LIPARI, Settembre 20 ANSA - Il delicato ecosistema del mare eoliano è messo a rischio, in questo periodo, da centinaia e centinaia di FADs (Fisching aggregating devices), detti "cannizzi" nel dialetto locale.
I FADs, che costituiscono pericolo anche per la navigazione, sono attrezzi da pesca ancorati sul fondale e tenuti a galla da plastica e bidoni ai quali è attaccata una foglia di palma che, generando una zona d'ombra, attrae la lampuga ma anche diverse specie ittiche allo stadio giovanile. Si usano in associazione con il cianciolo, una rete a circuizione che cattura in modo non selettivo tutto quello che c'è sotto i FADs.
A lanciare l'allarme è l'associazione Filicudi Wildlife Conservation che chiede venga fermata questa pratica illegale di pesca, praticata nell'arcipelago, in larga prevalenza da pescatori che giungono dalla costa siculo - calabra.
"I materiali plastici, di cui sono composti i FADs - afferma l'associazione, che a Filicudi gestisce anche un "ospedale" per le tartarughe marine - si degradano lentamente nell'ambiente, trasformandosi in microplastiche che entrano nella catena alimentare con conseguenze non ancora conosciute. Inoltre i FADs abbandonati o persi dai pescatori diventano trappole mortali per tartarughe, uccelli marini e altri animali che restano impigliati.
Per l'occasione Filicudi Wildlife Conservation rilancia la petizione (sino ad ora sono state raccolte 7.000 firme) per l'istituzione dell'Area marina protetta delle Eolie (Ansa)
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