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venerdì 28 agosto 2015
Fondi europei, la Regione si fa sfilare 1,5 miliardi
Ammonta a quasi un miliardo e mezzo la somma dei fondi persi dal governo Crocetta da un anno e mezzo a questa parte. Quasi cento milioni al mese andati in fumo per ritardi ed errori, rinunce, cause perse, fondi Pac non utilizzati e incamerati dallo Stato, fondi per i beni culturali, per le strade, per la formazione. Sembra ieri, quando all’alba del 2 gennaio, appena otto mesi or sono, il presidente della Regione, con tono trionfalistico aveva dichiarato ai giornalisti: «Siamo riusciti a spendere tutti i fondi europei che avevamo a disposizione entro la data prevista del 31 dicembre. Non perderemo neppure un euro. Sconfessati i corvi». «Probabilmente – aveva aggiunto – siamo stati la Regione del Mezzogiorno con la migliore performance. In ogni caso abbiamo raggiunto il miglior risultato dal 2007 a oggi». In realtà, aveva commentato il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone, «nessun nuovo impegno, nessuna nuova opera con i fondi comunitari, nessuna nuova ruspa o gru in attività. C’è solo una mera sostituzione di risorse impiegate in progetti già in fase di completamento, come la infrastruttura viaria Caltanissetta-Agrigento. Se fossi in Crocetta userei toni molto meno trionfalistici. L'artifizio usato infatti consiste nel sostituire le precedenti fonti di finanziamento di alcune opere con i fondi comunitari». Più avanti si è appreso che Palazzo Chigi, con la legge di stabilità, aveva assegnato tre miliardi e mezzo alle aziende per contribuire gli sgravi contributivi per assunzioni a tempo indeterminato, utilizzando le somme «non ancora impegnate alla data del 30 settembre 2014». Ai fondi non impegnati l’anno scorso sono da aggiungersi 273 milioni per il 2015, dei quali 112 milioni destinati al piano giovani. Altri 66 milioni sono stati persi per quanto riguarda il 2016, 307 milioni per il 2017 e oltre 153 milioni per il 2018, per un totale di 800 milioni di euro, destinati anche alle infrastrutture, come, ad esempio, il completamento della Siracusa-Gela, la diffusione della banda larga, scuole e asili nido. Ma non basta.
giovedì 27 agosto 2015
Ore 19 e 20 di oggi. Nel porto di Stromboli non potrebbe cadere neanche uno spillo. E la sicurezza?
(foto Giovanni e Anna Utano) Immagine, in tempo quasi reale, dal porto di Scari a Stromboli. Sembra di assistere ad uno dei tanti sbarchi di extracomunitari sulle coste siciliane.
Ma, guardando bene, è anche peggio. La differenza è che siamo nel porto di Stromboli, sede di un vulcano attivo, patrimonio dell'umanità, sito a rischio sismico e vulcanologico.
Ma si può davvero continuare a sopportare tutto ciò? E se il vulcano decidesse di fare le bizze...cosa accadrebbe?. Ci si rende conto che, in mezzo a questa gente, non cadrebbe a terra nemmeno uno spillo. Ed ancora che gli stessi "mordi e fuggi" qualche ora prima intasavano le viuzze dell'isola?
Si può sacrificare un'isola, la sua "vera" valenza turistica ed un habitat fragilissimo, ad un ticket di sbarco?
Certo ci diranno che ordinanze limitative del passato sono state "cassate" e hanno visto il comune soccombere...ma qualcosa bisogna pur fare...prima che lo faccia madre natura.
L'area marina protetta, come ha avuto modo di sottolineare il dottor Pino La Greca in precedenza, potrebbe essere una soluzione per contingentare gli afflussi. Ma in attesa di questa?
Ma, guardando bene, è anche peggio. La differenza è che siamo nel porto di Stromboli, sede di un vulcano attivo, patrimonio dell'umanità, sito a rischio sismico e vulcanologico.
Ma si può davvero continuare a sopportare tutto ciò? E se il vulcano decidesse di fare le bizze...cosa accadrebbe?. Ci si rende conto che, in mezzo a questa gente, non cadrebbe a terra nemmeno uno spillo. Ed ancora che gli stessi "mordi e fuggi" qualche ora prima intasavano le viuzze dell'isola?
Si può sacrificare un'isola, la sua "vera" valenza turistica ed un habitat fragilissimo, ad un ticket di sbarco?
Certo ci diranno che ordinanze limitative del passato sono state "cassate" e hanno visto il comune soccombere...ma qualcosa bisogna pur fare...prima che lo faccia madre natura.
L'area marina protetta, come ha avuto modo di sottolineare il dottor Pino La Greca in precedenza, potrebbe essere una soluzione per contingentare gli afflussi. Ma in attesa di questa?
Pianoconte a "secco". A Pianogreca acqua "a perdere"
Effettuata l'autopsia. Sabato i funerali di Gaetano Giambò
Effettuata l'autopsia all'ospedale Papardo di Messina sul corpo del 21enne Gaetano Giambò.
I risultati saranno resi noti alla Procura tra 60 giorni.
I risultati saranno resi noti alla Procura tra 60 giorni.
La salma partirà stasera da Messina.
I funerali si terranno sabato prossimo alle 16 a Barcellona, nella chiesa di S. Andrea
Al via domani la X edizione di "Eolie in classico"
EOLIE IN CLASSICO X EDIZIONE - COMUNICATO STAMPA
Siamo in coda all'estate del 2006 quando, timorosa e timida, si affaccia sulla scia di una scatenata "movida" dell'agosto eoliano, una piccola Rassegna di Musica Classica.
La scommessa è ardua. Il presidente dell'Associazione Pro Loco Isole Eolie Lipari, con il supporto di un gruppo di giovani, decide di provare ad offrire a ospiti e residenti delle Eolie, qualcosa di alternativo, che sia in grado di rilassare dalla frenesia e dall'allegra confusione dei mesi più caldi e, allo stesso tempo che renda ancora sensibile quel "calore" che queste isole hanno il potere di trasmettere aldilà delle stagioni.
La sordina iniziale, quella dei primi anni, è ormai un ricordo sbiadito dal tempo e coperto dalla grande eco che Eolie in Classico, anno dopo anno, è riuscita a diffondere, tanto da farne un evento "cult" che registra, oltre una crescente presenza di pubblico, l'interesse della stampa, nazionale ed internazionale.
"Eolie in Classico", in questo primo decennio ha avuto l'onore di ricevere la presenza di maestri del calibro del Direttore d'orchestra Carmelo Caruso, del tenore Pietro Ballo, del carissimo Direttore GianRosario Presutti, di cantanti lirici e professori d'orchestra provenienti da tutta Italia, ai quali, va sempre il ringraziamento di tutta l'Associazione Pro Loco Isole Eolie Lipari e dei suoi collaboratori.
Il salto di qualità si compie quando ci si incontra, quasi per caso, così come spesso accade per le storie importanti, con il maestro Carlo Palleschi (nella foto) , che assume la direzione artistica della Rassegna, ma, cosa ancora più importante, sposa il progetto e si innamora delle Eolie.
Direttore d'Orchestra, professore presso il Conservatorio Morlacchi di Perugia, personalità versatile e curiosa, dopo aver frequentato la Sicilia per professione, ci aiuta a scoprire e ad avvicinarci a produzioni quali il Festival dei Due Mondi di Spoleto, Umbria Jazz, il Consevatorio e i giovani che hanno deciso di dedicare alla musica e al canto la propria vita, e ci apre a realtà non più "emergenti" quali una paventata e non più remota collaborazione con la più importante Università di Seoul, della quale da circa un anno ha assunto la Direzione, che coinvolgerà le Eolie e la Sicilia in un mega progetto operistico che dal Festival di Spoleto arriverà a noi nel luglio 2016.
"Eolie in Classico" prosegue il suo cammino, tocca ogni anno le sponde di tutte le isole, con la formula della "novità nella continuità"musicale.
Il Festival è passerella dei professionisti della musica, sopratutto giovani che, graditi "ospiti" delle nostre isole, ci fanno dono della loro espressione artistica, rendendo migliore l'accoglienza e più gradevole la permanenza dei nostri visitatori, emozionandoci ogni volta sempre più.
Ricerca Delphis. Isole Eolie tra delfini e capodogli: mare ricco di prede, cresce la fauna
Proseguono gli avvistamenti di mammiferi marini al largo delle Eolie. Il centro di ricerca Delphis fa un censimento delle specie che sinora hanno solcato le acque siciliane. Quest'anno, infatti, si è registrato un netto aumento della presenza delle fauna marina dovuto ad un miglioramento delle acque e ad una maggiore attenzione da parte delle persone verso il proprio mare: «Nel corso dell'anno, abbiamo avvistato dai 1.500 ai 2.000 esemplari di Stenella, un mammifero della specie dei delfini - spiega Renata Mangano, responsabile scientifico e biologa marina del centro Delphis -. In aumento anche gli esemplari di Tursiope nell'area di Salina, con circa 35 esemplari. Si tratta di animali costieri che si dividono il territorio. È apparsa anche interessante la condizione della tartaruga marina comune, la Caretta caretta, della quale abbiamo osservato circa 180 individui da maggio a fine luglio, durante le giornaliere uscite di monitoraggio. Sull'esemplare, inoltre, è in atto un importante studio che riguarda la genetica».
Migliora notevolmente anche lo stato di salute del tonno. I continui prelievi, infatti, avevano portato ad una rarefazione della specie. La sua condizione aveva, così, richiesto urgenti forme di tutela da parte di organismi internazionali, come l'Iccat, Commissione internazionale per la conservazione del tonno, che hanno portato la specie ad essere nuovamente presente con grandi banchi costituiti da migliaia di individui di dimensioni medio-grandi. Gli interventi si sono rilevati fondamentali per la riproduzione nelle acque siciliane del Tonno. Rilevata anche la presenza di 30 individui di Grampo, o Delfino di Risso, e di 60 Capodogli, avvistati in un canale di mare tra Salina e Panarea. «Questi mammiferi - prosegue la responsabile - trascorrono dei periodi di risalita, in estate, e di discesa verso Sud, che va da fine di agosto sino agli inizi di novembre».
L'aumento è stato riscontrato dopo numerosi studi effettuati sul campo. Col tempo, infatti, sono migliorate le tecniche di campionamento e osservazione, permettendo, così, di avere un quadro più ampio della fauna marina delle Eolie. A prendere parte al censimento sono stati anche alcuni turisti, i quali hanno segnalato al centro di ricerca Delphis, tutti i mammiferi avvistati. A favorire l'incremento di una così vasta popolazione marina è stato anche il mare delle Eolie: «Sono acque profonde - spiega Renata Mangano - E' un mare ricco in biodiversità e di prede. Pertanto, gli animali trovano ciò di cui si cibano. Il Capodoglio, per esempio, si nutre di cefalopodi di grandi dimensioni come totani e calamari. Altri mammiferi, invece, preferiscono nutrirsi di pesci mesopelagici, ossia pesci che possono vivere sino a oltre 1.000 metri di profondità».
Il mare delle Eolie, inoltre, si conferma essere più pulito, grazie anche ai numerosi progetti del centro Delphis, finalizzati alla sensibilizzazione delle persone. Gli esperti del centro hanno tenuto lezioni di educazione ambientale nelle scuole eoliane. Spesso, invece, erano proprio i bambini a visitare il centro, entrando in contatto con gli animali. Grande successo anche per le uscite di Snorkeling, ossia nuotare in superfice servendosi di un boccaglio. «Questa tecnica- conclude la biologa marina - permette di avvicinare l'essere umano all'ambiente marino. Durante il percorso, ovviamente, si è seguiti da esperti, che daranno tutte le informazioni necessarie per potere vivere un'esperienza indimenticabile fra le onde».
Migliora notevolmente anche lo stato di salute del tonno. I continui prelievi, infatti, avevano portato ad una rarefazione della specie. La sua condizione aveva, così, richiesto urgenti forme di tutela da parte di organismi internazionali, come l'Iccat, Commissione internazionale per la conservazione del tonno, che hanno portato la specie ad essere nuovamente presente con grandi banchi costituiti da migliaia di individui di dimensioni medio-grandi. Gli interventi si sono rilevati fondamentali per la riproduzione nelle acque siciliane del Tonno. Rilevata anche la presenza di 30 individui di Grampo, o Delfino di Risso, e di 60 Capodogli, avvistati in un canale di mare tra Salina e Panarea. «Questi mammiferi - prosegue la responsabile - trascorrono dei periodi di risalita, in estate, e di discesa verso Sud, che va da fine di agosto sino agli inizi di novembre».
L'aumento è stato riscontrato dopo numerosi studi effettuati sul campo. Col tempo, infatti, sono migliorate le tecniche di campionamento e osservazione, permettendo, così, di avere un quadro più ampio della fauna marina delle Eolie. A prendere parte al censimento sono stati anche alcuni turisti, i quali hanno segnalato al centro di ricerca Delphis, tutti i mammiferi avvistati. A favorire l'incremento di una così vasta popolazione marina è stato anche il mare delle Eolie: «Sono acque profonde - spiega Renata Mangano - E' un mare ricco in biodiversità e di prede. Pertanto, gli animali trovano ciò di cui si cibano. Il Capodoglio, per esempio, si nutre di cefalopodi di grandi dimensioni come totani e calamari. Altri mammiferi, invece, preferiscono nutrirsi di pesci mesopelagici, ossia pesci che possono vivere sino a oltre 1.000 metri di profondità».
Il mare delle Eolie, inoltre, si conferma essere più pulito, grazie anche ai numerosi progetti del centro Delphis, finalizzati alla sensibilizzazione delle persone. Gli esperti del centro hanno tenuto lezioni di educazione ambientale nelle scuole eoliane. Spesso, invece, erano proprio i bambini a visitare il centro, entrando in contatto con gli animali. Grande successo anche per le uscite di Snorkeling, ossia nuotare in superfice servendosi di un boccaglio. «Questa tecnica- conclude la biologa marina - permette di avvicinare l'essere umano all'ambiente marino. Durante il percorso, ovviamente, si è seguiti da esperti, che daranno tutte le informazioni necessarie per potere vivere un'esperienza indimenticabile fra le onde».
In corso al Papardo l'autopsia sul corpo di Gaetano Giambò
E' in corso, in questo momento, all'ospedale Papardo a Messina, l'autopsia sul corpo di Gaetano Giambò, il 21enne deceduto a Lipari il 25 Agosto in un incidente stradale.
Già, in giornata, il giovane dovrebbe essere restituito alla famiglia.
Non è ancora ufficiale la data dei funerali che si terranno a Barcellona
Già, in giornata, il giovane dovrebbe essere restituito alla famiglia.
Non è ancora ufficiale la data dei funerali che si terranno a Barcellona
Art.1 propone tavolo di confronto aperto a tutti per rilancio del territorio
Il movimento Art.1, raccogliendo alcune considerazioni sul territorio, ha percepito un malcontento generale nei confronti di una amministrazione che imbarca acqua(non gialla) da tutte le parti, ad eccezione dell'operato dell'ass. Orto che, proprio perché ha lavorato con grande professionalità, a settembre, stando agli scarsi standard a cui ci hanno abituati, sarà sicuramente silurato.
Occorre riconoscere che alle proteste (legittime) bisogna fare seguire le proposte, per dimostrare ancora una volta che a Lipari esistono professionisti e politici alternativi all'attuale amministrazione,capaci di governare seriamente questo territorio.
Per tale motivo noi di Art 1 lanciamo la proposta di avviare un tavolo di confronto a partire dalla seconda decade di settembre aperto a tutte le forze politiche,le associazioni ed i liberi cittadini che intendono dare un contributo fattivo al rilancio serio e concreto del nostro territorio.
Siamo convinti che debba essere il popolo a decidere quale siano le priorità e come debbano essere spesi i nostri soldi e non certamente questo sindaco che,tra maggioranze sempre più variabili in consiglio e premialità in giunta a soggetti che l'elettore ha decisamente bocciato sul campo, ha perso quella credibilità che stava alla base del mandato conferito.
Puntiamo sullo sviluppo, sull'economia, sul lavoro, costruiamo insieme un futuro migliore con la partecipazione attiva di tutti!!
"Grande Guerra (1915-18) I caduti eoliani" a cura di Giuseppe Cirino. Video "Ultimo giorno di pace - Il silenzio"
Nel contesto della nostra rubrica "Grande Guerra (1915-18) - I caduti eoliani" a cura di Giuseppe Cirino, vi proponiamo il video "Ultimo giorno di pace. Il silenzio".
Da un'idea del giornalista e scrittore Paolo Rumiz, la Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha proposto a tutti i Paesi coinvolti nel primo conflitto mondiale di aderire al progetto: suonare il "Silenzio" contemporaneamente in tutto il mondo il 27 luglio, ultimo giorno di pace.
Per l'Italia è stato il famoso trombettista Paolo Fresu ad eseguire il Silenzio dall'Altipiano di Folgaria, al Forte Dosso delle Somme. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e RAI Storia.
Si ringraziano i Governi e le Istituzioni di: Albania, Australia, Brasile, Bulgaria, Costa Rica, Grecia, Macedonia, Montenegro, Serbia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Romania, Russia, Stati Uniti, Ungheria
Partecipatissimi festeggiamenti per San Bartolomeo in località Monte (Lipari)
Processione, Santa Messa e momenti di fraterna condivisione il 25 Agosto in località Monte Gallina a Lipari per i festeggiamenti in onore di San Bartolomeo.
Tanta la gente, proveniente da ogni parte dell'isola, che vi ha preso parte.
Riviviamo alcuni di quei momenti nelle foto di Gianluca Zanca ed Antonio Iacullo
Laser “Billi” misura fumi che escono da crateri. Sperimentato per 24 ore sullo Stromboli.Nuovi scenari emergono da uno studio sulla colata lavica del 2007
È stato sperimentato per 24 ore consecutive sul vulcano Stromboli il radar laser Billi, progettato dall’Enea per analizzare i fumi che fuoriescono dai crateri.
Il sofisticato apparecchio ha fornito in automatico immagini tridimensionali del pennacchio, fino a 3.000 metri di distanza e misurato il contenuto di biossido di carbonio dei fumi, indizio importante per la previsione di eventuali eruzioni.
Billi è basato su una tecnologia complessa che ha permesso, per la prima volta, di misurare a distanza la concentrazione di CO2 nei gas vulcanici. Attraverso un sistema di specchi, il fascio laser può essere orientato in qualsiasi direzione, permettendo di effettuare scansioni dei pennacchi vulcanici, simili alle tomografie.
L’Enea ha sviluppato questa tipologia di radar laser, o lidar, nell’ambito del progetto europeo Bridge dell’European Research Council, coordinato da Alessandro Aiuppa dell’Università di Palermo, con lo scopo di migliorare i modelli di previsione delle eruzioni, in modo da preallertare per tempo la popolazione in caso di pericolo.
«Misurare il biossido di carbonio in pennacchi vulcanici rappresenta una grande sfida scientifica e tecnologica – spiega Luca Fiorani del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia del Centro Enea di Frascati che ha sviluppato Billi –. Questa sfida è già stata vinta nello scorso ottobre grazie ai test effettuati presso la Solfatara di Pozzuoli, che hanno consentito un’osservazione dei gas a distanza moderata».
Intanto a Firenze è stato elaborato un nuovo modello per spiegare la dinamica delle colate laviche, studiando la crisi eruttiva avvenuta a Stromboli nel 2007, quando il vulcano riversò all’esterno circa 8 milioni di metri cubi di lava in 34 giorni. AD annunciarlo su Nature Communications è stato un gruppo di ricercatori del Laboratorio di Geofisica Sperimentale, struttura del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze. «Finora la comunità scientifica a ha spiegato Ripepe – reputava che le colate di lava a Stromboli fossero alimentate da magma profondo (7-10 km di profondità). Confrontando dati geofisici, ribaltato questo concetto e concluso che gran parte del magma eruttato è in larga parte già presente nella parte alta del vulcano». «La comprensione della dinamica effusiva – ha detto Marco Pistolesi, uno degli autori della ricerca, cui ha partecipato anche l’Istituto Nazionale di Ottica del CNR – ha importanti ricadute anche in termini di protezione civile»
mercoledì 26 agosto 2015
Decesso Gaetano Giambò. Domani nomina medico legale per autopsia
E' stata fissata per domani la nomina del medico legale che dovrà effettuare, presso l’ospedale
Papardo a Messina, l’autopsia sul corpo dello sfortunato giovane.
Esame che, a
questo punto, potrebbe essere effettuato tra domani pomeriggio e dopodomani. Dopo di
che il corpo sarà riconsegnato alla famiglia.
I funerali – da quanto
apprendiamo- saranno celebrati a Barcellona Pozzo di Gotto e non a Vulcano dove
la famiglia ha la residenza.
Per quanto riguarda le indagini non si registrano
sostanziali novità.
La dinamica dell’incidente sembra non debba discostarsi di
molto da quella ipotizzata nelle immediatezze del tragico incidente. Il
giovane, che viaggiava senza casco, avrebbe dapprima impattato contro un
muretto che delimita la sede stradale e, una volta disarcionato dallo scooter,
sarebbe finito contro il palo della pubblica illuminazione, perdendo sul colpo
la vita per le vaste ferite e fratture al capo.
Zona S. Croce a Pianoconte. Cittadini e attività turistico - ricettive a secco. L'assessore: C'è un guasto che sarà riparato entro domani
Proteste arrivano dai residenti nella zona di Santa Croce a Pianoconte dove non arriva acqua potabile da almeno 16/17 giorni.
Almeno, in precedenza, anche se è lo stesso assurdo - ci hanno detto - l'acqua veniva erogata ogni quindici giorni. Adesso neppure questo.
Residenti e attività turistico - ricettive sono praticamente a secco e fanno appello all'amministrazione, in particolare all'assessore Gaetano Orto - affinchè venga erogato il prezioso liquido.
L'assessore - che abbiamo contattato - smentisce che è da così lungo tempo che non vi è erogazione. Evidenzia, altresì, che, da qualche giorno, vi un guasto che impedisce all'acqua di arrivare da Annunziata a Pianoconte. Ma - garantisce - entro domani dovrebbe essere tutto a posto
Almeno, in precedenza, anche se è lo stesso assurdo - ci hanno detto - l'acqua veniva erogata ogni quindici giorni. Adesso neppure questo.
Residenti e attività turistico - ricettive sono praticamente a secco e fanno appello all'amministrazione, in particolare all'assessore Gaetano Orto - affinchè venga erogato il prezioso liquido.
L'assessore - che abbiamo contattato - smentisce che è da così lungo tempo che non vi è erogazione. Evidenzia, altresì, che, da qualche giorno, vi un guasto che impedisce all'acqua di arrivare da Annunziata a Pianoconte. Ma - garantisce - entro domani dovrebbe essere tutto a posto
DOTAZIONE ORGANICA ASP MESSINA, NOTA CISL FUNZIONE PUBBLICA
L’AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE PRESENTA ULTERIORI MODICHE DELLA DOTAZIONE ORGANICA. “SEMBRA FACCIA IL GIOCO DELLE TRE CARTE. GLI ATTI TRASMESSI NON RISPETTANO LE PREVISIONI DEI DECRETI REGIONALI E DELLE LINEE DI INDIRIZZO ASSESSORIALI”
25 agosto ’15 – L’Azienda Sanitaria Provinciale continua a presentare modifiche alla dotazione organica, un modus operandi che secondo la Cisl Funzione Pubblica non consente di poter fare «le necessarie valutazioni per poter dare il giusto assetto ai servizi ospedalieri e territoriali».
L’impegno era quello di presentare al tavolo del 27 agosto le proposte e le osservazioni, «ma – afferma il segretario generale della Cisl Fp, Calogero Emanuele - evidentemente ogni giorno che passa l’azienda si accorge di errori che inducono a correzioni su Unità Operative e dipartimenti. Non vorremmo, però, che queste fossero dettate da logiche politiche e non da valutazioni di merito finalizzate a dare il giusto assetto ai servizi ospedalieri e distrettuali».
Dal confronto tra la prima e la seconda stesura, evidenzia la Cisl Fp, si registrano modifiche nei numeri e nei profili, come ad esempio i posti occupati e i posti vacanti, si nota l’incremento degli infermieri professionali e di operatori sanitari ma si registra una diminuzione del numero complessivo ricondotto a 4986 quando nella prima versione ne risultavano 4997.
«Questo – continua Calogero Emanuele – non fa altro che evidenziare tutte le incertezze e le incongruenze che emergono giorno dopo giorno. Non possiamo accettare che si sia dato avvio alla concertazione ed assistere a modifiche in corso d’opera. L’incontro del tavolo tecnico servirà solo a presentare i primi rilievi ed i primi aggiustamenti ma non potrà certamente considerarsi esaustivo, sapendo che non potrà esserci una “concertazione dinamica” considerato il mutare continuo degli atti».
La Cisl Funzione Pubblica lamenta, inoltre, come nemmeno con le ultime modifiche apportate siano stati trasmessi gli atti richiesti nel corso dell’ultimo incontro tenutosi al Mandalari. Atti che le linee di indirizzo regionali obbligano le aziende ad indicare nel dettaglio e portare a conoscenza anche delle Organizzazioni Sindacali di seguito elencati:
i posti coperti (con personale in servizio a tempo indeterminato);
i posti vacanti e disponibili, con specifica e separata indicazione di quelli coperti con contratto di lavoro a tempo indeterminato;
i posti vacanti e non disponibili (con procedure concorsuali avviate/congelati per incarico ex art. 15 septies decreto legislativo n. 502/92, ecc..);
i posti che presumibilmente si renderanno vacanti per cessazione dal servizio nel triennio 2105-2017 e successivamente dalla data di rideterminazione delle dotazioni organiche.
la dimostrazione, attraverso apposite tabelle, del rispetto dei parametri previsti dalle Linee Guida;
la dimostrazione del rispetto del tetto di spesa.
«Ad oggi – conclude Emanuele - abbiamo contezza solo del numero dei posti complessivi distinti tra occupati e vacanti. Non accetteremo questa situazione passivamente e quindi invitiamo il manager a ridefinire il calendario degli incontri e i tempi per la conclusione della fase di concertazione. L’obiettivo deve essere quello di accrescere i livelli assistenziali che devono rispondere alle esigenze primarie della collettività e non ad altre logiche».
25 agosto ’15 – L’Azienda Sanitaria Provinciale continua a presentare modifiche alla dotazione organica, un modus operandi che secondo la Cisl Funzione Pubblica non consente di poter fare «le necessarie valutazioni per poter dare il giusto assetto ai servizi ospedalieri e territoriali».
L’impegno era quello di presentare al tavolo del 27 agosto le proposte e le osservazioni, «ma – afferma il segretario generale della Cisl Fp, Calogero Emanuele - evidentemente ogni giorno che passa l’azienda si accorge di errori che inducono a correzioni su Unità Operative e dipartimenti. Non vorremmo, però, che queste fossero dettate da logiche politiche e non da valutazioni di merito finalizzate a dare il giusto assetto ai servizi ospedalieri e distrettuali».
Dal confronto tra la prima e la seconda stesura, evidenzia la Cisl Fp, si registrano modifiche nei numeri e nei profili, come ad esempio i posti occupati e i posti vacanti, si nota l’incremento degli infermieri professionali e di operatori sanitari ma si registra una diminuzione del numero complessivo ricondotto a 4986 quando nella prima versione ne risultavano 4997.
«Questo – continua Calogero Emanuele – non fa altro che evidenziare tutte le incertezze e le incongruenze che emergono giorno dopo giorno. Non possiamo accettare che si sia dato avvio alla concertazione ed assistere a modifiche in corso d’opera. L’incontro del tavolo tecnico servirà solo a presentare i primi rilievi ed i primi aggiustamenti ma non potrà certamente considerarsi esaustivo, sapendo che non potrà esserci una “concertazione dinamica” considerato il mutare continuo degli atti».
La Cisl Funzione Pubblica lamenta, inoltre, come nemmeno con le ultime modifiche apportate siano stati trasmessi gli atti richiesti nel corso dell’ultimo incontro tenutosi al Mandalari. Atti che le linee di indirizzo regionali obbligano le aziende ad indicare nel dettaglio e portare a conoscenza anche delle Organizzazioni Sindacali di seguito elencati:
i posti coperti (con personale in servizio a tempo indeterminato);
i posti vacanti e disponibili, con specifica e separata indicazione di quelli coperti con contratto di lavoro a tempo indeterminato;
i posti vacanti e non disponibili (con procedure concorsuali avviate/congelati per incarico ex art. 15 septies decreto legislativo n. 502/92, ecc..);
i posti che presumibilmente si renderanno vacanti per cessazione dal servizio nel triennio 2105-2017 e successivamente dalla data di rideterminazione delle dotazioni organiche.
la dimostrazione, attraverso apposite tabelle, del rispetto dei parametri previsti dalle Linee Guida;
la dimostrazione del rispetto del tetto di spesa.
«Ad oggi – conclude Emanuele - abbiamo contezza solo del numero dei posti complessivi distinti tra occupati e vacanti. Non accetteremo questa situazione passivamente e quindi invitiamo il manager a ridefinire il calendario degli incontri e i tempi per la conclusione della fase di concertazione. L’obiettivo deve essere quello di accrescere i livelli assistenziali che devono rispondere alle esigenze primarie della collettività e non ad altre logiche».
Lipari: Fuochi d'artificio per la festa del Patrono San Bartolomeo. Immagini di Marco Raffiti
Grande Guerra (1915-18) I caduti eoliani (rubrica a cura di Giuseppe Cirino) Il terzo caduto : Giovanni Fonti
Nella
notte di San Bartolomeo del 24 agosto 1915, al grido di “Savoia” il 115°
Reggimento di Fanteria, si lanciava all’assalto contro le postazioni austriache
del Col Basson. Tra essi vi era anche il ventiduenne fante eoliano Fonti
Giovanni, originario di Pianoconte.
L’attacco al Col Basson, pianificato
dal Comando Supremo Italiano, prevedeva una consistente azione contro la linea
dei forti austriaci a ridosso della Valsugana che sbarravano al regio esercito i
passi verso Trento. Lo svolgimento dell’operazione, era stata affidata alla 1^
Armata - settore della V Corpo d’Armata 34^ Divisione al comando del generale
Pasquale Oro. All’alba del 14 agosto 1915, dai forti italiani di Verena e Campo
Longo e dalle postazioni di artiglieria italiane del 41°reggimento, ebbe inizio
un massiccio bombardamento verso i fori austriaci di Luserna – Busa Verle e lo
Spitz Vezzena, con lo scopo di mettere fuori uso le difese pesanti del nemico,
rendendo rapida l’avanzata su dette posizioni, da parte delle fanterie della
Brigata Ivrea (161° e 162° rgt Fanteria) e della Brigata Treviso (115° e 116°
rgt Fanteria).
I bombardamenti si protrassero fino
al 24 di agosto e i punti di osservazione italiani, riferirono ai comandi che i
forti (soprattutto quello di Luserna posto a ridosso del Col Basson) apparivano
gravemente danneggiati e pertanto non potevano, costituire una seria minaccia
per l’operazione di conquista. Di tutt’altro parere apparve invece il
colonnello Riveri comandante della Brigata Treviso. Secondo le informazioni
raccolte dalle pattuglie incaricate di aprire varchi nei reticolati nemici, le
difese del Basson apparivano provate ma non annientate e inoltre le brecce nei
grovigli di filo spianto, erano troppo piccole a causa della mancanza d’idonei
strumenti di taglio e potevano perciò rappresentare un serio ostacolo all’assalto,
rendendo gli uomini facile bersaglio per le micidiali mitragliatrici
Schwazlose. Come se non bastasse, il cielo sereno e la notte di luna piena
prevista proprio per durante l’assalto, avrebbero reso ben visibili i movimenti
delle truppe sul campo.
Furono questi i motivi che Riveri,
pose all’attenzione del generale Oro nel tentativo di dissuaderlo nell’intraprendere l’attacco,
ma la risposta del superiore fu inflessibile “l’attacco si farà questa notte… gli uomini apriranno le brecce nei
reticolati con i petti e con i denti…” .
Forte Luserna, era già
stato duramente bombardato nei primi mesi di guerra e il colonnello
Ellison comandante della piazzaforte, dopo le azioni del giugno 1915, fu sul punto di
negoziare con gli italiani una resa. Ma l’Austria non intendeva perdere per
nessun motivo l’importante punto strategico ed inviò prontamente rimpiazzi alla
guarnigione, arruolando Sud Tirolesi e richiamando alcuni reparti ben
addestrati dal fronte Russo. Tappate le falle il colonnello Ellison von Nidlef
(militare di carriera e abile stratega), rinforzo le difese del Basson, creando
almeno tre linee di reticolati intricati e complessi, muniti di cavalli di
Frisia e casematte, rendendo così il Lusern una fortezza difficile da
espugnare.
Un soldato austriaco, descrisse il bombardamento
italiano sul Luserna e sulle postazioni di osservazione avanzate: "Ogni scoppio ha su di noi l'effetto di un poderoso pugno in testa, il sangue esce dalle orecchie, le ore passate nell'osservatorio servono a espiare tutti i peccati che un uomo normale può commettere durante tutta la vita".
In quei giorni, essere inviati nei punti di osservazione avanzati, era come essere condannati a morte. Delle pattuglie uscite al mattino, il giorno seguente nessuno faceva ritorno. Un ufficiale austriaco rimase sconvolto, dalla rassegnazione con cui gli uomini impugnavano il fucile e si avviavano verso i punti avanzati e chiese perciò al proprio comandante, di non inviare più pattuglie almeno durante le ore diurne.
Alle ore 23:00 del 24 Agosto, la Brigata Ivrea e il battaglione alpini Val Brenta iniziarono la manovra di avvicinamento al Busa Verle ed al Passo Vezzena, ma furono immediatamente costretti a fermarsi e a trovare riparo nel Bosco Varanga, per la violenta reazione del nemico. Quasi contemporaneamente il suono di tromba, comandava l’assalto alla baionetta al 115° reggimento di fanteria (Brigata Treviso).
Il colonnello Riveri, postosi al comando dei suoi uomini e con fianco la bandiera del reggimento, li sospinse all’assalto al suono della marcia reale. Secondo alcune testimonianze però non confermate, il Riveri (cresciuto come il generale Oro nel mito garibaldino), indosso prima dell’attacco l’alta uniforme da ufficiale e la sciabola.
Nonostante la luce della luna e le fotoelettriche che illuminavano a giorno le pendici del Basson, Il magnifico slancio dei fanti del 115°, sfidò il fuco delle mitragliatrici austriache e i cannoni delle torrette girevoli del Luserna e travolse la prima linea nemica, con i varchi dei reticolati quasi completamente chiusi.
La reazione austriaca fu violente e micidiale, una pioggia di artiglieri di qualsiasi tipo (granate, proiettili di grosso e medio calibro, Shrapnel e fuoco di mitragliatrici), sconvolse le posizioni conquistate. Alle prime luci dell’alba, apparve chiaro al comando italiano, che la posizione non poteva essere tenuta. Il battaglione di Landsturm del capitano Bauer fu inviato alla riconquista delle posizioni delle prime linee e s’impegno in un sanguinoso corpo a corpo contro i fanti del 115° reggimento. Riveri gravemente ferito, non poté fare altro che comandare la ritirata sulle posizioni di partenza di Campo Rosà.
In quei giorni, essere inviati nei punti di osservazione avanzati, era come essere condannati a morte. Delle pattuglie uscite al mattino, il giorno seguente nessuno faceva ritorno. Un ufficiale austriaco rimase sconvolto, dalla rassegnazione con cui gli uomini impugnavano il fucile e si avviavano verso i punti avanzati e chiese perciò al proprio comandante, di non inviare più pattuglie almeno durante le ore diurne.
Alle ore 23:00 del 24 Agosto, la Brigata Ivrea e il battaglione alpini Val Brenta iniziarono la manovra di avvicinamento al Busa Verle ed al Passo Vezzena, ma furono immediatamente costretti a fermarsi e a trovare riparo nel Bosco Varanga, per la violenta reazione del nemico. Quasi contemporaneamente il suono di tromba, comandava l’assalto alla baionetta al 115° reggimento di fanteria (Brigata Treviso).
Il colonnello Riveri, postosi al comando dei suoi uomini e con fianco la bandiera del reggimento, li sospinse all’assalto al suono della marcia reale. Secondo alcune testimonianze però non confermate, il Riveri (cresciuto come il generale Oro nel mito garibaldino), indosso prima dell’attacco l’alta uniforme da ufficiale e la sciabola.
Nonostante la luce della luna e le fotoelettriche che illuminavano a giorno le pendici del Basson, Il magnifico slancio dei fanti del 115°, sfidò il fuco delle mitragliatrici austriache e i cannoni delle torrette girevoli del Luserna e travolse la prima linea nemica, con i varchi dei reticolati quasi completamente chiusi.
La reazione austriaca fu violente e micidiale, una pioggia di artiglieri di qualsiasi tipo (granate, proiettili di grosso e medio calibro, Shrapnel e fuoco di mitragliatrici), sconvolse le posizioni conquistate. Alle prime luci dell’alba, apparve chiaro al comando italiano, che la posizione non poteva essere tenuta. Il battaglione di Landsturm del capitano Bauer fu inviato alla riconquista delle posizioni delle prime linee e s’impegno in un sanguinoso corpo a corpo contro i fanti del 115° reggimento. Riveri gravemente ferito, non poté fare altro che comandare la ritirata sulle posizioni di partenza di Campo Rosà.
LA BANDIERA PERDUTA
Durante l’assalto, per la violenza del bombardamento austriaco e per la crudezza dello scontro, la bandiera del 115°, andò perduta sulla prima linea di difesa nemica. Il colonnello Riveri ordinò ai suoi uomini prima della ritirata, di recuperare ad ogni costo il vessillo. Infatti, la perdita della bandiera rappresenta per un reggimento il più alto disonore, che avrebbe riso beffardo sul sangue eroicamente versato dai soldati della Treviso. Un piccolo manipolo di uomini,riuscì con sprezzo del pericolo e a rischio della vita a recuperare il tricolore e a riportarlo (anche se logorato) dietro le linee italiane.
Il ripiegamento ordinato al 115° reggimento non fu cosa facile, i fanti faticarono a trovare le uscite dal groviglio di reticolati, e secondo alcuni testimoni (non confermato), vennero anche investiti dal tiro troppo corto delle artiglierie italiane. All’imbrunire del 25 agosto, gli uomini ancora rimasti nelle trincee delle prime linee, a corto di munizioni e stremati dal combattimento, non poterono fare altro che arrendersi agli austriaci. Anche il colonnello del reggimento venne gravemente ferito e fatto prigioniero.Con un tragico numero di morti, nella sera del 25 agosto, si pose fine all’ultima battaglia di stampo risorgimentale.
La Brigata Treviso lasciava sul campo nell’azione: 43 ufficiale e 1048 uomini tra truppa e graduati.
Oggi un cippo posto alle pendici del Basson, ricorda l’eroico coraggio dei fanti della Treviso che sacrificarono la loro vita per l’Italia nel primo conflitto mondiale.
Notizie sul soccorso ed il conforto spirituale, dato ai
poveri soldati italiani rimasti feriti ed in fin di vita sui reticolati, sono
fornito dal racconto del cappellano austriaco di forte Luserna, padre Mattia
Ortner, il quale sfidando il pericolo si avvio nelle trincee di prima linea. Il
sacerdote nelle sue memorie ricorda le invocazioni di aiuto rivoltegli:
-
“ Padre, mio Padre, prete…”
-
“Dovetti somministrare i sacramenti ad ognuno – Cercai
affannosamente quelli che giacevano sfracellati al suolo; talvolta i corpi
erano così ammucchiati, che dovetti arrampicarmi sopra. Altri strisciarono e
vennero verso di me – alcuni attendenti mi prelevarono per raggiungere
rapidamente il capitano che stava morendo” – i sani raccoglievano i feriti,
usando teli da tenda, coperte e altro, per radunarli – io impativo l’olio santo
– Molti morivano durante il santo ufficio… mi gridavano siamo tutti cattolici…”
-
“I soldati
italiani insistevano verso di me: “salvaci, padre, salvaci dai cannoni” – tutti
volevano baciare la mia croce, mi abbracciavano , baciavano le mie mani e
imprecavano contro i cannoni…”
-
“Alla vista degli ufficiali austriaci furono esplosi
alcuni colpi – ma un capitano ferito lo evitò energicamente – io avevo attorno
solo morti e feriti che soffrivano in modo incredibile soprattutto la sete. Per
fortuna i morti avevano con se le fiasche ancora piene e così potei offrire
acqua in abbondanza…”
Padre Ortner
sul campo di battaglia
Anche se non si ha una testimonianza diretta con uno specifico
riferimento, quasi certamente padre Mattia Ortner, amministro i sacramenti al
fante eoliano Fonti Giovanni. Le
testimonianze di padre Ortenr si riferiscono alla notte 25 agosto (fine del combattimento). Il
sacerdote e alcuni ufficiali austriaci al suo seguito, si spinsero fino ai punti,
dove più duri erano stati i combattimenti, per recuperare i feriti di entrambe
le parti. Tra di essi vi era in gravi
condizioni il soldato Fonti. Purtroppo non è stato possibile ne trovare l’atto
di morte (mod.147) e lo stato di servizio, dal quale si sarebbero potute
estrarre importanti informazioni. E’ certo che Fonti Giovanni del 115°
reggimento, riuscì con i suoi compagni a penetrare nelle prime linee nemiche e
insieme ad essi tentò il mantenimento della posizione, subendo la feroce
reazione nemica. La missione di padre Mattia e degli atri soccorritori, non
poté spingersi oltre le trincee riconquistate, perché secondo le testimonianze
di alcuni soldati austriaci: “Gli
italiani sparavano su qualunque cosa si muovesse”.
Fonti Giovanni fu
recuperato gravemente ferito, e portato a forte Lusera, dove si spense il 26
agosto 1915. L’Albo d’oro dei caduti Italiani nella grande guerra, parla di
morte in prigionia (durata meno di un giorno), ma è evidente che la morte
avvenne per le ferite riportate nel combattimento dei giorni precedenti.
Dai riassunti del diario di guerra della Brigata
Treviso:
All’inizio delle ostilità la brigata è
dislocata a Morostica – Bassano – Vallonara – Mason Vicentino alle dipendenze
della 34^ divisione. Inviata il 25 maggio nei dintorni di Thiene, il 3 giugno è
in prima linea sull’altopiano di Asiago, nelle zone Costesin – Campo Rosà –
Campo Posellaro – Ghertele - Cima
Manderiolo. Quivi fino al 23 agosto i suoi reparti si alternano fra periodi di
linea e di riposo.
Il 25
il 115° agisce dimostrativamente per agevolare l’attacco della brigata Ivrea
contro le posizioni avversarie di Malga Costa Alta e Monte Basson; gli attacchi
condotti con estrema violenza e più volte rinnovati da tutti i reparti del
reggimento si infrangono contro le robuste difese passive del nemico che
reagisce attivamente con fuoco di mitragliatrice e con intenso tiro delle
artiglierie dei forti ancora efficienti di Luserna e Busa del Verle, si che il
reggimento è obbligato a ripiegare sulle posizioni di partenza di Campo Rosà dopo aver perduto 36
ufficiali e 1041 militari di truppa.
L’eroica sua condotta in questa azione è compensata
colla concessione della medaglia di bronzo alle bandiere del reggimento al valor
militare.
La
brigata permane tutto l’anno nella zona ove, oltre ai quotidiani lavori di
rafforzamento, esegue frequenti azioni dimostrative e di pattuglia, fra le
quali sono di maggiore rilievo quelle svolte dal 19 al 21 ottobre e dal 4 al 6
dicembre.
Soldato
Fonti Giovanni in divisa da franchigia
(foto
gentilmente concessa dalla famiglia Fonti)
Fonti
Giovanni di Antonino
nato a Lipari (Pianoconte) 27 aprile 1893 – distretto militare di
Messina
Soldato del 115° Reggimento di Fanteria –
Fanteria di Linea
Morto il 26 agosto 1915 in prigionia per
ferite riportate in combattimento all’età di 22 anni
Sepoltura originaria
cimitero militare di Costalta -
sepoltura attuale tra gli ignoti del sacrario di Asiago.
Unità
di appartenenza
Costituita
nei primi giorni di Marzo del 1915:
il comando di brigata dal deposito del
55° Fanteria; il 115° dai depositi del 55° e del 56°; il 116° dal deposito del
1° Fanteria.
Nel novembre del 1917 la brigata e
disciolta per essere ricostituita il 28 febbraio 1918 coi reggimenti del 99° e
100° dei quali il primo già formato fin dal 25 ottobre 1917 dal deposito del
65° fanteria; il secondo ed il nuovo Comando di Brigata dal deposito del 66° Fanteria
e coi quarti battaglioni dei reggimenti 141°, 217° e 218°
Periodi
di permanenza della Brigata Treviso al fronte:
Anno
1915:
-
Dal 15 giugno al 31 dicembre: Zona Campo Rosà – Campo Posellaro – Val Torra –
Termine – Ghertele – Campo Manderiolo – Pianoro di Costesin – Millegrobe – Cima
Torre.
Alla fine della Guerra le perdite della
Brigata Treviso ammonteranno a :
115°
Reggimento
Ufficiali
|
Truppa
|
||||
Morti
|
Feriti
|
Dispersi
|
Morti
|
Feriti
|
Dispersi
|
46
|
142
|
47
|
639
|
3174
|
2177
|
116°
Reggimento
Ufficiali
|
Truppa
|
||||
Morti
|
Feriti
|
Dispersi
|
Morti
|
Feriti
|
Dispersi
|
29
|
112
|
39
|
697
|
3048
|
1896
|
Approfondimenti:
I corpi dei fanti
italiani, recuperati sul Col Basso dagli austriaci, insieme a quelli dei feriti
che morirono nelle ore successive a Luserna, vennero sepolti nell’improvvisato
cimitero militare di Costalta, in fosse comuni. Il cimitero ospitava anche le
sepolture di caduti Austriaci.
Secondo il racconto di Luis Trenker (libro Kameraden del Berge) i caduti italiani vennero caricati su muli e trasportati di notte al cimitero, poiché l’artiglieria italiana sparava su tutto ciò che si muoveva: e l’alpinista-scrittore descrive uno spettrale incontro notturno, una “processione orripilante” in cui gli alpini e i fanti erano “cavalieri muti”, e i “crani erano spalmati di calce”, “capelli impiastricciati di sangue sfioravano il suolo”, “mani penzolavano al passo del mulo”.Il cimitero di Costalta fu dismesso nel 1921 e le salme in esso custodite vennero traslate nel sacrario militare di Asiago (Altipiano dei Sette Comuni). Il recupero e la conta dei corpi furono effettuati sui crani rinvenuti, perciò nel 1962 alcuni reduci, ritenendo ancora sacro quel suolo, chiesero e ottennero la riattivazione del piccolo camposanto.
All’entrata in
guerra dell’Italia, il soldato Fonti Giovanni, faceva già parte del regio
esercito (fanteria di linea). Chiamato alla leva all’età di vent’anni (1913),
si accingeva al momento della mobilitazione dell’aprile 1915 a compiere il suo
ultimo periodo sotto le armi. Nell’unica sua foto disponibile, Giovanni Fonti
indossa la divisa da franchigia del regio esercito e le mostrine visibili su di
essa, sono quelle del 55° reggimento di fanteria Brigata Marche, unità nella
quale il soldato originario di Pianoconte, effettuo il suo periodo di leva
obbligatoria della durata di due anni.
Nel marzo 1915,
quando ormai apparve inevitabile un coinvolgimento dell’Italia nel conflitto,
il Regio Esercito dovette necessariamente
incrementare il numero di uomini e di unità, costituendo nuovi
reggimenti e divisioni. La Brigata Treviso, formatasi nei primi di marzo del
1915 attinse il suo organico per mobilitazione del deposito (disponibilità
organica di uomini e mezzi) del 55° e 56° reggimento di fanteria (Brigata
Marche) che costituirono il 115° reggimento, mentre il 116° reggimento attinse
dal deposito del 1° reggimento Granatieri di Sardegna. La Brigata subì nel 1°
conflitto mondiale ingentissime perdite di vite umane (vedi tabelle sopra
inserite) e venne più volte ricostituita a causa del “logoramento”.
"Tattoo motel", primo romanzo del poeta scrittore eoliano Davide Cortese sarà presentato oggi al Centro Studi
Oggi alle ore 19 verrà presentato al pubblico del Centro Studi Eoliano il primo romanzo di Davide Cortese: TATTOO MOTEL.
Interverranno l'autore e il Dottor Francesco Rizzo
Centro Studi. Domani associazione Euterpe presenta concerto fisarmonicista Slavinska
Basha Slavinska fisarmonicista
Nata in Francia nel 1989, di origini polacche e ungheresi, Basha Slavinska è una delle più
brillanti fisarmoniciste della sua generazione. Debutta a soli 11 anni con la
Filarmonica Polacca Baltica di Gdansk e a 12 anni registra il suo primo
album. Si distingue in numerosi concorsi nazionali ed internazionali tra Europa
e Usa. Insignita nel 2012 dalla Fondazione Cziffra, ottiene i più prestigiosi
premi artistici in Polonia, ricevendo particolari riconoscimenti dal Ministro
della Cultura e del Patrimonio Nazionale ("Mloda Polska",
premio speciale Jeunes Créateure…).
Si forma all’École National de Musique di Gdansk (Polonia) e
al Conservatorio di Parigi. Tra
i suoi maestri : Max Bonnay, Krzysztof Olczak, Klaudiusz Baran, Yuri
Shishkin, Jacques Mornet, Richard Galliano.
Dai Tiromancino una dedica speciale per Gaetano Giambò
La frase e il video che segue sono estratti dal sito dei Tiromancino che, appresa la notizia del tragico incidente in cui ha perso la vita Gaetano Giambò, hanno postato il tutto sulla loro pagina fb.
Questa canzone è una dedica speciale a Gaetano 21 anni. Era stato al nostro concerto a Lipari poi è andato in discoteca .... A casa non tornerà più a causa di un tragico incidente.
Che Dio ti accolga tra le sue braccia Gaetano ..
Ti siamo vicini con cuore e musica e il pensiero di chi ti ama ora..vola verso te
I Tiromancino
24 Agosto 2015: Processione del Patrono S. Bartolomeo a Lipari. Il video di 29 minuti circa
Il tragico incidente di Lipari. Sulla Gazzetta del sud gli articoli del nostro direttore
Tragico incidente in via Falcone e Borsellino: su uno scooter 50 contro un palo dell’illuminazione
Schianto all’alba, barcellonese perde la vita a Lipari
Gaetano Giambò, 21 anni, residente a Vulcano, aveva trascorso la notte con gli amici: non indossava il casco
Salvatore Sarpi
Lipari
Alba tragica a Lipari dove sulla via Falcone-Borsellino (Balestrieri), ieri intorno alle 6.30, per un incidente autonomo, ha perso la vita Gaetano Giambò, 21 anni, originario di Barcellona e residente nell’isola di Vulcano. Il giovane è andato a schiantarsi contro un palo della pubblica illuminazione, limitrofo alla sede stradale. Alla base dell’incidente mortale vi potrebbe essere l’eccessiva velocità con la quale Giambò avrebbe affrontato, a bordo di uno scooter 50, quel tratto di strada, già teatro di altri incidenti. Questa, ovviamente, è solo l’ipotesi più accreditata. Per conoscere l’esatta dinamica di quanto accaduto, ed eventuali concause, bisognerà attendere sia il risultato dei rilievi tecnici effettuati dai carabinieri di Lipari che l’esito dell’autopsia che sarà effettuata sul corpo del giovane all’Isituto di Medicina legale di Messina dove è stato trasferito su disposizione del sostituto procuratore di Barcellona, Luca Melis.
Giambò, diplomato al Nautico “Caio Duilio” di Messina, insieme ad un gruppo di amici, giunti da Milazzo e dalla città del Longano, aveva raggiunto il giorno prima Lipari per assistere al concerto dei “Tiromancino” e ai giochi d’artificio che chiudevano i festeggiamenti del patrono San Bartolomeo. Subito dopo con gli amici si è trasferito a Canneto in una discoteca. Sceso il sipario sulla serata, il gruppo, che aveva programmato di far ritorno ieri mattina alle rispettive destinazioni, si è mosso verso Lipari Centro: Gaetano a bordo del suo scooter, che aveva traghettato da Vulcano, il resto su uno dei tanti minibus che fanno la spola tra Canneto e il centro dell’isola. Ci si doveva ritrovare – come hanno testimoniato gli amici – al porto di Sottomonastero, per poi imbarcarsi. Da questo momento in poi si possono avanzare solo ipotesi perché, da quanto è dato sapere, nessun automobilista o scooterista è stato testimone diretto del tragico impatto. Appare quasi certo, comunque, che Giambò abbia perso il controllo del mezzo che è andato a finire contro la parte iniziale di un muretto che delimita la strada. Sbalzato dallo scooter, ha impattato contro il palo, ricadendo poi, ad un paio di metri di distanza, sulla sede stradale. L’entità delle lacerazioni/ferite riportate al capo è tale da fare pensare che possa essere deceduto sul colpo. Da quanto apprendiamo non indossava il casco.
Non appena ci si è resi conti dell’accaduto, ed è stata avanzata la richiesta di soccorso, sul posto sono giunti l’ambulanza del 118, i carabinieri, la polizia municipale e i vigili del fuoco. Raccapricciante la scena che si è presentata ai loro occhi. Al dottor Caruso, medico di turno sull’ambulanza, non è rimasto altro che constatare il decesso del giovane. Mentre la polizia municipale ha chiuso l’arteria, dirottando il traffico su Marina Lunga, i carabinieri hanno effettuato i rilievi di rito, acquisendo le prime notizie dagli amici che, nel frattempo, erano giunti con il minibus in prossimità dell’area dell’incidente. Ovvio lo sgomento e la disperazione tra questi. Ultimati i rilievi, il corpo del povero Gaetano è stato trasferito, in via provvisoria, all’obitorio del cimitero di Lipari. Qui sono giunti i genitori per lo straziante rito del riconoscimento. Non appena è arrivata la disposizione del magistrato di turno il corpo è stato imbarcato, con un mezzo delle onoranze funebri, su un traghetto di linea per essere trasferito, come anticipato, a Messina per l’esame autoptico. Sgomento e incredulità a Vulcano dove il giovane risiedeva con la sua famiglia dal 1997.
Schianto all’alba, barcellonese perde la vita a Lipari
Gaetano Giambò, 21 anni, residente a Vulcano, aveva trascorso la notte con gli amici: non indossava il casco
Salvatore Sarpi
Lipari
Alba tragica a Lipari dove sulla via Falcone-Borsellino (Balestrieri), ieri intorno alle 6.30, per un incidente autonomo, ha perso la vita Gaetano Giambò, 21 anni, originario di Barcellona e residente nell’isola di Vulcano. Il giovane è andato a schiantarsi contro un palo della pubblica illuminazione, limitrofo alla sede stradale. Alla base dell’incidente mortale vi potrebbe essere l’eccessiva velocità con la quale Giambò avrebbe affrontato, a bordo di uno scooter 50, quel tratto di strada, già teatro di altri incidenti. Questa, ovviamente, è solo l’ipotesi più accreditata. Per conoscere l’esatta dinamica di quanto accaduto, ed eventuali concause, bisognerà attendere sia il risultato dei rilievi tecnici effettuati dai carabinieri di Lipari che l’esito dell’autopsia che sarà effettuata sul corpo del giovane all’Isituto di Medicina legale di Messina dove è stato trasferito su disposizione del sostituto procuratore di Barcellona, Luca Melis.
Giambò, diplomato al Nautico “Caio Duilio” di Messina, insieme ad un gruppo di amici, giunti da Milazzo e dalla città del Longano, aveva raggiunto il giorno prima Lipari per assistere al concerto dei “Tiromancino” e ai giochi d’artificio che chiudevano i festeggiamenti del patrono San Bartolomeo. Subito dopo con gli amici si è trasferito a Canneto in una discoteca. Sceso il sipario sulla serata, il gruppo, che aveva programmato di far ritorno ieri mattina alle rispettive destinazioni, si è mosso verso Lipari Centro: Gaetano a bordo del suo scooter, che aveva traghettato da Vulcano, il resto su uno dei tanti minibus che fanno la spola tra Canneto e il centro dell’isola. Ci si doveva ritrovare – come hanno testimoniato gli amici – al porto di Sottomonastero, per poi imbarcarsi. Da questo momento in poi si possono avanzare solo ipotesi perché, da quanto è dato sapere, nessun automobilista o scooterista è stato testimone diretto del tragico impatto. Appare quasi certo, comunque, che Giambò abbia perso il controllo del mezzo che è andato a finire contro la parte iniziale di un muretto che delimita la strada. Sbalzato dallo scooter, ha impattato contro il palo, ricadendo poi, ad un paio di metri di distanza, sulla sede stradale. L’entità delle lacerazioni/ferite riportate al capo è tale da fare pensare che possa essere deceduto sul colpo. Da quanto apprendiamo non indossava il casco.
Non appena ci si è resi conti dell’accaduto, ed è stata avanzata la richiesta di soccorso, sul posto sono giunti l’ambulanza del 118, i carabinieri, la polizia municipale e i vigili del fuoco. Raccapricciante la scena che si è presentata ai loro occhi. Al dottor Caruso, medico di turno sull’ambulanza, non è rimasto altro che constatare il decesso del giovane. Mentre la polizia municipale ha chiuso l’arteria, dirottando il traffico su Marina Lunga, i carabinieri hanno effettuato i rilievi di rito, acquisendo le prime notizie dagli amici che, nel frattempo, erano giunti con il minibus in prossimità dell’area dell’incidente. Ovvio lo sgomento e la disperazione tra questi. Ultimati i rilievi, il corpo del povero Gaetano è stato trasferito, in via provvisoria, all’obitorio del cimitero di Lipari. Qui sono giunti i genitori per lo straziante rito del riconoscimento. Non appena è arrivata la disposizione del magistrato di turno il corpo è stato imbarcato, con un mezzo delle onoranze funebri, su un traghetto di linea per essere trasferito, come anticipato, a Messina per l’esame autoptico. Sgomento e incredulità a Vulcano dove il giovane risiedeva con la sua famiglia dal 1997.
ASPIRANTE UFFICIALE DI COPERTA AVEVA STUDIATO A MESSINA
Gaetano Giambò, il ventunenne che ha perso la vita ieri a Lipari, era il secondo dei tre figli dei coniugi Giambò. Originario di Barcellona, come i suoi cari, aveva la residenza nell’isola di Vulcano, dove si era fatto tanti amici che lo stimavano ed apprezzavano. Amici, che ora, attoniti ed affranti dall'immane disgrazia, lo piangono. Una testimonianza su tutte, quella di Maria Grazia Lo Piccolo: «Quanti pomeriggi abbiamo passato a ridere e scherzare al chiosco. Il giorno prima dell’incidente quella confidenza e quell’abbraccio che mi resterà nel cuore “Gaetano, che aveva compiuto 21 anni il 18 di agosto - così come si legge nella sua pagina di facebook - aveva frequentato l’Istituto nautico "Caio Duilio" a Messina, era fidanzato ufficialmente e aveva come obiettivo quello di diventare ufficiale di coperta. Nel suo profilo “fb” amava pubblicare, oltre alle foto di vari momenti della sua vita, anche frasi celebri ed aforismi. Tra queste ci ha colpito una frase di Marco Valerio Marziale, che Gaetano aveva pubblicato il giorno prima del suo compleanno. «Il destino non esiste. Il destino è quella scelta che abbiamo avuto le palle di fare. Il destino è picchiare la testa finchè non te la spacchi. Il destino è quella paura che abbiamo vinto. Il destino non esiste e sai perché? Perché esistono solo scelte da fare: insistere o mollare». Purtroppo il suo destino crudele si è concretizzato a Lipari, all’indomani di un giorno che era stato di festa e di divertimento. (s.s.)
Non aspettiamo l'incidente. "Folle" posiziona massi sulla Provinciale per da e per Acquacalda
Non è assolutamente un titolo allarmistico e ci auguriamo davvero che chi di competenza, tra l'altro già informato dai cittadini, intervenga con celerità, prima che accada davvero qualcosa di grave.
I fatti - Da diversi giorni un "folle" (non si può che definire tale uno che compie questi gesti) posiziona nottetempo dei massi, in genere in prossimità delle curve e dei tornanti, lungo la strada provinciale che da Canneto porta ad Acquacalda e viceversa. Più di un automobilista/scooterista, trovandosi di fronte queste pietre, ha rischiato l'incidente. Così come ha rischiato di essere travolto dai mezzi in transito chi, con senso civico, si ferma per rimuovere quei massi.
Inutile stare a fare nomi...chiunque sia...anche se i sospetti si accentrano su un soggetto ben definito
Aspettiamo di prenderlo con le "mani nel sacco" (pardon, nelle pietre)? Siamo certi che non arrivi prima un incidente?
Ci spiace dirlo ma è la nuda e cruda verità siamo di fronte ad un elemento socialmente pericoloso e che come tale va trattato.
I cittadini e noi facciamo appello alle forze dell'ordine affinchè intervengano. Appello che giriamo anche al sindaco Marco Giorgianni. Ci si attivi...prima che sia troppo tardi!
I fatti - Da diversi giorni un "folle" (non si può che definire tale uno che compie questi gesti) posiziona nottetempo dei massi, in genere in prossimità delle curve e dei tornanti, lungo la strada provinciale che da Canneto porta ad Acquacalda e viceversa. Più di un automobilista/scooterista, trovandosi di fronte queste pietre, ha rischiato l'incidente. Così come ha rischiato di essere travolto dai mezzi in transito chi, con senso civico, si ferma per rimuovere quei massi.
Inutile stare a fare nomi...chiunque sia...anche se i sospetti si accentrano su un soggetto ben definito
Aspettiamo di prenderlo con le "mani nel sacco" (pardon, nelle pietre)? Siamo certi che non arrivi prima un incidente?
Ci spiace dirlo ma è la nuda e cruda verità siamo di fronte ad un elemento socialmente pericoloso e che come tale va trattato.
I cittadini e noi facciamo appello alle forze dell'ordine affinchè intervengano. Appello che giriamo anche al sindaco Marco Giorgianni. Ci si attivi...prima che sia troppo tardi!
Vip alle Eolie. A Panarea c'è Massimo Lopez
Oggi su Eolienews la Processione di S. Bartolomeo, i giochi d'artificio, i festeggiamenti in località Monte
Nel corso della giornata dedicheremo ampio spazio ai festeggiamenti in onore del Patrono San Bartolomeo.
Vi proporremo un ampio video della Processione (realizzato con foto e riprese), un altrettanto ampio video dei giochi d'artificio (grazie a Marco Raffiti).
Ed ancora vi proporremo un ampio servizio fotografico (grazie a Gianluca Zanca) dei festeggiamenti per San Bartolomeo tenutisi ieri a Monte Gallina
La foto è di Aurora Beninati
Vi proporremo un ampio video della Processione (realizzato con foto e riprese), un altrettanto ampio video dei giochi d'artificio (grazie a Marco Raffiti).
Ed ancora vi proporremo un ampio servizio fotografico (grazie a Gianluca Zanca) dei festeggiamenti per San Bartolomeo tenutisi ieri a Monte Gallina
La foto è di Aurora Beninati
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