Il nuovo porto a Sud rappresenta la soluzione definitiva
ai problemi che il traghettamento crea a Villa San Giovanni, ed infatti il
progetto era stato giustamente inserito nella programmazione dell’AdSP. Per
questo, sorprende e preoccupa notare che il progetto non rientri tra gli
interventi immediatamente realizzabili avvalendosi dei fondi e delle procedure
semplificate del PNRR.
“Avevo
personalmente già avuto modo di lamentare la mancanza di collegialità nelle
scelte strategiche su quelle aree della Città di Messina che non hanno
destinazione portuale. Adesso anche il Tavolo del Partenariato del Mare chiede
il confronto all’AdSP dello Stretto per poter apportare il proprio contributo
di professionalità ed esperienza nelle scelte per gli sviluppi futuri dei porti
di competenza di quell’Ente.
In
questo senso va letta la comunicazione inviata dal Partenariato al Presidente
Mega, con l’auspicio collettivo di un cambio di rotta, finalmente in direzione
di quella collegialità nelle decisioni cha da sempre anche noi armatori privati
auspichiamo.
“In
attesa di poter apportare il mio contributo in uno specifico tavolo di
confronto, non ho potuto tuttavia non notare, spulciando le intese raggiunte
col Comune di Villa San Giovanni durante il Commissariamento, che la
realizzazione del Porto a Sud della città nostra dirimpettaia non è più tra le
priorità realizzative dei programmi dell’Autorità di Sistema Portuale.
“Di
quest’approdo che sarebbe speculare a quello di Tremestieri (con tutto ciò che
di positivo conseguirebbe in termini di tempi di percorrenza dei traghetti) e
che risolverebbe quel vulnus per la città e i cittadini (dal punto di vista del
traffico veicolare, dell’inquinamento e della relativa congestione della
viabilità) che anche il Comune di Villa San Giovanni da tempo denuncia, si
parla ormai da troppo tempo.
“Il
primo progetto del nuovo porto a sud, collegato direttamente con l’autostrada,
fu presentato dal Caronte&Tourist nel 2001 (quando a Messina si decise di
realizzare l’approdo di Tremestieri) senza tuttavia ottenere le necessarie
autorizzazioni. Il progetto fu in seguito donato all’amministrazione pubblica,
auspicandone l’adozione.
“Sul
fatto che esso rappresenti la soluzione definitivo per il problema creato dal
traghettamento a Villa San Giovanni sono ancora a parole tutti d’accordo. Sorge
però il dubbio che non sia più così.
“Infatti,
sebbene il Porto a Sud sia stato inserito nella programmazione futura della
ADSP, esso non rientra tra gli interventi la cui realizzazione è prevista
immediatamente avvalendosi dei fondi e delle procedure semplificate del PNRR.
“È
invece prevista la realizzazione di due nuovi scivoli per il traghettamento di
autovetture, con un ulteriore potenziamento della viabilità esistente, nel cosi
detto “Lido Cenide”. L’intervento è finanziato anche con i fondi del PNRR e
realizzabile realisticamente in 4/5 anni.
“Una
proposta questa che è stata più volte avanzata da Caronte & Tourist al fine
di migliorare l’utilizzabilità degli approdi esistenti, per cui si tratta di un
tema di cui si è già ampiamente discusso.
Solo
dopo si penserà all’approdo a Sud. E poiché per realizzare un nuovo porto in Italia
con procedure ordinarie servono non meno di 10 anni dal momento dell’ideazione,
sarà un “dopo” piuttosto lontano…
“Ma,
tenuto conto che la costruzione del Porto di Tremestieri sta subendo continui
ritardi, e che per renderlo realmente operativo saranno necessarie rilevanti
opere di completamento (di, tanto per cambiare, cui ancora non c’è traccia di
condivisione con gli stakeholder) che richiederanno altro tempo, non sarebbe
forse stato più lungimirante concentrarsi unicamente sulla realizzazione del
Porto a Sud di Villa san Giovanni, utilizzando di fondi e procedure accelerate
del PNRR, tentando così di recuperare parte del ritardo lato Calabria?
“Scelta
impegnativa certo, direi una vera sfida. Ma che sarebbe potuta scaturire da un
confronto aperto e trasparente tra tutti gli stakeholder, ove mai però un
confronto ci fosse stato.
Confidiamo
comunque che si possa recuperare il ritardo, nell’interesse del territorio, dei
cittadini, delle imprese e dei lavoratori del settore, grazie anche ad un
confronto tra stakeholder e ADSP “vero”, con una tempistica bloccata ma
ragionevole, e non incontri generici durante i quali si dovrebbe decidere su
tutto, ma in realtà non si riesce ad approfondire niente”.