Un grandissimo drammaturgo e politico francese, Victor Hugo in un suo brillantissimo intervento, contro l'ostracismo, il divieto assoluto e la chiusura totale, verso ogni qualsivoglia forma di dialogo, dunque democrazia, disse < … non c'è peggior dipendenza che il passato … >, e quanto mai sono attuali quelle parole quanto mai sono adattabili ai comportamenti di oggi; valutando quello che si va leggendo relativamente a scelte, dichiarazioni e prese di posizioni, per dare voce e comportamento solo ed esclusivamente alla rottura totale, allo scontro senza feriti, all'essere contrario a prescindere, all’arroganza di essere egli altri nessuno.-
Ma questo da cosa deriva e, negarlo significa
essere fuori dalla realtà oppure essere veramente consapevoli di far parte di
una certa composizione di buon temponi, di compari di ex merende, dediti al
ricordo di quello che è stato, di quello che < ho fatto > di quell'ego
centrismo smisurato che adesso risulta, frustrato nel non poterlo mettere in
atto, si vomita su tutto e su tutti.-
Qualche tempo addietro ho letto e sentito, anche
se molto lontano fisicamente, di qualche <ego> che avrebbe avuto una
parola ed una soluzione per ogni cosa; com'è andata lo sanno tutti, qualcuno è
stato illuso cadendo nella trappola di essere oggi da solo, senza matrice
identificabile e, senza appoggi politici su cui poter fare affidamento.-
Leggere certi argomenti, portarli per pura
conoscenza, ma nello stesso tempo segnalandoli, è come nascondersi dietro un
dito, arrampicarsi sugli specchi per trovare, se esistente, una valida
giustificazione; fare politica a favore o contro anche sapendo di sbagliare,
anche sapendo di prendere in giro certamente qualificano per un qualcosa di
poco affidabile, mutevole specialmente se in andropausa; bisogna accettare la
realtà, bisogna accettare che in molti non hanno creduto a quanto si andava a
prospettare, fortunatamente non tutti la pensano allo stesso modo, discorso
valido anche per tutti coloro che sono stati creduti nelle loro
argomentazioni.-
E' cambiato qualcosa ? Vi sono nuove prospettive
? C'è un modo di affrontare le cose diversamente, con approcci dissimili dai
precedenti ?
Certamente non è tutto oro quello che luce, non
tutto porta verso un navigare in acque tranquille, ci sono indolenze ataviche,
ci sono retaggi che ogni amministrazione, che si è succeduta negli anni, ha
portato a giustificazione; personalmente credo fermamente che la verità sta a
metà strada, una negatività ereditata ed una giustificazione a coprire forse
quanto non si potrà andare a mettere in atto; di chi la colpa ? Di chi ancora
una volta ha cercato di prendere in giro i liparoti.-
Certamente, non si può negare, in questi ultimi
venticinque anni, al non plus ultra del malaffare, delle menzogne, degli affari
poco chiari, delle alleanze incestuose e del favoritismo becero a cui si doveva
mettere un freno; chi adesso è un <no> a prescindere doveva pensarci
prima, doveva additare gli stessi <amici> come un malessere politico da
combattere, da isolare, non da prendere
ad esempio, invece...!!!
Si sa per certo, che non tutto è farina del
proprio sacco, ma di quanti adesso a malincuore debbono assistere quali
spettatoti non paganti, a tutto ciò che in precedenza hanno giornalmente messo
da parte o affrontato con superficialità o affrontato male o non affrontato per
niente; questi personaggi hanno voluto insistere, hanno voluto per forza di
cose affrontare, programmare (si fa per dire) e mettere in atto delle soluzioni
che non hanno fatto altro che mettere in posizione precaria quanto, invece, andava
affrontato con serietà, onestà intellettuale e con quel senso di appartenenza
puramente eoliano in parole povere, moltissime volte il far male è peggio di
non fare nulla.-
Una mano a tanto malessere l’ha anche data una
società in continuo cambiamento
(negativo per intenderci) che non ha mai messo davanti alle proprie
responsabilità chi poteva e doveva garantire un domani, non diciamo roseo, ma
quanto meno sereno, un domani dove la precarietà a tutti i livelli doveva
trovare giusti risultati nei modi, nei fatti, nelle regole e nelle decisioni,
che dovevano risolverla, e che ha interessato il comune eoliano; buona parte di
questo malessere, portato avanti da gente che,loro malgrado, grida adesso - al fatto e mai al non realizzato – ma è anche opera dei liparoti stessi, di
quelle persone che, forse stanche di tante amarezze, di tante vicissitudini, di
tanti drammi, di tanti torti non hanno fatto altro che riporre ancora e per
l’ennesima volta, la fiducia in persone che ne avevo tradito le aspettative; non
tutti sono della stessa pasta, certamente una noce in un sacco non fa rumore,
pertanto chi ha cercato in tutti i modi di destare dall’oblio, dal tedio
quotidiano, non è stato ascoltato e, forse anche emarginato dalle stesse
persone facenti dello stesso gruppo.-
A partire da circa, un quarto di secolo, a questa parte dal vocabolario
eoliano sono scomparsi
termini come < lavoro, vivere, educazione, cultura, storia, civiltà e
per contro sono invece comparsi termini come disoccupazione, vegetare, male/ineducazione,
ignoranza, inciviltà e rinnegamento delle proprie origini, droga, alcol,
delinquenza minorile e sono comparsi, anche se bel occulti, personaggi mafiosi
o in odore di mafia, basta leggere
alcune sentenze o paragrafi di relazioni delle varie commissioni antimafia
nazionali; si deve ammettere non esiste più la famiglia ed i valori che essa ha
rappresentato nel tempo in queste isole; perché tutto ciò ? perché la famiglia
è il primo ed insostituibile fulcro di una società vera, democratica e sociale,
la famiglia è la prima pietra angolare di una vera democrazia, se viene a
mancare cade il castello, la famiglia rappresenta il proprio popolo, il proprio
paese rappresenta l’- essere – essenziale di una collettività che trova con
altre entità la forma base del proprio vivere civile ed onesto.-
Il modo di porgersi, il modo di combattere
socialmente, politicamente, umanamente non deve essere incentrato allo scontro
personale, non può e non deve essere portato a bandiera del – prescindere – non
può e non deve influire su quelli che sono i rapporti di forza tra forze
politiche democratiche, non è assolutamente vero che da un’ opposizione non
possa venire niente di buono, non è vero che un’opposizione non è propositiva, non è vero che
un’opposizione è tale solo perché lo è dal punto di vista numerico;
l’opposizione serve anzi è essenziale in un vero dibattito
politico-amministrativo, è essenziale nel modo di vedere le cose in forma
diversa, è essenziale per garantire la democrazia, ma ad un patto che non si trasformi
in becero attacco personale, che non si trasformi in un modello di contrasto
senza costrutto, che non si trasformi in un inutile quanto sterile faccia a
faccia, che non si trasformi in prese di posizioni che nulla hanno a che vedere con i problemi del
paese, che non si trasformi in una forma di personale astio che potrebbe
sfociare in conseguenze gravissime per il paese.
Dall’altra parte, è necessario scendere non a
patti, ma a ragionamenti che possano coinvolgere veramente tutti, che vi sia
un’ampia veduta dei problemi e che le soluzioni da adottare non siano il frutto
di un’entità numerica che ti da ragione, bisogna lavorare insieme, con tutti i
distinguo del caso, senza mai far pesare un dato politico-amministrativo che ti è stato
concesso, non bisogna adottare l’arma dell’ascoltare e non mettere in atto,
essere un sindaco di tutti, significa essere veramente il rappresentante di
tutti, specialmente di quelli che non ti hanno votato, che non hanno creduto
alle tante promesse fatte, di coloro che conti alla mano, potevano veramente
eleggere un candidato diverso, dall’alto di una percentuale che si aggira quasi
al 50% e che non si sono riconosciuti in nessuno di quei santini che
circolavano per le strade del comune, quelli saranno sempre un grosso problema
sia per chi amministra, sia per chi sta all’opposizione, ho letto che <
bisogna recuperare l’elettorato non votante > è vero, ma come, con quali
argomentazioni, su quali dati di fatto e su quali prospettive future,le domande
sono queste, non accusando chi c’è stato o chi ci sta e sia controparte,
quell’elettorato non va recuperato con pettegolezzi da comari di cortile, con
accuse reciproche che non fanno altro che allontanarlo maggiormente anzi di
aggiungere altra percentuale; mai nessuna battaglia è persa, i caduti restano
da entrambi le parti e questo deve fare riflettere, non accusare ma che invece
rappresenti un punto di partenza dove ci si confronti, che ci si scontri anche
ma sempre nel supremo interesse del paese e della sua gente.-
Ciò che eravamo non può stabilire ciò che saremo,
eravamo inesperti, non eravamo consapevoli delle nostre potenzialità, non
eravamo in grado di stabilire il da farsi per il progresso del nostro paese;
non eravamo capaci di fare delle scelte che potessero rappresentare un futuro
economico-sociale-morale che facesse di queste isole veramente un punto fermo,
non in un itinerario turistico ma come centro indispensabile per la crescita e
lo sviluppo.-
Accantonare asti e divergenze di carattere
personale è la prima cosa da mettere in atto, ragionare, discutere, valutare e
scegliere le soluzioni migliori per un comprensorio che tutto il mondo ci
invidia.-
Si chiede troppo desiderando questo ?
Bartolino Ferlazzo