Il turista ha i suoi diritti ma quei padri di famiglia hanno il diritto preminente del lavoro e del cibo. Grazie
Francesco Coscione
L’Istituto conduce da alcuni decenni una complessa funzione di studio e sorveglianza, che attraverso una fitta rete di monitoraggio, tra le più complesse in Italia, tiene costantemente in tempo reale il “polso” della situazione. E, d’altro canto, un intero padiglione del celebre Museo Archeologico delle Isole Eolie, nel cuore di Lipari, approfondisce il rapporto tra uomo e territorio sin dall'antichità descrivendo l'utilizzo dei prodotti vulcanici (ossidiana, pomice, zolfo, allume, acqua sulfurea) ed approfondendo la storia dei vulcani ed i caratteri geomorfologici delle Isole.
Un vulcano non è una macchina perfetta, riporta variazioni costanti dei valori di composizione, temperatura e quantità nelle sue emissioni, ci sono tuttora e ci sono sempre state nei 120.000 anni dalla nascita dell’Isola.
Comitato Spontaneo di Vulcano
Il miele e l’amarezza , l’ultimo romanzo di Tahar Ben Jelloun pubblicato da La nave di Teseo nel 2022, sarà presentato a Lipari, nella Chiesa di Santa Caterina al Castello, sabato 25 giugno p.v. alle ore 19,00 nell’ambito dell’iniziativa “Tra realtà e creazione, immaginando isole”, prodotta da Il Cigno GG Edizioni in collaborazione con il Parco Archeologico delle Isole Eolie.
E’ un libro scabro, asciutto, irregolare, raccontato a più voci dai
componenti di una famiglia che un evento drammatico ha disgregato : un padre –
Mourad _ piegato dal dolore e dal peso della vergogna; una madre – Malika –
chiusa nel rancore e nella frustrazione che appesantisce il suo corpo e la sua
anima; i figli – Adam e Moncef – che hanno scelto il distacco come antidoto
alla sofferenza – ed una figlia – Samia – la cui voce arriva fuori campo
attraverso le pagine di un diario dimenticato. L’amarezza segna la vita di
questa famiglia, e se il miele c’è stato – un tempo – non ha lasciato alcuna
traccia. In questo contesto familiare e sociale chiuso ed opprimente sembra
aprirsi uno spiraglio di luce: l’arrivo di un giovane immigrato clandestino la cui voce si unisce alla polifonia del
romanzo. Viad, il cui nome significa “Non c’è Vita senza Amore e Dignità”,
fuggito dalla Mauritania e dal razzismo perpetrato dai mori contro i neri, porterà
una ventata di poesia nelle vite distrutte dal dolore di Mourad e di Malika e
li aiuterà a sciogliere in qualche modo quel grumo di rabbia e di rancore che
li ha stretti in una morsa mortale.
Il romanzo – come d’altra parte tutte le opere di Tahar Ben Jelloun - mette
in campo una serie di questioni : gli abusi sessuali e la pedofilia,
l’immigrazione clandestina, la corruzione, il razzismo tra africani ed ancora il
rapporto di coppia e le relazioni tossiche.
Sembra che i protagonisti del romanzo aderiscano
perfettamente al postulato tolstojano “Tutte le famiglie felici si assomigliano
fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo” : il tema delle
relazioni opache, controverse, laceranti è uno dei più frequentati da Ben
Jelloun, insieme a quello dell’identità e dell’integrazione.
Tra le sue opere più importanti ricordiamo
La nuit sacrèe (Notte fatale) con cui
ha vinto il prestigioso Premio Goncourt nel 1987, L'enfant de sable (1985; trad. it. Creatura di Sabbia, 1987) , L'Auberge des pauvres
ambientato a Napoli (1999; trad. it. L’Albergo dei poveri, 1999)
Con Egi Volterrani, suo traduttore
italiano, ha pubblicato la raccolta di racconti ambientati nel Sud
d'Italia Dove lo Stato non c'è (1991).
Le sue poesie sono raccolte in Poésie complète, 1966-1995 (trad. it. Stelle velate: poesie 1966-1995).
Tahar Ben Jelloun è lo scrittore in lingua
francese più tradotto nel mondo : il suo saggio Le racisme expliqué à ma fille ( trad. it. Il razzismo
spiegato a mia figlia, 1998) è stato tradotto in 25 paesi ed ha rappresentato uno strumento didattico e
divulgativo essenziale per genitori ed educatori.
Tilde Pajno
Dott. Riccardo Gullo Lipari,
21 giugno 2022
la presente per chiederLe udienza al fine di discutere in merito ad alcuni argomenti e in merito a delle particolari criticità già sollevate alla precedente Amministrazione, sulle quali tuttavia non è stato fornito alcun riscontro e discutere insieme il nostro programma per il triennio 2022-2024.
Ed infatti la Nostra Associazione ha comunicato a codesto Ente, tramite posta certificata:
- in data 24.06.2021 è stata inviata comunicazione avente ad oggetto la costituzione del Presidio Isole Eolie di Italia Nostra e nomina del Responsabile coordinatore;
- in data 29.06.2021 è stata avanzata richiesta di chiarimenti in merito alla gestione della discarica di Malopasso e richiesta di chiarimento in merito alle azioni correttive avviate a seguito di sequestro da parte delle Autorità;
- in data 17.07.2021 è stata formulata richiesta di chiarimenti in merito alle azioni promosse dalla Presidenza della Regione Siciliana in merito alle cave di pomice, al progetto di costituzione di un parco geominerario, alla costituzione di vincolo antropologico ed ai criteri di definizione delle aree soggette a vincolo;
- In data 25.01.2022 è stata trasmessa comunicazione di costituzione della Sezione Isole Eolie di Italia Nostra nonché nomina del Consiglio direttivo ed è stata fornita indicazione delle linee guida del programma da attuare nel triennio 2022-2024;
- in data 08.02.2022 è stato richiesto un chiarimento in merito allo sversamento in mare di materiale di scavo in località spiaggia delle Zimmari, dopo segnalazione e sequestro dell’area;
- in data 14.02.2022 è stata avanzata richiesta di chiarimenti in merito alla gestione del cantiere di Canneto relativo alla realizzazione del muraglione, riqualificazione del lungo mare e rispetto delle norme nell’esecuzione dei lavori;
- in data 12.03.2022 è stato richiesto di partecipare alla seduta del progetto Isole Verdi e sono stati richiesti dettagli sulla progettualità e sul finanziamento (in merito a questo ultimo punto ottenuto solo un elenco dei lavori in forma tabellare).
Inoltre, in queste ultime settimane abbiamo assistito al manifestarsi di emergenze ambientali come l’incendio verificatosi a Stromboli (da noi tempestivamente ripreso), la tutela di luoghi come, il pantano dell’Istmo di Vulcano, i fanghi termali di Vulcano, le Terme di S. Calogero, che devono essere obbligatoriamente oggetto di confronto.
Infine, si rende necessario affrontare il tema della “raccolta differenziata” – isole ecologiche, raccolta di materiali ingombranti (tempi di ritiro molto lunghi), disparità di trattamento della raccolta nelle diverse località e/o isole, luogo di stoccaggio dei rifiuti in attesa di trasferimento a mezzo nave e rispetto del metodo di differenziamento del rifiuto al momento della raccolta.
Fatte queste doverose premesse, Le chiediamo di convocarci al fine di stabilire un contatto diretto con la Ns. Associazione che, a seguito della Sua nomina, ha già manifestato la massima disponibilità al confronto, altresì esteso ad altre associazioni presenti nel territorio eoliano.
Distinti saluti
Il Presidente della Sezione Isole Eolie
Dr. Angelo Sidoti
Tra memorie lontane e recenti, con “Immaginando isole” è in scena un flusso di segni sovrapposti e fluidi
A Lipari, fra le candide navate dell’ex Chiesa di Santa Caterina nel complesso monumentale del Castello, fino al 4 novembre 2022 è in scena la “scrittura di luce” di due maghi dell’obiettivo. Sono Carlo Gavazzeni Ricordi e Claudio Koporossy con “Tra realtà e creazione, immaginando Isole”, mostra a cura dello scrittore e poeta marocchino Tahar Ben Jelloun e di Paola Di Giammaria, storica dell’arte e responsabile della fototeca dei Musei Vaticani.
Da un’idea di Lorenzo Zichichi, la mostra è prodotta da Il Cigno GG Edizioni in collaborazione con il Parco Archeologico delle Isole Eolie diretto da Rosario Vilardo. Visitabile già dal mese di maggio, viene presentata al pubblico sabato 25 giugno, ore 19, alla presenza di autori e curatori. Nel corso della serata, poi, introdotto da Tilde Pajno, lo scrittore Tahar Ben Jelloun parlerà del suo ultimo libro “Il miele e l’amarezza” (Ed. La nave di Teseo).
Celebrati, di recente, in due mostre personali al Mart di Trento (Palazzo delle Albere), i due autori espongono a Lipari trenta opere, alcune in grande formato, che intrecciano memorie lontane e recenti in un flusso di segni sovrapposti e fluidi: per Gavazzeni Ricordi palinsesti di luce, come folgoranti sintesi del tempo che scorre; mentre Koporossy si misura con la sua “magnifica ossessione”: fermare e dare forma all’acqua, cristallizzando dentro uno scatto quella natura ineffabile e irripetibile dove riflessi e colori non sono mai gli stessi.
Per l’occasione sarà presentato il catalogo dedicato alle mostre di Trento e Rovereto. A introdurre il progetto espositivo è Paola Di Giammaria che spiega: “Il primo ha scelto di rappresentare il passato, la storia, l’antichità, il mito folgorante di Roma, amata città, attraverso le suggestioni del teatro e della musica. Ha scelto la via della leggenda e dell’allegoria, sovrapponendo statue, frammenti di una tradizione mai sopita, in contesti ancora esistenti, come le sale di musei d’arte antica, la Villa Giulia ad esempio, o paesaggi diversi, vigne, spiagge, cieli con alberi appena intravisti. Con Koporossy entriamo in una dimensione più quotidiana, in quella prima direzione della verosimiglianza e del possibile, verso la quale si orientavano alcuni autori della Staged Photography. Ma non per questo meno immaginifica. Come dei quadri astratti le fotografie di Koporossy raccontano una fase ulteriore della ricerca da lui condotta sulla sua magnifica ossessione: l’acqua. Simbolo di vita per eccellenza. Ancestrale, spirituale, fluida, trasparente, fredda o calda, ghiacciata, trasmutata in fumo, vapore, senza la quale il mondo non potrebbe vivere.
I due fotografi si muovono dunque sul terreno liquido che intercorre tra sogno, mito, invenzione e realtà, tra possibile e impossibile. Oltre un secolo e mezzo dalla nascita della fotografia si continua a riflettere approfonditamente sullo statuto di verità dell’immagine fotografica. Se la fotografia è il medium della certezza, è ormai anche un terreno di esplorazione e un generatore di domande, a volte di dubbi”.
Nel catalogo trova spazio un saggio di Tahar Ben Jelloun che, nel citare la poetica di Gavazzeni Ricordi, scrive: “(…) sembra andare a spasso in una realtà che ha una melodia impacciata. Si attacca a quello che è stato leso, dal vento, dal sole, dalla pioggia. Da qui tende a vivere la parte più segreta dell’infinito. Ciò che i passanti non vedono. Gavazzeni ci dice: “fermati a guardare ciò che non hai visto”.
Sulle ragioni della mostra interviene Lorenzo Zichichi: “Lipari – spiega – è un’eccellenza dell’Arcipelago Eoliano: racchiude bellezze naturali, una cittadina con un’architettura elegante, l’acropoli col castello, la cattedrale, il museo, il teatro (voluto dal celeberrimo archeologo) resi da Bernabò Brea un luogo unico al mondo. Qui Tahar Ben Jelloun ha trasformato nel 2014 una delle stanze dell’ex carcere in un’opera di poesia e di arte, e così hanno fatto nelle altre ex celle Pizzi Cannella, Paladino, Botta e i grandi artisti che fino a tutto il 2015 hanno lavorato sull’acropoli di Lipari. Quindi questo luogo di antichità e arte contemporanea è diventato uno spazio che attrae la fantasia degli artisti, e due fotografi come Gavazzeni Ricordi e Koporossy sono fra questi, che portati per mano da Paola Di Giammaria e Tahar Ben Jelloun (tornato qui nella veste di curatore) hanno appunto immaginato la loro mostra insieme sull’isola che accoglie le loro isole creative”.
“Immaginando isole” è visitabile dal lunedì al sabato dalle 9 alle 18.30. Domenica e festivi dalle 9 alle 13. Biglietti: intero 10 euro; ridotto 5 (include la visita al Museo Archeologico “Luigi Bernabò Brea” e alla mostra, allestita nella ex chiesa di Santa Caterina e nel Padiglione Preistoria del museo).
BIO
Carlo Gavazzeni Ricordi è nato a Milano nel 1965 dove vive e lavora. Appartiene a una illustre stirpe di musicisti ed editori musicali. La sua incommensurabile cultura musicale lo ha portato a trascrivere nella fotografia la melodia visiva della nostalgia con una tecnica che unisce le più moderne tecnologie fotografiche alla manualità delle sovrapposizioni. Per un decennio è stato l’artista di punta della Galleria Moncada, ha esposto in prestigiosi musei quali l’Ermitage di San Pietroburgo, il MAC (Museo di Arte Contemporanea) di Santiago del Cile, Castello Ursino a Catania, Palazzo Te a Mantova e in rassegne internazionali quali la Biennale di Venezia.
Claudio Koporossy è noto come “fotografo dell’acqua”. Da quasi un decennio infatti ha deciso di rivolgere il proprio obiettivo all’acqua nelle sue più svariate forme e sfaccettature, in particolare ha scelto di interpretare gli zampilli che sgorgano vivacemente dalle fontane, l’acqua che scivola veloce da un dislivello all’altro o si accomoda su una foglia o ancora trasfigura un fondo. Ciò che emerge è un soggetto impermanente, statuario, mai uguale a sé stesso. Nelle fotografie di Koporossy l’acqua appare come una sinfonia musicale che allieta e nobilita il paesaggio.
Parco Archeologico delle Isole Eolie
Il Parco Archeologico delle Isole Eolie è un Istituto della Regione Siciliana che opera in tutto l’Arcipelago, attivo nella ricerca e nella valorizzazione soprattutto nel campo del patrimonio archeologico ma anche della promozione culturale del territorio. Nella sua sede principale sul Castello di Lipari, assieme alla vastissima collezione archeologica che spazia dalla preistoria al medioevo, fanno parte del Museo “Luigi Bernabò Brea” anche un percorso sulla vulcanologia eoliana ed una importante sezione di Arte contemporanea. Completano il Parco anche la sezione staccata di Filicudi, con una collezione archeologica ed una etnoantropologica, i villaggi preistorici di Capo Graziano e Filo Braccio, sempre a Filicudi, e quello di Punta Milazzese, a Panarea. E’ molto attivo nella ricerca archeologica attraverso la produzione scientifica e la collaborazione con istituzioni nazionali e internazionali, oltre che nella produzione di attività ed eventi che spaziano anche in altri ambiti culturali, dal cinema al teatro, dalla letteratura alle arti figurative. Di recente il Parco delle Eolie si è dotato di un logo istituzionale ispirato ai motivi riportati su una tazza recuperata nel 2009 durante una campagna di scavi a Filicudi. Il reperto, ascrivibile all’Età del Bronzo antico e alla cultura di Capo Graziano I (2200-1700 a.C.), riporta la scena di un mito o di un evento con motivi che ricordano il mare, imbarcazioni e una figura umana.
Trasferta nella piccola Ginostra per il sindaco di Lipari, Riccardo Gullo che ha presenziato alla consegna dei lavori, ed al contestuale sopralluogo, per il consolidamento del costone roccioso e scogliere, fronte mare, oggetto di numerose frane che, oltre a poter causare rischi a residenti e turisti, corre il rischio di bloccare l’accesso al porto, l’unica via di fuga del borgo.
I lavori, finanziati dal Dipartimento della Protezione civile, nel contesto dell’emergenza Stromboli 2019, sono stati consegnati alla ditta Vi.d.r. di Catenanuova (Enna) che si è aggiudicata la gara indetta dal Genio Civile di Messina.
La prima seduta del nuovo consiglio comunale |