Imparare la
sostenibilità ambientale, contribuendo a migliorare uno dei gioielli incastonati nel mare di Sicilia: l’arcipelago delle
isole Eolie. E’ l’impegno per i prossimi
20 giorni di
15 studentidel
liceo scientifico Giovanni Battista Vaccarini di Catania, che parteciperanno ad uno
stage formativo su
rispetto dell’ambiente e
valorizzazione del territorio. Il progetto, realizzato grazie ad un
finanziamento dell’Unione europea e al partenariato con la
Società progetto ambiente di
Danilo Pulvirenti, chimico ed attivista
verde catanese, si chiama
Isole Eolie sostenibili e unisce il didattico all’utile.
A partire
da oggi e fino al 22 settembre, il gruppo di studenti andrà in giro per le sette isole a studiarne le abitudini e le esigenze in merito a gestione delle risorse, dei rifiuti e dell’approvvigionamento idrico ed energetico. In luoghi in cui «la spazzatura prodotta in loco si smaltisce altrove, trasportata con le navi in centri più grossi in giro per la Sicilia, quando invece si potrebbero elaborare soluzioni più sostenibili», sottolinea Pulvirenti, tra i tutor dell’iniziativa. Per questo, serve «fare una fotografia del sistema attuale, per contribuire a migliorarlo con proposte concrete», spiega.
Un’esperienza formativa e lavorativa di
monitoraggio ambientale e
ricerca su tutte le isole, «molto diverse tra loro, ma terreno perfetto per questo progetto – afferma Pulvirenti – perché sono piccole, hanno pochi abitanti e non c’è la frenesia delle grandi città. Quindi più facili da studiare in poco tempo». Così, gli studenti, accompagnati da
quattro tutor aziendali e due didattici, gireranno l’arcipelago in lungo e in largo per fare una
mappatura di comunità, sul posto, raccogliendo informazioni «parlando con le persone che ci vivono, ma anche con i turisti che le frequentano solo in estate, per conoscere abitudini e necessità, e capire davvero cosa funziona e cosa no». Per questo, gli ideatori dell’iniziativa hanno scelto proprio le Eolie: «Un piccolo incubatore per un piccolo seme da cui partire far partire nuove idee».
Un progetto che abbraccia tutti gli aspetti della sostenibilità ambientale. Non solo rifiuti ma anche
agricoltura e pesca. «Per incentivare il chilometro zero in un posto in cui tutto si sposta via mare. La soluzione? Lo scambio di alimenti tra le isole, per ridurre rifiuti e inquinamento». I ragazzi studieranno così anche il territorio e le tipicità alimentari, ma anche
la gestione dei beni ambientali e culturali, della mobilità, delle infrastrutture di tutto l’arcipelago. Con un solo obbiettivo: «Trasmettere ai più giovani la sensibilità sulle tematiche ambientali e la consapevolezza che il cambiamento dipende da loro», sottolinea Pulvirenti.
Per incentivare l’apprendimento, il gruppo avrà a che fare solo con
tutor giovani, tutti di età compresa
tra i 22 e 32 anni. Al lavoro pratico sul campo, i ragazzi sommeranno una serie di
lezioni teoriche sulle leggi che regolano lo smaltimento dei rifiuti e il risparmio energetico – calate però nelle diverse realtà delle isole – che si terranno nella
base operativa messa a disposizione dal sindaco di
Santa Marina di Salina. Dopo il lavoro di ricerca, gli studenti produrranno un
elaborato finale che sarà presentato in loco il
21 settembre, e prossimamente anche a Catania.
«Il liceo
Vaccarini è una delle scuole più attive in ambito di rispetto per l’ambiente – spiega Pulvirenti – in cui i ragazzi hanno già realizzato parecchi progetti su riciclo e riuso». Con l’idea di inserire tra i suoi indirizzi di studio anche quello sperimentale di
Scienze della sostenibilità ambientale. Da qui, l’idea di unire gli sforzi. «La scuola era interessata ad intraprendere questo percorso e la mia società aveva parecchie idee in cantiere». Decisivo è stata la mediazione di
Nunzia Catalfo, che ha messo
Società progetto ambiente in contatto con l’istituto di formazione. «Un incontro fatto tramite l’attivismo, sempre utile per fare rete e mettere su progetti in comune. La scuola ha avuto il finanziamento della comunità europea, ed eccoci qui».
Un’esperienza da cui lanciare anche un progetto ambizioso: riuscire a far diventare le isole Eolie
un modello di sostenibilità, rendendole autonome da un punto di vista energetico, alimentare, idrico e con una mobilità sostenibile. Come? Con
centri di compostaggio, compostaggio domestico, centri di riuso creativo e altro ancora. «L’arcipelago è un luogo perfetto per mettere in atto queste idee. Ci stiamo lavorando», anticipa Pulvirenti. Anche se, come sottolinea, «ci vuole la volontà politica. Senza una buona politica, non si va da nessuna parte».