altro. Tra le gentildonne della Turingia, ornate e superbe, la duchessa era quasi disprezzata per la sua semplicità nel vestire e per la sua modestia nel vivere. Niente trine, niente maniche larghe, niente guanti, niente corone in testa'. Un velo nero era tutto il suo ornamento. E in chiesa, sotto quel velo nero, la duchessa quindicenne era sempre in preghiera.
Nel castello di Wartburg, poi, non sì distingueva quasi di tra le serve, sempre in faccende, quasi mai in ricevimenti. D'altra parte, la giovanissima duchessa avrebbe avuto poco tempo per le distrazioni mondane. A 15 anni aveva avuto il suo primo figlio; a 17 una figlia; a 20 un'altra figlia, ed era già vedova da 20 giorni!
Il dolce e affettuoso connubio era durato poco, non offuscato da incomprensioni, anche se qualche volta il marito trovava eccessiva la devozione della moglie. Elisabetta, per esempio, si faceva svegliare di notte, all'insaputa del marito, per pregare, inginocchiata al lato del letto coniugale. Isentrude, incaricata di ciò, tirava i piedi della signora. Ma una notte, nell'oscurità, tirò quelli del duca, che venne così a sapere dell'abitudine ascetica della moglie. "Anche quando il marito viveva" dichiarò poi la serva "ella era come una religiosa: umile e caritatevole, tutta dedita alla preghiera". E aggiunse: "Compiva tutte le opere di carità nella più grande gioia dell'anima e senza mai mutar di volto".
Giovane, bella, ilare e pia. Ecco la duchessa Elisabetta a 20 anni, con un marito che l'adorava e tra serve che l'ammiravano. Ma nell'estate del 1227 Luigi parte per la Crociata, mentre Elisabetta attende il terzo figlio. Dopo tre mesi, al castello giunge un messaggero abbrunato. 11 duca è morto in Italia. "Morto!" grida Elisabetta "e con lui è morto ogni mio bene nel mondo».
La fedele Isentrude, nella sua genuina testimonianza, insiste sul reciproco affetto dei due sposi, e noi con lei vi insistiamo volentieri, per dimostrare che la pietà divina non opprime né sopprime l'affetto umano. "Si amavano" dice Isentrude "d'un amore meraviglioso, e s'incoraggiavano dolcemente, l'uno con l'altra, nel lodare e servire Dio".
Appena vedova, si scatenano contro Elisabetta le cupidigie dei fratelli di suo marito, che forse non l'avevano mai sopportata. Viene scacciata dal castello di Wartburg; le sono tolti figlioli, per i quali ella rinunzia all'eredità.
Ora è povera. Si veste di bigio, come le Terziarie francescane, e si dedica tutta alle opere dì misericordia. Uno zio vorrebbe che si risposasse. Dopo tutto non ha che vent'anni! Ella risponde nello spirito e dietro l'esempio di San Francesco, la cui fama ha già in vaso il mondo. Risponde curando i lebbrosi e i tignosi, e mettendosi sotto la direzione spirituale di un religioso terribilmente esigente, che per ogni piccola ammenda le infligge la flagellazione.
Ed ella accetta ogni umiliazione, pensando alle rose, che quando sono sommerse dall'acqua sembrano morire, ma, passata la piena, si raddrizzano più belle e fiorenti di prima.
Per quattro anni fa vita di estrema penitenza e di intensa carità, non mangiando, non dormendo, dando tutto ai poveri, accorrendo al capezzale degli ammalati, componendo i morti più abbandonati e repugnanti. E tutto questo, dai 20 anni ai 24. Nel fiore, non della vita, ma della giovinezza. Nell'età più bella e più cara: da 20 a 24 anni.
Non meraviglia se, sulla sua tomba. sbocciarono subito i miracoli, e se Gregorio IX, a soli quattro anni dalla morte, la proclamò degna degli altari. I francescani poi, la presero come Patrona del Terz'Ordine, insieme con San Luigi di Francia. Un re e una figlia di re, nell'abito grigio delle allodole di Santa Maria degli Angioli!
fonte:Le Grandi Religioni
sabato 16 novembre 2024
C.S. Lipari: Una storia a tinte rosso - blu
da sx Bartolo Merrina, Mario Paino, Cosimo Lo Re,
Emanuele Carnevale, Lino Natoli (Assessore), Nino Fonti, Pippo Costa, Pino
Bertè
Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti su Caronte & Tourist Isole Minori: proclamato stato di agitazione .”Pronti allo sciopero se la Società non torna sui suoi passi”.
Casa di comunità. Il consigliere Saltalamacchia (Forza Italia): "C'è chi mente sapendo di mentire e mente a se stesso e ai cittadini"
Cari Amici,
Vi dico come la penso e lo faccio iniziando il mio ragionamento con una domanda: Dopo il Covid stiamo davvero potenziando la Sanità?
Il Piano nazionale ripresa resilienza (Pnrr) ha rilevato la necessità di una profonda riforma dell’assistenza sanitaria territoriale, fondata su un nuovo modello organizzativo che la renda sempre più inclusiva e vicina alle persone. L'obiettivo è strutturare un sistema sanitario moderno e resiliente, in grado di affrontare con successo le nuove sfide, l’invecchiamento progressivo della popolazione ed eventi straordinari come le pandemie.
La priorità è dunque costruire spazi nuovi destinati alla prevenzione e al potenziamento della medicina del territorio, in grado di risolvere i problemi dei pazienti non urgenti, lasciando all’ospedale le sole urgenze, e facendo sì che i tempi di permanenza in pronto soccorso si riducano notevolmente.
Negli ultimi mesi sono state inaugurate molte Case di Comunità (CdC), previste dal Pnrr.
Anche se, a circa due anni dalla scadenza fissata dall'Europa, risultano al momento attive in tutta Italia 413 CdC, concentrate in 11 Regioni, rispetto alle 1420 circa previste dal Piano. In Lombardia, ad esempio, delle 195 CdC previste entro il 2026 dal Piano Operativo Regionale ne sono state identificate, a settembre di quest'anno, come già funzionanti solo 132.
Si tratta di nuove strutture, centrali nella riforma dell’SSN, che mirano a potenziare l’assistenza sanitaria territoriale ma con il grave handicap che dentro, come già emerso in questi ultimi mesi, c'è poco personale sanitario, prevalentemente infermieri e pochissimi medici.
Un nuovo approccio e un nuovo modo di pensare l'assistenza sanitaria che ritengo possa avere un valore in quei territori dove esistono realtà ospedaliere organizzate ed efficienti.
Non ho potuto non soffermarmi sull'attuale situazione del nostro ospedale, non ho potuto non pensare alle carenze del presidio ospedaliero di Lipari e alle sue criticità. A quelle criticità che tutti denunciamo, da tempo.
In qualità di Consigliere comunale ho molto riflettuto sull'opportunità di dotare il nostro territorio insulare di una Casa di Comunità.
Mi sono interrogato a lungo su questa possibilità cercando di acquisire più informazioni possibili, anche ascoltando coloro che operano nei servizi sanitari.
Ho scoperto che la figura prevalente nella Casa della Comunità è l’infermiere di famiglia, ad esempio. E ho scoperto che, presumibilmente, la funzione delle CdC mal si concilia con la carenza di personale sanitario ospedaliero, che peraltro andrebbe condiviso.
Con una certa insistenza è emersa l'obiettività di chi vive in un contesto territoriale difficile come il nostro. E mi sono chiesto se al posto di edifici non serva invece potenziare la dotazione organica degli ospedali, garantendo un personale sanitario vicino al paziente e ai suoi bisogni di assistenza.
Non voglio dire che una cosa esclude l'altra. Non dico questo. Inisto invece sulle priorità, la presenza di più medici e la riapertura di quei reparti che ci sono stati strappati a seguito di un contenimento della spesa pubblica per i servizi sanitari. Un contenimento conseguente ad una "razionalizzazione" della spesa e
all'accentramento dei servizi nei grandi ospedali, che mal si lega però con il diritto delle comunità, che vivono in territori disagiati, di essere adeguatamente assistite.
La delibera del Consiglio comunale che ha bocciato la deroga urbanistica per la costruzione della Casa di Comunità in contrada San Giorgio, finanziata con fondi del Pnrr e prevista per Lipari con appalto già affidato, ha aperto, anche nel nostro paese, un accesso dibattito sul valore di queste strutture che mirano a potenziare l’assistenza sanitaria territoriale.
Un dibattito importante che, a mio modesto avviso, doveva precedere la discussione in aula sulla variante urbanistica per la realizzazione della Casa di Comunità in contrada San Giorgio a Lipari.
È necessario dire, ancora una volta, che le condizioni del presidio ospedaliero di Lipari e la perdurante carenza di personale sanitario (soprattutto medici) hanno determinato nella popolazione eoliana il convincimento che si voglia a tutti i costi ed ulteriormente contenere i servizi ospedalieri a favore di servizi di assistenza territoriale. Aggiungo, facendo venire meno l'idea stessa di ospedale, vitale per un territorio come il nostro.
Ero presente alla seduta di Consiglio Comunale del 30 luglio 2024, con all'o.d.g. "Richiesta di deroga all'art. 15 della L.R. 76/78 ai sensi dell art. 46-bis della L.R. 19/2020 per la realizzazione della Casa di Comunità tipo Hub a Lipari", e ho espresso voto contrario alla richiesta di deroga urbanistica per la realizzazione della CdC in contrada San Giorgio a Lipari. Ritengo necessario ribadire, date le circostanze e la confusione alimentata da più parti, che il mio voto contrario è da ridimensionare alla sola richiesta di deroga urbanistica in quanto, diversamente da altri colleghi consiglieri, non mi sono pronunciato sulla CdC e sul valore ed utilità di questa nuova struttura.
Nel corso della stessa seduta, ho invece chiarito ai colleghi consiglieri e all'Amministraziome comunale, presente in aula, che non c'era da parte mia alcuna riluttanza a sostenere investimenti per la realizzazione di altre tipologie di servizi sanitari, purché vi fossero, da parte dei vertici dell'ASP di Messina, le dovute rassicurazioni in merito al potenziamento dei servizi ospedalieri. Ritengo, infatti, che una Casa di Comunità, considerate le finalità, può funzionare solo dove c'è un ospedale dotato di personale sanitario e di attrezzature. E li dove c'è un ospedale funzionante la CdC non può che essere un valore aggiunto.
Le realtà insulari, così come le zone periferiche o dell'entroterra siciliano,
necessitano, infatti, di una dimensione ospedaliera che funzioni in modo eccellente, in grado di rispondere a tutte le richieste di assistenza. Dunque, non solo quando si presenta una determinata emergenza.
Durante i lavori del Consiglio Comunale, avevo proposto il rinvio dell'argomento, richiedendo, come già anticipato, la presenza a Lipari dei vertici dell'Azienda Sanitaria Provinciale per avviare in Consiglio Comunale un confronto sulle attuali criticità dell'ospedale eoliano, per sollecitare e ricevere le necessarie rassicurazioni, prima del voto sulla variante.
La mia richiesta, come peraltro già accaduto, per una conduzione dei lavori del Consiglio Comunale che non si può che definire "discutibile", non è stata presa in considerazione e il dibattito si è spinto inevitabilmente oltre, inducendo la maggior parte dei colleghi ad entrare nel merito di contenuti che, di sicuro, meritavano un approfondimento ulteriore.
Chi sostiene che il Consiglio Comunale si era espresso a favore della Casa di Comunità, spostando artificiosamente l'attenzione sull'eventualità che la stessa può essere realizzata in un sito diverso da quello in contrada San Giorgio, mente sapendo di mentire. Mente a se stesso e ai cittadini.
I dubbi erano tanti e bisognava agire diversamente per evitare un finale, che date le circostanze, era assai scontato.
Io per primo aveva delle perplessità in merito alla sua realizzazione, che non avrebbero precluso tuttavia una condotta favorevole in presenza delle necessarie condizioni e dei dovuti e richiesti chiarimenti.
Il sopralluogo del Direttore Generale dell'ASP e del Dirigente dell'Assessorato regionale alla Salute nei locali dell'ospedale di Lipari, non pochi giorni fa, mi lascia alquanto perplesso, anche alla luce delle ultime notizie relative alla rimodulazione del finanziamento.
Inoltre, mi corre l'obbligo di sottolinearlo, il presidente del Consiglio Comunale di Lipari, in occasione della visita del DG Giuseppe Cuccì, non ha ritenuto opportuno coinvolgere i consiglieri comunali o i capigruppo. Non lo ha fatto e nonostante le richieste avanzate, anche da me nelle ultime sedute di Consiglio Comunale. Siamo stati semplicemente esclusi da un possibile confronto.
Per concludere, apprendo nelle ultime ore, da voci tuttavia non ufficiali, che l’Asp di Messina avrebbe già provveduto a rimodulare il finanziamento a favore delle due case di Comunità di Brolo e San Piero Patti.
E sembrerebbe, addirittura, che ciò sia avvenuto in una data antecedente al sopralluogo in ospedale, dove peraltro il presidente del Consiglio Comunale ha ipotizzato, successivamente alla seduta di Consiglio del 30 luglio, possa essere realizzata la CdC di Lipari.
È totale lo sconcerto e l'amarezza per il modo in cui, ancora una volta, è stato affrontato un tema importante per il nostro territorio. Ancor di più per l'assenza di autorevolezza delle istituzioni locali in un momento così delicato,
essendo venuto meno il buon senso che serviva per individuare i percorsi più utili ed evitare le spiacevoli situazioni che stiamo attraversando, a danno unico dei cittadini e dei loro bisogni.
Gaetano Saltalamacchia
Consigliere comunale Forza Italia