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martedì 14 marzo 2017
Gli auguri ai festeggiati di oggi
E' nato a Lipari uno Studio Tecnico specializzato in Infortunistica Stradale, gestito da professionisti del settore
Si comunica che in Lipari,via Cappuccini 3, ha recentemente intrapreso la propria attività uno Studio Tecnico specializzato in Infortunistica Stradale, gestito da professionisti del settore.
In particolare, gli ambiti di occupazione dello Studio Tecnico, possono intendersi compendiati nel seguente modo:
- Assistenza in ogni fase della procedura susseguente a sinistri stradali;
- Perizie su ogni tipo di veicolo, al fine di valutarne i danni riportati a seguito di sinistri stradali, atti vandalici, incendio, etc;
- Ricostruzione dinamica degli incidenti stradali e conseguente assistenza tecnico - legale, tanto in sede Civile, quanto in sede Penale.
Per Informazioni ed appuntamenti, contattare il geom. Bartolo Natoli, ai seguenti numeri di telefono: 349.5073771- 090.9811412.
In particolare, gli ambiti di occupazione dello Studio Tecnico, possono intendersi compendiati nel seguente modo:
- Assistenza in ogni fase della procedura susseguente a sinistri stradali;
- Perizie su ogni tipo di veicolo, al fine di valutarne i danni riportati a seguito di sinistri stradali, atti vandalici, incendio, etc;
- Ricostruzione dinamica degli incidenti stradali e conseguente assistenza tecnico - legale, tanto in sede Civile, quanto in sede Penale.
Per Informazioni ed appuntamenti, contattare il geom. Bartolo Natoli, ai seguenti numeri di telefono: 349.5073771- 090.9811412.
Lino Natoli. "Distinguere fede da religione"
Su queste stesse pagine, Michele
Giacomantonio propone i suoi - e non solo suoi - sofferti interrogativi
riguardo la natura divina di Gesù. Questioni, egli scrive, che spesso si
infrangono sull’imbarazzato silenzio di sacerdoti e teologi che rifiutano di
affrontare l’argomento rifugiandosi dentro le proprie certezze dottrinali.
Giacomantonio
lamenta che tale atteggiamento avrebbe origine da una teologia troppo dipendente
dalla filosofia e troppo distante dalle Scritture.
La storia del pensiero
occidentale offre un panorama evidente
dell’uso strumentale che la teologia ha fatto della filosofia, sin dai primi
secoli in cui il cristianesimo si è sviluppato e ha dovuto mettere ordine alla
dottrina. La filosofia ha costituito lo strumento privilegiato affinché la
religione fosse disciplinata in termini razionali o ragionevolmente ammissibili.
Dando origine, tra l’altro, a capolavori dell’ingegno umano, oltre che della
sensibilità religiosa.
La filosofia però, sottratta alle
necessità della teologia, rimane uno strumento formidabile di comprensione che
può persino costringere i teologi più refrattari ad aprirsi al dialogo ed
all’analisi delle questioni che più affondano nell’animo umano, sia di credenti
che di non credenti.
Una delle lezioni fondamentali
che la filosofia ci propone è la chiara distinzione di ciò che è creduto da ciò
che è saputo. Ciò che è creduto rimane di pertinenza delle questioni di fede,
mentre ciò che è saputo riguarda la scienza, costantemente soggetta a rigorose
verifiche di ordine epistemologico. Non si può fare confusione tra creduto e
saputo, ed ormai disponiamo della maturità culturale e religiosa sufficiente
per evitare commistioni così ingenue. Ovviamente, la tentazione di confondere
il creduto con il saputo può contaminare certa teologia, con la conseguenza di
trascinare la religione verso forme di superstizione ormai inaccettabili, così
come certe inclinazioni scientiste
pretendono di separare i due campi affidando alla incontrovertibilità
dell’osservazione razionale il compito ultimo di distinguere il vero dal falso,
il creduto dal saputo.
Proprio in questo ambito,
nell’angusto spazio tra creduto e saputo viene in soccorso la filosofia, laddove
chiede alla fede di fare i conti con la ragione e alla ragione di non
arrestarsi alla esclusività della esperienza del dato di fatto, pena la fine
stessa del progresso scientifico.
Tornando quindi agli
interrogativi che si pone Giacomantonio, penso che si debba preliminarmente
fare una distinzione tra fede e religione. Se per fede si può dire: “Dio
esiste”, ciò non implica che per fede si debba accettare tutto l’apparato
dottrinale, rituale e di tradizione che le varie religioni propongono. Dunque,
ragionare sulla natura divina di Gesù non implica un venir meno della fede, ma
un desiderio di credere senza negare tutti quei dubbi di cui la fede
consapevole si alimenta alla luce della ragione ragionante.
Ciò significa anche, e questo
vale per me, che le religioni non sono altro che strumenti che possono, ma non
necessariamente, accompagnare e sostenere la fede del credente, pur non
svolgendo una funzione determinante. La conseguenza è che non esiste una sola
religione attraverso la quale, e solo per la quale, è possibile l’incontro con
Dio, ma tutte devono essere considerate strade legittime da percorrere secondo
le proprie inclinazioni, culture e tradizioni. Ed ho la pretesa di ritenere che
se nessuna considerasse se stessa unica depositaria della verità vivremmo in un
mondo più tollerante e rispettoso delle libertà reciproche.
Il Cristo dubitante che dalla
croce chiede conto al Padre del suo abbandono, al di là della questione
trinitaria, pone ciascuno di fronte le proprie responsabilità nei riguardi
della verità, credere e basta non basta. Così come non credere non esime
dall’angoscia della ricerca di senso. Consegnare lo spirito nelle mani del Padre
non è l’ultimo rassegnato gesto di fronte l’ineluttabilità della morte, ma la fiducia
che anima il credente, ogni credente, comunque credente
che la morte non costituisce l’ultimo, inesorabile limite alla ricerca della
verità.
Lino Natoli
lunedì 13 marzo 2017
Ex Faro replicano a Fonti : "Nessun cambio di rotta. Sempre contrari all'AMP"
Egr. Direttore,
abbiamo avuto occasione di ascoltare una recente intervista
rilasciata da
Gesuele Fonti e, in particolare, il passo laddove questi
fornisce la propria versione circa la decisione degli scriventi di lasciare il
movimento “Il faro”. Di seguito la stessa versione è stata riportata su una
lettera che lo stesso Gesuele ha inviato agli abitanti di Pianoconte.
Premesso che non è intendimento di chi scrive creare o
alimentare polemiche che rifuggono dallo stile espositivo delle proprie idee
sempre mantenuto in questi anni di lotte civili e politiche, non ci si può
esimere dal richiamare l’amico – perché tale è rimasto - Gesuele ad una maggiore onestà intellettuale
alla quale ci auguriamo non voglia sottrarsi.
I motivi che hanno indotto gli scriventi a lasciare “Il
faro” sono ben altri rispetto a quelli riferiti nel corso dell’intervista e
che, per l’intervistato, andrebbero ricercati nel mutamento di rotta dei
deducenti riguardo l’istituzione dell’area marina protetta che
l’amministrazione Giorgianni aveva prospettato agli eoliani.
Nulla di più falso! E Gesuele lo sa benissimo.
Per comprensibili ragioni di tatto e buon gusto non ci
sembra questa la sede per esporre le reali ragioni del dissenso che ha portato la
maggioranza del gruppo dirigente ad abbandonare “Il faro”, ma teniamo a
ribadire che la questione “area marina protetta” nulla c’entra e di essa
affatto si è discusso nelle riunioni che hanno preceduto la nostra decisione.
Al riguardo, anzi, teniamo a precisare che nessun cambio di
rotta è stato assunto fermo essendo rimasto infatti il dissenso su una tale
iniziativa.
Evidentemente altri hanno un concetto di democrazia diverso
dal nostro ritenendo che, nell’ambito di quello che dovrebbe restare nell’alveo
di un civile confronto, una diversa opinione debba necessariamente sfociare in
un insanabile contrasto sull’intero programma. Noi siamo abituati invece alla
dialettica, anche dura, ma che non vada a minare l’impianto dei rapporti nel
suo complesso.
Contro l’area marina protetta, dunque, la cui istituzione
riteniamo svantaggiosa per lo sviluppo delle nostre isole, ma l’interesse
collettivo si persegue e si concretizza anche mediante altre iniziative
ritenute invece condivisibili.
Diverso è il caso in cui viene meno quel rapporto di
reciproco rispetto e di fiducia che, questo si, mina alle fondamenta la
prosecuzione di un rapporto. Ci rifletta Gesuele.
Ersilia Pajno
Angelo Pajno
Angelo Biviano
Gaetano Barca
Nino Manfrè
Angelo Scafidi
Incontro del Vento Eoliano a Filicudi. Il bilancio in un comunicato stampa
Ottimo riscontro presso l’Isola di Filicudi per l’incontro ad inviti che si è tenuto presso Villa La Rosa organizzato dal Vento Eoliano.
Ha aperto la riunione il Presidente della Circoscrizione Avv. Maria Grazia Bonica, che dopo aver ringraziato i Consiglieri di circoscrizione per il lavoro fino ad oggi svolto, a malincuore ha preso commiato dalla sua comunità. Difatti dalla prossima legislatura la figura dei consigli circoscrizionale non è più prevista.
Per tale ragione l’Avv. Bonica, ha accettato la proposta del Vento Eoliano, di candidarsi al Consiglio Comunale del
Comune di Lipari, al fine di continuare a rappresentare le istanze e le necessità degli abitanti delle Isole minori. Impegno già assunto da parecchi anni con dedizione, fervore e
particolare coinvolgimento nelle fatti che hanno riguardato le due Isole.
Dopo gli interventi del Consigliere Comunale Annarita Gugliotta, di Svletana Ferlazzo e di Gennarino Saltalamacchia è stato avviato un proficuo dibattito, alimentato da un nutrito gruppo di isolani e caratterizzato da numerosi interventi che hanno messo alla luce le problematiche che affliggono le Isole .
Ha concluso l’ incontro Francesco Rizzo, che oltre ad esprimere il profondo legame sentimentale che nutre verso l’Isola di Filicudi, ha ricordato le escursioni e le iniziative a carattere di tutela ambientale che lo hanno coinvolto in passato riguardanti il villaggio archeologico di Capo Graziano.
Inoltre il futuro candidato, dopo essersi confrontato con gli abitanti del luogo , ha dichiarato che questo di Filicudi vuole essere soltanto il primo incontro a carattere interlocutorio-programmatico che lo vedrà in giro per tutto l’Arcipelago Eoliano.
Ha concluso l’ incontro Francesco Rizzo, che oltre ad esprimere il profondo legame sentimentale che nutre verso l’Isola di Filicudi, ha ricordato le escursioni e le iniziative a carattere di tutela ambientale che lo hanno coinvolto in passato riguardanti il villaggio archeologico di Capo Graziano.
Inoltre il futuro candidato, dopo essersi confrontato con gli abitanti del luogo , ha dichiarato che questo di Filicudi vuole essere soltanto il primo incontro a carattere interlocutorio-programmatico che lo vedrà in giro per tutto l’Arcipelago Eoliano.
Ritrovata chiave a Pianoconte
E' stata ritrovata questa chiave a Pianoconte, nella strada che da Due Vie porta alla piazza di Santa Croce. Il proprietario contatti su fb, Emanuela Stella
Concluso "Corso di riciclo creativo" della Fondazione Salina. Coinvolti anche gli ospiti della Casa di Riposo di Valdichiesa
Festeggerà quest'anno i 41 anni di vita la "Fondazione Salina" presieduta da 18 anni da Nuccio Russo. Tra le tante iniziative sul territorio vi è anche quella di una serie di "corsi", a titolo assolutamente gratuito, che vedono coinvolti i residenti e tutti coloro che vogliono aderire. Tra queste "L'Arte del riciclo creativo".
Quest'anno l'iniziativa ha riguardato Leni, Malfa, Santa Marina Salina e gli ospiti della Casa di riposo di Valdichiesa.
Le realizzazioni, davvero di ottima fattura, saranno oggetto di una pesca di beneficenza, organizzata dagli stessi partecipanti ai corsi, che si terrà nei comuni di Salina in occasione di feste e/o manifestazioni.
I fondi raccolti saranno devoluti alle Parrocchie e alla Casa di Riposo stessa.
Vi proponiamo tre video realizzati stamane (due dal nostro direttore ed uno da Francesca Falconieri) che riassumono tre momenti della giornata odierna (2 a Valdichiesa, 1 presso la sede della Fondazione Salina a Leni). Per gli ospiti della Casa di Riposo è stata l'occasione anche per una piccola festicciola
Domani pubblicheremo le foto dell'iniziativa di Valdichiesa, una intervista a Padre Alessandro Lo Nardo e Suor Scolastica
CHI E' ADRIAN MARTIN E COS'E' LA FONDAZIONE SALINA
Prendiamo spunto da un articolo di Antonio Brundu per illustrare alcuni particolari non noti a tutti.
Lo scrittore, poeta, filosofo e pittore svizzero Adrian Wolfgang Martin rimase affascinato dall’isola di Salina fin dalla prima volta che la scorse , nel 1955, da un’imbarcazione di passaggio nell’arcipelago e subito decise di porvi la sua dimora per sei mesi all’anno, periodo che, per l'avanzare dell'età, si è ridotto...ma non si è ridotto il suo amore per l'isola
Quando rientrò in Svizzera riuscì a convincere i suoi amici, lettori e ammiratori del fascino di questo mitico angolo di terra e di mare da raccogliere sufficienti fondi per costituire e dotare di un costante reddito patrimoniale la Fondazione Salina, che aprì la sua sede nel 1976, nel Comune di Leni.
La Fondazione Salina, quindi, si è dedicata e continua a dedicarsi alla valorizzazione della cultura eoliana e alla formazione professionale e occupazione della gioventù locale.
Scopo dichiarato della Fondazione, oltre quello della tutela del patrimonio naturale di Salina, è quindi l’incremento delle attività culturali, sociali ed economiche degli abitanti non solo di Salina. Corsi, in particolare di taglio e cucito, si sono tenuti anche a Lipari, durante la presidenza Russo
Adrian Martin ha spiegato i motivi che hanno ispirato questa sua iniziativa nell’isola di Salina: la cordiale ospitalità degli abitanti, il desiderio di costruire un mondo più umano basato sul rispetto reciproco e infine il legame tra la Svizzera e la Sicilia, la quale ultima rappresenta, per il popolo elvetico, una delle culle della cultura europea.
Pertanto va il plauso per l’attività svolta dalla Fondazione Salina, in tutti questi anni, in favore della comunità isolana ad Adrian Martin, alla moglie Regina, all’intero Consiglio d’Amministrazione (presieduto prima dal signor Giuseppe Cappadona e, oggi, dal rag. Nuccio Russo).
Domani pubblicheremo le foto dell'iniziativa di Valdichiesa, una intervista a Padre Alessandro Lo Nardo e Suor Scolastica
CHI E' ADRIAN MARTIN E COS'E' LA FONDAZIONE SALINA
Prendiamo spunto da un articolo di Antonio Brundu per illustrare alcuni particolari non noti a tutti.
Lo scrittore, poeta, filosofo e pittore svizzero Adrian Wolfgang Martin rimase affascinato dall’isola di Salina fin dalla prima volta che la scorse , nel 1955, da un’imbarcazione di passaggio nell’arcipelago e subito decise di porvi la sua dimora per sei mesi all’anno, periodo che, per l'avanzare dell'età, si è ridotto...ma non si è ridotto il suo amore per l'isola
Quando rientrò in Svizzera riuscì a convincere i suoi amici, lettori e ammiratori del fascino di questo mitico angolo di terra e di mare da raccogliere sufficienti fondi per costituire e dotare di un costante reddito patrimoniale la Fondazione Salina, che aprì la sua sede nel 1976, nel Comune di Leni.
La Fondazione Salina, quindi, si è dedicata e continua a dedicarsi alla valorizzazione della cultura eoliana e alla formazione professionale e occupazione della gioventù locale.
Scopo dichiarato della Fondazione, oltre quello della tutela del patrimonio naturale di Salina, è quindi l’incremento delle attività culturali, sociali ed economiche degli abitanti non solo di Salina. Corsi, in particolare di taglio e cucito, si sono tenuti anche a Lipari, durante la presidenza Russo
Adrian Martin ha spiegato i motivi che hanno ispirato questa sua iniziativa nell’isola di Salina: la cordiale ospitalità degli abitanti, il desiderio di costruire un mondo più umano basato sul rispetto reciproco e infine il legame tra la Svizzera e la Sicilia, la quale ultima rappresenta, per il popolo elvetico, una delle culle della cultura europea.
Pertanto va il plauso per l’attività svolta dalla Fondazione Salina, in tutti questi anni, in favore della comunità isolana ad Adrian Martin, alla moglie Regina, all’intero Consiglio d’Amministrazione (presieduto prima dal signor Giuseppe Cappadona e, oggi, dal rag. Nuccio Russo).
Verso le elezioni. Il pensiero di Giovanni Rosa
Egr. Direttore,
in sede nazionale si sta consumando la rapina dei conti bancari, in sede locale è iniziata “la conta” delle simpatie elettorali.
In ambito democratico la espressione del voto rappresenta una scelta che in genere emerge da un elementare “libero arbitrio” che nel segreto della cabina elettorale si materializza in quel segno di croce a futura fiducia del prescelto.
Negli ultimi tempi qualcosa è cambiato nel substrato sociale per cui assistiamo ad un contraddittorio che spesso supera i limiti di una democrazia di rispetto e sfocia in una conflittualità perversa tale da sovvertire i fondamentali principi di libertà.
E' il motivo per cui si creano i gruppi e chiaramente la base di ogni aggregazione si fonda sulla possibilità di un potere quasi sempre economico che non soddisfatto ci fa assistere a continui cambi di “ casacca”.
Per quanto riguarda le Eolie da tempo si è assistito ad una gestione di tipo familiare e in genere la scelta emergeva da un rapporto consolidato di amicizia e rispetto.
L'ingresso nel sistema di personaggi “esterni” legati alla politica nazionale e sopratutto agli interessi multinazionali hanno modificato il rapporto economico tra un sistema di vita che possiamo definire “arcaico” e un nuovo sistema socio politico basato su esperienza e gestione moderna.
Ecco il punto...nella pubblica amministrazione occorrono efficienza e capacità di affrontare da parte dei responsabili una visione dinamica di un sistema sociale che si deve misurare nell'arco dell'anno tra frequenze di persone residenti che variano da poche centinaia a diverse migliaia per pochi mesi.
Affrontare problematiche legate ad un improvviso affollamento di migliaia di turisti presuppone evidenti necessità di servizi compatibili e di rimedio ai gravi danni ecologici che si vanno ad aggiungere a quelli portati da altri luoghi .
A conclusione di queste poche righe , non mi rimane altro che confidare che la dialettica si rivolga più ad una analisi delle capacità etica dei prescelti e che la scelta tenga conto delle potenzialità giovanili per la salvaguardia di un bene inestimabile.
Doc giovanni...al secolo Giovanni Rosa
in sede nazionale si sta consumando la rapina dei conti bancari, in sede locale è iniziata “la conta” delle simpatie elettorali.
In ambito democratico la espressione del voto rappresenta una scelta che in genere emerge da un elementare “libero arbitrio” che nel segreto della cabina elettorale si materializza in quel segno di croce a futura fiducia del prescelto.
Negli ultimi tempi qualcosa è cambiato nel substrato sociale per cui assistiamo ad un contraddittorio che spesso supera i limiti di una democrazia di rispetto e sfocia in una conflittualità perversa tale da sovvertire i fondamentali principi di libertà.
E' il motivo per cui si creano i gruppi e chiaramente la base di ogni aggregazione si fonda sulla possibilità di un potere quasi sempre economico che non soddisfatto ci fa assistere a continui cambi di “ casacca”.
Per quanto riguarda le Eolie da tempo si è assistito ad una gestione di tipo familiare e in genere la scelta emergeva da un rapporto consolidato di amicizia e rispetto.
L'ingresso nel sistema di personaggi “esterni” legati alla politica nazionale e sopratutto agli interessi multinazionali hanno modificato il rapporto economico tra un sistema di vita che possiamo definire “arcaico” e un nuovo sistema socio politico basato su esperienza e gestione moderna.
Ecco il punto...nella pubblica amministrazione occorrono efficienza e capacità di affrontare da parte dei responsabili una visione dinamica di un sistema sociale che si deve misurare nell'arco dell'anno tra frequenze di persone residenti che variano da poche centinaia a diverse migliaia per pochi mesi.
Affrontare problematiche legate ad un improvviso affollamento di migliaia di turisti presuppone evidenti necessità di servizi compatibili e di rimedio ai gravi danni ecologici che si vanno ad aggiungere a quelli portati da altri luoghi .
A conclusione di queste poche righe , non mi rimane altro che confidare che la dialettica si rivolga più ad una analisi delle capacità etica dei prescelti e che la scelta tenga conto delle potenzialità giovanili per la salvaguardia di un bene inestimabile.
Doc giovanni...al secolo Giovanni Rosa
Associazione balneari delle Eolie contro direttiva Bolkestein
Al
Presidente della Regione Siciliana
Rosario Crocetta
All’Assessore
del territori ed ambiente
Regione
Siciliana Ferdinando Croce
Al
signor sindaco del Comune di Lipari
Marco
Giorgianni
Al
presidente del Consiglio Comunale
Adolfo
Sabatini
A
tutti gli organi di Stampa
Oggetto: proroga Concessioni
Demaniali.-
Visto le ultime notizie a dir poco sconcertanti, che coinvolgono tutti
i titolari di Concessione Demaniale sul rispetto della direttiva Bolkestein, e
sulle ultime dichiarazione del deputato Ap-Ncd Pizzolante, relatore della riforma
sulle concessioni balneari, ci preme precisare che buona parte del turismo
transitante in Italia, passa attraverso gli operatori turistici del settore
balneare egregiamente esercitato da imprenditori indigeni che bene conoscono il
territorio le sue peculiarità e bellezze, oserei dire uniche al mondo.-
La Bolkestein in breve sintesi consegnerebbe il nostro territorio al
primo capitato che senza alcuna conoscenza delle peculiarità delle zone e
perché no anche del lavoro da svolgere, rischia di stravolgere quanto di buono,
non solo a livello lavorativo, ma anche ambientale è stato fatto fino ad oggi
dai Concessionari.-
Entrando nello specifico i concessionari delle Isole Eolie iscritti
alla nostra associazione si sento offesi dalle parole dette dal Ministro Carlo
Calenda che definisce i Balneari “vergognosi” (cosi come riportato da Mondo
Balneare), vogliamo ricordare che se oggi le isole Eolie meta turistica riconosciuta in tutto il mondo
e visitata da milioni di persone, possono vantare la Bandiera Blu è anche
grazie ai nostri sforzi portati avanti con grossi sacrifici anche economici.-
Se oggi sulle nostre coste è assicurato un servizio di vigilanza, tale
da rendere sicura la balneazione anche al di fuori delle Concessione Demaniali,
e grazie ai concessionari.-
Possiamo vantare di avere spiagge pulite, anche grazie ai titolari
delle concessioni che provvedono alla loro pulizia anche oltre i limiti
prescritti nelle Concessioni Demaniali.-
Garantiamo la possibilità anche a chi e meno fortunato di noi (vedi
diversamente abili) di potere usufruire di adeguate strutture.-
Ma cosa ancora più importante garantiamo la massima educazione,
rispetto, e disponibilità, verso tutti indistintamente, abituati come giusto
che sia da quel senso di famiglia che distingue ancora le piccole isole.-
Se questo significa essere vergognosi caro Ministro io sono orgoglioso
di essere “VERGOGNOSO”, noi chiediamo solo rispetto per le categorie dei
concessionari e di poter lavorare onestamente come di fatto regolarmente
facciamo, con la certezza di poter continuare il nostro lavoro senza avere la
paura che domani si svegli il “politologo europeista” di turno
cambiando e ricambiando le leggi in base a “come cambia il vento”.-
Chiediamo a tutti gli organi in indirizzo di sostenere, aiutare e
prendere le difese dei propri cittadini che onestamente e solo con le proprie
forze anno creato strutture organizzate, oggi riconosciute
come una delle eccellenze Italiane.-
Vorrei
chiudere con un articolo della Costituzione che forse oggi molti anno
dimenticato: Art. 4 Costituzione Italiana “La Repubblica riconosce a
tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano
effettivo questo diritto.Ogni cittadino ha il dovere di svolgere,
secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione
che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”
Con Osservanza
Il presidente dell’Associazione Balneare delle Isole Eolie
Dario Famularo
I temi scomodi. Riflettendo sulla fede cristiana e il modo di intenderla. (di Michele Giacomantonio)
L’avvicinarsi della Pasqua è sempre stata per me
l’occasione per riflettere su alcuni fondamenti della fede cristiana ed in
particolare quelli più controversi ma dotati di un loro fascino come ad esempio
l’autocoscienza che il Gesù uomo aveva della sua natura divina- se l’avesse fin
da bambino oppure sia venuta scoprendola lungo la strada con l’aiuto dello
Spirito Santo -; oppure, per fare un altro esempio, di che tipo di abbandono
parla Gesù quando sulla croce ripete i primi versi del Salmo 22 “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato”.
La sorpresa più grande è scoprire come in molti,
forse soprattutto teologi e sacerdoti, reagiscono a questi interrogativi
rifiutandoli: “Gesù aveva coscienza della sua divinità dall’infanzia, non leggi
i vangeli di Luca e di Matteo?”: “Gesù sulla croce prega alcuni salmi è
pretestuoso voler dare un significato contingente a quelle parole”. Si ha paura
di accettare un piano di riflessione e di discussione che potrebbe giungere a
scalfire le proprie ed altrui sicurezze anche perché l’immagine che abbiamo
della divinità è tutta filosofica e caratterizzata su una teologia che è
dipendente dalla filosofia e non dalla Sacra Scrittura. Dio è onnipotente ed
omnisciente perché altrimenti non sarebbe Dio, come si può pensare che ci sia
qualcosa che sfugge alla sua conoscenza? Come si può pensare ad un conflitto
nella Trinità?
E’ quando fai osservare che il Dio della Sacra
Scrittura è un Dio che si pente ( per esempio di aver mandato il diluvio), che
si commuove e cambia opinione, che accetta di discutere e di trattare con Mosé
e Abramo, ecc.; che la gran parte degli esegeti oggi non dà più un valore
storico ai Vangeli dell’infanzia bensì un importante valore teologico; che è
impossibile ricostruire dai Vangeli una vita di Gesù perché esprimono piuttosto
la coscienza che evangelisti e comunità cristiane primitive avevano della
missione di Gesù; quando fai osservare questo l’ascolto si interrompe e ti si
guarda come un eretico. Chi vuole riflettere sulla fede non è ben visto perché
la Fede viene intesa piuttosto come una camomilla che distende i pensieri e non
piuttosto come una bevanda che li stimola.
In modo particolare questo mi sembra vero riguardo
al cosiddetto dramma della croce su cui il grande teologo luterano J. Moltmann
ha scritto un libro “Il Dio crocifisso” ed un altro grande teologo cattolico H.
Urs Von Balthasar ne ha ripreso alcuni temi nella “Teologia dei tre giorni”.
Che cosa dice Moltmann? Che sulla croce si compie un
dramma: la Prima Persona della Trinità abbandona la Seconda, il Figlio, proprio
come dice il salmo che Gesù recita.
Certo parlare di una crisi interna alla Trinità quale si rivelerebbe un
abbandono del Figlio da parte del Padre suona troppo enfatico eppure dobbiamo
essere grati a questo teologo che ha richiamato con forza che sulla croce si
sviluppa un dramma perché, solitamente, si tende a sorvolare sul Salmo 22. Giustamente è stato osservato che il grido di
morte che Gesù lancia dalla croce è ‘la ferita aperta’ di ogni teologia
cristiana.
Certo “abbandono” non vuol dire separazione, annullamento perché Dio non
può limitare e vulnerare se stesso. Ma anche il volere restringere il conflitto
non fra Dio e Dio ma fra Gesù e suo Padre, perché Gesù non rivolge il suo grido
al Dio dell’Alleanza ma specificatamente a suo Padre, non cambia di molto la
drammaticità della situazione. Dopo l’incarnazione può esistere un Gesù
separato dal Figlio? Quindi anche un conflitto fra Gesù e il Padre non è meno
grave perché questo abbandono da parte di Dio mette in gioco non solo
l’esistenza personale di Gesù ma la validità della sua predicazione su Dio.
Mette in gioco anche la divinità del suo Dio e la paternità del Padre suo, che
Gesù aveva reso accessibili agli uomini.
Come uscire da questo cortocircuito? Analizzando il contenuto del Salmo se
non si riduce la gravità dello scontro si getta però luce sulla sua natura cioè
sulle motivazioni. Scopriamo così che il salmista non si lamenta compiangendo
il proprio destino ma piuttosto si appella alla fedeltà di Dio. Gesù chiede al
Padre di mostrare la sua giustizia: “Si parlerà del Signore alla generazione
che viene;/ annunceranno la sua giustizia;/ al popolo che nascerà diranno:/
‘Ecco l’opera del Signore?” 31-32 “.
Ma se Gesù pone una questione di giustizia il nodo deve riguardare il
progetto che lui sta portando a compimento e rispetto al quale il Padre rivela
qualche resistenza. Se è così, allora forse è possibile fare un po’ di luce su
questo dialogo drammatico e per gran parte muto del quale ci giungono solo
alcune frasi. Possiamo immaginare che il cuore del dialogo, quello dal quale
scaturisce la decisione che delinea il nuovo universo, cominci con il “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato”
di cui parlano Matteo (27,46) e Marco (11,34), appunto l’inizio del Salmo 22. E
si conclude con “Nelle tue mani Padre consegno il mio spirito” cioè l’inizio
del Salmo 31 di cui parla Luca 23,46.
Una ipotesi di ricostruzione di questo dialogo è quella proposta venerdì a
Porto Salvo e che ho pubblicato venerdì su facebook e sui network locali.
"Declina l'amore" il libro di Mons. Miccichè sarà presentato il 7 Aprile a Roma
Il prossimo 7 Aprile a Roma, presso il Salone dell'Osservatorio Romano, sarà presentato il libro dal titolo "Declina l'amore"ideato e scritto da S.E. Mons. Francesco Miccichè, già Vescovo dell'Arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela e Vescovo Emerito della Diocesi di Trapani.
L'opera è stata pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana il 6 Marzo scorso . Il tema su cui è incentrato l'opera è l'importanza da attribuire ai valori che rendono la vita bella e significativa.
Il libro è acquistabile in libreria
L'opera è stata pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana il 6 Marzo scorso . Il tema su cui è incentrato l'opera è l'importanza da attribuire ai valori che rendono la vita bella e significativa.
Il libro è acquistabile in libreria
Ministro De Vincenti presiederà riunione del Comitato d'indirizzo e controllo per la gestione del Patto per lo sviluppo della Città Metropolitana di Messina
Il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, domani, martedì 14 marzo 2017, alle ore 8.30, sarà a Messina per presiedere a Palazzo dei Leoni l'incontro del Comitato d'indirizzo e controllo per la gestione del Patto per lo sviluppo della Città Metropolitana di Messina con l'obiettivo di esaminare e valutare lo stato d'attuazione e le eventuali criticità nell'ambito degli interventi previsti nel Masterplan.
Alla riunione parteciperanno, oltre al Ministro De Vincenti: il Sindaco Metropolitano, Renato Accorinti; il Commissario straordinario con i poteri del Consiglio Metropolitano, Filippo Romano; il Presidente del Comitato, Riccardo Monaco; il PCM-DPC-componente del Comitato, Vincenzo Donato; il PCM-DIPE-componente del Comitato, Claudio Cesi; in rappresentanza dell'Agenzia per la Coesione Territoriale-Area Programmi e Procedure-Ufficio 3 Accompagnamento e sostegno Programmi regionali, Luciano Russo; in rappresentanza dell'Agenzia per la Coesione Territoriale, Patrizia Abballe; il componente del Comitato per la Città Metropolitana di Messina, Maria Angela Caponetti ed il responsabile unico dell'attuazione del Patto per la Città Metropolitana di Messina, Armando Cappadonia.
Il Patto avrà il compito di avviare e sostenere un percorso unitario d'intervento sul territorio dell'Area Metropolitana di Messina finalizzato al suo sviluppo economico, produttivo ed occupazionale nonché alla sostenibilità ambientale ed alla sicurezza, tenuto conto delle linee di sviluppo e delle zone di intervento condivise tra il Governo e la Città Metropolitana di Messina.
Alla riunione parteciperanno, oltre al Ministro De Vincenti: il Sindaco Metropolitano, Renato Accorinti; il Commissario straordinario con i poteri del Consiglio Metropolitano, Filippo Romano; il Presidente del Comitato, Riccardo Monaco; il PCM-DPC-componente del Comitato, Vincenzo Donato; il PCM-DIPE-componente del Comitato, Claudio Cesi; in rappresentanza dell'Agenzia per la Coesione Territoriale-Area Programmi e Procedure-Ufficio 3 Accompagnamento e sostegno Programmi regionali, Luciano Russo; in rappresentanza dell'Agenzia per la Coesione Territoriale, Patrizia Abballe; il componente del Comitato per la Città Metropolitana di Messina, Maria Angela Caponetti ed il responsabile unico dell'attuazione del Patto per la Città Metropolitana di Messina, Armando Cappadonia.
Il Patto avrà il compito di avviare e sostenere un percorso unitario d'intervento sul territorio dell'Area Metropolitana di Messina finalizzato al suo sviluppo economico, produttivo ed occupazionale nonché alla sostenibilità ambientale ed alla sicurezza, tenuto conto delle linee di sviluppo e delle zone di intervento condivise tra il Governo e la Città Metropolitana di Messina.
Gli auguri ai festeggiati di oggi
domenica 12 marzo 2017
Calcio a 5 femminile - Serie D: Ludica Lipari sconfitta ad Acquedolci
Cade ad Acquedolci la formazione femminile della Ludica Lipari. Le ragazze eoliane sono state superate per 5 a 4. Le reti della Ludica sono state messe a segno da Portelli.
Ultimati lavori di manutenzione. La “Laurana” riprende il servizio da domani
Milazzo, 12 marzo 2017
Ultimati lavori di
manutenzione
La “Laurana”
riprende il servizio
Calcio - Terza Categoria. Vincono Ludica Lipari e Stromboli. I liparesi si confermano in vetta. Lo Stromboli spera
La Ludica Lipari riscatta immediatamente la sconfitta di domenica scorsa ed infligge una pesante sconfitta (4 a 0) all'Arcigrazia, formazione in corsa per i primi posti nella classifica del campionato di terza categoria. A segno Marino, Malpieri, Sturniolo e Tripi.
Con questa vittoria la Ludica mantiene la vetta con 33 punti.
Risorge lo Stromboli che infligge un secco due a zero al Real Zancle, altra formazione in corsa per il salto di categoria. A segno Matteo Scibilia ed Enrico Cincotta.
Lo Stromboli sale a quota 23 portandosi sotto all'ultima piazza utile per i playoff
Con questa vittoria la Ludica mantiene la vetta con 33 punti.
Risorge lo Stromboli che infligge un secco due a zero al Real Zancle, altra formazione in corsa per il salto di categoria. A segno Matteo Scibilia ed Enrico Cincotta.
Lo Stromboli sale a quota 23 portandosi sotto all'ultima piazza utile per i playoff
Alicudi, uno "scoglio sul mare" da visitare a dorso d'asino (da "La voce di Rovigo")
Un'isola in cui il tempo si è fermato, un luogo affascinante che sembra sospeso in un'atmosfera da fiaba siciliana.
È Alicudi, la più piccola e la più occidentale delle sette isole che compongono l'arcipelago delle Eolie, a Nord della Sicilia. Dei 5 chilometri quadrati di superficie aspra e montuosa, soltanto la parte meridionale dell'isola è abitata. La popolazione che nel dopoguerra contava circa cinquecento abitanti, oggi è scesa sotto le cento unità.
Abitare ad Alicudi, nonostante la bellezza del paesaggio, non è facile visto che gli unici mezzi di trasporto sono gli asini, gli unici capaci di trasportare le merci lungo i gradoni delle vie arrampicate sulle montagna.
È Alicudi, la più piccola e la più occidentale delle sette isole che compongono l'arcipelago delle Eolie, a Nord della Sicilia. Dei 5 chilometri quadrati di superficie aspra e montuosa, soltanto la parte meridionale dell'isola è abitata. La popolazione che nel dopoguerra contava circa cinquecento abitanti, oggi è scesa sotto le cento unità.
Abitare ad Alicudi, nonostante la bellezza del paesaggio, non è facile visto che gli unici mezzi di trasporto sono gli asini, gli unici capaci di trasportare le merci lungo i gradoni delle vie arrampicate sulle montagna.
Da Vulcano s.o.s. da Giovanni Rosa
Carissimo Direttore,
le invio la foto del vialetto di accesso alla mia modesta abitazione di 36 mq in condominio....al cui confine , da dieci giorni , si può osservare la centralina condominiale in situazione di precario equilibrio e sostenuta da due fili di ferro con scavi e fili ad alta tensione alla base !!!!!!!!!
Ho trasmesso il fatto all' Amministratore del condominio , all'ENEL ,all'ufficio del Sindaco, ai Carabinieri di Vulcano, ai Carabinieri di Milazzo, ai Carabinieri di Messina, alla Soprintendenza, alla procura di Barcellona......da dieci giorni non si vede nessuno cioè ogni mattina il custode mi dice....ma viene qualcuno?????????
Oggi è domenica ...accenderò un cero alla Madonna.....non perchè si risolva il caso ma a protezione ... dagli “avvertimenti” che mi sono arrivati !!!!!
Cordiali saluti da Vulcano a lei e al Sign. Sindaco .
Doc Giovanni al secolo Giovanni Rosa
Gli auguri ai festeggiati di oggi
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