E’ tempo
di guardare avanti…
Tre
semplici concetti: il rispetto, la convivenza ,il comportamento.
Una
forte aspettativa: decretazioni mirate ed impegni concreti per le isole.
Un
dilemma: riaprire, no – riaprire, si
Io
penso che…
La
mia prima considerazione, frutto di profonda meditazione, e di tempo per
meditare ne abbiamo avuto a sufficienza, è che oggi,
forse come mai, abbiamo capito che bisogna avere la consapevolezza di essere
legati, gli uni agli altri.
Oltre ad essere un concetto religioso, quello appena espresso, ha insito in sè molto di laico, nella realtà dei nostri giorni.
E’
lecito chiedersi
Se
siamo più liberi di disporre del nostro tempo?
Se
siamo più padroni della nostra esistenza?
Se,
addirittura, dipendiamo gli uni dagli altri?
La
prima risposta, di getto, stizzita, è che mal ci adattiamo a limitazioni del
nostro tempo, della nostra esistenza e più che mai alla interdipendenza.
A
buon ragione, rivendichiamo la nostra capacità di saper essere artefici del nostro
destino, ma oggi forse non è più così, bensì:
Dai
nostri comportamenti dipende la vita e la salute di altre persone!
Dal
comportamento di altre persone dipende la vita e la nostra salute!
Sino
ad oggi le popolazioni eoliane, hanno, in tutte le loro componenti,
amministratori, professionisti, lavoratori, siano essi concittadini presenti
sulle isole e/o sparsi in Italia e nel mondo, che prestigiose personalità
ed amici dell’arcipelago, fatto sentire
la loro voce con contributi notevoli, tra questi Angelo Sidoti, con ammirevole
costanza e lungimiranza, lui che lavora stabilmente a Torino e il dr. Pracanica
per la piacevolezza del tratto della sua penna pur trattando, talvolta,
argomenti spinosi e difficili e tanti altri ancora che non enumero per la
dovuta brevità.
Ampiezza
del loro pensiero, attaccamento al territorio, appropriati suggerimenti forniti
per la ripresa.
Con
soddisfazione è fiorito un dibattito fatto di proposte concrete, le Isole Minori,
a vari livelli, stanno rivendicando le giuste attenzioni per le Comunità.
Varie
associazioni di categorie produttive e trainanti per il territorio si associano
e fanno sentire la loro voce, in maniera consapevole e rispondente alle giuste
esigenze e richieste degli operatori turistici di ogni ordine e grado e dei
lavoratori del settore.
Tutto
questo lo abbiamo fatto, bene, ma a bocce ferme.
Un’altra
realtà è in movimento e si schiuderà dinnanzi a noi a partire dal quattro maggio
e man mano a seguire, nelle altre date che segneranno l’incedere della nostra
vita.
Una
sola cosa non cambierà, quantomeno per un lungo lasso di tempo.
“Dal
nostro e dall’altrui comportamento dipenderà la nostra e la vita degli altri!”
In
altri tempi questa affermazione sarebbe apparsa una strategica esagerazione.
Ricordiamoci,
riflettendo, che non saremo più soli, che non saremo gli unici abitanti delle isole.
Abbiamo
auspicato la riapertura, ognuno si è impegnato come ha potuto e creduto, anche
se non sono pochi coloro pronti a rinunciare a tale evento se le risposte non
si riveleranno all’altezza delle aspettative
Dal
quattro maggio ci aspetta adesso un nuovo impatto: dalla clausura alla
convivenza con altri soggetti al di fuori del nostro nucleo familiare, dei
nostri concittadini, principalmente, con la clientela turistica, pur esigua che
sarà.
Sia
gli isolani semplici cittadini od operatori del settore turistico, sia la
clientela che raggiungerà le isole, dobbiamo, tutti, concittadini e turisti,
essere preparati a questo incontro che ha principalmente alla base il rispetto
reciproco.
Oggi
si impone una più agile, adeguata e rispondente informazione, utile al
territorio, facendo si che “la nuova comunità” sia pienamente consapevole di
dover adottare misure e stili di vita diversi e utili alla prevenzione di
eventuali contagi.
Aspettiamo fiduciosi i nuovi decreti, non
fidandoci delle indiscrezioni che tanta confusione e preoccupazione stanno
ingenerando.
Ai
nostri corretti comportamenti, e non potrebbe essere altrimenti, dovranno
corrispondere dalle autorità preposte, in ogni settore e ai vari livelli,
decretazioni mirate e impegni concreti per le isole.
I
cittadini singoli, quelli riuniti in associazioni hanno messo sul tappeto
documenti pieni di buon senso, richieste rapportate alla valenza dei nostri territori,
guardando anche al futuro ed alle generazioni che verranno.
Agli
interventi, eccellenti, che già si sono occupati dell’argomento, sono
auspicabili ulteriori contributi anche di sostegno umano e sociale per non far
sentire nessuno solo in questa epocale battaglia, il perché?
Perché
ci troviamo in quel momento difficile, molto difficile, in cui anche la sicurezza è molto attenta.
“Quando
la curva dell’emergenza sanitaria in discesa incrocerà la curva dell’emergenza
sociale in salita, a quell’incrocio potrebbe verificarsi la rottura del
sistema”
Per
evitare questo disastroso impatto, ogni parte politica e sociale dovrà dare il
meglio di sé stessa per attutire la drammaticità del momento e ridisegnare il
futuro, passando dalle decretazioni d’urgenza ad un’idea di governo di processi
di crescita a breve, medio e lungo termine in isole, laboratorio a cielo
aperto.
Non
avrebbe senso questo mio pensiero se non per evidenziare che in questo momento
storico sarebbe avvilente ridurre tutte le voci che si sono levate a semplici
rivendicazioni economiche, giuste e legittime, perché sia chiaro che il disagio
non è e non sarà solo degli operatori turistici, ma di tutto il paese.
Da
soli non ci si salva!
Il
problema non è solo economico-finanziario, è culturale, sociale e della futura
convivenza.
Con
il depauperamento del nostro territorio rischia di morire la nostra storia
risalente al IV millennio A.C. insieme a quella cultura che trasuda dalle
nostre mura, dai nostri vulcani, patrimonio dell’umanità.
Di
grande rilievo sarebbe la voce dell’intellighentia liparese, della chiesa, che
sta facendo con alcuni suoi parroci un lavoro silenzioso ed eccezionale, del
mondo culturale che alberga attorno a benemeriti centri, di associazioni, di
club di servizio e di tanti altri semplici o impegnati cittadini.
E’
necessaria una presa di coscienza generale, dei nostri concittadini onorari, dei
nostri amici che occupano posti strategici, dell’impegno di noi tutti perché vengano
deliberati interventi a favore del territorio, tenendo conto delle
particolarità, delle fragilità del tessuto sociale delle nostre isole in tutte
le sue componenti.
L’altra
sera assistevo alla trasmissione “Porta a Porta “tra gli ospiti il prof. Crisanti
(medico), l’editorialista del Corriere della Sera e Marcello Sorgi. Quando è
stato il turno di Marcello Sorgi mi è parso di scorgere nella sua domanda un
qualcosa che potesse riguardare il nostro territorio, forse sarà stata solo una
mia impressione.
“In
sintesi la domanda di Sorgi, rivolta al dott. Crisanti: Quando ritiene potremo
ritornare sulle spiagge? Il dottor Crisanti non ha risposto in quanto preceduto
da Vespa che con un sorriso rivolgendosi a Sorgi dice: Marcello, ma così hai
alzato troppo la palla”
E
no caro Vespa, per noi non era troppo alta!
Mariano
Bruno