Ciao Lucia!
Non c'è l'ha fatta la cara Lucia D'Albora http://eolienews.blogspot.it/2014/09/ciao-lucia.html
18/9/1944
La tragica fine di Donato Carretta
Per uno scambio di persona e per una irrazionale furia di giustizia sommaria, una folla inferocita si impadronisce e uccide Donato Carretta, direttore del carcere romano di Regina Coeli durante l'occupazione tedesca. L’errore di identità avviene nel palazzo di Giustizia dove Carretta, che durante l'occupazione ha aiutato la Resistenza e ha favorito l'evasione di Pertini e di Saragat da Regina Coeli, è stato convocato per deporre contro Pietro Caruso. E’ stato Caruso, questore di Roma fino all'arrivo degli americani, a compilare, con Buffarini Guidi, la lista dei cinquanta nomi richiesti da Kappler per completare il numero degli italiani da massacrare alle Fosse Ardeatine. Nulla possono le forze dell’ordine contro la furia della folla. Carretta, che tenta invano di sottrarsi al linciaggio, viene ferocemente malmenato, scaraventato nel Tevere e infine ucciso. Il suo cadavere, trascinato per i piedi sul selciato fino a Regina Coeli, viene appeso a testa in giù all'inferriata del carcere, così che sua moglie, affacciandosi, possa vederlo.
18/9/1931
Giappone, la bomba di Mukden
La tragica fine di Donato Carretta
Per uno scambio di persona e per una irrazionale furia di giustizia sommaria, una folla inferocita si impadronisce e uccide Donato Carretta, direttore del carcere romano di Regina Coeli durante l'occupazione tedesca. L’errore di identità avviene nel palazzo di Giustizia dove Carretta, che durante l'occupazione ha aiutato la Resistenza e ha favorito l'evasione di Pertini e di Saragat da Regina Coeli, è stato convocato per deporre contro Pietro Caruso. E’ stato Caruso, questore di Roma fino all'arrivo degli americani, a compilare, con Buffarini Guidi, la lista dei cinquanta nomi richiesti da Kappler per completare il numero degli italiani da massacrare alle Fosse Ardeatine. Nulla possono le forze dell’ordine contro la furia della folla. Carretta, che tenta invano di sottrarsi al linciaggio, viene ferocemente malmenato, scaraventato nel Tevere e infine ucciso. Il suo cadavere, trascinato per i piedi sul selciato fino a Regina Coeli, viene appeso a testa in giù all'inferriata del carcere, così che sua moglie, affacciandosi, possa vederlo.
Giappone, la bomba di Mukden
Una bomba esplode lungo i binari della ferrovia della Manciuria meridionale, vicino alla città storica di Mukden. Le truppe giapponesi di stanza nella regione, già in stato di allarme per la morte di un loro ufficiale ucciso per sbaglio da soldati cinesi, entrano a Mukden. L'azione di rappresaglia è il preludio all'invasione giapponese della Manciuria e alla creazione dello stato fantoccio del Manciukuò controllato dal Giappone.