È di qualche giorno fa
la notizia di un “importante incontro” (cito testualmente il comunicato stampa)
organizzato da AIPF a Lipari sulla “protezione del patrimonio marino”, cui
hanno preso parte – tra pochi altri selezionati – il sottosegretario
all’ambiente Morassut e il senatore Ranucci. Se la memoria non mi inganna, già
qualche anno fa la stessa associazione aveva organizzato un incontro sul
medesimo argomento, questa volta a Panarea e con la partecipazione
dell’onorevole Casini.
Sembra che l’associazione
ami organizzare di tanto in tanto incontri dove esponenti politici nazionali
vengono informati dell’esigenza di proteggere gli ambienti marini
dell’arcipelago. Del resto, ognuno è libero di incontrarsi dove e quando vuole,
e immagino che lo scopo sia quello di rassicurare periodicamente i finanziatori
dell’associazione, dato che dopo tali incontri non si registra nulla di nuovo,
a parte le folcloristiche polemiche con settori della nostra comunità
geneticamente allergici alla parola “protezione”.
Tuttavia, mi chiedo se
tali sforzi siano manieristici – e allora non ne parliamo più, va bene lo
stesso – oppure improntati a un sincero desiderio di cambiare lo stato delle
cose.
Qualcuno nel corso
dell’incontro ha forse ricordato a Morassut e Ranucci di fare il lavoro per il
quale vengono lautamente pagati? Il primo infatti è un autorevole
rappresentante del governo in carica, il secondo siede nell’emiciclo – peraltro
in maggioranza – dove si votano le leggi dello Stato. Una di queste, la 244 del
24 dicembre 2007, ha istituito il Parco Nazionale terrestre e marino delle
Isole Eolie. Si vuole proteggere il patrimonio marino dell’arcipelago? Bene:
basta applicarla.
Morassut e Ranucci lo
sanno benissimo, ma il loro enigmatico silenzio – al pari di quello di altri – alimenta
uno stato di permanente illegalità: per legge le isole sono Parco Nazionale da
tredici anni, eppure assistiamo alle passerelle stagionali di politici incapaci
di assumersi qualche responsabilità e di farla finalmente valere, questa legge.
Pantelleria è stata
più fortunata: è bastato un incendio nel 2016 e pochi giorni dopo, magicamente,
il decreto istitutivo è stato firmato dal Presidente della Repubblica. Da noi,
nonostante volenterosi piromani si siano spesi decine di volte per mandare in
fumo l’isola, continuiamo a fare “importanti incontri” e a parlarci addosso.
La riflessione va
estesa oltre l’episodio che questa volta ha visto come protagonisti di turno
Morassut e Ranucci. Per esempio, sul sito “Sicilia 5 Stelle” un comunicato del
12 settembre 2018 annunciava un altro incontro, quello tra i deputati regionali
Palmeri, Campo e Trizzino e il ministro Costa (http://www.sicilia5stelle.it/2018/09/ambiente-ministro-costa-incontra-deputati-m5s-sicilia-su-rischio-desertificazione-rifiuti-e-bonifica-coste/) per parlare anche dell’istituendo
Parco delle Eolie. Peccato che nulla sia poi stato comunicato riguardo all’esito
dello stesso.
Detesto il
qualunquismo, ma tirando le somme devo ammettere con dispiacere che siamo
veramente nelle mani di nessuno. Siamo ostaggio di una classe politica pavida, priva
di una visione, che di fronte a una legge votata in
parlamento preferisce girare il naso dall’altra parte e ci condanna all’assenza
di strumenti concreti per affrontare il futuro in modo sostenibile.
Evidentemente, in
questo paese l’imperativo non è fare, ma incontrarsi.
Pietro Lo Cascio