Don Gino Profilio, per ben 73 anni ai piedi della Madonna del Rosario di Lami, nel 2022 in occasione dei festeggiamenti ai quali non prese parte per la sua veneranda età (morirà l'uno febbraio del 2023 a 97 anni ) ci invio questo tenerissimo "pensiero", da pubblicare: oggi vogliamo riproporlo.
Lami 2022
Nova et Vetera
Domenica, 2 ottobre, Lami festeggerà Maria SS del Rosario, senza dubbio la festa più bella dell’isola, forse perché si svolge nella bianca valle ai piedi di Monte Pilato dove è “pace e silenzio e tutto tace”, forse perché quei giorni coincidono con la ripartenza dopo la torrida estate o forse perché il Rosario è la dolce catena che ci rannoda a Dio? Si, per tutto questo.
Nella chiesa che non ha tante pretese artistiche ti trovi di fronte ad un maestoso altare che si snoda verso l’alto, diventa monumento e si conclude con una nicchia dentro la quale è la statua della Madonna del Rosario, donata dal nonno di mia madre: Raffaele Giovanni.
I parrocchiani sono convinti che questa sia l’ottava meraviglia del mondo.
Non ne sono certo, ma credo che abbiano ragione perché “ quidquid recipitur ad modum recipientis recipitur” che Manzoni traduceva “omnia munda mundis”.
La Madonna dall’alto di quel trono guarda lontano; nei suoi occhi si leggono il Magnificat, l’ecce ancilla Domini, il fate quel che vi dirà, l’ecco tuo figlio, io sono la Madonna del Rosario; un mosaico di fede sublime.
Ogni anno per la festa “scende” tra i devoti; non ha bisogno di niente, né di tubi innocenti, né di tavoloni, né di uomini forti, ma “scende” tutta da sola, lentamente, su due binari.
Quando l’ho vista “scendere” così, la prima volta ero in mezzo alla chiesa, tra i fedeli, accanto a Mons. Re, il vescovo filosofo, oratore e tenore (in Brasile lo chiamavano Beniamino Gigli). Egli tutti gli anni per la festa della Madonna era in quel posto ed appena la statua cominciava a muoversi, metteva la voce a tutto volume, cantava, cantava e con lui tutti diventavamo cantori. Diverse volte l’ho visto commuoversi; piangeva. Anche i vescovi a volte piangono.
La festa religiosa si concludeva sempre con il bel canto “andrò a vederla un dì”, sì, ma forse sarebbe bello aggiungere il canto della fedeltà che Pia ogni domenica ci faceva ascoltare due volte: prima in sacrestia e poi in chiesa durante la Messa, vogliamo vivere come Maria, perché se non vogliamo vivere come Maria a vederla non ci andremo mai, né un dì, né un altro dì, mai.
Poi la chiesa si svuota; anche in piazza di nuovo “tutto tace”. Tutti vanno via? No, non tutti; rimane la Madonna per indicare a noi pellegrini la via del cielo.
Ho preso parte a questa festa per 73 anni.
73 anni non li cancellerò mai, non li potrò dimenticare mai perciò speravo di esserci anche quest’anno, ma non sarà possibile, il mio corpo ormai è diventato come la pietà Rondanini, ma che ci vuoi fare? Questa è la vita. Sarò presente con questi pensieri e ricordi ma non è la stessa cosa, no assolutamente.
Ora ringrazio il carissimo parroco Don Lillo che gentilmente mi ha invitato; grazie di cuore per l’incoraggiamento a non arrendermi; saluto tutti coloro che quel giorno sarete in chiesa; vi prego, sentitemi ancora presente come sempre e recitate una preghiera anche per me. La vostra preghiera, forse, potrebbe mettermi in carreggiata.
Ok?
Ok.
Don Gino Profilio
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.