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sabato 5 settembre 2020

Il paese degli incontri e il non fare (di Pietro Lo Cascio)


È di qualche giorno fa la notizia di un “importante incontro” (cito testualmente il comunicato stampa) organizzato da AIPF a Lipari sulla “protezione del patrimonio marino”, cui hanno preso parte – tra pochi altri selezionati – il sottosegretario all’ambiente Morassut e il senatore Ranucci. Se la memoria non mi inganna, già qualche anno fa la stessa associazione aveva organizzato un incontro sul medesimo argomento, questa volta a Panarea e con la partecipazione dell’onorevole Casini.
Sembra che l’associazione ami organizzare di tanto in tanto incontri dove esponenti politici nazionali vengono informati dell’esigenza di proteggere gli ambienti marini dell’arcipelago. Del resto, ognuno è libero di incontrarsi dove e quando vuole, e immagino che lo scopo sia quello di rassicurare periodicamente i finanziatori dell’associazione, dato che dopo tali incontri non si registra nulla di nuovo, a parte le folcloristiche polemiche con settori della nostra comunità geneticamente allergici alla parola “protezione”.
Tuttavia, mi chiedo se tali sforzi siano manieristici – e allora non ne parliamo più, va bene lo stesso – oppure improntati a un sincero desiderio di cambiare lo stato delle cose.
Qualcuno nel corso dell’incontro ha forse ricordato a Morassut e Ranucci di fare il lavoro per il quale vengono lautamente pagati? Il primo infatti è un autorevole rappresentante del governo in carica, il secondo siede nell’emiciclo – peraltro in maggioranza – dove si votano le leggi dello Stato. Una di queste, la 244 del 24 dicembre 2007, ha istituito il Parco Nazionale terrestre e marino delle Isole Eolie. Si vuole proteggere il patrimonio marino dell’arcipelago? Bene: basta applicarla.
Morassut e Ranucci lo sanno benissimo, ma il loro enigmatico silenzio – al pari di quello di altri – alimenta uno stato di permanente illegalità: per legge le isole sono Parco Nazionale da tredici anni, eppure assistiamo alle passerelle stagionali di politici incapaci di assumersi qualche responsabilità e di farla finalmente valere, questa legge.
Pantelleria è stata più fortunata: è bastato un incendio nel 2016 e pochi giorni dopo, magicamente, il decreto istitutivo è stato firmato dal Presidente della Repubblica. Da noi, nonostante volenterosi piromani si siano spesi decine di volte per mandare in fumo l’isola, continuiamo a fare “importanti incontri” e a parlarci addosso.
La riflessione va estesa oltre l’episodio che questa volta ha visto come protagonisti di turno Morassut e Ranucci. Per esempio, sul sito “Sicilia 5 Stelle” un comunicato del 12 settembre 2018 annunciava un altro incontro, quello tra i deputati regionali Palmeri, Campo e Trizzino e il ministro Costa (http://www.sicilia5stelle.it/2018/09/ambiente-ministro-costa-incontra-deputati-m5s-sicilia-su-rischio-desertificazione-rifiuti-e-bonifica-coste/) per parlare anche dell’istituendo Parco delle Eolie. Peccato che nulla sia poi stato comunicato riguardo all’esito dello stesso.
Detesto il qualunquismo, ma tirando le somme devo ammettere con dispiacere che siamo veramente nelle mani di nessuno. Siamo ostaggio di una classe politica pavida, priva di una visione, che di fronte a una legge votata in parlamento preferisce girare il naso dall’altra parte e ci condanna all’assenza di strumenti concreti per affrontare il futuro in modo sostenibile.
Evidentemente, in questo paese l’imperativo non è fare, ma incontrarsi.

Pietro Lo Cascio

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