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lunedì 8 agosto 2016
TARTAWORLD. Parte la campagna di sensibilizzazione per la tutela e la salvaguardia delle tartarughe marine
COMUNICATO STAMPA
Prende il via anche in Sicilia la campagna di informazione e sensibilizzazione del progetto TartaLife, TartaWorld, che oggi arriva a Lampedusa e Linosa. Una campagna destinata ai turisti, ai residenti, alle amministrazioni locali e che vuole far conoscere i tanti pericoli che minacciano la sopravvivenza delle tartarughe marine e far comprendere come sia necessario introdurre adeguate misure per la loro tutela. L’iniziativa è promossa dal Comune di Lampedusa e dall’Area Marina Protetta Isole Pelagie, già partner del progetto, in la collaborazione della società Cooperativa Green Life, Marevivo e WW e si dividerà in 130 eventi informativi e promozionali. A curare gli appuntamenti negli hotel, nelle riserve naturali, nei centri cittadini, nelle scuole e nei parchi ci saranno tre giovani biologi ed esperti di tartarughe. Le speciali lezioni saranno dedicate e aperte a tutti, con particolare attenzione al mondo dei pescatori. Saranno loro i principali alleati in questa azione di salvaguardia della vita delle tartarughe che spesso restano impigliate tra le loro reti.
IL PROGETTO
Nel 2013 la Comunità Europea ha finanziato il Progetto TartaLife – “Riduzione della mortalità della tartaruga marina nelle attività di pesca professionale”, promosso nelle 15 regioni italiane che si affacciano sul mare e che vuole affrontare la complessa problematica della mortalità delle tartarughe marine. La mortalità è dovuta alle catture accidentali e per questo il progetto metterà in campo fino al 2018 azioni pianificate per sensibilizzare al tema.
Il progetto si realizza grazie alla sinergia tra CNR-ISMAR (ente capofila) e gli altri partner, ovvero Provincia Regionale di Agrigento (oggi Libero Consorzio Comunale), Ente Parco Nazionale dell’Asinara, Fondazione Cetacea, CTS, AMP Isole Egadi, Legambiente, AMP Isole Pelagie (Ente Gestore Comune di Lampedusa e Linosa) e Consorzio UNIMAR.
Il progetto si realizza grazie alla sinergia tra CNR-ISMAR (ente capofila) e gli altri partner, ovvero Provincia Regionale di Agrigento (oggi Libero Consorzio Comunale), Ente Parco Nazionale dell’Asinara, Fondazione Cetacea, CTS, AMP Isole Egadi, Legambiente, AMP Isole Pelagie (Ente Gestore Comune di Lampedusa e Linosa) e Consorzio UNIMAR.
GLI EVENTI INFORMATIVI A LAMPEDUSA E LINOSA
Nelle due isole siciliane gli eventi saranno organizzati nelle spiagge, negli hotel, nel centro cittadino, negli hotel, nelle scuole, nei centri di recupero tartarughe, nei parchi e nelle riserve, nei centri d’accoglienza dell’Area Marina Protetta di Lampedusa e Linosa. E poi anche nella sede delle associazioni di pescatori, destinatari privilegiati di questa campagna. Perché sono loro i principali alleati per il salvataggio delle tartarughe che accidentalmente finiscono nelle loro reti da pesca.
Nelle due isole siciliane gli eventi saranno organizzati nelle spiagge, negli hotel, nel centro cittadino, negli hotel, nelle scuole, nei centri di recupero tartarughe, nei parchi e nelle riserve, nei centri d’accoglienza dell’Area Marina Protetta di Lampedusa e Linosa. E poi anche nella sede delle associazioni di pescatori, destinatari privilegiati di questa campagna. Perché sono loro i principali alleati per il salvataggio delle tartarughe che accidentalmente finiscono nelle loro reti da pesca.
I biologi spiegheranno le specificità biologiche del Mediterraneo e della sua biodiversità, dando risalto all’importanza di preservare gli ecosistemi per la salvaguardia dell’intero pianeta. Con le loro lezioni, cercheranno di alimentare la nascita di buone regole comuni di rispetto dell’ambiente e della sua popolazione, i principi di cittadinanza operosa e la presa di coscienza per dare il via al cammino educativo che conduce al rispetto e alla tutela delle risorse naturali.
I DATI
Nel Mediterraneo, ogni anno, sono oltre 130 mila le tartarughe marine della specie tartaruga Caretta caretta che rimangono vittime di catture accidentali da parte dei pescatori
Circa 70.000 abboccano agli ami utilizzati per la pesca al pescespada, oltre 40.000 restano intrappolate nelle reti a strascico e circa 23.000 in quelle da posta per un totale di 133.000 catture con oltre 40.000 casi di decesso. E se si considerano tutti i pescherecci comunitari e le migliaia di piccole imbarcazioni da pesca che operano nei paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo, si arriva più probabilmente a una stima di 200 mila catture e circa 70 mila decessi (Fonte: http://www.tartalife.eu). Le tartarughe non sono il diretto bersaglio dell’attività di pesca: esse vengono accidentalmente catturate a causa della scarsa selettività degli attrezzi!
Il fenomeno, meglio noto a livello mondiale con il nome di bycatch, è in parte contenuto dalle iniziative di molti pescatori che cercano di mettere in salvo le tartarughe, affidandole ai Centri di Recupero presenti lungo le coste italiane. Purtroppo è anche molto frequente la mortalità post cattura delle tartarughe marine a causa della mancanza di queste strutture e di dotazioni adeguate, con personale specializzato in grado di operare all’interno per il recupero delle tartarughe.
I centri, seppur in numero limitato rispetto alla lunghezza della costa italiana, rappresentano comunque un mezzo molto importante ed efficace per la riduzione della mortalità delle tartarughe e i dati relativi ai recuperi dal 2009 ad oggi lasciano pensare che molto è cambiato nell’atteggiamento dei pescatori nei confronti di queste creature, congiuntamente alla capacità e alla professionalità degli operatori dei Centri in grado di porre in essere interventi sanitari molto più risolutivi.
I centri, seppur in numero limitato rispetto alla lunghezza della costa italiana, rappresentano comunque un mezzo molto importante ed efficace per la riduzione della mortalità delle tartarughe e i dati relativi ai recuperi dal 2009 ad oggi lasciano pensare che molto è cambiato nell’atteggiamento dei pescatori nei confronti di queste creature, congiuntamente alla capacità e alla professionalità degli operatori dei Centri in grado di porre in essere interventi sanitari molto più risolutivi.
Lipari: "Emergenza"...inciviltà!.
Lotta ad "ambulantato selvaggio". Oggi Polizia municipale a Stromboli
Dopo Vulcano la lotta ad "ambulantato selvaggio" è proseguita quest'oggi a Stromboli. Nell'isola, su disposizione del sindaco Marco Giorgianni, sono sbarcati i vigili urbani Simona Grella e Daniela Castrogiovanni. Hanno operato, in prevalenza, nell'area portuale di Scari, postazione preferita degli abusivi.
Sono stati elevati dei verbali.
L'operazione sarà, probabilmente, ripetuta
Sono stati elevati dei verbali.
L'operazione sarà, probabilmente, ripetuta
Festeggiamenti per il Santissimo Salvatore nell'omonima contrada di Lipari (IV° ed ultima Parte)
Festeggiamenti per il Santissimo Salvatore nell'omonima contrada di Lipari. Si conclude con questo post la pubblicazione di alcuni momenti dell'evento di sabato. Le foto sono di Bina Boffelli che ringraziamo
Stromboli: Ripulita area antistante antenna Telecom e scavi archeologici
Scrive Angelo Cristaudo su fb: "Stamattina le guide de "il vulcano a piedi", in collaborazione col Collegio Regionale Guide Alpine del Friuli Venezia Giulia e i volontari dell'associazione "dentro il vulcano", hanno ripulito l'area antistante l'antenna della Telecom e l'area di ingresso degli scavi archeologici.
Sono stati rimossi: materassi, un'antenna parabolica e una normale, delle porte di alluminio, una pompa idraulica, ferraglie varie, la palla di un'autoclave, una bombola a gas...e molto altro.
Si ringrazia la Circoscrizione di Stromboli per aver sollecitato la ditta che smaltisce i rifiuti a collaborare nello smaltimento.
Ora si invitano i signori che hanno contribuito a questo scempio, in futuro di attenersi alle regole.
Si ringrazia chi ha lavorato, si ringrazia l'isola di Stromboli e soprattutto si ringraziano i turisti che rimangono sconvolti alla vista di tanta inciviltà"
Gli auguri ai festeggiati di oggi, 8 Agosto
Scontro tra Udc nazionale e siciliano Segreteria Roma definisce farsa congresso. Dura reazione D'Alia
(ANSA) E' guerra in casa Udc. Dopo il congresso regionale siciliano che ha rieletto segretario Adriano Frinchi, arriva una nota della segreteria nazionale che bolla come illegittima l'iniziativa definendola "una farsa" e dichiara illegittimi tutti gli atti conseguenti a partire dalla nomina del segretario regionale. "Il congresso regionale e quelli provinciali, così come in tutto il resto d'Italia e nel rispetto dello Statuto e del regolamento congressuale, - si legge nella nota - si celebreranno regolarmente a settembre e saranno convocati dal commissario regionale e dai commissari provinciali nominati dalla segreteria nazionale. Nelle prossime settimane il commissario regionale e i commissari provinciali dell'Udc in Sicilia svolgeranno degli incontri con iscritti e dirigenti delle singole province". Ribatte il presidente del partito D'Alia: "svolgerò i dovuti accertamenti per individuare l'autore del comunicato e lo deferirò al collegio nazionale dei probiviri del partito chiedendone l'espulsione".
Festeggiamenti per il Santissimo Salvatore nell'omonima contrada di Lipari (III° Parte)
domenica 7 agosto 2016
Oggi S. Gaetano....gli auguri di Caterina Conti
A Don Gaetano - Padre Sardella, Al nostro Vice Sindaco Gaetano Orto, A Gaetano Quadara nostro grande collaboratore e a tutti i Gaetano che ci sono alle isole
Affettuosi auguri.
Carterina Conti
Affettuosi auguri.
Carterina Conti
Teatro: Domani in scena il "Piccolo Borgo Antico" con "Un pizzico di pizzo"
Domani sera alle 21 e 30 all'Anfiteatro del Castello di Lipari torna in scena la Compagnia "Piccolo Borgo Antico" con "Un pizzico di pizzo", regia di Tindara Falanga
UDC, CONGRESSO REGIONALE, FRINCHI RIELETTO SEGRETARIO PARTITO IN SICILIA
PALERMO, 7 AGO - Adriano Frinchi è stato rieletto segretario dell’Udc siciliana dal congresso regionale del partito.
L'assisse dei centristi si è tenuta a Palermo, all'hotel delle Palme, a seguito dell'autoconvocazione da parte degli iscritti dei congressi provinciali e dell'accoglimento dei ricorsi dell'onorevole Gianluca Miccichè e dello stesso Frinchi alla Commissione per le garanzie statutarie, ai sensi degli articoli 79 e 81 dello statuto del partito.
Alla presenza del presidente nazionale dell'Udc, Gianpiero D'Alia, i delegati regionali hanno riconfermato, oltre a Frinchi, anche il deputato regionale Margherita La Rocca Ruvolo alla presidenza dello scudocrociato siciliano.
Confermati come vice segretari Marco Lucio Forzese e Totò Lentini. Paolo Alibrandi è il segretario amministrativo e Matteo Francilia a capo della segreteria politica.
Il capogruppo all'Ars Mimmo Turano, i parlamentari regionali e i segretari provinciali faranno parte della segreteria allargata deliberata dal congresso.
L'assisse dei centristi si è tenuta a Palermo, all'hotel delle Palme, a seguito dell'autoconvocazione da parte degli iscritti dei congressi provinciali e dell'accoglimento dei ricorsi dell'onorevole Gianluca Miccichè e dello stesso Frinchi alla Commissione per le garanzie statutarie, ai sensi degli articoli 79 e 81 dello statuto del partito.
Alla presenza del presidente nazionale dell'Udc, Gianpiero D'Alia, i delegati regionali hanno riconfermato, oltre a Frinchi, anche il deputato regionale Margherita La Rocca Ruvolo alla presidenza dello scudocrociato siciliano.
Confermati come vice segretari Marco Lucio Forzese e Totò Lentini. Paolo Alibrandi è il segretario amministrativo e Matteo Francilia a capo della segreteria politica.
Il capogruppo all'Ars Mimmo Turano, i parlamentari regionali e i segretari provinciali faranno parte della segreteria allargata deliberata dal congresso.
Vip alle Eolie: Tony Blair e consorte
E' tornato alle Eolie, unitamente alla moglie Cherie, l'ex primo ministro inglese Tony Blair.
Nella foto con Enzo Giunta e Maurizio Mondello
Nella foto con Enzo Giunta e Maurizio Mondello
Festeggiamenti per il Santissimo Salvatore nell'omonima contrada di Lipari (II° Parte)
Festeggiamenti per il Santissimo Salvatore nell'omonima contrada di Lipari. Proseguiamo nella pubblicazione di alcuni momenti dell'evento di ieri. Le foto sono di Bina Boffelli che ringraziamo
Dopo la disavventura di ieri a Panarea, Massaro a Lipari
Tappa liparese, dopo la disavventura di ieri a Panarea, per l'ex bomber del Milan, Daniele Massaro. Cicerone, il tassista Gianfranco Corrieri che ha, tra l'altro, il "vizio" di essere milanista
I CADUTI EOLIANI DELLA BRIGATA ETNA NELLA BATTAGLIA DI GORIZIA (100°ANNIVERSARIO 06-17 AGOSTO 1916 – 06-17 AGOSTO 2016) A CURA DI GIUSEPPE CIRINO
I CADUTI EOLIANI DELLA BRIGATA ETNA
NELLA BATTAGLIA DI GORIZIA
100°ANNIVERSARIO 06-17 AGOSTO 1916 –
06-17 AGOSTO 2016
Brigata
Etna – 223 ° / 224° Reggimento di Fanteria(Milizia Territoriale)
Costituita
nel dicembre 1915: il comando di brigata ed il 223 dal deposito del 6°
Fanteria; il 224° dal deposito del 75° Fanteria.
Periodi
di permanenza della Brigata Etna al fronte:
Anno
1916
-
Dal 25 maggio al 14 giugno: Cima Echar, Col da Rosso, Monte Sisemol, Turcio,
Castagnalunga, Q.1312, Melanghetto, Dorsale del Col del Rosso, Monte Stenfle,
Monte Zomo, Monte Valbella , Val Frenzela, Val dei Ronchi, Regione Portecche,
Speroni di “le Fol”;
-
Dal 06 al 25
agosto: Battaglia di Gorizia, Oslavia,
Q. 188, Cinque Finestre, Q-165, Q.138, Peuma, Passaggio dell’Isonzo, Gorizia (
Borgo Carinzia, Stazione, Ferrovia, Rettifilo che conduce al Cimitero),
Trincerone , Settore di Salcano, Rusic;
-
Dal 17 settembre al 14 novembre: Gorizia (Sinistra T. Corno, Q.165, Bivio Raful, Casa
Rossa, Q.174 ovest ed est), Trincea Blindata, C. Vulcano;
-
Dal 10 al 31 dicembre: Gorizia, Settore San Marco, Linea tra la ferrovia per
Opcina ed il Caposaldo di Casa Dirutal.
Dai
riassunti diari di guerra della Brigata Etna:
All’inizio della Battaglia di
Gorizia (6 -17 agosto) nella quale la Etna darà prova del suo valore , essa,
nella notte del 6 agosto, si schiera per ala: il 223° col comando di brigata a
Cà delle Valade, ed il 224° per la rotabile Cà delle Valade-Blesivo, si
trasloca con due battaglioni lungo il pendio occidentale del costone di Medana
ed uno lungo il costone di C. Iordano. Alla sera del 6, in seguito a notizia
che truppe della 45^ divisione hanno raggiunto il costone San Mauro, si ordina
a queste ultime di dilagare verso sud, in direzione di q.138, per facilitare
l’avanzata della 24^ divisione. In relazione a tali ordini sono assegnati alla
24^ divisione due battaglioni del 224°
(II e III), i quali si portano da Medana nella Valletta immediatamente a Ovest
di Snezatno ( sud Quisca) donde proseguono, nella notte del 7 agosto , per Pri
–Fabrisu (Q.215). Il I/224° , messo a disposizione della brigata Lambro, che
opera nel settore del “Lenzuolo Bianco”, raggiunge S. Floriano.
Il comando di brigata ed il 223°
, da Cà delle Valade si portano dapprima a Medana e poi raggiungono anch’essi
Snetzatno, ove sostano quale riserva di corpo d’armata. Al mattino del 7 Agosto il II e il III del 224°,
posti alla dipendenza della brigata Abruzzi, raggiungono la località “5
finestre” col compito di procedere all’attacco delle posizioni nemiche antistanti
ad Oslavia; occupare cioè Q.165 e Q.130 e procedere quindi oltre l’Isonzo.
Essi, sfilando per l’unico camminamento che unisce la posizione delle “5
finestre” a quelle di Oslavia, vanno a rinforzo della “Abruzzi”.
Iniziato
l’attacco di Q.165 i due battaglioni , con magnifico slancio , attraversano il
vallone dell’acqua e, per quanto contrastati dalla reazione avversaria che
produce loro perdite ingenti, muovono all’attacco di Q.165, che dopo viva lotta
corpo a corpo , cade in possesso italiano. E’ gravemente ferito il comandante
del reggimento.
Nel
contempo anche il I/224°, nel settore di Q.188, ha efficacemente concorso con
la brigata Lambro all’occupazione di detta posizione.
Il
comando di brigata ed il 223° raccoltisi nello stesso giorno7, a S. Floriano
devono scavalcare la brigata Lambro sulle posizioni da essa conquistate (Q.188
e Dosso Bosniaco) per vincere le eventuali resistenze nemiche ed affacciarsi all’Isonzo, su Q.138,
proteggendo a sud la 24^ Divisione, sul Q.165, ed a nord quella della colonna
della 45^ divisione che, per Val Peuma, punta essa pure a Q.138. Viene
destinata, quale avanguardia del 223° il I/224°che, passando per Q.188 e Q.138,
ha il compito di raggiungere di slancio l’Isonzo.
All’ora
fissata le truppe , appoggiate dall’artiglieria , avanzano arditamente verso
obiettivo e, dopo aver annientata la resistenza avversaria, conquistano Q.138
catturandovi 580 soldati e 18 ufficiali.
Al
mattino dell’8, la brigata riprende l’avanzata, verso Peuma, e mentre dirige il
III/223° verso l’Isonzo, su Q.83 per impedire la ritirata al nemico , con
azione decisa e travolgente attacca, col II/223° il paese che occupa con
furiosa lotta corpo a corpo, catturandone il presidio di un intero battaglione
, che è costretto ad arrendersi.
Il
giorno successivo , poiché occorre incalzare il nemico in ritirata, la Etna ha
ordine di passare l’Isonzo e dirigersi verso Borgo Carinzia, a Nord di Gorizia.
Il passaggio del fiume avviene
sotto tiro d’artiglieria che le produce gravi perdite, pur tuttavia essa riesce
a guadagnarla riva sinistra e per la via che dal ponte, per Borgo Carinzia,
conduce alla stazione di Gorizia , disperde l’ultima ostinata resistenza nemica
e schiera i suoi reparti nel tratto: ferrovia- stazione- rettifilo che conduce
al cimitero- imbocco della galleria della ferrovia. Nella stessa giornata
reparti del I/223° occupano il convento di Castagnevizza.
Il Mattino del 10, poiché il
nemico, sotto la pressione delle nostre
truppe cede ancora terreno, la brigata
muove da Borgo Carinzia per vincere la tenace resistenza opposta sulle
posizioni di Castagnevizza (QQ.165-174).
L’avanzata è seriamente ostacolata ; il 223° che opera
nel bosco del convento di Castagnevizza, lungo la dorsale del Panovitz, fra la
destra del Rosenthal e la strada di Prestau, urta contro aspre difficoltà
dovute alla fitta vegetazione e al fuoco preciso dei tiratori appostati sugli
alberi. Purtuttavia esso, dopo la viva lotta, conquista la Q.165 e la sorpassa
avanzando sul ripiano antistante fino a dominare la strada che dal bivio Rafut,
conduce alla strada di Prestau. Ivi giunto è arrestato dalla violenza del tiro
di fucileria e di mitragliatrici appostate nel trincerone che sbarra l selletta
interposta fra la Q.165 e quella 174. A tal punto l’azione del 223° viene sospesa
poiché sulla sua destra il nemico mantiene saldo il possesso di Q.174, contro
la quale operano reparti del 97° fanteria. Il 224°, che in quel giorno ha
coadiuvato efficacemente il reggimento fratello , lascia sul campo il proprio
comandante. Il giorno 11 agosto, vengono riprese le operazioni e la brigata
attacca nuovamente la linea nemica di Raful, ma viene arrestata dalla robusta
organizzazione difensiva , mentre i reparti del 97° fanteria riescono ad
occupare la Q.147 ovest. Il giorno seguente, dopo aver posto in opera tutti i
mezzi di offesa, la Etna rinnova l’attacco sagacemente preparato. La prima
ondata supera infatti la linea nemica e si lancia nei camminamenti , mentre una
seconda corre ai fianchi ed a tergo per catturare i difensori che tentano di
fuggire. Le insidie del bosco e la implacabilità del terreno , dovuta al fitto
reticolato, favoriscono un furioso contrattacco, un pronto accorrere del
rincalzi vale a sventarlo, a ricacciare
il nemico ed a catturare altri prigionieri.
Così tutta la linea di Q.174 – Trincerone – Q.165
rimane decisamente in saldo possesso della Etna che per il valore dimostrato in
queste giornate di aspra lotta, ottiene la concessione della medaglia d’argento
alle Bandiere dei suoi reggimenti. Essa ha perduto 85 ufficiali e 2433
uomini di truppa.
Falanga Bartolomeo di Angelo nato il 16 febbraio
1895 a Lipari (Quattropani) Soldato del
224° Reggimento di Fanteria, distretto militare di Messina, disperso il 7
agosto del 1916 sul medio Isonzo in
combattimento all’età di 21 anni.-
Approfondimenti:
Il Soldato Bartolomeo Falanga,
all’inizio della Battaglia di Gorizia, è schierato con il 223° Reggimento di
Fanteria, posto come riserva delle fanterie di linea o esercito permanente.
Nella giornata del 7 di Agosto la Etna entra in azione nell’attuale località di
Oslavia (ove oggi sorge il sacrario miliatre), con lo scopo di conquistare la
linea di trinceramenti posti a quota 165 e quota 130, tra Oslavia e la zona
chiamata delle 5 finestre (probabilmente per via di feritoie ove erano alloggiate batterie di artiglieria
e nidi di mitragliatrici).
I Diari di guerra collocano la
posizione del fante Falanga, nella zona tra il Vallone dell’acqua e quota 165,
dove il 224° reggimento subisce pesanti perdite dovute al fuco d’artiglieria, dove
il reggimento tentò con successo lo sfondamento in uno stretto corridoio,
circoscritto da reticolati di filo spinato cavalli di frisa e trincee.-
Oggi sul luogo di quella
terribile battaglia, si erge il Sacrario Militare di Oslavia che raccoglie le spoglie
di 57.741 caduti noti ed ignoti – italiani ed austroungarici, morti per
Gorizia.
Natoli Giuseppe
di Giuseppe nato a Lipari
(Quattropani) il 07 novembre 1895 – distretto militare di Messina Soldato del
224° Reggimento di Fanteria Morto il 07 agosto 1916 sul medio Isonzo in
combattimento all’età di 21 anni Sepoltura: Tra gli ignoti di Oslavia.-
“Il
sottoscritto Cammarata Biagio, Tenente incaricato della tenuta dei registri di
stato civile presso il 224° Reggimento di Fanteria dichiara che nei registri
degli atti di morte a pagina 107 al n°105 trovasi scritto quanto segue: L’anno
millenovecentosedici addì sette del mese di Agosto ad Oslavia mancava ai vivi
alle ore diciassette in età di anni ventuno, il soldato Natoli Giuseppe del
224° Reggimento di Fanteria, nona compagnia
classe 1895 nativo di Lipari, Provincia di Messina, figlio di Giuseppe e di Manfrè Anna, celibe,
morto in seguito a ferita di pallottola di fucile ricevuta alle spalle –
sepolto ad Oslavia, come risulta dall’attestazione delle persone a piè del
presente sottoscritto – il Caporale Greco Gaetano e Leto Giuseppe. Il
sottotenente Antonio Marini. Per copia Autentica Tenente G. Cammarata il
Colonnello Da Rios Pietro.”
Cincotta Santoro di
Giuseppe nato a Lipari (Pianoconte)il 05
dicembre 1885 – distretto militare di Messina Soldato del 223° Reggimento di
Fanteria Disperso il l’08 agosto 1916 sul medio Isonzo in combattimento all’età
di 31 anni
Approfondimenti:
Alla fine di marzo del 1911 , Santoro Cincotta, si
imbarcò dal porto di Napoli sulla nave Principe di Piemonte ed emigrò verso gli
Stati Uniti d’America. Arrivò il 05 aprile del 1911 a Eliss Island – New York. Rientrò
in Italia all’inizio del primo conflitto mondiale.
Allo stesso reggimento del
soldato Cincotta, apparteneva il reduce Famularo Giovanni classe 1896, il quale
tornato a Lipari alla fine del conflitto, diede alla famiglia del caduto
informazioni più esaustive circa la dichiarazione di morte presunta o di
irreperibilità fornita dal Comando di Brigata. Il Famularo nel suo racconto,
parlò di un’offensiva nell’Agosto del 1916 (Battaglia di Gorizia) alla quale la
Etna prese parte. Nella sua narrazione parla dell’entrata in un villaggio nelle
vicinanze dell’Isonzo nel quale l’unità venne accolta da un potente cannoneggiamento
austriaco, dopo la dura battaglia corpo a corpo. Durante l’avanzata, i soldati
Cincotta e Famularo procedevano ad una distanza ravvicinata cercando di trovare
riparo dalla pioggia di fuoco delle artiglierie nemiche, quando a seguito dello
scoppio di un grosso calibro il Famularo perse di vista il soldato Santoro
Cincotta. Probabilmente il fante di Pianoconte fu centrato in pieno dallo
scoppio che ne rese irriconoscibile il corpo.
Nella sera di quello stesso giorno non riscontrandone la presenza tra i
vivi ne riconoscendolo tra i morti ed i feriti, venne dichiarato disperso in
combattimento.
Il racconto orale di Giovanni
Famularo, colloca senza dubbio la posizione di Santoro Cincotta nel momento
della sua morte, nei pressi del piccolo centro abitato di Peuma oggi Piuma,
posto sulla riva sinistra dell’Isonzo,
ovvero la dove la Brigata Etna il giorno 7 riuscendo a sfondare la prima
linea nemica, e il giorno 8 nel tentativo di bloccare il passaggio dei superstiti
reparti austroungarici venne investita in pieno dal fuoco delle artiglierie,
riuscendo comunque tra la stessa giornata dell’8 e del 9 a completare il
passaggio dell’Isonzo verso Gorizia.
Giovanni Famularo
(reduce decorato della Grande Guerra)
Si
ringrazia il sig. Roberto Fraumeni (nipote di Cincotta Santoro) e la famiglie
famiglie Beninati e Famularo (discendenti del reduce Giovanni Famularo) per le
importanti informazioni e documentazione fotografica fornita.
Lo Ricco Giovanni
di Giovanni nato a Lipari il 22 luglio
1896 – distretto militare di Messina Soldato del 223° Reggimento di Fanteria Morto il 14 agosto 1916 sul medio Isonzo per
ferite riportate in combattimento all’età di 20 anni Sepoltura: originaria
quota 169 (Gorizia) – oggi Oslavia
Nel registro dello stato civile del 223° reggimento pag 171 numero d’ordine 171 il Tenente
Santonocito Giuseppe annotava quanto segue:
“L’anno millenocecentosedici il giorno quattordici del
mese di agosto, nella quota 169 presso Gorizia, mancava ai vivi all’età di anni
venti il soldato Lo Ricco Giovanni del 223° reggimento di fanteria della 1^
Compagnia nativo di Lipari, provincia di Messina figlio di Giovanni e di Neosi
Maria, morto in seguito a ferita di pallottola di fucile, sepolto nella quota
169 presso Gorizia, come risulta dall’attestazione delle persone a piè della
presente sottoscritti e firmate – Sergente Moscarella Giovanni, soldato Calabrò Vincenzo e sottotenente
medico Dott. Angelo Natoli.”
Frasi
«Sappi che la Felicità è come una farfalla tra le mani: se la stringi troppo muore ma se la lasci se ne va. Accarezzala e sarà sempre con te.» (anonimo)
Festeggiamenti per il Santissimo Salvatore nell'omonima contrada di Lipari (prima parte)
Festeggiamenti ieri nella contrada liparese omonima per il Santissimo Salvatore. Nello slargo nei pressi dell'Osservatorio, Don Giuseppe Mirabito ha celebrato la Santa Messa. Si è poi snodata la Processione che ha raggiunto la chiesetta. A chiudere i festeggiamenti momenti di fraterna condivisione di quanto preparato dagli abitanti della zona.
Grazie a Bina Boffelli vi proporremo, in più post, alcuni dei momenti dei festeggiamenti. Cominciando da questo video che va da una parte della Santa Messa al rientro nella chiesetta
Grazie a Bina Boffelli vi proporremo, in più post, alcuni dei momenti dei festeggiamenti. Cominciando da questo video che va da una parte della Santa Messa al rientro nella chiesetta
Mostra d'arte "Lipari simbolica degli elementi" prosegue da stasera con maestro Cristina
Questa sera alle ore 21,00, la mostra d'arte contemporanea "Lipari simbolica degli elementi" in corso a Marina corta nei locali ex biglietteria aliscafi, prosegue con il maestro Claudio Cristina.
Cristina, è un significativo artista di fama internazionale, autore di personali di pittura sin dal 1972.
Si ringraziano Renata Conti, Giovanna Maggiore, Ambra Mirabito e Loredana Salzano per l'impegno profuso in questi giorni e per avere consentito la buona riuscita dell'iniziativa. Loredana e Ambra comunque adorneranno ancora la sala "gozzo" con alcuni loro pezzi.
Cristina, è un significativo artista di fama internazionale, autore di personali di pittura sin dal 1972.
Si ringraziano Renata Conti, Giovanna Maggiore, Ambra Mirabito e Loredana Salzano per l'impegno profuso in questi giorni e per avere consentito la buona riuscita dell'iniziativa. Loredana e Ambra comunque adorneranno ancora la sala "gozzo" con alcuni loro pezzi.
Gli auguri ai festeggiati di oggi, 7 Agosto
Auguri di Buon Onomastico a coloro che si chiamano Gaetano/Gaetana o che portano nomi derivati da questi
LA PAROLA. Video Commento al Vangelo di domenica 7 agosto 2016
Commento a cura di padre Giulio Cattozzo, superiore Comunità dei frati minori conventuali di San Lorenzo, Vicenza.
Registrato nel chiostro del Tempio di San Lorenzo, Vicenza
Registrato nel chiostro del Tempio di San Lorenzo, Vicenza
sabato 6 agosto 2016
Fiamme su uno yacht a Panarea. A bordo in 15 tra questi anche l'ex calciatore Daniele Massaro. Tutti illesi
Paura nel mare di Panarea, oggi pomeriggio, per un incendio sviluppatosi nella zona motori del "Sea Blu" uno yacht
di ventisei metri che si trovava alla fonda nei pressi della “Caletta degli
Zimmari”.
A bordo dell’imbarcazione vi erano dieci persone, tra uomini e donne, più i 5 componenti l’equipaggio. Tra questi l’ex giocatore del Milan, Daniele Massaro. Tutti impauriti ma, fortunatamente, illesi.
A fare scattare l’allarme è stato un gruppo di giovani panarellesi che si trovava in zona con il barchino di Alessio Ferrara.
A bordo dell’imbarcazione vi erano dieci persone, tra uomini e donne, più i 5 componenti l’equipaggio. Tra questi l’ex giocatore del Milan, Daniele Massaro. Tutti impauriti ma, fortunatamente, illesi.
A fare scattare l’allarme è stato un gruppo di giovani panarellesi che si trovava in zona con il barchino di Alessio Ferrara.
Questi, notato l’intenso fumo che proveniva dall’imbarcazione, oltre ad informare di quanto stava accadendo le competenti autorità, si sono portati sottobordo, procedendo a fare evacuare il mezzo e a trasportare, in due riprese, passeggeri e equipaggio dello yacht alla spiaggetta e su un’altra grossa imbarcazione che si trova in zona.
Il giovane Ferrara ha, quindi, raggiunto il porto dell’isola dove ad attenderlo vi era il padre Maurizio, vigile del fuoco di Panarea (fuori servizio). Questi, una volta giunto sullo yacht si è prodigato unitamente a Giovanni Marzo, un altro isolano, per spegnere l’incendio con dei secchi di acqua salmastra.
Da lì a poco è giunta la motovedetta “Monteleone” dei Carabinieri di Lipari che ha praticamente, insieme ai due isolani, salvato la barca, mettendo in funzione il sistema di pompe antincendio in dotazione.
Contestualmente da Lipari, su disposizione del comandante Paolo Margadonna, sono uscite in mare, alla volta di Panarea, due unità del Circomare – Guardia Costiera. A bordo di una di esse hanno preso posto i vigili del fuoco in servizio presso il distaccamento liparese.
Una volta domato l’incendio, lo yacht messo in sicurezza è stato trainato, scortato dai mezzi del Circomare sino al porto di Sottomonastero a Lipari, a disposizione dell’Autorità marittima che ha aperto, come da prassi, un fascicolo sull’accaduto.
Da una prima stima i danni nella zona motori e nelle aree limitrofe sarebbero di una certa consistenza
Da stasera in arrivo calo termico ed alternanza di piovaschi ed annuvolamenti. Previsioni meteo-marine Eolie a cura di Giuseppe La Cava
Dalla serata odierna si prevede l'arrivo di aria fresca ed instabile che stazionerà nel basso Tirreno fino alla mattinata di martedi 10 comportando, oltre ad un sensibile calo termico, tempo instabile con alternanza di piovaschi ed annuvolamenti che recheranno brevi rovesci di pioggia di moderata intensità.
.L' instabilità localmente potrebbe generare fenomeni di forte intensità come trombe marine e supercelle temporalesche tra la sera- notte in proseguimento nella mattinata di Domenica , nel tratto di mare tra il basso versante tirrenico calabro e la costa tirrenica settentrionale del messinese tra Stretto di Messina e milazzese.
In questo caso le precipitazioni potrebbero essere intense e con apporti pluviometrici elevati.
SEGUITE GLI AGGIORNAMENTI SULLA PAGINA FACEBOOKwww.facebook.com/meteoeolie
Materiale plastico a quando il ritiro? Magazzino della farmacia Finocchiaro al limite della capienza
Gentile direttore,
le mando la foto in allegato per rappresentare un'oggettiva difficoltà che la mia farmacia sta attraversando in quanto attualmente, nonostante i vari e ripetuti solleciti, non viene di fatto effettuata la raccolta del materiale plastico presso il mio esercizio.
Faccio presente che a differenza di molte altre attività noi teniamo SEMPRE i rifiuti, differenziati in plastica e cartone, all'interno del nostro magazzino proprio per evitare la loro indecorosa esposizione sui marciapiedi del Corso Vittorio Emanuele, ma tale comportamento, peraltro richiesto dall'amministrazione, ha un limite fisico rappresentato dalla capienza del mio magazzino!
A tal proposito non si pretende il passaggio giornaliero, ma almeno ogni 2 o 3 giorni, viceversa sarà per noi impossibile ottemperare a quanto disposto.
Cordiali saluti
Dott. Finocchiaro, Farmacia Internazionale
Cordiali saluti
Dott. Finocchiaro, Farmacia Internazionale
L'editoriale di ieri e un commento dall'Australia
Riceviamo e pubblichiamo:
Dopo aver letto il suo editoriale direi che, dopo aver avuto dei c....oni , nessuno come lei si preoccupa gli togliera' il saluto, anzi guardi un po' gli arrivano degli elogi dalla lontana Australia per la sua sincera onesta'.
Domani è il mio Onomastico e certo un miracolo San Gaetano me lo ha fatto nel farmi vedere che ancora esiste nella mia Lipari una persona che cerchi di correggere cio' che è sbagliato.
Complimenti e cari saluti.
GAETANO MESSORI
Confronto "Sottosopra" col sottosegretario Faraone - Oggi a Quattropani (Lipari) dibattito sul libro del deputato Pd
Sottosopra": un elenco interminabile di cosa non funziona in Sicilia e la ricetta di possibili soluzioni che spesso non richiedono neppure ingenti risorse ma buonsenso, cioè proprio la qualità carente tra gli inquilini di Palazzo d'Orleans e Palazzo dei Normanni.
Il libro "Sottosopra" del sottosegretario alla Pubblica istruzione Davide Faraone (editore Donzelli) già nel titolo si propone come momento di rottura tra un passato poco onorevole e una prospettiva di potenzialità che ci riscatti dalla condizione di cenerentola d'Europa. La sua è una denuncia nei confronti di chi ha retto, negli ultimi quindici anni, le sorti della Sicilia. Nomi, cognomi e fatti per dire che tutto è stato abbandonato all’anarchia e alla cattiva gestione, portato al collasso.
Se ne discuterà oggi, sabato 6 a Lipari, ore 19 Tenuta di Castellaro-Quattropani, in un incontro cui parteciperanno l'autore e il deputato Giuseppe Laccoto.
Introdurrà il dott. Mario Primo Cavaleri, notista di politica regionale.
L'iniziativa è del Centro studi eoliano presieduto da Antonino Saltalamacchia che ha già messo in cantiere anche questa estate soprattutto a Lipari un ricco programma di eventi.
ARS: Se la coalizione ottiene il 40% dei voti il sindaco verrà proclamato direttamente. No al terzo mandato
Disco verde dell’Ars alla proposta del Pd per l’elezione dei sindaci col 40 per cento dei voti attribuiti alla coalizione che li sostiene. Nel caso in cui fossero in due a superare l’asticella del 40 per cento, verrà proclamato quello la cui coalizione ha ottenuto più voti. E, a parità di voti, il più giovane. Quest’ultima scelta, in antitesi con la normativa corrente, per cui in caso di parità di voti prevale l’anzianità, è stata determinata da un emendamento dei Cinquestelle che, in prima battuta, decisamente bocciata dalla maggioranza, avevano tentato di ripristinare la legge 7 del ’92, più nota come “legge Campione”, con cui, per la prima volta nello Stato italiano, veniva consentita l’elezione diretta del sindaco.
Quella normativa, in gran parte mutuata dal sistema elettorale americano, fu quasi subito contrastata dai vertici dei partiti romani, con in testa i maggiori esponenti del Ccd, Pierferdinando Casini e Clemente Mastella, i quali si erano subito resi conto che, come avviene negli Usa, ai partiti restava solo il ruolo di organizzatori del consenso elettorale, perdendo ogni controllo sugli eletti. Nel breve periodo in cui rimase in vigore così come era stata inizialmente approvata, infatti, su sette sindaci sfiduciati per iniziativa dei partiti, effettuati i conseguenti referendum popolari, ben sei erano rimasti al loro posto ed, invece, erano stati mandati a casa gli sfiducianti.
Con la norma approvata ieri, contro cui si è schierata anche Forza Italia, favorevole, per evitare i ballottaggi fra i due più votati, ad una soglia minima del 35 per cento, il candidato sindaco proclamato eletto porterà con sé, in Consiglio, anche il 60 per cento dei consiglieri, i più votati della coalizione che lo sostiene. Bocciato anche il tentativo di Forza Italia di introdurre il terzo mandato. Tanto il segretario regionale del Pd Fausto Raciti, a cui si deve la proposta della soglia del 40 per cento dei voti per essere proclamati sindaci, in linea con l’Italicum di Matteo Renzi, quanto la capogruppo Alice Anselmo, a votazione conclusa, si sono dichiarati «soddisfatti per questo voto dell'aula che conferma la bontà di una proposta che ha trovato ampia condivisione fra le diverse forze politiche. Ci auguriamo – hanno sottolineato con una nota congiunta – che l'esame della riforma possa proseguire con lo stesso clima».
Per il commissario regionale di Forza Italia Gianfranco Micciché, invece, «la soglia del 40 per cento è un’idiozia o, forse, è una furbata, non lo so: quello che so è che in un sistema terzopolista non serve a nulla. Il tutto in barba ai siciliani, le cui città rischieranno di non essere più guidate dai sindaci che veramente vogliono, ma da quelli agevolati da un sistema elettorale ormai superato e, che proprio per questo, andrebbe radicalmente modificato».
«Oggi all'Ars – ha commentato, a sua volta il Cinquestelle Giancarlo Cancelleri– è stato scritto un precedente pericoloso: hanno cambiato le regole del gioco, senza la prima forza politica della Sicilia. Ai partiti dico: la pagherete, i cittadini sapranno come comportarsi. Pagherete il prezzo di questo “inciucione”.
«L'emendamento che introduce la soglia del 40% – ha aggiunto – porta le firme di tutti i capigruppo dell’Ars, tranne i Cinquestelle. In pratica è la “dichiarazione d'amore” del “Partito della nazione” contro di noi; tutti da una parte, e noi dall’altra».
Gli altri articoli del disegno di legge, fra cui quello che abbassa al 50 per cento più uno il quorum per una eventuale sfiducia, saranno esaminati nel corso della seduta odierna.
Quella normativa, in gran parte mutuata dal sistema elettorale americano, fu quasi subito contrastata dai vertici dei partiti romani, con in testa i maggiori esponenti del Ccd, Pierferdinando Casini e Clemente Mastella, i quali si erano subito resi conto che, come avviene negli Usa, ai partiti restava solo il ruolo di organizzatori del consenso elettorale, perdendo ogni controllo sugli eletti. Nel breve periodo in cui rimase in vigore così come era stata inizialmente approvata, infatti, su sette sindaci sfiduciati per iniziativa dei partiti, effettuati i conseguenti referendum popolari, ben sei erano rimasti al loro posto ed, invece, erano stati mandati a casa gli sfiducianti.
Con la norma approvata ieri, contro cui si è schierata anche Forza Italia, favorevole, per evitare i ballottaggi fra i due più votati, ad una soglia minima del 35 per cento, il candidato sindaco proclamato eletto porterà con sé, in Consiglio, anche il 60 per cento dei consiglieri, i più votati della coalizione che lo sostiene. Bocciato anche il tentativo di Forza Italia di introdurre il terzo mandato. Tanto il segretario regionale del Pd Fausto Raciti, a cui si deve la proposta della soglia del 40 per cento dei voti per essere proclamati sindaci, in linea con l’Italicum di Matteo Renzi, quanto la capogruppo Alice Anselmo, a votazione conclusa, si sono dichiarati «soddisfatti per questo voto dell'aula che conferma la bontà di una proposta che ha trovato ampia condivisione fra le diverse forze politiche. Ci auguriamo – hanno sottolineato con una nota congiunta – che l'esame della riforma possa proseguire con lo stesso clima».
Per il commissario regionale di Forza Italia Gianfranco Micciché, invece, «la soglia del 40 per cento è un’idiozia o, forse, è una furbata, non lo so: quello che so è che in un sistema terzopolista non serve a nulla. Il tutto in barba ai siciliani, le cui città rischieranno di non essere più guidate dai sindaci che veramente vogliono, ma da quelli agevolati da un sistema elettorale ormai superato e, che proprio per questo, andrebbe radicalmente modificato».
«Oggi all'Ars – ha commentato, a sua volta il Cinquestelle Giancarlo Cancelleri– è stato scritto un precedente pericoloso: hanno cambiato le regole del gioco, senza la prima forza politica della Sicilia. Ai partiti dico: la pagherete, i cittadini sapranno come comportarsi. Pagherete il prezzo di questo “inciucione”.
«L'emendamento che introduce la soglia del 40% – ha aggiunto – porta le firme di tutti i capigruppo dell’Ars, tranne i Cinquestelle. In pratica è la “dichiarazione d'amore” del “Partito della nazione” contro di noi; tutti da una parte, e noi dall’altra».
Gli altri articoli del disegno di legge, fra cui quello che abbassa al 50 per cento più uno il quorum per una eventuale sfiducia, saranno esaminati nel corso della seduta odierna.
Giorgianni: "Relazione Fonti strumentale e piena di pareri personali e politici che non gli competono. Resto sconcertato"
Il primo cittadino, intervenendo sulla relazione di Mimmo Fonti, ci ha fornito "solo dei necessari chiarimenti", visto che è in programma sulla "questione rifiuti" una riunione già concordata tra i sindaci eoliani (dove inevitabilmente si parlerà della relazione di Fonti), si è detto sconcertato da tale relazione.
La ritiene, tra l'altro, "strumentale" anche perchè "la si invia il 4 agosto ad un commissario che non è più tale dal 30 Luglio ed è piena di pareri personali e politici, quando il ruolo di Fonti non è certamente nè politico nè istituzionale”.
Sul ruolo "improprio" dato al personale SRR che - come scritto da Fonti " non dovrebbe occuparsi di gestione del servizio" - il primo cittadino liparese ha evidenziato "la legittimità da parte dei sindaci di non pagare il costo del personale di una SRR così piccola per dimensioni senza assicurarsi, che attraverso la costituzione degli uffici Aro si potesse in compenso risparmiare destinando ad altri compiti il personale degli uffici ambiente dei comuni. Non credo ci si possa rassegnare a pagare 170.000,00 euro di costo per il personale SRR, accettando che questo si occupi solo di “programmazione ed indirizzo” affidando ad altro personale il compito della gestione del servizio”.
Giorgianni, evidenziando come Fonti in certi passaggi della sua relazione, "si spinge in settori che non certo di sua competenza ma, eventualmente, del legislatore", ribatte all'accusa, secondo la quale le Amministrazioni non aumenterebbero la tassa rifiuti per non ledere il consenso.
" Fonti - ci ha detto Giorgianni - dovrebbe capire che tra i compiti di una Amministrazione le sue strutture , quindi anche il suo, vi è quello è di perseguire ogni strada possibile per tentare di ridurre le spese e far bastare i fondi , non quello di far bastare i soldi aumentando le tasse. Vero che le risorse a disposizione del Comune sono molto basse, anche per le maggiori spese determinate dalle emergenze in materia di rifiuti, non certo determinate dalle Amministrazioni locali. Certamente, sarà necessario,passata l’emergenza, rivalutare le strategie più utili per ottenere un servizio adeguato realizzando finalmente le infrastrutture indispensabili che non abbiamo ma che sono necessarie.
Nel frattempo non aumentare l'imposizione non è una questione di ricerca di consenso ma di equità"
NOTA DEL DIRETTORE - Per visualizzare la relazione di Fonti cliccare sul link http://eolienews.blogspot.it/2016/08/srr-fonti-in-una-relazione-non-e-tenero.html
La ritiene, tra l'altro, "strumentale" anche perchè "la si invia il 4 agosto ad un commissario che non è più tale dal 30 Luglio ed è piena di pareri personali e politici, quando il ruolo di Fonti non è certamente nè politico nè istituzionale”.
Sul ruolo "improprio" dato al personale SRR che - come scritto da Fonti " non dovrebbe occuparsi di gestione del servizio" - il primo cittadino liparese ha evidenziato "la legittimità da parte dei sindaci di non pagare il costo del personale di una SRR così piccola per dimensioni senza assicurarsi, che attraverso la costituzione degli uffici Aro si potesse in compenso risparmiare destinando ad altri compiti il personale degli uffici ambiente dei comuni. Non credo ci si possa rassegnare a pagare 170.000,00 euro di costo per il personale SRR, accettando che questo si occupi solo di “programmazione ed indirizzo” affidando ad altro personale il compito della gestione del servizio”.
Giorgianni, evidenziando come Fonti in certi passaggi della sua relazione, "si spinge in settori che non certo di sua competenza ma, eventualmente, del legislatore", ribatte all'accusa, secondo la quale le Amministrazioni non aumenterebbero la tassa rifiuti per non ledere il consenso.
" Fonti - ci ha detto Giorgianni - dovrebbe capire che tra i compiti di una Amministrazione le sue strutture , quindi anche il suo, vi è quello è di perseguire ogni strada possibile per tentare di ridurre le spese e far bastare i fondi , non quello di far bastare i soldi aumentando le tasse. Vero che le risorse a disposizione del Comune sono molto basse, anche per le maggiori spese determinate dalle emergenze in materia di rifiuti, non certo determinate dalle Amministrazioni locali. Certamente, sarà necessario,passata l’emergenza, rivalutare le strategie più utili per ottenere un servizio adeguato realizzando finalmente le infrastrutture indispensabili che non abbiamo ma che sono necessarie.
Nel frattempo non aumentare l'imposizione non è una questione di ricerca di consenso ma di equità"
NOTA DEL DIRETTORE - Per visualizzare la relazione di Fonti cliccare sul link http://eolienews.blogspot.it/2016/08/srr-fonti-in-una-relazione-non-e-tenero.html
Gli auguri di Eolienews ai festeggiati di oggi 6 Agosto
Auguri di Buon Compleanno per Annamaria Pace, Vittorio Imbesi, Giovanni Mastroeni, Romeo Tono, Francesca Marino, Gianluca Torre, Luca Bernardi, Ivan Castelli, Roberta Maio, Venera Tutino, Mattia Sardella e Roberto Redditi.
Auguri anche ai lettori che si chiamano Salvatore, Salvatrice e festeggiano oggi il loro onomastico
Auguri anche ai lettori che si chiamano Salvatore, Salvatrice e festeggiano oggi il loro onomastico
venerdì 5 agosto 2016
SRR: Fonti in una relazione non è tenero con le amministrazioni per quanto concerne la gestione dei rifiuti
Il direttore generale della SRR Mimmo Fonti, in una relazione inviata all'ex commissario straordinario della SRR Messina - Eolie, non è certo tenero con le amministrazioni locali alle quali addebita le problematiche nella gestione dei rifiuti. Vi proponiamo la lettera/relazione, preannunciando che è nostra intenzione sentire, nelle prossime, i diretti interessati.
E' stato dimenticato oggi sul molo di Vulcano Gelso un telefonino Samsung con custodia dorata. Il telefonino è bloccato e, quindi, inutilizzabile. Per il proprietario è importante in quanto si tratta di uno "strumento di lavoro" con numeri telefonici, foto ed altro. Chi l'ha ritrovato contatti il nostro direttore al 339.5798235 o il 3391814598
AnciSicilia: “Mentre l’Ars si affanna sulle modifiche alla legge elettorale ieri si è determinato il tracollo dei comuni e delle ex province”
“Mentre l’Ars, a pochi mesi dalle prossime elezioni amministrative, si affanna tra mille incertezze e un clima di estrema confusione a modificare, ancora una volta, la legge elettorale, ieri in Conferenza Regione-Autonomie locali per la prima volta, dall’inizio dell’anno, è stata ufficializzata la volontà di determinare il dissesto finanziario dei comuni, dei liberi consorzi e delle città metropolitane dell’Isola. Infatti, nonostante siano scaduti da mesi i termini per l’approvazione del bilancio di previsione 2016 dei comuni (30 aprile) e dal 31 luglio anche quelli per città metropolitane e liberi consorzi, si è appreso che quanto previsto dall’art.7 della legge di Stabilità regionale per l’anno 2016, rimarrà in buona parte lettera morta determinando conseguenze che, come è di tutta evidenza, a distanza di otto mesi dall’inizio dell’anno, risultano non essere più sanabili”.
Lo hanno reso noto i sindaci della delegazione AnciSicilia presenti ieri pomeriggio alla Conferenza Regione- Autonomie Locali.
Tra i rappresentanti dell’AnciSicilia in seno alla Conferenza erano presenti: il presidente e il segretario generale dell’Associazione, Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, il vice presidente vicario, Luca Cannata, il vice presidente Paolo Amenta, il sindaco di Messina, Renato Accorinti, il sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa, il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, il sindaco di Gioiosa Marea, Edoardo Spinella, e il sindaco di Prizzi, Luigi Vallone.
“Più in particolare – ha aggiunto la delegazione dell’Associazione – ieri il Governo regionale ha certificato che, a differenza di quanto previsto dalla legge 3/2016, i 115 milioni e i 30 milioni destinati rispettivamente alle spese di investimento dei comuni e delle ex province ed utilizzabili espressamente anche al pagamento delle rate di mutuo, non sono utilizzabili per tale finalità, mentre gli ulteriori 50 milioni destinati “prioritariamente al pagamento delle quote capitale delle rate di ammortamento dei mutui accesi per il finanziamento di spese di investimento” non sono allo stato attuale disponibili e non si ha certezza su quando lo saranno”.
“Anche le ulteriori risorse relative al Fondo perequativo (pari a 340 milioni di euro) – hanno continuato i rappresentanti dell’AnciSicilia – e quelle destinate al pagamento del personale precario (182 milioni circa) subiranno allo stato attuale una decurtazione del 9 per cento e non si comprende come ciò possa essere gestito in termini di bilanci comunali. Tutto ciò conferma quanto sia grave la condizione di precarietà e di incertezza del sistema degli enti locali siciliani, che, come l’AnciSicilia e la stessa Corte dei Conti hanno in più occasioni denunciato, dipende strutturalmente dalle risorse regionali. Un tale quadro condiziona in maniera diretta la risoluzione di altri problemi decisivi per gli enti locali quali l’avvio e la prosecuzione delle procedure di rinnovo contrattuale o stabilizzazione per i lavoratori a tempo determinato e la definizione, attraverso l’indizione delle elezioni di II livello, del nuovo quadro di governance nei liberi consorzi e nelle città metropolitane”.
“Per tali ragioni – ha concluso il presidente Orlando – l’AnciSicilia invierà una formale richiesta al Governo nazionale affinché, sin dalle prossime ore, si possa avviare un articolato confronto con la Regione Siciliana e le Autonomie locali dell’Isola per individuare le soluzioni urgenti che consentano di arrestare l’ormai inevitabile tracollo finanziario e le gravissime ripercussioni che ciò determinerebbe sui cittadini. In assenza di risposte proporzionate alla gravità della situazione saremo costretti ad avviare iniziative di protesta e ad intraprendere azioni legali presso ogni autorità competente”
Di seguito alcuni dati significativi:
300 comuni che non hanno deliberato il rendiconto di gestione finanziaria 2015 (dati al 16 giugno)
350 comuni non hanno approvato il bilancio di previsione 2016 (dati al 16 giugno)
Le tre città metropolitane non hanno approvato il bilancio di previsione nei termini
I sei liberi consorzi non hanno approvato il bilancio di previsione nei termini e in alcuni casi hanno già avviato le procedure per la dichiarazione di dissesto
Significativo aumento nel 2016 degli enti che hanno deliberato il dissesto finanziario e che hanno avviato la procedura di riequilibrio.
Lo hanno reso noto i sindaci della delegazione AnciSicilia presenti ieri pomeriggio alla Conferenza Regione- Autonomie Locali.
Tra i rappresentanti dell’AnciSicilia in seno alla Conferenza erano presenti: il presidente e il segretario generale dell’Associazione, Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, il vice presidente vicario, Luca Cannata, il vice presidente Paolo Amenta, il sindaco di Messina, Renato Accorinti, il sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa, il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, il sindaco di Gioiosa Marea, Edoardo Spinella, e il sindaco di Prizzi, Luigi Vallone.
“Più in particolare – ha aggiunto la delegazione dell’Associazione – ieri il Governo regionale ha certificato che, a differenza di quanto previsto dalla legge 3/2016, i 115 milioni e i 30 milioni destinati rispettivamente alle spese di investimento dei comuni e delle ex province ed utilizzabili espressamente anche al pagamento delle rate di mutuo, non sono utilizzabili per tale finalità, mentre gli ulteriori 50 milioni destinati “prioritariamente al pagamento delle quote capitale delle rate di ammortamento dei mutui accesi per il finanziamento di spese di investimento” non sono allo stato attuale disponibili e non si ha certezza su quando lo saranno”.
“Anche le ulteriori risorse relative al Fondo perequativo (pari a 340 milioni di euro) – hanno continuato i rappresentanti dell’AnciSicilia – e quelle destinate al pagamento del personale precario (182 milioni circa) subiranno allo stato attuale una decurtazione del 9 per cento e non si comprende come ciò possa essere gestito in termini di bilanci comunali. Tutto ciò conferma quanto sia grave la condizione di precarietà e di incertezza del sistema degli enti locali siciliani, che, come l’AnciSicilia e la stessa Corte dei Conti hanno in più occasioni denunciato, dipende strutturalmente dalle risorse regionali. Un tale quadro condiziona in maniera diretta la risoluzione di altri problemi decisivi per gli enti locali quali l’avvio e la prosecuzione delle procedure di rinnovo contrattuale o stabilizzazione per i lavoratori a tempo determinato e la definizione, attraverso l’indizione delle elezioni di II livello, del nuovo quadro di governance nei liberi consorzi e nelle città metropolitane”.
“Per tali ragioni – ha concluso il presidente Orlando – l’AnciSicilia invierà una formale richiesta al Governo nazionale affinché, sin dalle prossime ore, si possa avviare un articolato confronto con la Regione Siciliana e le Autonomie locali dell’Isola per individuare le soluzioni urgenti che consentano di arrestare l’ormai inevitabile tracollo finanziario e le gravissime ripercussioni che ciò determinerebbe sui cittadini. In assenza di risposte proporzionate alla gravità della situazione saremo costretti ad avviare iniziative di protesta e ad intraprendere azioni legali presso ogni autorità competente”
Di seguito alcuni dati significativi:
300 comuni che non hanno deliberato il rendiconto di gestione finanziaria 2015 (dati al 16 giugno)
350 comuni non hanno approvato il bilancio di previsione 2016 (dati al 16 giugno)
Le tre città metropolitane non hanno approvato il bilancio di previsione nei termini
I sei liberi consorzi non hanno approvato il bilancio di previsione nei termini e in alcuni casi hanno già avviato le procedure per la dichiarazione di dissesto
Significativo aumento nel 2016 degli enti che hanno deliberato il dissesto finanziario e che hanno avviato la procedura di riequilibrio.
La magia di Stromboli e l’incontro con Iddu che mi cambiò la vita (di Gianni Farinetti)
(di Gianni Farinetti - pubblicato su lastampa.it) Ci sono nomi di luoghi che hanno un misterioso potere evocativo, proprio il loro suono, intendo. Già prima di andarci la prima volta rotolavo fra le labbra: Stromboli, Stromboli, Stromboli, detta Strogile, esotico vocabolo greco che vuol dire «la rotonda». O rotondo, essendo l’isola, con Iddu il suo vulcano, un maschio.
Andò così: nell’autunno del 1978, il mio amico Sandro tornò da un viaggio in Afghanistan (sì, in quei beati, normali, anni si poteva andare in automobile, anche da soli, fin laggiù) e mi disse che aveva conosciuto un fascinoso architetto torinese che stava restaurando la fortezza di Kabul, Roberto Pagliero. Mi accompagni? Andiamo a trovare il suo compagno, l’attore teatrale Alberto Marché. Roberto e Alberto stavano allora in un attico di palazzo Cavour a Torino, una casa di sorprendente bellezza, zeppa di kilim, opere di Carol Rama (loro grande amica) e Giovanni Anselmo (altro stromboliano acquisito), terrazzi, fiori. Diventammo amici - tra gli amici più cari della vita - e l’estate dopo m’invitarono nella loro casa sull’isola, ci sarebbe stata anche l’imponente fantesca veneta Maria, una delle donne più finto burbere e baffute mai conosciute. Stromboli non sarebbe più stata così un inesplorato puntino nero sperduto nella carta geografica e la parola avrebbe acquistato un contorno, un peso.
Eccolo che respira, Iddu, ultimo fronte dell’arcipelago. Ciclopico, con i fianchi ruvidi, nero e viola, rotolato in un mare anch’esso screziato di neri, di blu mai pensati, di altri viola. Scesi sul molo di cemento inciampando nell’ultima maglia metallica della scaletta. Sul molo ci atterrai sulle ginocchia osservando l’elegante traiettoria aerea dello zaino. Sventura? Proprio da risalire sull’aliscafo - gelido e umidissimo - e tornare detto fatto a Milazzo, e da lì avviarmi per la più domestica, confortevole Taormina? Un uomo di età imprecisata, magari la mia stessa età, che era di anni venticinque, afferrò lo zaino e lo caricò su una scassata Ape Piaggio.
Era il salvifico Italo che mi disse col suo sorriso ridente e storto: «Va a casa di Alberto, eh? Il trasporto - del solo zaino - lo paga al ritorno». E sparì in una sinfonia di schioppettii marmitteschi. Sbagliai subito strada, io e le mie ginocchia sanguinanti, imboccando il lungo mare, un sentieraccio di sabbia e cemento che mi condusse in un campo di capperi ognuno col suo bel cartello Proprietà Privata ficcato in mezzo. Ma poi, improvvisa, la spiaggia di Ficogrande, e poi le languide anse della «strada bassa», e poi il bivio «del castello», con quelli che erano allora dei bui ruderi smozzicati, dove le uniche due vie, la «bassa» e la «alta», si congiungono nella borgata di Piscità. Dopo c’è solo l’ultima spiaggia (ah, l’ultima spiaggia), scogliere, il sentiero per la vetta di Iddu. E lui sempre lassù, fosco e incurante, schermato dall’ombra delle sette di sera. E poi, lì sulla sinistra, davanti a un portoncino, il mio zaino posato a terra. E oltre il portoncino il vialetto che attraversa in diagonale il giardino di Casa Warka con le dature pronte a sbocciare velenose nella notte. E poi il fico piantato da Maria quindici anni prima e l’enorme buganvillae che ricopre e ripara la terrazza. E quella terrazza silenziosa e deserta e bianca. Fu lì, un secondo prima che apparisse dalla porta del soggiorno Tìmur, il levriero bigio di Roberto, che capii, sentii in modo esatto, inappellabile, come l’avanzare di un rullo di tamburi - il sotterraneo rombo del vulcano che da quel momento imparai a conoscere - che la mia vita sarebbe da quel momento completamente cambiata.
Andò così: nell’autunno del 1978, il mio amico Sandro tornò da un viaggio in Afghanistan (sì, in quei beati, normali, anni si poteva andare in automobile, anche da soli, fin laggiù) e mi disse che aveva conosciuto un fascinoso architetto torinese che stava restaurando la fortezza di Kabul, Roberto Pagliero. Mi accompagni? Andiamo a trovare il suo compagno, l’attore teatrale Alberto Marché. Roberto e Alberto stavano allora in un attico di palazzo Cavour a Torino, una casa di sorprendente bellezza, zeppa di kilim, opere di Carol Rama (loro grande amica) e Giovanni Anselmo (altro stromboliano acquisito), terrazzi, fiori. Diventammo amici - tra gli amici più cari della vita - e l’estate dopo m’invitarono nella loro casa sull’isola, ci sarebbe stata anche l’imponente fantesca veneta Maria, una delle donne più finto burbere e baffute mai conosciute. Stromboli non sarebbe più stata così un inesplorato puntino nero sperduto nella carta geografica e la parola avrebbe acquistato un contorno, un peso.
Eccolo che respira, Iddu, ultimo fronte dell’arcipelago. Ciclopico, con i fianchi ruvidi, nero e viola, rotolato in un mare anch’esso screziato di neri, di blu mai pensati, di altri viola. Scesi sul molo di cemento inciampando nell’ultima maglia metallica della scaletta. Sul molo ci atterrai sulle ginocchia osservando l’elegante traiettoria aerea dello zaino. Sventura? Proprio da risalire sull’aliscafo - gelido e umidissimo - e tornare detto fatto a Milazzo, e da lì avviarmi per la più domestica, confortevole Taormina? Un uomo di età imprecisata, magari la mia stessa età, che era di anni venticinque, afferrò lo zaino e lo caricò su una scassata Ape Piaggio.
Era il salvifico Italo che mi disse col suo sorriso ridente e storto: «Va a casa di Alberto, eh? Il trasporto - del solo zaino - lo paga al ritorno». E sparì in una sinfonia di schioppettii marmitteschi. Sbagliai subito strada, io e le mie ginocchia sanguinanti, imboccando il lungo mare, un sentieraccio di sabbia e cemento che mi condusse in un campo di capperi ognuno col suo bel cartello Proprietà Privata ficcato in mezzo. Ma poi, improvvisa, la spiaggia di Ficogrande, e poi le languide anse della «strada bassa», e poi il bivio «del castello», con quelli che erano allora dei bui ruderi smozzicati, dove le uniche due vie, la «bassa» e la «alta», si congiungono nella borgata di Piscità. Dopo c’è solo l’ultima spiaggia (ah, l’ultima spiaggia), scogliere, il sentiero per la vetta di Iddu. E lui sempre lassù, fosco e incurante, schermato dall’ombra delle sette di sera. E poi, lì sulla sinistra, davanti a un portoncino, il mio zaino posato a terra. E oltre il portoncino il vialetto che attraversa in diagonale il giardino di Casa Warka con le dature pronte a sbocciare velenose nella notte. E poi il fico piantato da Maria quindici anni prima e l’enorme buganvillae che ricopre e ripara la terrazza. E quella terrazza silenziosa e deserta e bianca. Fu lì, un secondo prima che apparisse dalla porta del soggiorno Tìmur, il levriero bigio di Roberto, che capii, sentii in modo esatto, inappellabile, come l’avanzare di un rullo di tamburi - il sotterraneo rombo del vulcano che da quel momento imparai a conoscere - che la mia vita sarebbe da quel momento completamente cambiata.
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