Sono gli obiettivi del Piano dell’Anas da 20,2 miliardi di euro, voluto dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e dal presidente Gianni Vittorio Armani, presentato ieri insieme al presidente dell’Anci Enzo Bianco e al presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino.
Il piano è la messa in numeri della «nuova stagione» di Anas dopo l’arrivo di Armani. Qualcuno si è azzardato a chiamarla rivoluzione copernicana, forse più semplicemente si chiama buona amministrazione ovvero «cultura del mantenimento» (come l’ha definita Enzo Bianco) del patrimonio infrastrutturale del Paese. Per la prima volta infatti, la parte più cospicua dei finanziamenti viene destinata alla manutenzione straordinaria (8,2 miliardi di euro) e al completamento degli itinerari (8,8 miliardi) alle opere nuove saranno destinati «solo» 3,2 miliardi. Il piano ha una prospettiva quinquennale, dal 2015 al 2019. «Dobbiamo recuperare un gap di infrastrutture soprattutto al Sud dove impiegheremo più del 60% degli investimenti» ha detto Armani. Fra questi 1,765 miliardi saranno per ultimare la Salerno Reggio Calabria e 1,671 miliardi per la Orte-Mestre, più di 1 miliardo andrà alla SS 106 Jonica.
Per realizzare il rafforzamento degli asset infrastrutturali, migliorare degli accessi in città e il potenziamento dei collegamenti intermodali «Anas - ha detto Delrio - avrà a disposizione fin da subito, non a consuntivo, i finanziamenti necessari».
Questo anche grazie allo stanziamento di quasi 7 miliardi (esattamente 6,8) previsto dalla legge di Stabilità 2016 che «garantisce ad Anas un orizzonte più certo per la programmazione e gli investimenti». Non siamo ancora all’autonomia finanziaria di Anas auspicata da Armani e Delrio attraverso il meccanismo del versamento di una quota di accise sui carburanti direttamente alla società, ma è un passo significativo in quella direzione.
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