Lipari
(Salvatore Sarpi)
Non si è fatta attendere la replica dell’amministrazione comunale di Lipari
dopo che il dirigente scolastico di Lipari1, Mirella Fanti aveva parlato,
riferendosi al tavolo di lavoro organizzato dal comune sulle problematiche
della scuola di Filicudi, di “sconfinamenti di competenze degli organi del
Comune che oserei configurare come un abuso d'ufficio”.
In una nota diffusa
dall’amministrazione Giorgianni si legge:”Si apprende con rammarico che
l’interesse e l’attenzione giustamente dimostrati da parte del Comune di Lipari,
ed in particolare dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione, nel ricercare gli
strumenti più idonei a promuovere un confronto costruttivo tra le istituzioni e
tra queste e la comunità vengano strumentalizzati con dichiarazioni
incomprensibili e fuori luogo, soprattutto riferite ad un’ipotesi di “abuso
d’ufficio”. L’Assessore alla Pubblica Istruzione ha agito nel pieno rispetto
delle funzioni e dei compiti attribuiti dalla legge all’Ente Locale in materia
di Istruzione. In tale ambito, infatti, il Comune riveste un importante ruolo
in quanto è chiamato non solo ad erogare i servizi ma anche a programmare,
coordinare e promuovere iniziative ed attività che migliorino la qualità della
formazione e l’efficacia dei processi di apprendimento, secondo quanto previsto
dall’art.139 del D.L.vo 112/98 – “Conferimento di funzioni e compiti
amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali”.
Inoltre –
continua la nota - si ricorda che la stessa Legge sull’Autonomia Scolastica –
D.P.R. 275/99 – all’art.1 afferma che “le istituzioni scolastiche provvedono
alla definizione e alla realizzazione dell’offerta formativa nel rispetto dei
compiti e delle funzioni trasferiti agli enti locali e a tal fine interagiscono
tra loro e con gli enti locali promuovendo il raccordo e la sintesi tra le
esigenze e le potenzialità individuali e gli obiettivi nazionali del sistema di
istruzione.” L’Amministrazione, pertanto, ha il diritto-dovere di intervenire
al fine di dare ascolto alle richieste provenienti dai singoli cittadini e/o
dai diversi enti ed istituzioni presenti sul territorio che si occupano di
istruzione e formazione, senza tuttavia entrare nel merito delle scelte
didattiche in quanto non si ha alcuna intenzione di invadere competenze e
prerogative altrui essendo sufficienti quelle delegate dalla legge. Lo si può
chiamare tavolo tecnico, incontro programmatico, riunione informale o come si
vuole ma nulla può impedire ad un’Amministrazione di ricercare risposte a
seguito di sollecitazioni dei propri concittadini attraverso quello che appare,
a tal proposito, lo strumento più adatto a garantire il rispetto dei diversi
ruoli e compiti in quanto luogo di dialogo, di discussione propositiva e non di
decisione”.