In ben quattro volumi, con
pubblicazione annuale (dal 2009 al 2012), il prof. Giuseppe Iacolino (storico
liparese) ci ha resi edotti sulla storia di Salina e ci ha introdotti in
numerosi aspetti delle vicende che hanno caratterizzato, nel passato, l’isola
eoliana. Una storiografia, quindi, che fa luce nella commistione tra veridicità
storica e racconti popolari e tradizionali.
“Salina, come ogni altra isoletta, - afferma nella
sua nota
di presentazione il prof. Giuseppe Iacolino - ha la sua specifica entità territoriale
decisamente limitata e perennemente ridefinita dal mare; e al pari di ogni
altra isoletta, anche Salina ama proporsi come piccola patria, come minuscola
collettività sociale a sé stante, legata al proprio campanile dal quale si
proietta ai nativi uno spiccato senso di appartenenza a quel determinato
territorio. Per quanto limitate appaiono le dimensioni del suolo, là più
stretti si avvertono i legami personali, più ampi i circuiti delle parentele e
– diciamolo pure – più ricorrenti, tra
le vicine contrade, insorgono motivi di invidiuzze e di rancori; ma, non di
rado, anche occasioni di costruttiva lodevole emulazione.
Raccontare, dunque. Non sembrerebbe; ma il meglio della
storia, che noi stiamo raccontando per iscritto, affinchè il tempo non la
cancelli, ci è stata suggerita – oltre che dai classici visitatori forestieri e
dai vescovi – dagli stessi abitatori del passato, a cominciare dai cappellani
che, nel gregge dei fedeli hanno incrementato la crescita civile e religiosa, a
finire ai ceti più umili dei contadini, degli artigiani, degli uomini di mare e
delle donne che si recavano nei campi a raccogliere i frutti di stagione o si
avviavano alla scogliera a fare il bucato: una vasta categoria di personaggi
che hanno scritto e messe al sicuro le carte nell’archivio di Curia o, citati a
giudizio per deporre testimonianze, ci han parlato di chiese, di lavori
campestri, di capanne tirate su alla meno peggio e di case in muratura, di
attentati alla vita, di pietose storie femminili e di svariate altre vicende
miserabili e scellerate che, egualmente, fanno parte della vita di una qualsivoglia
umana convivenza.
Ecco, dunque, una Salina che si è raccontata da sé come tra
mura domestiche, nel tepore di un tinello di famiglia, una Salina che ci ha
facilitato a stabilire la verità su eventi ingenuamente manipolati e distorti
dalla così tanto comoda e rassicurante tradizione popolare; una Salina che
nella volitiva tenacia del suo popolo seppe raggiungere notevoli traguardi
storici quali quelli dell’autonomia municipale e dell’abolizione di balzelli
semifeudali d’antica data.
Quelli dei Salinesi – residenti o
sparsi per il mondo – che nutrono sentimenti forti come l’ammirazione per i
trapassati, che nella serie dei secoli hanno abitato questa terra, come pure la
devozione per gli sconosciuti antenati che hanno garantito la successione di così
tante generazioni, siamo convinti che, in questi quattro volumi stampati,
trovino acqua cristallina per
soddisfare la loro sete di conoscenza e buon pane con cui alimentare quella
“carità del natio loco” che di sicuro gli arde nei cuori”.
LA PRESENTAZIONE DI RICCARDO GULLO
È per Giuseppe Iacolino un ritorno a Salina in grande stile,
dopo il felice esordio di molti anni addietro, quando curò la trascrizione,
insieme alle annotazioni, del “Disegno Historico della Nobile e Fidelissima
Città di Lipari” di Pietro Campis, pubblicata a Lipari nel 1980 da Bartolino
Famularo Editore. Proprio in quella occasione Iacolino volle arricchire la
pubblicazione con la nota n. 4 che – sebbene relegata a corredo del seicentesco
manoscritto – ha rappresentato per i cultori di storia locale il primo vero
tentativo organico di “Raccontare Salina”. L’Isola fu più volte abbandonata dai
suoi stessi abitanti per sfuggire alle invasioni ed alle devastazioni
succedutesi nel tempo, e compiute dai tanti conquistatori che si sono contesi
il dominio delle isole Eolie. È a proposito di cotali frangenti – e dei
periodici tempi di ripresa – che l’autore attinge alla grande storia, quella
delle civiltà che si sono succedute in quest’area del Mediterraneo. I lettori
non mancheranno di notare come il ricorso a quelle più generali e documentate
vicende contribuisca ad arricchire il “racconto”, sia per una migliore
comprensione delle vicende locali, sia per il ruolo storico avuto
dall’Arcipelago eoliano definito recentemente, a ragione, crocevia di civiltà.
Questa caratteristica rende i volumi particolarmente stimolanti, sia come fonte
di conoscenza per gli appassionati di storia, sia come specifico percorso
didattico, in quanto si presta ad essere utilizzato come valido strumento per
chiarire e approfondire la conoscenza storica dell’isola. I volumi, quindi, ben
si addicono – a nostro avviso – ad essere adottati dalle classi delle scuole
locali ed inseriti nell’offerta formativa da attuare con la mediazione dei
docenti. Una storia ricca di interesse e di forte suggestione, dicevamo,
soprattutto per i figli di quest’isola che vi risiedono o che l’hanno dovuta
lasciare per cercare altrove un migliore destino. Per i quali riteniamo utile
rammentare questa riflessione dello scrittore Mario Puccini: «La vita scorre per viverla in armonia col passato: e il
passato che ci appartiene, il passato sofferto è laggiù, nel tuo campanile,
nella città dove hai imparato a sillabare le prime parole, tentati i primi
passi, avvicinati i primi uomini ed espressi i primi tuoi sentimenti». Parole ancora valide in un mondo avviato, inesorabilmente,
verso la globalizzazione. Per vivere la vita in armonia col passato è
necessario conoscere la propria storia, ed è per queste ragioni che esprimiamo
la nostra gratitudine all’Autore Giuseppe Iacolino e a Mario Grispo della
Publisicula di Palermo, il quale si è assunto l’onere si stampare i quattro
volumi della serie , appunto, RACCONTARE SALINA“.
La nostra avventura ha inizio, quindi, in tempi recenti, ma
quella dell’Autore sembra perdersi nel tempo, come le vicende dei tanti
personaggi che egli recupera dall’oblio e riporta sulla scena della storia.
Infatti, il lungo percorso esplorativo, le numerose notizie acquisite, la
copiosa documentazione storica raccolta e la sua attenta e meticolosa trascrizione,
la verifica e la comparazione delle
fonti per comporre questa collana, di quasi mille pagine, ha avuto inizio
contemporaneamente al suo insegnamento delle materie di italiano, latino e
storia nelle scuole medie superiori. Il risultato è che ora Salina dispone di
una pubblicazione in quattro volumi che racconta organicamente, a cominciare
dai tempi più remoti fino agli albori del Novecento e senza soluzione di
continuità, la sua storia. L’isola, che nel 1996, ad iniziativa delle sue tre
municipalità (Leni, Malfa e Santa Marina Salina), ha conferito all’Autore la
cittadinanza onoraria, è stata ricambiata, dal “cittadino adottivo”, con il
racconto della propria storia, esempio di una meravigliosa filiazione culturale
tra l’Isola e uno storico il quale ha ricambiato un dovuto riconoscimento, dopo
quanto aveva scritto sino ad allora sul nostro Arcipelago, con doni molto più
cospicui. Riteniamo che “Raccontare Salina” si inserisca a pieno titolo nella
pratica storiografica nata in Italia a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta
del XX secolo, e divenuta nota con il nome di microstoria, grazie all’impegno
di un gruppo di storici attivi in quegli anni soprattutto in alcune università
del nord Italia e in diversi laboratori di ricerca. Il nostro Autore ha messo al centro del proprio lavoro, tra
l’altro, la ricerca della verità sui personaggi entro gli spazi di socialità a
cui essi hanno partecipato e in rapporto al mondo e al contesto in cui hanno
vissuto. Il prof. Iacolino conclude questo racconto su Salina iniziando così
l’ultimo capitolo: “Ci duole moltissimo dovere a questo punto sospendere il
nostro “racconto”. L’età avanzata non ci
consente di procedere oltre”. Per noi personalmente, sospendere la
collaborazione offerta per la pubblicazione di quest’opera è cosa triste perché
essa è stata un’esperienza esaltante e ricca di stimoli, e, anche per questo,
esprimiamo, ancora, all’Autore la nostra
immensa gratitudine gratitudine.
Riccardo Gullo