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domenica 10 marzo 2013

Le Eolie e le date storiche (a cura del dottor Giuseppe (Pino) La Greca


10 marzo 1881
Stefano Mollica

Qui riposa, nella pace di Giusti
Stefano Mollica
morto il 10 marzo 1881 di anni 76
martire della libertà italiana
logorò la sua vita nel carcere e nell'esilio
padre affettuoso amico del povero
meritò la stima di quanti lo conobbero
possa la sua memoria
tornare di esempio ai posteri.
  
Stefano Mollica, figlio di Giovanni, era un medico di Lipari aiutante nella Regia Università, chirurgo del primo battaglione della Guardia Nazionale; era nato a Messina nel 1807 da Giovanni e da Francesca Rodriguez dei baroni del Ponte. Aveva studiato medicina a Napoli con lusinghieri risultati.
Con R. D. 29 settembre 1833 Stefano Mollica veniva nominato Aiutante della Clinica Chirurgica dove cominciò ad esercitare la professione. Sposò donna Teresa Vitiello e l'unione fu ben presto allietata dalla nascita della figlia Fanny.
Nel 1846 in seno alla Settima adunanza degli Scienziati Italiani, il Mollica brillantemente relazionò sugli esperimenti da lui condotti nella Clinica di Napoli, di anestesia con l'etere. Di codesta attività di ricerca volta a “rendere insensibile l'infermo a dolorose operazioni chirurgiche” si compiacque il governo menzionando in particolare l'impegno dei dottori Mollica, Ciccone e Finizio per così fondamentale innovazione “degna della facoltà medica e cerusica napoletana la quale si è sempre segnalata in Europa”.
Oltre che terreno di scambi proficui nel campo culturale i Congressi degli Scienziati venivano in quegli anni assolvendo ad una preziosa funzione di stimolo per la formazione di una sempre più salda coscienza nazionale, tali che l’essere membro dei congressi degli scienziati italiani importava un silenzioso allineamento nelle file del partito liberale e doveva provocare più tardi le diffidenze della sospettosa polizia borbonica.
Chiamato come professore aggiunto alla Reale Università di Medicina, con real decreto del 10 maggio 1848 il Mollica fu promosso Ufficiale di II^ classe con onori e grado di 1^ classe del Ministero degli Interni per soprintendere alla parte sanitaria. Di tendenza liberale e forse anche animato da ideologie fortemente democratiche, quando il 29 gennaio del 1848 gli nacque la seconda figlia, le impose i nomi di Aurora Liberata: un presagio augurale per la sognata patria italiana e un'aperta sfida alla “tirannide” imperante; a pochi mesi dai fatti del 1848. Nel 1837 era stato coinvolto in un “affaire” legato alla morte di Giacomo Leopardi.
Stefano Mollica il 15 maggio del 1848, era sulle barricate di via Toledo e, a parere del pubblico Ministero presso la Gran Corte criminale e speciale di Napoli, fu proprio lui, “con la sua intemperanza”, a provocare lo scontro. Stefano colpì a morte il capitano delle guardie svizzere Amedeo de Muralt, sparando su di lui per tre volte. La prima volta lo colpì ad una mano asportandogli tre dita, la seconda ad una scapola ed infine alla fronte. Stefano Mollica, imprigionato subito dopo i fatti (arrestato il 26 maggio 1848), fu processo in ultima istanza nel 1853 (difeso dal giovanissimo avvocato Enrico Pessina) e condannato a 25 anni di ferri, con sentenza del 30 luglio 1853. Rinchiuso da prima a Nisida e poi a Montefusco, il 28 maggio del 1855 venne tradotto a Montesarchio, in provincia di Benevento, unitamente a Carlo Poerio, Nicola Nisco, Giuseppe Pica, Sigismondo Castromediano e altri. La feroce repressione seguita al fallito moto del 15 maggio 1848 aveva però non solo levato a sdegno i liberali europei e mosso il Gladstone a definire il governo napoletano la negazione di Dio eletta a sistema di governo ma perfino spinto i governi di Londra e Parigi alla rottura delle relazioni diplomatiche con Napoli, dovuta proprio alle rimostranze – inascoltate – dei rappresentanti dei due governi per la maniera con cui venivano trattati i condannati. Sotto il peso della condanna dell’opinione pubblica europea il governo si vide costretto ad una misura di grazia.
Alla fine del 1858, Ferdinando, in occasione del matrimonio di "Franceschiello" con Maria Sofia di Baviera, liberò tutti i condannati per i fatti del 1848-49, e li mandò in esilio perpetuo. Dei novantuno però solo sessantasei detenuti, tra il 15 e il 16 gennaio 1859, salirono a bordo del vapore “Stromboli” opportunamente disarmato perché in caso di rivolta non potessero servirsene, altri erano già morti, o avevano ottenuto il permesso di poter raggiungere altre sedi perché ritenuti non pericolosi. Otto erano i deportati che provenivano da Montesarchio, ventitre da Nisida, diciotto da Procida e diciassette da Santo Stefano. Accompagnavano lo “Stromboli” la fregata “Ettore Fieramosca” che sorvegliava la “Stromboli”, ed era fortemente armata, e il “Messaggero” un altro vapore che aveva a bordo la commissione alla quale era stato affidato l'incarico di eseguire le disposizioni del Re e che rientrò a Napoli dopo aver assolto il suo compito dopo che gli ultimi detenuti erano stati imbarcati a Santo Stefano.
Lo Stromboli” e il Fieramosca proseguirono il viaggio fino a Cadice, dove bisognava trovare una nave che conducesse gli esuli a New York. Nella città andalusa i sessantasei deportati chiesero, con una lettera scritta da Carlo Poerio il 27 gennaio 1859 “asilo politico” al governo spagnolo che lo negò. Dovevano lasciare la Spagna e laborioso fu il negoziato che il vice console napoletano a Cadice Francesco de Ambrosi dovette affrontare per trovare una nave disposta ad imbarcarli e ad attraversare l'oceano. Dopo che un mercantile spagnolo ed uno olandese si erano rifiutati di trasportare gli esiliati contro la loro volontà, il difficile accordo fu raggiunto con il capitano Samuel H. G. Prentiss di Baltimora, che comandava il mercantile “David Stewart”.
Così dopo una sosta di 24 giorni nel porto spagnolo, i deportati lasciarono lo “Stromboli” e salparono con il mercantile americano che il “Fieramosca” seguì per circa 150 miglia e poi abbandonò per fare rientro in patria. Era il 20 febbraio 1859 e per la prima volta dal giorno del loro arresto i deportati non erano più sotto il rigido controllo della giustizia borbonica.
Ad essi occorsero due giorni di febbrili trattative col capitano Prentiss, deciso a mantenere l'impegno assunto, per convincerlo a non portarli negli Stati Uniti e a cambiare rotta verso l'Irlanda. Il 6 marzo il “David Stewart” entrò nel porto di Queenstown, un grosso borgo marinaro con circa settemila abitanti nella baia di Cork, dove gli esuli napoletani furono accolti amichevolmente.
il 27 marzo su una nave messa a disposizione dal governo inglese giunsero a Londra attesi e festeggiati. Nella capitale del Regno Unito, dove furono accolti dal Palmeston, dal Gladstone, da rappresentanti della Camera dei Lords e dei Comuni, dal rappresentante del Piemonte Emanuele D'Azeglio e da altri illustri personaggi, si era intanto costituito un comitato che coordinava la sottoscrizione per i soccorsi a favore degli esuli napoletani di cui faceva parlo lo stesso Gladstone.
Rientrarono a Torino il 18 aprile 1859. Il salvacondotto di Stefano Mollica fu emesso il 9 aprile 1859, a firma dello stesso D'Azeglio. In Piemonte il Mollica si arruolò col grado di tenente e agli ordini di Enrico Cosenz, nel I reggimento del Corpo dei Cacciatori delle Alpi organizzato da Giuseppe Garibaldi. Nella breve sosta a Torino egli ebbe occasione d'incontrare vecchi amici e di conoscerne di nuovi: Paolo Emilio Imbriano (1808-1877), Massimo D'Azeglio (1798-1866), Luigi Carlo Farini (1812-1866), Giuseppe Mazzini, Marco Minghetti (1818-1886). Con decreto del governo sardo del 7 gennaio 1859 Stefano Mollica veniva nominato ufficiale medico di divisione di II classe e prendeva parte attiva ai moti di Romagna del giugno-luglio dello stesso anno.
Nel corso del 1860 Stefano Mollica, entrato nei ranghi dell'esercito regolare piemontese, con ardimento si batté nella campagna dell'Italia Centrale meritandosi la medaglia d'argento al valore militare e la croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia. Dopo l'unificazione rimase in servizio attivo in qualità di colonnello medico in Messina stabilendosi in via Cristoforo Colombo insieme alla figlia Aurora (Fanny si era sposa a Napoli) e con la seconda moglie Maria Salomè Collin. Fu proprio a Messina che il giovane liparese Bartolomeo De Pasquale, che aveva fatto il militare e aveva eroicamente combattuto nell'infelice battaglia di Custoza del 24 giugno 1866, ebbe modo di conoscere il colonnello Mollica e di intrecciare una relazione con la diciottenne Aurora Liberata. Dopo le nozze dei due, che si celebrarono a Messina il 25 aprile 1872, anche il cavaliere Stefano seguì la figlia e il genero a Lipari e insieme si stabilirono al n. 15 della strada del Municipio. Il 10 marzo 1881 terminò la sua esistenza terrena. 

Seminara annuncia potenziamento della Napoli-Eolie. Il plauso di Giuffrè

COMUNICATO
Si apprendono dagli organi di stampa le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Compagnia delle Isole, Alessandro Seminara, circa il potenziamento, a partire dalla stagione estiva 2013, della linea a mezzo nave Milazzo – Eolie – Napoli.  Collegamento che, stando alle dichiarazioni rese, dovrebbe passare da due a quattro corse settimanali con una nave veloce di 120 metri e duecento cabine. Se tale progetto, più volte auspicato,  verrà attuato, indubbiamente, sarà un’enorme beneficio per l’economia turistica delle le Isole Eolie.  Per questo, si ringrazia Compagnia delle Isole che con questa importante novità dimostra di voler effettivamente essere  al servizio  della collettività.
Mi sembra opportuno, quanto doveroso, segnalare  questa buona notizia così come in altre circostanze ho segnalato alcuni disservizi.
Gianluca Giuffrè
(componente della commissione di studio e consulenza sui trasporti marittimi del Comune di Lipari)
Lipari, 10/03/2012

Calcio a 5. Strepitose le ragazze della Ludica. In 3° categoria pesanti k.o. per le eoliane

Rotonda vittoria in trasferta per le ragazze della Ludica Lipari di calcio a 5. Si sono imposte per 19 a zero a Giardini contro il Gaggi.
Nel campionato di calcio di terza categoria giornata nerissima per le eoliane: il Sacro Cuore ha battuto l'Eoliana per 2 a 0; il Filicudi ha perso per 3 a 1 l'incontro casalingo con il Ramet; il Malfa ha perso per 5 a 0 con l'Arcigrazia ed, infine, il Pompei ha rifilato un 6 a 1 allo  Scirocco Stromboli.

La Corrida ai Tre delfini. La serata del 6 marzo nelle foto di Laura Lo Ricco





Lipari." Il consiglio ponga sotto osservazione speciale il programma operativo finalizzato alla ottimizzazione del servizio tributi locali" (di Angelo Sidoti)

Ritengo sia indispensabile che il Consiglio Comunale sorvegli o meglio ponga sotto osservazione speciale "il programma operativo finalizzato alla ottimizzazione del servizio di riscossione tributi locali predisposto dal Servizio Tributi ed approvato dal Ragioniere Generale e dalla Giunta con delibera n.111 del 28/12/2012.
L'argomento è molto delicato non solo per le casse comunali ma anche per tutta la collettività, desiderosa di conoscere i risultati delle iniziative promosse dall'Ente.
Non entro nel merito delle singole azioni che sono elencate nello stesso programma ma sul presupposto di base evidenziato e ripetuto più volte ovvero quello "del potenziamento del servizio tributi".
E mi domando:
1) che elementi nuovi oggi noi abbiamo rispetto all'anno precedente che garantiscono all'Ente di poter attuare questo presupposto di base del potenziamento del servizio?
2) l'impedimento emerso nel precedente esercizio che impone all'ente di non incrementare la spesa di personale rispetto all'anno precedente (frase riportata nello stesso programma approvato dal dirigente del settore e dalla Giunta) è sparito? Non esiste più alcun vincolo?
3) l'augurio "che le norme future escludano dai limiti delle spese del personale quelle assunzioni che possono essere funzionali all'incremento delle entrate proprie degli enti locali" e solo una speranza oppure c'è un fondo di verità in queste parole?
4) sbaglio o nell'ultimo consiglio comunale il dirigente del settore ha dichiarato l'esatto contrario?
Pongo queste domande solo per curiosità e per comprendere in modo più adeguato quali sono i meccanismi che governano la gestione del nostro comune e le azioni correttive avviate dai rispettivi uffici al manifestarsi di alcune inefficienze.
Spero che qualcuno chiarisca questa situazione al più presto non vorrei che sia solo un modo per dire domani gli obbiettivi non sono stati raggiunti per colpa della politica.
A mio modesto avviso questo programma va rivisto integralmente nella sua articolazione.
a) ad ogni azione deve essere individuato il gruppo di lavoro incaricato e non solo il responsabile del programma;
b) identificare se il soggetto sarà interno alla struttura comunale (mi sembra alquanto difficile ma bisogna verificare i carichi di lavoro e il persistere dei vincoli) o esterno;
c) identificare degli obbiettivi per ogni singola attività e non limitarsi ad individuare una percentuale di miglioramento, peraltro scarsa dell'1% rispetto al precedente esercizio 2012 (nella delibera di giunta n.112 del 28/12/2012, presa d'atto del programma 2011, si attesta che la percentuale di peggioramento è stata di ben il 34,5%. Pensate che nel 2012 la situazione sia migliorata? Pensate che nel 2013 non sia ancora peggiore per effetto della crisi in atto?).
Concludo e ripeto che l'aspetto entrate e recupero delle imposte/tasse e tributi è un elemento molto delicato del bilancio comunale e merita l'attenzione di tutti e magari con la costituzione di apposita commissione che lavori in concerto con gli uffici preposti.

Angelo Sidoti

D’ALIA: “PROVINCE? UDC SODDISFATTA, MAI CAMBIATO OPINIONE”

“Siamo preoccupati per l’ingovernabilità che si è creata in Italia, ancora di più in un momento economico cosi’ drammatico come fotografa l’ultimo declassamento del rating da parte dell’agenzia Fitch”. Lo afferma il segretario siciliano dell’Udc, D’Alia a margine del suo intervento al comitato regionale del partito che si svolge a Caltanissetta.
“Chi alle ultime Politiche ha preso più voti – continua – ha la responsabilità di tentare di formare un governo che affronti la crisi e dia risposte ai cittadini, a cominciare dalle fasce più deboli”.
Poi, sulle Province: “L’Udc è soddisfatta per il cambio del ddl sulle Province da parte del governo regionale – dice D’Alia -. Finalmente avremo una riforma organica e vera, senza limitarci a un semplice cambio del nome di questi enti. Il nostro partito non ha mai cambiato opinione sulle Province, infatti in Parlamento abbiamo sempre votato a favore della loro cancellazione”.
“In vista delle prossime elezioni amministrative – conclude il segretario regionale dell’Udc – ci confronteremo con i partiti che sostengono il governo regionale del presidente Rosario Crocetta. Abbiamo ritenuto utile chiedere un tavolo di confronto tra le forze di maggioranza alla Regione e questo è il nostro punto di partenza in vista delle alleanze che faremo nei comuni chiamati al voto. Certamente daremo autonomia alle organizzazioni locali del nostro partito per valutare le diverse esigenze dei territori”.
E’ un D’Alia conciliante, diverso da quello che solo tre giorni fa aveva usato toni decisamente più duri e smaccati: “Non voteremo mai un testo burla sulle province – aveva detto -. Noi siamo per la soppressione con contestuale trasferimento delle funzioni a comuni e Regione (che è l’indicazione più volte espressa dallo stesso assessore Valenti, ndr). Siamo per la fusione dei piccoli comuni al di sotto dei 10.000 abitanti e per l’obbligo della unione dei comuni per quelli al di sotto dei 50.000 abitanti. Pensare di cambiare il nome alle province chiamandole unioni dei comuni, prevedendone, inoltre, l’ampliamento del numero con una delibera di giunta mi sembra obiettivamente una burla che rischia di bruciare i pochi risparmi di spesa”.

Cannetomare,la tua casa al mare

A dieci metri dal mare, con splendida vista sulle isole di Panarea e Stromboli.
Un complesso di appartamenti singolarmente dotati di terrazzo, situati di fronte la spiaggia di Canneto.

10 meters from the sea, beautiful view of Panarea and Stromboli islands
Modern and comfortable apartments in front of the sea, on the beach of Canneto, bathing village in the island of Lipari, the largest of the Aeolian Islands.
Cannetomare, la tua casa al mare.
http://www.cannetomare.com/ - info@cannetomare.com - +39 090 9811542

Foto di "qualche" Carnevale fa (di Massimiliano Errico)

I CARRI " PINOCCHIO" e "WALT DISNEY"

SETTIMANA DI FUOCO A ROMA E PALERMO, L’ORDALIA DELL’ARS

La Sicilia, come la barca di Javier Tomeo, beccheggia sull’acqua torbida, fra muraglie d’alberi che esalano un lezzo bruciante ed appiccicoso. La barca è reduce da viaggi tribolati, alla tolda da qualche mese a questa parte risiede un capitano di lungo corso, che ricorda uno dei personaggi predestinati ed insieme irriducibili di Conrad, in balia del mare – ora piatto ora turbolento  – e degli eventi.
Fosse un romanzo, verrebbe da leggerlo in un fiato e fare notte, se occorre. Ma è vita. E allora il sapere come va a finire, non è il cruccio più duro, perché il presente pretende lacrime e sangue e lascia uno spiraglio appena visibile a ciò che verrà.
La riforma delle province è una specie di ordalia: si cammina sui carboni ardenti per un lungo tratto. E’ la prova del fuoco: si supera, vuol dire che il Padreterno sta dalla parte della Sicilia.
La rilevanza dell’evento non è commisurata all’entità della riforma ed dei rivolgimenti che dovrebbe provocare, ma alla sua fattibilità. Sarà come attraversare le Alpi con gli elefanti, l’impresa di Annibale, che lasciò stupefatto il nemico. O come trasportare la nave al di là delle montagne, l’impresa di Fitzcarraldo, l’avventuriero Carlos Firmin Fitzgerald, la cui idea fissa era costruire un teatro d’opera a Iquitos, nel cuore della foresta amazzonica.
Se credete che simili metafore siano un’esagerazione, vi sbagliate, a meno che non abbiate dell’abolizione delle province un’idea gattopardesca, un maquillage, l’ennesimo, per ridare fiato, senza in realtà darlo, alle esauste risorse dell’Isola.
Nel 1086 l’Assemblea regionale siciliana mise in piedi baracche e burattini allo scopo di attuare finalmente lo Statuto speciale della Regione con i consorzi di comuni. Le province avrebbero dovuto  passare il testimone, regalando la centralità ai comuni. Una svolta epocale, il decentramento di competenze e funzioni regionali a favore delle comunità locali, dotate di autonomia decisionale e di risorse, ma obbligate a sinergie consortili nel governo dei servizi pubblici.
L’art.3 della legge 9 del 1986, modificò alcune competenze, ma lasciò le cose come stavano: le province create dal fascismo non furono sfiorate di una virgola. I poteri delle municipalità diminuirono. L’art.3 istituì “liberi consorzi di comuni denominati province”. Un capolavoro.  I costi, invece che diminuire aumentarono, perché si introdusse l’elezione diretta delle amministrazioni provinciali.
Martedì prossimo, quando l’Assemblea esaminerà il disegno di legge, insomma, non sapremo che cosa effettivamente accadrà, perché gli escamotage sono possibili.
La Sicilia inaugurò, com’è noto, l’elezione diretta del sindaco e del Presidente della Provincia, guadagnandosi in quella circostanza a ben ragione , la fama di laboratorio politico del Paese. Potrebbe fare da apripista anche questa volta se non prevarranno le resistenze e le furbizie.
Sarà una settimana, la prossima, davvero straordinaria. E non solo per l’appuntamento legislativo di Palazzo dei Normanni, naturalmente. Il Parlamento dovrà eleggere i Presidenti di Camera e Senato, il Capo dello Stato dovrà affidare l’incarico di formare il nuovo governo, ultimo adempimento del suo mandato ormai in scadenza. Ed alla Cappella Sistina si aprirà il Conclave chiamato a sostituire il primo Pontefice che di sua volontà ha rinunciato al Soglio di Pietro.
Palazzo dei Normanni lavorerà in un clima di grandi aspettative, del quale potrebbe giovarsi. Confidiamo nell’empatia, in mancanza d’altro.




"LECCA LECCA" VI ASPETTA A CANNETO 
            IN VIA MARINA GARIBALDI 133, 
CON UN VASTO ASSORTIMENTO DI CARAMELLE, CONFETTI DI TUTTI I GUSTI, DECORAZIONI PER DOLCI, PELUCHE, GADGET, CIOCCOLATO LINDT, BACI PERUGINA PER OGNI RICORRENZA, CONFETTI, CARAMELLE E CIOCCOLATA SENZA GLUTINE E............DI TUTTO DI PIÙ'.

Discutiamo insieme della Resurrezione (di Don Gaetano Sardella)


Fra due settimane sarà Pasqua, il giorno in cui i cristiani ricordano la resurrezione di Gesù Cristo cioè – per chi crede – l’evento unico ed allo stesso tempo rivoluzionario non solo della storia dell’uomo ma dell’intera creazione. Nella storia dell’uomo non è mai accaduto che un morto resuscitasse – non per tornare a morire come è stato, ad esempio, per Lazzaro – ma per vivere in eterno. Ma, per i credenti, questo fatto unico ed eccezionale è anche rivoluzionario perché ha sconfitto la morte ed ha aperto la strada alla resurrezione di tutti gli uomini cambiando profondamente il Paradiso che non è più il luogo in cui la Trinità vive con la schiera degli angeli ma il Regno di Dio che accoglie, trasfigurati, anche i frutti positivi dell’umanità e questo sia per i valori, i sentimenti e le virtù, sia per le strutture di solidarietà e di convivialità.
Ma il fatto della resurrezione di Gesù è un evento che appartiene solo alla fede o ci sono delle ragioni per crederlo fondato storicamente? Come hanno accolto i primi discepoli questo evento? Come lo hanno raccontato e lo hanno trasmesso? Gli ebrei credevano nella resurrezione dei corpi? E che differenza c’è fra resurrezione dei corpi e immortalità dell’anima? E come sarà il corpo resuscitato? Che rapporto avrà con il corpo della nostra vita terrena? Ma è possibile ancora oggi con le conoscenze che abbiamo delle scienze naturali e dell’antropologia credere ancora nella resurrezione di Gesù e in quella dei corpi?
Sono molti gli interrogativi che si pongono a chi vuole riflettere seriamente sull’evento della Resurrezione. Per questo giovedì   14 marzo alle ore 19, dopo la Messa, ci incontreremo nella Chiesa del  Rosario al Pozzo per discutere, nell’ambito del ciclo di incontri di catechesi per adulti, con quanti sono interessati, al tema sulla base di una ricerca del dott. Michele Giacomantonio dal titolo: “Se Cristo non fosse risorto vana sarebbe la nostra fede”
 Tutti sono invitati.
                                                                       Mons. Gaetano Sardella

La Corrida ai Tre delfini. La serata del 6 marzo nelle foto di Laura Lo Ricco




La Corrida ai Tre delfini. La serata del 6 marzo nelle foto di Laura Lo Ricco



Trizzino ( Movimento 5Stelle): presto legge sulle isole minori

(Adnkronos) - ''Presto una legge organica che cerchi di risolvere i problemi delle isole minori, dalla sanita' alla fiscalita' e ai trasporti''. Il presidente della commissione Ambiente dell'Assemblea regionale siciliana, Giampiero Trizzino (M5S), ha avviato il tavolo tecnico che redigera' il progetto per una legge che dia risposte ai problemi delle isole minori, ''dove - spiega - qualsiasi difficolta' si ingigantisce e richiede risposte ad hoc''. La legge, alla quale stanno lavorando esperti, rappresentati delle isole ed attivisti del Movimento Cinque Stelle (tra questi l'avvocato Francesco Menallo), sarebbe la prima a raccogliere in un quadro normativo unico le tematiche principali delle isole minori.

L’ALLARME DELLA CORTE DEI CONTI: “IN SICILIA CORRUZIONE SISTEMATICA”

In Sicilia c’e’ una corruzione di “carattere sistematico”, largamente diffusa e “difficilmente eliminabile”. A lanciare l’allarme durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei conti per la Regione siciliana, e’ il presidente Sezione giurisdizionale, Luciano Pagliaro. “I fenomeni della corruzione e della concussione – dice – hanno assunto caratteri di sistematicita’ e vastita’, ma purtroppo in mancanza di un’esplicita denuncia o di una scoperta in flagranza, i reati sono difficilmente accertabili e la quasi totalita’ delle indagini contraddistinte da successo si e’ fondata sull’attivita’ di intercettazione telefonica ed ambientale”.
 Per Pagliaro per fronteggiare “l’illegalita’, la corruzione e il malaffare pesantemente presenti nel Paese e in grado di inquinare la vita civile” occorre allora una “semplificazione legislativa, limitando al massimo il passaggio delle pratiche da un ufficio all’altro ed eliminando i lacci e lacciuoli che ostacolano il sollecito svolgimento dell’attivita’ amministrativa e costituiscono il brodo di coltura per il manifestarsi dei fenomeni concussivi e corruttivi”.  Ma nessun provvedimento potra’ essere veramente incisivo per il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti senza “un ritorno all’etica nella politica, nonche’ una nuova condivisione da parte della societa’ civile dei principi di onesta’, correttezza, legalita’ e rispetto per il pubblico denaro”.
CONSULENZE ESTERNE.  “Rispetto agli anni passati il fenomeno delle consulenze esterne sta un po’ scemando, pero’ vi sono sicuramente situazioni su cui stiamo lavorando ed hanno dato luogo a condanne a carico di amministratori”. A dirlo e’ stato il procuratore regionale della Corte dei Conti, Guido Carlino, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario della magistratura contabile.
“Il problema delle consulenze esterne – ha spiegato – riguarda tutti gli enti pubblici, non solo la Regione. Per quanto riguarda Regione, Comuni, Enti locali ed aziende sanitarie abbiamo rilevato numerose consulenze e conferimento di incarichi esterni attribuiti in violazione dei principi della normativa vigente e di quelli fissati dalla Corte dei conti”. L’esternalizzazione e’ un fenomeno “particolarmente rilevante per gli efelfettiche produce sulla finanza pubblica e sul buon andamento della pubblica amministrazione: non e’ da trascurare il rischio che interessi di natura personale prevalgano sul pubblico interesse ne’ va sottaciuto l’indebolimento e la mortificazione dell’apparato amministrativo in conseguenza all’inutile ricorso a risorse esterne”.
NOVAMUSA. “Per la vicenda di Novamusa  abbiamo gia’ depositato una citazione in giudizio per il mancato  versamento di somme riscosse nei siti di interesse culturale della  Regione”. Ha poi detto il procuratore regionale per la sezione  giurisdizionale della Corte dei conti per la Sicilia. “Abbiamo rilevato – ha proseguito parlando delle criticita’  riscontrate nelle gestione di servizi pubblici da parte di privati  nell’Isola – che una societa’ concessionaria del servizio di  riscossione degli Enti locali ‘Tributi Italia’ ha omesso di riversare  nelle casse comunali somme realizzate con la riscossione dei tributi”.
ENTI LOCALI. “In molti Enti sono presenti gravi situazioni di squilibrio nei conti, determinate anche da una crescente massa di debiti fuori bilancio, sintomatici dell’incapacita’ di una corretta programmazione della spesa, ma anche di inadeguata capacita’ di gestione dei servizi di competenza”. Ha continuato  Carlino.
DANNI ERARIALI. Ammonta a 65 milioni e 110 mila euro il danno erariale complessivo accertato dalla Corte dei Conti in Sicilia nel 2012.  Ha poi detto Carlino, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, in corso nell’aula magna della facolta di giurisprudenza, a Palermo. Complessivamente sono state definite 5.450 istruttorie, depositati 105 atti di citazione in giudizio a carico di 200 soggetti.

Auguri a..Venanzio, Nuccio, Brian e Ersilia

Gli auguri di buon compleanno oggi sono per Venanzio Iacolino, Nuccio La Greca e Brian Buttò, Ersilia Pajno
Volete fare gli auguri ai vostri cari? Inviateceli. 
Raccomandiamo solo di farlo con qualche giorno in anticipo. L'indirizzo a cui spedirli è s.sarpi@libero.it 
N.B. Gli auguri (di qualunque genere) con le foto sono a pagamento (vedi tariffario in alto a questa pagina), così come gli auguri (anche senza foto) che non siano di Buon Compleanno

sabato 9 marzo 2013

Morte di un sub a Vulcano. Notificati 5 avvisi di garanzia

di Michele Schinella
Al timone dell’imbarcazione pirata Nabilia che il 13 luglio del 2006 tra Lipari e Vulcano ha ucciso il sub torinese Mauro Falletta, c’erano Martino Bianco e Carlo Maria Francesco Bonaccorsi. Ma Lino Siclari, il patron dell’Aicon, la società di Giammoro quotata in Borsa che produceva yacth di lusso, Giuseppe Cattafi ed Emanuele Bucalo, altri due comandanti di barche, li hanno aiutati a nascondere per anni la verità e a sottrarsi alle indagini. I due comandanti, il primo di Merì, il secondo di Milazzo, alla guida dell’Aicon 56, hanno colpito il medico il cui corpo fu trovato dilaniato dalle eliche e non si sono fermati per prestare soccorso: oltre che di omicidio colposo sono accusati di omissione di soccorso. E’ questa la conclusione a cui è giunta la Procura di Barcellona, guidata da Salvatore De Luca, che ha notificato 5 avvisi di avvisi di garanzia e si accinge a chiedere per gli indagati il rinvio a giudizio.
BINOCOLO VIRTUOSO. I primi indizi che misero gli inquirenti sulle tracce di un yacth di proprietà di AironBlu, una delle tante società della galassia del gruppo di Lino Siclari, li diede un ingegnere che dichiarò alle autorità di avere notato, quel giorno attraverso il binocolo, tre uomini e una donna affacciarsi a poppa dello yacht dopo il drammatico impatto. Dichiarò anche che il natante, allontanatosi a forte velocità dopo il mortale incidente, aveva scritto su una fiancata il nome Nabilia, un nome femminile arabo. “Dopo l’urto, i passeggeri, si precipitarono a poppa e si sporsero per vedere cosa era successo”, ha riferito l’ingegnere.  Le ricerche, che videro impegnate le vedette della Guardia costiera di Lipari, allora al comando di Paolo Masella e Giuseppe  Donia, e dei Carabinieri e della Polizia, non approdarono a nulla di concreto anche se era trapelato da mesi che gli inquirenti cercavano degli elementi per chiudere il cerchio delle indagini. E’ stato Christian Pistonina, ex braccio destro di Siclari, che lo nominò liquidatore di Aicon nel 2010, a dare agli inquirenti le tracce che cercavano per capire meglio il come e il perchè. Pistonina interrogato nel 2012 dagli inquirenti ha detto: “Emanuele Bucalo, il 24 marzo del 2012 mi ha detto che l’incidente era stato causato da uno yacth Aicon in fase di collaudo e per insabbiare il reale motivo per cui lo yacth navigava il giorno dell’incidente era stato redatto un falso contratto di noleggio. Mi ha pure detto che un suo parente, Carmelo Mastrojeni, conosceva altre informazioni sull’accaduto”. Emanuele Bucalo, comandante di imbarcazioni dl Barcellona, era stato interrogato il 18 maggio del 2006 a pochi giorni dall’evento mortale: “Non so nulla”, rispose. I magistrati gli contestano il favoreggiamento personale. Come lo contestano a Giuseppe Cattafi, milazzese, un altro uomo di equipaggio che lavorava spesso per Airon Blu, che diede la stessa risposta di Bucalo: “Sapeva invece la verità e ha mentito per aiutare Bonaccorsi e Bianco”, sostengono i magistrati. Lino Siclari invece interrogato il 14 luglio del 2011, aveva detto di non sapere quale fosse l’imbarcazione coinvolta nell’incidente nè chi fosse a bordo: “Era a conoscenza che si trattava di un’imbarcazione Aicon gestita per conto di altre società”, dicono i magistrati. A distanza di 7 anni, dunque, gli inquirenti ritengono di avere accertato che lo yacht pirata era un mezzo ancora in fase di allestimento e che quel giorno stava effettuando un giro di prova. Secondo quanto emerso i documenti non erano in regola e non era attiva neppure una copertura assicurativa.
MISTERI IRRISOLTI - Le indagini, invece, continuano per capire come sia stato possibile far svanire nel nulla l’imbarcazione Nabilia. Come se non fosse mai esistita. Secondo un’ipotesi, su cui convergono vari indizi, dopo avere straziato con le eliche il corpo del giovane medico, lo yacht pirata sarebbe stato tirato in secco e nascosto in un capannone. Sarebbero state poi eliminate le lettere che componevano il nome dell’imbarcazione. Imbarcazione successivamente immatricolata con un altro nome. Chi ha aiutato i due dell’equipaggio? C’era qualche altro a bordo dell’imbarcazione?
LA TRAGEDIA - Mauro Falletta era giunto il venerdì precedente a Lipari, con la moglie, la figlioletta di 2 anni e mezzo e due amici, per trascorrervi le ferie. Anestesista lavorava sino a qualche tempo prima all’ospedale ‘Le Molinette’ di Torino per poi trasferirsi ad Asti, nell’ospedale dove lavorava anche la moglie Valeria, ginecologa. Gli investigatori hanno impiegato anni per ricostruire, sia pure parzialmente, la verità. Se è accaduto è perchè i familiari non si sono mai rassegnati. Mentre i colpevoli cercavano di sfuggire alla giustizia, la madre di Marco Falletta nel 2009, fece un pubblico appello pubblicato su La Stampa di Torino.
L’APPELLO - “Sono la mamma di Mauro Falletta. Il 13 luglio del 2006, mio figlio è stato ucciso dall’elica di un motoscafo pirata, nelle acque di Vulcano. A distanza di oltre tre anni, malgrado gli sforzi di molti, il responsabile non è stato individuato. Questo fatto non mi consente di tentare di trovare nè pace nè rassegnazione. Per me è come se mio figlio morisse ancora ogni giorno. Scongiuro chi ha investito il giovane sub di costituirsi: non posso pensare che un’altra mamma, un altro padre, un’altra sposa, altri figli, debbano vivere nella tragedia, anche l’altra tragedia dell’attesa infinita di sapere chi è stato”. Il figlio Mauro avrebbe compiuto 34 anni ad agosto del 2006

CONVOCAZIONE TAVOLO TECNICO PER LA SCUOLA. LA NOTA DI BARTOLO PAVONE

Gent.mo Direttore,
L’assessore regionale all’Istruzione e alla F.P. della Sicilia, Nelli Scilabra ha convocato per mercoledì 13 marzo p.v., alle ore 10:00, presso i locali dell’Assessorato di via Imperatore Federico, n. 52, il Tavolo Tecnico Regionale per avviare i Tavoli Tecnici Provinciali in attuazione della L.R. n° 6/2000, per lanciare il percorso sulla razionalizzazione complessiva della Scuola in Sicilia e in particolare del Piano Scuola.
Ciò consentirà un assetto stabile al sistema-scuola per i prossimi anni, in concomitanza dell’avvio del processo finalizzato a dotare la Sicilia, unica Regione in Italia sprovvista di tale norma, di una legge sul Diritto allo Studio. Come più volte avevo precisato, la finalità di questo nuovo metodo di concertazione a livello provinciale consente a tutte le Istituzioni Locali di dare  di un serio contributo utile a rilanciare un progetto stabile e duraturo negli anni nelle nostre scuole disagiate. Un altro aspetto su cui bisogna fare massima attenzione ,riguarda la funzionalita’ dell’organico a disposizione della scuola. L'organico va definito partendo dalle reali esigenze di funzionalità delle singole scuole, eliminando gli sprechi, dove ci sono, e dando risposte positivealle situazioni di criticità. Per garantire il diritto allo studio degli alunni, il funzionamento e la qualità del servizio scolastico è necessario rispettare le norme sulla formazione delle classi e sull’organizzazione delle attività, dell'orario di servizio per gli alunni, senza dilazioni nelle procedure di attuazione. 

Per quanto riguarda gli istituti presenti nel territorio Isole Eolie, il piano di dimensionamento della rete scolastica proposto dalla Cgil scuola di Messina, tramite la Dott.ssa  Pistorino, è andato a buon fine. L’I.C. Lipari n. 1 cede il plesso di Canneto in cambio della scuola materna regionale e statale (ex Lipari 2) per l’A.S. 2013/2014. Secondo me, il piano proposto dalla Cgil è incompleto; insufficiente a garantire il diritto allo studio agli alunni eoliani a seguito dell'introduzione della nuova norma sulla riforma dei cicli. Un cordiale saluto. 
Ins. Bartolo Pavone

Federalberghi: "Del tutto insoddisfacente il contenuto della nota trasmessa dal Direttore Generale del Ministero ai Trasporti"

Il contenuto della nota dell’8 marzo del Direttore Generale del Ministero ai Trasporti, Enrico Maria Pujia, relativamente al ripristino del collegamento marittimo tra le Isole Eolie e Napoli, non soddisfa in alcun modo le aspettative degli operatori turistici eoliani, rimarca Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Eolie e Isole minori Sicilia.
Nella nota si fa riferimento ad una comunicazione ricevuta in pari data da Compagnia delle Isole con la quale si comunica che il prossimo 14 marzo la motonave Paolo Veronese riprenderà il servizio - su una tratta ormai sguarnita da toppo tempo - in attesa che la motonave Laurana “una volta risolta l’emergenza delle Pelagie ……riprenda la normale programmazione sulla Linea Milazzo/Eolie/Napoli”. Nella nota non si specifica infatti alcuna data circa il rientro in servizio della Laurana.
Risulta del tutto evidente che la mancanza di una data certa non consente agli operatori turistici di programmare i loro passaggi e di soddisfare alcune specifiche richieste di prenotazione di gruppi intenzionati a raggiungere le Eolie da Napoli già nella settimana che precede la Pasqua. Si tratta, sottolinea Del Bono, dell’ennesimo danno a carico di un’economia turistica già in evidente difficoltà. Con nota del 9 marzo, conclude Del Bono, abbiamo pertanto ritenuto di reiterare le nostre richieste a Compagnia delle Isole e al Ministero, in attesa che il Presidente Crocetta possa convocare le parti sociali e tutti i sindaci delle isole minori per affrontare adeguatamente il problema dei collegamenti marittimi con le isole minori siciliane.
Federalberghi Isole Minori della Sicilia
Federalberghi Isole Eolie

La Corrida ai Tre delfini. La serata del 6 marzo nelle foto di Laura Lo Ricco

Calcio a 5. Ludica Lipari pareggia in trasferta

Pari per 7 a 7 per la Ludica Lipari di calcio a 5 impegnata in trasferta contro  il C.S. Euroclub Italia. Le reti eoliane sono di Pellegrino Daniele 4, Lo Schiavo Giuseppe 2, Giunta Antonello.

Pallavolo. Appassionati invitati domani pomeriggio al Nicola Biviano

COMUNICATO
Noi tutte invitiamo gli appassionati domani al Nicola Biviano alle ore 15:00 per assistere alla quattordicesima giornata del campionato di serie D che prevede l'incontro con la squadra Oasi Azzurra Village. 
Con l'occasione vogliamo ringraziare il dirigente Gianluca Reitano e il Dott. Giancarlo Baldanza per averci accompagnato e sostenuto in panchina domenica scorsa. 
Le Atlete 

La Corrida ai Tre delfini. La serata del 6 marzo nelle foto di Laura Lo Ricco



Auguri al preside Candia

Un augurio di Buon Compleanno al preside prof. Renato Candia,  dirigente  dell'Istituto Comprensivo Lipari 2.
Siano, questi auguri, anche espressione di rispetto e stima nei Suoi confronti da parte di tutto il personale ATA.

Al preside anche gli auguri di Eolienews

RIENTRA L’UDC, IL M5S APPROVA E CROCETTA GONGOLA

Il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno? L’Assemblea regionale siciliana sopprimerà le province, ma come fare e che cosa le sostituirà è tutto da vedere. Gli abolizionisti esultano, i malpancisti tirano un sospiro di sollievo, i conservatori, che non possono difenderle e devono limitarsi a fare melina, criticano il testo, giudicandolo elementare, indegno di un Parlamento.
La scelta di fondo, abolizione, ha prodotto un effetto benefico, il ricompattamento della maggioranza di governo, che si era sfilacciata fino a lasciare prevedere una clamorosa rottura. L’Udc, che con il suo segretario regionale, Gianpiero D’Alia, aveva guidato la fronda, ha manifestato la sua soddisfazione, avendo ottenuto la marcia indietro del governo sulle modalità di esecuzione del provvedimento. D’Alia l’aveva considerato una burla, ora lo giudica un passo importante verso “una radicale riforma in un tempo congruo”.
Il governatore Crocetta, dal canto suo, si gode il superamento di un passaggio stretto: aveva rischiato la crisi e l’abbraccio senza alternative con il Movimento 5 Stelle . Ora può raccontare a mezzo mondo che la Sicilia anticipa Roma ed ogni altra Regione italiana, sopprimendo le province e tagliando i costi della politica.
Anche il Movimento 5 Stelle ha molte ragioni per sentirsi protagonista della svolta. Senza i suoi quindici deputati, Crocetta non avrebbe avuto la forza di  farcela.
Tutto bene, dunque?
Il rovescio della medaglia c’è, eccome. Che cosa vuole esattamente l’Udc? Che cosa è disposto a concedere Crocetta sull’altare dell’abolizione? Ciò che sappiamo è ciò che vogliono i deputati del M5S: abolizione tout court senza tante storie. A parte le riserve – politiche e mentali – si tratta di attraversare un passaggio stretto: è una riforma complessa che richiede un’attenta analisi e pretende provvedimenti “a cascata” di grande rilevanza.
Chi vorrebbe difendere l’attuale assetto, ed oggi non se la sente perché sarebbe molto impopolare farlo, avrà mille opportunità per vanificare tutto, cammin  facendo.
Si tratta di affidare ai liberi consorzi di comuni competenze e funzioni della Regione siciliana, un decentramento reale e “produttivo”; si tratta di dare ai comuni una centralità che le province e la Regione non gli avevano mai concesso; si tratta infine di cancellare una consultazione elettorale ( e qui le posizioni nella maggioranza non sarebbero unanimi).
Le assemblee dei consorzi di comuni, infatti, dovrebbero essere composte dai rappresentanti delle municipalità in misura proporzionale alla popolazione residente, mentre le giunte sarebbero composte dai sindaci o loro delegati). Senza doppie indennità, presumibilmente, solo semplici rimborsi.
Ci sono sei mesi per mettere nero su bianco. La guerra campale è solo rinviata, ma non si può affermare che la prima battaglia non ci sia stata e che, alla fine, a vincerla siano stati gli abolizionisti.
Un’ultima considerazione, infine: il modello Sicilia c’è. I grillini “governano”, tenendosi le mani libere. Se Roma desse uno sguardo a ciò che avviene a Palermo, forse, troverebbe qualche appiglio per superare l’empasse.

ARDIZZONE METTE PACE FRA D’ALIA E CROCETTA

Francesco Cascio si gettava nella mischia, prendeva parte, tranciava giudizi a destra e manca, alternava con il governo pause di riflessione, liti furibonde e feeling inattesi. Competizione costante con il Presidente della Regione. Memorabili le contese con Raffaele Lombardo. L’ambizione, peraltro legittima, di succedergli? Non solo.
Cascio è stato un Presidente di lotta e di governo, il suo successore, Giovanni Ardizzone, ha ripreso una antica traduzione  super partes che negli ultimi tempi, invero, era stata messa all’angolo.
Ardizzone non si schiera, misura gesti e parole, non usa toni apocalittici, mantiene con il governo e le opposizioni un corretto rapporto istituzionale, si adopera per smussare le asperità. E’toccato a lui sperimentare l’impatto con il Movimento 5 Stelle con i quindici deputati sprovvisti di storia politica e, quindi, “intrattabili” secondo le consuetudini care ai partiti. Ha dovuto inventarsi un galateo istituzionale, ha mostrato attenzione e gratificato il lavoro dei giovani parlamentari, non è apparso spaventato dalle novità, che anzi ha cercato di favorire,  ed un ha scelto un approccio pragmatico sulla questione dei tagli dei costi e della trasparenza.
Questa diversità, manifestata nei primi mesi, richiede qualità caratteriali oltre che una considerazione privilegiata del ruolo: occorre esercitare la terzietà, apparire terzi, per svolgere con autorevolezza la funzione.
Bisogna andare indietro di molti anni per riagganciare la tradizione migliore della Presidenza, per esempio a Giuseppe Alessi, o Pancrazio De Pasquale e Salvatore Lauricella. Non misero da parte i partiti da cui provenivano e le idee che professavano, ma una volta saliti sullo scanno più importante dell’Ars, riuscirono a spogliarsi dell’appartenenza, dando lustro alla istituzione e per ciò steso, ai partiti di provenienza.
Il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana è peraltro una figura istituzionale unica nel Paese. Niente a che vedere con i Presidenti dei Consigli regionali che, per regolamento, mantengono un livello di sudditanza “regolamentare” dall’esecutivo. Il Presidente dell’Ars può essere avvicinato nell’ambito della Regione siciliana al Presidente del Senato, seconda carica dello Stato, per la sua caratura istituzionale.
Prima della riforma costituzionale, che ha introdotto l’elezione diretta del Presidente della Regione, il Presidente dell’Assemblea aveva addirittura un peso determinante nelle scelte istituzionali e politiche. E’ rimasto intatto il prestigio e l’autorevolezza che il ruolo pretende; queste doti tuttavia non sono scritte nel regolamento, si conquistano sul campo grazie alle qualità di coloro che ricoprono la funzione.
Con il suo discorso in Aula, mercoledì, Giovanni Ardizzone  ha manifestato la propensione alla terzietà. Egli ha posto l’accento sulle responsabilità che le istituzioni – governo e Assemblea – si assumono nell’attuale difficilissimo momento storico che attraversa la Sicilia e il Paese, stimolando il cammino delle riforme e il superamento delle divisioni.
Senza entrare nel merito politico delle questioni  – la soppressione delle province – Ardizzone ha cercato di favorire il superamento delle asperità determinate dal testo di riforma originario con un richiamo alla responsabilità e un apprezzamento del lavoro fatto dal governo.
L’Assemblea, insomma, ha ora, dopo una vacanza piuttosto lunga, un Presidente. Non è una questione da poco.

"Nelle Eolie si continua a galleggiare. Necessita una discontinuità rispetto al passato. Anche a rischio di scontentare qualche "grande elettore". Il punto di vista di Luca Chiofalo

Sarà bastata la lezione del voto nazionale...?
Votando M5S, 1/3 degli italiani ha preferito fare un salto nell'ignoto (con tutti i rischi del caso), piuttosto che continuare ad affidarsi ai partiti tradizionali ed ai politici di lungo corso, attori principali o comparse consenzienti dello sfascio del paese.
Sono contrario al "nuovismo" rozzo ed esagerato che sembra attraversare e appassionare l'Italia, ma serviva una scossa e, a molti italiani, Grillo è sembrato l'ultima speranza a cui aggrapparsi per scuotere una "politica" incapace di autoriformarsi e trovare soluzioni al diffuso disagio.
Gli esiti li vedremo, ma il segnale è chiaro: chiunque abbia una faccia ammiccante ed una ricetta nuova (anche folle e irrealizzabile) miete consensi.
Ora, il nostro piccolo arcipelago è stato solo sfiorato da questi furiosi venti di cambiamento ma, statene certi, a breve anche da noi arriverà la "buriana".
Intanto, alle Eolie, si continua placidamente a galleggiare, mentre il rinnovamento della classe politica e dirigente continua ad essere una chimera ( i "pupari" sono sempre gli stessi) e le grandi aspettative riposte nella nuova amministrazione stanno, ahinoi, ridimensionandosi.
Nel nostro caso, come spesso succede, i conti li ha sbagliati quella parte di elettorato che voleva la "rivoluzione": l'impegno della maggioranza non manca, ma non si può pretendere che una squadra di reduci del vecchio sistema cambi la storia, questa è una cosa che fanno i "pionieri", e non mi pare che ne circolino a "palazzo".
Comprenderanno, i nostri eletti, la necessità di imporre, adesso, una discontinuità marcata sul recente passato, anche prendendosi il rischio politico di scontentare qualche "grande elettore"...? Riusciranno ad arginare la delusione montante (anche oltre le loro responsabilità) e tenere a freno lo "sfascismo" e il populismo contagiosi e dilaganti...? Sapranno trovare soluzioni originali alla grave crisi economica e sociale che investe le nostre isole...?
Sinceramente, mi auguro di sì; anche perchè, obiettivamente, non esiste (ancora) un gruppo dirigente alternativo che possa prendere le redini dell'arcipelago.
Ma la strada e i tempi sono stretti, e tenendo a mente che l'opinione pubblica è la peggiore delle prostitute, in questi tempi difficili, potrebbe succedere di essere spazzati via da un grillo qualunque...
 CORDIALMENTE
LUCA CHIOFALO

La Corrida ai Tre delfini. La serata del 6 marzo nelle foto di Laura Lo Ricco

Titolare di una attività di ristorazione segnala aggressione

Momenti di paura due sere fa per la moglie del titolare di una attività di ristorazione ubicata nel centro storico a Lipari. Così come ci ha raccontato la signora verso le 20.20 è stata aggredita nel suo locale da G.L.S., un uomo di Lipari che-come è risaputo- è disturbato mentalmente.
L'uomo- che spesso si reca nel locale creando disturbo ai titolari e ai clienti- per l'ennesima volta stava per fare ingresso nell'attività quando la moglie del titolare, per evitare problemi, ha tentato di chiudere la porta e, nello stesso tempo, dicendo all'uomo che  il locale era chiuso. 
Per tutta risposta si è vista spingere con brutalità la porta contro, riportando un trauma al braccio così come poi accertato anche al pronto soccorso. Alle grida di aiuto della donna sono accorsi alcuni dei clienti presenti. Così l'uomo si è allontanato. Contemporaneamente ha avvisato i carabinieri ma, per evitare altre possibili "visite" ha dovuto chiudere la  porta del locale e, di volta in volta, aprendo ai clienti che bussavano! 
La  signora, che  ha sporto denuncia presso i carabinieri, invita chi di  competenza " a fare qualcosa in quanto tutti sanno che questa persona è pericolosa e continua a girare tranquillamente per le vie del centro disturbando le varie attività.  Spero-ci ha detto- che facciano qualcosa e non si deve aspettare che accada qualcosa di piu grave per rendersi conto che questa persona non può girare cosi per le vie del centro". 
Alla scena, oltre ai clienti (una delle quali in seguito aveva paura ad  uscire dal locale), ha assistito il figlio minore dei titolari rimanendo comprensibilmente sconvolto!
Nessuno vuole gettare  la  croce addosso a nessuno  ma è  chiaro che-stante la situazione e la  condizione psico-fisica del soggetto- non si può restare con le "mani in mano"