Alle prime luci dell’alba, a Milazzo e Barcellona P.G., i Carabinieri della
Compagnia di Milazzo ed il personale della Polizia di Stato del Commissariato di
Pubblica Sicurezza dello stesso centro, hanno dato
esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del
Tribunale di Barcellona P.g Dott. Danilo Maffa, su richiesta del Procuratore della Repubblica di
Barcellona P.g. Dott. Emanuele
Crescenti e della titolare
dell’indagine, il Sostituto Procuratore Dott.sa Federica Paiola.
L’operazione ha portato all’arresto di 3 soggetti per tentata estorsione
aggravata in concorso e per 2 di loro anche per danneggiamento seguito da
incendio.
Gli arrestati si identificano in :
-
Giovanni FIORE 26enne di Milazzo,
sottoposto a custodia cautelare in Carcere;
-
Marco MILONE 36enne di Barcellona
P.g., sottoposto a custodia cautelare in Carcere;
-
Francesco CALASCIONE 50enne di
Milazzo, sottoposto agli arresti domiciliari, imprenditore edile impegnato a
sua volta nei lavori del lungomare di ponente.
I provvedimenti scaturiscono da una complessa
attività investigativa, avviata dai Carabinieri già agli inizi di maggio 2015 a
seguito di un primo grave atto intimidatorio ai danni di uno degli imprenditori
edili impegnato nei lavori di ristrutturazione del lungomare di ponente. Detti lavori di riqualificazione, affidati in
primavera a quattro distinte ditte, di cui tre costituenti uno specifico consorzio,
sono stati ostacolati da diversi atti intimidatori. L’escalation, partita in
alcuni casi dalla “semplice consegna” di una bottiglia contenente benzina con
delle cartucce nastrate, è proseguita in almeno quattro casi con l’incendio di
autovetture, escavatori e depositi.
Episodio chiave per l’indagine è l’incendio di un escavatore
avvenuto il 1 settembre, nei pressi dell’Angonia, ai danni di un imprenditore
edile impegnato in una percentuale maggioritaria dei citati lavori.
Nel mese di settembre inizia una collaborazione investigativa tra
i Carabinieri della Compagnia di Milazzo ed il personale del Commissariato di
P.S. di Milazzo.
Dalle attività di indagine delle due forze di Polizia è stato
possibile ricostruire l’intera dinamica con la quale gli odierni arrestati
riscuotevano il “pizzo”. E’ emerso che FIORE, figura emergente nella
criminalità locale, attraverso la collaborazione di Milone e “l’intermediazione”
di Calascione, avrebbe preteso per il “sereno svolgimento” dei lavori,
“ridotti” 15mila euro per ogni imprenditore. Tutti avrebbero adempiuto alla
richiesta estorsiva meno uno. Quest’ultimo imprenditore, nonostante avesse
subito l’incendio di un escavatore, si rifiutava di pagare e, dimostrando
coraggio e senso civico, denunciava tutto al Commissariato di Ps di Milazzo e
ai Carabinieri della Compagnia dello stesso centro.
Dalla ricostruzione degli inquirenti, supportata anche da
diversificate e complesse attività tecniche, emerge che Calascione, collega
imprenditore della vittima, si fa da intermediario, proponendo più volte, a
partire dal 19 settembre, di “sistemare la situazione” proponendo un incontro
tra la vittima e Milone, capocantiere dell’impresa edile dello stesso
Calascione. Una volta che Calascione ha organizzato un primo incontro con
Milone, infatti, è proprio quest’ultimo a riferire all’imprenditore vittima “vedi che gli altri hanno già corrisposto
adesso manchi solo tu”. La vittima in un primo momento si limitava a
chiedere di conoscere di persona il suo vero estorsore, sostenendo che non
avrebbe pagato 15mila euro a un “intermediario”. Il giorno dopo, quindi, ovvero
il 20 settembre, Milone accompagna l’imprenditore a un incontro con Fiore. Le
modalità di organizzazione e svolgimento di questo incontro dicono molto dello
spessore criminale degli odierni arrestati. L’imprenditore infatti viene
invitato a lasciare la propria macchina e salire a bordo di una vettura di
Milone. Viene perquisito e privato del telefono cellulare prima dell’incontro.
Milone, inoltre, durante tutto il tempo dell’incontro effettuerà una vera e
propria bonifica da eventuali sguardi “indesiderati”. L’incontro avviene in
località Spinesante di Barcellona P.G., allorquando Fiore, reputata sicura
l’area, giunge a bordo di uno scooter. L’incontro però non ha l’esito augurato
dalla consorteria criminale. Alla domanda allusiva “allora, che dobbiamo fare? Questa cosa la dobbiamo sistemare?” posta
con fare intimidatorio da Fiore, l’imprenditore rispondeva fermamente “Io non ho nulla da sistemare, voi prima mi
avete bruciato i mezzi e adesso che volete sistemare?”. Il breve incontro terminava con la frase
lapidaria e minacciosa di Fiore “allora non abbiamo più nulla da dire”.
I tre arresti odierni sono strettamente connessi a uno specifico
episodio estorsivo ma è chiaro che l’attività degli investigatori è diretta a
ricostruire l’intera dinamica di raccolta del “pizzo” ai danni di tutti gli
imprenditori, non solo impegnati nei lavori di riqualificazione del lungomare
di Ponente. A tal riguardo, continuano gli accertamenti dei Carabinieri della
Compagnia di Milazzo agli ordini del Capitano Antonio Ruotolo e del
personale del Commissariato di PS diretto
dal Vice Questore Aggiunto Antonio Rugolo per vagliare la posizione
degli altri imprenditori interessati e documentare altre possibili estorsioni.