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venerdì 9 agosto 2019

Lipari deve chiedere l’attuazione del quinto comma dell’art. 119 della Costituzione (di Peppuccio Subba)


Tra i 33 Comuni che amministrano le piccole isole marittime italiane, Lipari è, sicuramente, il più difficile perché ha il territorio più esteso (km 89,72) diviso in 7 isole abitate (includo anche la frazione di Ginostra, che ricade nell’isola di Stromboli, perché accessibile solo via mare).
            Questa situazione complessa è l’unica in Italia in quanto gli altri arcipelaghi, che fanno capo a un Comune, sono costituiti da territori e numero di isole più ridotti.
            Le maggiori complicazioni il Comune le riscontra nell’organizzazione e gestione delle funzioni pubbliche perché le deve garantire e rendere alla collettività (residenti e turisti) presente nelle 7 isole.
            Per tali funzioni (servizi idrici, ambientali, ecc) Lipari sostiene costi, spropositatamente, più alti di altri enti locali che amministrano territori non insulari.
            Fino all’inizio degli anni ottanta del secolo scorso, le entrate del Comune di Lipari erano costituite, prevalentemente se non esclusivamente, dai trasferimenti statali e regionali, dalla tassa pomice e da una esigua applicazione di tributi locali.
Con l’autonomia finanziaria, attribuita agli enti locali, i trasferimenti pubblici sono stati sensibilmente ridotti e/o eliminati.
A partire dal 2012 è stata istituita l’IMU in sostituzione dell’ICI. Pur essendo un’imposta municipale propria, una consistente quota confluisce nelle casse dello Stato (per evidenti esigenze di finanza pubblica).
Per Lipari potrebbe essere votata una modifica legislativa lasciando l’intero gettito IMU nelle casse del Comune, considerata la complicata realtà territoriale che comporta oneri elevati per il normale esercizio delle proprie funzioni.
Tale deroga trova riscontro nel comma 5 dell’art. 119 della Costituzione che così recita: “per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ad effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni”.
Oltre all’incameramento totale dell’IMU, per rimuovere i divari strutturali, gli squilibri sociali e garantire l’effettivo esercizio dei diritti della persona, l’amministrazione comunale di Lipari deve chiedere gli interventi finalizzati agli obiettivi di cui al suindicato principio costituzionale.
Le 7 isole del Comune, pur essendo ricche di risorse naturali, storico – culturali, ambientali ecc, rappresentano delle aree sottoutilizzate per le note difficoltà finanziarie e per l’esigua dotazione organica (ulteriormente falcidiata nei giorni scorsi dalla quota 100) in cui versa l’ente.
Le risorse finanziate con contributi speciali dal bilancio dello Stato, con i finanziamenti dell’Unione Europea e con i cofinanziamenti nazionali, secondo il metodo della programmazione pluriennale, nonché la ricostituzione della pianta organica, potrebbero meglio valorizzare il territorio del Comune e contribuire a un maggiore sviluppo complessivo della Sicilia e dell’Italia.
Nel caso in cui non si riesca a ottenere i suindicati benefici sarebbe opportuno proporre, a norma dell’art. 133 della Costituzione, istanza alla Regione per l’istituzione di nuovi Comuni nelle isole amministrate da Lipari.
Il decentramento amministrativo, come è noto, mira a redistribuire autorità, responsabilità, e risorse finanziarie per la programmazione e la gestione delle funzioni pubbliche.
Le diverse amministrazioni garantirebbero più attenzione, efficienza e qualità nella cura degli interessi della collettività, come si verifica nelle seguenti isole sedi di più comuni: Salina (3), Capri (2), Ischia (6), Elba (8).
                                  
                                                                       Peppuccio Subba

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