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lunedì 23 settembre 2024

Oggi, 23 settembre: San Pio da Pietrelcina


Pochi santi furono, come padre Pio, dotati di doni straordinari che hanno richiamato su di lui l'attenzione del mondo intero: le stimmate, il profumo misterioso che emanava dal suo corpo, i carismi di profezie e di scrutamento dei cuori, le guarigioni e le conversioni attribuite alla sua preghiera. Nel convento del Gargano, nel quale l'umile frate cappuccino viveva, la ressa di devoti era quotidiana: tutti lo volevano vedere, toccare; tutti desideravano assistere alla sua messa — un momento di rara intensità spirituale — e soprattutto confessarsi, rimettersi in sintonia con Dio guidati da lui. La confessione era un incontro che spesso sconvolgeva le persone mutando per sempre la loro vita, mentre il numero dei «convertiti» e dei devoti estimatori aumentava incessantemente. 
Ma poi, in concreto, per lui la vita fu un lungo calvario che egli visse unendosi a Cristo per la salvezza delle anime, fedele a un programma di vita, che egli aveva così espresso nell'immagine ricordo della sua prima messa: «Gesù, mio sospiro e mia vita, oggi che trepidante ti elevo in un mistero d'amore, con te io sia per il mondo Via, Verità e Vita e per te sacerdote santo, vittima perfetta». 
Francesco Forgione (così si chiamava padre Pio prima di indossare il saio francescano) era nato il 25 maggio 1887 a Pietrelcina, piccolo paese di contadini e pastori della provincia di Benevento. I genitori, ambedue analfabeti, pur sudando sui campi, non riuscivano a sfamare la copiosa nidiata che avevano messo al mondo (sette figli). Tanto che papà Orazio un giorno si imbarcò per l'America sperando in una sorte migliore. Gli andò bene, lavoratore instancabile e avveduto, riuscì a mettere insieme una discreta fortuna.
Alla famiglia intanto badò mamma Maria Giuseppa. Forte e ricca di fede, aveva una predilezione per il piccolo Francesco, perché era il più gracile, spesso in preda a misteriose e violente febbri, e dotato di una fine sensibilità religiosa che lo portava a ricercare luoghi solitari per dedicarsi alla preghiera. E si chiedeva, mamma Maria, che cosa avrebbe potuto fare da grande quel suo figliolo così gracile. Risolse lui stesso il problema. Indicando con la mano il frate cappuccino venuto per la questua, disse: «Voglio farmi frate, come fra Camillo». 
Nel 1903, indossando il saio francescano nel convento dei cappuccini di Morone, iniziava il cammino di preparazione alla vita religiosa e sacerdotale che si concluse il 10 agosto 1910. E non fu un cammino facile: le misteriose malattie che lo avevano tormentato a casa, continuarono con assalti di una virulenza tale da far temere che non sarebbe mai giunto vivo all'ordinazione, tant'è vero che, non appena ebbe l'età minima richiesta dal diritto canonico, fu consacrato sacerdote.
Con gli sgargianti paramenti sacri addosso pareva ancora più debole ed emaciato, tanto che i superiori ebbero compassione di lui e, anziché inserirlo subito nell'attività pastorale, lo mandarono a Pietrelcina, sperando che l'aria di casa gli avrebbe fatto tornare un po' di forze; qui invece il giovane frate imboccava dritto la strada di quel calvario che percorrerà per tutta la vita. 
Il 5 agosto 1918 gli apparve un misterioso personaggio che gli trafisse il cuore con un dardo infuocato, mentre il 20 settembre riceveva le stimmate, inizialmente invisibili. «Ero in coro - ha raccontato lui stesso - dopo la celebrazione della santa messa, allorché venni sorpreso da un riposo simile a un dolce sonno. Tutti i sensi interni ed esterni nonché le stesse facoltà dell'anima si trovarono in una quiete indescrivibile. Vi subentrò subito una grande pace. E mentre tutto questo si andava operando, vidi innanzi un misterioso Personaggio, simile a quello visto il 5 agosto, che si differenziava solamente in questo: aveva le mani, i piedi e il costato che grondavano sangue. La sua vista mi atterrì. Mi sentii morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore che sentivo sbalzare dal petto. Il Personaggio si ritirò e io mi avvidi che mani, piedi e costato erano trasformati e grondavano sangue». 
Un fatto mistico accompagnato da dolore fisico acuto e lacerante. Ma sopportabile. Più profondo e più lacerante fu il dolore provocato invece dai giudizi, dai sospetti e dalle condanne che gli vennero da istituzioni ecclesiastiche, da confratelli e da ambienti scientifici per i quali le ferite del frate del Gargano erano frutto di isterismo. 
Scienziati di ogni tipo, inviati da organismi religiosi e dallo stesso Vaticano, si accanirono per dimostrare che i fenomeni attribuitigli non avevano alcuna origine soprannaturale. E riuscirono a convincere il Sant'Uffizio, promotore di una delle inchieste più clamorose durante il pontificato di Pio XI, che si trattava di fenomeni isterici. E gli arcigni monsignori del Vaticano nel 1923, con un apposito decreto, vietavano al frate di Pietrelcina di dire la messa in pubblico e di confessare i fedeli. Un'atroce tortura, durata una decina d'anni, che padre Pio visse in silenzio, senza protestare, rifugiandosi nella preghiera e nella penitenza.
La gente, che non aveva mai messo in dubbio l'origine soprannaturale di quelle misteriose piaghe, quando cessò l'ostracismo, riprese a salire la mulattiera che conduceva al convento per ascoltare la messa celebrata dal frate delle stimmate. 
Padre Pio definiva la messa «il mistero tremendo». Ed era per lui un momento di grande emozione spirituale: il volto trasfigurato, gli occhi luminosissimi, il corpo rapito oltre il tempo e lo spazio. Ma anche per quanti la seguivano era un momento di rara tensione e, dopo la messa, facevano la coda davanti al suo confessionale per accedere al sacramento del perdono e per chiedergli di intercedere per loro presso Dio. E c'era chi se ne andava deluso o irritato, e chi interiormente trasformato. Molte le conversioni anche di personaggi notissimi al grande _pubblico che verso il frate stigmatizzato nutrirono sempre profonda riconoscenza e devozione. Padre Pio, uomo di grande carità e umiltà, aveva anche il dono di leggere nei cuori, «sentiva» se chi lo avvicinava era sincero o ambiguo; per questo con alcuni era buono e con altri spicciativo o addirittura burbero. Invitava tutti comunque a pregare sempre, a essere in continuo contatto con il Signore. 
Nel 1940, mentre il mondo era alle prese con il terribile dramma della guerra, nascevano su suo invito i «Gruppi di preghiera», un'istituzione che presto si diffuse proficuamente in tutto il mondo. «La preghiera aveva detto ai suoi confratelli è la chiave dei tesori di Dio, è l'arma del combattimento e della vittoria in ogni lotta per il bene e contro il male».
Nel medesimo anno, spinto da un grande amore per il prossimo, soprattutto per quanti erano afflitti dalla malattia, metteva in moto un movimento di carità e di solidarietà per poter realizzare una struttura ospedaliera a servizio dei malati poveri. L'idea si concretizzava nel 1956 con l'inaugurazione della Casa sollievo della sofferenza, destinata a diventare uno degli ospedali meglio attrezzati del Meridione, nel quale lavorano luminari della medicina e dove tutti sono invitati a vedere nel malato e nel povero il volto stesso di Gesù. 
Tra i tanti doni di cui era dotato, padre Pio ebbe anche quello di prevedere il tempo della sua morte. Un giorno, ed eravamo nel 1918 quando aveva appena ricevute le stimmate, disse a uno che frequentava il convento: «Coraggio: abbiamo ancora cinquant'anni davanti». E cinquant'anni dopo, 1968, mentre con i devoti si accingeva a commemorare il mezzo secolo dall'evento, padre Pio avvicinò quel fedele e con un filo di voce gli sussurrò: «Cinquant'anni sono passati». 
La domenica 20 settembre si fece gran festa, padre Pio celebrò messa e poi si affacciò a benedire i pellegrini che erano accorsi in gran numero. Fu l'ultima volta che lo videro vivo, perché la notte del 23, dopo aver recitato per intero il rosario, moriva. 
La gente lo venerò come un santo, prima ancora che la chiesa si esprimesse in tal senso. Il convento e la chiesa dove celebrava messa sono diventati ben presto meta di incessanti pellegrinaggi e luogo di preghiera, di carità e di conversione. Il cammino verso gli altari, però, fu più tortuoso. Coloro che lo avevano avversato in vita, anche per motivi poco nobili (leggi: l'uso delle tante offerte che la gente inviava per le sue iniziative di carità), misero molti pali tra le ruote. 
Ma alla fine la verità sulla sua santità ha avuto il sopravvento. Padre Pio, che definiva se stesso «un frate che prega», è stato proclamato beato da papa Giovanni Paolo II, che nutriva per lui grande devozione, il 2 maggio del 2000, e due anni dopo, il 16 giugno 2002 lo stesso Pontefice in piazza San Pietro, lo proclamò Santo e ne stabilì la memoria liturgica per il 23 settembre, "giorno della sua nascita al cielo".
Il luglio 2004 fu inaugurata la nuova grande chiesa a S. Giovanni Rotondo progettata dal celebre architetto Renzo Piano.

PRATICA. Riflettiamo sulle parole di San Pio, (ASN, 15): "La vita non è che una perpetua reazione contro se stessi e non si schiude in bellezza, che a prezzo del dolore. Tenete sempre compagnia a Gesù nel Getsemani ed egli saprà confortarvi nelle ore angosciose che verranno".

PREGHIERA. O Dio, per la tua misericordia e per i meriti di questo tuo grande santo, concedi anche a noi una fede capace di scorgere nei poveri e nei sofferenti il volto di Gesù. Insegna anche a noi l'umiltà del cuore, perché in tuo nome, scopriamo la gioia di perdonare i nostri nemici.

Buongiorno...così!


 

domenica 22 settembre 2024

Lipari, 2 impianti sportivi in due scuole. Dalla Gazzetta del sud del 22 settembre 2024

Vip "settembrini" alle Eolie. Baby K su instagram "L’estate finisce quando lo dico io" 🫦😌🤝

Quarant'anni dall'istituzione della R.N.O. di Salina. Presentata la nuova guida naturalistica. Città Metropolitana di Messina ribadisce impegno per tutela patrimonio naturale.

COMUNICATO - Grande successo ieri sera al Centro Polifunzionale di Malfa per l'evento celebrativo del 40° anniversario dell'istituzione della Riserva Naturale Orientata "Le Montagne delle Felci e dei Porri dell'isola di Salina".
A rappresentare la Città Metropolitana di Messina è stato il Direttore Generale Salvo Puccio, che ha sottolineato l'importanza di questo significativo traguardo per la tutela del patrimonio naturalistico locale.
"Quarant'anni fa, con l'istituzione di questa Riserva, si è intrapreso un percorso di tutela ambientale che oggi ci permette di ammirare e preservare un ecosistema unico nel suo genere. La nuova guida è un tassello fondamentale per promuovere una conoscenza approfondita e una fruizione consapevole di questo straordinario territorio", ha dichiarato Puccio.
Un momento di confronto e condivisione fortemente voluto dal Sindaco della Città Metropolitana di Messina, Federico Basile, che, pur non potendo essere presente a causa di impegni istituzionali precedentemente assunti, ha voluto ribadire, attraverso l'intervento del Direttore Generale, l'impegno della Città Metropolitana nella tutela della Riserva e nella valorizzazione del territorio.
L'evento ha visto la partecipazione di numerose autorità locali e regionali, tra cui i sindaci dei Comuni di Salina e il Sindaco di Lipari, testimoniando la forte sinergia tra le istituzioni nella promozione e salvaguardia dell'isola.
Nel corso della serata, gli autori della guida – il biologo Pietro Lo Cascio, il geologo Palmiro Mannino e l'archeologa Luana La Fauci– hanno illustrato le peculiarità naturalistiche, geologiche e archeologiche della Riserva.
La guida, edita da Giuseppe Calafati, rappresenta un'opera completa e aggiornata, pensata per essere accessibile a tutti e per valorizzare le straordinarie ricchezze dell'isola.
Tra i relatori, Francesco Picciotto, Dirigente delle Aree Naturali Protette della Regione Siciliana, ha sottolineato l'importanza della conservazione della biodiversità siciliana attraverso progetti di sviluppo sostenibile.
Il professor Alessandro Crisafulli, docente di botanica presso l'Università degli Studi di Messina, ha condiviso la sua vasta esperienza nello studio della flora locale e della biodiversità eoliana. Anna Giordano, naturalista di fama internazionale, ha offerto una panoramica sulle sfide della protezione della fauna migratoria.
Sono inoltre intervenute le dirigenti scolastiche Mirella Fanti dell'Istituto Comprensivo "Isole Eolie" e Alessandra Minniti del Liceo "E. Ainis" di Messina, entrambe impegnate nell'educazione ambientale delle giovani generazioni. Domenica Lucchesi, Presidente della Sezione di Messina dell'ANISN, ha portato il suo contributo in merito all'educazione scientifica nelle scuole.
Giovanni Lentini, Dirigente della VI Direzione Ambiente della Città Metropolitana di Messina, ha dichiarato:
"La celebrazione dei 40 anni della Riserva non è solo un momento commemorativo, ma un'occasione per rinnovare il nostro impegno verso la tutela ambientale. La collaborazione tra enti locali, comunità scientifica e cittadini è fondamentale per affrontare le sfide future e garantire uno sviluppo sostenibile dell'isola."
Durante l'evento, sono stati assegnati alcuni riconoscimenti.
Il dott. Lentini ha voluto riconoscere l'impegno profuso dal Direttore della Riserva, Maria Letizia Molino, e da Salvatore Galletta, Ufficio Piani Gestione e Tutela Aree Protette della Città Metropolitana di Messina, consegnando loro una targa.
Encomi speciali sono stati invece assegnati alle guardie della Riserva Naturale, in riconoscimento del loro prezioso lavoro di vigilanza e tutela del territorio.
Il Direttore della Riserva, Maria Letizia Molino, ha espresso profonda gratitudine verso il corpo di vigilanza:

"Le guardie rappresentano il cuore pulsante della Riserva. Grazie al loro impegno quotidiano, possiamo garantire la protezione di habitat sensibili e specie a rischio, contribuendo alla conservazione di un patrimonio naturale di inestimabile valore."
La serata si è conclusa con un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito al successo dell'evento e con l'auspicio che la nuova guida possa diventare un punto di riferimento per residenti e turisti, favorendo una maggiore consapevolezza e rispetto per l'ambiente.

Antonello, l’uomo dei Grani antichi delle Isole Eolie (da www.gazzettadelsud.it)


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Siamo in autunno ma la bellezza e il fascino di Lipari non conoscono stagione (video del 22.09.24)

Il #pensiero di Don Bernardino Giordano: Occasioni di grazia

E' deceduto Gaetano Basile, avveduto imprenditore e presidente onorario del Lipari IC

E' morto a 92 anni, Gaetano Basile, noto imprenditore messinese del settore della mobilità e del commercio di prodotti petroliferi e grande amico delle Eolie e degli eoliani. 
Ha operato, con successo, nel settore per oltre 60 anni, guidando società solide e espandendo le sue attività fino a Catania, Siracusa e diverse zone della Calabria.

Nato negli anni ’30, ha vissuto le difficoltà della guerra, la rinascita italiana degli anni ’60 e affrontato con entusiasmo la sfida del cambiamento, ripetendo sempre che “le aziende sane sono quelle capaci di evolvere e diversificare”.

Basile era presidente onorario e grande sostenitore del Lipari IC, al quale ha affidato l'ulivo secolare da lui fatto impiantare nella rotonda ex Esso di Lipari.

Basile con il presidente Tesoriero
alla presentazione di mister Di Bartola
(anno 2019)
Così il presidente del Lipari IC, Andrea Tesoriero ha comunicato agli interisti del gruppo whatsapp il decesso "Con grande dolore comunico che è venuto a mancare il nostro grande Presidente Onorario Dott. Gaetano Basile…

Grande uomo, grande persona e grandissimo interista ⚫️🔵"

Alla famiglia le condoglianze della famiglia Sarpi e di Eolienews

Inno Lipari IC (testo, musica e voce del maestro Carmelo Travia). Montag...

Buon compleanno a...

... Giuseppe Andrea Bertè, Cristina Ruggeri, Fabrizio Greco, Giuseppe (Pippo) D'Angelo, Erina Lo Schiavo, Tony Portelli, Riccardo Cacace, Giulia La Greca, Maria Grazia Maiurana, Marco Mollica   


LA PAROLA - Commento al Vangelo di domenica 22 settembre 2024

Oggi, 22 settembre: San Maurizio e compagni

Durante l'impero di Diocleziano e Massimiano, fra le legioni romane ve n'era una chiamata « Legione Tebea ». Era composta di 6600 uomini, tutti cristiani, pieni di tanta fede e tanta pietà che pareva una' comunità religiosa. L'esercito romano non aveva legione migliore di questa, perchè quelli che sono veramente cristiani, sono sempre i più diligenti nel compiere il loro dovere. 
Capo di questa legione era Maurizio. Cresciuto fra le armi, egli univa al coraggio un amore a Gesù Cristo davvero ammirabile, e praticava fedelmente le massime evangeliche. Un giorno Maurizio ricevette ordine dall'imperatore di recarsi in Italia, per unirsi al resto dell'esercito romano e andare nelle Gallie contro i Bagaudi, contadini, pastori e nomadi della Gallia, ancora legati alle loro tradizioni celtiche. Maurizio, come sempre in tutte le cose che non si opponevano alla legge di Dio, prontamente ubbidì: venne in Italia, e s'incamminò verso la Gallia con la sua legione. 
Giunti nella Valesia presso Agauno, l'imperatore ordinò una sosta, durante la quale dispose che tutti i soldati assistessero ai sacrifici e giurassero di far strage di tutti i Cristiani. 
S. Maurizio ed i suoi legionari si rifiutarono, disposti a morire anzichè offendere Dio. Massimiano allora ordinò che la legione fosse decimata; e udendo che gli altri erano rimasti fermi nel loro proposito, ne ordinò una seconda. Ma quegli eroi intrepidi, invidiando la morte dei loro compagni su cui era caduta la sorte, mandarono all'imperatore questa protesta: « Signore, noi siamo vostri soldati, ma nello stesso tempo servi di Dio e gloriandoci di questo, ne facciamo una spontanea confessione. A voi dobbiamo il servizio militare, a Dio l'innocenza; da voi riceviamo lo stipendio, da Dio abbiamo ricevuto la vita. Non possiamo dunque ubbidirvi offendendo Dio, Creatore e Padrone nostro e vostro, ancorchè ricusiate di riconoscerlo per tale. Vi offriamo le nostre persone contro qualsivoglia nemico, ma non contro innocenti. Voi ci comandate di perseguitare i Cristiani; eccoci qui: noi siamo cristiani e confessiamo Iddio Padre, autore di tutte le cose, e Gesù Cristo, suo Figliuolo. Abbiamo le armi in mano, ma non faremo resistenza, perchè amiamo più morire innocenti, che vivere colpevoli ». 
Questa protesta inferocì Massimiano, che comandò ad un'altra legione di circondare la Tebea, e di uccidere tutti quelli che persistevano a confessare il nome di Gesù. Quei prodi, volendo, avrebbero certamente potuto difendersi con le armi, e il cielo stesso sarebbe forse venuto in loro aiuto, ma essi preferirono dare la vita per Gesù Cristo, ed in breve tempo furono tutti trucidati! 
Ad Agaunum, in Raetia, l'attuale Saint Maurice-en-Valais, sorse il più antico luogo di culto dedicato a San Maurizio: Territorialis Abbatia S. Mauritii Agaunensis, l'abbazia svizzera del cantone vallese. 
Qui è da cercare il punto focale del futuro culto vivissimo dedicato a San Maurizio nelle Alpi e altrove, che fece di San Maurizio dapprima il patrono del Sacro Romano Impero, poi, entrato il Vallese occidentale nei possedimenti dei Savoia, il culto dei martiri fu legato strettamente alla loro dinastia Fu istituto l’Ordine Cavalleresco di San Maurizio, unito in seguito con quello di San Lazzaro. Le reliquie di San Maurizio furono traslate a Torino e ora custodite nella cappella della Sindone. 

PRATICA. Preferiamo, ad imitazione della Legione Tebea, la morte al peccato. 

PREGHIERA. 
Concedi, te ne preghiamo, Dio onnipotente, che ci rallegri la festiva solennità dei tuoi santi martiri, Maurizio e suoi compagni, affinché appoggiandoci alle loro preghiere, abbiamo a gloriarci del loro natalizio.

Buongiorno e buona domenica...così!


 

sabato 21 settembre 2024

Ricordando... Michele La Torre nel giorno del 10° anniversario della prematura dipartita



In occasione del 10° anniversario della prematura dipartita vogliamo ricordarlo con questa foto

Eolie, anfora greca sottratta alle grinfie dei tombaroli. Dalla Gazzetta del sud del 21 settembre 2024

Stromboli, una strada per Aimée. Dalla Gazzetta del sud del 21 settembre 2024


 

Pesca, i "cannizzi" inquinano il mare. Dalla Gazzetta del sud del 21 settembre 2024

Maria SS. del Rosario a Lami: Il programma religioso e folcloristico


 

Eoliani e amici delle Eolie che non ci sono più (85° puntata, deceduti da luglio ad agosto 2024) (video di 2 minuti e 20 sec.)

 In questo video: Giovanni Portelli, Pierpaolo Cincotta, Elio Zanca, Fabio Merlino, Michele Giacomantonio, Giacomo Li Donni in Finocchiaro detto Giacomino, Concetta Puglisi ved. Natoli, Grazia Anna China in Saporita, Mario Vincenzo Famularo, Massimo Sidoti, Mihai Botez, Olga Anna Maria Giorgio, Antonia D'Ambra ved. Manfrenunzi, Pietrino Benenati, Attilio Famularo, Pina Berzi, Bartolo Reitano, Rita Filomena Camporeale ved. Torre

Il #pensiero di Don Bernardino Giordano: San Matteo

Buon compleanno a...

...Anna Porretti, Noemi Venuto, Raffaele Rifici, Angela Giovenco, Luana Virgona, Laura D'Ambra, Frenky La Macchia, Giuseppe Bove 






Oggi, 21 settembre: San Matteo

S. Matteo, che prima si chiamava Levi, è l'autore del primo Vangelo, che scrisse in aramaico, ed è uno dei primi Apostoli che Gesù chiamò alla sua sequela.
Giudeo di nascita, figlio di Alfeo, secondo S. Marco egli esercitava il mestiere di gabelliere in Cafarnao. Quando il Maestro Divino gli disse di seguirlo, stava appunto seduto al banco delle gabelle sulle rive del lago. Ecco il tratto evangelico : « E Gesù tornò verso il mare; e tutto il popolo andava a lui e li ammaestrava. E nel passare vide Levi d'Alfeo, seduto al banco della gabella, e gli disse : Seguimi. Ed egli, alzatosi, lo segui ».
Mirabile generosità! Matteo aveva un ufficio che gli assicurava una certa agiatezza. Ma questa pronta rinuncia ai beni per seguire Gesù gli meritò una tale abbondanza di grazia da raggiungere le più alte cime della perfezione cristiana. S. Matteo ebbe in seguito la fortuna di ospitare in casa sua il Salvatore, onde i Farisei si scandalizzarono moltissimo, perché Gesù mangiava coi pubblicani e coi peccatori. Ma conosciamo la solenne risposta di Gesù: « Non son venuto per i sani, ma per i malati ».
Ricevuto lo Spirito Santo nella Pentecóste, predicò il Vangelo nella Giudea e nelle contrade vicine e poco dopo la dispersione degli Apostoli per il 'mondo, scrisse il Vangelo destinato ai Giudei.
S. Matteo, siccome scriveva per i suoi connazionali, volle dimostrare che Gesù Crocifisso era il Messia aspettato, il Redentore d'Israele profetato dalle Scritture. Ad ogni passo infatti si trova l'espressione: « Come è stato scritto da Isaia profeta, dai profeti », ecc. ecc.; e minuziosamente prova come le profezie e le promesse dell'Antico Testamento si siano compiute in Gesù Cristo.
Predicò poi il Vangelo nell'Africa, in Etiopia, e si sa per testimonianza di Clemente Alessandrino, che praticava l'esercizio della contemplazione e conduceva vita austerissima, non mangiando altro che erbe, radici e frutta selvatica.
Fu trucidato da una squadra di feroci pagani, mentre celebrava il santo sacrificio. Le sue reliquie furono trasportate dopo trecento anni in Bretagna, e di qui nella sontuosissima cattedrale a lui dedicata nella città di Salerno.
Come gli altri Evangelisti, anche S. Matteo è figurato dai quattro misteriosi animali descritti dal profeta Ezechiele, e nell'Apocalisse da S. Giovanni. È comune sentenza dei Ss. Padri della Chiesa che l'animale che aveva la figura quasi d'uomo raffigura S. Matteo, il quale appunto comincia il Vangelo colla generazione temporale di Gesù.

PRATICA. Ad onore di S. Matteo leggiamo oggi un tratto di Vangelo. 

PREGHIERA. Ci vengano in aiuto, o Signore, le preghiere del tuo beato apostolo ed evangelista Matteo, affinché ciò che non ottengono le nostre forze, ci sia donato per sua intercessione
.

Buongiorno...così!


 

venerdì 20 settembre 2024

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Mare e Laghi Sicuri 2024: Bilancio della Guardia Costiera. Nelle Eolie una delle operazioni più importanti

 COMUNICATO 

Si è conclusa lo scorso 15 settembre l'operazione "Mare e Laghi Sicuri", la tradizionale campagna di prevenzione e sicurezza condotta dalle Capitanerie di Porto - Guardia costiera ormai da oltre 30 anni nella stagione estiva, sia in mare che a terra, lungo le coste del Paese.

Oggi la Guardia Costiera di Catania ha voluto tracciarne il bilancio a bordo di una delle unità navali maggiori del Corpo delle Capitanerie di Porto - Nave “L. DATTILO” CP 940, ormeggiata presso il sorgitore etneo.

Salvaguardia della vita umana in mare, vigilanza sul regolare svolgimento delle attività ricreative/commerciali e tutela dell'ecosistema marino sono state le parole d'ordine che hanno caratterizzato la fase operativa coordinata nella Sicilia orientale dalla Direzione Marittima di Catania.

Grande attenzione è stata posta agli apprestamenti di salvataggio previsti dalle ordinanze che, attraverso il dialogo con le Amministrazioni locali, ha portato ad aumentare il numero di spiagge libere regionali presidiate dagli assistenti bagnanti.

L'incremento dei controlli in mare non ha ovviamente condizionato l'attività di vigilanza quotidianamente posta in essere nei porti ove, nel periodo estivo, sono notevolmente cresciuti i volumi di traffico, soprattutto di unità passeggeri nei collegamenti con le Isole Eolie.

L'attività ha visto quotidianamente impegnati e pronti a intervenire - in caso di emergenze in mare – oltre 95 donne e uomini del Corpo delle Capitanerie di porto, oltre 21 mezzi navali e mezzi aerei della Guardia Costiera dislocati lungo i 650 km di coste di giurisdizione della Sicilia orientale comprese le isole Eolie, le Aree Marine Protette “Isola dei Ciclopi, “Plemmirio” e “Capo Milazzo”.

 

Di seguito alcuni dei principali dati dell’operazione Mare e Laghi Sicuri 2024, che raccontano l’importante sforzo operativo messo in campo dalla Guardia Costiera durante l’estate:

·        90 persone soccorse;

·        35 unità navali soccorse;

·        oltre 12.000 controlli effettuati a mare e a terra;

·        909 sanzioni amministrative; 

·        58 notizie di reato;

·        11.000 mq, tra spiagge e tratti di mare abusivamente occupati, restituiti alla libera fruizione.

 

In particolare, si evidenzia che i dati complessivi mostrano una situazione in linea con quella del 2023 e non solo. Per quanto riguarda gli incendi e le collisioni tra unità da diporto – due tra le cause più critiche e rilevanti per la sicurezza in mare – si registra un andamento in diminuzione rispetto al 2023, un segnale positivo sia in termini di condizioni di sicurezza in mare, sia per quanto concerne la condotta responsabile dei diportisti.

Fondamentale anche l’attività informativa e preventiva condotta dalle donne e dagli uomini della Guardia Costiera, finalizzata a sensibilizzare l’utenza sui principi di prudenza, consapevolezza e responsabilità, che svolge un ruolo cruciale nella promozione della sicurezza marittima.

Una “mission” - quest’ultima - che rimane al centro degli obiettivi dal Corpo delle Capitanerie di porto.

In particolare, si evidenziano alcuni soccorsi significativi effettuate nel mese di agosto:

-        La sala operativa della Capitaneria di Porto di Catania nel pomeriggio del 18 agosto, intorno alle ore 15, ha ricevuto un segnale di emergenza "Mayday" via radio da parte di una barca a vela in navigazione da Siracusa a Catania. La richiesta di soccorso riferiva della necessità di una urgente evacuazione medica, a causa di un ferito presente a bordo dell'imbarcazione, vittima di una caduta accidentale che richiedeva un immediato intervento sanitario. È stata subito inviata in zona l'unità SAR M/V CP 888 ed il battello veloce GC B169, unitamente alle moto d’acqua della Polizia di Stato, che hanno rapidamente raggiunto l'imbarcazione a circa 6 miglia a sud del porto di Catania. Una volta giunti in prossimità dell’unità i militari della Guardia Costiera procedevano al trasbordo del ferito sui mezzi di soccorso per poi dirigere verso gli ormeggi della banchina della Capitaneria di Porto di Catania. Qui era già presente il personale sanitario del 118, allertato dalla sala operativa. Lo sfortunato passeggero veniva quindi affidato alle cure dei sanitari, a conclusione del rapido ed efficace intervento.

-         Nell’arcipelago eoliano invece nel pomeriggio del 28/08/2024 la dipendente MV CP 322 prestava soccorso ad un’imbarcazione a vela con a bordo 2 persone a est dell’isola di Alicudi. Tale imbarcazione, che non governava, era stata trascinata a largo a causa di un violento ed improvviso temporale e pertanto il tempestivo intervento dell’unità SAR ha consentito la messa in salvo dei passeggeri. A termine di tale evento, l’unità CP 322 è stata dirottata presso la località Pollara dell’isola di Salina dove, insieme al battello pneumatico GC A05, hanno prestato assistenza alle operazioni di recupero, da parte dell’elicottero “NEMO” della Guardia Costiera proveniente dalla base aerea di Catania, di n. 2 (due) persone intrappolate su uno scoglio a largo dell’isola di Salina a causa delle condimeteo marine particolarmente avverse (mare 4/5 e vento con raffiche oltre 40 nodi).

-          

La Guardia Costiera è un'organizzazione che opera ogni giorno al fianco dei diportisti, degli addetti ai lavori e degli appassionati del settore.

 

Quest’estate l'attività operativa in mare è stata intensa per garantire la sicurezza dei diportisti e le diverse operazioni di soccorso ed evacuazione medica effettuate, talune anche in aree di difficile accessibilità ed in condizioni meteo marine particolarmente avverse, portate a buon fine grazie alla perizia marinaresca e alla capacità di impiego delle risorse disponibili e dei militari del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia costiera.

Malfa, ritorna il Salina Jazz festival. Dalla Gazzetta del sud del 20 settembre 2024

Pianoconte: Domani serata danzante per i festeggiamenti della Santa Croce

(COMUNICATO) SI RENDE NOTO CHE A SEGUITO DELLE CONDIZIONI METEREOLOGICHE AVVERSE DELLA SCORSA SETTIMANA, LA SERATA DANZANTE, PREVISTA IN OCCASIONE DEI FESTEGGIAMENTI DELL’ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE, E’ STATA SPOSTATA A DOMANI 21.09.2024 ALLE 20:00 PER DIVERTIRCI INSIEME IN ALLEGRIA. 
VI ASPETTIAMO, NON MANCATE

Scalo di Ginostra, lavori ancora fermi da fine 2022. Dalla Gazzetta del sud del 20 settembre 2024


Una strada di Stromboli per l'indimenticabile Aimée Carmoz (di Janni, pres. Italia Nostra Sicilia)

Quando Aimée se ne andò, il 23 maggio del 2019, scrissi questa parole: «Ci siamo conosciuti diversi anni fa, io e Aimée Pierrette Carmoz, sulle pagine de “la Repubblica – Palermo”, quando Giustino Fabrizio era capo della redazione. Spesso Fabrizio pubblicava le nostre lettere al giornale: ovvero i messaggi, i commenti di due indomiti cittadini, di due appassionati ambientalisti. Io scrivevo da Caltanissetta, Aimée Carmoz da Stromboli. Poi, abbiamo iniziato a scambiarci e-mail o a sentirci telefonicamente. Era bello ascoltare il delicato accento francese di Aimée. Era bello discutere di ecologia, di paesaggio, di politica e di bellezza con questa donna timida, minuta e determinata. Tenace presidio di Italia Nostra nelle Isole Eolie. Poi, nell’estate del 2008, andai a trovarla nella sua amatissima Stromboli, l’isola “niura” – come diceva lei. L’isola-vulcano. Conservo alcune preziose immagini fotografiche di quel viaggio, di quei luoghi, tra cui quelle relative al sublime Cimitero di Stromboli (dove è sepolta la madre): un esercito silente e immobile di croci bianche in mezzo a un campo verde e giallo. Sullo sfondo, l’azzurro intenso del mare. Un mare caldo e salato. Sulfureo e inquieto.

Aimée ha vissuto intensamente, sino alla soglia dei novant’anni, nella sua “isola niura”, piena di luce e di bellezza. Il luogo dove aveva scelto di vivere, di abitare dopo una vacanza, nel 1972. E aveva deciso di viverci per sempre. Un luogo dell’anima. Assoluto. A Stromboli, nelle Isole Eolie, ma non solo, è stata protagonista di tante battaglie a tutela dell’ambiente e del paesaggio. Sempre ricca di passione e speranza, Di leggerezza e ironia. Lei guardava il mondo, la sua isola con occhi gentili e infinito stupore. Quanta grazia nella sua vita. Quanta dedizione, cura. E impegno. Queste parole scriveva Aimée nell’estate del 2008: «La pace, sì, e l’innocenza … e questo venticello fresco intorno all’anima mia, in quest’inferno che divampa intorno a noi».

A distanza di cinque anni dalla sua scomparsa, viene proposta, dai tanti che hanno conosciuto e amato Aimée Carmoz, l’intitolazione di una strada a Stromboli, quella lungo il Cimitero dell’Isola. E viene chiesto, al Sindaco e alla Prefettura, che si riducano i tempi per l’intitolazione della strada, per chiaro merito e pubblica riconoscibilità delle lotte e delle azioni che hanno reso migliore l’Isola di Stromboli e forgiato diverse generazioni di strombolani che a lei si sono ispirate. Insieme a Zero Waste Sicilia promuovono la raccolta firme, per il doveroso riconoscimento, la Scuola In Mezzo Al Mare – Stromboli, tra le prime associazioni fondate da Aimée e grazie alla quale Asilo e Biblioteca Comunale (ora a lei intitolata) non sono più un miraggio; l’associazione rappresentata da @Chiara Metelli (architetta, designer, creativa e artigiana) mette a disposizione la sede; analoga disponibilità della Pro Loco Amo Stromboli APS: in rappresentanza dell’associazione la storica Ida Fazio; in molteplice rappresentanza l’amica e inseparabile complice Jerry Moleti, co-fondatrice con Aimée di ogni circolo o presidio ambientalista possibile (WWF, Legambiente, Italia Nostra Stromboli, Pro Stromboli, Zero Waste Sicilia); lo scrittore Enzo Moreno che ricorda una delle lotte memorabili per le compostiere sull’Isola. Non poteva mancare Vincenzo Cusolito, che promuove, in rete, la raccolta firme: amico – impresario – sostenitore di alcune delle sfide più importanti come il riconoscimento dell’Isola quale Patrimonio UNESCO e con lui Cristian Del Bono, tra i fondatori con Aimée Carmoz del Bio-Distretto delle Eolie.

Tutti sostengono, rinnovano l’impegno finalizzato all’intitolazione, ad Aimée, di una strada a Stromboli, insieme ad un nutrito e determinato parterre di amiche e amici ed estimatori, tra i quali proprio il ristoratore de “La Lampara”, che ospitava i compleanni della nostra “signora dei gatti” che non solo di gatti si occupava. E dunque, non poteva non sostenere, caldeggiare questa sacrosanta proposta di intitolazione di una strada di Stromboli ad Aimée Pierrette Carmoz, anche Italia Nostra, considerato l’affetto, la stima e la riconoscenza che ci legano a questa grande, indimenticabile persona.

Prof. Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

Filicudi: Recuperata anfora "greco - italica". Stava per essere trafugata



Grazie ad una operazione condotta dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, in coordinamento con il Comando Carabinieri Tutela patrimonio culturale di Palermo e il Nucleo Carabinieri subacquei di Messina, è stata recuperata un’anfora proveniente dal relitto “F” della secca di Capo Graziano a Filicudi, nelle Isole Eolie.
Il reperto si trovava a una profondità di 50 metri, spostato dalla sua posizione originaria, pronto per essere trafugato. Si tratta di un’anfora del tipo conosciuto come “greco-italica” (III secolo a.C.), proveniente dal relitto situato a pochi metri dal luogo di ritrovamento del reperto.

«L’azione sinergica tra l’assessorato dei Beni culturali e il Nucleo Tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri, ancora una volta ha dato importanti risultati – ha detto l’assessore Francesco Paolo Scarpinato – La tutela dei beni culturali sommersi resta uno dei principali obiettivi di questo assessorato che, con operazioni come quella messa in atto alle Isole Eolie, assicura la conservazione di importanti tracce del passato, arginando il fenomeno dei furti d’arte, compito principale del Nucleo Tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri al quale va il nostro ringraziamento».

Il reperto è stato trasferito dai militari al museo archeologico eoliano di Lipari.

Buon Compleanno a...

...Elda Ranno Corrieri, Maria Lionetti, Santino De Pasquale, Linda Mirabito, Salvatore Gitto, Nadia Bernardi 


Ambiente, FADs mettono a rischio ecosistema del mare eoliano. L'allarme di Filicudi Wildlife Conservation. L'ANSA da Lipari

LIPARI, Settembre 20 ANSA - Il delicato ecosistema del mare eoliano è messo a rischio, in questo periodo, da centinaia e centinaia di FADs (Fisching aggregating devices), detti "cannizzi" nel dialetto locale.

I FADs, che costituiscono pericolo anche per la navigazione, sono attrezzi da pesca ancorati sul fondale e tenuti a galla da plastica e bidoni ai quali è attaccata una foglia di palma che, generando una zona d'ombra, attrae la lampuga ma anche diverse specie ittiche allo stadio giovanile. Si usano in associazione con il cianciolo, una rete a circuizione che cattura in modo non selettivo tutto quello che c'è sotto i FADs.

A lanciare l'allarme è l'associazione Filicudi Wildlife Conservation che chiede venga fermata questa pratica illegale di pesca, praticata nell'arcipelago, in larga prevalenza da pescatori che giungono dalla costa siculo - calabra.

"I materiali plastici, di cui sono composti i FADs - afferma l'associazione, che a Filicudi gestisce anche un "ospedale" per le tartarughe marine - si degradano lentamente nell'ambiente, trasformandosi in microplastiche che entrano nella catena alimentare con conseguenze non ancora conosciute. Inoltre i FADs abbandonati o persi dai pescatori diventano trappole mortali per tartarughe, uccelli marini e altri animali che restano impigliati.

Per l'occasione Filicudi Wildlife Conservation rilancia la petizione (sino ad ora sono state raccolte 7.000 firme) per l'istituzione dell'Area marina protetta delle Eolie (Ansa)

Il #pensiero di Don Bernardino Giordano: Cornice del quadro

Oggi, 20 settembre: Santi Martiri Coreani (Andrea Kim Taegon, Paolo Chong Hasang e 101 compagni)

Ha il sapore degli Atti degli apostoli il racconto della fondazione della comunità cristiana in Corea e del martirio dei suoi primi membri tra la fine del Settecento e l'Ottocento.
La vicenda ebbe inizio nel 1782, quando alcuni letterati incaricarono il giovane Ni-Tek-tso, che si doveva recare in Cina, di assumere maggiori informazioni sulla religione cattolica, della cui esistenza avevano letto in alcuni libri. Due anni dopo Ni ritornò battezzato con il nome di Pietro e a sua volta amministrò il sacramento ai letterati.
Con il fervore degli inizi essi svilupparono un forte movimento di proselitismo. Al suo arrivo nel 1794 il sacerdote cinese Giacomo Zhu trovò nel Paese circa 4000 cristiani. Questo numero andò crescendo nel corso dell'Ottocento, nonostante tre gravi persecuzioni durante le quali furono messi a morte più di diecimila cristiani.
Tra di loro Andrea Kim, il primo sacerdote coreano. Di nobile famiglia, era stato inviato a studiare a Macao. Ritornò nove ann. dopo, subito dopo l'ordinazione, e aiutò il vicario apostolico monsignor Ferréol e il missionario Nicola Daveluy a entrare clandestinamente nel Paese. Arrestato, venne trasferito a Seul e giustiziato dopo che risultarono vani tutti i tentativi per farlo abiurare. Insieme con lui venne ucciso anche il padre, Giuseppe.
Quando il figlio venne arrestato, si presentò alle autorità dichiarandosi cristiano. Venne battezzato dal figlio in carcere prima di ricevere insieme con lui la corona del martirio. Andrea Kim e suo padre Giuseppe con altri 101 martiri vennero proclamati santi da Giovanni Paolo Il nel 1984 in occasione del secondo centenario della fondazione della Chiesa Cattolica in Corea.

PRATICA: Meditiamo sulla sofferenza dei Santi martiri del Congo, per riscoprire la profondità dell’amore senza limiti di chi dona tutto se stesso, uniformandosi alla passione di Cristo.

PREGHIERA: Signore, mandaci i Tuoi doni, affinché anche la nostra vita sia pura e senza compromessi, per poter testimoniare il nostro amore per Te e lottare, insieme con i nostri fratelli di tutte le religioni e di tutte le razze, per l’ unità, la libertà, la pace su questa nostra Terra, imbevuta del sangue di tanti Tuoi santi martiri e godere in cielo la luce della Tua gloria

Calcio: Resi noti i gironi di Prima categoria. Lipari IC nel girone C con altre 11 squadre


 

Buongiorno...così!


 

giovedì 19 settembre 2024

Lipari, una frana sulla strada di Cappero. Dalla Gazzetta del sud del 19 settembre 2024

Scontro a Lipari sull'Area marina protetta delle Eolie. Dalla Gazzetta del sud del 19 settembre 2024

Prendi in prestito e dona libri già usati. Iniziativa dell'A.N.C.R. sezione di Lingua


 

Fiction su Stromboli. Dante "interroga" Gullo. Dalla Gazzetta del sud del 19 settembre 2024

Salina Jazz Festival, da domani al 22 settembre

da https://www.musicajazz.it/salina 

Senza cultura e tutte le attività artistiche che ne derivano, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla. Ecco perché ogni autentica creazione è in realtà un regalo per il futuro” è con queste brevi ma intense parole di Albert Camus che  si avvia ai nastri di partenza il “Salina Jazz Festivalil festival dedicato alla musica dell’improvvisazione che, grazie ai successi degli scorsi anni, è giunto alla sua ottava edizione. Un viaggio tra le Note del Mare Mediterraneo e del Jazz, un festival Jazz unico quello a Salina che porta la firma del Direttore Artistico, M° Giuseppe Urso, e che accarezza ed unisce in perfetta armonia la musica all’Isola, al mare ed al suono del silenzio della natura immersa in un’oasi di pace e tranquillità, un luogo fucina di eventi cultuali quale è Palazzo Marchetti sede del Festival. Grande attesa dunque per il festival divenuto oramai internazionale, in scena da venerdì 20 sino a domenica 22 settembre, per una tre giorni piena di note in jazz nella splendida isola di Salina. Il Festival, che nasce dalla collaborazione oramai più che ventennale tra Clara Rametta, sindaco di Malfa e fondatrice dell’Associazione Didime 90 ed il M° Giuseppe Urso, animerà l’isola dipingendola con il sound di gruppi diversi, con doppio set alle ore 19.30 e 21.30, quest’anno ha invitato anche giovani musicisti per dare spazio ai talenti del territorio e con la speciale partecipazione dell’artista Alfredo Paixão, vincitore di numerosi Grammy Awards e le sue collaborazioni lo hanno visto al fianco di Julio Iglesias, Ricky Martin, Liza Minelli, Henry Salvador, Justo Almario, Alex Acuna (Caldera), Joe Heredia, Eddie del Barrio Alejandro Sanz, Laura Pausini, Pino Daniele (12 album registrati con lui), Fiorella Mannoia. che si esibirà in trio il 22 settembre alle ore 21.30 a Palazzo Marchetti.

Quest’anno il festival si arricchisce di nuove proposte e iniziative, con un cartellone che spazia dal jazz tradizionale ai suoni più contemporanei e sperimentali.

Il festival si aprirà con un omaggio a Chick Corea, icona del jazz mondiale, in una serata speciale dedicata ai suoi capolavori con il concerto “My Spanish Heart 4et feat” che vede protagonisti Salvatore Bonafede, Fabio Lannino, Laura Sfilio, Giuseppe Urso. Ad aprire il concerto con un Opening Act di due giovani talenti studenti del Conservatorio Alessandro Scarlatti di Palermo, Francesco Foresta Jr e Tommaso Lannino, a cui il Direttore Artistico del FestivalM° Urso, ha voluto dare uno spazio apposito per sottolineare l’importanza per la Rassegna Jazz delle giovani leve, quale importante volano per una proiezione al futuro della nostra cultura musicale. Durante le tre giornate, si alterneranno sul palco artisti di fama internazionale e talenti emergenti della scena jazzistica italiana. Uno spazio dedicato anche alle donne del jazz con un altro progetto speciale Vocal Summit ideato da Giorgia Meli, Giulia Lorvich e Simona Trentacoste.

Ricco il programma dell’ottava edizione del SJF che vede sul palco di Palazzo Marchetti anche le note della Bossa Nova con un altro progetto speciale interpretato magistralmente da Alessandro Panicola. Ed ancora il concerto Seven Trio con Roberto Macri e Antonio Alaimo, per continuare con lo spettacolo di due grandi musicisti della musica jazz, Sergio Munafo 4et feat. Claudio Giambruno e Angelo Cultetri con My Favourite songs. La Kermesse si chiude con il concerto dell’artista internazionale Alfredo Paixao accompagnato da Salvatore Bonafede al piano e Giuseppe Urso alla batteria che chiamaerà sul palco tutti i friends presenti per una grande festa in musica, perchè il jazz è improvvisazione, è vita, è faro di unione e condivisione.

Un’esperienza unica tra natura e musica, tutto questo è il Salina Jazz Festival che si propone come un’esperienza totalizzante, che unisce la passione per la musica all’amore per il territorio, in uno scenario naturale mozzafiato tra mare cristallino e tramonti indimenticabili. Il Salina Jazz Festival, perciò, propone anche dei concerti alle albealle ore 6.00, con dei momenti in musica immersivi nella meravigliosa Isola con tutti i suoi odori, colori e bellezze naturali incantevoli per vivere un’esperienza indimenticabile, dove la musica incontra il mare, la natura e la passione.

Sicilia, accoglienza turistica : 1 milione e 600 mila euro ai Comuni virtuosi

La Regione Siciliana premia i Comuni virtuosi con trasferimenti per circa 1 milione e 600 mila euro. L’assessore delle Autonomie locali Andrea Messina e l’assessore dell’Economia Alessandro Dagnino hanno firmato il decreto che riconosce premialità agli enti locali che si sono maggiormente spesi nell’attivazione e nel potenziamento di interventi e servizi di accoglienza turistica.
«Un riconoscimento in denaro rappresenta un segno tangibile dell’attenzione che il governo regionale presta alle buone pratiche adottate dai Comuni – dice l’assessore Andrea Messina –. L’obiettivo che ci siamo posti, attraverso il trasferimento di risorse relative al bilancio 2024 di parte corrente, è quello di premiare le amministrazioni virtuose e stimolare anche altri comuni ad attivare iniziative capaci di salvaguardare l’ambiente costiero, migliorare la qualità del territorio e dei servizi e promuovere il turismo costiero e la qualità della vita nei nostri centri storici, sempre più riconosciuti a livello internazionale come modello di stile di vita».
In particolare ai comuni che hanno ricevuto il riconoscimento internazionale di Bandiera Blu da parte della Fondazione per l’educazione ambientale (Fea) andranno complessivi 200 mila euro, 100 mila euro sono destinati ai comuni contrassegnati dalla Bandiera Verde, a seguito di una valutazione dei pediatri italiani, e 50 mila euro a quelli a cui è stata assegnata la Bandiera Lilla da parte dell’omonima cooperativa che dal 2012 individua i comuni che prestano particolare attenzione alle persone con disabilità.
Agli enti che hanno ottenuto il riconoscimento di “plastic free” da parte dell’omonima onlus nazionale sono andati complessivi 100 mila euro. Mentre 800 mila euro sono stati destinati a quelli che hanno ricevuto negli anni il riconoscimento di “Borgo più bello d’Italia” per l’attivazione o il potenziamento di interventi e servizi di accoglienza e promozione turistica e culturale. Ottanta mila euro ciascuno, infine, sono stati riconosciuti ai comuni di Ganci, Montalbano Elicona, Sambuca di Sicilia e Petralia Soprana che hanno ricevuto negli anni il riconoscimento di “Borgo dei Borghi”.
L’elenco dettagliato è consultabile al seguente link https://www.regione.sicilia.it/istituzioni/servizi-informativi/decreti-e-direttive/n-370serv-4-18092024

Buon Compleanno a...

... Gaetano La Versa, Simone Lo Schiavo, Mirko Greco, Maria Grazia Giardina, Sabrina Beninati, Fabio Cacace, Giuseppe Guarino, Carmelo Maria Maieli

Il #pensiero di Don Bernardino Giordano: Qual è la tua vocazione

Oggi, 19 settembre: San Gennaro


S. Gennaro nacque a Napoli nella seconda metà del secolo III. Di famiglia nobile e molto cristiano, predilesse fin dalla sua giovinezza la vita ecclesiastica. A trent'anni era sacerdote e vescovo di Benevento, quando scoppiò la persecuzione di Diocleziano. Grande era la sua amicizia col diacono Sosio, che consultava sovente circa gli affari della diocesi, trovando in lui molto sapere e conforto spirituale. 
Un giorno, mentre Sosio leggeva il Vangelo nella chiesa, il Vescovo vide scintillare sopra il suo capo una fiamma che conobbe essere preannunzio del martirio. Pieno di giubilo per tanta grazia, baciò il capo di colui che doveva patire per amore di Gesù Cristo e ne rese grazie al Signore, rimanendo in attesa che si compisse la volontà di Dio. Difatti. poco dopo, per ordine del giudice Draconzio, il santo diacono fu chiuso in prigione. Ciò saputo Gennaro andò a visitarlo, ed entrato nel carcere: « Perché, esclamò, quest'uomo di Dio è tenuto prigioniero senza alcun motivo? ». Riferite queste parole a Timoteo, prefetto della Campania, questi fece arrestare anche Gennaro. 
Il nostro Santo, gettato in una fornace ardente, ne uscì illeso. Pertanto il prefetto preso da sdegno, ordinò di stirare il corpo del Martire, fino a rompergli le articolazioni. Frattanto un altro diacono, Sisto, ed il lettore Desiderio, presi e incantenati furono trascinati, insieme col Vescovo, davanti al carro del prefetto, fino a Pozzuoli e gettati nella medesima prigione ove erano detenuti Sosio e Proculo ed i cristiani Eutiche e Ponzio già condannati alle belve. 
Il giorno dopo furono tutti esposti alle fiere nell'anfiteatro; ma queste, dimentiche della loro naturale ferocia, si accovacciarono ai piedi di Gennaro. Intanto il prefetto, attribuendo ciò a incantesimi, pronunciò contro i martiri di Cristo la sentenza capitale, e divenuto cieco sull'istante, non ricuperò la vista che per le preghiere del Santo. A questo miracolo quasi cinquemila uomini abbracciarono la fede di Cristo. Tuttavia l'ingrato giudice non convertito dal beneficio, anzi sdegnato per la moltitudine delle conversioni e fanatico osservatore dei decreti imperiali, ordinò che il santo Vescovo coi compagni fossero uccisi di spada il 19 settembre. 
I Napoletani, dietro avviso celeste, accorsero a raccogliere in ampolle parte del sangue del martire San Gennaro e trasportarono il corpo prima a Benevento, poi a Montevergine e infine nella cattedrale di Napoli, ove fu eletto a patrono principale della città. Napoli attribuì alla sua protezione la grazia di essere stata liberata da molteplici e violenti eruzioni del Nella cappella del Tesoro della cattedrale si conserva il capo e due ampolle di sangue del santo Vescovo: quivi da sedici secoli si ripete il miracolo detto di S. Gennaro. Tale portento venne studiato da dotti di ogni secolo e d'ogni fede e tutti furono d'accordo nell'attribuirlo ad un intervento soprannaturale. Infatti, allorché nella ricorrenza del suo martirio e della sua consacrazione episcopale si pone il capo del Santo martire, racchiuso in una preziosa custodia, alla presenza del suo sangue raggrumato e contenuto in due ampolle di cristallo, senza l'intervento di alcun agente esterno, la massa del sangue del martire passa dallo stato solido allo stato liquido e lo si vede bollire. 

PRATICA: Facciamo oggi un piccolo sacrificio per la nostra fede. 

PREGHIERA. O Dio, che ci rallegri coll'annua solennità dei tuoi santi martiri Gennaro e compagni, concedi che come siamo rallegrati dai loro meriti, così siamo infiammati dai loro esempi. Vesuvio, e dalle armi di molti nemici che avevano giurato la sua rovina.