Il miele e l’amarezza , l’ultimo romanzo di Tahar Ben Jelloun pubblicato da La nave di Teseo nel 2022, sarà presentato a Lipari, nella Chiesa di Santa Caterina al Castello, sabato 25 giugno p.v. alle ore 19,00 nell’ambito dell’iniziativa “Tra realtà e creazione, immaginando isole”, prodotta da Il Cigno GG Edizioni in collaborazione con il Parco Archeologico delle Isole Eolie.
E’ un libro scabro, asciutto, irregolare, raccontato a più voci dai
componenti di una famiglia che un evento drammatico ha disgregato : un padre –
Mourad _ piegato dal dolore e dal peso della vergogna; una madre – Malika –
chiusa nel rancore e nella frustrazione che appesantisce il suo corpo e la sua
anima; i figli – Adam e Moncef – che hanno scelto il distacco come antidoto
alla sofferenza – ed una figlia – Samia – la cui voce arriva fuori campo
attraverso le pagine di un diario dimenticato. L’amarezza segna la vita di
questa famiglia, e se il miele c’è stato – un tempo – non ha lasciato alcuna
traccia. In questo contesto familiare e sociale chiuso ed opprimente sembra
aprirsi uno spiraglio di luce: l’arrivo di un giovane immigrato clandestino la cui voce si unisce alla polifonia del
romanzo. Viad, il cui nome significa “Non c’è Vita senza Amore e Dignità”,
fuggito dalla Mauritania e dal razzismo perpetrato dai mori contro i neri, porterà
una ventata di poesia nelle vite distrutte dal dolore di Mourad e di Malika e
li aiuterà a sciogliere in qualche modo quel grumo di rabbia e di rancore che
li ha stretti in una morsa mortale.
Il romanzo – come d’altra parte tutte le opere di Tahar Ben Jelloun - mette
in campo una serie di questioni : gli abusi sessuali e la pedofilia,
l’immigrazione clandestina, la corruzione, il razzismo tra africani ed ancora il
rapporto di coppia e le relazioni tossiche.
Sembra che i protagonisti del romanzo aderiscano
perfettamente al postulato tolstojano “Tutte le famiglie felici si assomigliano
fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo” : il tema delle
relazioni opache, controverse, laceranti è uno dei più frequentati da Ben
Jelloun, insieme a quello dell’identità e dell’integrazione.
Tra le sue opere più importanti ricordiamo
La nuit sacrèe (Notte fatale) con cui
ha vinto il prestigioso Premio Goncourt nel 1987, L'enfant de sable (1985; trad. it. Creatura di Sabbia, 1987) , L'Auberge des pauvres
ambientato a Napoli (1999; trad. it. L’Albergo dei poveri, 1999)
Con Egi Volterrani, suo traduttore
italiano, ha pubblicato la raccolta di racconti ambientati nel Sud
d'Italia Dove lo Stato non c'è (1991).
Le sue poesie sono raccolte in Poésie complète, 1966-1995 (trad. it. Stelle velate: poesie 1966-1995).
Tahar Ben Jelloun è lo scrittore in lingua
francese più tradotto nel mondo : il suo saggio Le racisme expliqué à ma fille ( trad. it. Il razzismo
spiegato a mia figlia, 1998) è stato tradotto in 25 paesi ed ha rappresentato uno strumento didattico e
divulgativo essenziale per genitori ed educatori.
Tilde Pajno
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.