Tra
i 33 Comuni che amministrano le piccole isole marittime italiane, Lipari è,
sicuramente, il più difficile perché ha il territorio più esteso (km 89,72)
diviso in 7 isole abitate (includo anche la frazione di Ginostra, che ricade
nell’isola di Stromboli, perché accessibile solo via mare).
Questa situazione complessa è
l’unica in Italia in quanto gli altri arcipelaghi, che fanno capo a un Comune,
sono costituiti da territori e numero di isole più ridotti.
Le maggiori complicazioni il Comune
le riscontra nell’organizzazione e gestione delle funzioni pubbliche perché le
deve garantire e rendere alla collettività (residenti e turisti) presente nelle
7 isole.
Per tali funzioni (servizi idrici,
ambientali, ecc) Lipari sostiene costi, spropositatamente, più alti di altri
enti locali che amministrano territori non insulari.
Fino all’inizio degli anni ottanta del
secolo scorso, le entrate del Comune di Lipari erano costituite,
prevalentemente se non esclusivamente, dai trasferimenti statali e regionali,
dalla tassa pomice e da una esigua applicazione di tributi locali.
Con
l’autonomia finanziaria, attribuita agli enti locali, i trasferimenti pubblici
sono stati sensibilmente ridotti e/o eliminati.
A
partire dal 2012 è stata istituita l’IMU in sostituzione dell’ICI. Pur essendo
un’imposta municipale propria, una consistente quota confluisce nelle casse
dello Stato (per evidenti esigenze di finanza pubblica).
Per
Lipari potrebbe essere votata una modifica legislativa lasciando l’intero
gettito IMU nelle casse del Comune, considerata la complicata realtà
territoriale che comporta oneri elevati per il normale esercizio delle proprie
funzioni.
Tale
deroga trova riscontro nel comma 5 dell’art. 119 della Costituzione che così
recita: “per promuovere lo sviluppo
economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri
economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della
persona o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro
funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ad effettua interventi speciali
in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni”.
Oltre
all’incameramento totale dell’IMU, per rimuovere i divari strutturali, gli
squilibri sociali e garantire l’effettivo esercizio dei diritti della persona,
l’amministrazione comunale di Lipari deve chiedere gli interventi finalizzati
agli obiettivi di cui al suindicato principio costituzionale.
Le
7 isole del Comune, pur essendo ricche di risorse naturali, storico –
culturali, ambientali ecc, rappresentano delle aree sottoutilizzate per le note
difficoltà finanziarie e per l’esigua dotazione organica (ulteriormente
falcidiata nei giorni scorsi dalla quota 100) in cui versa l’ente.
Le
risorse finanziate con contributi speciali dal bilancio dello Stato, con i
finanziamenti dell’Unione Europea e con i cofinanziamenti nazionali, secondo il
metodo della programmazione pluriennale, nonché la ricostituzione della pianta
organica, potrebbero meglio valorizzare il territorio del Comune e contribuire
a un maggiore sviluppo complessivo della Sicilia e dell’Italia.
Nel
caso in cui non si riesca a ottenere i suindicati benefici sarebbe opportuno
proporre, a norma dell’art. 133 della Costituzione, istanza alla Regione per
l’istituzione di nuovi Comuni nelle isole amministrate da Lipari.
Il
decentramento amministrativo, come è noto, mira a redistribuire autorità,
responsabilità, e risorse finanziarie per la programmazione e la gestione delle
funzioni pubbliche.
Le
diverse amministrazioni garantirebbero più attenzione, efficienza e qualità
nella cura degli interessi della collettività, come si verifica nelle seguenti isole
sedi di più comuni: Salina (3), Capri (2), Ischia (6), Elba (8).
Peppuccio
Subba