La scomparsa di Vincenzo Fonti segna per la frazione di Canneto l’addio ad un’altra figura storica, ad un uomo che sempre ha vissuto ed amato la propria terra con semplicità, umiltà, dedizione al lavoro ed alla famiglia.
Sposatosi con Olimpia Amato nel ’51, matrimonio dal quale ha avuto due figlie, Rosetta ed Antonella, ha lavorato presso la compagnia portuale divenendo "Console".
Persona amata e rispettata da tutti, aveva nei suoi modi gentili il punto forte, non lesinando per chiunque capitava sulla sua strada un sorriso, una stretta di mano, uno scambio di opinione.
Amava la famiglia al punto di assistere e pensare, fino al suo ultimo respiro, la moglie Olimpia, ammalata, preoccupandosi di lasciarla sola a casa.
Forte dei valori Cristiani, era membro di una confraternita della comunità di Canneto nella Parrocchia della Basilica Romana Minore di San Cristoforo.
Il vuoto che oggi Vincenzo Fonti lascia, soprattutto nei suoi familiari, è profondo, insanabile.
Quando una persona che si ama se ne va via per sempre, è difficile imparare a convivere con quel vuoto che si spalanca all’improvviso. E non basta semplicemente voltare pagina.
Non basta ripetersi che la vita continua e che non serve a nulla piangere.
Non basta imporsi di non pensarci… Quel vuoto è lì...come una ferita profonda che pian piano si cerca di far cicatrizzare…. Anche se alcune ferite non si cicatrizzeranno mai, completamente.
Si tratta non solo di accettare la realtà, ma anche di riconoscere veramente ciò che si è perduto, compreso tutto quello che si sarebbe potuto e voluto vivere con chi non c’è più.
Sposatosi con Olimpia Amato nel ’51, matrimonio dal quale ha avuto due figlie, Rosetta ed Antonella, ha lavorato presso la compagnia portuale divenendo "Console".
Persona amata e rispettata da tutti, aveva nei suoi modi gentili il punto forte, non lesinando per chiunque capitava sulla sua strada un sorriso, una stretta di mano, uno scambio di opinione.
Amava la famiglia al punto di assistere e pensare, fino al suo ultimo respiro, la moglie Olimpia, ammalata, preoccupandosi di lasciarla sola a casa.
Forte dei valori Cristiani, era membro di una confraternita della comunità di Canneto nella Parrocchia della Basilica Romana Minore di San Cristoforo.
Il vuoto che oggi Vincenzo Fonti lascia, soprattutto nei suoi familiari, è profondo, insanabile.
Quando una persona che si ama se ne va via per sempre, è difficile imparare a convivere con quel vuoto che si spalanca all’improvviso. E non basta semplicemente voltare pagina.
Non basta ripetersi che la vita continua e che non serve a nulla piangere.
Non basta imporsi di non pensarci… Quel vuoto è lì...come una ferita profonda che pian piano si cerca di far cicatrizzare…. Anche se alcune ferite non si cicatrizzeranno mai, completamente.
Si tratta non solo di accettare la realtà, ma anche di riconoscere veramente ciò che si è perduto, compreso tutto quello che si sarebbe potuto e voluto vivere con chi non c’è più.