Cari Compaesani,
non so se avete
ascoltato l’intervista al Sig. Sindaco da parte de “il Giornale di Lipari”, a
un certo punto ribadisce, giustamente, che il materiale trasportato a valle
dalla pioggia non può essere utilizzato per il ripascimento delle spiagge
perché vietato dalla legge, tranne che vi sia un' emergenza, altrimenti occorre
procedere alla sua caratterizzazione. Ovviamente non si tratta di stabilire se
ha un buono o un cattivo carattere, ma di eseguire tutti questi adempimenti:
1. Relazione tecnica descrittiva dell’attività come
descritto dal D.M. 24/01/1996 e riportante
la caratterizzazione chimica, fisica e microbiologica delle aree interessate;
2. Pareri delle competenti Amministrazioni locali
del sito di ripascimento e parere del
competente Ufficio del Genio Civile Opere Marittime;
3. Nulla osta paesaggistico ambientale rilasciato
dalle competenti Amministrazioni;
4. Campionamento del sito di prelevamento del
materiale da usare;
5. Campionamento del sito da ripascere;
6. Caratterizzazione dei materiali prelevati e del
sito da ripascere: granulometria, tessitura e colore (granulometria
= dimensione del materiale usato: ghiaia, sabbia e pelite; (tessitura = l’insieme di forma, dimensioni e
disposizione dei clasti di un sedimento); (colore e odore = analisi da affidare
allo stesso tecnico per evitare problemi);
7. Una serie di analisi chimiche e biologiche (n.
18) sia del materiale che del sito da ripascere;
8. Valutazione dell’ARPA sugli impatti significativi
dell’intervento sulle acque e sui fondali sia sotto il profilo della compatibilità
chimico-fisicomicrobiologica, sia sotto il profilo della salvaguardia dei
valori biologico-naturalistici, sia sotto il profilo della compatibilità del
materiale utilizzato per il ripascimento con la finalità balneare;
9. Scheda di Bacino Portuale
di cui al Capitolo 6 del sito di prelevamento;
10.
Caratteristiche meteo marine e idrodinamiche generali e specifiche del sito;
11.Piano
di campionamento con planimetria in scala opportuna riportante le eventuali
opere marittime previste, le batimetrie del fondale attuali e quelle previste
al termine dell’attività di dragaggio e l’esatta posizione delle stazioni di
campionamento (tutte le planimetrie presentate nella Relazione Tecnica dovranno
riportare le isobate, preferibilmente con equidistanza di 0,5 m, il settore di
traversia ed essere georeferenziate nel sistema di proiezione UTM 32/33 WGS
84);
Anche ai fini della
determinazione di compatibilità dei sedimenti di apporto, devono essere
disponibili le seguenti informazioni relative al sito da ripascere:
1. Planimetria generale
dell’area da ripascere comprensiva delle isobate ed eventuale relativa
documentazione fotografica;
2. Caratteristiche
meteomarine climatologiche annuali, stagionali ed estreme;
3. Regime sedimentario e
trasporto solido litoraneo nel tratto di costa interessato;
4. Analisi storiografica
dell’andamento della linea di costa e dei fondali e delle eventuali opere o
interventi di protezione;
5. Possibili fonti
d’inquinamento e stato ambientale delle spiagge da ripascere (superficie emersa
e sommersa), in modo tale da scongiurare eventuali coperture di siti
contaminati;
6.
Caratteristiche cromatiche, mineralogiche, granulometriche e chimiche;
7. Principali popolamenti
macrobentonici presenti nel sito di ripascimento e nell’area circostante fino
alla batimetrica dei 10 m, salvo la presenza di praterie di fanerogame marine.
In tal caso l’indagine ed estesa al limite inferiore della prateria;
8. Principali popolazioni
ittiche esistenti nell’area ed eventuale presenza di aree di nursery.
Le informazioni richieste possono essere desunte dalla
letteratura; in particolare i dati relativi alle informazioni di cui ai punti
5, 6 e 7, non devono essere antecedenti i 3 anni, purché in tale periodo non si
siano verificati eventi significativi che abbiano modificato le condizioni
preesistenti. Qualora le informazioni bibliografiche relative ai suddetti punti
non fossero esaustive rispetto a quanto previsto nel paragrafo 2.2, sarà
necessario effettuare una specifica indagine di campo, da concordare caso per
caso con l’Autorità competente all’esame della richiesta di autorizzazione.
Indipendentemente dalle conoscenze pregresse, all’interno
dell’area interessata al ripascimento, saranno prelevati almeno 2 campioni (uno
ubicato sulla spiaggia emersa e uno sulla spiaggia sommersa), lungo sezioni
equidistanti tra loro massimo 200 m e perpendicolari alla linea di costa. I
campioni, in numero comunque non inferiore a quattro, dovranno essere
sottoposti alle analisi granulometriche.
Spero che non vi siate messi a leggere punto per punto, li ho
riportati per farvi verificare quanti assai sono gli adempimenti richiesti per
il ripascimento di una spiaggia. A questo punto mi chiedo e vi chiedo se questa
non è una legge a pene di segugio: in un’isola di appena 35 kmq prevalentemente
montagnosa e a strapiombo sul mare tutti gli inquinanti di una discarica a
cielo aperto prima o poi finiscono in mare.
E allora non c’è da sperare che in una partecipazione di massa
della popolazione diretta a rimuovere il problema alla base, chiedendo una
deroga.
Non mi stancherò mai di ricordarvi che le “praie” per le Eolie
sono un bene irrinunciabile e, sempre più, una fonte di reddito alla quale
tutti, nessuno escluso, direttamente o indirettamente, attingono.
Francesco Valastro