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mercoledì 7 dicembre 2022

LA CORTA MEMORIA (la sconfitta mai digerita, l'arroganza nel non sentirsi nessuno, la prepotenza di essere). Riflessione di Bartolino Ferlazzo

Un grandissimo drammaturgo e politico francese, Victor Hugo in un suo brillantissimo intervento, contro l'ostracismo, il divieto assoluto e la chiusura totale, verso ogni qualsivoglia forma di dialogo, dunque democrazia, disse < … non c'è peggior dipendenza che il passato … >, e quanto mai sono attuali quelle parole quanto mai sono adattabili ai comportamenti di oggi; valutando quello che si va leggendo relativamente a scelte, dichiarazioni e prese di posizioni, per dare voce e comportamento solo ed esclusivamente alla rottura totale, allo scontro senza feriti, all'essere contrario a prescindere, all’arroganza di essere egli altri nessuno.-

Ma questo da cosa deriva e, negarlo significa essere fuori dalla realtà oppure essere veramente consapevoli di far parte di una certa composizione di buon temponi, di compari di ex merende, dediti al ricordo di quello che è stato, di quello che < ho fatto > di quell'ego centrismo smisurato che adesso risulta, frustrato nel non poterlo mettere in atto, si vomita su tutto e su tutti.-

Qualche tempo addietro ho letto e sentito, anche se molto lontano fisicamente, di qualche <ego> che avrebbe avuto una parola ed una soluzione per ogni cosa; com'è andata lo sanno tutti, qualcuno è stato illuso cadendo nella trappola di essere oggi da solo, senza matrice identificabile e, senza appoggi politici su cui poter fare affidamento.-

Leggere certi argomenti, portarli per pura conoscenza, ma nello stesso tempo segnalandoli, è come nascondersi dietro un dito, arrampicarsi sugli specchi per trovare, se esistente, una valida giustificazione; fare politica a favore o contro anche sapendo di sbagliare, anche sapendo di prendere in giro certamente qualificano per un qualcosa di poco affidabile, mutevole specialmente se in andropausa; bisogna accettare la realtà, bisogna accettare che in molti non hanno creduto a quanto si andava a prospettare, fortunatamente non tutti la pensano allo stesso modo, discorso valido anche per tutti coloro che sono stati creduti nelle loro argomentazioni.-

E' cambiato qualcosa ? Vi sono nuove prospettive ? C'è un modo di affrontare le cose diversamente, con approcci dissimili dai precedenti ?

Certamente non è tutto oro quello che luce, non tutto porta verso un navigare in acque tranquille, ci sono indolenze ataviche, ci sono retaggi che ogni amministrazione, che si è succeduta negli anni, ha portato a giustificazione; personalmente credo fermamente che la verità sta a metà strada, una negatività ereditata ed una giustificazione a coprire forse quanto non si potrà andare a mettere in atto; di chi la colpa ? Di chi ancora una volta ha cercato di prendere in giro i liparoti.-

Certamente, non si può negare, in questi ultimi venticinque anni, al non plus ultra del malaffare, delle menzogne, degli affari poco chiari, delle alleanze incestuose e del favoritismo becero a cui si doveva mettere un freno; chi adesso è un <no> a prescindere doveva pensarci prima, doveva additare gli stessi <amici> come un malessere politico da combattere, da isolare, non  da prendere ad esempio, invece...!!!

Si sa per certo, che non tutto è farina del proprio sacco, ma di quanti adesso a malincuore debbono assistere quali spettatoti non paganti, a tutto ciò che in precedenza hanno giornalmente messo da parte o affrontato con superficialità o affrontato male o non affrontato per niente; questi personaggi hanno voluto insistere, hanno voluto per forza di cose affrontare, programmare (si fa per dire) e mettere in atto delle soluzioni che non hanno fatto altro che mettere in posizione precaria quanto, invece, andava affrontato con serietà, onestà intellettuale e con quel senso di appartenenza puramente eoliano in parole povere, moltissime volte il far male è peggio di non fare nulla.-

Una mano a tanto malessere l’ha anche data una società in  continuo cambiamento (negativo per intenderci) che non ha mai messo davanti alle proprie responsabilità chi poteva e doveva garantire un domani, non diciamo roseo, ma quanto meno sereno, un domani dove la precarietà a tutti i livelli doveva trovare giusti risultati nei modi, nei fatti, nelle regole e nelle decisioni, che dovevano risolverla, e che ha interessato il comune eoliano; buona parte di questo malessere, portato avanti da gente che,loro malgrado, grida adesso  - al fatto e mai al non realizzato –  ma è anche opera dei liparoti stessi, di quelle persone che, forse stanche di tante amarezze, di tante vicissitudini, di tanti drammi, di tanti torti non hanno fatto altro che riporre ancora e per l’ennesima volta, la fiducia in persone che ne avevo tradito le aspettative; non tutti sono della stessa pasta, certamente una noce in un sacco non fa rumore, pertanto chi ha cercato in tutti i modi di destare dall’oblio, dal tedio quotidiano, non è stato ascoltato e, forse anche emarginato dalle stesse persone facenti dello stesso gruppo.-

A partire da circa, un quarto di secolo, a  questa parte dal  vocabolario  eoliano  sono  scomparsi  termini come < lavoro, vivere, educazione, cultura, storia, civiltà e per contro sono invece comparsi termini come disoccupazione, vegetare, male/ineducazione, ignoranza, inciviltà e rinnegamento delle proprie origini, droga, alcol, delinquenza minorile e sono comparsi, anche se bel occulti, personaggi mafiosi o in  odore di mafia, basta leggere alcune sentenze o paragrafi di relazioni delle varie commissioni antimafia nazionali; si deve ammettere non esiste più la famiglia ed i valori che essa ha rappresentato nel tempo in queste isole; perché tutto ciò ? perché la famiglia è il primo ed insostituibile fulcro di una società vera, democratica e sociale, la famiglia è la prima pietra angolare di una vera democrazia, se viene a mancare cade il castello, la famiglia rappresenta il proprio popolo, il proprio paese rappresenta l’- essere – essenziale di una collettività che trova con altre entità la forma base del proprio vivere civile ed onesto.-

Il modo di porgersi, il modo di combattere socialmente, politicamente, umanamente non deve essere incentrato allo scontro personale, non può e non deve essere portato a bandiera del – prescindere – non può e non deve influire su quelli che sono i rapporti di forza tra forze politiche democratiche, non è assolutamente vero che da un’ opposizione non possa venire niente di buono, non è vero che un’opposizione  non è propositiva, non è vero che un’opposizione è tale solo perché lo è dal punto di vista numerico; l’opposizione serve anzi è essenziale in un vero dibattito politico-amministrativo, è essenziale nel modo di vedere le cose in forma diversa, è essenziale per garantire la democrazia, ma ad un patto che non si trasformi in becero attacco personale, che non si trasformi in un modello di contrasto senza costrutto, che non si trasformi in un inutile quanto sterile faccia a faccia, che non si trasformi in prese di posizioni che  nulla hanno a che vedere con i problemi del paese, che non si trasformi in una forma di personale astio che potrebbe sfociare in conseguenze gravissime per il paese.

Dall’altra parte, è necessario scendere non a patti, ma a ragionamenti che possano coinvolgere veramente tutti, che vi sia un’ampia veduta dei problemi e che le soluzioni da adottare non siano il frutto di un’entità numerica che ti da ragione, bisogna lavorare insieme, con tutti i distinguo del caso, senza mai far pesare un dato  politico-amministrativo che ti è stato concesso, non bisogna adottare l’arma dell’ascoltare e non mettere in atto, essere un sindaco di tutti, significa essere veramente il rappresentante di tutti, specialmente di quelli che non ti hanno votato, che non hanno creduto alle tante promesse fatte, di coloro che conti alla mano, potevano veramente eleggere un candidato diverso, dall’alto di una percentuale che si aggira quasi al 50% e che non si sono riconosciuti in nessuno di quei santini che circolavano per le strade del comune, quelli saranno sempre un grosso problema sia per chi amministra, sia per chi sta all’opposizione, ho letto che < bisogna recuperare l’elettorato non votante > è vero, ma come, con quali argomentazioni, su quali dati di fatto e su quali prospettive future,le domande sono queste, non accusando chi c’è stato o chi ci sta e sia controparte, quell’elettorato non va recuperato con pettegolezzi da comari di cortile, con accuse reciproche che non fanno altro che allontanarlo maggiormente anzi di aggiungere altra percentuale; mai nessuna battaglia è persa, i caduti restano da entrambi le parti e questo deve fare riflettere, non accusare ma che invece rappresenti un punto di partenza dove ci si confronti, che ci si scontri anche ma sempre nel supremo interesse del paese e della sua gente.-

Ciò che eravamo non può stabilire ciò che saremo, eravamo inesperti, non eravamo consapevoli delle nostre potenzialità, non eravamo in grado di stabilire il da farsi per il progresso del nostro paese; non eravamo capaci di fare delle scelte che potessero rappresentare un futuro economico-sociale-morale che facesse di queste isole veramente un punto fermo, non in un itinerario turistico ma come centro indispensabile per la crescita e lo sviluppo.-

Accantonare asti e divergenze di carattere personale è la prima cosa da mettere in atto, ragionare, discutere, valutare e scegliere le soluzioni migliori per un comprensorio che tutto il mondo ci invidia.-

Si chiede troppo desiderando questo ?

Bartolino Ferlazzo

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