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domenica 3 luglio 2016
MareFestival – Premio Troisi: anteprima a Messina con il soprano Chiara Taigi
MESSINA – Sarà il soprano di respiro internazionale Chiara Taigi la guest star dell’anteprima di MareFestival – Premio Troisi, quest’anno giunto alla V edizione, che sarà presentata in occasione di un spettacolo, martedì 5 luglio alle ore 21.00, nella Scalinata dell’Atrio di Palazzo Zanca. Cinema, musica e moda gli ingredienti di una serata, promossa in collaborazione con l’assessore alla Cultura del Comune di Messina Daniela Ursino: saranno esposti cinque David di Donatello degli anni ’70 destinati a celebri attori tra cui Al Pacino e Liza Minnelli e mai ritirati, concessi dal commissario straodinario della Città Metropolitana, Filippo Romano.
Una preziosa occasione per annunciare gli ospiti e illustrare il programma di MareFestival, che si svolgerà a Milazzo il 19 luglio e a Salina dal 20 al 24 luglio per un totale di sei giorni di appuntamenti. La kermesse, con madrina Maria Grazia Cucinotta, è promossa dall’associazione Prima Sicilia, diretta dal giornalista Massimiliano Cavaleri e patrocinata dai Comuni di Messina, Santa Marina Salina, Malfa e Milazzo, dalla Città Metropolitana di Messina e CRAL Messina.MareFestival – Premio Troisi, quest’anno giunto alla V edizione, che sarà presentata in occasione di un spettacolo, martedì 5 luglio alle ore 21.00, nella Scalinata dell’Atrio di Palazzo Zanca. Cinema, musica e moda gli ingredienti di una serata, promossa in collaborazione con l’assessore alla Cultura del Comune di Messina Daniela Ursino: saranno esposti cinque David di Donatello degli anni ’70destinati a celebri attori tra cui Al Pacino e Liza Minnelli e mai ritirati, concessi dal commissario straodinario della Città Metropolitana, Filippo Romano.
Prenderanno parte alla manifestazione, presentata da Cavaleri e dalla giornalista Marika Micalizzi, il sindaco di Milazzo Giovanni Formica insieme con gli assessori Salvatore Presti e Piera Trimboli; il sindaco di Santa Marina Salina Massimo Lo Schiavo; il presidente del CRAL Messina Gaetano Antonazzo; il presidente dell’associazione di albergatori Isola Verde e Federalberghi Eolie Giovani Giuseppe Siracusano; il direttore vendite di Gicap Spa Giovanni Capone; un rappresentante di Caronte & Tourist.
Sul “palco” della Scalinata, oltre alla Taigi, si esibiranno il chitarrista Gianluca Rando con le cantanti Carla Andaloro e Pamela Catanzaro per un omaggio a Liza Minnelli, arricchito da una coreografia dello Studio Danza di Mariangela Bonanno curata da Alice Rella; il tenore Nero Toscano per un omaggi a Massimo Troisi; a sfilare gli abiti di Vog, le t-shirt gioiello di Tella Tella e le creazioni di Carlotta Vivaldi Couture, occhiali Ottica Mondello, acconciature Compagnia della Bellezza Gentile Group, make up Rimodella; sarà allestita una mostra con i divi della Rassegna dell’Irrera a Mare immortalati da Michelangelo Vizzini; un momento sarà dedicato all’autismo con l’associazione no profit Ali di Cristallo.
MareFestival si svolge in collaborazione con Gicap, Sicily By Car, Trenitalia, Caronte & Tourist, Saccne Rete Ip, Mohd, Armando Arcovito, Damiano Malfi, Rent Car Messina, TarNav, Eolian Shuttle, Ram, Parco Corolla, Gival, Giucla, Di Pane, Donna Più, Elleauto Peugeot, Albertour, A’Biddikkia, Sibeg Coca Cola, Il Ciclope, Bonomo Srl, LesPapagayo, Treemedical, Adige Car Center, Trattoria Cucinotta, Cot; gli albeghi CapoFaro Resort & Malvasia, Ravesi, Signum, Arcangelo, Eolian Milazzo, Hotel Milazzo, Petit, Cassisi; i ristoranti La Baia, Il Gambero, Portobello, Riconco, Cucuncio, Tinkitè, A Lumeredda, Marina del Nettuno.
La “signora dei vulcani” innamorata di Lipari
(da La città di Salerno)
Nascere. all’ombra del grande Vesuvio, tracciare un percorso di esplosione creativa e approdare lungo l’arco vulcanico eoliano, seguendo, idealmente, la linea magmatica del proprio estro.
Quella di Loredana Salzano è la bella storia rappresentata da “Nostrasignoradeivulcani”, è la storia della creatrice de “L’alice attonita”, di un’artista totale che da Nocera Inferiore si è trasferita a Lipari. Ceramica, pittura, design, poesia. L’immaginazione della Salzano ricopre ogni settore dell’arte. Sin da ragazza, dopo gli studi classici al Vico di Nocera, frequenta le botteghe di importanti artisti campani: Ugo Marano, Wanda Fascina, Pietro Lista, Solimene.
Quella di Loredana Salzano è la bella storia rappresentata da “Nostrasignoradeivulcani”, è la storia della creatrice de “L’alice attonita”, di un’artista totale che da Nocera Inferiore si è trasferita a Lipari. Ceramica, pittura, design, poesia. L’immaginazione della Salzano ricopre ogni settore dell’arte. Sin da ragazza, dopo gli studi classici al Vico di Nocera, frequenta le botteghe di importanti artisti campani: Ugo Marano, Wanda Fascina, Pietro Lista, Solimene.
«Ho fatto molti corsi di ceramica tra Vietri e Salerno – racconta – L’arte, all’inizio, l’ho coltivata in maniera privata. C’è molto della Costiera, molto del salernitano. Un’origine che poi è stata contaminata. Da piccola andavo quasi sempre a Cetara, la Costiera mi ha ispirata. Cetara all’epoca era la più autentica. Mio padre pescava e mi lasciava sulla spiaggia. Ho conosciuto una serie di personaggi e di artisti che lavoravano in Costiera e ho sviluppato un legame molto forte con il mare e la tradizione della ceramica. Invece da casa mia si vedeva il Vesuvio».
Acqua di mare e fuoco, le due anime di un’artista che ben presto disegna una “via dei vulcani” che la porterà alle Eolie. Una generazione nocerina fortunata, quella di Loredana Salzano, e un liceo classico Vico, vera e propria fucina di talenti. Ma Loredana Salzano decide di lasciare la Campania e si trasferisce in Sicilia. Da lì, inizia il suo nuovo percorso artistico. «Ero di fronte alle Eolie, nel 2002 c’è stata un’esplosione dell’Etna che ha portato una microsabbia su tutto il paese. I balconi erano pieni di questa bellissima sabbia, da lì ho iniziato a fare un primo quadro materico con colori misti. Ho realizzato così “Onda anomala” e poi “Etna notte”. Ho preso ad utilizzare sabbia, cose che trovavo anche a mare, una commistione tra diversi tipi di materiale su tela e tavola: il supporto per me è vario. Deve passare l’impatto emotivo, il messaggio. La tecnica è marginale, fondamentale è l’idea. Al contatto con questa terra molto simile alla mia per certi aspetti, diversa per altri, ho avuto modo di far decantare le cose, farle venire fuori. Nel 2004 mi sono definitivamente trasferita a Lipari. Mi lega a queste terre il forte impatto emotivo che ti dà la natura allo stato brado. Queste isole siciliane ti danno l’idea della natura che domina l’uomo».
La sua prima personale a Stromboli, dal titolo “Nostrasignoradeivulcani”, le fa guadagnare l’omonimo appellativo: questi, gli anni dove i vulcani sono il tema ricorrente. Adesso, Salzano –
che è in mostra dal 25 giugno con due sue opere (Vacuum Lux sine Luce, presentate alla Biennale di Roma) nella collettiva “Il rito della luce” a Castel di Tusa – si sta preparando per la Biennale di Filicudi, la più piccola del mondo che avrà inizio il 17 agosto.
La sua prima personale a Stromboli, dal titolo “Nostrasignoradeivulcani”, le fa guadagnare l’omonimo appellativo: questi, gli anni dove i vulcani sono il tema ricorrente. Adesso, Salzano –
che è in mostra dal 25 giugno con due sue opere (Vacuum Lux sine Luce, presentate alla Biennale di Roma) nella collettiva “Il rito della luce” a Castel di Tusa – si sta preparando per la Biennale di Filicudi, la più piccola del mondo che avrà inizio il 17 agosto.
Frasi
Non mi lasciare andar via. Prova a tenermi. Trattienimi anche se sembra che voglia scappare. Voglio restare, davvero, ma ho bisogno di esser presa per mano e di essere aiutata ad amare. Aiutami ad amare, non sono brava con gli abbracci e nemmeno con le parole. Non sono brava con gli appuntamenti e con le promesse e quando provo ad essere dolce mi viene il mal di pancia. Però vorrei tentare, almeno stavolta, per via del tuo modo di guardare ancora attentamente le cose che ti circondano da sempre e per via della tua bella schiena. Non mi lasciare.
(Susanna Casciani)
(Susanna Casciani)
Ospedali Riuniti. La politica dei due forni brucia Milazzo.
E’ semplicemente vergognoso come si sia voluto mortificare la città di Milazzo ed il comprensorio della Valle del Mela con la prevista ristrutturazione della rete ospedaliera di Milazzo – Barcellona e Lipari.
Mentre il Sindaco Formica dormiva sonni tranquilli, i suoi alleati in giunta hanno colpito a morte l’Ospedale Fogliani. Ancora riecheggiano le parole del primo cittadino quando in aula rassicurava tutti. “ Le riunioni dell’Asp e la nota diffusa non hanno alcun valore. Non era necessario essere presente alle riunioni con il Sindaco di Barcellona ed il Dottor Sirna, la legge dice ben altro”. Adesso cosa dirà il nostro primo cittadino?. Si candida di diritto a passare alla storia come il Sindaco che è riuscito a cancellare l’Ospedale di Milazzo. Il suo accordo politico con i PDR, in giunta sia a Milazzo e Barcellona, ha un prezzo troppo alto da pagare per la nostra città. Bisogna bloccare immediatamente questa vergognosa ristrutturazione e non possiamo fidarci di chi va a braccetto con il nemico. Le dichiarazioni di oggi dell’On. Picciolo, danno chiaro il senso di come deve andare a finire. In passato i milazzesi sono stati pronti a fare le barricate per impedire simili scempi ed è ora di tornare a fare fronte comune. Abbiamo, insieme ai colleghi dell’opposizione, richiesto una immediata convocazione del Consiglio comunale e ci auguriamo che il Presidente del Consiglio lo convochi nei primi giorni della prossima settimana. Siamo pronti ad occupare l’aula consiliare come presa di posizione forte nei confronti dell’arroganza del Governo regionale e di qualche deputato che con Milazzo non ha nulla a che spartire anche se gestisce con il suo partito settori fondamentali. Pneumologia, Medicina e Psichiatria portati via. Milazzesi sveglia.
Qui ci portano via anche il diritto a curare la nostra salute.
Milazzo Futura - Citta Attiva
Milazzo Futura - Citta Attiva
sabato 2 luglio 2016
C'è una catanese, manager di Artsana, tra le vittime nell'attentato di Dacca
(da gds.it) C'è anche una siciliana tra le vittime dell'attentato al ristorante di Dacca, in Bangladesh. Si tratta di una donna catanese, residente proprio nella città asiatica, Adele Puglisi, 54 anni, che si trovava nell'"Holey Artisan Bakery" assaltato dai terroristi.
La Farnesina informa che i connazionali deceduti nell'attacco terroristico di questa notte a Dacca sono Nadia Benedetti, imprenditrice tessile, di Viterbo; Cristian Rossi, di 47 anni, manager, di Feletto Umberto (Udine) Marco Tondat, imprenditore tessile, di Cordovado (Pordenone); Adele Puglisi, imprenditrice, della provincia di Catania; Claudia Maria D'Antona, di Torino; Simona Monti, di 33 anni, di Magliano Sabina (Rieti), Nadia Benedetti, Vincenzo D'Allestro, Maria Rivoli e Claudio Cappelli.
I familiari e gli amici non avevano avuto più notizie di Adele da due giorni. A vederla nel locale alcuni superstiti tra cui uno chef italo-argentino, Diego Rossini, secondo il quale la donna doveva ripartire proprio oggi per la Sicilia. Altro testimone a ricordarsi di lei è lo chef Jacopo Bioni. Pare che la donna, manager della sede Artsana di Dacca (la grossa azienda di produzione di articoli sanitari), avesse appuntamento con alcune persone proprio al locale.
Probabilmente la cena a cui ha partecipato era per salutare una sua amica, Nadia Benedetti, anche lei uccisa dai terroristi, prima di partire dal Bangladesh per la Sicilia. Il suo rientro a Catania era previsto tra stasera e domani, e suo fratello e i suoi amici si stavano organizzando per accoglierla.
"La vedevamo 20 giorni l'anno, era sempre in giro per il mondo per il suo lavoro". Così un vicino di casa parla di Adele Puglisi. Non era sposata e non aveva figli. Abitava in un antico palazzo di una stretta via nello storico rione del Fortino a Catania, dove sarebbe dovuta ritornare nei prossimi giorni.
Accanto alla sua c'è la casa di suo fratello, che vive però a Punta Secca, la frazione di Santa Croce di Camerina, nel Ragusano, diventata famosa perché tra le location del 'Commissario Montalbano'. Nel palazzo non c'è un citofono e i cognomi quasi illeggibili sono scritti su una tavoletta di legno."Era una donna riservata e cortese - afferma affacciato da un balcone un dirimpettaio - la conoscevo da anni, ma qui c'era sempre poco: stava alcuni giorni e poi ripartiva, era sempre impegnata all'estero per lavoro".
La Farnesina informa che i connazionali deceduti nell'attacco terroristico di questa notte a Dacca sono Nadia Benedetti, imprenditrice tessile, di Viterbo; Cristian Rossi, di 47 anni, manager, di Feletto Umberto (Udine) Marco Tondat, imprenditore tessile, di Cordovado (Pordenone); Adele Puglisi, imprenditrice, della provincia di Catania; Claudia Maria D'Antona, di Torino; Simona Monti, di 33 anni, di Magliano Sabina (Rieti), Nadia Benedetti, Vincenzo D'Allestro, Maria Rivoli e Claudio Cappelli.
I familiari e gli amici non avevano avuto più notizie di Adele da due giorni. A vederla nel locale alcuni superstiti tra cui uno chef italo-argentino, Diego Rossini, secondo il quale la donna doveva ripartire proprio oggi per la Sicilia. Altro testimone a ricordarsi di lei è lo chef Jacopo Bioni. Pare che la donna, manager della sede Artsana di Dacca (la grossa azienda di produzione di articoli sanitari), avesse appuntamento con alcune persone proprio al locale.
Probabilmente la cena a cui ha partecipato era per salutare una sua amica, Nadia Benedetti, anche lei uccisa dai terroristi, prima di partire dal Bangladesh per la Sicilia. Il suo rientro a Catania era previsto tra stasera e domani, e suo fratello e i suoi amici si stavano organizzando per accoglierla.
"La vedevamo 20 giorni l'anno, era sempre in giro per il mondo per il suo lavoro". Così un vicino di casa parla di Adele Puglisi. Non era sposata e non aveva figli. Abitava in un antico palazzo di una stretta via nello storico rione del Fortino a Catania, dove sarebbe dovuta ritornare nei prossimi giorni.
Accanto alla sua c'è la casa di suo fratello, che vive però a Punta Secca, la frazione di Santa Croce di Camerina, nel Ragusano, diventata famosa perché tra le location del 'Commissario Montalbano'. Nel palazzo non c'è un citofono e i cognomi quasi illeggibili sono scritti su una tavoletta di legno."Era una donna riservata e cortese - afferma affacciato da un balcone un dirimpettaio - la conoscevo da anni, ma qui c'era sempre poco: stava alcuni giorni e poi ripartiva, era sempre impegnata all'estero per lavoro".
Rifiuti. Sidoti "dà i numeri"...in attesa del nuovo piano finanziario
Riceviamo e pubblichiamo:
Vorrei ritornare sull’argomento RIFIUTI ma solo per fare chiarezza prima di tutto sui numeri da me pubblicati qualche giorno fa e contenuti nel Piano Economico Finanziario (PEF 2015) redatto dalla SRR e approvato dagli organi dell’Ente:
Riepilogo costi Euro 5.046.507,48 che viene coperto dalle seguenti entrate:
1. Ex Tarsu Euro 2.678.930,60 pari al 53% del costo complessivo
2. Contributo Regione costo trasporto Euro 2.060.000 pari al 41% del costo complessivo
3. Differenza da reperire Euro 307.576,88 pari al 6% del costo complessivo.
La differenza da reperire rappresenta quella parte di costo che deve essere coperto da altre tipologie di entrate: esempio introiti da Consorzi (stimati in PEF 2015 pari ad Euro 151mila) o altra tipologia di ricavo (noleggi? etc).
Se rapportiamo il valore complessivo di questa “diversa entrata” di Euro 307.576,88:
- Al totale del costo del servizio otteniamo il 6%;
- Al totale del costo del servizio – contributo trasporto otteniamo una percentuale del 10%;
Mentre il totale delle entrate da Consorzi stimati da PEF in Euro 151.188 se rapportati:
- Al totale del costo del servizio otteniamo il 3%;
- Al totale del costo del servizio – contributo trasporto otteniamo una percentuale del 5%;
Insomma percentuale dimezzate e veramente poco significative.
Visto che il 2015 è passato si dovrebbero verificare i dati annuale 2016 stimati e quelli del consuntivo del primo semestre.
Ci sono variabili importanti nei costi del servizio: trasferimento in altra discarica oltre che, forse, la diminuzione e/o azzeramento del contributo regionale costo trasporto.
A tal proposito “il Ragioniere Generale del Comune di Lipari, Dott. Francesco Subba, in una Sua nota, sollecitava gli organi politici ad approvare al più presto il nuovo piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti 2016 . Subba, infatti, ricordava che per il 2016 e seguenti il Settore/Servizio doveva operare e proporre al consiglio Comunale entro il 28 febbraio 2016 un nuovo Piano Finanziario che contemplasse costi non superiori a quelli sostenuti nell’anno 2014, ad eccezione di quelli previsti per investimenti, per la distruzione e trasformazione dell’umido in luogo attraverso impianti di biocelle per l’essiccazione”.
Ad oggi non ho riscontrato alcuna risposta in merito a tale richiesta del Dirigente Comunale.
Angelo Sidoti
Riepilogo costi Euro 5.046.507,48 che viene coperto dalle seguenti entrate:
1. Ex Tarsu Euro 2.678.930,60 pari al 53% del costo complessivo
2. Contributo Regione costo trasporto Euro 2.060.000 pari al 41% del costo complessivo
3. Differenza da reperire Euro 307.576,88 pari al 6% del costo complessivo.
La differenza da reperire rappresenta quella parte di costo che deve essere coperto da altre tipologie di entrate: esempio introiti da Consorzi (stimati in PEF 2015 pari ad Euro 151mila) o altra tipologia di ricavo (noleggi? etc).
Se rapportiamo il valore complessivo di questa “diversa entrata” di Euro 307.576,88:
- Al totale del costo del servizio otteniamo il 6%;
- Al totale del costo del servizio – contributo trasporto otteniamo una percentuale del 10%;
Mentre il totale delle entrate da Consorzi stimati da PEF in Euro 151.188 se rapportati:
- Al totale del costo del servizio otteniamo il 3%;
- Al totale del costo del servizio – contributo trasporto otteniamo una percentuale del 5%;
Insomma percentuale dimezzate e veramente poco significative.
Visto che il 2015 è passato si dovrebbero verificare i dati annuale 2016 stimati e quelli del consuntivo del primo semestre.
Ci sono variabili importanti nei costi del servizio: trasferimento in altra discarica oltre che, forse, la diminuzione e/o azzeramento del contributo regionale costo trasporto.
A tal proposito “il Ragioniere Generale del Comune di Lipari, Dott. Francesco Subba, in una Sua nota, sollecitava gli organi politici ad approvare al più presto il nuovo piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti 2016 . Subba, infatti, ricordava che per il 2016 e seguenti il Settore/Servizio doveva operare e proporre al consiglio Comunale entro il 28 febbraio 2016 un nuovo Piano Finanziario che contemplasse costi non superiori a quelli sostenuti nell’anno 2014, ad eccezione di quelli previsti per investimenti, per la distruzione e trasformazione dell’umido in luogo attraverso impianti di biocelle per l’essiccazione”.
Ad oggi non ho riscontrato alcuna risposta in merito a tale richiesta del Dirigente Comunale.
Angelo Sidoti
Sul traghetto tutti giù dal treno. In vigore da ieri il provvedimento di Rfi: durante l’attraversamento dello Stretto le carrozze devono restare vuote
Ennesimo schiaffo alla continuità territoriale. Durante il traghettamento dei treni sullo Stretto di Messina i viaggiatori dovranno obbligatoriamente sostare sul ponte passeggeri della nave e non rimanere, nel ponte binari, a bordo delle carrozze. Se ciò non avverrà, non sarà possibile la partenza della nave traghetto.
A comunicarlo solo ieri, nello stesso giorno in cui entrano in vigore le nuove disposizioni, l’ufficio stampa di Rfi, richiamando norme internazionali in materia di sicurezza della navigazione.
Le disposizioni sono state ribadite dalla Capitaneria di Porto di Messina durante l’ultima visita fatta a bordo di una delle unità navali di Rfi.
«La società ferroviaria – si legge in una nota – ha già attivato un tavolo tecnico presso le sedi competenti. Sono in corso approfondimenti per individuare la migliore soluzione per continuare ad assicurare alle persone a ridotta mobilità e con disabilità il servizio di assistenza, temporaneamente sospeso». Sospese, infatti, tutte le prenotazioni da parte dei disabili
Da una spiaggetta a Pignataro, volontari rimuovono un enorme quantitativo di rifiuti
Davvero incredibile il quantitativo di rifiuti vari che un gruppetto di volontari ha rimosso stamane, in un paio d'ore, dalla spiaggetta di Pignataro, quella sottostante, in linea d'aria, alla rotonda stradale.
Sotto il sole cocente, con il supporto di un mezzo messo a disposizione dal sindaco Marco Giorgianni e di uno scarrabile, i volontari, ai quali va sucuramente un plauso, hanno rimosso di tutto, oltre ad un "disboscamento" dell'area. Inutile fare un elenco, le foto sono più che eloquenti
Lipari, torna a splendere la Chiesetta del Purgatorio dopo il restauro conservativo degli esterni
Cerimonia ieri sera di inaugurazione e presentazione ai cittadini delle opere di restauro conservativo effettuate nella Chiesetta delle Anime del Purgatorio a Marina Corta.
Un intervento, realizzato grazie all'impegno profuso dall'Associazione
Un intervento, realizzato grazie all'impegno profuso dall'Associazione
” SS. Cosma e Damiano”, presieduta da Cosimo Lo Re, da don Giuseppe Mirabito, dall’ing. Emanuele Carnevale e che si è avvalso del contributo degli eoliani (anche di quelli residenti all'estero) e del prezioso aiuto delle ditte Tradimat di Villafranca ed Edilcisa che hanno fornito gratuitamente le materie prime per i lavori.
In futuro si punta a recuperare anche gli interni e i scantinati delle "decime".
In futuro si punta a recuperare anche gli interni e i scantinati delle "decime".
Gli auguri ai festeggiati di oggi, 2 Luglio
Eolienews augura Buon Compleanno a Tiziana Subba, Damiano Ziino, Giuseppe Lena, Pino Bertè, Antonino Barca, Orazio Zagami, Alessio Giunta, Noemi Mangano, Giuditta Famularo, Federica De Salvo, Grazia Riganò, Angela Merlino, Giorgia Parisi, Tindara Lo Surdo, Angelo Sorace e Ilenia Natoli
Incredibile a Lipari. Luci spente, elicottero del 118 atterra e riparte al buio. Ma le luci sono perfettamente funzionanti!
E' semplicemente incredibile quanto accaduto la notte appena trascorsa a Lipari. L'elicottero del 118, intervenuto per trasferire in altra struttura una signora che si è rotta il femore, in seguito ad una caduta, è atterrato e ripartito con le luci dell'elipista, attigua all'ospedale, spente. La donna è stata imbarcata alla luce delle torce.
Eppure, come appurato nelle immediatezze dell'evento da un tecnico che è intervenuto, l'impianto (vedi foto) è perfettamente funzionante.
Ed allora, cosa è accaduto? Una unità in servizio al pronto soccorso inviata sull'elipista per accendere le luci (a che titolo, e con quali rischi?) non è riuscita a farlo.
Ci chiediamo. E' logico che si debba inviare sulla pista(distante un centinaio di metri dal Ps) un componente del team ospedaliero in servizio? E tornando all'accaduto, non la si può certo colpevolizzare. Non crediamo, infatti, rientri nelle sue mansioni attivare l'impianto luci.
Detto questo, ed evidenziato il "disguido", crediamo occorra trovare una soluzione, anche per evitare rischi ad elicotteristi, paziente e perchè no anche al "delegato" di turno.
Due ci sembrano le soluzioni:
1) Fare in modo che le luci possano essere accese direttamente dal velivolo del 118 che deve atterrare
2) Fare in modo che le luci possano essere accese direttamente, tramite un pulsante o qualcosa di simile, direttamente dall'interno del pronto soccorso.
venerdì 1 luglio 2016
Portinente nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia. Il grazie di Francesco Valastro
Egr. Direttore,
Ho voluto attendere un pò, prima di intervenire, nella speranza di leggere sui vs. giornali la pur minima reazione alla strabiliante notizia dell'iscrizione della spiaggia di Portinenti in uno dei sei libri del Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia.
Penso che tutti i Liparoti dovrebbero ringraziare queste due meravigliose donne che sono riuscite ad raggiungere questo difficile traguardo, dopo un lungo e periglioso cammino pieno di ostacoli, sapientemente disseminati dalla nota burocrazia. Spero che questo importantissimo riconoscimento sia da sprone per il ripascimento della spiaggia ed eviti che venga perpetrato lo scempio di Acquacalda.
Grazie Professoresse, spero che tutta la comunità vi sia riconoscente.
Francesco Valastro
Ludica Lipari, il bilancio della stagione e l'occhio al futuro per rilanciare il calcio nell'isola
Comunicato Stampa
Sceso il sipario sulla 9^ Edizione del Torneo “Città di Lipari”, evento che anche quest’anno ha visto come principali attori partecipanti i giovani calciatori delle categorie Piccoli Amici, Pulcini ed Esordienti delle società Ludica Lipari, Folgore Milazzo e Pol. Malfa.
Edizione 2016 associata alla 1^ Edizione del Memorial “Bartolo Merrina”, l’indimenticabile giocatore e Mister del glorioso C.S. Lipari che i dirigenti della Ludica, unitamente ai bimbi alle loro famiglie, all’Amministrazione Comunale nella persona del Sindaco di Lipari Marco Giorgianni ed ai familiari dello stesso Mister Merrina, hanno voluto ricordare.
Commovente il ricordo e davvero profonde le parole pronunziate dalla moglie Sig.ra Graziella, dalle figlie Alessandra e Anna, e dal genero Bartolo Ziino intervenuti unitamente ai nipoti Francesco e Diana. Parole inoltre di elogio per l’operato dei Mister e Dirigenti della Ludica Lipari cui il Mister Merrina era molto legato, raccomandando persino alla sua famiglia di stare vicino alla società liparese perché riconoscente del progetto educativo e sportivo portato avanti dalla stessa.
Una stagione sportiva di transizione quella vissuta quest’anno, poiché nonostante la solita conferma del lavoro svolto dai tecnici nelle categorie di base, dopo diversi anni non si è riusciti a formare un gruppo per disputare un campionato giovanile ad 11, e quindi alla fine s’è deciso di optare per il calcio a 5 con la categoria Giovanissimi che, al primo anno di campionato, ha subito centrato i play off, perdendo solo in semifinale. Finita la fase invernale continuano per il terzo anno consecutivo anche i corsi estivi di Scuola Calcio presso il campo di Lipari.
Continua inoltre il dialogo con l’Amministrazione Comunale per portare avanti un serio progetto di sviluppo sportivo in ambito calcistico. Proprio nei giorni scorsi infatti è avvenuto un incontro, promosso dal Vice Sindaco Gaetano Orto, con la Dirigenza della società, il Sindaco Marco Giorgianni ed i responsabili del Milan Camp per il Sud Italia. Sul tavolo l’organizzazione per l’estate 2017 proprio a Lipari di un Milan Camp presso la struttura eoliana. Proposta che è stata accolta positivamente dalla società A.C. Milan e che sicuramente sarà da stimolo ai diversi attori affinché il calcio a Lipari ricominci ad entusiasmare come una volta.
Per quanto riguarda la ristrutturazione del campo “Franchino Monteleone” invece sempre grazie alla volontà del Sindaco Giorgianni e del Vice Sindaco Orto con il supporto dell’Ufficio Tecnico Comunale, visto il D. Legge 185/2015 convertito con la Legge n.9/2016, è stato presentato il progetto esecutivo di riqualificazione della struttura sportiva che prevede l’inerbamento in sintetico nonché l’ammodernamento degli spogliatoi e la messa a norma degli spalti, insomma un importante restyling per la struttura sportiva, perché come diceva lo scrittore Albert Camus “Non c’è un altro posto del mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio”.
Grande Guerra (1915-18) I caduti eoliani (rubrica a cura di Giuseppe Cirino) : ACQUARO MARINO
29 GIUGNO 1916 – 29 GIUGNO 2016
Acquaro
Marino nato a Lipari (Quattropani) il 16 settembre
1893 – distretto militare di Messina
Soldato del 20° Reggimento di Fanteria
Disperso il 29/06/1916 sul monte San
Michele in combattimento all’età di 23 anni.
Sepoltura: Ignota
Unità
di appartenenza
Brigata
Brescia – 19 ° / 20° Reggimento di Fanteria
La Brigata
Brescia era costituita dal 19° e 20° reggimento di Fanteria aventi sede in tempo di pace a Monteleone
Calabro 19° e a Reggio Calabria il 20°
Distretti di reclutamento: Belluno Bologna, Cefalù, Cosenza,
Firenze , Parma, Monza, Reggio Calabria, Sacile e Salerno.
Anno
1915
Dal 9 Giugno al 10 Agosto, partecipa
alle operazioni Monte Fortin e Monte Cappuccio
Anno
1916
Dal 1° gennaio al 14 è stata impiegata
sul Monte San Martino (Cima 4 e Cima 3); dal 30 gennaio al 19 febbraio (Cima 3
e Cima 4); dal 10 marzo al 7 aprile e
dal 28 aprile al 19 maggio sul Monte San Michele; dal 5 al 29 giugno sulla Cima1 e Cima 2 del San Michele;
dal 15 al 25 agosto a Pecika – Segeti ; dal 12 settembre al 24 ottobre a
Vizinti –Cave Devetaki; dal 24 ottobre al 24 novembre Vizinti –Cave Devetaki
q.187; dal 13 al 31 dicembre Castagneviza.
Anno
1917
La permanenza i periodi di
permanenza in zona operazioni di
nell’anno 1917 sono stati i seguenti: dal
7 al 21 febbraio Castagneviza; dal 5 al 21 marzo e dall’1 al 25 maggio Pecinka
– Fajti; dal 4 al 7 giugno settore di
Flondar; dal 18 luglio al 7 agosto Doblar, Valle Rio e Cigni; dal 20 agosto
all’11 settembre Kambresco, Leupa, Okroglo; dal 20 settembre al 30 novembre
q.800 Bate/ Bansizza, Nakobil, Plava, Monte Fortin, Farra, Talmassons, S.
Vendemmiano e Limena.
Anno
1918
Dal 30 maggio al 15 luglio, la Brescia è
stata impiegata sul Fronte Francese (Vanquois e Bois de Courton); dal 16
settembre all’11 novembre Fismes, Paars, Sisonne, Aouste, Mosa.
Alla fine della Guerra le perdite della
Brigata Brescia ammonteranno secondo un calcolo approssimativo dei riassunti
del diario di guerra della Brescia a:
19°
Reggimento
Ufficiali
|
Truppa
|
||||
Morti
|
Feriti
|
Dispersi
|
Morti
|
Feriti
|
Dispersi
|
94
|
166
|
68/63
|
1481
|
7842
|
3833
|
20°
Reggimento
Ufficiali
|
Truppa
|
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Morti
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Dai riassunti dei diari di guerra della brigata
Brescia:
“ Il 29 giugno l’attacco Austriaco
contro il S. Michele, preparato con
lancio di gas venefici, coinvolse il 1° battaglione del 19° Reggimento ed il il
2° del 20° che, unitamente 2° battaglione del 48° Reggimento, difendevano le
trincee presso la Cima 1 e 2. Benché decimati i battaglioni della Brigata, con
furioso ritorno offensivo, ripresero le trincee momentaneamente perdute
catturando un centinaio di prigionieri.
Le perdite sofferte nella giornata dai due battaglioni
ammonterano a 1200 uomini, dei quali 32
ufficiali.
Il magnifico contegno mantenuto dai
fanti anche in quell’occasione, è ricordato dalla motivazione delle medaglia d’argento concessa alla
bandiera dei due reggimenti.”
Esaurito
lo slancio iniziale della Strafexpedition (Spedizione punitiva) portata avanti
dagli austriaci nel settore del Trentino, con la parziale stabilizzazione del
fronte i due schieramenti belligeranti cercarono di consolidare le rispettive
posizioni. Gli italiani nei primi di giugno del 1916, disimpegnarono una
consistente parte delle unità spostate nel Trentino per arginare la rottura del
fronte sulle rispettive posizioni iniziali della settore Carsico. Era piena
convinzione del Generale Cadorna e del suo stato maggiore che la guerra sarebbe
stata vinta proprio sull’Altipiano Di Asiago e nei settori periferici dei Sette
Comuni.
Sentendo
forte la pressione italiana portata avanti con consistenti azioni dimostrative
sulle alture intorno Gorizia per tutta la metà del mese di giugno, iI generale
austriaco Boreoviec cercò di rafforzare e consolidare le preziose posizioni
attenute sul Monte San Michele e ordino perciò ai suoi reparti di preparare un
attacco per il 29 giugno. Il numero di unità ed uomini impiegati
nell’azione non aveva nulla di eccezionale rispetto alle precedenti battaglie
ma la data del 29 giugno 1916 rimarrà tristemente famosa per l’impiego dei gas
venefici (cloro e fosgene) utilizzati dagli austriaci per la prima volta sul
fronte italiano.
Alle
ore 5:15 del mattino furono aperte le più di 6000 bombole contenente la nuvola
mortale che in breve tempo calò dalle cime sulle posizioni dei triceramenti
italiani.
Fu
stimato che in pochi minuti tempo morino circa 2000 soldati italiani. Dopo la
battaglia intere unità vennero ritrovate
all’interno delle trincee e nelle loro postazioni con gli equipaggiamenti ancora addosso quasi
come se dormissero. Non avevano avuto neanche il tempo di indossare le
inadeguate e poche maschere antigas distribuite dal nostro esercito.
La
ferocia austriaca non lasciò scampo ai pochi superstiti rimasti intossicati ed
ustionati dai gas , infatti i primi battaglioni Ungheresi penetrati senza alcun
problema nei trinceramenti di prima linea, finirono i poveri fanti italiani a
colpi di mazza ferrata.
L’iniziale
sbandamento e terrore generato nelle retrovie, fu prontamente arginato e grazie
ad un potente bombardamento ed all’improvviso cambio del vento che sposto da massa venefica verso le linee
austriache, i fanti italiani con uno slancio di ira riuscirono a riconquistare
parte delle posizioni perdute. Per azione dei loro stessi gas gli austriaci
persero anche loro molti uomini. La crudeltà con cuoi gli austroungarici
avevano finito i superstiti ai gas, suscito nei fanti italiani sconcerto e rabbia,
tante che durante le contro offensive porte avanti per recuperare le posizioni,
si cercò di non fare prigionieri, passando per le armi chiunque si arrendesse,
soltanto i gruppi più consistenti furono risparmiati.
Il
corpo del soldato Marino Acquaro originario della frazione di Quattropani, non
fu mai ritrovato e dichiarato disperso, probabilmente sepolto come ignoto nel
cimitero di Sdraussina.
Anche
se la battaglia del San Michele non cambiò sostanzialmente, lo schieramento e
l’assetto dei due eserciti, la ferocia dello scontro determino il comando
italiano ad un maggiore impegno per la conquista di Gorizia e dei suoi Santi
(monti che coronano la città) che culminerà nella 6^ Battaglia dell’Isonzo e
nell’ennesimo bagno di sangue.
Soldati italiani vittime dei gas sul Monte
San Michele
(foto fondo Badoglio)
Mazza ferrata austriaca
Approfondimenti:
Al 19° Reggimento della Brigata Brescia apparteneva
il poeta Giuseppe Ungaretti arruolatosi
volontario e salvatosi nella battaglia del
San Michele, poiché inviato per un periodo di riposo a Mariano del Friuli.
“Soldati
Si sta come d’autunno sugli
alberi le foglie” (Giuseppe Ungaretti)
Tratto dall’Espresso (La Grande
Guerra 1915-1918) Racconto del soldato Antonio Santo
Quintino Preite
La mattina,
all’alba del 29 giugno 1916, l’artiglieria nostra incominciava a bombardare le
linee nemiche, e tutto l’11° Corpo d’Armata stava pronto per andare all’assalto
dalla parte di Monfalcone.
II 29°
Reggimento, il 30°, il 19° ed il 20° Reggimento erano sul Monte Cappuccio, il
9° ed il 10° Reggimento Brigata Regina erano dalla parte di Duino, il 47° ed il
48° erano alla vallata fra il San Michele e il San Martino, e tutti dovevano
andare all’assalto; e quattro Reggimenti altri erano di rincalzo a tutto l’11°
Corpo d’Armata.
Il cimitero
di Monfalcone (Fondo Arturo Busto)
Verso le ore
7.30 del mattino, l’artiglieria nostra bombardava le retrovie allungando sempre
il tiro, acciocché i nostri possono avanzare.
Cinque minuti
prima di andare all’assalto, gli Austriaci incominciarono a buttare gas
asfissiante. L’artiglieria nemica a bombardare le nostre retrovie con granate
cariche di gas asfissiante.
Non vedevi
altro che una nube che camminava a passo d’uomo, abbassandosi appena due palmi
da terra.
Appena questo
gas arrivava alle nostre linee, i nostri, respirando di quel gas avvelenato,
cadevano a terra morti.
Per cinque
chilometri ormai erano quasi tutti morti, senza che nessuno si potè salvare.
La mia
Compagnia e quasi tutto il 2° Battaglione non subirono nessuna perdita, causa
che eravamo ad un posto avanzato, in contatto con le trincee nemiche, e perciò
il gas non penetrò.
Del 48°
Reggimento, che si trovava alla nostra destra vicino al Monte San Michele,
quasi che restarono tutti i colpiti. Il Colonnello del 48°, che si trovava in
un posto avanzato, ed avendo la maschera, si salvò, con qualche centinaia di
soldati e graduati. Allora, veduto che il Reggimento era distrutto, di sua
spontanea volontà prende una mitragliatrice, la piazza sulla trincea nostra, e
incomincia a far fuoco, che gli Austriaci, sicuri che erano tutti morti gli
Italiani, avanzavano col fucile. Già di quel punto, gli Austriaci furono
costretti a retrocedere ma, una mezz’ora dopo, si vedevano gli Austriaci sul
Monte Cappuccio avanzare dove erano i nostri del 29° e del 30° Reggimento che erano
perfettamente colpiti di gas, e tutti giacevano a terra morti, e con mazze di
ferro gli davano in testa, barbaramente, per farli morire più presto.
Una Compagnia
di Austriaci, oltre 300 soldati e ufficiali, era arrivata alla nostra linea di
resistenza, e stavano cominciando a rovesciare la linea, cioè a voltare le
feritoie in viceversa, e i pezzi di artiglieria e quelli delle bombarde
l’avevano rivoltati contro di noi; in quel momento che il nemico stava facendo
quell’operazione, incominciarono ad arrivare i primi nostri rincalzi, che
circondarono il nemico e, senza nessuna azione di resistenza, i nostri li
fecero prigionieri.
In mezzo a
quei prigionieri nemici, trovasi un Maggiore che li comandava, ed era
leggermente ferito alla testa e al braccio. Fu portato al posto di medicazione
nostro, dove fu medicato.
C’era un
nostro Capitano che, per mezzo di certi sacchi pieni di aria, faceva respirare
parecchi soldati che erano stati colpiti leggermente di gas avvelenato, e così
per mezzo di quell’aria se ne salvarono parecchi.
Appena
entrato il Maggiore, disse il Capitano medico verso il Maggiore: “Ma siete
veramente barbari voi altri Austriaci, avete buttato questi gas per far morire
tanti giovani, senza nemmeno che si potevano difendere!”.
Senza perdere
un sol momento di tregua, si alza il Maggiore austriaco e dice: “Siete voi
altri italiani barbari, perché avete messo fuori combattimento undici
Battaglioni dei nostri soldati. La vostra artiglieria ha fatto strage di noi;
ogni granata ci colpiva in pieno, che faceva saltare i soldati con le gambe e
braccia, e certi squartati, e per questo noi altri Austriaci abbiamo dovuto
servircene del gas ”. Sentendo ciò, il nostro ufficiale non parlò più.
Per due
giorni e due notti, tutte le automobili, autocarri, carri e carrette,
trasportavano dei soldati morti dal gas, che erano diventati neri come il
carbon fossile, e li trasportavano al cimitero di Sdraussina, dove centinaia di
soldati del Genio avevano aperte delle buche, e là dentro seppellirono tutti i
nostri morti.
Immaginate
che gran dispiacere sentivamo nell’animo nostro a vedere centinaia e centinaia
di nostri fratelli morti, senza poter nemmeno vendicarsi col nemico e senza
poter nemmeno scrivere per l’ultima volta ai loro cari.
La Madonna del Terzito ad Alicudi e Filicudi (di Antonio Brundu)
Prosegue il pellegrinaggio mariano della Madonna del Terzito nell’ arcipelago eoliano.
Il 30 giugno scorso, infatti, il simulacro della Madonna con il campanello, dopo la visita nelle parrocchie di Lipari e di Vulcano, è stato portato nelle isole di Alicudi e Filicudi (Foto di Antonio Brundu).
Qui rimarrà sino al prossimo lunedì, 4 luglio e, nella stessa mattinata, farà ritorno a Salina, nel Santuario di Val di Chiesa dove, il 23 luglio si svolgerà la festa annuale in onore della Madonna. Intanto, dopo l’estate, la statua sarà portata anche a Panarea e Stromboli a conclusione del pellegrinaggio in tutte le sette isole Eolie.
Nel primo pomeriggio di ieri, giovedi, ultimo giorno del mese di giugno, la Madonna del Terzito, a bordo dell’imbarcazione liparese “Principessa”, ha lasciato l’isola di Vulcano dopo una permanenza di circa 10 giorni e si è diretta dapprima verso Alicudi (estrema isola ad Ovest delle Eolie), dove all’Hotel “Ericusa” si è svolta la Santa Messa concelebrata dal canonico Don Alessandro Lo Nardo, rettore del Santuario di Val di Chiesa, da P. Godwin e da P. Enzo.
Festante, con bandiere e bandierine colorate, è stata l’accoglienza della gente sul porto della piccola e graziosa isola eoliana. Quindi, dopo la concelebrazione eucaristica, la Madonna è stata portata a Filicudi, dove visiterà le parrocchie di Santo Stefano (patrono dell’isola) ubicata in località Val di Chiesa e di San Giuseppe, situata in contrada Pecorini Alto.
Anche a Filicudi l’accoglienza della popolazione è stata gioiosa e commovente e molte bambine hanno offerto petali di fiori alla Madonna.
Sia ad Alicudi che a Filicudi P. Alessandro e P. Godwin hanno evidenziato il significato di questo viaggio della Madre nelle isole che non avveniva dal 1948 (cioè da 68 anni), a suo tempo organizzato dal Vescovo di Lipari del tempo Mons. Bernardino Salvatore Re.
Come allora, anche oggi, le popolazioni eoliane delle isole di Lipari, Vulcano , Alicudi e Filicudi (come quelle di Panarea e Stromboli e, quindi Salina hanno mostrato e dimostreranno la loro grande e sentita devozione filiale verso la Madonna di Val di Chiesa, il cui culto risale al secondo secolo dopo la nascita di Gesù, quando un monaco eremita giunto dall’Oriente, si è rifugiato nella boscaglia dell’isola eoliana per sfuggire alle persecuzioni degli imperatori romani.
E qui ha portato una immagine di Maria Vergine e ha dato l’avvio all’antichissimo culto mariano che perdura nel tempo, lungo i secoli ed i millenni.
Antonio Brundu
Residenti nelle isole. Dal 4 luglio basterà un click per prenotare il viaggio in aliscafo
Comunicato
Residenti alle Isole.
Dal 4 luglio basta un click
Anche ai residenti basterà un
click per prenotare il viaggio in aliscafo. Dal prossimo 4 luglio, sul sito
libertylines.it, nella sezione booking, i residenti delle Isole siciliane potranno
prenotare on line il viaggio di andata e ritorno per la propria destinazione.
La richiesta era stata avanzata alla società dal Presidente del Consiglio
comunale di Santa Marina Salina alcuni giorni fa. I vertici della Libertylines,
hanno accolto immediatamente l’esigenza proveniente dal territorio ed hanno
proceduto ad ampliare il servizio booking on line anche alle persone residenti
nelle Isole. Un servizio, che unito a quelli già offerti, arricchisce ancora di
più il pacchetto delle opportunità rivolte principalmente a chi vive
l’insularità giornalmente. Basterà quindi aprire il sito internet della
compagnia di navigazione, e prenotare immediatamente il proprio posto in
aliscafo. Il ticket di viaggio dovrà essere ritirato all’ufficio di biglietteria
del porto di imbarco esibendo il documento d’identità.
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