Lo sapevano tutti che sarebbe successo a causa della illegalità diffusa nel sistema delle discariche: 40 milioni di euro a forfait per il pregresso dal 2007 (data della sentenza della Corte Europea) ad oggi ed altri 42.8 milioni ogni sei mesi fino alla completa e certificata messa a norma delle 218 discariche illegali in Italia. Va pure detto che i 40 milioni per il pregresso sono un generosissimo sconto per i 7 anni di inadempienza alla sentenza. Già questo nega l'affermazione del ministro Galletti che non si pagherà un euro, mentre per la parte restante sarà arduo mettersi in pari in sei mesi. Né il ministro dice se siamo o meno alle soglie di una nuova emergenza nazionale o solo di un costoso momentaneo empasse dovuto alla incapacità di affrontare il problema alle sue radici.
Ad integrazione di quanto apparso sulla stampa precisiamo che le sanzioni sono state comminate per violazione di varie direttive europee, fra cui la direttiva Discariche (1999/31/CE recepita col D.lgs 36 del 13/01/2003), cioè per sversamento di rifiuti tal quale in discarica senza biostabilizzazione.
In Sicilia 12 su 13 discariche (comprese quelle appena chiuse di Mazzarrà S.Andrea e Siculiana) sono in questa situazione illegale, poiché non dispongono di impianti autorizzati, collaudati e funzionanti di trattamento meccanico biologico (TMB).
Quale sarà la quota parte delle sanzioni che la Sicilia pagherà per le sue inadempienze? Si potrebbe erroneamente pensare che questa nuova emergenza rifiuti siciliana e nazionale possa essere affrontata dal decreto Sblocca Italia, che all'Art. 35 delinea la possibilità di bruciare i rifiuti estendendo al massimo la capacità degli inceneritori esistenti, costruendone altri e mandando a passeggio i rifiuti per tutta l'Italia. Ma ciò non sarà possibile. Infatti la direttiva della società del riciclaggio (2008/98/CE recepita col D.lgs 205 del 03/12/2010), vieta che il tal quale vada all'incenerimento, senza aver attuato prima misure di recupero di materia (prevenzione, preparazione per il recupero e riciclo) e senza opportuni trattamenti pre-combustione.
L'uscita dall'empasse, quindi, può solo passare dal massimo recupero di materia, cioè dalla applicazione della Strategia Rifiuti Zero 2020 di Paul Connett. Lungo le linee, cioè, della proposta di legge di iniziativa popolare rifiuti zero (87000 firme) che da 14 mesi giace/dorme in parlamento, che deve occuparsi di riforme più urgenti della salute dei cittadini. Ovviamente queste sanzioni saranno pagate dal cittadino Pantalone, e le cifre non sono bruscolini. Bisogna chiedersi, però, perché le istituzioni (fra cui il ministero dell'ambiente e la regione Sicilia) dal 2003 ad oggi non sono state capaci di rispettare le leggi che si sono date. È ovvio a tutti che dall'attuale vuoto politico, legislativo ed amministrativo in questo campo qualcuno ci ha guadagnato fior di quattrini.
Beniamino Ginatempo (Presidente Zero Waste Sicilia)