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sabato 28 novembre 2015
Via Quartara a Quattropani...una strada a perdere
Sembra davvero una strada a perdere la Via Quartara a Quattropani.
Oltre alla frana della quale abbiamo già scritto, e che ha bloccato i residenti sino all'arrivo dei vigili del fuoco, la situazione (come si evince dalle foto) è di totale abbandono.
Delimitazioni della strada che non esistono più o sono pericolanti, "fratture" sulla sede stradale e sul costone sovrastante, muri crollati o a rischio crollo.
Tutte situazioni, ivi compresa la possibilità che potesse verificarsi qualche frana, segnalate dai residenti agli organismi competenti...sino ad oggi senza risultato alcuno
Ancora frane a Lipari con la "dea bendata" protagonista. La più grande sulla provinciale per Pianoconte. Segnalazioni anche da Santa Margherita e Quattropani
Continua a franare il territorio liparese. Ieri sera l'ennesima frana (vedi foto a lato di Silvia Sarpi) si è verificata in località Annunziata-Raviola. Un notevole quantitativo di materiale tufaceo, pietre ed arbusti è caduto sulla provinciale per Pianoconte-Quattropani. Anche questa volta la dea bendata ha voluto che non vi fossero, in quel momento, auto in transito.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno provveduto a delimitare l'area.
La carreggiata, praticamente, si è ristretta a poco più di un metro.
In mattinata ha effettuato un sopralluogo l'assessore Giovanni Sardella che ha provveduto ad informare il dirigente della ex Provincia, oggi Città Metropolitana di Messina, ing. Giuseppe Celi. L'assessore ha anche provveduto a far transennare l'area.
Celi ha disposto un intervento di somma urgenza che dovrebbe essere effettuato già nelle prossime ore.
Ma quella di Annunziata-Raviola non è l'unica frana di considerevoli dimensioni che si è registrata. Un'altra ci viene segnalata, anche attraverso le foto, da Marco Giaquinta in località Santa Margherita Cugna a circa trecento metri di distanza dalla chiesa.
A Quattropani - Tivoli, addirittura, una frana ha anche causato il crollo di un delimitatorio muro in Via Quartara e i residenti sono impediti ad entrare ed uscire dalle abitazioni, stante il materiale finito sulla sede stradale. Sul posto stanno giungendo i vigili del fuoco.
L'abbondante pioggia di ieri, oltre a causare in giro per l'isola, altre piccole frane e smottamenti, ha praticamente reso impraticabile la via Roma.
Nel momento in cui scriviamo l'assessore Sardella sta effettuando un sopralluogo per poi determinarsi sul da farsi.
NB. Alla frana di via Quartara dedicheremo a breve un ampio servizio fotografico
Al via oggi il 1° Torneo amatoriale di biliardo sportivo al Circolo sportivo "Il Diamante " a Canneto
Il Circolo sportivo "Il Diamante", via Cesare Battisti a Canneto (locali ex cinema Ideal), organizza il 1° torneo amatoriale di biliardo sportivo, specialità "5 birilli" (italiana).
Al torneo, che inizia oggi, prendono parte 16 giocatori.
Questo il calendario della prima giornata (28 Novembre)
Cannistrà Mario - Currò Fabio
Di Stefano Ivan - Lauria Edoardo
Sidoti Massimo - Pellegrino Alessandro
Acquaro Carmelo - Leonardi Paolo
Puntaloro Mariano - Currò Antonio
La Torre Bartolo - Furnari Marco
Ficarra Alessandro - Mollica Luciano
Mangano Orazio - Cannistrà Francesco
La manifestazione si svolgerà in due fasi:
La prima fase, a girone unico, si svolgerà su 3 incontri agli 80 punti.
Ad ogni partita vinta si ottiene un punto, pertanto i risultati possibili saranno 2 a 1 o 3 a 0.
Passano alla seconda fase i primi 8 classificati.
Nel caso in cui, alla fine della prima fase, alcuni giocatori si trovassero a parità di punteggio, per stabilire le posizioni si procederà come segue:
- parità fra 2 giocatori: vale il risultato dello scontro diretto
- parità fra 3 o più giocatori: si terrà conto degli scontri diretti e del miglior risultato ottenuto fra di loro. Se persiste ancora parità si effettuerà il sorteggio.
- più giocatori a pari punti per l'ultimo posto disponibile per la seconda fase: si procederà agli spareggi con 3 partite ai 60 punti.
La seconda fase si svolgerà ad eliminazione diretta nel seguente modo:
5 set agli 80 punti, vince chi se ne aggiudica 3.
Trofei saranno assegnati ai primi tre classificati. Tutti i giocatori riceveranno un ricordo per la partecipazione.
La manifestazione è sponsorizzata da :
United colors of Benetton - C.so Vitt. Emanuele, 233 - Lipari
A Putia du souvenir "U' Segretu" - C.so Vitt. Emanuele, 80 - Lipari
Monia Bijoux - C.so Vitt. Emanuele 233 B - Lipari
Fruttapiù diFabio Currò - Via Marina Garibaldi - Canneto (Lipari)
C.D. Express S.r.l. - Lipari
Punto Mare di Mollica Luciano - C.so Vitt. Emanuele - Lipari
Ortofrutta La Primizia di Aliberti Caterina & C. - Via Torr. Cappuccini - Lipari
Lavori di cartongesso e pitturazione edile Ditta Ficarra Alessando - Via Salita Culia - Canneto (Lipari)
Panificio Leonardi Paolo - C.so Vitt. Emanuele - Lipari
Ff impianti elettrici di Ficarra Fabrizio - Via San Vincenzo - Canneto (Lipari)
Al torneo, che inizia oggi, prendono parte 16 giocatori.
Questo il calendario della prima giornata (28 Novembre)
Cannistrà Mario - Currò Fabio
Di Stefano Ivan - Lauria Edoardo
Sidoti Massimo - Pellegrino Alessandro
Acquaro Carmelo - Leonardi Paolo
Puntaloro Mariano - Currò Antonio
La Torre Bartolo - Furnari Marco
Ficarra Alessandro - Mollica Luciano
Mangano Orazio - Cannistrà Francesco
Il primo incontro si giocherà alle 15. Gli incontri sono aperti alla partecipazione del pubblico ed è severamente vietato fumare
Eolienews di Salvatore Sarpi seguirà la manifestazione con la pubblicazione, su questo blog e sulla pagina fb del giornale, di risultati e foto
La manifestazione si svolgerà in due fasi:
La prima fase, a girone unico, si svolgerà su 3 incontri agli 80 punti.
Ad ogni partita vinta si ottiene un punto, pertanto i risultati possibili saranno 2 a 1 o 3 a 0.
Passano alla seconda fase i primi 8 classificati.
Nel caso in cui, alla fine della prima fase, alcuni giocatori si trovassero a parità di punteggio, per stabilire le posizioni si procederà come segue:
- parità fra 2 giocatori: vale il risultato dello scontro diretto
- parità fra 3 o più giocatori: si terrà conto degli scontri diretti e del miglior risultato ottenuto fra di loro. Se persiste ancora parità si effettuerà il sorteggio.
- più giocatori a pari punti per l'ultimo posto disponibile per la seconda fase: si procederà agli spareggi con 3 partite ai 60 punti.
La seconda fase si svolgerà ad eliminazione diretta nel seguente modo:
5 set agli 80 punti, vince chi se ne aggiudica 3.
Trofei saranno assegnati ai primi tre classificati. Tutti i giocatori riceveranno un ricordo per la partecipazione.
La manifestazione è sponsorizzata da :
United colors of Benetton - C.so Vitt. Emanuele, 233 - Lipari
A Putia du souvenir "U' Segretu" - C.so Vitt. Emanuele, 80 - Lipari
Monia Bijoux - C.so Vitt. Emanuele 233 B - Lipari
Fruttapiù diFabio Currò - Via Marina Garibaldi - Canneto (Lipari)
C.D. Express S.r.l. - Lipari
Punto Mare di Mollica Luciano - C.so Vitt. Emanuele - Lipari
Ortofrutta La Primizia di Aliberti Caterina & C. - Via Torr. Cappuccini - Lipari
Lavori di cartongesso e pitturazione edile Ditta Ficarra Alessando - Via Salita Culia - Canneto (Lipari)
Panificio Leonardi Paolo - C.so Vitt. Emanuele - Lipari
Ff impianti elettrici di Ficarra Fabrizio - Via San Vincenzo - Canneto (Lipari)
Il poeta - scrittore eoliano Cortese all'inaugurazione del Piccolo Teatro della Parola a Roma
A Roma si inaugura il Piccolo Teatro della Parola e il poeta e scrittore eoliano Davide Cortese sarà tra gli ospiti che daranno vita a un reading inaugurale.
L'appuntamento è per oggi, sabato 28 novembre alle ore 20 in via Castelforte 4. Ingresso libero
Santo del Giorno : S. Giacomo della Marca
S. Giacomo della Marca nacque. a Montemprandone, provincia di Ascoli Piceno, da poveri genitori. Studiò in varie città delle Marche e dell'Umbria e fu maestro di scuola.
A vent'anni, preso dalla bellezza dell'ideale francescano, abbandonò il mondo ed entrò in religione. Il suo primo maestro fu S. Bernardino da Siena. E di tanto padre il nostro Giacomo (al secolo Domenico) sarà degno figlio. Come lui predicatore, lo imitò nello zelo e nella santità.
La sua vita, dal lato umano, è un romanzo d'avventure. Girò l'Europa e specialmente l'Italia, l'Ungheria, l'Austria, la Boemia e in alcuni paesi fondò pure dei conventi. Ovunque predicò e combattè eresie, sempre obbediente alla volontà del Pontefice, che lo spostava da una regione all'altra. Ma il suo principale campo di lotta fu l'Italia, dove combattè la setta dei « Fraticelli », predicò quaresime, illustrò concili e congressi con la sua presenza e l'airtorità della sua parola.
All'Aquila, dove era andato per venerare il suo amato maestro S. Bernardino, pregando nel nome di Gesù, ottenne sulla pubblica piazza una sessantina di miracoli. Rimase nascosto per ordine del Vescovo, il quale temeva gli eccessi della folla entusiasta. Andato a Napoli vi morì poco dopo, il 18 novembre 1476.
Per più di trent'anni girò per città e villaggi a predicare, mangiando solo un tozzo di pane, poche fave e qualche cipolla che portava sempre con sè nella bisaccia. S. Bernardino gli raccomandava spesso di nutrirsi e lo esortava a mangiare un poco di minestra, ma lui non se ne dava per inteso e continuava a digiunare ogni giorno. Dormiva pochissimo: un paio d'ore per sera e si levava sempre quando gli altri andavano a riposare. Per dieci anni portò il cilicio sulla nuda carne e ogni notte si batteva con la disciplina.
Durante tutta la sua vita di religioso osservò la castità in modo perfetto, tuttavia fu tormentato per ben trent'anni da forti tentazioni, dalle quali lo liberò la Vergine di Loreto.
Nelle sue molte peregrinazioni fu imprigionato varie volte, assalito e malmenato dagli eretici, ma non desistette mai dai suoi propositi; mai mostrò rancore verso i suoi nemici; sempre li perdonò, pur combattendo strenuamente i loro errori.
Nella vecchiaia fu travagliato da molti mali e acciacchi, tanto che per sei volte gli venne amministrata l'Estrema Unzione. Ma tutto sopportò con rassegnazione e quasi con gioia, per imitare Gesù anche sul Calvario. Edificava sempre chi lo assisteva con la sua umiltà e preghiera.
Nell'ultima malattia, sentendo ormai la morte vicina, chiese i sacramenti e si spense nel nome di Gesù invocando dai presenti il perdono dei suoi falli.
Fu beatificato da Urbano VIII nel 1624 e canonizzato nel 1726 da Benedetto XIII.
PRATICA. Nell'obbedienza, che è fonte di tante virtù, troveremo una facile via per il Paradiso.
PREGHIERA. O Signore, che ti sei degnato di illustrare la tua Chiesa con i meriti e la predicazione di S. Giacomo, confessore della tua fede, concedi a noi di seguirne gli esempi e di conseguire l'eterno premio.
A vent'anni, preso dalla bellezza dell'ideale francescano, abbandonò il mondo ed entrò in religione. Il suo primo maestro fu S. Bernardino da Siena. E di tanto padre il nostro Giacomo (al secolo Domenico) sarà degno figlio. Come lui predicatore, lo imitò nello zelo e nella santità.
La sua vita, dal lato umano, è un romanzo d'avventure. Girò l'Europa e specialmente l'Italia, l'Ungheria, l'Austria, la Boemia e in alcuni paesi fondò pure dei conventi. Ovunque predicò e combattè eresie, sempre obbediente alla volontà del Pontefice, che lo spostava da una regione all'altra. Ma il suo principale campo di lotta fu l'Italia, dove combattè la setta dei « Fraticelli », predicò quaresime, illustrò concili e congressi con la sua presenza e l'airtorità della sua parola.
All'Aquila, dove era andato per venerare il suo amato maestro S. Bernardino, pregando nel nome di Gesù, ottenne sulla pubblica piazza una sessantina di miracoli. Rimase nascosto per ordine del Vescovo, il quale temeva gli eccessi della folla entusiasta. Andato a Napoli vi morì poco dopo, il 18 novembre 1476.
Per più di trent'anni girò per città e villaggi a predicare, mangiando solo un tozzo di pane, poche fave e qualche cipolla che portava sempre con sè nella bisaccia. S. Bernardino gli raccomandava spesso di nutrirsi e lo esortava a mangiare un poco di minestra, ma lui non se ne dava per inteso e continuava a digiunare ogni giorno. Dormiva pochissimo: un paio d'ore per sera e si levava sempre quando gli altri andavano a riposare. Per dieci anni portò il cilicio sulla nuda carne e ogni notte si batteva con la disciplina.
Durante tutta la sua vita di religioso osservò la castità in modo perfetto, tuttavia fu tormentato per ben trent'anni da forti tentazioni, dalle quali lo liberò la Vergine di Loreto.
Nelle sue molte peregrinazioni fu imprigionato varie volte, assalito e malmenato dagli eretici, ma non desistette mai dai suoi propositi; mai mostrò rancore verso i suoi nemici; sempre li perdonò, pur combattendo strenuamente i loro errori.
Nella vecchiaia fu travagliato da molti mali e acciacchi, tanto che per sei volte gli venne amministrata l'Estrema Unzione. Ma tutto sopportò con rassegnazione e quasi con gioia, per imitare Gesù anche sul Calvario. Edificava sempre chi lo assisteva con la sua umiltà e preghiera.
Nell'ultima malattia, sentendo ormai la morte vicina, chiese i sacramenti e si spense nel nome di Gesù invocando dai presenti il perdono dei suoi falli.
Fu beatificato da Urbano VIII nel 1624 e canonizzato nel 1726 da Benedetto XIII.
PRATICA. Nell'obbedienza, che è fonte di tante virtù, troveremo una facile via per il Paradiso.
PREGHIERA. O Signore, che ti sei degnato di illustrare la tua Chiesa con i meriti e la predicazione di S. Giacomo, confessore della tua fede, concedi a noi di seguirne gli esempi e di conseguire l'eterno premio.
venerdì 27 novembre 2015
Camera ardente in chiesa Madre a Gela per Giuseppe ed Emanuele Alabiso
(fonte tg10.it) Le salme di Giuseppe ed Emanuele Alabiso, deceduti nel mare di Stromboli, dove sono precipitati con un aereo ultraleggero, dovrebbero giungere a Gela domani mattina. In chiesa Madre sarà allestita la camera ardente.
Per la partita di domenica prossima, al Vincenzo Presti, tra Gela e Pro Favara, si terrà un minuto di silenzio. La squadra biancazzurra scenderà in campo con il lutto al braccio.
Intanto continuano a giungere in redazione messaggi di cordoglio per quanto accaduto.
L’associazione sportiva dilettantistica Amo Gela, ricorda la figura di Giuseppe Alabiso, sottolineando che Peppe non era semplicemente il Presidente dell’Amo Gela, la società di calcio che fondammo ormai 20 anni fa, non era semplicemente un amico. Era un fratello. Il suo amore per gli amici, per noi – si legge nella nota - era una fonte di energia incredibile per tutti, una forza della natura che facevamo fatica a contenere. Ci pare impossibile che se ne sia andato, di lui ci manca già tutto: l’entusiasmo, la disponibilità smisurata, l’essere sempre pronto allo scherzo e alla giovialità, la sua allegria contagiosa, la sua incontenibile e irrefrenabile intraprendenza.
Emanuele Alabiso invece, era per tutti noi come un figlio o un fratello più piccolo, uno dei ragazzi che abbiamo visto crescere, anzi, di quelli che conoscevamo già da prima che nascessero. Con noi ha frequentato tutte le categorie della scuola calcio, è cresciuto qui mostrando da subito la sua educazione, la sua dolcezza, la sua disponibilità nei confronti degli altri. Ma in lui trovavamo anche tante affinità con Peppe: aveva la stessa capacità di sorridere, la stessa autoironia, la stessa grande voglia di giocare, stare con gli amici, vivere. E’ una doppia perdita che lascia in tutti noi un grande, enorme senso di vuoto. Facciamo fatica, al momento, a trovare altre parole. Peppe e Nele rappresentano dei pezzi di cuore che faremo di tutto per custodire e onorare. Abbiamo già in mente una serie di iniziative che renderemo note al più presto. Questo però è il momento del dolore, della tristezza. Ci manca già Peppe, amico di mille avventure. Ci manca già Nele, ragazzo splendido, con una vita tutta da vivere strappata troppo presto da un destino che non potrà mai spiegare fino in fondo questa tragedia. Ci stringiamo ai familiari con l’affetto sincero di sempre, ci uniamo al dolore di tutta la città che ha amato e continuerà ad amarli e li stringiamo con la mente e con il cuore in un abbraccio in cui si racchiudono tanti anni di amicizia vera, sincera, autentica. Ciao ragazzi, sarete sempre con noi.
Il Sofia M. collega anche Salina
Il Sofia M. dell'Ustica Lines, al comando di Gianfranco Parisi, ha collegato nel pomeriggio Salina. Il mezzo è partito da Milazzo alle 15 e ha raggiunto dapprima Lipari e poi Vulcano. Da qui ha proseguito, come anticipato, per Salina.
Dopo le operazioni a Sottomonastero ha trovato riparo per la notte a Marina Corta
Dopo le operazioni a Sottomonastero ha trovato riparo per la notte a Marina Corta
Pubblica illuminazione a Lipari. Sindaco chiarisce motivi dell'oscuramento punti luce
Comunicato
Ritengo
necessario chiarire alcuni aspetti relativi al servizio di pubblica
illuminazione e alle scelte operate dall’Amministrazione per far fronte alle
difficoltà economiche verificatesi.
Il
servizio di manutenzione è eseguito dall’anno 2012 dalla Società Selene Srl visto
che la SEL, che lo eseguiva precedentemente, ha operato una cessione di
azienda.
L’Amministrazione
ha avviato le procedure e le attività per affidare, con un nuovo contratto, un
servizio che è in prorogatio, e che è bene ricordare, è scaduto nel lontano 2002.
Nel
frattempo, nel 2015, la Selene Srl ha comunicato i maggiori costi,
legittimamente determinati per l’adeguamento ISTAT, di prezzi che erano stati fissati nel 1997 e
mai aggiornati. Tale adeguamento comporta per il Comune di Lipari un maggior
costo di circa 70.000,00 euro.
L’Amministrazione,
che aveva previsto spese differenti, programmate come per gli anni precedenti,
si trova in difficoltà a causa di questi maggiori costi, sia perché non ha
aumentato proporzionalmente le imposte sia perché, non avendo ancora approvato
il bilancio, non ha piena operatività ma ha comunque adottato, con due determine
dirigenziali dei provvedimento di impegno di 15.000,00 (le cifre disponibili) per
far fronte in questi tre mesi ai casi più urgenti e per assicurare, comunque,
il livello della prestazione essenziale del servizio.
I
15.000,00 che sono stati letti come un costo a lampadina di € 135,00+ IVA non
si riferiscono solo alla sostituzione delle stesse ma contemplano anche una
consistente quota dei relativi costi di manutenzione e di locazione della parte dei corpi illuminanti, che come tutti sanno è, in parte, di proprietà dell’azienda e non del Comune.
Siamo
coscienti che con un impegno economico così ridotto sino a fine anno non si è in
grado di ottemperare, tempestivamente, a tutti i disservizi segnalati anche se
su molti di essi si è già intervenuti e sugli
altri si sta progressivamente provvedendo.
E’
evidente però che la scelta fatta dall’Amministrazione è stata determinata dalle
temporanee difficoltà economiche del momento, connesse ai maggiori costi sopra citati,
e che qualsiasi disservizio si risolverà entro l’inizio del 2016 con un nuovo
bilancio, con un nuovo contratto, e con la ricontrattualizzazione dei costi del
servizio in modo da non pesare sulle tasche dei cittadini
IL SINDACO
(Marco Giorgianni)
Mare, capperi e terrazze: Giovanni Gastel a spasso tra Capri e Filicudi
(da LaRepubblicamilano.it) Una donna che passeggia solitaria lungo la spiaggia e un piatto di coloratissima frutta estiva, ma anche un calzolaio al lavoro nella sua bottega, una finestra aperta per lasciar entrare il sole e un taxista pronto ad accogliere i turisti in arrivo da tutto il mondo: con dieci scatti realizzati tra Capri e Filicudi Giovanni Gastel racconta le bellezze del Mediterraneo, tra paesaggi mozzafiato e frammenti di quotidianità. Così il fotografo milanese ha deciso di contribuire al progetto 'Meraviglia Italiana' lanciato da 'Bibite Sanpellegrino', che ha coinvolto anche altri artisti, come lo scrittore Gianrico Carofiglio e la stilista Margherita Maccapani Missoni (Lucia Landoni)i
Sicilia, nel weekend ancora freddo e qualche residua pioggia sulle zone tirreniche ( da weathersicily.it )
L a colata artica è viva e si fa sentire in Sicilia. Dalla giornata di ieri, giovedì’ 26 novembre 2015, la nostra isola si è catapultata in un clima decisamente invernale. Le temperature hanno subito un drastico calo, in montagna è giunta la prima neve oltre i 1.200 metri s.l.m, precisamente su Madonie e Nebrodi. Neve anche nell’agrigentino, esattamente sul monte Cammarata, alto 1.500 metri s.l.m. Il settore maggiormente esposto alle precipitazioni è al momento quello nord-occidentale, quindi trapanese e palermitano tirrenico dove da ieri pomeriggio sono in atto continui rovesci di pioggia alternati a temporali grandinigeni, certamente accentuati grazie alla correnti in quota da NW. Discrete precipitazioni hanno interessato anche il settore tirrenico, il settore costiero meridionale e quello occidentale. Dalla nostra rete alle ore 12.15 ritroviamo ben 46mm giornalieri a Castellammare del Golfo (TP), punte di 40mm a Palermo, a Piazza Europa,38mm a Lipari (ME), 47mm a Godrano (PA), 51mm a Partinico (PA), 24mm a Scicli (RG). Dati davvero importanti che sommati ai mm raccolti ieri portano il totale di pioggia accumulata anche oltre i 60mm sul palermitano. Dati destinati ancora ad aumentare entro serata odierna, difatti il maltempo insisterà su tutto il nord Sicilia, zone occidentali e meridionali ancora per qualche ora. Sul mar Tirreno è in atto il Tyrrhenian Sea
Effect, il noto fenomeno scaturito dalla massa d’aria fredda che contrastando con le calde acque del mare da vita a rovesci e temporali continui lungo le coste settentrionali siciliane.
Nel weekend freddo e vento si faranno ancora sentire, ma grazie allo spostamento del minimo depressionario verso i Balcani il maltempo allenterà la presa. Tra sabato 28 e domenica 29 novembre 2015 ritroveremo difatti le ultime piogge sparse lungo il nord Sicilia, specie sul messinese tirrenico dove la neve potrebbe ancora spingersi fino i 1.400/1.500 metri s.l.m. Qualche isolato fenomeno potrà manifestersi anche lungo le isole minori meridionali, quindi su Pantelleria e isole Pelagie.
Da lunedì inizierà a farsi avanti l’alta pressione africana, pronta a riportare calma, nebbie e temperature miti per tutta la prossima settimana, ma di questo ne parleremo meglio al prossimo approfondimento.
– Articolo di Simone Pecorella – © Weathersicily.it
Per accedere alle previsioni meteo sempre aggiornate vai quì
Per accedere alla Rete Stazioni Meteo Weather Sicily vai quì
Effect, il noto fenomeno scaturito dalla massa d’aria fredda che contrastando con le calde acque del mare da vita a rovesci e temporali continui lungo le coste settentrionali siciliane.
Nel weekend freddo e vento si faranno ancora sentire, ma grazie allo spostamento del minimo depressionario verso i Balcani il maltempo allenterà la presa. Tra sabato 28 e domenica 29 novembre 2015 ritroveremo difatti le ultime piogge sparse lungo il nord Sicilia, specie sul messinese tirrenico dove la neve potrebbe ancora spingersi fino i 1.400/1.500 metri s.l.m. Qualche isolato fenomeno potrà manifestersi anche lungo le isole minori meridionali, quindi su Pantelleria e isole Pelagie.
Da lunedì inizierà a farsi avanti l’alta pressione africana, pronta a riportare calma, nebbie e temperature miti per tutta la prossima settimana, ma di questo ne parleremo meglio al prossimo approfondimento.
– Articolo di Simone Pecorella – © Weathersicily.it
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Regione, M5s deposita la mozione di sfiducia a Crocetta: 26 firme
È stata depositata stamani la mozione di sfiducia al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. L'atto parlamentare, proposto dai 14 deputati del M5s, è stato firmato anche dagli 8 parlamentari di Forza Italia e dai tre della Lista Musumeci. In totale le firme sono 26, ne servivano almeno 18.
A consegnarle al segretario generale dell'Assemblea regionale è stato il capogruppo del M5s, Giorgio Ciaccio, che ne chiederà l'immediata calendarizzazione alla prossima riunione dei capigruppo, in programma martedì prossimo. Si tratta del terzo tentativo, in tre anni di legislatura, dei 5stelle per sfiduciare Crocetta, i primi due sono andati a vuoto.
A consegnarle al segretario generale dell'Assemblea regionale è stato il capogruppo del M5s, Giorgio Ciaccio, che ne chiederà l'immediata calendarizzazione alla prossima riunione dei capigruppo, in programma martedì prossimo. Si tratta del terzo tentativo, in tre anni di legislatura, dei 5stelle per sfiduciare Crocetta, i primi due sono andati a vuoto.
Il topo e l'elefante...ovvero l'aliscafo e la nave. Una "fiaba" di Marco Miuccio...sposata ai collegamenti di quest'oggi
Riprendiamo una "fiaba" di Marco Miuccio che, per chi sa leggere tra le righe, tale non lo è certamente.
A maggior ragione se...calandoci nella realtà dei trasporti di quest'oggi nelle Eolie...il topolino impersona l'aliscafo (che viaggia) e l'elefante la nave (ferma in porto a Lipari)
Ma ecco lo scritto che abbiamo "rubato" a Marco, con il quale ci complimentiamo per l'acume e l'intelligente ironia, su fb
Facciamo finta che, anziché una barzelletta, sia una fiaba per bambini:
Dedicata agli amici delle 14.45 ed a quelli delle 18.30:
Un topolino partì al mattino
Senza paura nel suo cammino
Lui affrontava le onde ed il mare
Senza paura di navigare
Più che paura qui manca la voglia
E se ne escono dalla maglia
Con un perentorio "fuori c'è mare"
E così evitano di consumare
Ma se ti fermi ed hai un po di pazienza
Se vuoi parlar di rispetto e decenza
Non puoi di certo voler accettare
Che un elefante non possa viaggiare
Un elefante che è grande ed è grosso
Che a confronto è certo un colosso
Rispetto al piccolo topo di mare
Ma nonostante non vuol navigare
Se questa storia dovesse protrarsi
Oltre ogni limite senza vergognarsi
Senza possibili provvedimenti
Avremo il ruolo degli impotenti
Quelli che possono star a guardare
Senza far altro che zitti subire
Finché non si trovi una soluzione
Alle omissioni senza ragione
Perchè se viaggia il topolino
Lo capirebbe anche un bambino
Che qui lo scandalo diventa eclatante
Se poi non viaggia l'elefante!
(Original by Marco Miuccio)
Facciamo finta che, anziché una barzelletta, sia una fiaba per bambini:
Dedicata agli amici delle 14.45 ed a quelli delle 18.30:
Un topolino partì al mattino
Senza paura nel suo cammino
Lui affrontava le onde ed il mare
Senza paura di navigare
Più che paura qui manca la voglia
E se ne escono dalla maglia
Con un perentorio "fuori c'è mare"
E così evitano di consumare
Ma se ti fermi ed hai un po di pazienza
Se vuoi parlar di rispetto e decenza
Non puoi di certo voler accettare
Che un elefante non possa viaggiare
Un elefante che è grande ed è grosso
Che a confronto è certo un colosso
Rispetto al piccolo topo di mare
Ma nonostante non vuol navigare
Se questa storia dovesse protrarsi
Oltre ogni limite senza vergognarsi
Senza possibili provvedimenti
Avremo il ruolo degli impotenti
Quelli che possono star a guardare
Senza far altro che zitti subire
Finché non si trovi una soluzione
Alle omissioni senza ragione
Perchè se viaggia il topolino
Lo capirebbe anche un bambino
Che qui lo scandalo diventa eclatante
Se poi non viaggia l'elefante!
(Original by Marco Miuccio)
Nomination per miglior attore non protagonista per Bartolo Fonti a "Portici in teatro"
Piccola...grande soddisfazione... per il giovane Bartolo Fonti che ha ottenuto la nomination quale miglior attore non protagonista a "Portici in teatro" manifestazione a carattere nazionale, tenutasi ad Ercolano.
A Bartolo i complimenti di Eolienews anche per questo scritto che ha postato su facebook:
Ringrazio la mia compagnia Piccolo Borgo Antico per tutto ciò che fa per il nostro territorio i sacrifici sono molti ma a lungo andare le soddisfazioni hanno modo di manifestarsi, ringrazio la regista Tindara Falanga che è il motore di questa enorme e bellissima macchina, ringrazio anche mio padre Gesuele Fonti che mi ha accompagnato per tutto il viaggio.
Questo piccolo premio, dal grande significato, lo voglio dedicare in primis alla mia Mamma, che da lassù è stata, è, e sarà sempre la mia prima sostenitrice!
Questo piccolo premio, dal grande significato, lo voglio dedicare in primis alla mia Mamma, che da lassù è stata, è, e sarà sempre la mia prima sostenitrice!
Federalberghi: Con paventati tagli ai collegamenti marittimi Regione spezza gambe alle possibilità di ripresa delle piccole isole siciliane
COMUNICATO
Federalberghi manifesta grande preoccupazione e sdegno per le voci che si rincorrono ormai da qualche giorno nei corridoi del dipartimento regionale delle infrastrutture, della mobilità e dei trasporti con riferimento alle scellerate ipotesi di ulteriori tagli ai collegamenti marittimi.
Non vorremmo, ha dichiarato Christian Del Bono, presidente di Federalberghi isole Eolie e isole minori della Sicilia, che il neoassessore, Giovanni Pistorio e il governatore, Rosario Crocetta, avessero deciso di entrare nella storia come quelli che hanno affossato ogni speranza di ripresa delle economie delle piccole isole siciliane. Siamo esterrefatti, insiste Del Bono. In questi anni di crisi la Regione non è stata in grado di porre in essere alcuna misura che potesse, in qualche modo, aiutare le piccole imprese a fronteggiare la crisi economica; adesso che molto lentamente e solo con i nostri sforzi stiamo cercando di uscirne, si pensa di infliggerci il colpo di grazia andando a minare proprio il nostro punto più debole: i collegamenti. Se la strategia della Regione, sulla carta, è quella di dare impulso agli assi turismo e cultura mentre, nel concreto, si pensa poi di tagliare i collegamenti, allora chiediamo senza remora alcuna che la Regione lasci perdere gli investimenti nel settore turistico e si “limiti” a garantirci collegamenti e infrastrutture al passo coi tempi. Auspichiamo che l’assessore Pistorio, convochi quanto prima il tavolo di confronto richiesto dai sindaci Marco Giorgianni (Lipari) e Giuseppe Pagoto (Favignana).
Federalberghi Isole Minori della Sicilia
Federalberghi Isole Eolie
Federalberghi manifesta grande preoccupazione e sdegno per le voci che si rincorrono ormai da qualche giorno nei corridoi del dipartimento regionale delle infrastrutture, della mobilità e dei trasporti con riferimento alle scellerate ipotesi di ulteriori tagli ai collegamenti marittimi.
Non vorremmo, ha dichiarato Christian Del Bono, presidente di Federalberghi isole Eolie e isole minori della Sicilia, che il neoassessore, Giovanni Pistorio e il governatore, Rosario Crocetta, avessero deciso di entrare nella storia come quelli che hanno affossato ogni speranza di ripresa delle economie delle piccole isole siciliane. Siamo esterrefatti, insiste Del Bono. In questi anni di crisi la Regione non è stata in grado di porre in essere alcuna misura che potesse, in qualche modo, aiutare le piccole imprese a fronteggiare la crisi economica; adesso che molto lentamente e solo con i nostri sforzi stiamo cercando di uscirne, si pensa di infliggerci il colpo di grazia andando a minare proprio il nostro punto più debole: i collegamenti. Se la strategia della Regione, sulla carta, è quella di dare impulso agli assi turismo e cultura mentre, nel concreto, si pensa poi di tagliare i collegamenti, allora chiediamo senza remora alcuna che la Regione lasci perdere gli investimenti nel settore turistico e si “limiti” a garantirci collegamenti e infrastrutture al passo coi tempi. Auspichiamo che l’assessore Pistorio, convochi quanto prima il tavolo di confronto richiesto dai sindaci Marco Giorgianni (Lipari) e Giuseppe Pagoto (Favignana).
Federalberghi Isole Minori della Sicilia
Federalberghi Isole Eolie
Eschilo collegherà Milazzo con arcipelago
Alle 12 e 15 l'aliscafo Eschilo di CdI collegherà Milazzo con Vulcano-Lipari. Si tratta del primo mezzo in partenza oggi dalla città del Capo alla volta dell'arcipelago.
In mattinata un'altro mezzo della stessa compagnia aveva collegato Salina-Lipari e Vulcano con Milazzo.
Resta ancora ferma in porto a Lipari la nave "Lippi" che non ha effettuato il consueto collegamento delle 6 e 30.
In mattinata un'altro mezzo della stessa compagnia aveva collegato Salina-Lipari e Vulcano con Milazzo.
Resta ancora ferma in porto a Lipari la nave "Lippi" che non ha effettuato il consueto collegamento delle 6 e 30.
Eoliani che non ci sono più: Palmiro Lauro
Oggi vogliamo ricordare il caro Palmiro, nativo di Acquacalda, deceduto a Messina nella tragedia del Segesta jet
L’on. Francantonio Genovese libero dalla mezzanotte di ieri. Imposto però l'obbligo di dimora a Messina
Fine degli arresti domiciliari. Ma ha l’obbligo di dimora a Messina. Adesso c’è il provvedimento ufficiale della prima sezione penale del tribunale per il parlamentare nazionale ed ex segretario regionale del Pd Francantonio Genovese, imputato nell’inchiesta “Corsi d’oro” sulla formazione professionale a Messina e in Sicilia.
Dalla mezzanotte appena trascorsa (il 26 novembre) per Genovese sono cessati definitivamente gli arresti domiciliari, poiché «... il termine di fase applicabile al caso in esame è quello di cui all’art. 303 c.p.p., pari ad un anno dall’emissione del decreto che dispone il giudizio (datato 8.11.14)».
Non deve trarre in inganno la data dell’8 novembre come inizio della carcerazione e quella del 26 novembre come atto finale. Perché? Perché secondo la valutazione effettuata dal collegio presieduto dal giudice Silvana Grasso, sempre ancorandosi all’art. 303 c.p.p., «... il relativo calcolo deve essere effettuato secondo il calendario comune, eliminando dal computo i giorni in cui si sono tenute le udienze, così che il termine non viene a scadere con il decorso del periodo di tempo previsto dall’art. 303 c.p.p., dovendosi a quest’ultimo aggiungere un numero di giorni pari a quello delle udienze tenute».
I giudici hanno quindi “sommato” i giorni d’udienza celebrati del processo “Corsi d’oro” a quelli naturali della scadenza partendo dall’8 novembre 2014, arrivando quindi oltre, fino al 26 novembre.
Uno dei legali del parlamentare, l’avvocato Nino Favazzo, aveva depositato un’istanza alla prima sezione penale del tribunale peloritano il 4 novembre scorso, chiedendo la liberazione totale del parlamentare dopo una lunga carcerazione e una altrettanto lunga detenzione domiciliare.
I giudici, anche su richiesta specifica della Procura, hanno fatto cessare i domiciliari ma hanno applicato per il parlamentare l’obbligo di dimora a Messina.
Per supportare questo obbligo che ancora grava sull’ex sindaco di Messina, i giudici si richiamano nel provvedimento a quanto ha detto tempo addietro il tribunale del Riesame sul parlamentare, e sul «giudizio negativo» espresso in relazione all’applicazione della custodia in carcere: «... tale radicale giudizio negativo non può ritenersi affievolito o scalfito dall’intervenuto decorso del tempo di fase, a fronte della permanenza dei presupposti fenomenici sui quali si poggia, dovendosi ritenere ancora concreta e significativamente attuale l’esigenza di tutela cautelare».
In ogni caso, dalla mezzanotte di ieri, Francantonio Genovese è un uomo libero. Potrà uscire dalla sua villa di Ganzirri per respirare un’aria diversa.
Dalla mezzanotte appena trascorsa (il 26 novembre) per Genovese sono cessati definitivamente gli arresti domiciliari, poiché «... il termine di fase applicabile al caso in esame è quello di cui all’art. 303 c.p.p., pari ad un anno dall’emissione del decreto che dispone il giudizio (datato 8.11.14)».
Non deve trarre in inganno la data dell’8 novembre come inizio della carcerazione e quella del 26 novembre come atto finale. Perché? Perché secondo la valutazione effettuata dal collegio presieduto dal giudice Silvana Grasso, sempre ancorandosi all’art. 303 c.p.p., «... il relativo calcolo deve essere effettuato secondo il calendario comune, eliminando dal computo i giorni in cui si sono tenute le udienze, così che il termine non viene a scadere con il decorso del periodo di tempo previsto dall’art. 303 c.p.p., dovendosi a quest’ultimo aggiungere un numero di giorni pari a quello delle udienze tenute».
I giudici hanno quindi “sommato” i giorni d’udienza celebrati del processo “Corsi d’oro” a quelli naturali della scadenza partendo dall’8 novembre 2014, arrivando quindi oltre, fino al 26 novembre.
Uno dei legali del parlamentare, l’avvocato Nino Favazzo, aveva depositato un’istanza alla prima sezione penale del tribunale peloritano il 4 novembre scorso, chiedendo la liberazione totale del parlamentare dopo una lunga carcerazione e una altrettanto lunga detenzione domiciliare.
I giudici, anche su richiesta specifica della Procura, hanno fatto cessare i domiciliari ma hanno applicato per il parlamentare l’obbligo di dimora a Messina.
Per supportare questo obbligo che ancora grava sull’ex sindaco di Messina, i giudici si richiamano nel provvedimento a quanto ha detto tempo addietro il tribunale del Riesame sul parlamentare, e sul «giudizio negativo» espresso in relazione all’applicazione della custodia in carcere: «... tale radicale giudizio negativo non può ritenersi affievolito o scalfito dall’intervenuto decorso del tempo di fase, a fronte della permanenza dei presupposti fenomenici sui quali si poggia, dovendosi ritenere ancora concreta e significativamente attuale l’esigenza di tutela cautelare».
In ogni caso, dalla mezzanotte di ieri, Francantonio Genovese è un uomo libero. Potrà uscire dalla sua villa di Ganzirri per respirare un’aria diversa.
Firmato decreto di finanziamento. Lavori alla galleria al via la prossima settimana
Firmato il decreto di finanziamento. Potranno quindi iniziare, presumibilmente, la prossima settimana i lavori "tampone" nell'area della galleria di Monterosa interessata, oltre un mese fa, dal crollo di una ampia parte del costone roccioso sovrastante. A disposizione 50mila euro "erogati" dalla Protezione civile regionale.
L'intervento, una volta ultimato, permetterà la riapertura della galleria e quindi il transito da e per Canneto.
L'intervento, una volta ultimato, permetterà la riapertura della galleria e quindi il transito da e per Canneto.
Previsioni meteomarine Eolie a cura di Giuseppe La Cava. Oggi, rovesci e temporali
Si conferma il quadro previsionale elaborato lo scorso Lunedi .
Tra la mattinata e il pomeriggio di Venerdi 27 si prevedono rovesci a tratti di forte intensità durante le manifestazioni temporalesche, specie al mattino, allorquando i temporali protranno essere accompagnati da chicchi di grandine.
I venti spireranno intensamente al mattino da WSW con tendenza a raffiche tra i 60-70 km orari tra ponente e maestro nel corso della giornata.
Il mare al mattino si presenterà agitato a causa di onde ben formate alte tra i 2 e i 3 metri , con tendenza a lenta attenuazione nel pomeriggio del moto ondoso
Tra la mattinata e il pomeriggio di Venerdi 27 si prevedono rovesci a tratti di forte intensità durante le manifestazioni temporalesche, specie al mattino, allorquando i temporali protranno essere accompagnati da chicchi di grandine.
I venti spireranno intensamente al mattino da WSW con tendenza a raffiche tra i 60-70 km orari tra ponente e maestro nel corso della giornata.
Il mare al mattino si presenterà agitato a causa di onde ben formate alte tra i 2 e i 3 metri , con tendenza a lenta attenuazione nel pomeriggio del moto ondoso
giovedì 26 novembre 2015
Regione taglia fondi per servizi marittimi integrativi veloci. Sindaco Giorgianni protesta e chiede riesame provvedimento
Al Sig. PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA
On. Rosario CROCETTA
Al Sig.ASSESSORE delle INFRASTRUTTURE e della MOBILITA’
Dr Giovanni PISTORIO
ALL’ASSESSORATO delle INFRASTRUTTURE e della MOBILITA’
Dipartimento Regionale Infrastrutture della Mobilità e dei Trasporti
On. Rosario CROCETTA
Al Sig.ASSESSORE delle INFRASTRUTTURE e della MOBILITA’
Dr Giovanni PISTORIO
ALL’ASSESSORATO delle INFRASTRUTTURE e della MOBILITA’
Dipartimento Regionale Infrastrutture della Mobilità e dei Trasporti
C.A. Dirigente Generale- Dott. Fulvio BELLOMO
Servizio 2 – Trasporto Regionale Aereo e Marittimo
C.A. Dirigente Responsabile - dott.ssa Dorotea Maria PIAZZA
e, p.c. Ai Sigg. SINDACI DEI COMUNI di
LENI
MALFA
S.MARINA SALINA
FAVIGNANA
(Marco Giorgianni)
Servizio 2 – Trasporto Regionale Aereo e Marittimo
C.A. Dirigente Responsabile - dott.ssa Dorotea Maria PIAZZA
e, p.c. Ai Sigg. SINDACI DEI COMUNI di
LENI
MALFA
S.MARINA SALINA
FAVIGNANA
Oggetto: trasporti
marittimi integrativi con mezzi veloci Isole Minori della Sicilia tra cui le Isole Eolie e le Isole Egadi – drastici tagli nuovi bandi affidamento servizi .
Si è avuta notizia del provvedimento che sarebbe stato varato dalla
Direzione Generale del Dipartimento Regionale Infrastrutture della Mobilità e dei Trasporti, con il quale si darebbe avvio alla procedura
di pubblicazione dei nuovi bandi per l’affidamento dei servizi dei trasporti
marittimi integrativi, con mezzi veloci ed in atto gestiti dalla Ustica Lines
S.p.A. per le Eolie e le Egadi.
Le somme disponibili
iscritte in bilancio dalla Regione avrebbero subito una forte compressione
passando a 28 milioni di euro, iva compresa, con un decremento di circa 10
mln di euro rispetto al passato.
La drasticità del
taglio di spesa rischia di compromettere tutto l’assetto dei trasporti da e per
le isole Egadi e le isole Eolie, le cui conseguenze non possono che
prefigurarsi di gravissima portata e di ulteriore nocumento a discapito dei diritti
dei residenti e dei villeggianti, delle esigenze dei pendolari oltre che della
programmazione dei flussi turistici, incidente negativamente su tutta
l’economia territoriale.
In occasione dell’incontro
tenutosi lo scorso 11 novembre presso l’Assessorato in indirizzo per trattare
il tema in argomento, le Amministrazioni dei Comuni coinvolti (Eolie ed Egadi)
avevano rivolto appello al neo assessore ed ai dirigenti regionali affinché si
attendesse la conclusione della questione ex Siremar per individuare e concordare soluzioni che
potessero, da un lato consentire un risparmio della spesa, dall’altro evitare
un taglio drastico ad assetti, orari e tratte.
A fronte dell’esito di cui in premessa
che, se fondato, mortifica le richieste formulate anche attraverso precorsa
nutrita corrispondenza - sostenute da ragioni tese a vedere garantita
l’adeguatezza dell’assetto dei servizi in
parola, ribadendosi, reiteratamente, la necessità della maggiore
rispondenza della relativa attuazione agli effettivi bisogni dei
contesti insulari, nel rispetto di quei diritti fondamentali, ampiamente
enunciati, ponenti rilievo alle esigenze
di mobilità e continuità territoriale dei cittadini e proiettati ad assicurare il soddisfacimento dei bisogni
connessi allo sviluppo economico e sociale delle aree interessate - la condizione di incertezza, declinante uno svolgimento dei servizi, anche futuri, soddisfacente,
si traduce in grave preoccupazione a motivo della ripercussione in termini
riduttivi sull’assetto dei medesimi servizi che il notevole taglio di spesa
comporterà, ove mantenuto.
Pertanto, anche a nome dei Sindaci
degli altri Comuni eoliani e delle Egadi, nel manifestare disapprovazione e
protesta a tale misura di contenimento della spesa, che si intende far gravare
sui collegamenti in argomento,
ed attesa la necessità di tutelare il superiore interesse collettivo di disporre di
servizi e navigli con livelli qualitativi e quantitativi ottimali ed
efficienti, si chiede un ulteriore tavolo di confronto sugli aspetti
sopra evidenziati e, comunque, si avanza formale richiesta a che venga riesaminato
il provvedimento assunto e vengano
individuate soluzioni alla questione denunciata che possano portare a programmi
attuativi di collegamenti marittimi proporzionati alle esigenze collettive e territoriali rappresentate.
F.to IL SINDACO (Marco Giorgianni)
Dal 2016 no ai debiti fuori bilancio e all’indebitamento fuori investimento
(da blogsicilia) Nei comuni siciliani, tutti a rischio default, dal 1° gennaio 2016 verranno meno tutti gli artifici contabili.
Sia la Regione che gli enti locali, dovranno rispettare la normativa che impedisce, dal nuovo anno, gli artifici contabili. Per semplificare, la complessa norma amministrativa trasforma i bilanci comunali in semplici bilanci ‘familiari’ cancellando il ricorso ai così detti ‘debiti fuori bilancio’ e all’indebitamento ‘fuori investimento’ legando realmente il debito ad un oggettivo ‘arricchimento’ del comune sul fronte dei servizi o degli effetti futuri di bilancio.
Semplificando, fino ad oggi i Comuni in difficoltà hanno usato due stratagemmi: pagato gli stipendi usando somme destinate ad altro (rimborsi per assistenza agli immigrati, trasferimenti originati da servizi sociali poi cancellati e così via) o hanno fatto debiti contraendo mutui per investimenti ‘fittizzi’ usati come spesa corrente.
In più di un caso opere e servizi sono stati realizzati ma poi pagati solo in parte usando il denaro per altro e i comuni hanno atteso cause da parte di fornitori di beni e servizi o contestazioni varie sulle opere ben sapendo che le avrebbero perse. In questo modo il debito contestato non è stato iscritto nel bilancio che è apparso in equilibrio fino alla fine del contenzioso. Solo allora è stato iscritto come debito fuori bilancio dovuto ad una sentenza.
Questo ha accumulato in molti comuni debiti consistenti che adesso non potranno più essere mantenuti ‘fuori bilancio’. inoltre dal 2016 queste operazioni non si potranno più condurre perché chi le avallerà rischierà il danno erariale.
Addio dunque bilanci complessi, somme iscritte in maniera anomala e così via. Ad ogni uscita dovrà corrispondere una entrata certa e dimostrata. Fare i bilanci in questo modo, come un buon padre di famiglia, per molti comuni risulterà impossibile.
Sia la Regione che gli enti locali, dovranno rispettare la normativa che impedisce, dal nuovo anno, gli artifici contabili. Per semplificare, la complessa norma amministrativa trasforma i bilanci comunali in semplici bilanci ‘familiari’ cancellando il ricorso ai così detti ‘debiti fuori bilancio’ e all’indebitamento ‘fuori investimento’ legando realmente il debito ad un oggettivo ‘arricchimento’ del comune sul fronte dei servizi o degli effetti futuri di bilancio.
Semplificando, fino ad oggi i Comuni in difficoltà hanno usato due stratagemmi: pagato gli stipendi usando somme destinate ad altro (rimborsi per assistenza agli immigrati, trasferimenti originati da servizi sociali poi cancellati e così via) o hanno fatto debiti contraendo mutui per investimenti ‘fittizzi’ usati come spesa corrente.
In più di un caso opere e servizi sono stati realizzati ma poi pagati solo in parte usando il denaro per altro e i comuni hanno atteso cause da parte di fornitori di beni e servizi o contestazioni varie sulle opere ben sapendo che le avrebbero perse. In questo modo il debito contestato non è stato iscritto nel bilancio che è apparso in equilibrio fino alla fine del contenzioso. Solo allora è stato iscritto come debito fuori bilancio dovuto ad una sentenza.
Questo ha accumulato in molti comuni debiti consistenti che adesso non potranno più essere mantenuti ‘fuori bilancio’. inoltre dal 2016 queste operazioni non si potranno più condurre perché chi le avallerà rischierà il danno erariale.
Addio dunque bilanci complessi, somme iscritte in maniera anomala e così via. Ad ogni uscita dovrà corrispondere una entrata certa e dimostrata. Fare i bilanci in questo modo, come un buon padre di famiglia, per molti comuni risulterà impossibile.
Sicilia, pressione crollata. Il maltempo entra nel vivo: 36 ore da attenzionare!
La fase perturbata legata all’ultimo affondo artico del mese è appena iniziata. Sul basso Tirreno è in atto un profondo minimo depressionario con profondità pari a 990hpa, o poco sotto. Dalla nostra rete basta osservare la pressione al suolo per poter capire che si tratta di un vortice davvero intenso: a Palermo essa si è assestata intorno i 991-992hpa, 993hpa a Messina........Per leggere tutte le previsioni cliccare su questo linkhttp://www.weathersicily.it/sicilia-pressione-crollata-il-maltempo-entra-nel-vivo-36-ore-da-attenzionare/
Quasi due miliardi per ultimare la Salerno-Reggio Calabria
Mettere in sicurezza e mantenere in piena efficienza il patrimonio di strade e di opere ingegneristiche, completare gli itinerari iniziati e mai finiti, realizzare le opere più utili su oltre 3.600 chilometri.
Sono gli obiettivi del Piano dell’Anas da 20,2 miliardi di euro, voluto dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e dal presidente Gianni Vittorio Armani, presentato ieri insieme al presidente dell’Anci Enzo Bianco e al presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino.
Il piano è la messa in numeri della «nuova stagione» di Anas dopo l’arrivo di Armani. Qualcuno si è azzardato a chiamarla rivoluzione copernicana, forse più semplicemente si chiama buona amministrazione ovvero «cultura del mantenimento» (come l’ha definita Enzo Bianco) del patrimonio infrastrutturale del Paese. Per la prima volta infatti, la parte più cospicua dei finanziamenti viene destinata alla manutenzione straordinaria (8,2 miliardi di euro) e al completamento degli itinerari (8,8 miliardi) alle opere nuove saranno destinati «solo» 3,2 miliardi. Il piano ha una prospettiva quinquennale, dal 2015 al 2019. «Dobbiamo recuperare un gap di infrastrutture soprattutto al Sud dove impiegheremo più del 60% degli investimenti» ha detto Armani. Fra questi 1,765 miliardi saranno per ultimare la Salerno Reggio Calabria e 1,671 miliardi per la Orte-Mestre, più di 1 miliardo andrà alla SS 106 Jonica.
Per realizzare il rafforzamento degli asset infrastrutturali, migliorare degli accessi in città e il potenziamento dei collegamenti intermodali «Anas - ha detto Delrio - avrà a disposizione fin da subito, non a consuntivo, i finanziamenti necessari».
Questo anche grazie allo stanziamento di quasi 7 miliardi (esattamente 6,8) previsto dalla legge di Stabilità 2016 che «garantisce ad Anas un orizzonte più certo per la programmazione e gli investimenti». Non siamo ancora all’autonomia finanziaria di Anas auspicata da Armani e Delrio attraverso il meccanismo del versamento di una quota di accise sui carburanti direttamente alla società, ma è un passo significativo in quella direzione.
GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE, RESOCONTO INCONTRI A LIPARI CON LE SCUOLE SUL TEMA DELLA VIOLENZA DI GENERE
25 NOVEMBRE 2015 – GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
RESOCONTO INCONTRI CON LE SCUOLE SUL TEMA DELLA VIOLENZA DI GENERE
Si sono svolti, nella giornata di ieri– 25 novembre 2015, in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, gli incontri con le classi terze delle scuole secondarie di primo grado degli Istituti Comprensivi e le classi quarte dell’Istituto di Istruzione Superiore presenti sul territorio comunale per sensibilizzare le nuove generazioni al rispetto dell’altro e trasmettere loro una maggiore consapevolezza del fenomeno della violenza.
I due incontri sono stati moderati dalle psicologhe Laura Prestigiacomo e Katia Panciotto, collaboratrici del servizio sociale comunale, alla presenza dell’Assessore alla Pubblica Istruzione e Servizi Sociali e delle funzionarie responsabili del servizio. Alla presentazione della giornata, è seguita la proiezione di un filmato sulla violenza di genere composto da diversi cortometraggi realizzati proprio da giovani studenti delle scuole medie e superiori. Un momento stimolante e significativo che ha suscitato una partecipazione attiva dei ragazzi che, grazie a quest’importante occasione di riflessione e confronto sulla complessità dei rapporti umani, hanno avuto modo di esprimersi e mettere in comune pensieri ed emozioni.
Il messaggio è stato chiaro: rispetto e dignità, prima di tutto. Ogni condotta che mira ad annientare la donna nella sua identità e libertà - non soltanto fisicamente, ma anche nella sua dimensione psicologica, sociale e lavorativa, è una violenza di genere. Non esiste tolleranza né giustificazione alcuna per i comportamenti che ledono i diritti delle donne e avere consapevolezza della gravità del problema è il primo fondamentale passo verso un grande cambiamento culturale di cui deve farsi protagonista per prima la scuola perché l’educazione ai sentimenti e quindi la prevenzione resta il principale strumento per combattere la violenza.
Il Comune di Lipari, per l’occasione, ha aderito alla campagna nazionale “Posto Occupato”. E’ stato lasciato un posto a sedere, tra i ragazzi, riservato a tutte le donne vittime di violenza per mantenerne vivo il ricordo. Ciascuna di quelle donne, infatti, prima che un marito, un ex, un amante, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita, occupava un posto: a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nella società.
Inoltre, al fine di promuovere la cultura dei valori della diversità e della non violenza, è stato istituito il bando per il concorso-cortometraggio “Diciamo NO alla violenza”. Il concorso si rivolge agli studenti e alle studentesse delle scuole superiori di primo e secondo grado del Comune di Lipari e vuole essere un invito a riflettere sul fenomeno della violenza sulle donne di ogni età, religione, classe sociale e situazione socio-economica o culturale, in tutte le sue forme, per portare ad un cambiamento di rotta. La cerimonia di premiazione si terrà il prossimo 25 novembre in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Un grazie particolare, oltre che ai dirigenti scolastici e agli insegnanti per la disponibilità e l’ospitalità, va ai ragazzi per la partecipazione e l'interesse. Facciamo rete contro la violenza, diciamo insieme BASTA! Alla prossima..e ricordate: "Restiamo Umani"! Perché di vittime e violenze, ad oggi, ne abbiamo già contate troppe.
L’Assessore
(Fabiola Centurrino)
Inoltre, al fine di promuovere la cultura dei valori della diversità e della non violenza, è stato istituito il bando per il concorso-cortometraggio “Diciamo NO alla violenza”. Il concorso si rivolge agli studenti e alle studentesse delle scuole superiori di primo e secondo grado del Comune di Lipari e vuole essere un invito a riflettere sul fenomeno della violenza sulle donne di ogni età, religione, classe sociale e situazione socio-economica o culturale, in tutte le sue forme, per portare ad un cambiamento di rotta. La cerimonia di premiazione si terrà il prossimo 25 novembre in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Un grazie particolare, oltre che ai dirigenti scolastici e agli insegnanti per la disponibilità e l’ospitalità, va ai ragazzi per la partecipazione e l'interesse. Facciamo rete contro la violenza, diciamo insieme BASTA! Alla prossima..e ricordate: "Restiamo Umani"! Perché di vittime e violenze, ad oggi, ne abbiamo già contate troppe.
L’Assessore
(Fabiola Centurrino)
Video "Viaggio" alle Eolie tra albe, tramonti e panorami...unici...da fare mancare il fiato.
Affiorano parti del relitto dell'aeromobile precipitata nel mare di Stromboli. Stamani le autopsie sui corpi di Giuseppe ed Emanuele Alabiso
Dagli abissi del Tirreno meridionale, tra l’arcipelago eoliano e la costa campana, affiorano resti dello “Storm 300” su cui viaggiavano Giuseppe ed Emanuele Alabiso, precipitati lunedì pomeriggio mentre su un ultraleggero sorvolavano l’isola di Stromboli. Pezzi di velivolo raccolti dai militari della Guardia costiera. «Tra questi ve ne è uno che potrebbe rivelarsi interessante», ci dice il procuratore capo della Repubblica di Barcellona, Emanuele Crescenti, che con il sostituto Francesco Monaco conduce le indagini: altra inchiesta, parallela, è stata aperta dopo il disastro dall’Enac con cui l’autorità giudiziaria sta collaborando a pieno regime per individuare le cause della tragedia.
«Si tratta», entra nel merito Crescenti, «di un pezzo ampio più di un metro. Non sappiamo ancora se deriva dalla carlinga o da un’ala», ma questo sarà possibile scoprirlo. «Tutte le parti che finora sono emerse, invero poche, saranno inviate al Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri», che ha sede a Messina. «L’indagine è particolarmente complessa», conclude il procuratore, «ma faremo tutto quel che c’è da fare, non tralasciando nulla».
A 72 ore dalla tragedia che ha distrutto una famiglia, emergono tuttavia elementi di interesse che concorrono, quantomeno, a dar forma al quadro delle ricostruzioni. L’ultraleggero, che come s’è avuto già modo di rilevare è privo di scatola nera (questo tipo di aerei non ne sono dotati), sicché le fasi del volo finale da Gela a Foggia non potranno essere ricostruite nel dettaglio, giace a 1500 metri di profondità, a più di 12 miglia nord-est dall’isola di Stromboli. Impossibile recuperare il relitto, «è stata già una fortuna», afferma realisticamente Crescenti, «aver recuperato i due corpi». Tutte le parti emerse del velivolo sono attualmente tenute in custodia dalla Guardia costiera di Lipari, in attesa di essere inviate al Ris.
Stamani, intanto, all’ospedale Papardo di Messina, sarà effettuata l’autopsia sui corpi di Giuseppe ed Emanuele Alabiso. Formale avviso è stato notificato ai familiari. L’esame medico-legale è stato affidato alla dottoressa Fabiano. Poi le salme potranno essere trasferite a Gela per i funerali. L’ultimo saluto che una città attonita darà al “medico volante” e a suo figlio. A celebrare le esequie di Giuseppe ed Emanuele, amatissimi, nella chiesa Madre, dovrebbe essere monsignor Grazio Alabiso, zio delle vittime. È prevista una folla immensa.
«Si tratta», entra nel merito Crescenti, «di un pezzo ampio più di un metro. Non sappiamo ancora se deriva dalla carlinga o da un’ala», ma questo sarà possibile scoprirlo. «Tutte le parti che finora sono emerse, invero poche, saranno inviate al Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri», che ha sede a Messina. «L’indagine è particolarmente complessa», conclude il procuratore, «ma faremo tutto quel che c’è da fare, non tralasciando nulla».
A 72 ore dalla tragedia che ha distrutto una famiglia, emergono tuttavia elementi di interesse che concorrono, quantomeno, a dar forma al quadro delle ricostruzioni. L’ultraleggero, che come s’è avuto già modo di rilevare è privo di scatola nera (questo tipo di aerei non ne sono dotati), sicché le fasi del volo finale da Gela a Foggia non potranno essere ricostruite nel dettaglio, giace a 1500 metri di profondità, a più di 12 miglia nord-est dall’isola di Stromboli. Impossibile recuperare il relitto, «è stata già una fortuna», afferma realisticamente Crescenti, «aver recuperato i due corpi». Tutte le parti emerse del velivolo sono attualmente tenute in custodia dalla Guardia costiera di Lipari, in attesa di essere inviate al Ris.
Stamani, intanto, all’ospedale Papardo di Messina, sarà effettuata l’autopsia sui corpi di Giuseppe ed Emanuele Alabiso. Formale avviso è stato notificato ai familiari. L’esame medico-legale è stato affidato alla dottoressa Fabiano. Poi le salme potranno essere trasferite a Gela per i funerali. L’ultimo saluto che una città attonita darà al “medico volante” e a suo figlio. A celebrare le esequie di Giuseppe ed Emanuele, amatissimi, nella chiesa Madre, dovrebbe essere monsignor Grazio Alabiso, zio delle vittime. È prevista una folla immensa.
I nostri auguri al dottor Ezio Roncaglia
Santo del giorno : San Bellino di Padova
La data di nascita è ignota, l'ascendenza genealogica non del tutto sicura e di recente sottoposta a nuova indagine da A. Tilatti, che ha scartato la precedente attribuzione di Bellino alla famiglia dei Bertaldi, individuandone il padre in un non altrimenti identificato Audo. Prete almeno dal 1107, anno della sua prima menzione, Bellino è il primo tra i canonici destinatari di una donazione al capitolo della cattedrale di Padova nel 1108 e l'anno successivo riveste la carica di arciprete della stessa cattedrale. Fin dalla sua prima apparizione figura al fianco di Sinibaldo, il vescovo di orientamento filopapale contrapposto al candidato di obbedienza imperiale e costretto dalla violenza regia, cioè di Enrico V, ad abbandonare la sua sede.
Bellino seguì con tutta probabilità Sinibaldo nel suo esilio, ma nel 1115 risulta nuovamente a Padova, in una fase di componimento delle divisioni. Superato definitivamente lo scisma e ritornato Sinibaldo in sede, Bellino operò al vertice del capitolo cattedrale per essere poi eletto vescovo fra il 1126 e il 1128. La sua attività si svolse in continuità con quella del suo predecessore: Bellino confermò e in parte ampliò le concessioni di Sinibaldo al monastero veneziano di S. Cipriano, dipendente dall'abbazia di Polirone; si adoperò a favore di S. Croce di Campese, monastero assoggettato nel 1127 alla stessa abbazia di Polirone, alla quale nel 1124 Sinibaldo aveva sottoposto il monastero di Praglia; mantenne infine il legame affettuoso con la chiesa di S. Maria delle Carceri, che durante l'episcopato di Sinibaldo aveva adottato la vita comune e le istituzioni di S. Maria di Porto di Ravenna: Bellino beneficò la canonica, la sostenne presso il pontefice, invocandone la protezione, e come Sinibaldo fu annoverato tra i benefattori nel necrologio del monastero, ricordato quindi nelle preghiere della comunità.
I singoli interventi citati s'inserivano in un più ampio progetto di riordino della diocesi padovana sotto l'aspetto sia patrimoniale sia giurisdizionale, dopo le lotte e i disordini dei decenni precedenti. Alla povertà denunciata nel 1130 da Bellino («i beni del mio episcopato sono stati dilapidati per i contrasti fra Regnum e Sacerdotium») faceva eco Innocenzo II nel 1132, che si preoccupava di confermare al vescovo padovano tutte le chiese usurpate da laici e da monaci durante l'episcopato suo e del suo predecessore. Anche se non risulta un'opera parallela nei confronti dei monasteri, un preciso impegno di recupero di chiese e di porzioni di chiese private dalle mani di laici, in consonanza con i ripetuti canoni conciliari contemporanei, è attestato nel 1134 (diritti della famiglia da Montagnone sul monastero di S. Daniele), nel 1138 (cappella di Montegalda refutata dai nobili da Baone), nel 1146 (diritti dei signori da Caldonazzo sulla chiesa di Curtarolo). Tale azione si collegò alle vigili cure circa la tenuta delle strutture diocesane: gli atti di donazione previdero clausole a difesa sia dei diritti delle chiese parrocchiali sia dei diritti vescovili circa la consacrazione dei chierici e dell'olio santo, la presenza ai sinodi e la giustizia ecclesiastica. In data incerta Bellino intervenne in favore dei sacerdoti delle cappelle cittadine concedendo loro il quartese della città e del territorio, intervento che conforterebbe l'ipotesi secondo cui Bellino in qualche modo sostenne la nascita della «congregazione dei sacerdoti e dei chierici di Padova», l'associazione che riuniva il clero officiante le cappelle urbane, incaricato di nuovi compiti di cura d'anime.
Il favore per le istituzioni canonicali, la promozione di monasteri, canoniche e chiese, la vigilanza sulla stabilità delle gerarchie d'ufficio e di giurisdizione compongono l'immagine di un vescovo aperto alle nuove esperienze religiose, impegnato nell'attento governo della sua chiesa, interessato, anche a seguito delle vicende dello scisma, al corretto e disciplinato svolgimento della vita ecclesiastica: nella documentazione che lo riguarda, si parla di successori catholici, di funzioni parrocchiali da esercitare «secondo i canoni», di un'obbedienza, da parte dei suoi canonici, ecclesiastica e fidelis. Un vescovo ormai in stabile colloquio con la Sede apostolica e consapevole del ruolo di guida da essa assunto ed esercitato all'interno della cristianità, ad esempio attraverso la convocazione di sinodi generali, la cui eventualità era da Bellino esplicitamente contemplata. Non va però dimenticato il significato che l'episcopato di Bellino rivestì nella storia civile padovana: se, durante lo scisma, la compresenza e il contrasto fra due vescovi aveva visto emergere partiti che esprimevano orientamenti di politica soprattutto locale, con gli episcopati di Sinibaldo e di Bellino il dialogo con la società urbana e con le forze signorili del territorio si mantenne intenso, anche per la presenza giurisdizionale e patrimoniale che l'episcopato, seppur indebolito, conservava.
Bellino morì quasi certamente a Padova il 26 novembre del 1147, data ricostruibile attraverso il necrologio di S. Maria delle Carceri e dati documentari indiretti. Posteriore di più di un secolo è la vita di un san Bellino vescovo e martire attribuita al domenicano Bonagiunta, vescovo di Adria (12881304). Le vicende che portarono alla venerazione di un san Bellino nella diocesi di Adria non sono del tutto chiarite. Dall'esame condotto da A. Tilatti, le lezioni relative alla festa del santo risultano una mescolanza di elementi riconducibili a personaggi storici diversi e ricomposti in un disegno che rispecchia gli intenti dell'agiografo più che la realtà storica di Bellino. Secondo il testo agiografico, Bellino, già vescovo di una diocesi tedesca, fu nominato vescovo di Padova dal pontefice, preoccupato di sanare uno scisma apertosi nella sede vescovile a causa di indebite pressioni politiche. Zelatore e difensore delle libertà della sua chiesa, Bellino cadde ucciso nel ritorno da Roma, ove s'era recato per ottenere protezione e consiglio, nei pressi della chiesa di S. Giacomo di Fratta (in diocesi adriese). Sul luogo fiorirono subito i miracoli ma poi, in seguito a un'alluvione e al crollo della chiesa, il corpo santo fu sepolto dal fango e cadde nell'oblio. L' invendo fu opera di un uomo pio che, guidato da un sogno, giunse sul luogo recuperando l'arca marmorea, la quale, posta su di un carro, fu prodigiosamente guidata alla pieve di S. Martino di Variano da cui S. Giacomo dipendeva.
Il testo attribuito a Bonagiunta, ripreso anche nel lezionario della cattedrale di Padova, razionalizza un culto che, pur non avendo quasi nulla a che vedere con il Bellino storico (cui furono certamente estranei l'assassinio e il martirio), si mantenne e anzi si potenziò allorché, nel 1489, Bellino fu elevato a patrono della diocesi di Adria, diocesi che con quella di Padova vide la diffusione del culto. Il modello proposto dal testo tardoduecentesco era quello del martire per la libertas Ecclesiae e per l'obbedienza alla Chiesa di Roma, modello funzionale all'azione che, come vescovo, Bonagiunta andava conducendo nella diocesi, e probabilmente ispirato da una «ben determinata congiuntura storicopolitica: la predominanza padovana nel Polesine» (di qui l'adozione e la proposta di un santo padovano le cui vicende avevano fortissime analogie con quelle del contemporaneo vescovo padovano, Bernardo). Nella devozione popolare la venerazione per Bellino si legò al suo potere taumaturgico nei casi di rabbia canina, una virtus già celebrata, secondo il testo agiografico, dal vescovo adriese Rolando ai primi del Duecento e invocata a lungo nei secoli, come risulta dai registri parrocchiali (all'a. 1727), da ex voto e da stampe popolari di fine Ottocento. La chiesa di S. Martino di Variano, che poi insieme con la località mutò il suo titolo in S. Bellino, fu precoce meta di pellegrinaggio, come confermano la recente ricognizione del contenuto dell'arca e le monete in essa rinvenute.
Bellino seguì con tutta probabilità Sinibaldo nel suo esilio, ma nel 1115 risulta nuovamente a Padova, in una fase di componimento delle divisioni. Superato definitivamente lo scisma e ritornato Sinibaldo in sede, Bellino operò al vertice del capitolo cattedrale per essere poi eletto vescovo fra il 1126 e il 1128. La sua attività si svolse in continuità con quella del suo predecessore: Bellino confermò e in parte ampliò le concessioni di Sinibaldo al monastero veneziano di S. Cipriano, dipendente dall'abbazia di Polirone; si adoperò a favore di S. Croce di Campese, monastero assoggettato nel 1127 alla stessa abbazia di Polirone, alla quale nel 1124 Sinibaldo aveva sottoposto il monastero di Praglia; mantenne infine il legame affettuoso con la chiesa di S. Maria delle Carceri, che durante l'episcopato di Sinibaldo aveva adottato la vita comune e le istituzioni di S. Maria di Porto di Ravenna: Bellino beneficò la canonica, la sostenne presso il pontefice, invocandone la protezione, e come Sinibaldo fu annoverato tra i benefattori nel necrologio del monastero, ricordato quindi nelle preghiere della comunità.
I singoli interventi citati s'inserivano in un più ampio progetto di riordino della diocesi padovana sotto l'aspetto sia patrimoniale sia giurisdizionale, dopo le lotte e i disordini dei decenni precedenti. Alla povertà denunciata nel 1130 da Bellino («i beni del mio episcopato sono stati dilapidati per i contrasti fra Regnum e Sacerdotium») faceva eco Innocenzo II nel 1132, che si preoccupava di confermare al vescovo padovano tutte le chiese usurpate da laici e da monaci durante l'episcopato suo e del suo predecessore. Anche se non risulta un'opera parallela nei confronti dei monasteri, un preciso impegno di recupero di chiese e di porzioni di chiese private dalle mani di laici, in consonanza con i ripetuti canoni conciliari contemporanei, è attestato nel 1134 (diritti della famiglia da Montagnone sul monastero di S. Daniele), nel 1138 (cappella di Montegalda refutata dai nobili da Baone), nel 1146 (diritti dei signori da Caldonazzo sulla chiesa di Curtarolo). Tale azione si collegò alle vigili cure circa la tenuta delle strutture diocesane: gli atti di donazione previdero clausole a difesa sia dei diritti delle chiese parrocchiali sia dei diritti vescovili circa la consacrazione dei chierici e dell'olio santo, la presenza ai sinodi e la giustizia ecclesiastica. In data incerta Bellino intervenne in favore dei sacerdoti delle cappelle cittadine concedendo loro il quartese della città e del territorio, intervento che conforterebbe l'ipotesi secondo cui Bellino in qualche modo sostenne la nascita della «congregazione dei sacerdoti e dei chierici di Padova», l'associazione che riuniva il clero officiante le cappelle urbane, incaricato di nuovi compiti di cura d'anime.
Il favore per le istituzioni canonicali, la promozione di monasteri, canoniche e chiese, la vigilanza sulla stabilità delle gerarchie d'ufficio e di giurisdizione compongono l'immagine di un vescovo aperto alle nuove esperienze religiose, impegnato nell'attento governo della sua chiesa, interessato, anche a seguito delle vicende dello scisma, al corretto e disciplinato svolgimento della vita ecclesiastica: nella documentazione che lo riguarda, si parla di successori catholici, di funzioni parrocchiali da esercitare «secondo i canoni», di un'obbedienza, da parte dei suoi canonici, ecclesiastica e fidelis. Un vescovo ormai in stabile colloquio con la Sede apostolica e consapevole del ruolo di guida da essa assunto ed esercitato all'interno della cristianità, ad esempio attraverso la convocazione di sinodi generali, la cui eventualità era da Bellino esplicitamente contemplata. Non va però dimenticato il significato che l'episcopato di Bellino rivestì nella storia civile padovana: se, durante lo scisma, la compresenza e il contrasto fra due vescovi aveva visto emergere partiti che esprimevano orientamenti di politica soprattutto locale, con gli episcopati di Sinibaldo e di Bellino il dialogo con la società urbana e con le forze signorili del territorio si mantenne intenso, anche per la presenza giurisdizionale e patrimoniale che l'episcopato, seppur indebolito, conservava.
Bellino morì quasi certamente a Padova il 26 novembre del 1147, data ricostruibile attraverso il necrologio di S. Maria delle Carceri e dati documentari indiretti. Posteriore di più di un secolo è la vita di un san Bellino vescovo e martire attribuita al domenicano Bonagiunta, vescovo di Adria (12881304). Le vicende che portarono alla venerazione di un san Bellino nella diocesi di Adria non sono del tutto chiarite. Dall'esame condotto da A. Tilatti, le lezioni relative alla festa del santo risultano una mescolanza di elementi riconducibili a personaggi storici diversi e ricomposti in un disegno che rispecchia gli intenti dell'agiografo più che la realtà storica di Bellino. Secondo il testo agiografico, Bellino, già vescovo di una diocesi tedesca, fu nominato vescovo di Padova dal pontefice, preoccupato di sanare uno scisma apertosi nella sede vescovile a causa di indebite pressioni politiche. Zelatore e difensore delle libertà della sua chiesa, Bellino cadde ucciso nel ritorno da Roma, ove s'era recato per ottenere protezione e consiglio, nei pressi della chiesa di S. Giacomo di Fratta (in diocesi adriese). Sul luogo fiorirono subito i miracoli ma poi, in seguito a un'alluvione e al crollo della chiesa, il corpo santo fu sepolto dal fango e cadde nell'oblio. L' invendo fu opera di un uomo pio che, guidato da un sogno, giunse sul luogo recuperando l'arca marmorea, la quale, posta su di un carro, fu prodigiosamente guidata alla pieve di S. Martino di Variano da cui S. Giacomo dipendeva.
Il testo attribuito a Bonagiunta, ripreso anche nel lezionario della cattedrale di Padova, razionalizza un culto che, pur non avendo quasi nulla a che vedere con il Bellino storico (cui furono certamente estranei l'assassinio e il martirio), si mantenne e anzi si potenziò allorché, nel 1489, Bellino fu elevato a patrono della diocesi di Adria, diocesi che con quella di Padova vide la diffusione del culto. Il modello proposto dal testo tardoduecentesco era quello del martire per la libertas Ecclesiae e per l'obbedienza alla Chiesa di Roma, modello funzionale all'azione che, come vescovo, Bonagiunta andava conducendo nella diocesi, e probabilmente ispirato da una «ben determinata congiuntura storicopolitica: la predominanza padovana nel Polesine» (di qui l'adozione e la proposta di un santo padovano le cui vicende avevano fortissime analogie con quelle del contemporaneo vescovo padovano, Bernardo). Nella devozione popolare la venerazione per Bellino si legò al suo potere taumaturgico nei casi di rabbia canina, una virtus già celebrata, secondo il testo agiografico, dal vescovo adriese Rolando ai primi del Duecento e invocata a lungo nei secoli, come risulta dai registri parrocchiali (all'a. 1727), da ex voto e da stampe popolari di fine Ottocento. La chiesa di S. Martino di Variano, che poi insieme con la località mutò il suo titolo in S. Bellino, fu precoce meta di pellegrinaggio, come confermano la recente ricognizione del contenuto dell'arca e le monete in essa rinvenute.
mercoledì 25 novembre 2015
Piccola "frana" a Bagnamare (foto Antony Cappadona)
Piccola "frana" a Bagnamare in prossimità dell'inizio della salita del tunnel.
Dal costone sono precipitati sulla sede stradale, principalmente, piante di ficodindia (foto Antony Cappadona)
L'ultraleggero precipitato alle Eolie Si indaga sulle cause dell'incidente
Le salme di Giuseppe Alabiso e del figlio Emanuele sono al "Papardo" di Messina, in attesa dell'autopsia che è stata disposta dal sostituto procuratore del tribunale di Barcellona Fabrizio Monaco.
Padre e figlio sono morti dopo che l'aereomobile ultraleggero che stava sorvolando l'isola di Stromboli è finito in mare.
Nel frattempo, proseguono le indagini per accertare le cause dell'incidente che comunque si rivelano piuttosto delicate, anche perché questi piccoli aerei non sono in possesso della scatola nera. Per di più il velivolo è letteralmente colato a picco a 12 miglia a nord della vulcanica isola eoliana.
Tra le ipotesi più attendibili si pensa ad un problema tecnico o a un malore del pilota.
Strepitosa doppietta per il Signum di Malfa al Barawards 2015
Oltre trecento persone hanno affollato la serata di gala di ieri sera, durante la quale sono stati decretati i vincitori di Barawards 2015: il premio promosso da Bargiornale in collaborazione con Ristoranti, per valorizzare la professionalità e l’innovazione di bar, alberghi e ristoranti.
I vincitori dei Barawards 2015 sono stati selezionati grazie ad un elevato numero di voti giunti in redazione: oltre 9.000 per locali e i professionisti e più di 8.000 per i prodotti.
I premi sono andati a 45 locali, 25 professionisti e 12 prodotti innovativi.
Il Signum di Malfa (Salina) ha portato a casa ben due riconoscimenti, confermandosi punto di riferimento nella ristorazione d’eccellenza.
Il Signum si aggiudica il premio come Ristorante d’albergo dell’anno.
Il Signum porta a casa anche il riconoscimento per la giovane e talentuosa Martina Carus (nella foto)o che riceve il Premio Rum Diplomatico come Chef dell’anno
Sicilia: blocco spesa per 51 mln, colpiti comuni e precari. Fondi bloccati, tra l’altro, per la gestione del dissalatore di Lipari
(gds.it) PALERMO- C’è anche il personale a tempo determinato impegnato in attività di protezione civile, ambientale e del territorio, delle acque e dei rifiuti nel calderone della spesa bloccata dal governo Crocetta, su indicazione dell’assessore all’Economia Alessandro Baccei. In totale i capitoli bloccati sono 159, per un totale di 51,2 milioni di euro “congelati” perché la Regione ha incamerato minori entrate rispetto a quelle previste. Per la proroga dei contrattisti, pari a un milione mezzo, è stata bloccata l’intera disponibilità. La cifra più consistente riguarda i comuni: ben 18,8 milioni destinati al ripianamento dei debiti relativi al servizio di gestione integrata dei rifiuti; altri 11,9 mln sono relativi al fondo di riserva per le spese obbligatorie e per la riassegnazione dei residui passivi di parte corrente; 2,1 mln euro nel fondo per l’integrazione degli stanziamenti dei capitoli di spesa relativi ai limiti poliennali di impegno. Niente soldi per nuove leggi di spese (2 mln) e per eventuali maggiori esigenze per consumi intermedi (1,9 mln).
Congelata l’intera disponibilità, pari a 747.817,20 euro, per le spese di funzionamento delle Soprintendenze per i beni culturali e ambientali, le biblioteche, i centri regionali e i parchi culturali; stop a 542.807,02 euro per il funzionamento dei musei regionali e interdisciplinari, a 80 mila euro ancora per musei, gallerie e pinacoteche, a 1,4 milioni per la liquidazione e la ricapitalizzazione di enti e società a partecipazione regionale, a 20 mila euro per il potenziamento dell’ufficio idrografico regionale e l’avviamento dle centro funzionale di previsione e prevenzione del rischio idrogeologico, a 743.489 per la gestione del servizio di dissalazione delle isole minori di Pantelleria, Ustica, Lampedusa, Linosa e Lipari, a 55 mila euro per l’ufficio di coordinamento dei servizi informativi regionali e per l’attività informatica della Regione, a 5 milioni per l’acquisto di software e hardware per il funzionamento dei sistemi informativi della Regione, a 143 mila euro per le attività sportive delle Università, a 100 mila euro per il funzionamento amministrativo e didattico delle Accademie di Belle arti e dei conservatori di musica statali, dimezzato (da 246 a 146 mila euro) i fondi per gli armatori e i marittimi che hanno subito danni per i sequestri illegittimi di imbarcazioni nel Mediterraneo.
E ancora: bloccati 228.035 euro alle Università di Palermo, Catania e Messina per l’istituzione di ulteriori borse di studio per la frequenza alle scuole di specializzazione nelle facoltà di medicina e chirurgia, 60 mila euro per l’istituzione di parchi e riserve naturali. Congelati anche fondi per le missioni di alcuni assessori, di componenti di uffici di gabinetto e di personale della Regione.
Congelata l’intera disponibilità, pari a 747.817,20 euro, per le spese di funzionamento delle Soprintendenze per i beni culturali e ambientali, le biblioteche, i centri regionali e i parchi culturali; stop a 542.807,02 euro per il funzionamento dei musei regionali e interdisciplinari, a 80 mila euro ancora per musei, gallerie e pinacoteche, a 1,4 milioni per la liquidazione e la ricapitalizzazione di enti e società a partecipazione regionale, a 20 mila euro per il potenziamento dell’ufficio idrografico regionale e l’avviamento dle centro funzionale di previsione e prevenzione del rischio idrogeologico, a 743.489 per la gestione del servizio di dissalazione delle isole minori di Pantelleria, Ustica, Lampedusa, Linosa e Lipari, a 55 mila euro per l’ufficio di coordinamento dei servizi informativi regionali e per l’attività informatica della Regione, a 5 milioni per l’acquisto di software e hardware per il funzionamento dei sistemi informativi della Regione, a 143 mila euro per le attività sportive delle Università, a 100 mila euro per il funzionamento amministrativo e didattico delle Accademie di Belle arti e dei conservatori di musica statali, dimezzato (da 246 a 146 mila euro) i fondi per gli armatori e i marittimi che hanno subito danni per i sequestri illegittimi di imbarcazioni nel Mediterraneo.
E ancora: bloccati 228.035 euro alle Università di Palermo, Catania e Messina per l’istituzione di ulteriori borse di studio per la frequenza alle scuole di specializzazione nelle facoltà di medicina e chirurgia, 60 mila euro per l’istituzione di parchi e riserve naturali. Congelati anche fondi per le missioni di alcuni assessori, di componenti di uffici di gabinetto e di personale della Regione.
Pianogreca-Monte al buio. Vento Eoliano chiede urgente ripristino della pubblica illuminazione
Al Sindaco del Comune di Lipari Rag. Marco Giorgianni
All’Assessore del Comune di Lipari Avv. Gaetano Orto
Alla Società Elettrica Liparese
OGGETTO: Frazione
Pianogreca- Monte non funzionamento illuminazione pubblica
Stante le ripetute
segnalazioni effettuate dai cittadini delle Frazioni di Pianogreca- Monte
presso le competenti sedi del Comune di Lipari e della Società Elettrica
Liparese, rimaste inosservate , si segnala che l’illuminazione pubblica da circa un mese nelle
Frazioni sopra citate non è funzionante.
Alla luce del contenzioso sorto tra i principali attori, il Comune
di Lipari e la Società Elettrica
Liparese, che vede penalizzati gli abitanti delle Frazioni e non solo, i quali
evidenziano come tra i servizi indivisibili onerosamente contribuiscono al
pagamento dell’illuminazione pubblica.
Si chiede
alle SS.LL. di attivarsi urgentemente al ripristino
dell’illuminazione visto che gli abitanti della Frazione versano in un oggettivo stato di insicurezza.
Cordialmente
Lipari 25.11.2015
Avv. Francesco Rizzo (Fondatore “Vento Eoliano”)
Dott.ssa Annarita Gugliotta (Cons. Com. “Vento Eoliano”)
Ing. Giuseppe Vassallo ( Coordinatore ”Vento Eoliano”)
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