Riceviamo da Rinascita eoliana "Riccardo Gullo sindaco" e pubblichiamo
A Stromboli chi desidera firmare la petizione può farlo presso la reception dell’ Hotel Villaggio Stromboli o contattando l'assessore Barnao
Domande frequenti
e risposte brevi sulle Case di Comunità
Le ragioni della
petizione
Che
cos’e’ una Casa di Comunità?
La Casa di Comunità è una delle strutture
previste dal Decreto Ministeriale n. 77 del 2022, che riorganizza la sanità
territoriale attraverso delle strutture di “prossimità”, ovvero che rendano
l’accesso ai servizi socio-sanitari sempre piu’ facile per la popolazione. Nel
Decreto le Case di Comunità sono definite come “luogo fisico di facile
individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza
sanitaria e socio-sanitaria”. Il Decreto prevede che, all’interno di ogni
Distretto sanitario, sia costituita una Casa di Comunità ogni 40 – 50 mila
abitanti (con deroghe per le zone più disagiate).
Le altre strutture previste sono gli
Ospedali di Comunità (strutture socio-assistenziali intermedie tra l’assistenza
domiciliare e l’ospedale) e le Centrali Operative Territoriali (con funzioni di
coordinamento e di raccordo nella presa in carico dei pazienti).
Che
differenza c’è con le Case della Salute?
Le Case di Comunità sono un’evoluzione
delle Case della Salute, istituite con Decreto del Ministero della Salute nel
2007 (attuativo della Legge 27 Dicembre 2006 n. 296), e realizzate solo in
alcune regioni. Le Case della Salute non prevedevano l’integrazione di tutti i
servizi sociosanitari territoriali, come nelle Case di Comunità
Quante
Case di Comunità sono previste in Italia e in Sicilia?
Con fondi PNRR[1]
entro il 2026 si prevede di realizzare almeno 1038 Case della Comunità a
livello nazionale (per raggiungere, con quelle già operative, circa 1300
strutture).
In Sicilia si prevede la realizzazione di
156 Case di Comunità.
Cosa
è previsto per il Distretto Sociosanitario delle Isole Eolie?
Delle 21 Case di Comunità previste nella
Provincia di Messina, una è progettata per Lipari, a servizio di tutto il
Distretto socio-sanitario delle Isole Eolie. Non sono previsti Ospedali di
Comunità o Centrali Operative Territoriali.[2]
Quali
servizi offre la Casa di Comunità?
Nella Casa della
Comunità si prevede che lavorino in modalità integrata e multidisciplinare
tutti i professionisti per la progettazione ed erogazione di interventi
sanitari e di integrazione sociale, con la partecipazione della comunità locale
nelle sue varie forme: associazioni di cittadini, pazienti, caregiver,
volontariato.[3]
Operative fino a 24/7 con presenza medica
e infermieristica, la Case di Comunità sono il primo elemento di contatto
tra il cittadino e il sistema sanitario pubblico. Comprendono, quindi, un
punto di accoglienza e di orientamento, ma soprattutto vogliono essere il luogo
in cui il cittadino trova risposte adeguate alle sue esigenze sanitarie o
sociosanitarie, con particolare attenzione per i soggetti fragili e i
pazienti cronici.
Le principali finalità delle Case di Comunità
sono dunque:
·
Agevolare la
presa in carico delle persone mediante un approccio multidisciplinare
·
Valutare
tempestivamente il bisogno della persona e accompagnarla alla risposta
più appropriata
·
Attivare percorsi
di cura basati sull’integrazione tra servizi sanitari, ospedalieri e
territoriali
·
Ridurre il ricorso alle strutture ospedaliere,
favorendo la cura delle persone a livello locale.
Le Case di Comunità gestiscono sia la componente
ambulatoriale che quella domiciliare dell’assistenza, quest’ultima anche con
strumenti di gestione a distanza (telemedicina). In termini organizzativi, le
Case di Comunità si compongono di diverse aree, tra cui:
·
Punto unico di
accesso, servizi amministrativi e sistema
integrato di prenotazione collegato al CUP
·
Assistenza
primaria e continuità assistenziale. L’assistenza
primaria è prestata da MMG (medico di medicina generale) e pediatri; sono
inoltre presenti i servizi infermieristici e un’area dedicata alla continuità
assistenziale (Guardia Medica)
·
Specialistica
ambulatoriale e diagnostica di base
·
Prevenzione
·
Integrazione con servizi
sociali e con le comunità di riferimento.
La novità delle Case di Comunità è anche
che intendono realizzare un sistema integrato di servizi sociali e sanitari, e
quindi facilitare la risposta anche ai bisogni sociali dei cittadini.
Le
Case di comunità sostituiscono gli Ospedali?
No. Mentre gli Ospedali sono strutture
sanitarie per il trattamento degli episodi acuti della malattia, la diagnostica
avanzata e la gestione dell’alta complessità clinica, le Case di Comunità
raccolgono tutte le funzioni di diagnosi, prevenzione e cura di patologie che
non necessitano di ricoveri ospedalieri e, anzi, contribuiscono a ridurli.
Le
Case di comunità ospiteranno anche specialisti che effettuano visite
ambulatoriali?
Certamente sì; le Case di Comunità sono
la sede di tutti gli ambulatori specialistici, oltre che dei medici di base
Se
le visite ambulatoriali oggi a Lipari si fanno in Ospedale, c’e’ bisogno di
un’altra struttura per la Casa di Comunità?
Certamente sì. Come ampiamente
sottolineato più e più volte dai referenti del Distretto sanitario e
dell’Ospedale, a oggi Lipari non è in grado di aumentare la presenza sul
territorio di alcuni servizi (SerD, Neuropsichiatria infantile, Psichiatria),
né di aumentare giornate e ore di presenza, e quindi prestazioni, di tutti gli
specialisti che fanno visite ambulatoriali, per mancanza fisica di spazio.
Inoltre, le Case di comunità avvieranno
presto quella che nel Decreto Ministeriale si definisce Aggregazione Funzionale
Territoriale (AFT), ovvero consentiranno ai medici di famiglia (Medici di
Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta) di lavorare fisicamente a
contatto con gli specialisti, e aumentare l’efficacia della risposta ai
pazienti. Lo stesso vale per la collaborazione tra Servizi Sociali comunali e
Servizi socio-sanitari della ASP.
Se
a Lipari non si riesce ad avere tutti i medici previsti dalla pianta organica
dell’Ospedale, che senso ha creare un altro servizio?
Oltre al fatto che, come già spiegato, la
Casa di Comunità permette di integrate il lavoro di professionisti che già
operano sul territorio – aumentandone se mai le giornate e ore di presenza – la
mancanza di personale medico è un problema ormai riconosciuto in tutta Italia,
e che andrà affrontato a livello nazionale e regionale con soluzioni
strategiche specifiche (eliminazione del numero chiuso alle università, coinvolgimento
di medici stranieri ecc.).
In ogni caso, questo non e’ un motivo
valido per rifiutare l’opportunità di una nuova struttura e sostenere
l’evoluzione dei servizi socio-sanitari nel nostro Comune: anche quando mancano
gli insegnanti, a nessuno verrebbe in mente di non ampliare o costruire le
scuole…
E
cosa si prevede per l’Ospedale di Lipari?
Il funzionamento dell’Ospedale di Lipari,
di cui sono state ripetutamente sottolineate le carenze in varie occasioni e
sedi istituzionali, non ha niente a che vedere con la realizzazione di
strutture di sanità territoriale, come le Case di Comunità.
La riorganizzazione della Rete
Ospedaliera nazionale e’ stata ridefinita nel 2015 da uno specifico Decreto
Ministeriale, il n. 70 (o “Legge Balduzzi”), le cui direttive sono state poi
sviluppate in Decreti Regionali – per la Sicilia nel Decreto dell’11 gennaio
2019 firmato dall’Assessore Razza. In quel decreto si prevede la trasformazione
dell’Ospedale di Lipari in un Pronto Soccorso. A oggi pero’ non sono state attuate
concrete misure per trasformare l’Ospedale in questo senso: le evidenti
inefficienze e carenze dell’Ospedale di Lipari sono da ricondurre alla mancanza
di personale – soprattutto medico – nonostante la riconferma di una pianta
organica che prevede il mantenimento dei reparti esistenti.
L’Amministrazione comunale è
costantemente impegnata in numerose interlocuzioni con la ASP provinciale e con
l’Assessorato regionale (Dipartimento di Pianificazione Strategica),
manifestando con proposte e progetti concreti la necessità di rispondere ai
bisogni di varie categorie della popolazione e, in generale, la necessita’ di
tutelare il diritto alla salute di tutti, in particolare in zone disagiate come
le isole minori.