E' una domanda, che si ripropone sin dagli anno 60; e gli inesperti eoliani tentarono di dare una risposta.-Chissà cosa direbbero, oggi, quei pionieri che agli inizi degli anni 60, per la prima volta misero piede in queste sette perle, quando si trovarono di fronte ad uno spettacolo unico al mondo, un qualcosa di unico, di inimmaginabile, di incredibile, di stupefacente; ammirarono l'azzurro cristallino del nostro mare, un mare incontaminato, allora, a diretto contatto con le colate laviche, in uno scintillio di colori di suoni, che oltre alla bellezza metteva i brividi, pensando alla forza della natura presente su queste isole, un mistero che sa di arcano, di misterioso, di leggendario, come reagirebbero oggi, magari sbarcando a Vulcano, totalmente invasa da colate di cemento, che hanno totalmente distrutto una delle piante più belle e rappresentative del nostro arcipelago < u iuncu >, ha sopravvisuto a qualunque vicissitudine, non temeva niente, se non il fango da qui di famoso detto eoliano < calati iuncu ca passa a china > calati giunco che passa la piena, si abbassarsi, si piegarsi, ma mai sottomettersi, ritornava sempre e meglio di prima, lo scenario unico al mondo dei faraglioni, le sette perle in una cartolina.-
Allora la ricettività era inesistente, sorge così il primo villaggio turistico, il Club Mediterrané a Lipari e, gradualmente inizia a organizzarsi una ricettività di tipo familiare, mentre d'altro canto, la richiesta diventa sempre più pressante.-
Sorsero i primi piccoli alberghi, le prime pensioni, i vecchi fabbricati furono riattati a casa albergo, piccole casette sul mare si trasformarono in piccoli nuclei abitativi, formando piccoli villaggi, ma nello stesso tempo, conservando la tipica architettura eoliana a conferma, anche, del particolare tipo di turismo la gente eoliana riteneva di poter proporre.-
Allora i promotori programmavano tutto in funzione dei mesi estivi, con tanta serenità ed entusiasmo, propri di chi sa di avere pochissime risorse e ritorni limitatissimi.-
Negli anni, ci siamo venduti peggio svenduti come prostitute, abbiamo messo in mostra i nostri gioielli che sono stati arraffati per una botta e via, per un veloce incontro, per un attimo, che hanno fatto arricchire i soliti noti, distruggendo quanto di incontaminato e di naturale i nostri avi, a fatica ed a costo della vita, avevano difeso ed a noi tramandato.-
Queste sono oggi le Eolie, vendute al mercato senza scrupoli, di qualche settimana, per recuperare quanto più possibile e vegetare, nei successivi dieci mesi tediosi che abbruttiscono anno dopo anno gli eoliani che li vivono.-
Come siamo arrivati così in basso, come abbiamo fatto a toccare il fondo, come abbiamo permesso di distruggere quanto di buono, di puro, di sacro avevamo e per cosa, per quattro soldi, che domani dovrai lasciare che dovremo lasciare, che non potremo barattare con niente, ma la cosa peggiore è quella di far finta di non capire che non possiamo mai comprare, il detentore delle chiavi dell'aldilà, dovendo rispondere a tutte le malefatte che, non sono solo nei comportamenti, ma anche nelle attenzioni, nelle intenzioni e nelle azioni che hanno permesso scempi e distruzione della natura che si godiamo ma che non ci appartiene..-
Da troppo tempo assistiamo ad una grandissima confusione, un caos totale di proposte per queste isole, portate avanti dai più anziani e dagli stessi giovani, tra questi qualcuno anche troppo indolente, proposte che spesso, o forse sempre, tendono a sfruttare anziché preservare e custodire quel poco patrimonio ancora incontaminato; ma tra le tante e, forse esagerate, proposte nessuna tiene conto della peculiarità e della conformazione geografica delle Eolie; non possiamo ignorare lo stato di assoluto degrado, che da un ventennio a questa parte, ha invaso queste isole, intaccando così il fragile equilibrio ambientale di queste terre.-.
Abbiamo tutte le caratteristiche negative, della società moderna, pur vivendo in un piccolo contesto che per certi versi potrebbe risultare anche protettivo, ma così' non è stato.-
Prima di addentrarci in una ipotetica scelta di turismo, nutro molti dubbi in merito, dobbiamo riconoscere che i nostri giovani lavorano solo 4 o 45 mesi, quando va bene, nell'anno, con qualifiche inferiori a quelle loro assegnate, per cadere in letargo nei restanti mesi dell'anno, un vegetare malefico che ammorba il corpo e lo spirito.-
Il turismo è certamente la voce principale di queste isole, è il volano, la fonte essenziale per la vita di queste isole, tutto gira su due mesi di caotico vivere, di automobili, di taxi, di motociclette, di bus che fanno la spola stracolmi di persone da e per quel poco di spiagge che ancora possiamo vantare; non abbiamo capito che le isole, in generale, hanno dei limiti, limiti territoriali come Capri, Ischia, Ustica, Ponza le Tremiti, le Egadi; in alcune di loro sono state fatte delle scelte, poche a dire la verità, per le altre si è andati avanti sull'improvvisazione, vivendo sulle prodezze dei singoli imprenditori, senza alcuna diretta partecipazione delle istituzioni pubbliche in primis le varie amministrazioni comunali, che si sono susseguite e, se è vero che le prime al sorgere del turismo erano impreparate, lo stesso non si potrà dire di quelle che a partire dal 1998 si sono susseguite.-
E' mai vi fu vero profeta in patria come il Prof. Pino Paino che in una sua risposta, ad un programma politico di maggioranza, allora lui fondò il gruppo Primavera Eoliana parliamo del 18 novembre 1982, quando scrisse nello stesso, leggo testualmente < … poiché torna a proposito diremo che nel settore specifico, eufemisticamente definito turismo, ci assoggettiamo supini a conseguenze di una politica estemporanea e senza sbocchi, le cui tristi conseguenze non tarderanno certo a farsi sentire, per u mese di orge, paghiamo tributi inusitati che vanno dalla devastazione alla degradazione materiale e morale del nostro paese e che ci regaleranno, negli anni, generazioni di frustrati, di alcolizzati e di drogati … > ed ancora <... la privilegiata natura del nostro territorio ci imponeva e ci i pone a fare delle scelte più oculate, rivolte a sollecitare, come avvenuto in tutti gli altri territori consimili, insediamenti carattere ricettivo-permanenti, nel rifiuto costante di un turismo pendolare ed agostano, di un turismo mordi e fuggi, di un turismo di soli piccoli ragazzi, che avremmo dovuto da tempo regalare anche volentieri, alle gradi stazioni della terra ferma, nonché a promuovere, sollecitandoli opportunamente, flussi turistici variamente interessati alla conoscenza del nostro territorio sotto il profilo dell'archeologia, dell'arte, della dinamica suggestiva dei vulcani, del nostro mare, della nostra storia, del nostro territorio e dell'apprezzamento dell'ambiente, ne qui vogliamo revocare gli strani comportamenti di chi, avendone esclusiva responsabilità, continua a prodigarsi perché il turismo diventi sinonimo di gazzarra e di frastuono anche e specialmente notturno, con grave pregiudizio di quel turismo vero che alle Eolie invece si reca per trovarvi pace, natura e riposo … >.-
Stiamo parlando esattamente di ben 40 anni fa, un veggente ? un Nostradamus eoliano ? No un personaggio politico che vedeva oltre il proprio naso con senso di responsabilità e correttezza.-
Premettendo che non sono un esperto di turismo mi piace leggere, ascoltare, valutare e tirare le somme di quanto vanno predicando quattro monaci scalzi in cerca di questua ed è per questo che per, il probabile cambiamento, a cui si sta assistendo propongo una riflessione all'Assessore al Turismo il Dr. Saverio Merlino, caro amico e compagno di scuola; la mia vuole essere una proposta < innovativa > che parte dalla volontà di riappropriarsi da parte della gente, della propria libertà, del proprio spazio libero, delle proprie scelte senza che nessuno le imponga.-
Non desidero impelagarmi in una contrapposizione certamente data, ma resta il fatto che per assumere a dimensione liparota l'opportunità che questa ventata di libertà e di scelte, proprie, potrebbe generare, occorre avere un < progetto > di politica turistica.-
Debbo anche precisare e constatare che il fenomeno turismo, non è stato generato dai liparoti e non è stato gestito da nessun ente isolano; non lo è stato e non lo è perché le amministrazioni comunali di Lipari, non hanno mai partorito una politica turistica.-
Desidero per questo che cosa vuol dire avere una < politica turistica >, significa avere risposte proprie alle implicazioni che il turismo, in quanto fenomeno sociale, economico, culturale, presenta; ossia avere risposte a ,sintetizzo:
a) quali linee di comunicazione marittima saranno utilizzate ai fini turistici< veloce, giornaliera, settimanale;
b) quali porti saranno prescelti, quali tratte saranno potenziate, quali orari saranno messi in atto e rispettati;
c)come organizzare il Comune per il turismo, ufficio informazioni sempre presente, mezzi di trasporti interni con apposto regolamento, quali parcheggi e quali transiti autorizzati;
d)come discernere il turismo da quello nautico a quello di terra, quello giornaliero a quello stanziale;
e) come prevedere le spiagge per la balneazione, le gite in barca, i percorsi naturalistici, quelli culturali, gli eventi.-
Ma tutto questo viene dopo che veramente sia fatta una scelta, che deve essere irreversibile, che deve programmare il domani, che deve dare l'impronti del turismi che si vuole fare, questo è essenziale è determinante uso un termine forte è storico.-
Dopo si dovrà effettuare una programmazione che analizzi nel dettaglio l'offerta turistica e ne prepari la realizzazione, in base ai criteri di scelta effettuati; è un lavoro che nessuna amministrazione ha mai affrontato, o voluto affrontare, per cui il turismo si è affrontato sull'onda delle iniziative dei privati e sull'onda delle ordinanze degli anni prima con qualche cambio a seguito di spiacevoli inconvenienti che sorgono spontanei dall'improvvisazione.-
L'ufficio comunale del turismo è a conoscenza di quante entità esistono, veramente, e le loro peculiarità, quanti affittacamere veramente gestiti, quanti B&B effettivamente registrati, quanti affittacamere regolarmente registrate; possiede un archivio dei servizi che il comune ha attività negli anni per rispondere alla domanda turistica, a parte quelli ufficiali.-
Fino a questo momento si è proceduto a tentoni ed il pressapochismo è stato sempre evidente, lasciando irrisolte le domande fondamentali quali perché portare l'automobile, e se si dove si può circolare, dove si parcheggia.-
Domande sacrosante che sono incancrenite nell'attesa di una risposta, mai adottata e, debbo dire, ho constatato di persona, che su di essere pesa un assurdo quanto ingiustificato lassismo e fai da te che purtroppo intacca quelle che sono le vere peculiarità del comune eoliano:-
Turismo di massa o turismo di qualità? Chi lo decide ?
Nessuno purtroppo, perché a tutti è dato incunearsi nelle pieghe del fenomeno di massa e trovarvi il proprio vantaggio; fino ad esso le amministrazioni si sono limitate a constatare, a vigilare forse, sono state benevole forse troppo, lasciando fare e nel contempo distruggere.-
Alla domanda di prima dico, e se il senso di responsabilità rappresentasse un'opportunità per Lipari ? Non ho ancora risposto, mi sono fermato solamente ai preliminari.-
La risposta o le risposte dovrebbero, secondo me, partire da qui.-
Il problema di quale forma di turismo scegliere le analizzeremo un'altra volta.-
Bartolino Ferlazzo