Abbiamo scritto, in altre
occasioni, come la voce turismo sia la fonte economicamente principale del
comprensorio eoliano, la voce che, dovrebbe, dare quell'impulso di crescita e
di sviluppo oltre che un benessere economico, ma ancora una volta, l'ennesima,
non si sono approntato scelte reali, concrete, durature per dare
definitivamente la stura a che tipo di turismo indirizzarci, scegliere e
conseguentemente programmare il futuro alla scelta legata.-
Si prevedono progetti, si
partecipa a fiere del turismo e si cerca in tutti i modi di attirare più gente
possibile, ed è giusto ma di concreto, a parte il mare, cosa si offre a chi ha
deciso di trascorrere parte delle ferie nelle Eolie, quali attività
diversificate si offrono, quali iniziative, quali programmi; si è deliberato l'
EXCOVER (Esplorare e Scoprire le Eolie) un progetto messo in campo dai sindaci
dei quattro comuni eoliani, ma a Lipari cosa si dovrebbe esplorare e scoprire,
i sentieri abbandonati, la spazzatura accatastata sui bordi delle strade, le
strade con buche, spiagge non certamente all'altezza della bandiera blu
assegnata, circolazione caotica e naturalmente disturbo giornaliero della
quiete pubblica; i comuni di Salina, sicuramente sono più avanti di Lipari, ma
hanno avuto il coraggio di fare delle scelte giuste o sbagliate che siano, le
hanno fatte, Lipari no, vive e si nutre della massa, vive e si nutre di un corso
principale che rappresenta un immenso ristorante dal suo inizio alla fine.
Questo limita, limita la presenza di gente che desidererebbe vivere una vacanza
tranquilla, rilassata, fatta si di sole e di mare, di escursioni guidate, di
camminate lungo sentieri fruibili, senza imbattersi in rifiuti di vario genere;
cosa dà Lipari nelle serate d'estate, se non rumore, frastuono, intollerabilità
verso situazioni che danneggiano scuramente i residenti, ed anche qui ? nessuna
vera e seria presa di posizione, con imposizioni concrete, con sanzioni che
dovrebbero essere da esempio e che debbano essere poste in essere, nel momento
dell'accertamento non dopo la fine della stagione estiva, vecchie maniere di
precedenti amministrazioni, i sgradevoli retaggi, in questo senso l'attuale non
si discosta più di tanto da quei comportamenti e da quelle decisioni.-
Mi rende difficile poter
credere che, quei primi vacanzieri e pionieri, sbarcati a Lipari agli inizi
degli anni sessanta dello scorso secolo, riuscirebbero oggi a riconoscere
quelle terre, quei luoghi, quegli odori, quei profumi che li ammaliarono a tal
punto da far di Lipari, allora, un punto fermo delle loro vacanze; è trascorso
oltre mezzo secolo mezzo secolo di contraddizioni, ma sembra un'eternità
incompiuta, volontariamente incompiuta, lo junco di Vulcano resta un pallido
ricordo, le viuzze di Lipari vecchie e sbiadite rimembranze e, poi gli stessi
liparoti, non rispecchiano più i valori di quei tempi di quei predecessori.- Il
danno è stato causato dalla poca preparazione ad affrontare un fenomeno a cui
non si era preparati e forse più grande degli eoliani stessi, la presenza
crescente, nelle Eolie di villeggianti, in quei periodi, ha illuso tutti e
tutto, tutti credevano che bastavano tre mesi forse due, come scriveva il Prof.
Renato De Pasquale preoccupato della pochezza di quel tempo fruibile, per poter
vivere dodici mesi, infatti la sua preoccupazione si è dimostrata reale, quei
giorni si sono sempre più assottigliati, fino a giungere all'attuale settimana
di vacanze.-
Una volta ricordo che
l'attuale Vice Sindaco, il Dr. Saverio Merlino amico carissimo, scrisse <
.., bisogna discutere di un programma di sviluppo economico approntato da un
gruppo di lavoro composto da specialisti e tecnici con esperienza nazionale …
> è troppo intelligente per capire che, personalmente, non sono
assolutamente d'accordo con quella tesi e con quelle eventuali scelte, i
problemi di Lipari li conoscono i liparoti e loro li debbono risolvere, perché
conoscono il territorio le sue peculiarità, cosa si può offrire e cosa non si può
offrire ai turisti, cosa si può programmare e cosa no; inutile girare intorno
al problema, bisogna fare una scelta, quella famosa scelta che da quando, per
puro amore verso la mia terra, vado scrivendo, “ … che turismo si vuole fare …
“ qualunque sia questa scelta bisogna fare in fretta, bisogna affrontare la
realtà, bisogna aver il coraggio di non aver paura; si vuole un turismo di
massa, invasi da una massa di giovani – anzi ragazzini – che non ti portano e
non ti danno nulla, con gli evidenti limiti territoriali dovuti all'essere
isole ? Si vuole un turismo mordi e fuggi, molto in auge in questi ultimi anni,
con barconi che vomitano persone per le strade delle isole per una tappa
nell'itinerario turistico proposto da altre località ? O si vuole un turismo,
non diciamo d'elité adesso è troppo tardi, ma medio alto, un turismo culturale,
un turismo che si interessi alla storia, alla cultura, alle tradizioni di
Lipari, rifacendosi alla ultra millenaria storia di questi luoghi, che possa
permettere una vera riqualificazione morale, sociale ed economica, in
contrapposizione al degrado indecente che ha imperversato ed ha imperato sovrano
negli ultimi vent'anni ?
Continuo a leggere che si ha
una grande stima dei liparoti stessi, se da più parti e da più voci ci si
paragona a mete turistiche che non si potranno mai raggiungere, ma non perché
quelle stazioni turistiche hanno molto più delle Eolie anzi, ma hanno una dote
che Lipari ha sempre accantonato, messo da parte, ovvero la programmazione, la
scelta reale di quello che si vuole, di come ci si deve comportare, di chi –
senza discriminazione – può fruire delle bellezze del posto- in questo caso
eoliane -, di chi è in grado di poterle ammirare nel dovuto contesto, che le
possa capire e goderle, di poterle vivere durante una rilassante estate; dare
impulso ad un'adeguata programmazione che non si limiti ai quindici giorni di
agosto, ma che sia destagionalizzata, ad una più attenta vigilanza del
territorio, ad evitare l'intasamento dovuto alla quantità abnorme di macchine
durante la stagione estiva, ai servizi marittimi imperniati ed incentrati solo
ed esclusivamente per il bene degli eoliani, ad una maggiore cura della
viabilità, a dare impulso all' agricoltura ed alla pesca – inutile parlare di
PO FEAMP per una pesca sostenibile – quando non è possibile usufruirne in
quanto non si rientra nei parametri previsti, basta leggere il bando per
rendersi conto di quanto si è perso; dire che l'estate è andata bene solo
perché si sono venduti 50 mila bottiglie di birra è inqualificabile, dire che
l'estate è andata bene solo perché si è stati invasi da una miriade di
minorenni allo sbando, è pura follia.-
Certo ci vuole coraggio, ben
sapendo che in molti remeranno contro, perché alcune gentili concessioni adesso
vengono accampate come diritti e come pretese, ci vuole consapevolezza che,
solo agendo, in questo modo e con adeguata sensibilità, anche da parte di chi
visita le isole, si può – sperare – in un futuro recupero sia ambientale, sia
storico, sia culturale, sia morale, sia economico, sia della memoria storica
del passato, che dovrà essere vissuto con l'orgoglio, forse perso ?, di chi si
sente di essere, senza presunzione, l'erede di una civiltà millenaria che ha
contribuito ad una buonissima parte del progresso dell'uomo.-
Bartolino Ferlazzo