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mercoledì 18 febbraio 2015

“PARLIAMO DI LIBRI” - Rubrica settimanale della Biblioteca Comunale di Malfa a cura di Antonio Brundu. Oggi: “RACCONTARE SALINA” DI GIUSEPPE IACOLINO

In ben quattro volumi, con pubblicazione annuale (dal 2009 al 2012), il prof. Giuseppe Iacolino (storico liparese) ci ha resi edotti sulla storia di Salina e ci ha introdotti in numerosi aspetti delle vicende che hanno caratterizzato, nel passato, l’isola eoliana. Una storiografia, quindi, che fa luce nella commistione tra veridicità storica e racconti popolari e tradizionali. 
“Salina, come ogni altra isoletta, - afferma nella
sua nota di presentazione il prof. Giuseppe Iacolino - ha la sua specifica entità territoriale decisamente limitata e perennemente ridefinita dal mare; e al pari di ogni altra isoletta, anche Salina ama proporsi come piccola patria, come minuscola collettività sociale a sé stante, legata al proprio campanile dal quale si proietta ai nativi uno spiccato senso di appartenenza a quel determinato territorio. Per quanto limitate appaiono le dimensioni del suolo, là più stretti si avvertono i legami personali, più ampi i circuiti delle parentele e –  diciamolo pure – più ricorrenti, tra le vicine contrade, insorgono motivi di invidiuzze e di rancori; ma, non di rado, anche occasioni di costruttiva lodevole emulazione.
Raccontare, dunque. Non sembrerebbe; ma il meglio della storia, che noi stiamo raccontando per iscritto, affinchè il tempo non la cancelli, ci è stata suggerita – oltre che dai classici visitatori forestieri e dai vescovi – dagli stessi abitatori del passato, a cominciare dai cappellani che, nel gregge dei fedeli hanno incrementato la crescita civile e religiosa, a finire ai ceti più umili dei contadini, degli artigiani, degli uomini di mare e delle donne che si recavano nei campi a raccogliere i frutti di stagione o si avviavano alla scogliera a fare il bucato: una vasta categoria di personaggi che hanno scritto e messe al sicuro le carte nell’archivio di Curia o, citati a giudizio per deporre testimonianze, ci han parlato di chiese, di lavori campestri, di capanne tirate su alla meno peggio e di case in muratura, di attentati alla vita, di pietose storie femminili e di svariate altre vicende miserabili e scellerate che, egualmente, fanno parte della vita di una qualsivoglia umana convivenza.
Ecco, dunque, una Salina che si è raccontata da sé come tra mura domestiche, nel tepore di un tinello di famiglia, una Salina che ci ha facilitato a stabilire la verità su eventi ingenuamente manipolati e distorti dalla così tanto comoda e rassicurante tradizione popolare; una Salina che nella volitiva tenacia del suo popolo seppe raggiungere notevoli traguardi storici quali quelli dell’autonomia municipale e dell’abolizione di balzelli semifeudali d’antica data. 
Quelli dei Salinesi – residenti o sparsi per il mondo – che nutrono sentimenti forti come l’ammirazione per i trapassati, che nella serie dei secoli hanno abitato questa terra, come pure la devozione per gli sconosciuti antenati che hanno garantito la successione di così tante generazioni, siamo convinti che, in questi quattro volumi  stampati,   trovino acqua cristallina per soddisfare la loro sete di conoscenza e buon pane con cui alimentare quella “carità del natio loco” che di sicuro gli arde nei cuori”.
LA PRESENTAZIONE DI RICCARDO GULLO
È per Giuseppe Iacolino un ritorno a Salina in grande stile, dopo il felice esordio di molti anni addietro, quando curò la trascrizione, insieme alle annotazioni, del “Disegno Historico della Nobile e Fidelissima Città di Lipari” di Pietro Campis, pubblicata a Lipari nel 1980 da Bartolino Famularo Editore. Proprio in quella occasione Iacolino volle arricchire la pubblicazione con la nota n. 4 che – sebbene relegata a corredo del seicentesco manoscritto – ha rappresentato per i cultori di storia locale il primo vero tentativo organico di “Raccontare Salina”. L’Isola fu più volte abbandonata dai suoi stessi abitanti per sfuggire alle invasioni ed alle devastazioni succedutesi nel tempo, e compiute dai tanti conquistatori che si sono contesi il dominio delle isole Eolie. È a proposito di cotali frangenti – e dei periodici tempi di ripresa – che l’autore attinge alla grande storia, quella delle civiltà che si sono succedute in quest’area del Mediterraneo. I lettori non mancheranno di notare come il ricorso a quelle più generali e documentate vicende contribuisca ad arricchire il “racconto”, sia per una migliore comprensione delle vicende locali, sia per il ruolo storico avuto dall’Arcipelago eoliano definito recentemente, a ragione, crocevia di civiltà. Questa caratteristica rende i volumi particolarmente stimolanti, sia come fonte di conoscenza per gli appassionati di storia, sia come specifico percorso didattico, in quanto si presta ad essere utilizzato come valido strumento per chiarire e approfondire la conoscenza storica dell’isola. I volumi, quindi, ben si addicono – a nostro avviso – ad essere adottati dalle classi delle scuole locali ed inseriti nell’offerta formativa da attuare con la mediazione dei docenti. Una storia ricca di interesse e di forte suggestione, dicevamo, soprattutto per i figli di quest’isola che vi risiedono o che l’hanno dovuta lasciare per cercare altrove un migliore destino. Per i quali riteniamo utile rammentare questa riflessione dello scrittore Mario Puccini: «La vita scorre per viverla in armonia col passato: e il passato che ci appartiene, il passato sofferto è laggiù, nel tuo campanile, nella città dove hai imparato a sillabare le prime parole, tentati i primi passi, avvicinati i primi uomini ed espressi i primi tuoi sentimenti». Parole ancora valide in un mondo avviato, inesorabilmente, verso la globalizzazione. Per vivere la vita in armonia col passato è necessario conoscere la propria storia, ed è per queste ragioni che esprimiamo la nostra gratitudine all’Autore Giuseppe Iacolino e a Mario Grispo della Publisicula di Palermo, il quale si è assunto l’onere si stampare i quattro volumi della serie , appunto, RACCONTARE SALINA“.

La nostra avventura ha inizio, quindi, in tempi recenti, ma quella dell’Autore sembra perdersi nel tempo, come le vicende dei tanti personaggi che egli recupera dall’oblio e riporta sulla scena della storia. Infatti, il lungo percorso esplorativo, le numerose notizie acquisite, la copiosa documentazione storica raccolta e la sua attenta e meticolosa trascrizione, la verifica e la  comparazione delle fonti per comporre questa collana, di quasi mille pagine, ha avuto inizio contemporaneamente al suo insegnamento delle materie di italiano, latino e storia nelle scuole medie superiori. Il risultato è che ora Salina dispone di una pubblicazione in quattro volumi che racconta organicamente, a cominciare dai tempi più remoti fino agli albori del Novecento e senza soluzione di continuità, la sua storia. L’isola, che nel 1996, ad iniziativa delle sue tre municipalità (Leni, Malfa e Santa Marina Salina), ha conferito all’Autore la cittadinanza onoraria, è stata ricambiata, dal “cittadino adottivo”, con il racconto della propria storia, esempio di una meravigliosa filiazione culturale tra l’Isola e uno storico il quale ha ricambiato un dovuto riconoscimento, dopo quanto aveva scritto sino ad allora sul nostro Arcipelago, con doni molto più cospicui. Riteniamo che “Raccontare Salina” si inserisca a pieno titolo nella pratica storiografica nata in Italia a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta del XX secolo, e divenuta nota con il nome di microstoria, grazie all’impegno di un gruppo di storici attivi in quegli anni soprattutto in alcune università del nord Italia e in diversi laboratori di ricerca. Il nostro Autore  ha messo al centro del proprio lavoro, tra l’altro, la ricerca della verità sui personaggi entro gli spazi di socialità a cui essi hanno partecipato e in rapporto al mondo e al contesto in cui hanno vissuto. Il prof. Iacolino conclude questo racconto su Salina iniziando così l’ultimo capitolo: “Ci duole moltissimo dovere a questo punto sospendere il nostro “racconto”. L’età avanzata  non ci consente di procedere oltre”. Per noi personalmente, sospendere la collaborazione offerta per la pubblicazione di quest’opera è cosa triste perché essa è stata un’esperienza esaltante e ricca di stimoli, e, anche per questo, esprimiamo, ancora,  all’Autore la nostra immensa gratitudine gratitudine.       
Riccardo Gullo

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