(di Stefano Deliperi - Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) -
La Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Messina ha risposto (nota prot. n. 15833 del 3 ottobre 2024) all’istanza inoltrata (28 agosto 2024) dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) per l’avvio della procedura di dichiarazione di interesse culturale per la tutela dell’area estrattiva della Pietra Pomice e ha reso noto di aver in corso la valutazione della proposizione del vincolo culturale (artt. 10 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) sull’intera area estrattiva della Pietra Pomice.
Attualmente, in forza del decreto assessoriale n. 6975 dell'11 ottobre 1993, risulta vincolato l’antico edificio industriale, con i connessi obblighi di conservazione, ideale sede del Museo regionale della Pomice di Lipari individuato con la legge regionale Sicilia n. 17/1991, purtroppo tuttora inattuata.
Con l’istanza ecologista sono stati interessati il Presidente della Regione autonoma Siciliana, l’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana la Prefettura di Messina, il Corpo forestale della Regione Siciliana, la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Messina, il Comune di Lipari e, per gli aspetti di competenza, il Ministero della Cultura.
L’attività estrattiva della Pietra Pomice sull’Isola di Lipari, ov’è presente in forma purissima grazie alla natura vulcanica dei luoghi, ha avuto origine in tempi risalenti al Monte Pilato e venne formalizzata quantomeno dal 18 maggio 1276, quando il re Carlo d’Angiò autorizzò il Vescovo di Lipari (allora Signore delle Isole Eolie) a esportare la Pietra Pomice. Nel corso dei secoli si susseguirono varie forme autorizzative ed estrattive fino a quando l’estrazione e la lavorazione in loco vennero a cessare nel 2007.
Ne deriva, conseguentemente, un patrimonio culturale e identitario di straordinario valore per Lipari, tanto che, insieme all’intero Arcipelago delle Eolie, rientra nel patrimonio mondiale dell’umanità designato dall’U.N.E.S.C.O. dal 2000 con specifico piano di gestione (D.D.G .Regione Sicilia n. 120 dell’8 marzo 2013) che ne prevede la tutela con un parco geominerario.
L’intero Arcipelago rientra nella Z.P.S. “Arcipelago delle Eolie” (codice ITB030044) e vede i S.I.C. “Isola dei Porri” (codice ITA080005), “Isola di Salina - Monte Fossa delle Felci e dei Porri” (codice ITA030028), “Isola di Alicudi” (codice ITA030023), “Isola di Filicudi” (codice ITA030024), “Isola di Panarea e Scogli viciniori” (codice ITA030025), “Isole di Stromboli e Strombolicchio” (codice ITA030026), “Isola di Vulcano” (codice ITA030027), “Isola di Lipari” (codice ITA030030), ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali.
Inoltre sussistono le riserve naturali regionali orientate “Le montagne delle felci e dei porri (Salina)” (istituita con decreto assessoriale 14 marzo 1987, n. 87), “Isola di Stromboli e Strombolicchio” (istituita con decreto assessoriale 20 novembre 1997, n. 819), “Panarea e Scogli viciniori” (istituita con decreto assessoriale 25 luglio 1997, n. 483), “Isola di Alicudi” (istituita con decreto assessoriale 25 luglio 1997, n. 484), “Isola di Filicudi” (istituita con decreto assessoriale 25 luglio 1997, n. 485), ai sensi della legge regionale n. 98/1981.
La tutela con specifico vincolo culturale (artt. 10 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) consentirebbe un migliore e adeguato strumento di salvaguardia per un patrimonio storico-culturale e identitario a rischio di degrado, soprattutto ora che i beni della fallita società estrattiva Pumex s.p.a. (circa 2,5 milioni di metri quadrati, edifici, zone costiere) sono stati alienati in sede fallimentare alla società immobiliare MB Project, certamente non a fini filantropici.
Il fatto che, con sentenza T.A.R. Sicilia, CT, Sez. II, 1 agosto 2022, n. 2137, sia stato annullato il decreto Dirigente gen.le Ass.to Beni Culturali e Identità Siciliana della Regione Siciliana n. 3815 del 28 ottobre 2021 relativo alla dichiarazione d’interesse storico e demoantropologico della “area ex Cava di pomice – compresi i fabbricati e i capannoni con i macchinari e gli impianti ancora rilevabili all'interno degli stessi”, nonché l’avvenuta alienazione di macchinari e impianti (in tutto o in parte), non preclude in alcun modo la riproposizione del provvedimento di vincolo con compiuta motivazione degli argomenti tecnico-scientifici a base delle esigenze di tutela.
Il GrIG ha, pertanto, sollecitato un rapido e risolutivo intervento da parte delle Autorità pubbliche preposte per la difesa di un patrimonio storico identitario di valore inestimabile e ora si apre una positiva prospettiva grazie alla presa di posizione della Soprintendenza messinese.
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martedì 8 ottobre 2024
Lipari, la Soprintendenza messinese sta valutando il vincolo sull’area estrattiva della Pietra Pomice. Per la salvaguardia della storica area estrattiva sulle pendici del Monte Pilato nel Comune di Lipari.
𝐒uolo pubblico - 𝐒𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐝𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢 𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐞𝐬𝐢𝐠𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚̀. ((dal gruppo fb di Rinascita eoliana - Riccardo Gullo sindaco)
Riprendiamo e pubblichiamo: In pochi giorni hanno firmato in 628 i cittadini di Lipari preoccupati dalla proposta di modifica dei regolamenti comunali di concessione di suolo pubblico (COSAP) ed edilizio, avanzata dai consiglieri di minoranza.
Buon compleanno a...
Patrizia Indricchio, Scharon Natoli, Mauro Palamara, Martina De Vita, Nino Paino, AnnaMarisa Cafarella, Marco Favaloro, Sara Massarelli, Fiorella Alberti, Chiara Favorito
Oggi, 8 ottobre: Santa Pelagia
Un simile successo durato quindici secoli si spiega con i meriti letterari e spirituali di quella storia di un'anima che è la Penitenza di Pelagia Ispirato da un diverso fatto edificante, uno scrittore sconosciuto, ma alimentato dalla spiritualità del deserto, ha saputo mostrare l'onnipotenza della grazia e della penitenza in una riflessione morale tanto viva quanto un romanzo e tanto piena di significati quanto le massime degli antichi solitari: grazie al servo di Dio, Nonno, questo vescovo che prova per lei una specie di colpo di fulmine e al quale lei risponde con la stessa passione, la serva di Satana P sfugge per mezzo del battesimo all'influenza del suo primo maestro e cambia nome, condotta, luogo, abbigliamento e quasi sesso per meglio unirsi a Gesù Cristo.
Da Gerusalemme a Parigi
Il turista che visita ai giorni nostri il monte degli Olivi, se arriva a farsi aprire quella che le guide chiamano la "Grotta di P" (occorreva già molta diplomazia nel XV secolo), corre il rischio di rimanere deluso dalle sue due polverose sale, e gli occorrerà un certo sforzo per porsi nella disposi
zione d'animo dei pellegrini cristiani, ebrei e musulmani che nel corso dei secoli sono giunti fino a qui per adorare la tomba di Rabia elAdawiyah (una omonima della celebre mistica di Basra), quella della profetessa I lulda, evocata nei Libri dei Re, e infine la cella in cui Pelagia ha condotto un'austera vita da reclusa. I loro racconti pullulano di particolari pittoreschi, ad esempio per quanto riguarda i riti di penitenza; qui ricorderemo solamente che essi sono i primi ad attestare il culto e l'esistenza stessa di Pelagia (Antonino di Piacenza visita la sua cella già negli anni intorno al 560), e che essi associano strettamente la nostra santa alle vestigia evangeliche. Sola tra tutti gli asceti che hanno popolato la santa montagna, Pelagia è sopravvissuta ai secoli, all'ombra del suo Signore.
Quel medesimo viaggiatore, recandosi a Parigi nel quartiere di S. Vittore:, avrà ancora maggior difficoltà a immaginare la prigione di S. Pelagia, rasa al suolo nel 1898. Tutta la letteratura francese del XIX secolo parla di questa prigione che ha ospitato successivamente controrivoluzionari, debitori insolventi e oppositori del Secondo Impero. L'edificio era stato costruito nel XVII secolo, su istigazione di quella "madre della Chiesa" che fu Madame de Miramion. Questo purgatorio dei costumi, come si diceva, accoglieva sia fanciulle e donne che vi erano condotte a forza, in virtù di lettere reali munite di sigillo, sia libere pensionanti venute a chiedere asilo, chiamate "fànciulla di buona volontà". Gli uffici e le letture durante i pasti del giorno dovevano insegnar loro tutto sulla vita e i meriti della patrona, per contro troppo poco conosciuta dal gran pubblico se dobbiamo credere a questi versi zoppicanti con i quali il cittadino Lafisse, medico, alleviava i suoi ozi fiutati sotto il Terrore: "Voi chiedete perché questa casa/ Di tale santa ha ricevuto il nome;/ Ma su questo caso né leggenda o Vulgata/ Dicono niente. Si crede che la Beata,/ Secondo il senso del greco e del latino,/ Ebbe dei rapporti, seguì le stesse tracce/ con Cipri, che, un bel mattino,/ Dal seno del mare nacque con le Grazie".
Curiosamente, questa intuizione faceta di un uomo che doveva aver fatto buoni studi umanistici sarà più tardi ripresa dalla biologia tedesca, con grande abbondanza di erudizione. Ma prima di discutere l'origine di Pelagia, rileggiamo dopo tante altre cose la sua Leggenda, cioè, in senso proprio, il testo che veniva letto il giorno della sua Festa, l'8 ottobre.
Il vescovo e la peccatrice
La Penitenza di Pelagia, così come la possiamo ricostruire dai manoscritti greci e dalle traduzioni, è un racconto edificante ma assai ben condotto, una specie di resto teatrale (niente di sorprendente trattandosi di un'attrice) la cui azione si svolge dapprima ad Antiochia, terza città dell'Impero romano celebre per la sua ricchezza, i suoi divertimenti e i suoi studenti, per spostarsi in seguito nella città santa di Gerusalemme, sul monte degli Olivi.
Una strana relazione si stabilisce tra i due protagonisti, una donna di cattivi costumi e un asceta. Pelagia è un'attrice di mimo, giovane, ricca e bella, che sembra avere rutto ciò che si può desiderare: oro, gioielli, perle (da cui il suo nome d'arte: Margherita, cioè "la Perla"), schiavi, ancelle, amanti in gran numero. Nata da una famiglia cristiana, e dunque teoricamente catecumeni, non mette mai piede in chiesa. Il vescovo Nonno è una figura completamente diversa: dapprima monaco nell'ordine di Tabennesi, la comunità fondata da Pacomio, occupa ora il seggio di Eliopoli (Baalbek), una roccaforte del paganesimo che egli ha appena convertito alla religione di Cristo.
Lacrime e penitenze
Il racconto avviene per bocca d'un personaggio secondario, il diacono Giacomo, che parla in prima persona da testimone oculare. Questo spontaneo confidente, rivelatore inconsapevole del mistero, è introdotto allo scopo di conferire vivacità e autenticità alla storia.
Alcuni vescovi, riuniti ad Antiochia per un concilio, sono seduti davanti alla cappella dedicata al martire S. Giuliano; ascoltano Nonno predicare, quand'ecco passare Pelagia, superba, impudica, circondata dal corteo dei suoi "fans". Tutti, sconvolti, distolgono gli occhi, tranne Nonno che la segue con lo sguardo e scoppia in lacrime. Ha avuto un colpo di fulmine per Pelagia, sedotto non dalla sua bellezza carnale, ma dallo zelo che essa impiega nel servire Satana: zelo che umilia la lentezza con la quale egli progredisce nella via del Signore. Scosso nel profondo del suo essere, si ritira nella sua cella e trascorre una notte di mortificazione e di penitenza. Il Signore, che è il vero conduttore dell'azione, gli invia allora un sogno, una premonizione accurata di ciò che sta per accadere. Nonno si confida, enigmaticamente, col diacono Giacomo.
Quello stesso giorno, era domenica, la provvidenza fa sì che il vescovo di Antiochia scelga Nonno per commentare il Vangelo nella Grande Chiesa, e che Pelagia vi entri proprio in quel momento. A sua volta è come colpita dal fulmine, e "versa un torrente di lacrime che non c'era modo alcuno di raffrenare". I ia conclusione logica di questa conversione improvvisa e totale è il battesimo che Pelagia finalmente riceverà, ma dopo diverse prove. Avviene così che Nonno non voglia ammetterla al sacramento a meno che essa non presenti un garante (la disciplina della. Chiesa antica lo richiedeva nel caso di una prostituta). La frustrazione di Pelagia è tale che essa non esita a incolpare Nonno di tutto ciò che potrebbe accaderle se dovesse ricadere nel mondo del peccato. L'intervento del vescovo di Antiochia consente di dirimere la questione: una diaconessa, Donna Romana, sarà madre spirituale per l'attrice di un tempo die, grazie al battesimo, può ora ritrovare la propria innocenza e il suo vero nome.
La fuga dal mondo
Comincia allora un periodo di tre anni che conduce Pelagia dal servizio integrale di Satana a una devozione non meno totale a Dio. Prima tappa: una triplice offensiva del diavolo, manifestamente ispirata al racconto evangelico della Tentazione. Pelagia mette in fuga l'antico padrone e, distribuendo i suoi hun i ai poveri e affrancando gli schiavi, abbandona tutte le ricchezze e tutti i lussi che aveva potuto ottenere tramite il peccato. Al posto di vesti lussuose, indossa ora la tunica e il cilicio che Nonno le dona, e scompare nella notte, con grande disperazione di Donna Romana, che teme il peggio.
Stessa ingenua incomprensione da parte di Giacomo quando va in pellegrinaggio a Gerusalemme e, su consiglio di Nonno, si reca a visitare il santo eremita Pelagio, murato in una cella sul monte degli Olivi. Non riconosce in questo eremita emaciato colei che fu la perla di Antiochia, e occorrono la morte di P e la vestizione funebre perché la verità possa farsi strada: sudo il mondo è stupefatto, non si può nascondere questo esempio di virtù femminile, e un pietoso corteo di asceti di entrambi i sessi conduce P all'ultima dimora.
Questo breve racconto, redatto dapprima in greco, conosce una diffusione straordinaria testimoniata ancora oggi dalle centinaia di copie manoscritte in quasi tutte le lingue dell'Oriente cristiano e dell'Occidente medievale, delle quali la più antica, una raccolta di Vite di sante donne in Siria co, risale proprio all'inizio dell'VIII secolo. La Penitenza è stata tradotta in arabo, georgiano, armeno e anche in slavo; solo l'Egitto e l'Etiopia sembrano essere sfuggiti à suo fascino.
In Occidente ne sono state fatte, senza dubbio in Italia, due traduzioni latine letterali. Una non ha mai lasciato la città di Lucca, dove è stata copiata tre volte nel corso del XII secolo, ma l'altra ha goduto di un successo fuori dal comune. Anche quest'ultima ha finito con lo scomparire quasi completamente, e non sopravvive che in un manoscritto piuttosto tardo; ma a partire dall'epoca carolingia, essa era stata per due volte oggetto di una riscrittura destinata a renderla più accessibile al pubblico del tempo. Questi due racconti, attestati uno da 29 testimoni e l'altro da 1 23, si sono a loro volta mescolati, dando origine a 29 manoscritti misti, e costituiscono la fonte delle traduzioni integrali del racconto in tedesco, olandese, italiano e portoghese.
In altri ambienti culturali hanno prevalso i compendi. Il primo di tutti, la versione in antico inglese dell' Ofri English Martyrology (IX secolo), è contemporaneo del vigoroso affermarsi di una letteratura nazionale nei regni anglosassoni. I due più celebri e diffusi sono forse la Metafrase (cioè la riscrittura) composta alla fine del X secolo da
Simeone il Logoteta, che trasforma la narrazione originale in un elogio retorico, e la Legni& aurea del Domenicano Jacopo da Varagine, terminata verso il 1263, e diffusa in tutte le lingue nell'intera Europa, sorta di miniera inesauribile di esempio a uso dei predicatori: P è qui diventata "tema da predicare" la penitenza.
Si comprende allora come il racconto abbia subito, nel corso degli anni, importanti modifiche. Molti particolari archeologici e liturgici sono scomparsi; i personaggi originari, con i quali il lettore o l'ascoltatore hanno tendenza a identificarsi, vengono ricacciati nell'ombra: il diacono Giacomo, per esempio, da autore e narratore che era, diventa un semplice attore che qualche volta non appare altro che nella scena finale. ll rapporto che unisce il servo di l )io alla serva di Satana non sempre viene compreso: si cerca di edulcorare o di giustificare piattamente la reazione di Nonno al passaggio di Pelagia ll dramma spirituale cede il posto al banale resoconto della conversione di una peccatrice come tante altre, e l'economia del racconto ne risulta talvolta sensibilmente modificata: un compendio in antico francese sopprime tutta la seconda parte della storia; una volta che la conversione sia compiuta e sia stata sanzionata dal battesimo, il resto non ha più la minima importanza.
Una Santa in perdita di quota
Pelagia non ha avuto la fortuna, al pari di Maria Egiziaca, d'ispirare un Rutebeuf o un Valori, ma alcune opere, come la traduzione italiana dovuta al Domenicano pisano Domenico Cavalca (inizio del XIV secolo) o anche il ricercato poema del canonico di Reims Flodoardo (X secolo) nel suo De triumphis Christi Antiociiae gestif, avevano una notevole consistenza letteraria.
In epoca moderna, anche se l'attività di traduzione e di adattamento si mantengono fino all'Illuminismo, la quantità e soprattutto la qualità diminuiscono pericolosamente. Segnaleremo appena quella "vulgata" francese che è la traduzione di Robert A rnaold d'Andilly, fratello del Grande Arnatild, nelle sue Vite dei santi padri del deserto e di alcune sante (Parigi 1647). È a seguito di essa che Madame de Miramion dà il nome di santa l). alla sua casa per donne pentite, ed è sempre lei a ispirare Philippe de Champagne che con stile troppo ricercato scrive, per il convento di Val de Grace, alcuni episodi della vita di quattro eremite, Maria Penitente, litide, Maria Egiziaca e Pelagia.
Di regola, si trova comunque maggiore originalità e spontaneità negli artisti piuttosto che nei letterati, e la presenza di reliquie stimola per esempio la fantasia degli scultori a Jonarre (reliquiario di Pelagia, in cui la commediante viene contrapposta all'eremita), a Mont SaintJean in Borgogna (statua dell'attrice còlta dalla compunzione) e nelle Fiandre, dove immagini di Pelagia in lacrime adornano i confessionali a significare il pentimento del peccatore. Nel XIX secolo infine, la figura della nostra santa, quasi caduta nell'oblio, conosce un mutamento che l'elegante q uad ro di Hippolyte Hand ri n simboleggia: la cortigiana è diventata un'attrice quasi rispettabile ed è a questa patrona dei commedianti che, sul finire della vita, nel 1956, Gaby Morlay consacra una biografia, l'ultima apparsa fino a oggi, in cui l'autore non nasconde la simpatia e il favore per "colei che ha dato lustro alla nostra professione".
Poesia e verità
Di fronte a questo rigoglio di una leggenda tanto fluida e per così dire viva, è giusto chiedersi se essa poggi su fatti reali. Non è difficile trovarle un precedente, proprio ad Antiochia, ed è possibile che 'agiografo se ne sia servito, proprio come deve aver derivato il nome di Pelagia da una martire della stessa città, una giovane che alla fine del IV secolo aveva posto fine ai suoi giorni per sfuggire alle soldatesche. Si tratta di un personaggio storico, celebrato da Eusebio di Fnesa e da S. Ambrogio. S. Giovanni Crisostomo ha pronunciato su di lei un'omelia che si ritrova talvolta nei manoscritti agiografici, nei quali sostituisce la Vita. Un'altra P, martire a l'arso, si rivela facilmente una finzione letteraria: esiste solo attraverso la sua Leggenda, molto romanzata, che d'altronde non ha goduto di grande diffusione. In fatto di popolarità, nessuna delle omonime può rivaleggiare con l'attrice convertita.
La storia di quest'anima peccatrice non è per nulla atemporale; al contrario, essa si radica in un contesto culturale ben determinato. Alcuni paralleli con la Vita di S. Simeone Stilita, il grande santo di Antiochia la cui festa apre l'arino liturgie() bizantino, permettono di datare la Vita al V secolo e di collocarne l'autore in ambiente siropalestinese. Certe risonanze erano là particolarmente avvertibili: la popolarità dei mimi nella metropoli orientale, la resistenza del paganesimo a Uopoli convertita a viva forza da Nonno. Quest'ultimo poi può esser stato ispirato da Nonno, vescovo di Qinneirir (Calcide) tra il 475 e il 485.
La Leggenda lascia quasi nell'anonimato questo vigoroso personaggio: una tentazione troppo grande per gli storici come per gli agiografi. La Cronografia di Teofane lo identifica con un vescovo di &lessa che aveva sostituito Ibas nel 450451 prima di succedergli nel 457. Nel X secolo, a Roma, il rovesciamento è completo: la Leggenda di P è diventata la Vita di IppolitoNonno, vescovo di Porto! Entrambe le identificazioni sono di pura fantasia.
Sebbene la Leggenda non possieda niente del resoconto di uno storico, essa è non di meno percorsa da un significato che in tutte le epoche si è cercato di cogliere. Per Simeone Metafrasto (agiografo bizantino del X secolo), essa consacra il trionfo di una donna nella "gara" tra i sessi: "Una virtù femminile che non è da meno in nulla rispetto a quella degli uomini: il racconto è, per tutti, vantaggioso e profittevole".
Per uno storico delle religioni del secolo scorso come Hermann Usener, essa mirava, insieme ad altre Leggende imparentate, ad esempio quelle di Marina, Porfiria o Eufrosine, a cristianizzare il culto di Afrodite, dea del mare (pelagos) e dell'amore. Oggi non si crede più a questi antecedenti mitologici, ma l'idea di collocare P all'interno di una o più famiglie di sante si è imposta con grande naturalezza. Si scopre così che la sua penitenza ha ispirato altre Leggende come quella di Pansemnè, mima ad Antiochia, o quella di Eudocia, attrice di Eliopoli. Alcuni artifici romanzeschi, come l'invio di una lettera per chiedere un incontro o la fuga notturna, appaiono estremamente banali; per contro, il cambiamento di nome e saprai tutto il travestimento da monaco, attestato in una decina di casi, rispondono senza dubbio all'idea espressa nel Vangelo dl Tommaso, ma anche altrettanto bene da trattati ortodossi, che la donna deve finsi uomo per entrare nel Regno dei Cieli, dove l'unità dell'umanità sarà in tal modo ristabilita.
Pelagia è l'esempio tipico di una femminilità esasperata che l'ascesi riconduce all'estremo opposto. La reclusa si è liberata dalle insidie della carne, realizzando così l'ideale dei padri del deserto. Se essa non temesse di rivelare il proprio segreto, potrebbe proclamare con l'anacoreta Sarra: "Di natura, sì, sono donna, ma non di spirito".
"Abbà, di' soltanto una parola, perché io sia salvato"
Naturalmente la Leggenda non ci rimanda all'esperienza vissuta da Pelagia, ma all'universo mentale del suo agiografo, e questo universo è quello del deserto, o piuttosto dei deserti, come si diceva nel XVII secolo, vaste distese desolate che i monaci d'Egitto e del Sinai, di Palestina e di Siria popolavano per trasformarli in città di Dio. Questo mondo è perfettamente evocato dagli Apofiegmi dei Padri, dapprima parole di vita in risposta alla domanda angosciata di un discepolo, poi colloqui e semplici storie utili all'anima. Possiamo percepire dappertutto nella Penitenza di P l'eco di questi detti degli Antichi. La fuga di Pelagia dal mondo? à ciò che Dio ha comandato ad Arsenio: "Fuggi gli uomini, e sarai salvo". Perché la vita da reclusa? "Resta seduto nella tua cella, e la tua cella ti insegnerà ogni cosa'. (Mosè di Scete). Nonno piange sulla bellezza di Pelagia? L'abba Pambo scende ad Alessandria del deserto, vede una scrittrice e scoppia in lacrime: "Due cose mi hanno turbato: la prima, la perdita di costei; la seconda, che io non metta tanto zelo nel piacere a Dio quanto ne impiega costei per piacere a uomini depravati". È inutile moltiplicare i paralleli: Aroma P e la sua Leggenda sono i frutti del deserto.
LIPARI, PROGRAMMARE INSIEME PRESENTE E FUTURO DI BAMBINI E ADOLESCENTI. MODALITA' PER ENTRARE A FAR PARTE DEL COORDINAMENTO
COMUNICATO
Amministrazione e Società civile, fianco a fianco per la programmazione di politiche su infanzia e adolescenza. L’Amministrazione comunale di Lipari ha aderito al Programma UNICEF Città amiche dei bambini e degli adolescenti (con Delibera di Consiglio n 52 del 29/11/2023) con l’obiettivo di promuovere politiche volte a migliorare il benessere di tutti i minorenni presenti sul territorio.
Nell’ambito di questo percorso, tutti gli Assessori si sono riuniti in un tavolo di coordinamento in modo da definire insieme, e ciascuno per le proprie deleghe, un programma di azioni e impegni da portare avanti nei prossimi 2 anni.
Adesso, è nell’ottica dell’interesse dei minori quali centro e motore della comunità, è tempo di costituire un’alleanza e un coordinamento attivo tra l’Amministrazione Comunale e tutta la società civile, al fine di rafforzare il lavoro in rete per le attività rivolte ai minorenni presenti sul territorio comunale
Costruiamo insieme un organismo di coordinamento permanente che possa supportare il Comune nella elaborazione delle politiche rivolte all’infanzia e all’adolescenza, così come previsto dal Programma UNICEF.
Nell’Avviso Pubblico tutte le indicazioni per presentare la propria candidatura e far parte di questo coordinamento.
La scadenza è il 21 ottobre 2024. Clicca sul link ⬇️
lunedì 7 ottobre 2024
Fondi Ue, la Regione Siciliana torna all’EuRegionsWeek: a Bruxelles dall’8 al 10 ottobre con i progetti Smile e Bythos
Lo spazio espositivo della Regione sarà dedicato al progetto Smile (SMall Islands Love Empowerment Communities), incentrato sulla sostenibilità ambientale e la conservazione delle risorse naturali. Un’iniziativa che mette assieme vari interventi (Corallo, I-Sole, Med, Re-Né), cofinanziati nell’ambito di diversi programmi comunitari sostenuti dai fondi Ue (Po Fesr Sicilia 2014-2020, Interreg Italia-Malta e Italia-Tunisia), con la stessa Autorità di gestione (Regione Siciliana-Dipartimento Programmazione). Il progetto Smile è consultabile anche on line sul sito della EuRegionsWeek (https://regions-and-cities.europa.eu/programme/2024/sessions/33106).
Altro protagonista dell’evento sarà Bythos, l’unico progetto italiano finalista all’European RegioStars Awards 2024, il prestigioso concorso della Commissione Ue che premia gli interventi più innovativi sostenuti con i fondi comunitari a livello regionale. Il progetto (che rientra tra i 25 scelti, su oltre 260 candidature pervenute da tutta Europa) è cofinanziato dal Programma Interreg Italia-Malta e permette di trasformare gli scarti della lavorazione del pesce in molecole bioattive, utilizzabili per la realizzazione di prodotti farmaceutici, nutraceutici e cosmetici. La premiazione si terrà il 9 ottobre all’Autoworld di Bruxelles.
Ma non si parlerà solo di sostenibilità, innovazione e ricerca. La EuRegionsWeek darà infatti spazio anche alla promozione dei prodotti dell’Isola, con l’incontro “Regional tasting – Between land and sea, the true #tasteofSicily”, in programma l’8 ottobre dalle 14 alle 18, sempre all’Albert Borschette Centre (https://regions-and-cities.europa.eu/programme/2024/sessions/33249). L’iniziativa è organizzata in collaborazione con i consorzi Corfilac e Dos e con il Gal Madonie. Per la Regione sarà presente, tra gli altri, l’assessore alle Infrastrutture, Alessandro Aricò.
Negli stessi giorni sarà inoltre a Bruxelles la delegazione dei giornalisti siciliani vincitori del premio “Po Fesr, l’Europa si racconta”. I cronisti, assieme ai vertici dell’Ordine regionale dei giornalisti, parteciperanno ad alcune iniziative sulla politica di coesione europea, visiteranno gli stand della Sicilia e dei vari paesi presenti alla EuRegionsWeek, oltre al quartier generale della Nato, la sede della Commissione Ue e gli studi di Euronews.
La European Week of Regions and Cities, giunta alla sua 22esima edizione, si svolge ogni anno a Bruxelles. A organizzare sono la Dg Regio (Direzione generale Politica regionale) della Commissione Ue e il Comitato europeo delle regioni.
Lipari: Dissesto statico in un fabbricato del centro storico, intervengono i vigili del fuoco
I VV.F del locale distaccamento sono intervenuti, oggi pomeriggio, in via Minotauro, nel centro storico di Lipari, per un importante dissesto statico relativo ad un fabbricato a due piani fuori terra in totale stato di degrado.
Sono state eliminate alcune parti pericolanti e delimitata l'area con nastro segnaletico.
Gli stessi vigili del fuoco erano intervenuti nel medesimo edificio sabato scorso.
L'immobile risulta abbandonato e con i solai crollati. Il personale dei vigili del fuoco ha provveduto a segnalare al Comune, per quanto di competenza, gli adempimenti da adottare a tutela della pubblica e privata incolumità. In particolare risulterebbe urgente proteggere con opere provvisionali il transito pedonale per poi procedere alla messa in sicurezza. Sul posto anche tecnici della protezione civile comunale.
A Canneto: Residence La Villetta
L’ARCIVESCOVO CONSEGNERÀ LA SUA LETTERA PASTORALE “VERAMENTE SANTO SEI TU, O PADRE” . Domani 8 ottobre in Cattedrale a Messina
Domani 8 ottobre, in occasione dell’Assemblea Diocesana in Cattedrale alle ore 17.30 che segna l’inizio del nuovo anno pastorale, l’arcivescovo Giovanni Accolla consegnerà la sua Lettera Pastorale.
È articolata in tre parti.
La prima ricca di riferimenti biblici
propone una riflessione teologica sulla paternità di Dio e sulla partecipazione
dei credenti a tale paternità: “l’essere nelle cose del Padre come scelta
vocazionale di fondo”. La seconda presenta alcuni modelli di santità
(riconosciuta e “della porta accanto”) che esprimono la paternità di Dio. La
terza che suggerisce a presbiteri, diaconi e fedeli laici proposte pratiche per
la vita pastorale.
La Lettera, dopo aver messo in evidenza i
principali eventi che stanno segnando il cammino della Chiesa universale
(Sinodo e Giubileo) e locale (Visita Pastorale), muove i suoi passi dall’espressione
che quotidianamente ascoltiamo ed accogliamo celebrando o partecipando all’Eucaristia
all’inizio del racconto della istituzione dell’Eucaristia: “Veramente Santo sei
tu, o Padre”, che ci pone dinanzi alla santità del Padre per portarne concreti
frutti nella vita di ogni giorno.
Principio d'incendio a Quattropani, interessato anche cortile "forestato" della scuola. Intervento dei VVF
Ieri mattina, i VVF del distaccamento di Lipari, sono intervenuti nella frazione di Quattropani per un principio d'incendio che ha riguardato della vegetazione secca che innescata dalla strada comunale via Chiesa Nuova, ha, a sua volta, interessato un palo della linea elettrica e, successivamente, arbusti e rampicanti della recinzione all'interno del piazzale della scuola.
Il rogo ha causato molto fumo e, solo per fortuna, visto che era domenica, non si sono registrati momenti di paura per gli alunni che normalmente frequentano il plesso.
I VV.F, prontamente giunti sul posto, hanno spento le fiamme che si stavano propagando all'interno del cortile.
I VVF sarebbero tornati anche stamani per bonificare ulteriormente i luoghi dal momento che fumo acre, che costringeva a tenere chiuse le finestre delle classi, fuoriusciva ancora dai tronchi carbonizzati.
Alcuni genitori hanno puntato il dito sul fatto che a circa un mese dall'inizio delle lezioni il piazzale della scuola, così come l'area ricreativa, non hanno subito interventi di diserbamento. Tale circostanza probabilmente ha facilitato il propagarsi delle fiamme.
Eoliani e amici delle Eolie...che non ci sono più (90° puntata)
In questo filmato: Amedeo Romagnoli, Amelia La Greca in Ziino, Antonietta Caracciolo, Andrea Annibale Gallo, Andrea Basile, Andrea Caprara, Andrea Lo Surdo, Andrea Magazzù
Oggi, 7 ottobre: Beata Vergine Maria del Rosario
Non ci dilunghiamo sui particolari di quel memorando avvenimento; vogliamo invece considerarne meglio l'arma vincitrice, ossia il Rosario. Le sue origini sono molto antiche e vanno ricercate nell'uso degli anacoreti dei primi secoli e dei frati laici i quali non potendo recitare i centocinquanta salmi dell'Ufficio vi supplivano con altrettanti Pater Noster. Verso il secolo xn si incominciò a recitare in tal modo anche l'Ave Maria che ben presto si alternò con il Pater. Più tardi vi si aggiunsero le considerazioni dei misteri e, dopo le dieci Ave Maria, il Gloria Patri. Così si giunse alla forma attuale.
Il merito di aver dato il maggior impulso alla devozione del Rosario è di S. Domenico. Si dice che mentre il Santo predicava contro gli Albigesi, gli apparve la Vergine SS. e consegnandogli una corona gli disse che con quell'arma avrebbe vinto l'errore. Il grande predicatore diffuse la pratica del Rosario tra i fedeli e le sue prediche ottennero quel magnifico risultato che la storia registra.
La SS. Vergine confermò più volte con prodigi la eccellenza del Rosario, specialmente apparendo a Lourdes ed a Fàtima con la corona in mano.
Il Rosario è senza dubbio la devozione più facile e più cara : è un intreccio delle preghiere che ogni bambino impara sulle ginocchia della mamma: il Pater insegnatoci parola per parola da Gesù; l'Ave Maria composta dalle parole con le quali l'arcangelo Gabriele e S. Elisabetta salutarono Maria SS.; il Gloria, inno di lode e ringraziamento alla SS. Trinità.
Queste soavi preghiere vengono intrecciate con la meditazione dei tratti più notevoli della vita di Gesù e di Maria. Anzi i misteri sono l'anima del Rosario. Infatti lo scopo di questa santa istituzione è appunto quello di ricordarci quei divini misteri che ogni cristiano deve sempre avere dinanzi agli occhi, perchè lo incitino alla riconoscenza dei benefici divini e perchè possa vedere se la sua vita è conforme ai modelli contemplati.
Per ottenere questi frutti dobbiamo recitare il Rosario adagio, con devozione; e mentre il labbro ripete l'Ave Maria, il pensiero deve meditare i misteri assegnati per ogni decina e trarre da essi i principali insegnamenti pratici.
PRATICA. Acquistiamo la pia abitudine di recitare quotidianamente il S. Rosario.
PREGHIERA. O Dio, il cui Unigenito Figliuolo con la sua vita, morte e risurrezione ci meritò la grazia dell'eterna salvezza, deh!, fa' che mentre noi meditiamo i misteri del santissimo Rosario della B. V. Maria, ne imitiamo in tal guisa il contenuto, che possiamo poi conseguire il premio celeste che essi ci promettono.
domenica 6 ottobre 2024
Calcio, Prima Categoria, girone C: In quattro a punteggio pieno. In tre a quota zero
Nelle gare di oggi, valide per la seconda giornata del campionato di Prima categoria siciliana (Girone C), la Mamertina si è imposta per 2 a 1 alla Sfarandina; il Pro Falcone per 1 a 0 alla Nuova Azzurra Fenice; pari per 1 a 1 tra Stefano Catania e Folgore Milazzo
Ieri si erano giocate Melas - Lipari IC 3 - 1; Futura - Sinagra 2 - 1; Or.sa. - Comprensorio del Tindari 2 - 1
A punteggio pieno, dopo due giornate, 4 squadre: Futura, Or.sa., Mamertina e Pro Falcone
In fondo alla classifica: Sfarandina, Nuova Azzurra Fenice e Lipari IC
Il Lipari IC, nel prossimo turno, in programma domenica prossima, al Monteleone - Scoglio, affronterà la Sfarandina: ed è ora di cominciare a mettere punti nel carniere.
Nel giorno in cui a Lami si festeggia la Madonna del Rosario riproponiamo l'ultimo pensiero di Don Gino Profilio per Lei
Don Gino Profilio, per ben 73 anni ai piedi della Madonna del Rosario di Lami, nel 2022 in occasione dei festeggiamenti ai quali non prese parte per la sua veneranda età (morirà l'uno febbraio del 2023 a 97 anni ) ci invio questo tenerissimo "pensiero", da pubblicare: oggi vogliamo riproporlo.
Domenica, 2 ottobre, Lami festeggerà Maria SS del Rosario, senza dubbio la festa più bella dell’isola, forse perché si svolge nella bianca valle ai piedi di Monte Pilato dove è “pace e silenzio e tutto tace”, forse perché quei giorni coincidono con la ripartenza dopo la torrida estate o forse perché il Rosario è la dolce catena che ci rannoda a Dio? Si, per tutto questo.
Nella chiesa che non ha tante pretese artistiche ti trovi di fronte ad un maestoso altare che si snoda verso l’alto, diventa monumento e si conclude con una nicchia dentro la quale è la statua della Madonna del Rosario, donata dal nonno di mia madre: Raffaele Giovanni.
I parrocchiani sono convinti che questa sia l’ottava meraviglia del mondo.
Non ne sono certo, ma credo che abbiano ragione perché “ quidquid recipitur ad modum recipientis recipitur” che Manzoni traduceva “omnia munda mundis”.
La Madonna dall’alto di quel trono guarda lontano; nei suoi occhi si leggono il Magnificat, l’ecce ancilla Domini, il fate quel che vi dirà, l’ecco tuo figlio, io sono la Madonna del Rosario; un mosaico di fede sublime.
Ogni anno per la festa “scende” tra i devoti; non ha bisogno di niente, né di tubi innocenti, né di tavoloni, né di uomini forti, ma “scende” tutta da sola, lentamente, su due binari.
Quando l’ho vista “scendere” così, la prima volta ero in mezzo alla chiesa, tra i fedeli, accanto a Mons. Re, il vescovo filosofo, oratore e tenore (in Brasile lo chiamavano Beniamino Gigli). Egli tutti gli anni per la festa della Madonna era in quel posto ed appena la statua cominciava a muoversi, metteva la voce a tutto volume, cantava, cantava e con lui tutti diventavamo cantori. Diverse volte l’ho visto commuoversi; piangeva. Anche i vescovi a volte piangono.
La festa religiosa si concludeva sempre con il bel canto “andrò a vederla un dì”, sì, ma forse sarebbe bello aggiungere il canto della fedeltà che Pia ogni domenica ci faceva ascoltare due volte: prima in sacrestia e poi in chiesa durante la Messa, vogliamo vivere come Maria, perché se non vogliamo vivere come Maria a vederla non ci andremo mai, né un dì, né un altro dì, mai.
Poi la chiesa si svuota; anche in piazza di nuovo “tutto tace”. Tutti vanno via? No, non tutti; rimane la Madonna per indicare a noi pellegrini la via del cielo.
Ho preso parte a questa festa per 73 anni.
73 anni non li cancellerò mai, non li potrò dimenticare mai perciò speravo di esserci anche quest’anno, ma non sarà possibile, il mio corpo ormai è diventato come la pietà Rondanini, ma che ci vuoi fare? Questa è la vita. Sarò presente con questi pensieri e ricordi ma non è la stessa cosa, no assolutamente.
Ora ringrazio il carissimo parroco Don Lillo che gentilmente mi ha invitato; grazie di cuore per l’incoraggiamento a non arrendermi; saluto tutti coloro che quel giorno sarete in chiesa; vi prego, sentitemi ancora presente come sempre e recitate una preghiera anche per me. La vostra preghiera, forse, potrebbe mettermi in carreggiata.
Ok?
Ok.
Don Gino Profilio
E' uscito "Tanto tempo fa" video clip del primo singolo estratto dall'album "La strada di mezzo" degli Alcool Etilico
TANTO TEMPO FA racconta uno spaccato di vita vissuta dei gloriosi anni ‘90.
“Il tempo della scuola, i giri infiniti con la mitica vespa 50, delle tante feste in spiaggia, i falò, e le chitarre che non smettevano mai di suonare; (e poi ancora) degli incontri sull’amata Civita, di ogni angolo calpestato di un’isola sempre magica.
Luca Caruso: come un imprenditore può arricchire il tessuto della sua comunità (da guideespresso.it di Alberto Cauzzi)
Per il nuovo appuntamento di Gueridon e dintorni, facciamo due chiacchiere con Luca Caruso, titolare con la sua famiglia del Signum. Il ristorante situo nell’Isola di Salina alle Isole Eolie, in Sicilia.
Luca Caruso: l’intervista
Caro Luca, come hai iniziato questa professione e perché?
Ho iniziato il mio percorso nell’azienda di famiglia oltre vent’anni fa, quando ero ancora un ragazzo. Con dedizione e passione, ho iniziato come aiutante, fino a diventare direttore dell’Hotel Signum e del ristorante omonimo, che gestisco insieme a mia sorella Martina, una chef straordinaria. I nostri genitori sono sempre stati presenti, partecipando attivamente alle decisioni importanti. La nostra famiglia è molto unita, e questo è il valore fondamentale che anima il nostro lavoro.
Già da giovane, ho capito che la gestione alberghiera era la mia strada. Oltre alla ristorazione, che rimane una delle mie più grandi passioni, la dinamica del settore mi ha sempre affascinato. Ogni giorno offre nuove sfide e opportunità di apprendimento, mantenendo viva la curiosità. Mi sento profondamente legato all’isola di Salina e al Signum, considerandoli un’estensione di me stesso. Custodisco e rappresento questa realtà con un forte impegno per offrire un’accoglienza che sia sempre all’altezza delle nostre promesse.
Creare un’esperienza memorabile per i nostri ospiti è ciò che cerco di realizzare ogni giorno. Ogni gesto, ogni attenzione ai dettagli, contribuiscono a completare il puzzle dell’accoglienza. È un lavoro di squadra, fatto da persone unite da un obiettivo comune: l’eccellenza, unita a un’eleganza sobria e discreta.
Amo il mio lavoro anche perché mi piace essere “ospite” a mia volta, lasciandomi sorprendere da luoghi, servizi, piatti e atmosfere che la ristorazione può regalare. Questa esperienza mi aiuta a immedesimarmi nei nostri clienti, anticipando i loro desideri e soddisfacendo le loro esigenze, sempre con grande discrezione e un approccio personalizzato.
Luca, qual è il tuo bilancio dopo vent’anni di carriera?
A volte mi sorprende pensare a quanto tempo sia passato, mentre in altre occasioni sembra che sia volato via. Questo lavoro è dinamico, ricco di stimoli e di continua evoluzione. Non c’è spazio per la noia, poiché ogni stagione porta nuove sfide e apprendimenti. Ho imparato a sviluppare una maggiore resilienza, affrontando le difficoltà con ponderazione.
Mi piace riflettere sulle nuove generazioni che intraprendono questo percorso; vorrei trasmettere loro la bellezza e il valore di questo lavoro, che offre opportunità uniche e realizza sogni, richiedendo però anche sacrificio e dedizione. Non tutti hanno la giusta attitudine, ma quando scocca la scintilla, può avvenire la magia. È una grande soddisfazione vedere giovani talenti crescere, anche quelli provenienti dalle scuole alberghiere, e trovare il loro posto nella società e nel mondo professionale.
Hai degli aneddoti, curiosità o episodi da condividere con noi?
Potrei raccontare storie per ore, ma una cosa importante che ho imparato è il rispetto per i clienti e le persone in generale. A tavola nascono grandi amori, si festeggiano famiglie, si stringono nuove amicizie, si creano opportunità.
Un racconto che mi piace condividere riguarda come il Signum riesca a trasformare i volti delle persone. Spesso gli ospiti arrivano stanchi e, dopo poco tempo nella nostra dimora, dimenticano il mondo esterno, si liberano delle scarpe e si immergono nei loro libri, sorridendo. È una gioia quando, avvicinandosi la data di partenza, ci chiedono di prolungare il soggiorno; quando possiamo accontentarli, siamo davvero felici.
Ricordi un grande professionista di sala che ti ha impressionato?
Ho sempre cercato di apprendere dai migliori, sia in Italia che all’estero. Ricordo un pranzo da Guido a Pollenzo, il mio primo vero pranzo gourmet, dove conobbi Piero Alciati. Quella giornata mi ha fatto comprendere che quello fosse un obiettivo da raggiungere per il Signum. Recentemente, ci siamo ritrovati dopo oltre vent’anni e abbiamo condiviso ricordi preziosi.
Un altro luogo che ha segnato il mio percorso è il Four Seasons di Firenze, dove ho vissuto per diversi mesi all’anno con la mia fidanzata Natascia. Lì ho conosciuto persone straordinarie e il Direttore Cipollini è stato un grande punto di riferimento. Questo luogo è stato un modello di eccellenza che ha ispirato la gestione del Signum, sempre adattato alle peculiarità della nostra realtà.
Qual è stata la domanda più curiosa e intrigante che ti ha fatto un cliente?
Ho visto molte cose nel mio lavoro, e chi lo fa sa quanto possa essere vario. Ricordo un giorno in cui Ferran Adrià, dopo un pranzo al Signum, volle passare il pomeriggio a farmi raccontare storie del territorio e dei suoi prodotti gastronomici. Fu un incontro memorabile che arricchì entrambi.
Buon compleanno a...
...Gabriele Casali, Christa Schneider, Aurelio Marzo, Silvio Pittari, Marco Mirabito, Luca Merlo, Jessica La Greca, Virginia La Greca, Santi Villari
Stromboli, nella notte esplosione "maggiore" e flusso lavico esauritosi nel giro di qualche ora.
Una esplosione "maggiore", così chiamata per un maggior rilascio di energia, rispetto alle abituali, si è verificata alle due e diciassette di oggi. sullo Stromboli dall'area craterica nord.
All’evento ha fatto seguito una intensa attività di spattering che, con il passare dei minuti, è evoluta ad attività effusiva con produzione di un flusso lavico. che si è incanalato lungo il canalone posto sulla Sciara del Fuoco e prodotto dall’attività eruttiva di luglio.
Lo stesso flusso lavico, nel giro di un paio di ore, si è esaurito.
Oggi, 6 ottobre: San Bruno (Brunone)
Verso il 1067 morì l'Arcivescovo di Reims, di cui egli era il più valido sostegno, ma gli successe a furia di subdoli maneggi Manasse I, il quale tenne un governo non buono, tanto che la S. Sede fu costretta a dimetterlo dalla cattedra episcopale. S. Brunone, suo cancelliere, non poteva soffrire gli abusi di cui. era testimonio e fu costretto ad essere uno dei principali accusatori. Il Legato Pontificio che depose Manasse fu così tocco dalla saggezza e virtù di Brunone, che ne fece un bell'elogio in una lettera al Papa, e lo proponeva come il più degno della prelatura.
Mentre i superiori gli stavano preparando la carica, egli si ritirò in una casa di campagna, ove decise di abbandonare il mondo. Avendo poi comunicati i suoi desideri ad alcuni amici, stabilirono tutti assieme di abbandonare i beni transitori di questa vita e di abbracciare lo stato religioso. Si presentarono pertanto ad Ugo, vescovo di Grenoble, il quale li accolse affettuosamente, e dopo averne elogiato il desiderio, assegnò loro il deserto della Certosa, ove S. Brunone fondò l'ordine dei Certosini.
Passati appena sei anni dacché S. Brunone governava quella comunità, il Pontefice Urbano II, già suo discepolo a Reims, l'obbligava a portarsi a Roma.
L'umile religioso non era mai stato sottoposto a tanta prova; il dover lasciar la solitudine era per lui il più penoso di tutti i sacrifici. Egli non trovò nella corte di Roma quelle dolcezze che aveva gustato nella solitudine, e di più temeva quelle distrazioni mondane, D'altronde il rapa gli era cosi affezionato che non poteva rimanere senza di lui, e lo incitava al accettare l'Arcivescovado di Reggio Calabria. Finalmente le istanze di Brunone furono così vive che il sommo pontefice gli permise di ritirarsi in un deserto della Calabria, confermando Landuino priore della Certosa. Il Santo, raccolti discepoli italiani, si ritirò in un deserto della diocesi di Squillace, riprendendo gli esercizi della vita solitaria con maggior gioia e fervore. In quella solitudine fu scoperto dal conte Ruggero che lo aiutò a costruire la nuova Certosa.
S. Brunone ci lasciò, oltre alle lettere, i commenti sopra il Salterio, sopra le Epistole di S. Paolo ed una elegia in 14 versi sul disprezzo del mondo. Nel settembre del 1101 se ne volò al cielo per ricevere la ricompensa delle sue virtù e delle sue fatiche.
PRATICA. « Provate e vedrete quanto sia dolce servire il Signore con tutto l'affetto dell'anima » (S. Brunone).
PREGHIERA. O Signore, per intercessione di San Brunone confessore, concedici il perdono dei nostri peccati, e liberaci dai mali presenti e futuri.
sabato 5 ottobre 2024
Calcio, Prima categoria: Anche la seconda giornata è amara per il Lipari
Dopo la sconfitta casalinga di domenica scorsa, nuova battuta d'arresto quest'oggi per il Lipari IC impegnato sul campo del Melas. Gli eoliani sono stati superati per tre a uno, a segno Emma.
Negli altri anticipi la Futura ha battuto per 2 a 1 il Sinagra; l'Or.sa. il Comprensorio del Tindari sempre per 2 a 1