SALVATORE SARPI
LIPARI
Questa volta i piromani che stanno mettendo a “ferro
e fuoco” Lipari l’hanno fatta davvero grossa.
Una casa di campagna di circa 60
metri quadrati, di proprietà della famiglia di Luciano Ziino. letteralmente
carbonizzata è il riscontro più evidente al poderoso incendio, sulla cui natura
dolosa ci sono pochi dubbi, sviluppatosi
ieri mattino nell’isola e che ha interessato la frazione di Lami.
Un rogo, questo della casa, sviluppatosi, dopo qualche ora che le squadre a terra e i
canadair avevano completato le operazioni. Probabilmente - questa sembra essere
l’ipotesi più accreditata - qualche tizzone, sotto la spinta dell’aria smossa
dai Canadair, è penetrato all’interno della casa e, dopo aver covato, trovando
“terreno fertile” in ciò che si trovava all’interno, ha generato l’incendio.
Nulla hanno potuto fare i pompieri, ritornati sul posto dopo che è scattato
l’allarme. Tra l’altro la stradina alquanto stretta ed impervia non ha
consentito l’accesso all’autobotte e i vigili del fuoco hanno dovuto agire a
forza di braccia e secchi d’acqua.
Ma il
bilancio poteva essere ancora più pesante considerando che le fiamme,
sviluppatesi alle pendici del Monte Pelato, hanno, a più riprese, lambito altre
abitazioni, generando apprensione e paura tra gli occupanti.
C’è voluto tutto
l’impegno dei vigili del fuoco, della squadra antincendio della forestale, degli stessi residenti, per evitare che le
fiamme potessero penetrare all’interno anche di queste case. In quei concitati
frangenti il caposquadra dei pompieri, Aurelio Coglitore e i suoi uomini, hanno
compiuto “mezzi miracoli” rimuovendo all’ultimo istante alcune bombole di gas,
copertoni ed altro materiale altamente infiammabile. Materiale che, se
investito dalle fiamme, trovandosi praticamente vicino alle abitazioni, avrebbe
generato una situazione altamente pericolosa.
Oltre alla casa della famiglia
Ziino vi è da evidenziare però che, nel rogo di Lami, sono andate distrutte alcune
strutture precarie a servizio di immobili e terreni. In fumo anche diversi
ettari di vegetazione spontanea e alcune colture agricole. Ingenti i danni.
Come
anticipato a supporto delle squadre a terra sono intervenuti i canadair dei
vigili del fuoco. I due velivoli hanno “bombardato” con un centinaio di lanci
di acqua salmastra il fronte del fuoco, agendo nelle zone più impervie e non
raggiungibili da terra.
Durante l’incendio un operaio della squadra antincendio
della Forestale è stato colto da malessere e si è reso necessario l’intervento
dell’ambulanza del 118. Non potendo il mezzo di soccorso raggiungere la zona
dove si trovava l’uomo si è reso necessario l’intervento, per il trasporto in
barella, da parte dei suoi colleghi e dei vigili del fuoco. Pompieri che, qualche minuto prima, avevano
rischiato grosso a loro volta. Un albero, alto una decina di metri, investito dall’acqua lanciata da uno dei
canadair, si è spezzato. Solo la prontezza di riflessi da parte dei vigili del
fuoco che si trovavano nei pressi ha evitato che gli finisse addosso.
A Lipari
si tratta del quinto incendio nel giro di soli tre giorni, sicuramente il più
vasto e pericoloso. Si ripete, purtroppo, un assurdo “rituale” che vede, ogni
anno, di questi tempi, i piromani dare fuoco a “macchia di leopardo” restando,
purtroppo, impuniti.