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domenica 10 marzo 2013

D’ALIA: “PROVINCE? UDC SODDISFATTA, MAI CAMBIATO OPINIONE”

“Siamo preoccupati per l’ingovernabilità che si è creata in Italia, ancora di più in un momento economico cosi’ drammatico come fotografa l’ultimo declassamento del rating da parte dell’agenzia Fitch”. Lo afferma il segretario siciliano dell’Udc, D’Alia a margine del suo intervento al comitato regionale del partito che si svolge a Caltanissetta.
“Chi alle ultime Politiche ha preso più voti – continua – ha la responsabilità di tentare di formare un governo che affronti la crisi e dia risposte ai cittadini, a cominciare dalle fasce più deboli”.
Poi, sulle Province: “L’Udc è soddisfatta per il cambio del ddl sulle Province da parte del governo regionale – dice D’Alia -. Finalmente avremo una riforma organica e vera, senza limitarci a un semplice cambio del nome di questi enti. Il nostro partito non ha mai cambiato opinione sulle Province, infatti in Parlamento abbiamo sempre votato a favore della loro cancellazione”.
“In vista delle prossime elezioni amministrative – conclude il segretario regionale dell’Udc – ci confronteremo con i partiti che sostengono il governo regionale del presidente Rosario Crocetta. Abbiamo ritenuto utile chiedere un tavolo di confronto tra le forze di maggioranza alla Regione e questo è il nostro punto di partenza in vista delle alleanze che faremo nei comuni chiamati al voto. Certamente daremo autonomia alle organizzazioni locali del nostro partito per valutare le diverse esigenze dei territori”.
E’ un D’Alia conciliante, diverso da quello che solo tre giorni fa aveva usato toni decisamente più duri e smaccati: “Non voteremo mai un testo burla sulle province – aveva detto -. Noi siamo per la soppressione con contestuale trasferimento delle funzioni a comuni e Regione (che è l’indicazione più volte espressa dallo stesso assessore Valenti, ndr). Siamo per la fusione dei piccoli comuni al di sotto dei 10.000 abitanti e per l’obbligo della unione dei comuni per quelli al di sotto dei 50.000 abitanti. Pensare di cambiare il nome alle province chiamandole unioni dei comuni, prevedendone, inoltre, l’ampliamento del numero con una delibera di giunta mi sembra obiettivamente una burla che rischia di bruciare i pochi risparmi di spesa”.

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