L’Udc di Gianpiero D’Alia spinge da tempo il Nuovo Centrodestra siciliano a fare il grande passo, entrando nella maggioranza di governo. Ed ora si trova dalla sua parte, in modo convinto, il segretario regionale del Pd,Fausto Raciti, che probabilmente vede nell’allargamento della maggioranza uno strumento di contenimento dell’attivismo “personale” di Rosario Crocetta. Raciti, insomma, non vuole fare dell’ingresso di Antonio Fiumefreddo in giunta di governo – l’uomo-chiave per il governatore – una questione personale, ma vede questa novità come il fumo negli occhi.
Negli ultimi giorni il vecchio obiettivo di D’Alia potrebbe realizzarsi, ma gli ostacoli non mancano. Più nel Ncd che nel Partito democratico e nello stesso Crocetta, cui non può dispiacere l’allargamento delle alleanze che rende più solido il suo governo e aumenta la possibilità che vada fino in porto, cioè la chiusura naturale della legislatura. A patto, naturalmente, che non venga ostacolato il suo tentativo, vecchio di quasi un anno e mezzo, di avere il suo “pupillo”, cioè Fiumefreddo, in giunta.
Francesco Cascio e Giuseppe Castiglione, i due coordinatori dell’Ncd, si confronteranno presto con Fausto Raciti. Non è semplice per Castiglione e Cascio gettare alle ortiche una opposizione dura a Crocetta ed una costante richiesta di mandare a casa il governatore, considerato un fattore negativo e non di stabilità. Cascio è stato addirittura sospettato di essere in uscita dall’Ncd e di aspirare al “rimpatrio” in Forza Italia a causa della ambiguità delle posizioni politiche del suo partito in Sicilia. Avrebbe voluto maggiore decisione, una chiara e costante opposizione.
Castiglione, invece, sembra più in sintonia con Angelino Alfano, anche su questo tema. Il ministro, in verità, non è affatto dell’avviso di “sbracare”, né di cercare un’alleanza con il Pd ad ogni costo. Mette paletti, sia a Palermo che a Roma, ma la sua visione non può che essere diversa, meno “isolana”, di Cascio e Castiglione, dovendo confrontarsi con un futuro incerto del suo partito e con tanti esponenti che, in dichiarazioni inequivocabili rese alla stampa, ipotizzano un patto di ferro con i dem alle prossime consultazioni politiche e, quindi, in qualunque misura, alle amministrative. In definitiva vuole mettere i seggi in cassaforte. E chi può assicurarglielo se non il Pd?
Renato Schifani in una recente intervista al Corriere della Sera, ha messo le mani avanti. Non vuole “morire” democratico ed è preoccupato per la strada intrapresa, anche a titolo personale, da influenti dirigenti Ncd. “La nostra alleanza con il Pd è tattica, non strategica, né politica”, ricorda Schifani, lasciando intendere che non seguirà l’Ncd “votato” alla causa dem costi quel che costi.
Anche in Sicilia fra partito e parlamentari regionali c’è uno spread, a favore di questi ultimi, in maggioranza favorevoli all’ingresso nel governo. L’eventuale patto siciliano, tuttavia, non sembra minare la strategia dell’Ncd, come paventato da Schifani.
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