I dati provinciali relativi al
II trimestre 2020 registrano un saldo positivo (+ 129) tra iscrizioni (713) e
cessazioni (584) che sembrerebbe evidenziare una sostanziale tenuta del tessuto
imprenditoriale, ma confrontandoli con quelli del II trimestre 2019, le
iscrizioni risultano in calo di 187 unità, così come le cessazioni (-21)
evidenziando un dato nel periodo (2019-2020) in diminuzione del 20% rispetto
alle iscrizioni e del -3,47% delle cessazioni.
«L’effetto
Coronavirus continua a pesare notevolmente sul sistema imprenditoriale
provinciale – afferma il presidente della Camera di commercio, Ivo Blandina –
come già i dati relativi al I trimestre 2020 sull’andamento economico del
Messinese, anch’essi elaborati dall’ufficio Statistica dell’Ente camerale,
avevano rilevato. Un dato drammatico, che, da un lato, segna l’indebolimento
della voglia di fare impresa dei messinesi a causa del difficile scenario nel
quale si è costretti a operare; dall’altro, evidenzia come la pandemia da Covid
19 abbia inciso profondamente sul nostro territorio, costringendo numerose
attività ad abbassare la saracinesca. La
prospettiva di recessione e desertificazione è gravissima, come già è stata
denunciata nei mesi precedenti, e pesantissime sono e saranno le conseguenze a
livello occupazionale e sui consumi se non saranno posti in essere
improcrastinabili rimedi correttivi a sostegno del tessuto produttivo».
Analizzando il dato
per singolo settore economico, il Commercio è quello con una maggiore
dinamicità, registrando il numero più alto di iscrizioni (96) e di cessazioni
(214), che portano ad un saldo negativo pari a -118 unità. Pur rimanendo il
settore più rappresentativo con il 32,45% sul totale delle imprese registrate,
è anche quello che segna la maggior flessione, seguito dall’Attività di
alloggio e ristorazione (saldo -38 unità) e dall’Agricoltura (-17 unità). Il
settore che registra, invece, il miglior risultato in termini di saldo è quello
delle Costruzioni, con un +44 a fronte di 81 iscrizioni e 37 cessazioni.
Anche il dato
comunale registra un saldo generale in positivo (+6), a fronte delle 185 iscrizioni
e delle 179 cessazioni. Permane, però, la differenza con il dato del II
trimestre del 2019: sono rispettivamente 75 e 11 in meno le iscrizioni e le
cessazioni, con una variazione percentuale negativa per entrambi i valori
(-28,8% le iscrizioni e – 5,79% le cessazioni).
L’analisi del
tessuto imprenditoriale comunale rileva, come già riferito per l’ambito
provinciale, come sia sempre il Commercio il settore con la maggiore
dinamicità, a fronte delle 30 iscrizioni e delle 70 cessazioni che comportano
un saldo negativo di – 40; gli altri settori “in sofferenza” sono l’Attività
dei servizi di alloggio e ristorazione (6 iscrizioni, 16 cessazioni, -16
saldo), l’Agricoltura (4 iscrizioni, 9 cessazioni, -5 saldo) e le Attività
finanziarie e assicurative (5 iscrizioni, 10 cessazioni, -5 saldo). Il settore
con la migliore “tenuta” risulta esser quello delle Attività professionali,
scientifiche e tecniche, con un saldo positivo (+4) a fronte delle 8 iscrizioni
e 4 cessazioni.
Fotografando l’andamento
dell’imprenditoria femminile provinciale, la situazione cambia poco. I dati,
infatti, risultano essere sempre poco confortanti, evidenziando un sostanziale
“stallo” tra iscrizioni (207) e cessazioni (210) intervenute nel corso del II
trimestre 2020 che, comunque, costituiscono un peggioramento rispetto ai dati
del pari periodo 2019 in cui il saldo era di +82 unità. Infatti, diminuiscono
di 51 unità le iscrizioni e, al contempo, aumentano di 34 unità le cessazioni.
Analizzando il dato nel periodo 2019-2020, le iscrizioni risultano in calo del
-17,53% mentre le cessazioni salgono del 19,32%.
Così come registrato
nel dato provinciale generale, anche nell’ambito delle imprese femminili, il
Commercio si conferma il settore con la dinamicità più marcata nella variazione
dei valori (23 iscrizioni, 86 cessazioni, saldo – 63) e quello che risente di
più in termini di perdita di consistenza numerica (-63 unità), seguito a
distanza dall’Agricoltura (13 iscrizioni, 27 cessazioni, -14 saldo), dalle
Attività di alloggio e ristorazione (17 iscrizioni, 23 cessazioni, -6 saldo),
Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese e Istruzione
(saldo -4). Il resto dei settori registra sostanzialmente una situazione di
stagnazione con valori prossimi allo 0.
Ancora più marcata risulta la
“sofferenza” delle imprese femminili sul territorio comunale. Infatti, a fronte
di 58 iscrizioni si registrano 63 cessazioni, che portano in negativo il valore
del saldo (- 5).
Il dato è ancor più rilevante se lo si
confronta con quello del II trimestre 2019 in cui, al contrario, il saldo tra
iscrizioni (70) e cessazioni (51) è risultato positivo di 19 unità: risulta
logica la conseguenza di una variazione in negativo delle iscrizioni, che si
attesta a -17,14% così come l’incremento percentuale (+23,52%) delle iscrizioni,
prendendo come parametri i dati del periodo precedente.
«La
dinamica imprenditoriale nel Comune di Messina, ricalca a grandi linee quella
già evidenziata per il dato provinciale – afferma la segretaria generale, Paola
Sabella - il settore maggiormente rappresentativo resta quello del Commercio
(39,28% del totale delle imprese registrate escluse le Non classificate), così
come quello con i dati numerici più alti, sia in termini di iscrizioni (+7) che
di cessazioni (+31). Il saldo di -24 costituisce il parametro per definire, al
contempo, il Commercio come il settore in maggiore sofferenza. Il resto dei
settori, comunque, non gode certo di migliore salute. Quel che emerge dalla
lettura del dato statistico è una sostanziale stagnazione in ogni settore, con
valori che si discostano di poco dallo zero sia in termini positivi che
negativi».