Rando
Angelo di Basile nato a Lipari (Filicudi) il 3 agosto 1890 – distretto
militare di Messina.
Soldato del 81°
Reggimento di Fanteria.
Morto il 9 marzo 1916 sul Col di Lana in
seguito a caduta di valanga all’età di 26 anni
Sepoltura: sepoltura originaria, fossa n°9 di Santa Fosca
successivamente esumato e sepolto nel sacrario di Pocol (Cortina D’Ampezzo)
Unità
di appartenenza
Brigata
Torino – 81° e 82° Reggimenti di Fanteria
Sede dei
reggimenti in tempo di pace: 81° e 82° Fanteria, Roma.
Distretti di
reclutamento: Castrovillari, Catania, Milano, Mondovì, Novara, Siena, Siracusa,
Venezia.
Periodi
di permanenza della Brigata Torino al fronte:
Anno
1915
-
Dal 24 maggio al 12 novembre: Alto Cadore;
-
Dal21 al 31 dicembre: Alto Cadore.
Anno 1916
-
Dal 1° gennaio
al 31 dicembre: Alto Cadore;
Anno
1917
-
Dal 1° gennaio al 26 agosto: Alto cadore;
-
Dal 17 ottobre al 26 ottobre: Carso (Vippacco – Volkowniak);
-
Dal 26 ottobre al 26 dicembre: Operazione di ripiegamento sul Piave (Grave di
Papadopoli).
Anno
1918
-
Dall’11 febbraio al 19 agosto: Capo Sile (Cà del Negro) – Cavazuccherina – Porte del
Toglio – Cà Vianello (Piave Nuovo);
-
Dal 2 ottobre al 4 novembre: Monte Melino – Lavanech (Val Chiese) – Condino – Bondo
– Tione – Salorno – Mezzolombardo.
Brigata Torino 81° e 82° Reggimento di Fanteria
IV Armata – IX Corpo D’Armata (generale Piero Marini)
17^ Divisione
Circostanze della Morte del Soldato Rando Angelo
Dai diari di guerra della Brigata Piacenza:
“Fino ad aprile
nessun episodio di speciale importanza ha luogo. Il 25 maggio il I/81° ed il V/82°
tentano un attacco di viva forza contro le posizioni della cortina Sief –
Settsass – Selletta del Sasso di Stria con scarsi risultati ; il 21 maggio
l’attacco viene rinnovato da due battaglioni dell’81° e due dell’82°, ma la
reazione avversaria obbliga i reparti a ripiegare sulle linee di partenza.
Il
26 ha luogo una ripresa offensiva diretta alla conquista della posizione del
Monte Sief detta Piramide Nevosa; il II/81° riesce ad occupare la trincea
avversaria, ma un violento contrattacco lo induce ad abbandonare.”
Durante il Primo Conflitto
Mondiale, in quella che è conosciuta dalla storia come la ”Guerra Bianca”
combattuta soprattutto sul Fronte Dolomitico, i soldati italiani oltre
l’avversario austriaco dovettero fronteggiare un nemico altrettanto spietato e
determinato che senza pallottole riuscì
comunque a mietere un consistente numero di vittime, “La Montagna”.
Il Col di Lana (nella zona del
Cordevole) con i suoi 2452 mt di altezza, fu teatro tra il 1915 e il 1916 di
scontri feroci tra i fanti ed alpini italiani ed i Kaiserjager austriaci, tanto
da meritarsi il nome di “Col di sangue”. I due schieramenti che si affrontarono
a quote fino ad allora inimmaginabili e persino nelle viscere della terra nella
snervante guerra di mine, ebbero sempre un nemico comune che mai riuscirono a
domare del tutto.
L’inverno
tra il 1915 ed il 1916 fu tra i più rigidi del secolo scorso e le nevicate
abbondanti ricoprirono i rilievi alpini e prealpini con diversi metri di neve.
Le gelide temperature e l’inaccessibilità delle vette, non fermò però la guerra
e gli uomini impegnati sul fronte italiano. Pur di consolidare e migliorare le
posizioni in attesa dell’arrivo della primavera, come laboriose formiche,
furono costretti a scavare trincee tra la neve e gallerie tra i ghiacci
cercando di sorprendere l’avversario con azioni superbe. Ma il costo pagato dai
belligeranti fu immane, interi reparti furono inghiottiti dalle innumerevoli
valanghe causate dal costante movimento di uomini e mezzi ma anche dai tiri
delle artiglierie sapientemente esplosi contro le vette innevate.
Sulla
vetta del Sielf (che fa parte del Col di
Lana) e quella del Settsass, si registrarono nel 1916, molte valanghe con un
gran numero di perdite. Dai registri storici si evince che, alla data del
decesso del soldato Rando (9 marzo 1916), si verificò non una ma una serie di
valanghe che a distanza di poche ore investirono la zona del Cordevole. La più
grande di esse travolse alcuni baraccamenti del Col Di Lana e facendo numerose
vittime tra un battaglione alpini e fanti appartenenti a varie unità, mentre molti soldati impiegati nelle
operazioni di soccorso, furono coinvolti da una seconda caduta. Il numero dei
morti di quel giorno risultò essere superiore a 200.
Non
c’è dato di sapere in quale momento il fante eoliano fu travolto dalla valanga,
ma dal registro delle salme custodite a Pocol, che ne indica data del decesso e
sepoltura originaria, con certezza si è potuto risalire a agli eventi
raccontati.
Si può solo immaginare lo stupore del giovane soldato
di Filicudi, che lasciata la sua piccola isola si trovò proiettano nell’immenso
e superbo scenario delle Dolomiti in
mezzo ad eventi forse per lui incomprensibili.
È difficile provare a
guardare quel mondo di morte e meraviglia con gli occhi di Angelo, a
riuscire a provare quel misto di euforia
e paura che sicuramente in quella primavera del 1916 pervadeva il suo animo e
quello di molti atri giovani chiamati a servire l’Italia. Chissà se nella
piccola Filicudi, vide mai la neve che
copiosa ricopriva in quell’anno le vette delle Dolomiti; chissà quante volte guardando
le rosee montagne, la sua mente tornò a scrutare il mare cercando di scorgere
in lontananza la sagoma Capo Graziano.
Il Corpo del soldato Angelo Rando,
recuperato dalla fossa n°9 del piccolo cimitero militare di Santa Fosca, riposa
oggi nella maestosa torre dell’ossario di Pocol insieme ad altri caduti della
IV ARMATA. A vegliarli nel loro sonno
eterno, Le montagne per le quali diedero la vita e l’azzurro cielo d’Italia. La
sua sepoltura ha per me un valore significativo poiché una delle poche di
caduti eoliani ritrovate ad oggi durante
la mia ricerca lungo la linea del fronte della Grande Guerra. La maggior parte
di essi riposano infatti tra gli ignoti dei grandi sacrari.
Note: dall’albo
d’oro dei caduti della grande guerra il soldato Rando Angelo 81° Fanteria,
risulta essere caduto per valanga il 29 maggio 1916, ma da dati certi si sa che
nessuna valanga è mai avvenuta in quella data sul Col Di Lana. E’ quindi
possibile che il corpo sia stato ritrovato nel mese di maggio con lo
scioglimento delle nevi e che per tale motivo la data del 29 maggio sia stata
inserita per errore nell’albo d’oro dei caduti. Altra possibile causa potrebbe
essere un errore di trascrizione. Comunque è certo che Rando Angelo è deceduto
il 09 marzo 1916 nelle valanghe sul Col di Lana, così come risulta dai registri
del sacrario militare di Pocol ove è sepolto.
Lapide del
soldato Angelo Rando all’interno del sacrario di Pocol
Sacrario
militare di Pocol