Dagli abissi del Tirreno meridionale, tra l’arcipelago eoliano e la costa campana, affiorano resti dello “Storm 300” su cui viaggiavano Giuseppe ed Emanuele Alabiso, precipitati lunedì pomeriggio mentre su un ultraleggero sorvolavano l’isola di Stromboli. Pezzi di velivolo raccolti dai militari della Guardia costiera. «Tra questi ve ne è uno che potrebbe rivelarsi interessante», ci dice il procuratore capo della Repubblica di Barcellona, Emanuele Crescenti, che con il sostituto Francesco Monaco conduce le indagini: altra inchiesta, parallela, è stata aperta dopo il disastro dall’Enac con cui l’autorità giudiziaria sta collaborando a pieno regime per individuare le cause della tragedia.
«Si tratta», entra nel merito Crescenti, «di un pezzo ampio più di un metro. Non sappiamo ancora se deriva dalla carlinga o da un’ala», ma questo sarà possibile scoprirlo. «Tutte le parti che finora sono emerse, invero poche, saranno inviate al Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri», che ha sede a Messina. «L’indagine è particolarmente complessa», conclude il procuratore, «ma faremo tutto quel che c’è da fare, non tralasciando nulla».
A 72 ore dalla tragedia che ha distrutto una famiglia, emergono tuttavia elementi di interesse che concorrono, quantomeno, a dar forma al quadro delle ricostruzioni. L’ultraleggero, che come s’è avuto già modo di rilevare è privo di scatola nera (questo tipo di aerei non ne sono dotati), sicché le fasi del volo finale da Gela a Foggia non potranno essere ricostruite nel dettaglio, giace a 1500 metri di profondità, a più di 12 miglia nord-est dall’isola di Stromboli. Impossibile recuperare il relitto, «è stata già una fortuna», afferma realisticamente Crescenti, «aver recuperato i due corpi». Tutte le parti emerse del velivolo sono attualmente tenute in custodia dalla Guardia costiera di Lipari, in attesa di essere inviate al Ris.
Stamani, intanto, all’ospedale Papardo di Messina, sarà effettuata l’autopsia sui corpi di Giuseppe ed Emanuele Alabiso. Formale avviso è stato notificato ai familiari. L’esame medico-legale è stato affidato alla dottoressa Fabiano. Poi le salme potranno essere trasferite a Gela per i funerali. L’ultimo saluto che una città attonita darà al “medico volante” e a suo figlio. A celebrare le esequie di Giuseppe ed Emanuele, amatissimi, nella chiesa Madre, dovrebbe essere monsignor Grazio Alabiso, zio delle vittime. È prevista una folla immensa.
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