Il gip di Barcellona Anna Adamo ha interrogato nel carcere di Gazzi l’appuntato dei Carabinieri Francesco Anania, indicato dal boss pentito Carmelo D’amico quale uomo di Cosa Nostra e custode dell’arsenale della mafia barcellonese, ed il nipote Felice Anania. Il sottufficiale dell’Arma ha respinto l’accusa di aver custodito in un suo terreno armi e munizioni per conto della mafia di Barcellona ed ha detto di non conoscerne la provenienza. Anania ha invece ammesso il possesso di cocaina e marijuana sequestrate dai Carabinieri durante la perquisizione nella sua abitazione di Milazzo. Anche il nipote Felice Anania si è detto totalmente estraneo alla custodia delle armi per conto dei clan mafiosi di Barcellona. Il gip dovrà decidere entro domani sera sull’istanza di scarcerazione avanzata dal loro legale l’avvocato Pinuccio Calabrò.
Continua a regalare sorprese il terreno di via Isonzo a Milazzo attiguo all’abitazione dell’appuntato dei Carabinieri Francesco Anania indicato dal boss pentito Carmelo D’Amico come uomo vicino a Cosa Nostra. Le ruspe dei vigili del fuoco continuano a scavare e portano alla luce quello che sembra il deposito delle armi e delle munizioni della mafia barcellonese. In due giorni sono stati recuperati pistole, kalasnikov, altri fucili, cartucce di vario genere e tutto il necessario per fabbricare le munizioni. Gran parte di questo materiale era racchiuso in fusti sepolti sotto terra nel terreno di contrada Bastione.
Un’indicazione a colpo sicuro quella del nuovo pentito di mafia Carmelo D’Amico che dopo aver indicato nei torrenti Patrì e Idria i luoghi in cui negli anni novanta furono sepolti i corpi di alcune vittime della lupara bianca ha fatto ritrovare l’arsenale di Cosa Nostra. A custodirlo sarebbe stato un Carabiniere già in servizio di scorta ai magistrati della DDA messinese. A raccogliere le sue dichiarazioni ormai da diverse settimane il sostituto procuratore Giuseppe Verzera che nei giorni scorsi ha firmato il decreto di perquisizione nel terreno di via Isonzo. Lunedì i Carabinieri del reparto operativo di Messina oltre ad arrestare il loro collega, avevano arrestato anche il figlio Cristian, 22 anni che cercava di allontanarsi con 200 grammi di cocaina e 300 di marijuana ed il nipote Felice. Il primo è stato subito sentito dal gip di Barcellona Anna Adamo che ne ha disposto la scarcerazione. Doveva rispondere solo della detenzione di droga mentre il nipote del Militare è accusato del possesso di armi e munizioni.
Francesco Anania è rinchiuso nel carcere di Gazzi per rispondere della detenzione dell’arsenale e della droga con l’aggravante di aver agevolato la mafia barcellonese.