Riceviamo e pubblichiamo:
Leggo
molteplici interventi che fanno notare come il regolamento per il cosiddetto
“contributo di sbarco” presenti contraddizioni, difficoltà interpretative e
lacune che, tra l'altro, lo rendono soggetto a possibili ricorsi in sede
amministrativa.
Sono
già intervenuto sulla questione: non è tassando chi decide di venire in vacanza
alle Eolie che si risolvono i problemi, ma queste sono scelte politiche, tra
l'altro mi pare condivise da tutti gli
aspiranti alla carica di sindaco. Continuo a pensare che ci siano altre forme
più accettabili di tassazione per i turisti, ma non posso pretendere di
sottoporre a sforzi eccessivi chi si sta impegnando nel proporre agli elettori
progetti di sviluppo radioso per le nostre isole. Mi permetto, tuttavia, di
sottolineare come quel regolamento, ed invito tutti a leggerlo, sia
inaccettabile, oltre che nel contenuto, nella forma. Siccome chi paga ha il
diritto di sapere e capire cosa e perché sta pagando, sarebbe stato opportuno
scriverlo in maniera adeguata, disciplinando meglio i modi di pagamento ed
individuando finalità indubitabili, così da poter pagare una volta e con la
certezza poi di avere in cambio servizi coerenti ai motivi per i quali
l'introduzione della tassa è stata chiesta in sede legislativa. Per essere più chiari,
non vorrei che finisse in salsicciata.
Quanto
alla forma, il regolamento adottato presenta un testo, poi emendato con
pezzetti di carta scritti a mano, talvolta con strafalcioni ortografici,
correzioni e cancellature. Non mi pare che un provvedimento così importante,
tra l'altro destinato anche a soggetti stranieri i quali hanno anche loro il
diritto alla chiarezza, possa essere presentato in quella forma. Sarebbe stato
un gesto quantomeno gentile nei confronti dei contribuenti, scriverlo in
maniera conveniente. Ma anche la gentilezza prevede una certa competenza.
Angelo Natoli