Il gesto più bello nella vita di due persone è sapersi ancora tenere per mano dopo tanti anni.
Auguri di cuore per questo immenso traguardo pieno di amore, comprensione e stima reciproca.
Mimmo, Annamaria e Manuela
A Lucia e Filippo vanno anche le felicitazioni di Eolienews
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mercoledì 19 ottobre 2016
AMP. La Voce Eoliana : "Finalmente opinioni e riflessioni sulle quali sarebbe opportuno meditare"
Finalmente si affacciano nel panorama AMP opinioni e riflessioni sulle quali sarebbe opportuno meditare.
Avevamo già citato l'intervento dell'ing. Piemonte e di Lino Natoli in occasione dell'incontro presso la sala consiliare di Lipari come esempio di approfondita conoscenza della materia, il primo, e di riflessione scevra da impingimenti di parte il secondo.
Oggi, con piacere, ne abbiamo la conferma.
La Voce Eoliana
Avevamo già citato l'intervento dell'ing. Piemonte e di Lino Natoli in occasione dell'incontro presso la sala consiliare di Lipari come esempio di approfondita conoscenza della materia, il primo, e di riflessione scevra da impingimenti di parte il secondo.
Oggi, con piacere, ne abbiamo la conferma.
La Voce Eoliana
martedì 18 ottobre 2016
Operatori ecologici Caruter sempre più al servizio del territorio
Prosegue al di là della consueta attività di operatori ecologici l'impegno delle maestranze della Caruter in favore del territorio isolano.
Dopo gli interventi dei giorni scorsi, oggi hanno "disboscato" la salita, che dalla Falcone-Borsellino, porta al cimitero centrale
Il tutto - ci viene specificato - su input dell'assessore Ersilia Pajno
Prosegue al di là della consueta attività di operatori ecologici l'impegno delle maestranze della Caruter per il territorio.
Dopo gli interventi dei giorni scorsi hanno "disboscato" la salita, che dalla Falcone-Borsellino, porta al cimitero centrale
Il tutto - ci viene specificato - su input dell'assessore Ersilia Pajno
Dopo gli interventi dei giorni scorsi, oggi hanno "disboscato" la salita, che dalla Falcone-Borsellino, porta al cimitero centrale
Il tutto - ci viene specificato - su input dell'assessore Ersilia Pajno
Prosegue al di là della consueta attività di operatori ecologici l'impegno delle maestranze della Caruter per il territorio.
Dopo gli interventi dei giorni scorsi hanno "disboscato" la salita, che dalla Falcone-Borsellino, porta al cimitero centrale
Il tutto - ci viene specificato - su input dell'assessore Ersilia Pajno
AMP. Lino Natoli: " Serve una riserva marina.. oppure servono maggiori controlli sui vincoli esistenti?"
di Lino Natoli
Chi in questi giorni scrive o parla a proposito della riserva marina non perde occasione per contestare a chi lo ha preceduto di non sapere quello che scrive o che dice. Se dovessi credere a tutti dovrei concludere che nessuno ne sa niente e così cadrei nello stesso errore. Dunque mi limito a porre delle domande: perché avremmo bisogno di una riserva marina? La domanda potrebbe apparire ingenua, addirittura – alle orecchie più sensibili – persino provocatoria. Eppure continuo a chiedermelo.
Me lo chiedo perché già le nostre coste, il mare, gli isolotti, i fondali sono soggetti a svariate forme di tutele e divieti. Sono pochi o poco rispettati? Se sono pochi allora sarebbe bene che chi è favorevole alla riserva ci spieghi quali altri divieti e vincoli vorrebbe imporre. Se sono poco rispettati bisognerebbe chiedere più controlli agli organi preposti alla tutela del territorio e non invocare l’istituzione di un altro ente. Nelle Isole Eolie l’uso indiscriminato delle coste, dei fondali, delle risorse ittiche non è consentito. Per informazioni chiedere a diportisti, pescatori, diving e organizzatori di escursioni. La prima causa di inquinamento delle nostre coste è dovuta al fatto che non esiste un piano regolatore dei porti.
Nell’ordine, per questo motivo, fermandoci alla sola isola di Lipari, abbiamo distrutto Marina Corta, Sottomonastero, Marina Lunga, Pignataro e, di tanto in tanto, siamo tentati dal distruggere anche le spiagge di Canneto. In questo non vi è una specifica responsabilità politica, anche a certa sinistra illuminata ho sentito dire che i piani regolatori sono residuati di certa cultura stalinista. Non esiste ancora un impianto di depurazione fognaria, non si vede neanche l’ombra di una efficace raccolta differenziata dei rifiuti. Possibile che la riserva marina sia la soluzione di tutti i nostri problemi? Possibile ma non certo.
Non divago, torno sull’argomento con un’altra cautela: si potrebbe evitare di ideologizzare la questione? È in qualche modo possibile evitare di mettere sulla sinistra della lavagna i favorevoli, sulla destra i contrari e nel cestino i dubbiosi? Tra i puri di cuore i favorevoli, tra i beceri interessati i contrari e tra gli inutili gli incerti? Possibile ma difficile. Perché l’argomento prende, infervora soprattutto gli intransigenti, quelli che vogliono le spiagge libere ma non vogliono riportare a casa l’ombrellone, rimpiangono la foca monaca ma non esitano ad entrare nelle grotte con i gommoni, amano visceralmente la natura ma poi postano su facebook la predatoria raccolta di decine di chili di funghi. Sorvoliamo: chi non ha peccato scagli la prima lenza con una decina d’ami.
Dunque, perché non chiedere l’intensificazione dei controlli ed invocare invece l’istituzione di un nuovo ente che amministri le zone a, b e c. Alle quali forse poi si aggiungeranno le b1, b2, e d. e che comprenderanno sette isole tra le quali destreggiarsi come in una intricata battaglia navale? Un nuovo ente, tradotto in linguaggio comune significa incarichi, stipendi, privilegi, burocrazia. Significa che ci sarà un consiglio di amministrazione, degli impiegati, la possibilità per pochi, i veri cultori dell’ambiente, di poter godere di ciò che al popolo bue e sporcaccione sarà negato per sempre. Quando si dice che la riserva porterà nuove possibilità di sviluppo si pensa al proprio?
D’altro canto, la costituzione di un nuovo ente scaricherà di colpo molte delle responsabilità di controllo e tutela che adesso sono di pertinenza degli organismi pubblici, e questo è un miraggio non da poco. Dunque, da una parte la possibilità di acquisire lo sviluppo di nuovi incarichi, dall’altro il progetto di sottrarsi alle proprie responsabilità ed oneri.
Chiarisco: sono favorevole all’istituzione di vincoli ancora più stringenti degli attuali, di studi sull’ecosistema ancora più approfonditi ma vorrei che fossero gli organi dello stato a farli rispettare, le università ad indagare e non pseudo intellettuali e pseudo cultori dell’ambiente riuniti in un organismo burocratico destinato a consumare risorse anziché produrle. Purtroppo non ho soltanto il sospetto che un nuovo ente faciliterà la proliferazione di marche da bollo, versamenti, tasse e sanzioni anziché fauna ittica. Lo spettro che mi vince è l’idea che un giorno mentre le golette dei privilegi godranno delle nostre coste, noi saremo costretti ad ammirarle da una congrua ed igienica distanza. A quel punto tutto sarà compiuto ed il progetto finalmente realizzato.
Leggo, tra le motivazioni favorevoli, che la riserva oltre a produrre sviluppo economico, ma già su questo ho espresso le mie perplessità, eviterebbe l’inquinamento prodotto dai diportisti e dalle piccole imbarcazioni che offrono escursioni. Abbiamo dei dati precisi su questo? È possibile che 60/70 giorni di attività l’anno determinino danni così ingenti da compromettere l’ecosistema, distruggere fondali marini, depauperare la fauna, soffocare la posidonia (laddove esiste)? Sono più ecologici gli orribili campi boa che degradano interi tratti di mare o forse sono più redditizi? Infine si lamenta la diminuzione di fauna ittica per via della pesca intensiva. Se è così non serve una riserva, serve intervenire sulla pesca stabilendo prescrizioni e limiti ancora più severi e fare in modo che vengano rispettati.
Non sono per niente convinto della necessità di istituire una riserva con annesso corollario burocratico, ma se qualcuno ha delle argomentazioni valide sono disposto a cambiare idea. Le motivazioni favorevoli che sino ad oggi ho sentito mi preoccupano, sia per gli scarsi contenuti sia per i toni. Pazienza, finirò nella parte sbagliata della lavagna, ma non vorrei deludere qualcuno, ricordo che la patente di ambientalista si acquisisce soltanto con i comportamenti e non con i pregiudizi.
Me lo chiedo perché già le nostre coste, il mare, gli isolotti, i fondali sono soggetti a svariate forme di tutele e divieti. Sono pochi o poco rispettati? Se sono pochi allora sarebbe bene che chi è favorevole alla riserva ci spieghi quali altri divieti e vincoli vorrebbe imporre. Se sono poco rispettati bisognerebbe chiedere più controlli agli organi preposti alla tutela del territorio e non invocare l’istituzione di un altro ente. Nelle Isole Eolie l’uso indiscriminato delle coste, dei fondali, delle risorse ittiche non è consentito. Per informazioni chiedere a diportisti, pescatori, diving e organizzatori di escursioni. La prima causa di inquinamento delle nostre coste è dovuta al fatto che non esiste un piano regolatore dei porti.
Nell’ordine, per questo motivo, fermandoci alla sola isola di Lipari, abbiamo distrutto Marina Corta, Sottomonastero, Marina Lunga, Pignataro e, di tanto in tanto, siamo tentati dal distruggere anche le spiagge di Canneto. In questo non vi è una specifica responsabilità politica, anche a certa sinistra illuminata ho sentito dire che i piani regolatori sono residuati di certa cultura stalinista. Non esiste ancora un impianto di depurazione fognaria, non si vede neanche l’ombra di una efficace raccolta differenziata dei rifiuti. Possibile che la riserva marina sia la soluzione di tutti i nostri problemi? Possibile ma non certo.
Non divago, torno sull’argomento con un’altra cautela: si potrebbe evitare di ideologizzare la questione? È in qualche modo possibile evitare di mettere sulla sinistra della lavagna i favorevoli, sulla destra i contrari e nel cestino i dubbiosi? Tra i puri di cuore i favorevoli, tra i beceri interessati i contrari e tra gli inutili gli incerti? Possibile ma difficile. Perché l’argomento prende, infervora soprattutto gli intransigenti, quelli che vogliono le spiagge libere ma non vogliono riportare a casa l’ombrellone, rimpiangono la foca monaca ma non esitano ad entrare nelle grotte con i gommoni, amano visceralmente la natura ma poi postano su facebook la predatoria raccolta di decine di chili di funghi. Sorvoliamo: chi non ha peccato scagli la prima lenza con una decina d’ami.
Dunque, perché non chiedere l’intensificazione dei controlli ed invocare invece l’istituzione di un nuovo ente che amministri le zone a, b e c. Alle quali forse poi si aggiungeranno le b1, b2, e d. e che comprenderanno sette isole tra le quali destreggiarsi come in una intricata battaglia navale? Un nuovo ente, tradotto in linguaggio comune significa incarichi, stipendi, privilegi, burocrazia. Significa che ci sarà un consiglio di amministrazione, degli impiegati, la possibilità per pochi, i veri cultori dell’ambiente, di poter godere di ciò che al popolo bue e sporcaccione sarà negato per sempre. Quando si dice che la riserva porterà nuove possibilità di sviluppo si pensa al proprio?
D’altro canto, la costituzione di un nuovo ente scaricherà di colpo molte delle responsabilità di controllo e tutela che adesso sono di pertinenza degli organismi pubblici, e questo è un miraggio non da poco. Dunque, da una parte la possibilità di acquisire lo sviluppo di nuovi incarichi, dall’altro il progetto di sottrarsi alle proprie responsabilità ed oneri.
Chiarisco: sono favorevole all’istituzione di vincoli ancora più stringenti degli attuali, di studi sull’ecosistema ancora più approfonditi ma vorrei che fossero gli organi dello stato a farli rispettare, le università ad indagare e non pseudo intellettuali e pseudo cultori dell’ambiente riuniti in un organismo burocratico destinato a consumare risorse anziché produrle. Purtroppo non ho soltanto il sospetto che un nuovo ente faciliterà la proliferazione di marche da bollo, versamenti, tasse e sanzioni anziché fauna ittica. Lo spettro che mi vince è l’idea che un giorno mentre le golette dei privilegi godranno delle nostre coste, noi saremo costretti ad ammirarle da una congrua ed igienica distanza. A quel punto tutto sarà compiuto ed il progetto finalmente realizzato.
Leggo, tra le motivazioni favorevoli, che la riserva oltre a produrre sviluppo economico, ma già su questo ho espresso le mie perplessità, eviterebbe l’inquinamento prodotto dai diportisti e dalle piccole imbarcazioni che offrono escursioni. Abbiamo dei dati precisi su questo? È possibile che 60/70 giorni di attività l’anno determinino danni così ingenti da compromettere l’ecosistema, distruggere fondali marini, depauperare la fauna, soffocare la posidonia (laddove esiste)? Sono più ecologici gli orribili campi boa che degradano interi tratti di mare o forse sono più redditizi? Infine si lamenta la diminuzione di fauna ittica per via della pesca intensiva. Se è così non serve una riserva, serve intervenire sulla pesca stabilendo prescrizioni e limiti ancora più severi e fare in modo che vengano rispettati.
Non sono per niente convinto della necessità di istituire una riserva con annesso corollario burocratico, ma se qualcuno ha delle argomentazioni valide sono disposto a cambiare idea. Le motivazioni favorevoli che sino ad oggi ho sentito mi preoccupano, sia per gli scarsi contenuti sia per i toni. Pazienza, finirò nella parte sbagliata della lavagna, ma non vorrei deludere qualcuno, ricordo che la patente di ambientalista si acquisisce soltanto con i comportamenti e non con i pregiudizi.
Ripascimento e protezione Sabbie nere di Vulcano, a che punto siamo? L'interrogazione di Gugliotta (Vento Eoliano)
Al Sindaco del Comune di Lipari Rag. Marco Giorgianni
E p.c. Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente
INTERROGAZIONE: Ripascimento e messa in protezione spiaggia Sabbie Nere di Vulcano
Considerata
- la sempre più critica situazione in cui versa la spiaggia Sabbie Nere, dell’isola di Vulcano, a causa di un permanente e lento processo di erosione;
- la campagna di sensibilizzazione mediatica volta alla tutela e alla messa in sicurezza della spiaggia succitata promossa dal Gruppo “Salviamo le Spiagge Nere di Vulcano”, coordinata dal presidente del Comitato.
Richiamata
E p.c. Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente
INTERROGAZIONE: Ripascimento e messa in protezione spiaggia Sabbie Nere di Vulcano
Considerata
- la sempre più critica situazione in cui versa la spiaggia Sabbie Nere, dell’isola di Vulcano, a causa di un permanente e lento processo di erosione;
- la campagna di sensibilizzazione mediatica volta alla tutela e alla messa in sicurezza della spiaggia succitata promossa dal Gruppo “Salviamo le Spiagge Nere di Vulcano”, coordinata dal presidente del Comitato.
Richiamata
- l’ interrogazione del 23.07.2014 prot. N. 19793 con la quale l’odierno scrivente Le chiedeva di riferire nel dettaglio circa le prospettive di ripascimento e messa in protezione della spiaggia le Sabbie Nere di Vulcano ;
- la successiva richiesta di convocazione del Consiglio Comunale di cui all’oggetto e il conseguente ordine del giorno deliberato a tutela della spiaggia Sabbie Nere, con il quale si impegnava l’Amministrazione Comunale a rendersi parte diligente per reperire i fondi necessari alla messa in sicurezza della spiaggia.
Con la presente, ivi integralmente richiamato l’Ordine del Giorno approvato in data 28.10.2014 relativo al ripascimento e messa in sicurezza della spiaggia Sabbie nere di Vulcano , giusta delibera n. 73/14 C.C. , si chiede di riferire circa gli ulteriori sviluppi afferenti la messa in sicurezza ed il ripascimento della spiaggia Sabbia Nere di Vulcano.
Confidando in una vostra repentina risposta porgiamo Cordiali saluti.
D.ssa Annarita Gugliotta (Cons. Com. “Vento Eoliano”)
- la successiva richiesta di convocazione del Consiglio Comunale di cui all’oggetto e il conseguente ordine del giorno deliberato a tutela della spiaggia Sabbie Nere, con il quale si impegnava l’Amministrazione Comunale a rendersi parte diligente per reperire i fondi necessari alla messa in sicurezza della spiaggia.
Con la presente, ivi integralmente richiamato l’Ordine del Giorno approvato in data 28.10.2014 relativo al ripascimento e messa in sicurezza della spiaggia Sabbie nere di Vulcano , giusta delibera n. 73/14 C.C. , si chiede di riferire circa gli ulteriori sviluppi afferenti la messa in sicurezza ed il ripascimento della spiaggia Sabbia Nere di Vulcano.
Confidando in una vostra repentina risposta porgiamo Cordiali saluti.
D.ssa Annarita Gugliotta (Cons. Com. “Vento Eoliano”)
Libertylines stabilizza personale nei cantieri HSC di Trapani. 50 passaggi a tempo indeterminato entro il 2016.
Comunicato Liberty Lines
Tra gli impegni dell’azienda quello di dare stabilità ed occupazione in una Regione che certamente soffre in modo preoccupante il fenomeno della disoccupazione. Proprio nella scorsa settimana, Libertylines ha proceduto alla stabilizzazione definitiva di dieci metalmeccanici che sono attualmente impegnati nella costruzione del nuovo aliscafo che sostituirà il Masaccio sulle rotte verso le Isole Eolie. Un risultato eccezionale che sottolinea come l’Azienda è impegnata non solo nel raggiungere obiettivi importanti per dare sempre un servizio all’altezza delle aspettative dei milioni di passeggeri annuali ma anche proiettata a disegnare un futuro sempre più indirizzato sul lancio definitivo della propria cantieristica di Trapani. Proprio per questo motivo i piani aziendali prevedono, entro la fine del 2016, di procedere a stabilizzare nel proprio organico altre 40 unità. In totale si tratta di circa cinquanta passaggi a tempo indeterminato che dimostrano come la visione generale dell’azienda e la mission dei prossimi anni siano di livelli ben superiori alla media nazionale. Libertylines è orgogliosa dei risultati conseguiti e da conseguire che pongono l’azienda su un livello occupazionale ai vertici del mercato del lavoro europeo e ben sopra gli standard nazionali. In un periodo nel quale la crisi economica continua a rappresentare una realtà con la quale ci si deve confrontare, Libertylines è riuscita a diventare l’esempio della controtendenza dando opportunità occupazionale concreta e stabile a 50 lavoratori.
Sarà presentata a Catania la nuova carta geologica della Sicilia
Venerdì 21 ottobre 2016 alle 9.30 presso l’Aula Magna del Rettorato - Università degli Studi di Catania, sarà presentata la nuova Carta Geologica della Sicilia, alla scala 1:250.000, pubblicata a distanza di 128 anni dalla prima e unica edizione ufficiale a scala regionale esistente, edita da Baldacci (1886) e inserita nel primo volume delle Memorie Descrittive della Carta Geologica d’Italia. La nuova carta geologica della Sicilia, pubblicata dall’Università degli studi di Catania (UniCT) in collaborazione con la Sezione di Catania dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (CT-INGV), rappresenta il coronamento di un’attività pluridecennale di ricerca e di "terreno". Tale carta è allegata e descritta nel Volume XCV delle Memorie Descrittive della Carta Geologica d’Italia "Geologia della Sicilia", pubblicato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA)-Servizio Geologico d’Italia.
TERMINATO IL WORKSHOP PER CREARE PROGETTI ECOLOGICI. MAREVIVO INVITA I GIOVANI DELLE SCUOLE ALLE SUE ATTIVITA’ NELLA SUA OASI NATURALE (A SICULIANA MARINA)
COMUNICATO
Come sviluppare un progetto Giovani No Profit – Open beach? E come quelli per promuovere l’iniziativa Delfini Guardiani e altre iniziative educative, di sfondo ecologista, e da destinare a tutti gli alunni delle scuole? E come pensare e scrivere un programma di alternanza scuola – lavoro?
A queste domande hanno risposto, durante lo scorso week end, gli esperti di Marevivo Sicilia insieme a Arpa Sicilia che hanno promosso due giornate formative a più di trenta giovani che hanno seguito l’incontro alla Baia del Corallo. I ragazzi, tutti siciliani, provenivano da diverse parti dell’Isola e anche dalle isole minori. E sono giunti alla Baia muniti di un grande bagaglio culturale e di un alto livello di qualità.
“Si tratta principalmente di laureati specializzati con più di un master nel campo dell’ecologia marina e delle scienze ambientali – raccontano gli organizzatori – E hanno già maturato esperienze di dottorato e attività di ricerca portate avanti in università italiane. Con noi si sono confrontati sui temi dell’educazione e della tutela ambientale e con lavori di gruppo con il dibattito strutturato hanno presentato le loro idee e i loro progetti di un incredibile spessore educativo e scientifico”.
I giovani e gli esperti sono partiti dal presupposto che “l’unica via percorribile per un reale sviluppo sostenibile della nostra regione è il campo delle scienze naturali, che devono camminare di pari passo con l’intuizione e l’ingegno per mettere a frutto le risorse uniche e preziose del nostro territorio”. Occorre quindi, trovare una convergenza tra sviluppo economico e tutela ambientale. E, se si riusciranno a sfruttare con ingegno le risorse del territorio, i ragazzi “potranno finalmente lavorare e non essere costretti a lavori che non rispondono alle loro vocazioni e qualità”.
“Il risultato delle giornate di formazione assicura l’impegno e l’entusiasmo di questi giovani nella nuova progettualità di Marevivo – annunciano gli organizzatori alla fine della giornata - Il loro contributo giungerà all’associazione attraverso le idee vincenti dei giovani studenti che parteciperanno alle attività proposte con i progetti e con tutta l’offerta didattica ed educativa che l’associazione ha strutturato per l’anno scolastico in corso”.
Marevivo, infatti, lancia visite didattiche, escursioni, campus, sport, momenti dedicati all’arte e alla cultura, azioni di rispristino di spazi pubblico per sviluppare l’impegno civico, laboratori scientifici e mostre, attività di sperimentazione e ricerca, alternanza scuola/lavoro. “Sarà possibile partecipare a queste iniziative presso l’Oasi naturale di Marevivo e il Centro di Educazione Ambientale che l’associazione ha allestito in un immobile sequestrato alla criminalità organizzata a Siculiana Marina”.
Grazie alle alleanze con tante altre associazioni e con enti prestigiosi di ricerca, e con l’aiuto di tantissimi giovani professionisti dell’ecologia, Marevivo assicura un nuovo modo di vivere una visita didattica o un’escursione e mette le basi ad una nuova didattica, che prendendo spunto dalla realtà, dalla sperimentazione sul campo e dall’osservazione diretta, può continuare autonomamente in aula, offrendo ampi spunti all’orientamento professionale e alla crescita civile e sociale dei nostri giovani studenti.
A queste domande hanno risposto, durante lo scorso week end, gli esperti di Marevivo Sicilia insieme a Arpa Sicilia che hanno promosso due giornate formative a più di trenta giovani che hanno seguito l’incontro alla Baia del Corallo. I ragazzi, tutti siciliani, provenivano da diverse parti dell’Isola e anche dalle isole minori. E sono giunti alla Baia muniti di un grande bagaglio culturale e di un alto livello di qualità.
“Si tratta principalmente di laureati specializzati con più di un master nel campo dell’ecologia marina e delle scienze ambientali – raccontano gli organizzatori – E hanno già maturato esperienze di dottorato e attività di ricerca portate avanti in università italiane. Con noi si sono confrontati sui temi dell’educazione e della tutela ambientale e con lavori di gruppo con il dibattito strutturato hanno presentato le loro idee e i loro progetti di un incredibile spessore educativo e scientifico”.
I giovani e gli esperti sono partiti dal presupposto che “l’unica via percorribile per un reale sviluppo sostenibile della nostra regione è il campo delle scienze naturali, che devono camminare di pari passo con l’intuizione e l’ingegno per mettere a frutto le risorse uniche e preziose del nostro territorio”. Occorre quindi, trovare una convergenza tra sviluppo economico e tutela ambientale. E, se si riusciranno a sfruttare con ingegno le risorse del territorio, i ragazzi “potranno finalmente lavorare e non essere costretti a lavori che non rispondono alle loro vocazioni e qualità”.
“Il risultato delle giornate di formazione assicura l’impegno e l’entusiasmo di questi giovani nella nuova progettualità di Marevivo – annunciano gli organizzatori alla fine della giornata - Il loro contributo giungerà all’associazione attraverso le idee vincenti dei giovani studenti che parteciperanno alle attività proposte con i progetti e con tutta l’offerta didattica ed educativa che l’associazione ha strutturato per l’anno scolastico in corso”.
Marevivo, infatti, lancia visite didattiche, escursioni, campus, sport, momenti dedicati all’arte e alla cultura, azioni di rispristino di spazi pubblico per sviluppare l’impegno civico, laboratori scientifici e mostre, attività di sperimentazione e ricerca, alternanza scuola/lavoro. “Sarà possibile partecipare a queste iniziative presso l’Oasi naturale di Marevivo e il Centro di Educazione Ambientale che l’associazione ha allestito in un immobile sequestrato alla criminalità organizzata a Siculiana Marina”.
Grazie alle alleanze con tante altre associazioni e con enti prestigiosi di ricerca, e con l’aiuto di tantissimi giovani professionisti dell’ecologia, Marevivo assicura un nuovo modo di vivere una visita didattica o un’escursione e mette le basi ad una nuova didattica, che prendendo spunto dalla realtà, dalla sperimentazione sul campo e dall’osservazione diretta, può continuare autonomamente in aula, offrendo ampi spunti all’orientamento professionale e alla crescita civile e sociale dei nostri giovani studenti.
La Voce Eoliana: Gozzi decorati e triremi per accedere senza problemi all'AMP
I dubbi degli albergatori di Panarea ( e degli Eoliani tutti) sono stati finalmente fugati dalla brillante proposta di inserire gli scogli antistanti l'isola in zona B della AMP( la cui istituzione, a questo punto, non avrebbe più senso avversare) così da consentire alle masse festanti di visitatori di poterli raggiungere "a remi" e fare finalmente il bagno nelle loro acque cristalline.
Entusiasmo tra i barcaioli dell'isola che hanno già avviato una selezione di nerboruti elementi tra i propri associati e ordinato ad alcuni mastri d'ascia di Acitrezza una decina di gozzi decorati mutuando gli stilemi ed i colori tipici dei carretti siciliani.
Si tratta di mezzi che possono trasportare sino a quattro persone (barcaiolo escluso) e che si ritiene siano in numero sufficiente a far fronte alla quarantina di ospiti che continueranno a frequentare Panarea una volta istituita la AMP.
Qualora si dovesse presentare la (remota invero) necessità di trasportare una intera comitiva i barcaioli del posto stanno valutando la possibilità di realizzare una imbarcazione sulla falsariga delle triremi romane (prive però del rostro di prora per motivi di sicurezza) a bordo delle quali gli estasiati visitatori, sistemati sul ponte superiore, potranno godere delle balsamiche inalazioni salsoiodiche del mare nostrum in zona B solo marginalmente disturbate dalle urla provenienti dal sotto coperta, effetto delle scudisciate del capo voga sulle schiene dei vogatori.
La soluzione di tale, comunque fastidioso, effetto collaterale è allo studio degli stessi barcaioli che pensano di rivestire il cielo del sotto coperta con un impasto di argilla e pagliuzze sì da ridurre la propagazione delle lamentazioni all'esterno.
Come si vede: tanto allarmismo per nulla, tutto si risolve all'interno della AMP e schiattino pure i "tromboni ed i talebani".
La Voce Eoliana
Entusiasmo tra i barcaioli dell'isola che hanno già avviato una selezione di nerboruti elementi tra i propri associati e ordinato ad alcuni mastri d'ascia di Acitrezza una decina di gozzi decorati mutuando gli stilemi ed i colori tipici dei carretti siciliani.
Si tratta di mezzi che possono trasportare sino a quattro persone (barcaiolo escluso) e che si ritiene siano in numero sufficiente a far fronte alla quarantina di ospiti che continueranno a frequentare Panarea una volta istituita la AMP.
Qualora si dovesse presentare la (remota invero) necessità di trasportare una intera comitiva i barcaioli del posto stanno valutando la possibilità di realizzare una imbarcazione sulla falsariga delle triremi romane (prive però del rostro di prora per motivi di sicurezza) a bordo delle quali gli estasiati visitatori, sistemati sul ponte superiore, potranno godere delle balsamiche inalazioni salsoiodiche del mare nostrum in zona B solo marginalmente disturbate dalle urla provenienti dal sotto coperta, effetto delle scudisciate del capo voga sulle schiene dei vogatori.
La soluzione di tale, comunque fastidioso, effetto collaterale è allo studio degli stessi barcaioli che pensano di rivestire il cielo del sotto coperta con un impasto di argilla e pagliuzze sì da ridurre la propagazione delle lamentazioni all'esterno.
Come si vede: tanto allarmismo per nulla, tutto si risolve all'interno della AMP e schiattino pure i "tromboni ed i talebani".
La Voce Eoliana
"Pescando" nell'archivio video di Eolienews : Diversamente abili del club "Arietta" di Messina. Tre giorni alle Eolie: Gita con l'Aliante (Maggio 2013)
Quarantacinquesima puntata della nostra rubrica. Oggi: Diversamente abili del club "Arietta" di Messina. Tre giorni alle Eolie: Gita con l'Aliante (Maggio 2013)
Accadde oggi...alle Eolie
18/10/2013
Concorso grafico "L'Esercito Mio". Premio per il liparese Gaetano Mario Natoli
http://eolienews.blogspot.it/2013/10/concorso-grafico-lesercito-mio-premio.html
Concorso grafico "L'Esercito Mio". Premio per il liparese Gaetano Mario Natoli
http://eolienews.blogspot.it/2013/10/concorso-grafico-lesercito-mio-premio.html
AMP delle Isole Eolie un compromesso non è assolutamente controproducente (di Saverio Merlino)
In tutto il pianeta terra le aree marine protette sono la cura per l'ambiente marino ammalato e dappertutto ottengono il doppio risultato di moltiplicare le riserve ittiche (mantenendo la biodiversità) e di prolungare la stagione turistica, con indubbi benefici economici oltre che ambientali.
Anche in Italia si istituiscono aree marine protette senza tanti ostacoli invece nelle Eolie, da moltissimi anni, si fa tanta fatica anche solo a parlarne.
Bisognerebbe rendersi conto, a mio avviso, che l’esigenza primaria per le nostre isole dovrebbe essere quella di curare il mare, fonte del 90% del vivere, in tutti i sensi, per noi isolani.
Si dice che molti siano contrari all'Amp. Per quello che sento, invece, e per quello che si vede negli incontri pubblici avviati, già dopo un minimo di informazione, ci si rende conto che sola una minoranza di concittadini in ordine sparso rimane contraria all’Amp.
Intanto, tra quelle che si sono riunite, nessuna associazione ha chiuso l’incontro con un no assoluto, anzi tutte si sono espresse a favore.
Per questo sono sempre convinto e continuo ad insistere che è fondamentale organizzare incontri formativi/informativi.
Mi rendo conto che non è sempre possibile riportare in modo esaustivo le diverse posizioni nel vivace dibattito in corso sull'istituzione dell'area marina protetta delle Isole Eolie.
E credo ormai, seguendo da vicino il dibattito che, anche in questo caso, "un compromesso non è assolutamente controproducente".
Sono convinto che serva anche per l’istituzione dell’Amp delle Eolie raggiungere un compromesso fra le esigenze di conservazione e tutela dell'ecosistema marino e il tessuto sociale ed economico rappresentato dall’amministrazione locale, che dovrà fare sintesi delle necessità dei portatori di interesse.
Un confronto, da attuare su tavoli tecnici, magari promossi dall’amministrazione comunale con la presenza di organismi decisionali ministeriali, potrebbe accelerare il processo in corso.
Da questi confronti tecnici potrebbe nascere il compromesso necessario, di cui scrivevo, frutto di un venirsi incontro, non del rintanarsi in posizioni preconcette, pregiudiziali e/o ideologiche.
Lipari, 18 ottobre 2016
Saverio Merlino
Anche in Italia si istituiscono aree marine protette senza tanti ostacoli invece nelle Eolie, da moltissimi anni, si fa tanta fatica anche solo a parlarne.
Bisognerebbe rendersi conto, a mio avviso, che l’esigenza primaria per le nostre isole dovrebbe essere quella di curare il mare, fonte del 90% del vivere, in tutti i sensi, per noi isolani.
Si dice che molti siano contrari all'Amp. Per quello che sento, invece, e per quello che si vede negli incontri pubblici avviati, già dopo un minimo di informazione, ci si rende conto che sola una minoranza di concittadini in ordine sparso rimane contraria all’Amp.
Intanto, tra quelle che si sono riunite, nessuna associazione ha chiuso l’incontro con un no assoluto, anzi tutte si sono espresse a favore.
Per questo sono sempre convinto e continuo ad insistere che è fondamentale organizzare incontri formativi/informativi.
Mi rendo conto che non è sempre possibile riportare in modo esaustivo le diverse posizioni nel vivace dibattito in corso sull'istituzione dell'area marina protetta delle Isole Eolie.
E credo ormai, seguendo da vicino il dibattito che, anche in questo caso, "un compromesso non è assolutamente controproducente".
Sono convinto che serva anche per l’istituzione dell’Amp delle Eolie raggiungere un compromesso fra le esigenze di conservazione e tutela dell'ecosistema marino e il tessuto sociale ed economico rappresentato dall’amministrazione locale, che dovrà fare sintesi delle necessità dei portatori di interesse.
Un confronto, da attuare su tavoli tecnici, magari promossi dall’amministrazione comunale con la presenza di organismi decisionali ministeriali, potrebbe accelerare il processo in corso.
Da questi confronti tecnici potrebbe nascere il compromesso necessario, di cui scrivevo, frutto di un venirsi incontro, non del rintanarsi in posizioni preconcette, pregiudiziali e/o ideologiche.
Lipari, 18 ottobre 2016
Saverio Merlino
Riflessione di Ruben Piemonte sull'AMP delle Eolie
Gent.mo Direttore,
approfitto dello spazio che molto cortesemente mette a disposizione sulla sua testata per condividere qualche riflessione sulla ormai istituenda AMP delle Isole Eolie.
Ho l’impressione che a distanza di qualche centinaio di anni si stia ripresentando la stessa scena di quando Cristoforo Colombo, proprio in questi giorni di Ottobre del 1492 sbarcò sulla spiaggia di San Salvador e portò delle casse contenenti “doni” , parola che sarebbe meglio tradurre in “ciarpame”( specchietti, campanelle, perline colorate), da scambiare con le ricchezze degli indigeni.
Anche da noi, a fronte di una cessione delle nostre ricchezze naturali e soprattutto della nostra sovranità sulla libera fruizione delle isole, vengono portati in dono fantomatici incrementi di turismo e di pescato, l’oro blu che viene spesso citato in alcune trasmissioni televisive, una specie di “pagherò”: intanto diamo tutto al padrone della AMP, poi un giorno, forse avremo in cambio più turisti e più pesce.
Per la mia esperienza diretta posso dire che il trend di demolizione delle barche da pesca non è stato minimamente modificato dalla istituzione della amp alle Egadi, e la pesca miracolosa con incrementi del 400% come si legge su alcuni giornali ( non si sa bene certificata da chi) rimane prerogativa solo dei Vangeli.
La AMP, comunque la si voglia inquadrare, ha un padrone, l’ente gestore ed il suo responsabile, ed una oligarchia incarnata dalla sua commissione di riserva, con il suo presidente, e dal comitato tecnico scientifico; tutti posti di lavoro che sono ambiti e costituiscono merce pregiata in campagna elettorale; ma attenzione i posti di lavoro non sono per i locali ma per i nominati dalla politica di diverso ordine e grado, con la scusa delle competenze specifiche, o dei famosi titoli “comparativi”.
Infatti a ben riflettere se ad interessare fosse veramente la tutela dell’ambiente, si sarebbe dato seguito immediato, già da tempo, a tutte le attività possibili per evitare lo sversamento in mare di liquami terrestri non trattati e delle acque di ritorno dai dissalatori, oppure si sarebbe realizzata una raccolta rifiuti degna di un paese civile ( anche se pochi lo sanno, la spazzatura accumulata nei e vicino ai cassonetti o in mezzo alla strada ,come avviene a Lipari, produce liquami pericolosi per la salute e per l’ambiente).
A proposito, ma gli scarichi delle fogne e del dissalatore dove vanno a finire nelle Eolie? Gli effluenti sono controllati in modo da verificarne la rispondenza con i parametri stabiliti dalle norme? Chi li controlla? Chi lo denuncia?
Anche immaginando che sia il Comune a governare, le cose non andrebbero meglio, sia perché non ha le competenze ( a meno di non assumere consulenti) sia perché abbiamo l’esempio di come questa estate non sia riuscito a dare compimento alle richieste semplici della ordinanza della CP sulla balneazione, nemmeno nelle attività banali come per esempio installare i cartelli informativi o le boe di segnalazione per le zone sicure dedicate ai bagnanti o quelle per individuare i corridoi di lancio per le unità a motore che si avvicinano alla spiaggia ( non so se vi è capitato, ma in Agosto sulle spiagge di Canneto vicino Calandra o vicino alla banchina sembra di essere in Normandia nel D-Day per il numero di mezzi da sbarco che ingoiano o vomitano turisti ben oltre il limite consentito dalle norme), o più semplicemente raccogliere la spazzatura dai cestini montati sui pali delle bandiere blu.
Anche nelle Egadi pensavano che sarebbero stati i residenti a governare, invece oggi hanno capito che non è così, ma ormai è troppo tardi.
Noi siamo ancora in tempo….
Non voglio quindi entrare nel merito della auto-sostenibilità economica delle amp, basta andare su internet e vedere quante raggiungono il pareggio di bilancio.
Tutto nella AMP viene autorizzato dai “signorotti feudali” , nuovi “vassali e valvassori”, ai residenti o pescatori “servi della gleba” a fronte di pagamento ridotto ed ai turisti a fronte di un pagamento meno ridotto.
Tutte le unità e le attività sono contingentate a discrezione dell’ente gestore e non solo nelle zone A come vorrebbe far credere qualche anima pia. Inoltre i permessi di accesso per lavoro ( tipo traffico passeggeri, noleggio, etc..) alle zone A,B,e C sono annuali, quindi se per una stagione il residente ha lavorato non è detto che l’anno successivo lo farà di nuovo.
E il titolo di “residenza” non costituisce un vero discriminante, infatti in altre amp il problema degli esterni è stato risolto trasferendo la residenza della loro attività in un magazzinetto artatamente affittato per la stagione.
Leggo su FB tante idee come per esempio mettere un limite ai turisti giornalieri, o farli arrivare a Lipari con le barche al traffico e poi portarli in escursione con le barche locali ( ma le barche al traffico locali che fine fanno?) che hanno in comune il fatto di essere campate in aria e fisicamente non realizzabili perché le norme esistenti sulla libera concorrenza nei mercati non lo permetterebbero.
Ma facciamo qualche esempio.
Si potrebbe pensare di limitare gli accessi ai turisti che arrivano con i mezzi di linea (aliscafi e navi)? Non si può fare e non mi dilungo a spiegare motivi ed interessi sia delle compagnie di navigazione sia di tutte quelle attività che vivono con i giornalieri. Inoltre quest’anno il grosso incremento avuto nel turismo delle isole italiane è stato proprio di questo tipo e soprattutto non è avvenuto in misura preponderante nei luoghi tutelati dalla amp; si sa che la motivazione è nella instabilità socio-politica di aree che prima attiravano i turisti come l’Egitto o la Tunisia.
Si potrebbe pensare di far trasferire i turisti dalle grosse barche che partono da Milazzo su quelle più piccole di Lipari: chi vende l’escursione col trasbordo sarebbe molto penalizzato dalla quota da versare alla barca locale probabilmente tanto da cessare l’attività, ma prima di farlo protesterebbe con il referente politico che girerebbe le proteste alla regione etc. etc.; poi per ogni barca da 300 persone a Lipari ci vorrebbero almeno 25 barche a noleggio (non locazione) da 12 (il limite massimo ammesso dalle norme) oppure un’altra barca grossa altrettanto, ma perché dovrebbero trasbordare se l’impatto ambientale delle due unità è lo stesso? Se il problema è la residenza, si risolve velocemente con il magazzino di cui ho già detto; inoltre come per le auto in città, è palese che 25 piccole barche hanno un impatto ambientale maggiore di una singola barca grossa ( infatti a terra gli ambientalisti caldeggiano il trasporto collettivo rispetto a quello personale), quindi perché trasbordare?
Per quanto riguarda la normativa ambientale deve essere reso noto a tutti che già la legislazione vigente impone sia alle unità al traffico sia a quelle da pesca che al naviglio commerciale di adempiere a tutte le misure applicabili in base alla data di costruzione ed alle tipologie di naviglio e relative al contenimento delle acque di sentina, dei liquami e delle antivegetative, quindi ben poco può fare in più la amp, considerando anche il fatto che in nessuna di esse, attualmente in vigore in Italia ci sono limitazioni di ingresso in funzione delle caratteristiche dell’unità ma al limite applicando il principio “ se paghi non inquini” si tratta di versare contributi più o meno pesanti legati al punteggio dell’unità calcolato in modo a volte bizzarro dall’ente gestore.
Inoltre le leggi sulla tutela del mare impongono che nel porto, in ogni porto, ci siano impianti di raccolta per le acque oleose, i liquami, le batterie, gli olii esausti e tanto altro; dove sono queste strutture alle Eolie? Si dovrebbero realizzare prima di istituire la AMP?
Questa estate alcuni rappresentanti della amministrazione si sono vantati di avere accolto a Lipari o comunque nelle acque eoliane grandi yacht ed in numero significativo; hanno fatto bene a vantarsi, ma non sanno, o fingono di non sapere, che nel caso di istituzione di una amp, tutti questi signori non torneranno sia perchè non vogliono combattere con la burocrazia della amp, sia perché non potrebbero ancorare o far fare il bagno ai loro ospiti come in passato ( confrontate i numeri degli yacht tra le Eolie e le Egadi se non vi fidate). Queste imbarcazioni e navi sono certificate al meglio della normativa ambientale attualmente applicabile quindi hanno un bassissimo, o addirittura nullo, impatto ambientale ma un grandissimo effetto sulla economia locale a cominciare dal carburante che acquistano sul posto così come la cambusa o i ristoranti che gli ospiti a bordo frequentano assiduamente. Con la amp, che magari indica tra le zone ad interdizione totale gli isolotti di Panarea o i faraglioni come sembra sia stato fatto nello studio di qualche anno fa, salutiamo cordialmente queste unità e le invitiamo ad andare altrove.
Ora è bene chiarire che chi non è favorevole alla istituzione della amp a Lipari non è un predone o un bracconiere, ha solo qualche informazione sullo stato delle cose in altri posti già impigliati nei lacciuoli delle amp e teme che lo stesso accada a casa sua. L’isola è e deve essere prima di tutto degli isolani!
E a proposito di ignoranza e di falsa informazione vorrei segnalare, sempre in base alla mia esperienza diretta, che l’idea di trasformare i pescatori in guide turistiche , barcaioli o guardiani della amp è solo propaganda anche abbastanza stupida, per molti motivi tra cui: è vietato dalle norme, i pescatori vogliono, e soprattutto sanno, fare i pescatori, altrimenti avrebbero fatto altro.
La pesca-turismo che si avvicina a questa “soluzione” non ha portato quei benefici che a suo tempo avevano propagandato, tanto è vero che sono sempre meno le barche che ne fanno istanza, sia per la solita burocrazia che parassita dietro sia per i costi che devono sostenere. In qualche trasmissione televisiva si è pubblicizzata la barca che porta a pesca i turisti e poi prepara a bordo il pescato: nella realtà non si può fare perché le norme sulla somministrazione a bordo dei pasti sono molto stringenti e con grande difficoltà una barca da pesca potrebbe adeguarvisi, soprattutto se di modeste dimensioni.
Se si vuole tutelare il mare delle Eolie ci sono altri strumenti più flessibili e più direttamente controllabili, come per esempio:
-far rispettare le norme che già esistono ( basta guardare una carta nautica o leggere le ordinanze della CP in vigore );
-concordare con il mondo della pesca ( che già si è dimostrato disponibile), i lori consulenti scientifici, e le Capitanerie di Porto delle zone dove periodicamente viene vietata la pesca e dei tempi di fermo biologico sincronizzati con gli effettivi periodi di riproduzione delle varie specie (non come quelli di oggi…) permettendo così il ripopolamento e senza che si debba rinunciare a fare il bagno o navigare nell’area;
-installare dei dissuasori per la pesca a strascico nelle poche zone dove ancora viene praticata alle Eolie ( sembrerà strano ai sostenitori della amp, ma si possono posare sul fondo anche in zone che non sono A, B, o C !!!)
- copiare dai più bravi ossia guardare come fanno all’estero dove le aree sono tutelate, ma la fruizione è garantita per tutti senza pagare balzelli ma solo attuando comportamenti rispettosi dell’ambiente e di buon senso.
Probabilmente ormai “tutto è compiuto” e le nostre sono solo chiacchiere inutili, perché “Vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, e più non dimandare” come diceva Virgilio, e lui non era in campagna elettorale!
L’unica consolazione potrebbe essere quella che essendo la amp fatta all’italiana, anche i controlli saranno fatti all’italiana e quindi in pratica ognuno farà ciò che vuole, solo raramente qualcuno pagherà; la amp sarà forte con i deboli e debole con i forti, in piena conformità al modo italiano di fare le cose.
Tutte quelle barriere innalzate per tenere lontani gli altri non sono altro che gabbie in cui resteremo imprigionati noi.
approfitto dello spazio che molto cortesemente mette a disposizione sulla sua testata per condividere qualche riflessione sulla ormai istituenda AMP delle Isole Eolie.
Ho l’impressione che a distanza di qualche centinaio di anni si stia ripresentando la stessa scena di quando Cristoforo Colombo, proprio in questi giorni di Ottobre del 1492 sbarcò sulla spiaggia di San Salvador e portò delle casse contenenti “doni” , parola che sarebbe meglio tradurre in “ciarpame”( specchietti, campanelle, perline colorate), da scambiare con le ricchezze degli indigeni.
Per la mia esperienza diretta posso dire che il trend di demolizione delle barche da pesca non è stato minimamente modificato dalla istituzione della amp alle Egadi, e la pesca miracolosa con incrementi del 400% come si legge su alcuni giornali ( non si sa bene certificata da chi) rimane prerogativa solo dei Vangeli.
La AMP, comunque la si voglia inquadrare, ha un padrone, l’ente gestore ed il suo responsabile, ed una oligarchia incarnata dalla sua commissione di riserva, con il suo presidente, e dal comitato tecnico scientifico; tutti posti di lavoro che sono ambiti e costituiscono merce pregiata in campagna elettorale; ma attenzione i posti di lavoro non sono per i locali ma per i nominati dalla politica di diverso ordine e grado, con la scusa delle competenze specifiche, o dei famosi titoli “comparativi”.
Infatti a ben riflettere se ad interessare fosse veramente la tutela dell’ambiente, si sarebbe dato seguito immediato, già da tempo, a tutte le attività possibili per evitare lo sversamento in mare di liquami terrestri non trattati e delle acque di ritorno dai dissalatori, oppure si sarebbe realizzata una raccolta rifiuti degna di un paese civile ( anche se pochi lo sanno, la spazzatura accumulata nei e vicino ai cassonetti o in mezzo alla strada ,come avviene a Lipari, produce liquami pericolosi per la salute e per l’ambiente).
A proposito, ma gli scarichi delle fogne e del dissalatore dove vanno a finire nelle Eolie? Gli effluenti sono controllati in modo da verificarne la rispondenza con i parametri stabiliti dalle norme? Chi li controlla? Chi lo denuncia?
Anche immaginando che sia il Comune a governare, le cose non andrebbero meglio, sia perché non ha le competenze ( a meno di non assumere consulenti) sia perché abbiamo l’esempio di come questa estate non sia riuscito a dare compimento alle richieste semplici della ordinanza della CP sulla balneazione, nemmeno nelle attività banali come per esempio installare i cartelli informativi o le boe di segnalazione per le zone sicure dedicate ai bagnanti o quelle per individuare i corridoi di lancio per le unità a motore che si avvicinano alla spiaggia ( non so se vi è capitato, ma in Agosto sulle spiagge di Canneto vicino Calandra o vicino alla banchina sembra di essere in Normandia nel D-Day per il numero di mezzi da sbarco che ingoiano o vomitano turisti ben oltre il limite consentito dalle norme), o più semplicemente raccogliere la spazzatura dai cestini montati sui pali delle bandiere blu.
Anche nelle Egadi pensavano che sarebbero stati i residenti a governare, invece oggi hanno capito che non è così, ma ormai è troppo tardi.
Noi siamo ancora in tempo….
Non voglio quindi entrare nel merito della auto-sostenibilità economica delle amp, basta andare su internet e vedere quante raggiungono il pareggio di bilancio.
Tutto nella AMP viene autorizzato dai “signorotti feudali” , nuovi “vassali e valvassori”, ai residenti o pescatori “servi della gleba” a fronte di pagamento ridotto ed ai turisti a fronte di un pagamento meno ridotto.
Tutte le unità e le attività sono contingentate a discrezione dell’ente gestore e non solo nelle zone A come vorrebbe far credere qualche anima pia. Inoltre i permessi di accesso per lavoro ( tipo traffico passeggeri, noleggio, etc..) alle zone A,B,e C sono annuali, quindi se per una stagione il residente ha lavorato non è detto che l’anno successivo lo farà di nuovo.
E il titolo di “residenza” non costituisce un vero discriminante, infatti in altre amp il problema degli esterni è stato risolto trasferendo la residenza della loro attività in un magazzinetto artatamente affittato per la stagione.
Leggo su FB tante idee come per esempio mettere un limite ai turisti giornalieri, o farli arrivare a Lipari con le barche al traffico e poi portarli in escursione con le barche locali ( ma le barche al traffico locali che fine fanno?) che hanno in comune il fatto di essere campate in aria e fisicamente non realizzabili perché le norme esistenti sulla libera concorrenza nei mercati non lo permetterebbero.
Ma facciamo qualche esempio.
Si potrebbe pensare di limitare gli accessi ai turisti che arrivano con i mezzi di linea (aliscafi e navi)? Non si può fare e non mi dilungo a spiegare motivi ed interessi sia delle compagnie di navigazione sia di tutte quelle attività che vivono con i giornalieri. Inoltre quest’anno il grosso incremento avuto nel turismo delle isole italiane è stato proprio di questo tipo e soprattutto non è avvenuto in misura preponderante nei luoghi tutelati dalla amp; si sa che la motivazione è nella instabilità socio-politica di aree che prima attiravano i turisti come l’Egitto o la Tunisia.
Si potrebbe pensare di far trasferire i turisti dalle grosse barche che partono da Milazzo su quelle più piccole di Lipari: chi vende l’escursione col trasbordo sarebbe molto penalizzato dalla quota da versare alla barca locale probabilmente tanto da cessare l’attività, ma prima di farlo protesterebbe con il referente politico che girerebbe le proteste alla regione etc. etc.; poi per ogni barca da 300 persone a Lipari ci vorrebbero almeno 25 barche a noleggio (non locazione) da 12 (il limite massimo ammesso dalle norme) oppure un’altra barca grossa altrettanto, ma perché dovrebbero trasbordare se l’impatto ambientale delle due unità è lo stesso? Se il problema è la residenza, si risolve velocemente con il magazzino di cui ho già detto; inoltre come per le auto in città, è palese che 25 piccole barche hanno un impatto ambientale maggiore di una singola barca grossa ( infatti a terra gli ambientalisti caldeggiano il trasporto collettivo rispetto a quello personale), quindi perché trasbordare?
Per quanto riguarda la normativa ambientale deve essere reso noto a tutti che già la legislazione vigente impone sia alle unità al traffico sia a quelle da pesca che al naviglio commerciale di adempiere a tutte le misure applicabili in base alla data di costruzione ed alle tipologie di naviglio e relative al contenimento delle acque di sentina, dei liquami e delle antivegetative, quindi ben poco può fare in più la amp, considerando anche il fatto che in nessuna di esse, attualmente in vigore in Italia ci sono limitazioni di ingresso in funzione delle caratteristiche dell’unità ma al limite applicando il principio “ se paghi non inquini” si tratta di versare contributi più o meno pesanti legati al punteggio dell’unità calcolato in modo a volte bizzarro dall’ente gestore.
Inoltre le leggi sulla tutela del mare impongono che nel porto, in ogni porto, ci siano impianti di raccolta per le acque oleose, i liquami, le batterie, gli olii esausti e tanto altro; dove sono queste strutture alle Eolie? Si dovrebbero realizzare prima di istituire la AMP?
Questa estate alcuni rappresentanti della amministrazione si sono vantati di avere accolto a Lipari o comunque nelle acque eoliane grandi yacht ed in numero significativo; hanno fatto bene a vantarsi, ma non sanno, o fingono di non sapere, che nel caso di istituzione di una amp, tutti questi signori non torneranno sia perchè non vogliono combattere con la burocrazia della amp, sia perché non potrebbero ancorare o far fare il bagno ai loro ospiti come in passato ( confrontate i numeri degli yacht tra le Eolie e le Egadi se non vi fidate). Queste imbarcazioni e navi sono certificate al meglio della normativa ambientale attualmente applicabile quindi hanno un bassissimo, o addirittura nullo, impatto ambientale ma un grandissimo effetto sulla economia locale a cominciare dal carburante che acquistano sul posto così come la cambusa o i ristoranti che gli ospiti a bordo frequentano assiduamente. Con la amp, che magari indica tra le zone ad interdizione totale gli isolotti di Panarea o i faraglioni come sembra sia stato fatto nello studio di qualche anno fa, salutiamo cordialmente queste unità e le invitiamo ad andare altrove.
Ora è bene chiarire che chi non è favorevole alla istituzione della amp a Lipari non è un predone o un bracconiere, ha solo qualche informazione sullo stato delle cose in altri posti già impigliati nei lacciuoli delle amp e teme che lo stesso accada a casa sua. L’isola è e deve essere prima di tutto degli isolani!
E a proposito di ignoranza e di falsa informazione vorrei segnalare, sempre in base alla mia esperienza diretta, che l’idea di trasformare i pescatori in guide turistiche , barcaioli o guardiani della amp è solo propaganda anche abbastanza stupida, per molti motivi tra cui: è vietato dalle norme, i pescatori vogliono, e soprattutto sanno, fare i pescatori, altrimenti avrebbero fatto altro.
La pesca-turismo che si avvicina a questa “soluzione” non ha portato quei benefici che a suo tempo avevano propagandato, tanto è vero che sono sempre meno le barche che ne fanno istanza, sia per la solita burocrazia che parassita dietro sia per i costi che devono sostenere. In qualche trasmissione televisiva si è pubblicizzata la barca che porta a pesca i turisti e poi prepara a bordo il pescato: nella realtà non si può fare perché le norme sulla somministrazione a bordo dei pasti sono molto stringenti e con grande difficoltà una barca da pesca potrebbe adeguarvisi, soprattutto se di modeste dimensioni.
Se si vuole tutelare il mare delle Eolie ci sono altri strumenti più flessibili e più direttamente controllabili, come per esempio:
-far rispettare le norme che già esistono ( basta guardare una carta nautica o leggere le ordinanze della CP in vigore );
-concordare con il mondo della pesca ( che già si è dimostrato disponibile), i lori consulenti scientifici, e le Capitanerie di Porto delle zone dove periodicamente viene vietata la pesca e dei tempi di fermo biologico sincronizzati con gli effettivi periodi di riproduzione delle varie specie (non come quelli di oggi…) permettendo così il ripopolamento e senza che si debba rinunciare a fare il bagno o navigare nell’area;
-installare dei dissuasori per la pesca a strascico nelle poche zone dove ancora viene praticata alle Eolie ( sembrerà strano ai sostenitori della amp, ma si possono posare sul fondo anche in zone che non sono A, B, o C !!!)
- copiare dai più bravi ossia guardare come fanno all’estero dove le aree sono tutelate, ma la fruizione è garantita per tutti senza pagare balzelli ma solo attuando comportamenti rispettosi dell’ambiente e di buon senso.
Probabilmente ormai “tutto è compiuto” e le nostre sono solo chiacchiere inutili, perché “Vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, e più non dimandare” come diceva Virgilio, e lui non era in campagna elettorale!
L’unica consolazione potrebbe essere quella che essendo la amp fatta all’italiana, anche i controlli saranno fatti all’italiana e quindi in pratica ognuno farà ciò che vuole, solo raramente qualcuno pagherà; la amp sarà forte con i deboli e debole con i forti, in piena conformità al modo italiano di fare le cose.
Tutte quelle barriere innalzate per tenere lontani gli altri non sono altro che gabbie in cui resteremo imprigionati noi.
Ruben Piemonte
lunedì 17 ottobre 2016
Ritrovato Lorenzo Lanzillo, il sub scomparso a Filicudi
E' stato ritrovato dall’equipaggio del peschereccio “Emilia” della famiglia santagatesi Armeli, a circa 20 miglia dalla costa, nel mare tra Alicudi e Sant'Agata Militello, il corpo di Lorenzo Lanzillo il 24enne subacqueo napoletano del quale non si avevano più notizie dal pomeriggio del 9 Ottobre, cioè da quando è uscito in mare a Filicudi, con un gommone e con il suo cane, per una battuta di pesca in apnea.
Il corpo dello sfortunato giovane, individuato mentre il peschereccio era intento alla pesca dei caponi, è stato poi preso in consegna dall'Autorità marittima di Sant'Agata Militello, giunta in zona con una motovedetta.
La famiglia è stata informata e dovrà procedere al doloroso rito del riconoscimento.
La famiglia è stata informata e dovrà procedere al doloroso rito del riconoscimento.
Catania: Santa Messa in ricordo dell’equipaggio del “Koala 7”
COMUNICATO
E' stato ricordato oggi nella sede della Base Aeromobili di Catania, a distanza di quindici anni, l'equipaggio dell'elicottero "Koala 7" della Guardia Costiera tragicamente scomparso la sera del 17 ottobre del 2001. A bordo del velivolo in dotazione alla 1^ Sezione Volo Elicotteri di Sarzana (SP), in quell'occasione impiegato in una esercitazione di "ricerca e soccorso" nel territorio di Grosseto (Monti dell'Uccellina), hanno perso la vita il Sottotenente di Vascello pilota Marco Parmeggiani, il Capo di 1^ Classe pilota Pasquale Esposito, il Capo di 3^ Classe Operatore di Volo Michelangelo D'Onofrio ed il Sottocapo Specialista di Bordo Massimo Pirrotta.
Al termine della Santa Messa, officiata dal Cappellano Militare Don Corrado Pantò, al quale hanno partecipato tutti gli "equipaggi" di volo in servizio presso la Base Aeromobili ed il 2° Nucleo Aereo, oltre ad una rappresentanza della Direzione Marittima della Sicilia orientale, è stata data lettura della "Preghiera del Marinaio".-
Catania, 17 ottobre 2016.
Al termine della Santa Messa, officiata dal Cappellano Militare Don Corrado Pantò, al quale hanno partecipato tutti gli "equipaggi" di volo in servizio presso la Base Aeromobili ed il 2° Nucleo Aereo, oltre ad una rappresentanza della Direzione Marittima della Sicilia orientale, è stata data lettura della "Preghiera del Marinaio".-
Catania, 17 ottobre 2016.
Alicudi: l’isola dove la leggenda è realtà (da lavocedinewyork.com)
(da lavocedinewyork.com) La chiamano l'isola delle femmine che volano, per via di un'allucinazione collettiva dovuta all'ingestione di segale cornuta andata a male. Le leggende non mancano nella selvaggia Alicudi, dove non ci sono automobili e il tempo è scandito dai traghetti in arrivo e in partenza
di Angela Iannone - 16 ottobre 2016
“Vedrai, questi tre giorni ti rimetteranno al mondo”, mi dice con aria soddisfatta la ragazza che sta viaggiando con me in traghetto. Lei, bresciana, ad Alicudi ci viene ogni anno praticamente da 10, più o meno in questo periodo, tra fine settembre e metà ottobre, o anche ad ottobre inoltrato, perché siamo in Sicilia e in Sicilia fa caldo. Non la considera una vacanza, ma una sorta di viaggio in una dimensione spazio-temporale estranea dove, senza voler far troppo i fricchettoni, ci si può riprendere se per caso ci si è un po’ persi di vista.
La mia decisione di scoprire l’isola più selvaggia delle Eolie non deriva però da alcun suggerimento sciamanico, bensì da una serie di voci, leggende e racconti che ho sentito su Alicudi e i suoi pochi abitanti. Più che sentiti, li ho visti anni fa in un documentario. Si intitola L’isola analogica, di Francesco Giuseppe Ragagnato, che nel 2007 si è recato ad Alicudi ad intervistare gli abitanti dell’ “isola delle femmine che volano”, così ancora la chiama qualcuno. Nel documentario si parla infatti di una sorta di allucinazione collettiva che intorno alla prima metà del Novecento gli abitanti di Alicudi ebbero in seguito all’assunzione di segale cornuta, ingerita attraverso pane, biscotti e pasta.
Alicudi, un’isola rocciosa e dunque dal terreno poco fertile, che non è mai stata isola di pescatori ma di agricoltori — per le barche ci voleva legno e qui di legna non ce n’era — che non poteva quindi permettersi di gettare sacchi di segale andata a male, senza però sapere dei fantasmagorici effetti che avrebbe procurato a grandi e piccoli quella pianta, la stessa da cui si ricava l’LSD.
“È vera questa storia?”, chiedo a Silvio, l’uomo più anziano dell’isola. Anziano non lo è per niente, visti i suoi 66 anni, ma il volto arso dal sole e scavato dall’acqua salata del suo mestiere lo fa sembrare più vecchio. “Certo”, mi risponde con tono per nulla sconvolto o sorpreso della mia domanda. E mi inizia a raccontare: “Una volta ero seduto proprio qui e ad un tratto un maiale enorme, ma enorme davvero, mi è passato davanti, ha scavalcato il muro e si è gettato sui sassi. Allora io ho scavalcato il muro per vedere che fine aveva fatto e non c’era. Ho pure visto se sui ciottoli si era fatta una forma, ché il maiale era pesante, ma niente, il maiale non c’era più. Allora mi sono messo paura e me ne sono tornato di corsa a casa, pure perché qua di maiali non ce ne stavano”. La mia espressione poco affascinata da questa storia – in fondo potrebbe essere stato anche frutto di un bicchiere di troppo – lo porta a sbottonarsi. Ed ecco la storia del cane bianco che si aggirava sull’isola, della signora vestita di bianco che parlava una lingua strana, dell’uomo con la pipa che vedevano tutti sempre allo stesso punto, delle donne che bevevano un’“acqua magica” ed erano in grado di volare fino a Palermo. Non tutte le storie sono state “vissute” personalmente da Silvio, ma sono frutto di narrazioni tramandate oralmente e raccontate a noi con tanta naturalezza e disinvoltura, come se quelle storie assurde, piene di nonsense, fossero davvero accadute.
Non c’è solo Silvio sull’isola, anche se è il personaggio più popolare: fino agli anni Cinquanta c’erano circa 600 abitanti; oggi, se d’estate il picco raggiunge le 700 persone, tra turisti e arcudari, in inverno la gente di Alicudi è veramente poca. Cinquanta, forse sessanta persone, molti dei quali tedeschi che anni fa abbandonarono la frenetica società dei consumi per rifugiarsi a Montagna, la località più remota di questa isoletta vulcanica. Ad Alicudi infatti non esistono macchine: i più fortunati hanno l’asino che trasporta le vivande (acquistate nelle uniche due botteghe alimentari presenti sull’isola) fin su in cima, dove si trovano le case dei residenti originari; non c’è illuminazione per le strade e non ci sono nemmeno le strade, ma tanti gradini e gradoni in pietra che occorre avere tanto fiato e un buon bastone per salirli.
Non esistono nemmeno le istituzioni: l’unico soggetto considerato “istituzionale” è il medico di guardia. Nel nostro caso la dottoressa Caterina, che da un paesino vicino Milazzo ha deciso di lavorare costantemente ad Alicudi. “Faccio i miei turni di 6 giorni tutti concentrati qui, 24 ore su 24, perché amo questo posto e amo le persone che lo abitano”. È a Caterina che si rivolgono quando ci sono dei diverbi, magari riguardanti confini di terreno, è a lei che le donne chiedono consigli, ma Caterina è ormai membro di questa grande famiglia, perciò può capitare di incontrarla in giro a mangiare un boccone con loro, oppure a passeggiare con gli anziani dell’isola e a scrutare il cielo per capire se domani si esce a buttare le reti oppure no. Caterina è l’unica che non abbandona mai il suo telefono cellulare e non si lascia mai catturare da quel senso di estraniazione proprio del luogo, perché anche se sono quattro gatti – gli abitanti, perché di felini ce ne sono e anche assai – l’emergenza è sempre dietro l’angolo.
Ad Alicudi o ci vieni e ci torni per sempre o non ci metti più piede. Te lo dicono tutti qui, un po’ amareggiati quando vedono i turisti scappare con l’aliscafo perché delusi che Alicudi non sia mondana come Lipari, Salina, Vulcano, persino Filicudi, talmente vicina che potresti quasi toccarla con il dito. Con loro, i turisti, c’è una sorta di odi et amo, perché sono figli del turismo frettoloso: arrivano, girano l’isola, purtroppo alcuni sporcano e poi vanno via. “Portano soldi, sì, ma pure scompiglio”, ci dice Riccardo, farmacista, arrivato qui con la sua famiglia che ancora portava i calzoncini ed ormai arcudaro adottato e perfettamente integrato nella comunità.
Contenti, seppur senza mai esternare troppo le emozioni, quando comprendono che non sei un turista come gli altri, che hai assimilato lo spirito dell’isola, che dimentichi di guardare l’orologio perché non serve, perché la giornata la puoi scandire tranquillamente in base all’arrivo degli aliscafi, momento “social” dell’isola, in cui tutti, arcudari e non, si ritrovano al porto per salutare chi va via ed accogliere chi arriva, dando loro le necessarie indicazioni per vivere. Lì ci sono gli alimentari, là c’è il bar, la posta è “più su” ma apre solo due volte a settimana. La scuola è “più in alto” e al momento è frequentata da quattro bambini, ma una l’anno prossimo inizierà la prima media e forse andrà via, a Salina. Se vuoi fare un tuffo segui la via centrale, l’unica che dal porto ti conduce alla spiaggia di ciottoli neri, oppure prendi una barca e vai a Bazzina, sulla costa orientale, raggiungibile anche a piedi dopo una faticosa ma affascinante passeggiata, con un panorama da togliere il fiato e perdere la vista nell’immensità del cielo e del mare che sono lì, davanti ai tuoi occhi, senza soluzione di continuità.
Per mangiare c’è il bar Airone; in alta stagione c’è anche un albergo, che a metà settembre però chiude la serranda; oppure si mangia da Silvio, a casa sua. “A casa mia un piatto pronto ce lo trovi sempre, pure se vieni a gennaio”. E che piatto: zuppa di pesce, frittura di totani appena pescati, cucunci (che altro non sono che i frutti dei capperi), uva dolcissima, vino e altri racconti. Come quello del tagliatore di trombe. “Ma chi te le dice tutte queste cose?”, mi chiede sorridente.
Silvio non è mai scocciato, mai. Lui che nel dopoguerra è partito per l’Australia (come tanti altri isolani) e che è tornato ad Alicudi “perché là il pesce non sapeva di niente”. O forse perché altrove sarebbe stato come un pesce fuor d’acqua e non potresti immaginarlo in nessun altro posto se non qui, su questa isola aspra e solare come il suo volto, a raccontarti della preghiera che gli insegnarono da giovane, la notte di Natale, per tagliare la tromba marina quando ti trovi in pericolo in mare. “La sanno tutti i pescatori”, dice, o meglio la sapevano, perché i giovani a queste cose non ci credono più. “E tu ci sei riuscito qualche volta a tagliarla?”, gli chiedo. Mi sorride, non mi risponde.
Poi prende Melania, un’astrofisica campana arrivata ad Alicudi in cerca di un weekend isolato e isolano, prende una corda spessa, da pesca, e lega le estremità ai suoi polsi. Poi prende un’altra corda e fa la stessa cosa con i suoi di polsi, intrecciando i cavi tra loro. “Se ti riesci a liberare, domani te ne vai, sennò rimani qui con me”. Lei osserva i nodi, poi inizia a girare per sbrigliare la matassa, sembra un po’ di giocare ad un Twister molto grossolano, d’altri tempi. Si ride tutti assieme, ma poi alla fine Melania capisce il trucco e si libera. A malincuore. Perché lei, come Giada, come la bresciana, e come me, da Alicudi non ce ne saremmo volute andare via mai più.
Milazzo: Usavano la smart card familiare per diffondere le partite nei loro locali. Sequestri e denunciati in tre (Fonte: Arma)
LEGIONE
CARABINIERI “SICILIA”
Comando Provinciale di Messina
__________
Comunicato stampa del 16 ottobre 2016
Compagnia di MILAZZO
Movida milazzese. Denunciati dai
CARABINIERI tre titolari di locali.
Week
end da dimenticare per alcuni titolari di esercizi commerciali a Milazzo. I
controlli alla movida infatti non hanno interessato solo i giovani avventori ma
questa volta hanno riguardato anche alcuni locali.
I
controlli dei Carabinieri della Compagnia di Milazzo questa volta non sono
stati dedicati alle classiche autorizzazioni di pubblica sicurezza per la
somministrazione di cibi e bevande, ma hanno riguardato la possibilità o meno
di offrire la possibilità di guardare live le partite di calcio, servizio
esclusivo della pay per view.
L’attività
ispettiva dell’Arma ha visto in campo anche alcuni ispettori della nota
emittente televisiva. I controlli infatti hanno consentito di appurare che
presso tre esercizi commerciali, i rispettivi titolari intestatari di un contratto
di tipo residenziale/familiare per un uso domestico e non commerciale delle
smart card della società televisiva, consentivano l’utilizzo all’interno dei
propri locali delle loro smart card, al chiaro scopo di permettere ad un numero
imprecisato di persone la fruizione del servizio, senza il consenso
dell’esercente l’attività di emissione televisiva.
L’operazione
portava al sequestro di 3 Smart card, due decoder e una smart cam.
Per
i titolari dei diversi esercizi ovvero una pizzeria, una sala da biliardo e un
circolo sportivo si tratta ora di rispondere del reato previsto dalla legge 633
del 1941 che tutela il diritto d’autore.
Formazione alle Eolie. Federalberghi organizza "Corso di introduzione al vino e approfondimento dei suoi abbinamenti col cibo"
Da oggi, alle Eolie, full immersion di quattro giorni per un’introduzione al vino e un approfondimento dei suoi molteplici abbinamenti col cibo. Si tratta di un’iniziativa organizzata da Federalberghi Isole Eolie attraverso il Fondo EAP Fonarcom. Al corso parteciperanno gratuitamente gli associati a Federalberghi e quanti sono già iscritti al fondo o abbiano già deciso di formalizzarne l’adesione.
Il “Corso di introduzione al vino e approfondimento dei suoi abbinamenti col cibo” permetterà di trattare argomenti quali: il metodo charmat e il metodo champenois, come riconoscere un vino dal suo contenitore, le diverse tipologie di bottiglie, i vitigni autoctoni e alloctoni e gli abbinamenti vino-cibo.
Negli ultimi anni, ha dichiarato Christian Del Bono - presidente di Federalberghi Isole Eolie - diverse nostre strutture hanno investito nell’enogastronomia, rendendola vero e proprio valore aggiunto ed elemento di attrazione dell’offerta. Nelle proposte di menu sempre più attenti e spesso a chilometro zero, l’abbinamento cibo-vino diventa fondamentale per esaltare la cucina dei nostri chef che in alcuni casi sono addirittura stellati.
Il “Corso di introduzione al vino e approfondimento dei suoi abbinamenti col cibo” permetterà di trattare argomenti quali: il metodo charmat e il metodo champenois, come riconoscere un vino dal suo contenitore, le diverse tipologie di bottiglie, i vitigni autoctoni e alloctoni e gli abbinamenti vino-cibo.
Negli ultimi anni, ha dichiarato Christian Del Bono - presidente di Federalberghi Isole Eolie - diverse nostre strutture hanno investito nell’enogastronomia, rendendola vero e proprio valore aggiunto ed elemento di attrazione dell’offerta. Nelle proposte di menu sempre più attenti e spesso a chilometro zero, l’abbinamento cibo-vino diventa fondamentale per esaltare la cucina dei nostri chef che in alcuni casi sono addirittura stellati.
AMP. Avanti se impariamo ad ascoltare e discutere (di Michele Giacomantonio)
(Michele Giacomantonio) Sabato si
sono svolti i primi incontri con le categorie sull'AMP. Io ho partecipato a
quella con gli albergatori. Due ore e mezzo di confronto sereno e produttivo.
Le preoccupazioni che mi sono parse più significative sono state due: una
sollevata da Francesco Subba non come ragioniere capo del Comune ma come
proprietario di immobili destinati all'accoglienza ed al commercio; l'altra
degli operatori turistici di Panarea.
Subba ha
posto un problema : la nostra convenienza ad investire immobili nel turismo ha
un margine minimo. Se si riduce il turismo usciamo fuori dal mercato e siccome
l'AMP rischia di ridurre il turismo di un certo tenore (yacht, motoscafi,
pescatori da diporto...) siamo contrari all'AMP. Un rilievo di non poco conto .
Ma si può replicare che una situazione senza regole o con regole insufficienti
come l'attuale sta compromettendo già oggi il nostro turismo: barconi d'assalto
che creano gravi problemi nelle isole, una fauna ittica sempre più povera, un
mare aperto a tutte le scorrerie di marinerie di altre zone e anche di altre
regioni, la nostra marineria in grave crisi, un inquinamento che le correnti
non riescono più a mascherare, ecc. Se non siamo ancora alla crisi è perché la
situazione mondiale con le guerre e il terrorismo nel Mediterraneo garantisco
ed incrementano il nostro flusso turistico. Ma fra cinque o anche dieci anni,
se scoppia la pace, che ne sarà del nostro benessere? Quindi non si può
rimanere inerti.
Gli
operatori turistici di Panarea sono preoccupati perché la perimetrazione
proposta quindici e più anni fa dal prof. Di Geronimo, vietando la balneazione
negli isolotti prospicienti l'isola li danneggerebbe gravemente. Ma si è fatto
loro osservare che quella perimetrazione
era già stata respinta ed annullata nel 2000 e che al Ministero dell'ambiente
si era cominciato a ragionare su perimetrazione più accettabili. Le zone A
venivano limitate alle Formiche e a Calajunco dove peraltro si poteva arrivare
a nuoto lasciando barche e motoscafi fuori dalla baia in un apposito campo boe.
Quanto agli isolotti si discuteva se declassificarli a zona B permettendo
l'accesso con le barche a remi e consentendo la balneazione.
La mia
impressione è che sulla strada dell'AMP si possa andare avanti se impariamo ad
ascoltare e discutere.
"Pescando" nell'archivio video di Eolienews : Canneto:Video (2° parte) Alunni del I:C."Lipari 1" al lavoro a conclusione del progetto "Amico Mare" (maggio 2013)
Quarantaquattresima puntata della nostra rubrica. Oggi: Canneto:Video (2° parte) Alunni del I:C."Lipari 1" al lavoro a conclusione del progetto "Amico Mare"
Val di chiesa: Il 22 Ottobre l' ammissione di Eugenio Giardinello tra candidati all'Ordine Sacro. A Novembre diverrà diacono permanente
Gent.mo Direttore,
la comunità ecclesiale eoliana si prepara a vivere un momento di grazia, il sig. Eugenio Giardinello il prossimo 22 ottobre alle 9.30 riceverà al Santuario Maria SS. del Terzito in Val di Chiesa, l'Ammissione tra i candidati all'Ordine Sacro durante la celebrazione presieduta dall'Arcivescovo Mons. Benigno Luigi Papa Amministratore Apostolica della Diocesi.
Da moltissimi anni svolge il prezioso servizio liturgico, catechistico e di carità nelle comunità parrocchiali del Comune di Leni ma non ha fatto mai mancare il suo aiuto anche nelle altre parrocchie dell'isola di Salina.
Il prossimo 11 novembre nella Cattedrale di Messina sarà ordinato Diacono permanente.
Il prossimo 11 novembre nella Cattedrale di Messina sarà ordinato Diacono permanente.
E' un dono per le Eolie e per la nostra Arcidiocesi.
Gli siamo vicini con la preghiera e gli facciamo tanti auguri per il sevizio al quale il Signore lo ha chiamato.
Padre Alessandro Lo Nardo
Padre Alessandro Lo Nardo
Accadde oggi...alle Eolie
17/10/2011
Prigionieri del mare in tempesta, rifocillati da un cittadino. E' accaduto a Canneto
Prigionieri del mare in tempesta, rifocillati da un cittadino. E' accaduto a Canneto
Riqualificazione cave pomice: ci sarà la presenza del direttore scientifico del Parco Vulcania
(di Angelo Sidoti) Il prossimo Workshop “Between the Wrinkles of an unexpected glacier – discovering Lipari pumice quarries” organizzato dal Comune di Lipari con la collaborazione del Politecnico di Milano nell’ambito del corso di Laurea Magistrale di Architettura – Progettazione Architettonica, Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni con il coinvolgimento di due Laboratori di Progettazione dello stesso Ateneo, vedrà la partecipazione del Prof. François Dominique de Larouzière, Direttore scientifico del Parco Vulcania, che ha visitato le nostre cave in numerose occasioni fin dal 1980.
Infatti, dopo una discussione con il Prof. Benjamin Van Van Wyk de Vries e il Geologo Nicola Quaranta del Consorzio TAIGA, nostro delegato, tenutosi a Vulcania abbiamo avuto la conferma della loro partecipazione all’avvio dei lavori del Workshop che si terrà a Lipari dal 04-08 Novembre 2016.
Vulcania è un parco di esplorazione della Terra e dei vulcani, proprietà del Consiglio Regionale Auvergne-Rodano-Alpi, nel centro-est della Francia.
Il Parco ha ricevuto più di 5,5 milioni di visitatori dal momento della sua apertura nel 2002. Il suo obiettivo: sviluppare il territorio regionale sul piano economico e turistico, e permettere ai visitatori di capire la storia della Terra e dei vulcani in un modo divertente e interattivo.
Ha dichiarato il Prof. François Dominique de Larouzière “La nostra esperienza può probabilmente essere interessante per l’isola di Lipari, secondo accordi di partenariato che rimangono da definire. Inoltre, sarebbe interessante stabilire stretti legami tra le nostre due province, con una caratteristica comune: un territorio la cui identità è fortemente impregnata da vulcani, e un notevole potenziale turistico. Si può sapere che la nostra regione, dove si trova la catena vulcanica dei Puys e la faglia di Limagne, è un candidato per il Patrimonio Mondiale elenco dall’UNESCO”.
Il prossimo evento, pertanto, con la partecipazione di Vulcania si arricchisce di una testimonianza valida sulla gestione di un parco tematico.
Infatti, dopo una discussione con il Prof. Benjamin Van Van Wyk de Vries e il Geologo Nicola Quaranta del Consorzio TAIGA, nostro delegato, tenutosi a Vulcania abbiamo avuto la conferma della loro partecipazione all’avvio dei lavori del Workshop che si terrà a Lipari dal 04-08 Novembre 2016.
Vulcania è un parco di esplorazione della Terra e dei vulcani, proprietà del Consiglio Regionale Auvergne-Rodano-Alpi, nel centro-est della Francia.
Il Parco ha ricevuto più di 5,5 milioni di visitatori dal momento della sua apertura nel 2002. Il suo obiettivo: sviluppare il territorio regionale sul piano economico e turistico, e permettere ai visitatori di capire la storia della Terra e dei vulcani in un modo divertente e interattivo.
Ha dichiarato il Prof. François Dominique de Larouzière “La nostra esperienza può probabilmente essere interessante per l’isola di Lipari, secondo accordi di partenariato che rimangono da definire. Inoltre, sarebbe interessante stabilire stretti legami tra le nostre due province, con una caratteristica comune: un territorio la cui identità è fortemente impregnata da vulcani, e un notevole potenziale turistico. Si può sapere che la nostra regione, dove si trova la catena vulcanica dei Puys e la faglia di Limagne, è un candidato per il Patrimonio Mondiale elenco dall’UNESCO”.
Il prossimo evento, pertanto, con la partecipazione di Vulcania si arricchisce di una testimonianza valida sulla gestione di un parco tematico.
domenica 16 ottobre 2016
Trema Panarea. Scossa di terremoto avvertita nell'isola
Una scossa di terremoto di magnitudo 2.7 è stata registrata alle 16 e 17 a Panarea.
La scossa, verificatisi nell'area della Calcara, ad una profondità di soli 10 km., è stata nettamente avvertita dalla popolazione.
Non si registrano danni
La scossa, verificatisi nell'area della Calcara, ad una profondità di soli 10 km., è stata nettamente avvertita dalla popolazione.
Non si registrano danni
Turista tedesca cade in dirupo, soccorsa a Palmeto dai vigili del fuoco.
Un complesso intervento di soccorso, considerato la zona alquanto impervia nella quale hanno dovuto operare, è stato effettuato oggi pomeriggio, in località Palmeto, dai vigili del fuoco del distaccamento di Lipari (caposquadra Nunzio Peditto).
I pompieri, ricevuta la richiesta di soccorso ed intervenuti in zona, hanno dovuto recuperare una turista tedesca che, durante una escursione in quella che è una delle zone più panoramiche dell'isola, è caduta in dirupo e non era più in grado di proseguire autonomamente.
La donna, trasferita sulla jeep, è stata poi trasportata sin sulla sede stradale, nei pressi delle Terme di San Calogero, dove ad attenderla vi era l'ambulanza del 118.
La donna - secondo quanto constatato dal medico in servizio sul mezzo di soccorso - ha riportato la frattura dell'arto inferiore destro. E' stata poi trasferita in ospedale per le prime cure, in attesa di essere trasferita fuori dall'isola in una struttura attrezzata.
Le foto sono di Claudio Biviano e della nostra redazione
Vigili del fuoco e 118 impegnati in una operazione di soccorso
Vigili del fuoco del distaccamento di Lipari e ambulanza del 118 impegnati, in questo momento, in una operazione di soccorso nell'area di San Calogero.
Coinvolti vi sarebbero - secondo indiscrezioni - dei turisti.
Vi aggiorneremo non appena possibile
Coinvolti vi sarebbero - secondo indiscrezioni - dei turisti.
Vi aggiorneremo non appena possibile
"Pescando" nell'archivio video di Eolienews : Canneto:Video (1° parte) Alunni del I:C."Lipari 1" al lavoro a conclusione del progetto "Amico Mare" (maggio 2013)
Quarantatreesima puntata della nostra rubrica. Oggi: Canneto:Video (1° parte) Alunni del I:C."Lipari 1" al lavoro a conclusione del progetto "Amico Mare"
AMP. La Voce Eoliana sugli incontri di ieri "Si è parlato del nulla..."
Riceviamo e pubblichiamo:
Ieri si sono svolti alcuni degli incontri programmati dall'amministrazione liparese sulla ventilata istituzione della AMP delle isole Eolie.
A quanto ne sappiamo - avendo partecipato, in quanto invitati da alcuni esponenti delle barche da traffico locali (anche se dobbiamo dire che l'amministrazione non ha posto vincoli di sorta alla partecipazione di chiunque) al solo incontro pomeridiano - il dibattito si è concentrato essenzialmente sulla richiesta di conoscere quello che ai vari operatori interessati sarà consentito di esercitare all'interno delle varie zone di riserva.
Come era naturale questa domanda non ha trovato risposta non essendo ancora stata proposta alcuna perimetrazione così come una ipotesi di decreto istitutivo e, men che meno, di regolamento attuativo.
In breve, come era fin troppo facile immaginare, si è parlato del nulla al di fuori della ferrea convinzione della amministrazione che l'AMP porterà sviluppo e benessere. Inutile è stato l'insistere, da parte di questa Associazione, perchè si portassero esempi concreti di gestione virtuosa e proficua di AAMMPP, per cui l'uditorio è rimasto nel limbo più assoluto.
In pratica un..."si a patto che" che di fatto suona come un "no salvo che".
L'unica nota interessante emersa dal dibattito è stata, a parer nostro, la disponibilità del primo cittadino a costituire una sorta di delegazione che possa visitare altre AAMMPP per verificarne l'organizzazione e, soprattutto, il gradimento ed i vantaggi o, di contro, l'avversione e gli svantaggi, da parte delle popolazioni interessate.
Lo prendiamo in parola ed attendiamo gesti concreti in tal senso.
Da parte nostra - nonostante qualche commento fuor di luogo da parte di elementi che, oltre a non conoscere il significato delle parole ("ignoranza": sostantivo femminile, "l'ignorare determinate cose, per non essersene mai occupato o per non averne avuto notizia"; Dizionario della lingua italiana Treccani) e parlare quindi a sproposito lasciandosi andare a commenti ed insinuazioni gratuite al limite dell'illecito penale - continueremo ad informare la gente spiegando senza preconcetti quali sono, nella stragrande maggioranza delle AAMMPP italiane, i contenuti dei decreti istitutivi e dei regolamenti attuativi. Decidano poi i cittadini se prevalgono i pro o i contro.
La Voce Eoliana.
A quanto ne sappiamo - avendo partecipato, in quanto invitati da alcuni esponenti delle barche da traffico locali (anche se dobbiamo dire che l'amministrazione non ha posto vincoli di sorta alla partecipazione di chiunque) al solo incontro pomeridiano - il dibattito si è concentrato essenzialmente sulla richiesta di conoscere quello che ai vari operatori interessati sarà consentito di esercitare all'interno delle varie zone di riserva.
Come era naturale questa domanda non ha trovato risposta non essendo ancora stata proposta alcuna perimetrazione così come una ipotesi di decreto istitutivo e, men che meno, di regolamento attuativo.
In breve, come era fin troppo facile immaginare, si è parlato del nulla al di fuori della ferrea convinzione della amministrazione che l'AMP porterà sviluppo e benessere. Inutile è stato l'insistere, da parte di questa Associazione, perchè si portassero esempi concreti di gestione virtuosa e proficua di AAMMPP, per cui l'uditorio è rimasto nel limbo più assoluto.
In pratica un..."si a patto che" che di fatto suona come un "no salvo che".
L'unica nota interessante emersa dal dibattito è stata, a parer nostro, la disponibilità del primo cittadino a costituire una sorta di delegazione che possa visitare altre AAMMPP per verificarne l'organizzazione e, soprattutto, il gradimento ed i vantaggi o, di contro, l'avversione e gli svantaggi, da parte delle popolazioni interessate.
Lo prendiamo in parola ed attendiamo gesti concreti in tal senso.
Da parte nostra - nonostante qualche commento fuor di luogo da parte di elementi che, oltre a non conoscere il significato delle parole ("ignoranza": sostantivo femminile, "l'ignorare determinate cose, per non essersene mai occupato o per non averne avuto notizia"; Dizionario della lingua italiana Treccani) e parlare quindi a sproposito lasciandosi andare a commenti ed insinuazioni gratuite al limite dell'illecito penale - continueremo ad informare la gente spiegando senza preconcetti quali sono, nella stragrande maggioranza delle AAMMPP italiane, i contenuti dei decreti istitutivi e dei regolamenti attuativi. Decidano poi i cittadini se prevalgono i pro o i contro.
La Voce Eoliana.
Accadde oggi...alle Eolie
16/10/2012
Nuova "visita" notturna al Conti. Opera dei soliti (ig)noti?
http://eolienews.blogspot.it/2012/10/nuova-visita-notturna-al-conti-opera.html
16/10/2011
Ludica Lipari. Tripi sigla la prima vittoria della stagione
http://eolienews.blogspot.it/2011/10/ludica-lipari-tripi-sigla-la-prima.html
Nuova "visita" notturna al Conti. Opera dei soliti (ig)noti?
http://eolienews.blogspot.it/2012/10/nuova-visita-notturna-al-conti-opera.html
16/10/2011
Ludica Lipari. Tripi sigla la prima vittoria della stagione
http://eolienews.blogspot.it/2011/10/ludica-lipari-tripi-sigla-la-prima.html
LA PAROLA. Video - commento al Vangelo di domenica 16 ottobre 2016
Commento a cura di don Giovanni Refosco, vicario dell'Unità pastorale Monte di Malo, Faedo, Priabona e Montepulgo.
Registrato nella chiesa parrocchiale di Monte di Malo, Vicenza.
Registrato nella chiesa parrocchiale di Monte di Malo, Vicenza.
Quando la solidarietà e l'amore per il prossimo non hanno confini: Matteo Mangano, un liparese volontario in Ruanda
Riceviamo da don Gaetano Sardella e pubblichiamo:
Carissimo direttore voglio condividere con Eolienews le prime foto di Matteo Mangano, un ragazzo della nostra Comunità che sta facendo volontariato in Ruanda, Africa . E sono felice che si è appoggiato ad una comunità della nostra Arcidiocesi .
Grazie Matteo siamo fieri di te .
Non è il cammino che è difficile ma è il difficile che deve diventare cammino . Un abbraccio dalle Eolie . Oggi a messa le farò vedere alla Comunità.
Buon lavoro e Dio ti benedica .
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