Dèodat De Dolomieu
Dal 12 al 21 luglio 1781 Dèodat De Dolomieu visitò le
Isole Eolie, e due anni dopo pubblicò a sue spese il resoconto del
viaggio presso l'editore Cuchet di Parigi, col titolo di "Voyage
aux Iles de Lipari fait en 1781”. Fu pubblicato nel 1783. "Il
Voyage aux Iles de Lipari", di Dolomieu,
è molto importante per la conoscenza delle Eolie e per la minuziosa
ricostruzione dei fenomeni vulcanici primari e secondari di due
secoli fa. Non è un'opera letteraria, né un diario o un racconto di
viaggio, ma un vero e proprio trattato scientifico che rientra nel
campo della letteratura specialistica tipica della fine del XVIII
secolo, il cui intento è quello di far luce su fenomeni naturali
attraverso un'indagine rigorosa condotta sul campo e raffrontata al
lavoro d'altri studiosi passati o contemporanei.
San Calogero
Le sorgenti termali di Lipari costituiscono una delle
caratteristiche più peculiari dell'isola, e sono situate nella parte
occidentale, quella rivolta verso Salina.
Dalle stufe mi diressi verso i bagni caldi, distanti
un miglio, un po’ più a sud ma sempre sullo stesso versante; sono
ad un'altitudine minore e in una specie di vallone poco lontano dal
mare. L'acqua esce ai piedi della montagna e viene raccolta in bacini
coperti, da dove viene fatta passare in bagni provvisti di gradini
per sedersi. L'acqua è quasi bollente e bisogna lasciarla
raffreddare per circa un giorno, altrimenti ustionerebbe chiunque;
dalle stesse aperture esala un forte odore di zolfo e si sprigionano
vapori solforosi che però non contaminano l'acqua in alcun modo.
L'acqua contiene in soluzione una quantità minima di sali vetriolici
ed ammoniaci; quando è fredda si può bere, ma è pesante per lo
stomaco e sarebbe sgradevole se non vi fossero disciolti quei sali.
Credo che l'acqua venga riscaldata dallo stesso fuoco di quella dei
mulini, perché è della stessa natura e probabilmente proviene dal
medesimo serbatoio. Le sorgenti sgorgano dalla stessa montagna in cui
ritengo si trovi il focolaio. E' stato provato che questi bagni
producono il loro migliore effetto terapeutico nella cura delle
malattie della pelle, i reumatismi e le malattie veneree, e possono
servire da stufe per accogliere soltanto i vapori umidi; tuttavia
sono poco frequentate perché il soggiorno per i pazienti è molto
precario e manca ogni cosa. Il Governo non ha ancora pensato di farvi
costruire uno stabilimento, sebbene i soldati di guarnigione in
Sicilia siano spesso mandati nell'isola. (…).
La Pomice
[....] L'isola di Lipari è l'immenso magazzino che
fornisce la pomice a tutta l'Europa. Questo minerale vulcanico è
oggetto d'esportazione perché necessario a molte attività, e
sebbene ne sia stata estratta una gran quantità, sembra
inesauribile: alcune montagne sono composte interamente da pomice,
mentre si possono osservare frammenti isolati in mezzo a ceneri
bianche e farinose già descritte. Sono state aperte dalle cave molto
ampie ai piedi delle montagne e nelle valli che le separano, e
l'isola intera sembra avere per basamento questa sostanza davvero
straordinaria.
Sebbene la pomice sia diffusa in tutta Europa e se ne
faccia grande uso, non esiste forse sostanza meno conosciuta dai
naturalisti. Nessuno di loro ha detto qualcosa di soddisfacente nè
sulla sua natura nè sulla sua formazione; le è stata attribuita
come caratteristica principale la leggerezza e la capacità di
galleggiare sull'acqua, benchè questa proprietà appartenga ad una
sola dei tipi di pomice. Si riteneva che la sua origine fosse dovuta
agli asbesti e agli amianti alterati dal fuoco, visto che la pomice
usata in molti lavori possiede un tessuto filamentoso ed un aspetto
sericeo. E' stata confusa con le scorie nere, leggere e spugnose dei
vulcani ai quali è stato dato spesso impropriamente lo stesso nome:
in pochi parole, tutti coloro che hanno parlato di questa roccia non
erano veramente competenti, dato che avendo osservato soltanto la
varietà delle pomici leggere, le loro nozioni restavano
sostanzialmente limitate.
La caratteristica principale delle pietre pomici è
quella di non contenere ferro e di essere di colore bianco o
grigio-biancastro, di grana ruvida, di tessuto fibroso, dai pori
sporgenti, generalmente più leggere delle normali lave solidificate
ma molto meno dure, dall'aspetto brillante, vetroso o sericeo: è
all'assenza del ferro che va attribuita una parte delle loro
proprietà.
Esse vengono impiegate, visto che si possono tagliare
facilmente, negli angoli degli edifici e nella costruzione dei muri,
tant'è vero che la città di Lipari nè è quasi interamente
costruita.
Per approfondimenti vedi:
Dèodat de Dolomieu - Viaggio alle Isole Lipari -
Edizioni del Centro Studi di Lipari.
Giuseppe La Greca, La storia della Pomice di Lipari,
Gianni Iacolino Editore.
Giuseppe La Greca, Le Terme di San Calogero, Gianni
Iacolino Editore.