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giovedì 3 ottobre 2024

A Lipari il Congresso regionale di Pediatria e Neonatologia SIP-SIN 2024

Scrivono in una nota pubblicata su Servitalia i presidenti del congresso Caterina Cacace, Domenico Cipolla e Raffaele Falsaperla

Cari amici e colleghi,

quest’anno l’appuntamento annuale delle sezioni siciliane della SIP e della SIN, si svolgerà a Lipari dal 4 al 5 ottobre 2024.

La neonatologia e la pediatria in Italia sono in una fase di intense trasformazioni e cambiamenti. Innovazione tecnologica e ricerca da una parte, denatalità e aumento dei pazienti con malattie croniche, rare e complesse dall’altro rendono necessari nuovi approcci diagnostici, terapeutici e di prevenzione.

Anche in Sicilia si sente l’esigenza di adeguare i percorsi formativi alle nuove sfide assistenziali per rendere migliore e più omogeneo il contesto complessivo dell’area pediatrica, nel

territorio e in ospedale.

In questa logica di formazione integrata con ricerca e assistenza, si muoverà nel 2024 in Sicilia il congresso regionale di Pediatria e Neonatologia, che torna dopo oltre 40 anni nelle isole Eolie per marcare l’importanza di una pediatria che si impegni in percorsi di protezione della salute del neonato e del bambino in tutte le realtà, compresa quella delle isole minori.

Ci auguriamo di incontrarvi numerosi a Lipari.


I Presidenti del Congresso,

Caterina Cacace

Domenico Cipolla

Raffaele Falsaperla

Buon compleanno a...

...Marco Allegrino, Alessandro Puglisi, Mariangela Rando, Michele Maggio, Rosalba Zavone, Davide Osvaldo,Valentino Merlino, Gabriele Costanzo  


Il #pensiero di Don Bernardino Giordano: Luce e fotografia

Rifiuti, Regione presenta ad Anci un piano operativo decennale per le discariche pubbliche dismesse. Occasione per Lami?

COMUNICATO - Un piano operativo decennale per mettere in sicurezza e bonificare le discariche pubbliche dismesse dell’Isola e procedere al risanamento ambientale delle aree che risultano inquinate. Lo ha annunciato, d’intesa con il presidente della Regione Renato Schifani, l’assessore regionale all’Energia e ai Servizi di pubblica utilità Roberto Di Mauro nel corso di un incontro che si è svolto questa mattina con l’Anci Sicilia.

In particolare, l’assessore ha preannunciato che nei prossimi giorni sarà pubblicato un avviso pubblico con cui i Comuni potranno accedere alle risorse per eseguire le indagini necessarie per accertare l’attuale grado di contaminazione dei siti.

«L’iniziativa - ha detto Di Mauro - rientra nella più ampia azione che il governo Schifani sta ponendo in campo col primario interesse di tutelare l’ambiente e la salubrità dei luoghi. Il primo passo di un più articolato percorso volto a permettere ai Comuni che riscontreranno la persistente presenza di elementi inquinanti di procedere alla bonifica dei siti».

All’incontro, oltre all’assessore, erano presenti il dirigente generale del dipartimento Acqua e rifiuti Arturo Vallone e il capo di gabinetto dell’assessorato Filiberto Fiorito, oltre al presidente regionale dell’Anci Sicilia Paolo Amenta, il vice presidente Leonardo Spera e il segretario generale Mario Alvano. Prossimamente, sarà organizzato un nuovo confronto tra le parti al fine di effettuare una periodica verifica del corso e dello stato degli interventi. - 

NDD di Eolienews - Potrebbe essere l'occasione per mettere in sicurezza e bonificare la discarica di Lami?

Oggi, 3 ottobre: San Gerardo di Brogne


San Gerardo di Brogne
























Gerardo nacque intorno all'898 a Stapsoul, vicino a Lomme, nella regione di Namur. Era figlio di Sancio, proprietario di territori tra la Sambre e la Mosa, e da parte di madre era forse nipote del vescovo Stefano di Liegi. Il suo biografo dice che, a partire dalla sua giovinezza, fece mostra di rare qualità morali e fisiche e che si dedicò a una brillante carriera come cavaliere al servizio del conte Berengario di Namur. Un giorno che stava rientrando da una battuta di caccia, Gerardo, passando da una delle sue proprietà, entrò nella chiesa di Brogne. Volendo assistere alla messa chiese un sacerdote e, mentre lo aspettava, si raccolse e si addormentò. In sogno vide san Pietro passeggiare attorno a una piccola chiesa e invitarlo a costruire un oratorio e a farvi arrivare le reliquie di Eugenio, martire di Toledo. Gerardo domandò come fare, e san Pietro gli rispose che non esiste niente di impossibile per Dio" e che bisognava distruggere la chiesa esistente per rimpiazzarla con un edificio più grande di cui dava le dimensioni. Al suo risveglio, Gerardo decise di obbedire all'apostolo.

Senza dubbio Gerardo non sapeva niente sull'esistenza di S. Eugenio. La storia della 'traslazione di S. Eugenio a Brogne" ci dice che questo vescovo era stato compagno di S. Dionigi e che, mentre il secondo stava evangelizzando la regione parigina, egli giunse a Toledo dove operò numerose conversioni e fondò la cattedrale. Tuttavia, desideroso di rivedere l'amico Dionigi, Eugenio partì alla volta della Gallia; arrivato a Deuil (oggi DeuillaBarre, nella Val d'Oise), venne a conoscenza del martirio di Dionigi e dei suoi amici e compose un inno in loro onore. Fatto presto prigioniero dai pagani, venne a sua volta martirizzato. I suoi assassini ne gettarono il corpo nello stagno del Marchais, vicino a Deuil. In seguito, un proprietario del luogo sognò un vecchio che gli disse che avrebbe trovato il corpo di Eugenio e che avrebbe dovuto seppellirlo onorevolmente.

In compagnia di un rappresentante del vescovo Stefano di Liegi, Gerardo si recò inizialmente presso il priorato di Deuil, ove ricevette le reliquie di S. Eugenio, poi a SaintDenis, ove poté soggiornare per qualche tempo. La traslazione di S. Dionigi a Brogne venne compiuta nel mese di agosto del 919. Gerardo ricevette anche diversi oggetti, qualche manoscritto, un altare portatile, e pare che sia tornato con alcuni monaci di SaintDenis, che decisero di popolare il nuovo monastero. Con un atto che reca la data 2 giugno 919, Gerardo aveva stabilito d'impiegare parte delle rendite delle sue proprietà per questa fondazione. Il 27 agosto 921 ottenne un attestato d'immunità da Carlo il Calvo. E difficile sapere se Gerardo in quel momento fosse abate, oppure se abbia ottenuto la direzione dell'abbazia solo in un secondo tempo. Alcuni storici hanno supposto che egli avesse ricevuto l'ordinazione a sacerdote soltanto nel 927, e che prima di insediarsi definitivamente a Brogne avesse compiuto alcuni soggiorni d'istruzione a SaintDenis.

È noto che egli si recò a Tours per ottenere alcune reliquie di S. Martino e che là incontrò l'abate laico di S. Martino di Tours, Ugo il Grande, che era anche abate di SaintDenis. In una data che è difficile precisare, sotto l'episcopato del vescovo di Liegi Ricario, successore di Stefano (921945), l'oratorio fu benedetto, le reliquie messe in una cassa e il monastero posto sotto la protezione di S. Eugenio. Tali reliquie erano destinate a rimanere in quello stesso luogo eccetto che nel 954 quando, minacciate da un'invasione degli Ungheresi, i monaci si ritirarono momentaneamente a Namur. C. era stato tentato dalla vita eremitica. Le grandi foreste delle Ardenne che circondavano il monastero gli apparivano come un rifugio per prega solitudine: questo almeno è quanto riferis seconda Vita di Gerardo I monaci desideravano averlo come abate. Tuttavia, a causa della sua tà già conosciuta, Gerardo non era destinato a rimi a lungo a Brogne.

Le prime riforme di san Ghislano
Il duca Gisleberto di Lorena (m. 939) in essendo venuto a conoscenza della fama di Gerardo lo chiamò per riformare l'abbazia di S. Ghislano. Questa, fondata nel VII secolo, a partir dalla cella di un santo era stata distrutta durante le invasioni normanne, quindi era caduta in mano ai laici. Nel 930 furono ritrovate le reliquie di S. Ghislano. Si verificarono alcuni miracoli e il vescovo di Cambrai dette il via alla traslazione di queste reliquie nella chiesa di santi Pietro e Paolo, le pose in alto perché tutti potessero vederle e, forse, per metterle in salvo dai furti. Le reliquie, infatti, divennero oggetto di disputa tra il popolo di Mons e quello di Maubeuge. Fu istituito un collegio di canonici, che però non dette esempio di vita regolata. I canonici, in realtà, portavano in processione le reliquie per il vicinato solo al fine di incrementare le proprie rendite. Ora Gisleberto, che era già abate laico di Stavelot, di S. Massimino a '14reviri e di Echternach, voleva entrare in possesso di S. Ghislano, che si trovava nell'Hainaut. Come egli aveva introdotto la riforma per Stavelot, volle fado anche per S. Ghislano. Dopo aver avuto urta visione del santo fondatore che gli chiedeva di restaurare la regola benedettina, si rivolse a Gerardo intorno al 93 i, e lo nominò abate. Quest'ultimo riuscì a recuperare le terre che erano state date ai laici, a ricostruire l'abbazia e a restaurare le funzioni liturgiche. Permise dunque che a S. Ghislano si conducesse quella vita regolare che aveva conosciuto poco tempo prima delle invasioni normanne. Il suo successo arrivò sino in Fiandra, e fu allora che intervenne il conte Arnolfo.

Le riforme in Fiandra
In Fiandra, come dappertutto, le invasioni dei popoli scandinavi avevano fatto scomparire la vita regolare nelle abbazie, e i laici ne avevano approfittato. Molti monasteri erano stati trasformati in collegiate, vale a dire che i canonici vi conducevano una vita più o meno religiosa. Dopo il 918 la contea di Fiandra era amministrata da Arnolfo, detto Arnolfo il Grande (918965). Suo padre, Baldovino II, era riuscito a conquistarsi una contea che si estendeva al di là dei golfi dell'Yscr e dell'Aa, arrivava sino a Tournesais e oltrepassava, a sud, le colline dell'Artois. Arnolfo continuò la politica paterna e seppe approfittare in maniera stupefacente dei conflitti che vedevano opposti re carolingi contro principi robertingi e normanni. Era un valente cavaliere, spesso violento ma molto pio, e come molti dei suoi contemporanei amava collezionare reliquie. Desiderava che entro i confini della sua contea fosse restaurata la consuetudine religiosa nei numerosi monasteri. La Vita di Gerardo ci dice che Arnolfo, sofferente di calcoli renali, avendo sentito parlare dell'abate di Brogne chiese a quest'ultimo di venire. C. andò, persuase il conte che i suoi peccati erano all'origine della sua malattia e gli disse di riparare ai propri errori distribuendo i suoi beni; lo fece digiunare per tre giorni, celebrò la messa e infine operò la guarigione. Il conte offrì allora a Gerardo tutto ciò che volle. Questi rifiutò l'oro e l'argento, accettando infine solo qualche dono che distribuì ai poveri, ai monaci e al suo giovane monastero di Brogne. D'altra parte, Arnolfo fece stilare un atto in cui decise di donare un possedimento terriero al monastero di S. Pietro di Gand, in cui si trovavano sepolti i suoi genitori, c affidò la riforma di tale monastero all'abate Gerardo

S. Pietro di Gand (detta anche SaintPierreauMontBlandin) era stata fondata da S. Amando, con l'aiuto di Dagoberto, nel VII secolo. Un compagno di S. Amando, S. Bavone, aveva fondato un altro monastero che aveva ricevuto il suo nome e che era divenuto la cattedrale di Gand. Tra questi due monasteri esisteva, di conseguenza, una forte rivalità. Il conte Arnolfo decise di riformare anche il monastero di S. Bavone, di cui era abate laico. Gerardo fu nominato abate di S. Pietro, ma rifiutò questo titolo per S. Bavone. Fece porre, nel 946, le reliquie del santo all'interno del monastero restaurato e riuscì a raccogliere tutti i beni usurpati dai laici intorno al complesso. Nel 953 Gerardo ottenne la nomina ad abate di suo nipote Guido.

Le riforme degli abati di Gand ebbero conseguenze sulla vita monastica in Inghilterra, dove tutto era ancora da rivedere. Là moltissimi monasteri erano ancora affidati ai laici o popolati da canonici. A Glastonbury, S. Dunstano osservava la regola benedettina dal 940. Essendo stato esiliato nel 955 dal re Edwy, Dunstano si recò presso il conte di Fiandra Arnolfo il Grande e conobbe la riforma che Gerardo aveva messo in ano nei monasteri di Gand. Allorché fece ritorno in Inghilterra nel 957, Dunstano, dopo essere stato nominato vescovo quindi arcivescovo di Canterbury, applicò questa riforma nei monasteri dell'Inghilterra. Al sinodo di Winchester, nel 972, re Edgardo invitò a partecipare i monaci di Gand, nonché i monaci di FleurysurLoire, il re d'Inghilterra non poteva che accogliere bene lo spirito riformista di Gerardo che dava grande spazio al potere laico nella restaurazione delle abbazie.

Riforma di SaintBertin, SaintRiquier e SaintAMand

Il provvisorio insediamento di Dunstano a Gand non era fortuito, in quanto allora esistevano stretti vincoli tra la Fiandra e l'Inghilterra. All'epoca di Alfredo il Grande, alcuni monaci di SaintBerti n avevano già svolto un ruolo importante nella restaurazione dei monasteri inglesi. Nel 944, il conte Arnolfo recuperò l'abbazia di SaintBertin ed espresse la volontà di far riformare i monaci. Essi però si rifiutarono e la popolazione prese le loro parti. Alla fine qualche monaco rimase nell'abbazia mentre gli altri partirono alla volta dell'Inghilterra. Con l'aiuto di un monaco di SaintEvre di Toul e di Womar del Mon tBlandi n, Gerardo riformò SaintI3ertin di cui, nel 950, fu nominato abate un nipote di Arnolfo il Grande. Due anni prima Arnolfo aveva già approfittato della conquista di MontreuilsurMer per annettere SaintRiquier. Questa illustre abbazia, che aveva avuto i suoi momenti di gloria in epoca carolingia, aveva anch'essa sofferto le incursioni dei popoli scandinavi. Gerardo e Arnolfo vi posero un abate di nome Fulcherico. Nel 951, poiché Ugo il Grande aveva minacciato l'abbazia, le reliquie di SaintRiquier furono trasferite a SaintBertin.

Per inciso, l'abbazia di SaintRiquier doveva in seguito essere annessa definitivamente da Ugo Capeto. TI monastero di San Vedasto, al contrario, rimase in mano al conte di Fiandra e venne pure restaurato. Infine, Gerardo di Brogne influenzò in maniera considerevole la riforma della chiesa di SaintAmand. Il monastero, fondato a Elnone dal santo vescovo Amando, dall'inizio del X secolo era nelle mani della famiglia aristocratica degli Edward. 11 conte di Fiandra volle recuperare questo monastero, e nel 952 nominò il monaco Iieodrico abate di Elnone, in presenza dei vescovi di Cambrai, di Noyon, di lburnai e dell'abate Gerardo ra certo che Gerardo di Brogne svolse un ruolo determinante nel restauro del monastero di SaintAmand e che fu in grado, anche là, di recuperare i beni confiscati dagli aristocratici laici.

Riforma a Reims e tentativo di rifirma in Normandia
La contea di Fiandra e l'arcivescovato di Reims erano in relazione perché Arnolfo era il genero di Lrberto di Vermandois, che aveva posto il proprio figlio Ugo sul trono episcopale di Reims. Ugo, che era al tempo stesso abate di San Remigio a Reims, chiese a Gerardo di recarsi a restaurare quell'abbazia e lo nominò preposto. Ciò accadeva intorno al 940. Questa riforma venne in seguito completata da un monaco di
duca Riccardo era, come il suo collega Arnolfo, desideroso di trasformare i monasteri e di farne delle case di preghiera. Le abbazie di Jumièges e di Fontenelle erano state abbandonate al momento delle invasioni normanne e i monaci si erano ritirati all'interno dei territori. Quelli di Fontenelle (attualmente Saio tWandrille) avevano riparato nel nord e avevano portato le reliquie del loro kmdatore a Roulogne.

Il conte Arnolfo, appassionato di reliquie, era riuscito in compagnia di Gerardo a raccogliere questi tesori portandoli da Boulogne a Gand. Gerardo entrò così in relazione con la comunità di SaintWandrille. Nella stessa epoca, si dice, un certo Torf il Ricco era solito cacciare in una foresta in cui si trovava anche l'abbazia di SaintWandrille. Un cervo che egli stava inseguendo si rifugiò presso un altare della basilica in rovina. 'l'od, commosso da questo prodigio, decise di restaurare l'abbazia e di richiamare i monaci.

Secondo alcuni testi, Gerardo si sarebbe recato a Rouen presso Riccardo di Normandia intorno al 955, all'epoca in cui Arnolfo di Fiandra guidava una spedizione verso il sud. Ma non riuscì a convincere il duca di Normandia, e fu il suo discepolo Menardo, proveniente da un'importante famiglia della Lorena, a restaurare SaintWandrille nel 960. Vi riuscì così bene che il duca Riccardo Ti gli chiese di restaurare anche MontSaintMichel. Quanto a Gerardo, egli ritornò a Brogne portando un'insigne reliquia, poiché si trattava del cranio di S. Vandregisilo, attualmente conservato nell'abbazia di Marcdsous, presso Dinant.

La riforma di Gerardo
Non è possibile confrontare la riforma di Gerardo con quella di Cluny, sua contemporanea. Certamente, Gerardo é desideroso di osservare la regola benedettina e sacrifica le proprie ricchezze alla povertà monastica. Quando rifiuta l'oro e l'argento che gli promette il conte Arnolfo, egli risponde: "Abbiamo lasciato i beni che ci appartenevano, come potremmo accettare i beni degli altri? I monaci che su questa terra cercano a proprietà provano, con ciò, di non essere veri monaci. Se essi si attaccano al denaro sono solo lei lebbrosi. Accatastare ricchezze, cos'altro mesto per dei monaci se non una lebbra dell'Anima?". Ma Gerardo non sa immaginare un monastero senza beni fondiari, e tutti i suoi sforzi di restaurazione hanno per obiettivo il recupero delle terre abbandonate ai laici. Più restauratore che riformatore, vuole tornare alla situazione antecedente e ottenere delle restituzioni. Fa innalzare alcune costruzioni, vi pone reliquie, chiede ai monaci di aprire officine per gli amanuensi e di edificare delle biblioteche. Gerardo è un monaco di stampo carolingio: non riesce a immaginare un'abbazia indipendente dal potere temporale.

L'esenzione, che Cluny cercherà di ottenere, gli è totalmente estranea. Quando i principi, in particolare il conte di Fiandra, sono ben disposti alla riforma, occorre evidentemente collaborare con loro. Gerardo, per la sua origine sociale, si sente molto vicino al potere laicoaristocratico. D'altra parte, come restauratore vuole il ritorno alla regola di S. Benedetto; non ama i monasteri che alcuni canonici occupano non obbedendo a nient'altro che alla propria fantasia. La regola, nella sua perfezione e nella sua precisione, dev'essere seguita da tutti, dall'abate e dai monaci. Chiamato a dirigere numerose abbazie, Gerardo avrebbe potuto avere l'idea di costituire una sorta di famiglia di cui Brogne fosse il capo, ma anche qui si distingue dai Cluniacensi. A suo avviso ogni abbazia, sotto la protezione di un conte o di un duca, deve avere una certa autonomia.

Quanto alla spiritualità di Gerardo, è difficile farsene un'idea. I suoi biografi lo presentano come un devoto dell'eucaristia: nel corso della messa, che officia ogni giorno — fatto che all'epoca doveva essere eccezionale — si verificano alcuni miracoli, come la guarigione del conte Arnolfo o quella d'un vecchio cieco che si è lavato il volto con l'acqua che Gerardo si era fatto versare sulle mani durante le abluzioni liturgiche. Infine, come non ricordare la sua devozione per le reliquie? Al pari dei suoi contemporanei, Gerardo è alla ricerca di reliquie, siano esse quelle di S. Eugenio, di S. Vandregisilo o dei santi Innocenti che trasportò dalla chiesa di SalleslèsChimay. Egli ha bisogno di proteggersi, ma anche di avere un contatto diretto con i fondatori delle chiese. Se Eugenio è il santo patrono di Brogne, è per il fatto che è stato amico di Dionigi, secondo la tradizione discepolo di S. Paolo e inoltre martire.

La morte di Gerardo e il suo culto
Al termine della sua vita, Gerardo si sarebbe recato a Roma. Beneficiato da san Pietro di una visione in giovane età, avrebbe voluto così ringraziare il successore di Pietro e avrebbe inoltre ottenuto un privilegio da papa Stefano VIII. Alcune recenti ricerche hanno comprovato che tale atto è un falso fabbricato a Brogne a metà dell'XI secolo; d'altra parte Gerardo avrebbe potuto fare comunque un pellegrinaggio a Roma. Durante il viaggio si verificò un miracolo, poiché egli protesse il carro che stava per rotolare in un precipizio fra le Alpi con le pietre in porfido destinate ad abbellire la chiesa di Brogne. Gerardo mori il 3 ottobre 959. Filiberto, cappellano di Ottone I, gli successe in qualità di abate. Più d'un secolo dopo, un monaco di S. Ghislano scrisse una prima Vita su richiesta dell'abate di Brogne. Occorre attendere il marzo del 1131 perché papa Innocenzo II, che si trovava a Liegi, canonizzi Gerardo; cosa che venne ratificata dal concilio di Reims nell'ottobre del 1131. Le reliquie dell'abate furono trasportate in una cassa e vi rimasero sino al XVII secolo.

Nel 1617 fu adibita una nuova cassa e creata una confraternita in ordine di San Pietro e San Gerardo. L'abate di Brogne è venerato nelle abbazie da lui riformate, in particolare a S. Bavone di Gand, ma anche a Waulsort, che è stata riformata da vescovi lotaringi.

PRATICA. Per Dio nulla è impossibile, impariamo ad ammirare il Signore e a credere in lui in ogni momento della nostra vita

PREGHIERA. Oh Signore aiutaci nella preghiera e fa che il nostro Santo Gerardo interceda per noi.

Buongiorno...così!


 

mercoledì 2 ottobre 2024

Riaperto l'approdo per aliscafi. Dalla Gazzetta del sud del 2 ottobre 2024

Un articolo di Salvatore Sarpi dalla Gazzetta del sud del 2 ottobre 2021

E' uscito il romanzo: "L'isola dove volano le femmine", ambientato ad Alicudi (da liguriaDay.it)

Da poco è uscito il romanzo: L‘ isola dove volano le femmine, scritto da Marta Lamalfa e pubblicato da Neri Pozza. 
È una storia ambientata nei primi del novecento ad Alicudi, una delle isole Eolie, forse una delle meno ospitali, fatta da strade in salita ripide, da sciare, abitata da poche centinaia di persone. L’ autrice per caso legge degli articoli in cui si racconta che a un certo punto gli abitanti dell’ isola iniziano ad avere delle allucinazioni, si scoprirà poi essere dovute al pane di segale a cui erano spuntati dei piccoli corni neri, il pane infatti era stato contaminato da un fungo. 
Partendo da questo aneddoto, Marta Lamalfa costruisce un romanzo avvincente, raccontando di una famiglia, ma soprattutto di una bambina, Caterina e della difficoltà di crescere e diventare grande. Palmira, Caloria, Ferdinando e Nardino saranno alcuni dei personaggi a cui non si potrà fare a meno di affezionarsi e rimarranno sicuramente dentro la testa e il cuore del lettore anche dopo aver chiuso l’ ultima pagina.

Questo libro è frutto di una lunga ricerca e di tante ore di studio, dopo aver frequentato il laboratorio della Bottega di Narrazione, come racconta l’ autrice. Chissà che questo libro, la prossima estate non faccia venire voglia di visitare a molti le Isole Eolie e in particolare Alicudi, che solitamente rimane in fondo alla selezione delle sette sorelle. Intanto se volete saperne di più ne abbiamo parlato nell’ intervista intervista qui seguito.

Stromboli, trabocco lavico e spettacolo per i turisti. L'articolo dalla Gazzetta del sud del 2 ottobre 2024

 

Ivana Bonfante, il cordoglio del Centro Studi

CENTRO STUDI E RICERCHE DI STORIA E PROBLEMI EOLIANI

COMUNICATO STAMPA

Con grande tristezza il Centro Studi e Ricerche di Storia e Problemi Eoliani piange la scomparsa di Ivana Bonfante.

Socia del Centro Studi per tanti lunghissimi anni è stata importante e prezioso supporto di tante iniziative culturali sia a Lipari che a Roma, in particolare durante la presidenza di Anna Leone.

Alla famiglia va il nostro affetto, la nostra vicinanza e il più profondo cordoglio.

Lipari, 2 ottobre 2024

Centro Studi Eoliano

Eoliani che non ci sono più (Riproposizione III video - durata 5:19)

Chiude reparto di Oncologia al Papardo, ridotti i posti letto di Chirurgia vascolare e Chirurgia plastica

La Uil e la Uil Fpl di Messina sono venute venuta a conoscenza che, neigiorni scorsi, è stato chiuso il reparto di Oncologia del Papardo. Inoltre, il management dell’azienda ospedaliera, in modo fulmineo ed inaspettato, senza alcuna informativa alle organizzazioni sindacali, ha disposto anche la riduzione dei posti letto delle Unità operative di Chirurgia vascolare e di Chirurgia plastica e il contemporaneo trasferimento del reparto di Chirurgia vascolare nei medesimi locali in cui è ubicata l’unità operativa di Chirurgia plastica. Le organizzazioni sindacali hanno scritto una nota, a firma di Ivan Tripodi, e Livio Andronico, rispettivamente segretari generale della Uil e della Uil-Fpl, indirizzandola al governatore della Regione Sicilia, Renato Schifani, all’assessore alla Salute, Giovanna Volo, e al management del Papardo. 
“_Questa decisione è stata assunta senza l’adozione di alcun atto deliberativo di modifica dell’attuale atto aziendale regolarmente approvato dall’assessorato regionale alla salute. Inoltre, aspetto che appare gravissimo, è stata decisa la soppressione dei ricoveri nell’unità operativa di oncologia, garantendo soltanto l’attività di day hospital. E’ opportuno evidenziare che il reparto di oncologia, grazie all’impegno e alla professionalità degli operatori, è diventato un punto di riferimento della provincia di Messina. Tali improvvide decisioni, inoltre, farebbero aumentare i viaggi della speranza con pesantissimi disagi per i pazienti e per i loro familiari appesantendo ulteriormente il bilancio regionale. Tutto ciò rappresenta un punto di non ritorno che rischia di provocare un’ulteriore emergenza sociale. Com'è noto, l’ospedale Papardo era il fiore all’occhiello della sanità messinese e, paradossalmente, continua ad essere depotenziato con la conseguenza di un peggioramento del servizio sanitario pubblico offerto alla collettività. Non vorremmo assolutamente immaginare che l’attuale management abbia adottato i succitati provvedimenti per far fronte alle irragionevoli richieste imposte in sede di negoziazione del budget aziendale per rientrare, entro l’anno in corso, del debito ormai consolidato da anni pari a quindici milioni di euro. Si tratterebbe dell’ennesimo scippo nei confronti della sanità pubblica nel quadro di un disegno che punta, ormai, alla totale demolizione della stessa per favorire sempre più la sanità privata. Pertanto, chiediamo di rivedere urgentemente la negoziazione del debito e, contestualmente, di ripristinare i posti letto soppressi delle uu.oo. di chirurgia plastica e chirurgia vascolare. Inoltre, l’Unità operativa di oncologia deve poter sviluppare la propria attività assistenziale come previsto dalla rete ospedaliera e, pertanto, prevedere l’immediato rispristino dei ricoveri. Facciamo presente che in caso di inerzia, saranno intrapresele necessarie azioni ed iniziative sindacali a tutela dei cittadini utenti della provincia di Messina e per la salvaguardia del presidio ospedaliero Papardo e di tutti i suoi dipendenti sempre più minacciati"._

Lipari: Torna il 4 ottobre "La festa dei popoli". Tra gli ospiti Eugenio Bennato

Nella notte del 4 ottobre, la piazzetta di Marina Corta ospiterà ancora una volta un meticcio e bellissimo incontro di colori, mescolando e contaminando lingue, culture, sapori e suoni da tutto il mondo!
I rappresentanti di più di 14 comunità nazionali presenti nelle Isole Eolie offriranno assaggi delle pietanze tradizionali dei loro paesi.

Una notte di musica in cui si esibiranno: la Dj Lilith Primavera, la cantante romena Nicola Muntean e infine, rullo di tamburelli, Eugenio Bennato e i Taranta Power, che da sempre con la loro musica danno voce ai Sud del mondo.

Stromboli: Esaurita attività effusiva.

 L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che dall'analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza e da osservazioni di personale INGV in campo, si comunica che l'attività effusiva da tracimazione lavica dall'area craterica Nord segnalata nel comunicato delle ore 03:14 UTC (NDD. 05:14 ora italiana) del 1 ottobre si è gradualmente esaurita nelle prime ore del 2 ottobre. L'attività effusiva era stata caratterizzata da un iniziale alto tasso di emissione che aveva prodotto un flusso lavico che aveva raggiunto la linea di costa nella mattinata del 1 ottobre. La persistenza del fronte alla base della Sciara è stata tuttavia momentanea e già nel primo pomeriggio il fronte lavico era in arretramento. Al momento l'attività esplosiva ordinaria si pone su un livello basso e persiste una debole attività di spattering all'area Nord. Si osservano inoltre occasionali frane di materiale lungo la Sciara del Fuoco. Dal punto di vista sismico, l'ampiezza media del tremore si mantiene sul livello medio. Le stazioni clinometriche e GNSS di monitoraggio delle deformazioni del suolo non registrano variazioni significative.

Il #pensiero di Don Bernardino Giordano: Angeli custodi

Buon Compleanno a...

...Antonino Cafarella, Milena Grano, Ramona Biviano, Angelo Mirabito, Alina Maslowski, Erika Varro, Miriam Ziino, Benedetto De Mariano, Rosanna Giovenco

Eoliani e amici delle Eolie...che non ci sono più (88° puntata)

 In questo filmato: Albertina Portelli in Giampino, Alberto Alleruzzo, Alberto lo Monaco, Aldo Favaloro, Aldo Mollica, Aldo Russo, Alessandra Costa

Oggi, 2 ottobre: Santi Angeli Custodi. Festa dei nonni: Auguri!

È certo che agli Angeli è affidata la custodia degli uomini. Ecco quanto si legge nell'Esodo : « Ecco io manderò il mio Angelo, il quale ti vada innanzi e ti custodisca nel viaggio, e ti introduca nel paese che ti ho preparato. Onoralo, ed ascolta la sua parola, guardati dal disprezzarlo; poichè egli non ti perdonerà se farai male, essendo in lui il mio nome. Che se tu ascolterai la sua voce e farai tutto quello che io ti dico, io sarò nemico dei tuoi nemici, perseguiterò quelli che ti perseguitano ». 
Nel Vangelo: « Badate di non disprezzare uno di questi pargoli; perché io vi dico che gli Angeli loro, nei cieli, vedono continuamente il volto del Padre mio che è nei cieli ». 
La Chiesa, fedele interprete della parola di Dio, istituì l'odierna festa in onore degli Angeli Custodi, per eccitare i fedeli ad onorarli in modo particolare. Ed a ragione, perchè essi sono le nostre guide invisibili, che ci stanno continuamente ai fianchi nel pericoloso viaggio della vita, per difenderci da tuffi i pericoli dell'anima e del corpo. Che degnazione, e che amore! La Divina Maestà manda i suoi Angeli, cioè i suoi ministri, li manda a noi che siamo misere creature, affinché ci difendano dal male e ci conservino nel bene. E il nostro Angelo Custode ci libera dai pericoli e da ogni male; impedisce ai demoni di nuocerci e ci conserva nel bene; inoltre eccita in noi pensieri santi e sante ispirazioni, infine prende le nostre preghiere ed opere buone e le presenta a Dio. 
A questo riguardo è commovente la storia di Tobia. 

L'Arcangelo Raffaele, in forma di uomo, accompagnò il giovane Tobia nel lungo e pericoloso viaggio che fece a Rages; gli fece evitare cattivi incontri, gli procurò una santa consorte ed infine salvo e ricco di beni lo ricondusse al suo amato padre, al quale inoltre restituì la vista. 
Simili uffici di pietà e simile assistenza esercitano continuamente gli Angeli Custodi verso di noi. Conclude perciò S. Bernardo: « In qualunque circostanza, in qualunque luogo porta rispetto al tuo Angelo; non osare fare alla sua presenza ciò che non oseresti fare se io ti vedessi; poi in ogni tentazione, tribolazione, angustia, invoca l'Angelo tuo Custode, dicendogli: Salvami perchè perisco ». 

PRATICA — Recitare ogni sera l'Angelo di Dio. 

PREGHIERA. O Dio, che con ineffabile provvidenza ti degni di inviare i tuoi santi Angeli alla nostra custodia, fa' che siamo sempre da loro protetti e possiamo un giorno vederli in cielo.

Buongiorno... così!


 

martedì 1 ottobre 2024

E' deceduta Ivana Bonfante ved. Lorizio

Le onoranze funebri sono a cura della ditta 
Alfa & Omega di Lipari
Alla famiglia le nostre condoglianze

Salina, enogastronomia come volano. Dalla Gazzetta del sud del 1° ottobre 2024


 

Lipari, una palestra nell'area donata al Comune. Dalla Gazzetta del sud del 1° ottobre 2024

Spaccio e narcotraffico: 9 arresti nel messinese. Droga nascosta nei pasti nel carcere di Barcellona

Nove persone arrestate con l'accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e di far parte di due distinte organizzazioni criminali. Questo il bilancio ci un'operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, che ha coinvolto la Polizia di Stato del Commissariato di Milazzo, con il supporto della Squadra Mobile, delle Volanti, della Polizia Scientifica della Questura di Messina, del Commissariato di Barcellona Pozzo di Gotto, del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale e delle unità cinofile antidroga di Reggio Calabria.

Le indagini, avviate dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto e successivamente condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, hanno fatto emergere l'esistenza di un'associazione dedita al traffico di droga, che gestiva lo spaccio al dettaglio, anche all'interno della Casa Circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto.

La droga veniva introdotta nel carcere nascosta in pietanze consegnate a un detenuto, ritenuto il capo dell’organizzazione.

Le indagini avrebbero inoltre accertato che il detenuto, pur in carcere, impartiva ordini tramite un cellulare occultato, poi sequestrato, con l’aiuto della moglie, la quale eseguiva le sue direttive e gestiva i profitti.

L’organizzazione, operativa anche nel comune di Barcellona P.G., si occupava inoltre della vendita all'ingrosso di droga a un altro gruppo criminale, attivo principalmente a Milazzo e in altre aree limitrofe. Gli investigatori sono riusciti a documentare, in pochi mesi, numerosi episodi di acquisto e distribuzione della droga, destinata ai pusher locali per lo spaccio al dettaglio.

Le indagini si sono avvalse di intercettazioni telefoniche e ambientali, che hanno permesso di effettuare arresti e sequestri significativi prima che la droga raggiungesse il mercato. I profitti dell’organizzazione sarebbero stati utilizzati per acquistare beni di lusso, come gioielli e abiti firmati, consentendo ai membri di mantenere uno stile di vita superiore alle loro possibilità economiche lecite. Le transazioni avvenivano sia in contanti che attraverso versamenti su conti bancari riconducibili al gruppo criminale.

Un articolo di Salvatore Sarpi dalla Gazzetta del sud del 1° ottobre 2023

L'augurio del Conti alla neo dottoressa Sara Braì

COMUNICATO
L’ Istituto Conti apprende con gioia che la Dott .Sara Brai’ ha conseguito a Pavia,  con il massimo dei voti, la Laurea Magistrale in Biologia sperimentale e applicata, un brillante percorso cominciato a Lipari nella nostra scuola superiore .
Auguri di una carriera professionale di successo alla Dottoressa e un abbraccio alla sua mamma professoressa Anna Grazia Travia.

Convegno internazionale a Lipari "Difendere gli spazi sacri. Chiese e monasteri fortificati nel Mediterraneo medievale

Lipari (ME), 1 ottobre 2024 – Da silenziosi luoghi di culto a fortezze con torri merlate e cammini di ronda per il controllo del territorio fino al mare. È il destino che nel Medioevo è toccato a chiese, eremi e monasteri del Mediterraneo, con l’avanzata bellicosa di popolazioni dal nord, dall’est e dal sud. Un tema, quello della difesa degli spazi sacri, intorno al quale una trentina fra storici dell’architettura e dell’arte medievale e archeologi di prestigiosi atenei italiani e stranieri si incontreranno a Lipari (Me), dal 3 al 5 ottobre 2024, negli spazi del Parco Archeologico delle Eolie – Museo Archeologico Bernabò Brea della Regione Siciliana per confrontarsi sulle ultime ricerche scientifiche. Titolo del convegno “Difendere gli spazi sacri. Chiese e monasteri fortificati nel Mediterraneo medievale (IX e XIV secolo)”, secondo appuntamento internazionale sulle architetture medievali nel Mediterraneo che arriva dopo quello del 2022. Di scena sarà l’architettura religiosa fortificata dei paesi rivieraschi del “Mare Nostrum”: dalla Grecia al Marocco, dalla Croazia alla Tunisia, la Spagna, la Francia, Malta e l’Italia.


Il convegno è un progetto del Parco archeologico delle Eolie – Museo archeologico Bernabò Brea della Regione Siciliana e del Laboratoire d'archéologie médiévale et moderne en Méditerranée (LA3M) dell’Università Aix Marseille. Realizzato con il sostegno dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e del Dipartimento BBCC, è ideato da Rosario Vilardo, direttore del Parco, e da Fabio Linguanti, architetto PhD storia dell’architettura (Politecnico di Torino / LA3M - Aix Marseille Université), curatore scientifico della rassegna. Enti patrocinatori l’Università degli studi di Catania, l’Arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela e il Comune di Lipari.


Si inizia giovedì 3 ottobre, ore 14.30, negli spazi della Chiesa di Santa Caterina, alla presenza di Francesco Paolo Scarpinato (Assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana) e con gli interventi di Vilardo e Linguanti; di Monsignor Giovanni Accolla (Vescovo Archimandrita di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela); di Riccardo Gullo (sindaco di Lipari) e Anne Mailloux, archeologa medievista e direttrice del LA3M.


A seguire le relazioni di studiosi provenienti da Marocco (con Mounsif Ibnoussina, Cadi Ayyad University sulla Moschea di Tinmel, capolavoro d’arte, architettura e bastione sacro nella regione dell’alto Atlante, a Marrakech); Spagna (con Raoul Romero Medina, Uni Complutense Madrid, sulle architetture religiose fortificate in Andalusia, come espressione di potere piuttosto che spazi militari destinati alla difesa), Malta (con Charlene Vella, Uni Malta, sulle analogie strutturali fra il Forte sant’Angelo di Malta e le architetture ecclesiastiche normanne in Sicilia e nel regno di Napoli); Firenze (con Lamia Hadda, Uni Firenze, sulla grande Moschea di Suda, in Tunisia, e la sua doppia natura di luogo sacro e fortezza); Messina (con Marie Ange Causarano, archeologa Uni Messina sull’Abbazia di Casalvecchio Siculo, Messina, esempio di quella rete di monasteri italo-greci a cavallo dello Stretto) e infine da Catania (con Adriano Napoli, Uni Catania, sulle torri medievali dei monasteri di rito greco).

Tutto il convegno sarà fruibile in live streaming sulla pagina Facebook del Parco delle Eolie a questo indirizzo https://www.facebook.com/museoLipari


TUTTO IL PROGRAMMA

VENERDI’ 4 OTTOBRE

La seconda giornata del convegno vedrà le relazioni di studiosi provenienti da Croazia, Grecia, USA e dall’Italia (Bari, Catanzaro, Napoli, Roma e Firenze); una testimonianza di storia architettonico-artistica e di restauri con la presentazione del libro “I chiostri nell’area mediterranea”, a cura di Arianna Carannante e Fabio Linguanti (ed. All’insegna del Giglio): volume riepilogativo degli interventi esposti nel 2022, in occasione della prima edizione della rassegna dedicata al contesto dei chiostri medievali nel Mediterraneo. Interverranno Anne Mailloux (LA3M Aix-Marseille Université), Silvia Beltramo e Carlo Tosco (Politecnico Torino) e si tornerà a parlare anche del Chiostro di San Bartolomeo di Lipari, uno dei monumenti meno studiati del Mediterraneo medievale del quale adesso si delinea il quadro storico-costruttivo fissando una datazione più certa: chiesa e monastero furono realizzate in tre fasi vicine fra loro, un cantiere iniziato a Lipari alla fine dell’XI secolo e concluso nel primo ventennio del XII.

Si inizia da Istria e Dalmazia, con Miljenco Jurkovic, archeologo (Uni Zagabria), che parlerà di alcuni monasteri fortificati del litorale adriatico orientale; tre i contributi sulla Grecia con Athanasios Semoglou (Aristotele Uni Thessalonike) e gli studi sulle pitture murali bizantine nei monasteri del Monte Athos, centro spirituale la cui scuola di pittura influenzò l’arte ortodossa; l’archeologo Alessandro Taddei (Uni Sapienza, Roma) sul complesso monastico di Hosios Loukas in Beozia, mentre Carlo Berardi (Uni Michigan, USA) illustrerà le ultime novità sulla Chiesa di Kosmosoteira a Feres. Quindi si torna in Italia con gli studi sui monasteri del Gargano a cura di Angelo Cardone (Uni Bari) e in Toscana, con gli archeologi Alberto Agresti e Lorenzo Crescioli, per importanti aggiornamenti sull’Abbazia di Settimo a Scandicci, condotti con la direzione scientifica di Ursula Wierer, Soprintendente BBCCAA di Firenze: evidenziato un complesso sistema di fossati, ponti e torri che consentiva ai monaci cistercensi di proteggere l’abbazia, centro economico del territorio.


Ancora sul territorio italiano, a Roma, con il racconto delle strutture fortificate di Sant’Agnese fuori le mura, a cura di Daniela Esposito e Francesca Lembo Fazio (Uni Sapienza, Roma) e Federico Marazzi (Uni Suor Orsola Benincasa, Napoli). Sempre Marazzi approfondirà il tema della trasformazione dei monasteri da “civitas dei a castrum fidei” con focus sull’Italia centro-meridionale. Quindi la Calabria con le grange (aziende agricole e pastorali) fortificate, a cura di Francesco Cuteri ed Elena Di Fede (Accademia Belle Arti Catanzaro). Conclude la seconda giornata di studi lo sguardo sulle abbazie tra Alto Lazio e bassa Toscana con gli interventi di Renzo Chiovelli (Uni Sapienza, Roma) Giulia Maria Palma (Uni Lione) e Vania Rocchi.


SABATO 5 OTTOBRE

La terza e ultima giornata del convegno vede protagonista l'area tirrenica settentrionale del Mediterraneo, con interventi su Francia, Italia del nord e Sardegna. Si inizia con Nicolas Faucherre (LA3M Aix-Marseille Université) e le “cattedrali del mare” di Maguelone e Agde, chiese fortificate connesse all’istituzione di una guardia marittima sostenuta degli istituti religiosi.

A seguire Marie Pier Bonetti (LA3M Aix-Marseille Université) sulla chiesa abbaziale di Saint Victor a Marsiglia completata da torri, campanili, sale d'armi, recinti e camminamenti merlati dall’abate poi divenuto papa Urbano V. Quindi Pierre Laffont (Uni Rennes) con un eccezionale documento custodito nella Biblioteca Nazionale di Francia: un manoscritto (metà XV sec.) conosciuto come Armoriale di Guillaume Revel ricco di illustrazioni e disegni di castelli, città e villaggi del tempo. Un documento di eccezionale valore perché si tratta della più antica rappresentazione figurativa di questi monumenti.

Tre i contributi dedicati alla Liguria: si inizia con Genova e Yoshie Kojima (Uni Tokyo) sulla Chiesa di Santa Maria del Castello e il ruolo dei “magistri antelami”, corporazione medievale di costruttori itineranti, generalmente di origine lombarda e legati ai Cistercensi. Un'iscrizione li indica infatti come autori della chiesa nel quartiere storico del Molo. Ancora in Liguria con il monastero di Sant’Eugenio a Bergeggi, oggetto di studio di Alessandra Panicco (Politecnico di Torino); infine chiese e fortificazioni a Porto Venere, a cura di S. Caldano (Associazione Piemonte Medievale). In chiusura la Sardegna e Cagliari con il Santuario di Nostra Signora di Bonaria, nella relazione di Valeria Carta (Uni Cagliari).


IL PARCO ARCHEOLOGICO DELLE ISOLE EOLIE - MUSEO ARCHEOLOGICO “LUIGI BERNABO’ BREA”

Il Parco archeologico delle Isole Eolie si sviluppa nelle isole di Lipari, Panarea, Filicudi e Salina e comprende suggestivi villaggi preistorici, necropoli di età greca e romana, terme romane e tante altre testimonianze. La sede principale è il Museo archeologico Luigi Bernabò Brea, aperto al pubblico nel 1954 – quest’anno ricorre il 70°anniversario dall’istituzione - e situato sul Castello di Lipari, una cittadella fortificata a strapiombo sul mare. Abitata fin dal Neolitico, e poi nell’età del Rame e all’età del Bronzo, tanto che riveste una fondamentale importanza per la preistoria del Mediterraneo. Il Museo Archeologico ripercorre la storia delle isole Eolie dalla preistoria all’età greca e romana e custodisce migliaia di reperti (vasi, statuette, la più grande collezione di maschere teatrali, gioielli) provenienti dalle ricerche e dagli scavi archeologici condotti soprattutto nell’Arcipelago ed, in particolare, dai corredi funerari delle circa tremila tombe della necropoli di Contrada Diana. Una sala è dedicata anche all’archeologia subacquea, un’altra alla storia della formazione del Museo, mentre un padiglione ha per protagonisti i vulcani. Un’ala del Castello di Lipari, le ex carceri, sono dedicate all’arte contemporanea con una collezione permanente dal titolo Mare Motus.

Nell’estate 2024, in occasione della celebrazione dei 70° anni del museo, è stata allestita una mostra permanente che ricostruisce la sua nascita e il febbrile lavoro di ricerca condotto per oltre mezzo secolo nell’arcipelago eoliano dagli archeologi Luigi Bernabò Brea, ligure e dal 1942 Soprintendente archeologo della Sicilia orientale, e dalla francese Madeleine Cavalier, legati dalla comune passione per la storia archeologica delle Eolie. Dal 2019 il direttore del Parco delle Eolie è l’architetto Rosario Vilardo.

Stromboli. Affondamento Masaccio: assolto il comandante Arena. Articolo di stampa libera e nota del direttore di Eolienews

(da stampalibera.it) Si è concluso ieri, presso la Corte d’Appello di Messina, il lungo processo penale che ha coinvolto il comandante Salvatore Arena per l’affondamento dell’aliscafo “Masaccio” nel porto di Stromboli nel 2016. Dopo sei anni di battaglie legali, Arena, accusato di naufragio colposo, è stato assolto con formula piena perché “il fatto non sussiste”. Un verdetto che riabilita l’operato del comandante, già lodato all’epoca dell’incidente per il suo coraggio e la sua professionalità.

Arena, 59 anni, originario di Torre Faro, era stato al centro di una vicenda giudiziaria che aveva messo in discussione la sua condotta al comando dell’aliscafo “Masaccio” della compagnia Liberty Lines. L’episodio risale al giugno del 2016, quando l’aliscafo rischiò di affondare durante l’attracco al porto di Stromboli. Grazie a una manovra tempestiva e alla sua freddezza, Arena riuscì a evitare una tragedia, mettendo in salvo i 70 passeggeri a bordo e l’equipaggio. L’operato del comandante fu elogiato pubblicamente, con molti passeggeri che tornarono a Stromboli per ringraziarlo personalmente.

La vicenda processuale, tuttavia, aveva gettato un’ombra su quell’episodio, ma la sentenza di ieri ha definitivamente chiarito ogni dubbio sull’integrità e la professionalità di Arena. Il collegio difensivo, composto dall’avvocato penalista Luca Romano e dall’avvocato marittimista Marco Morace, entrambi del foro di Napoli, ha dimostrato l’infondatezza delle accuse. Determinante è stato anche il contributo dell’ingegnere Pasquale Romano, perito di Napoli, e del comandante Giuseppe Li Volsi, perito di Trapani, che hanno offerto una ricostruzione tecnica dell’incidente, evidenziando come l’azione del comandante fosse stata decisiva per evitare conseguenze peggiori.


NOTA DEL DIRETTORE DI EOLIENEWS -
OCCORRE, A MARGINE DI QUESTO ARTICOLO; EVIDENZIARE QUELLO CHE FU L'IMPEGNO E L'ABNEGAZIONE DEGLI STROMBOLANI NEL PRODIGARSI PER PORTARE A RIVA,IN SALVO, I PASSEGGERI

Riapre il pontile lato sud di Sottomonastero su intervento di Liberty Lines

Il pontile lato sud di Lipari riaperto ieri pomeriggio alle ore 16:00 in seguito all’intervento di Liberty Lines che si è occupata direttamente del ripristino in collaborazione con il Comune di Lipari e dell’Autorità Marittima.

L’infrastruttura era stata parzialmente danneggiata da un urto del catamarano Gabriele M in data 19 agosto e successivamente dichiarata inagibile il 24 settembre dalla Capitaneria di Porto, compromettendo il regolare svolgimento del servizio di collegamento veloce da e per Lipari effettuato dalla Liberty Lines.

“Abbiamo deciso di intervenire per evitare i disagi alla nostra clientela” – dichiara il Direttore della Compagnia trapanese Nunzio Formica – “riuscendo in tempi brevi grazie alla fattiva collaborazione del Comune di Lipari che ha reso disponibile la relazione tecnica del manufatto all’Autorità Marittima”.

Il #pensiero di Don Bernardino Giordano: Buona missione

I festeggiamenti per Maria SS. del Rosario a Lami. Il programma religioso e quello folclorico



 

Buon compleanno a...

 ...Sandra Tonolotto La Greca, Lucia Zaia, Emanuela Lorizio, Luana Spanò, Gabriella Foti, Greta Rizzo


"In quelle aree non ci sarà ulteriore edificazione o cementificazione". Dalla Gazzetta del sud del 30 settembre 2024

 

Oggi 1° ottobre: Santa Teresa di Lisieux


Il 2 gennaio 1873 verso mezzanotte, la casa di Giuseppe Stanislao Martin e di Zelia Guerin fu rallegrata da un nuovo olezzante fiorellino : Maria Teresa, che univasi a completare il mazzo di fiori di quei fortunati genitori. La bambina crebbe delicata, vispa e graziosa, bella agli occhi di Dio e degli uomini. Nei primi anni della sua esistenza rimase orfana della mamma, e fu educata dal padre e dalle sorelle. 
Nel 1887 a 14 anni, Teresa chiese di entrare nel monastero delle Carmelitane, ma non le fu concesso perché era ancora troppo giovane. 
Non si scoraggiò, e nell'anno appresso partì con suo padre per Roma, e là inginocchiata ai piedi del Pontefice, gli disse : « Santo Padre, per onorare il vostro giubileo, permettetemi di entrare nel Carmelo a 15 anni ». « Entrerete se il buorr Dio vorrà », rispose il Papa. Il 9 aprile 1888, dopo giorni di preghiere e di mortificazioni, le porte del Carmelo di Lisieux si aprirono a ricevere la giovanetta. 
Il 10 giugno 1890 vestiva l'abito del Carmelo; e 1'8 settembre del 1890 emetteva i santi voti prendendo il nome di Suor Teresa del Bambin Gesù. Entusiasta del bello, avrebbe voluto dipingere e comporre versi: essere la suora sagrestana per rimanere vicina a Gesù ed occuparsi dei sacri lini; invece l'ubbidienza la incaricò di lavare e rammendare gli abiti. Il freddo era intenso, i cibi molto comuni. Teresa, di delicata costituzione, soffriva ma non si lamentava : con la semplicità d'una bambina diceva di essere il giocattolo di Gesù. Così trascorse nove anni in religione: ubbidienza, preghiera, sacrificio erano il suo programma. Nell'aprile del 1895 ebbe come un presentimento della sua partenza : « Io morrò presto, diceva. Non ho offerto al buon Dio che l'amore, ed Egli mi restituirà l'amore. Dopo la mia morte farò cadere sul mondo una pioggia di rose. Voglio insegnare la mia piccola via agli uomini, voglio dir loro che vi è una piccola ma una gran cosa da fare quaggiù: gettare a Gesù i fiori dei piccoli sacrifizi ».
La giovane carmelitana sul letto della sua ultima malattia era affranta dal dolore : « Soffro » diceva semplicemente. È l'agonia senza mescolanza di consolazioni. « Mi manca l'aria della terra; quando respirerò l'aria del Paradiso? Madre mia, il calice è al colmo. Non avrei creduto poter soffrire tanto ». Era sera e la campana del Carmelo suonava l'Angelus: Suor Teresa fissò lo sguardo' sull'Immacolata e sul Crocifisso, e dopo una breve pausa esclamò: « Oh! Dio, vi amo... », e le sue labbra tacquero per sempre. 

PRATICA. S. Teresina ha scritto il libro della sua vita, « Storia di un'anima », ove insegna la sua « piccola via»: leggiamolo. 

PREGHIERA. O Signore, che hai detto: Se non diverrete come fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli, concedi, te ne preghiamo, che seguendo le orme della vergine Teresa nell'umiltà e nella semplicità del cuore, possiamo conseguire i premi eterni. 

Citazione di Papa Francesco

Santa Teresa di Gesù Bambino diceva che lei doveva fermarsi sempre davanti allo spirito di curiosità. Quando parlava con un’altra suora e questa suora raccontava una storia, qualcosa della famiglia, della gente, alcune volte passava ad un altro argomento e lei aveva voglia di conoscere la fine di questa storia. Ma sentiva che quello non era lo spirito di Dio, perché era uno spirito di dispersione, di curiosità. Il Regno di Dio è in mezzo a noi: non cercare cose strane, non cercare novità con questa curiosità mondana. Lasciamo che lo Spirito ci porti avanti, con quella saggezza che è una soave brezza. Questo è lo Spirito del Regno di Dio, di cui parla Gesù. Così sia

Buongiorno...così! (Foto d'archivio)

Trabocco lavico sullo Stromboli dalle prime ore di stamane

Un trabocco lavico è in corso sullo Stromboli a partire dalle tre di stamane. Lo rende noto l'INGV - osservatorio Etneo. 

La lava, che fuoriesce  dalle bocche dell'area craterica nord, è in atto confinata nella parte alta della Sciara del fuoco. mentre frammenti di materiale caldo, rotolando lungo il pendio, raggiugono la linea di costa. 

lunedì 30 settembre 2024

Chiusura del pontile. Gullo alza gli scudi. Dalla Gazzetta del sud del 30 settembre 2024

Il sindaco Gullo incontrerà la cittadinanza in un'assemblea pubblica

Un’assemblea pubblica, un incontro con i sostenitori del Movimento Rinascita Eoliana e con tutti i cittadini del Comune di Lipari.

A poco più di due anni dalle elezioni, il sindaco Gullo propone un incontro aperto, pubblico e condiviso per affrontare insieme i temi più dibattuti in questi mesi, chiarire le ragioni di alcuni provvedimenti e riferire sui risultati del mandato fin qui svolto.
𝐋’𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐬𝐢 𝐬𝐯𝐨𝐥𝐠𝐞𝐫𝐚̀ 𝐚𝐥𝐥’𝐇𝐨𝐭𝐞𝐥 𝐀𝐫𝐜𝐢𝐝𝐮𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐋𝐢𝐩𝐚𝐫𝐢, 𝐠𝐢𝐨𝐯𝐞𝐝𝐢̀ 𝟑 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟖:𝟑𝟎.

Trenta settembre 2022: Scriveva così Salvatore Sarpi sulla Gazzetta del sud

 

Eoliani che non ci sono più (Riproposizione II video - durata 8 m. circa)

"Sulle cave di pomice il consiglio comunale tace". Dalla Gazzetta del sud del 30 settembre 2024

Nozze d'oro per i coniugi Bruno

Da un post di Don Giuseppe Mirabito
Ai coniugi Bruno le nostre felicitazioni!
 

Rinella, successo per la IX edizione della "Sagra del capone"

 COMUNICATO - I sapori della tradizione e della cucina eoliana sono stati gli ingredienti vincenti per la nona edizione della “Sagra del capone” che ha affollato la piazza San Gaetano di Rinella, nell’isola di Salina, per la manifestazione organizzata con successo dal Comune di Leni, da Messina Tourism Bureau e dall’associazione Amici del Frantoio

Protagonista di una serata all’insegna del gusto e del divertimento è stato il capone, il tipico pesce settembrino conosciuto anche come lampuga, cucinato sul momento e secondo le ricette più tradizionali che hanno conquistato il gradimento dei partecipanti alla sagra. 

Un’edizione all’insegna della convivialità, accompagnata dalla musica della band Hasta la vista che ha fatto ballare la piazza gremita fino a tarda sera. I prodotti tipici di Salina hanno arricchito il menù della sagra, conclusa con le caratteristiche crespelle, accompagnate dal vino locale. Obiettivo degli organizzatori di una manifestazione diventata un appuntamento di richiamo per Salina è la promozione del turismo enogastronomico attraverso la valorizzazione del patrimonio ittico del Mediterraneo con le bellezze paesaggistiche e naturali dell’isola. 

Soddisfatti gli organizzatori per la grande partecipazione alla nona edizione dell’evento, con numerosi turisti che hanno apprezzato i gustosi piatti e la calorosa accoglienza, a riprova dell’importanza della destagionalizzazione del settore come strumento di crescita dell’economia locale e promozione dell’immagine di Salina.

Buon compleanno a...

...Miriam Saltalamacchia, Rosaria Cincotta, Rosa Guarino, Damiano Furnari, Elvira Signore Fichera, Salvatore Naso, Domenico Villani

Eoliani e amici delle Eolie...che non ci sono più (87° puntata)

In questo filmato:Agostino Bongiorno, Agostino Dioguardi, Agostino Fichera, Agostino Scaffidi, Aida Camporeale in Giacomantonio, Aimée Carmoz, Alba Tripi in Palamara

Il #pensiero di Don Bernardino Giordano: La natura che cambia

Lipari, i consiglieri d'opposizione: L' amministrazione Gullo e l'arte dei rimbalzi di responsabilità e il vittimismo creativo

COMUNICATO

Oggetto: L’arte dell’inerzia tra rimbalzi di responsabilità e vittimismo creativo: un caso studio dell’Amministrazione Gullo

In riferimento al comunicato pubblicato nel gruppo Facebook "Rinascita eoliana" riguardante la nostra segnalazione sulla mancata messa in sicurezza del lato sud del pontile aliscafi di Sottomonastero, dopo l’incidente del Catamarano Gabriele M avvenuto il 19 agosto scorso, riteniamo opportuno chiarire alcuni punti fondamentali che l’Amministrazione comunale sembra volutamente aver confuso tra rimbalzi di responsabilità e vittimismo creativo.

Gli attuali Amministratori della Giunta Gullo sembrano voler deviare il discorso, attribuendo presunti vizi a chi ha sollevato la questione, in una sorta di “vittimismo creativo”. È difficile credere che l’Amministrazione non comprenda che l’“inerzia prolungata”, come evidenziato nel nostro comunicato, si riferiva all’incapacità di affrontare tempestivamente situazioni critiche, come il mancato intervento di sistemazione del pontile a seguito dell’incidente.

Nessuno ha accusato l’Amministrazione di essere responsabile dell’incidente; questa è una costruzione immaginaria dei nostri amministratori.

Tornando al punto centrale, riteniamo che quanto affermato dall’Amministrazione Gullo riguardo alla “memoria corta” rifletta una proiezione psicologica della propria gestione. La memoria corta sembra essere una costante del Sindaco, che non ricorda nemmeno gli atti emanati dai suoi uffici nei mesi scorsi per casi simili riguardanti il porto di Sottomonastero.

È innegabile che la competenza sia di natura regionale, ma ciò non esime il Comune dall’attivarsi e, se necessario, sostituirsi alla Regione per interventi di messa in sicurezza, anche in via sostitutiva. Nel nostro comunicato iniziale, infatti, sottolineavamo con disappunto “l’inerzia prolungata del Sindaco Gullo e dell’Amministrazione, insieme alla mancata azione della Regione”.

Siamo consapevoli che la strada maestra del Sindaco Gullo sia quella ormai di demandare e scaricare su altri questioni che dovrebbero interessare per prima il nostro Primo cittadino, a prescindere dalla competenza, quali la difesa del diritto alla salute, la difesa del nostro Tribunale, il diritto allo studio, ect, ect.

Ci sorprende invece constatare come l’Amministrazione Gullo sembri ignorare che la quasi totalità degli interventi di messa in sicurezza dei porti viene realizzata dal Comune su autorizzazione della Regione, a seguito di opportune relazioni trasmesse, o in via sostitutiva. Queste modalità sono riscontrabili negli atti predisposti dagli stessi uffici comunali, che ci auguriamo possano essere letti anche dai nostri amministratori al fine di dirimere in loro ogni dubbio:

• Determina R.G. n. 932 del 23-05-2024: “Impegno spesa per i lavori urgenti nella banchina di Sottomonastero del Porto di Lipari”.

• Determina R.G. n. 1621 del 26-09-2023: “Impegno di spesa di € 9.096,96 per l'intervento di somma urgenza per il ripristino del punto di ormeggio n. 4 (attracco NGI)”.

• Determina R.G. n. 1130 del 29-06-2023: “Affidamento dei lavori urgenti nella banchina di Sottomonastero del Porto di Lipari”.

• Determina n. 297 del 30-12-2019: “Impegno spesa e affidamento dei lavori di manutenzione del pontile aliscafi di Sottomonastero”.

• Determina n. 273 del 30-12-2019: “Impegno spesa e affidamento dei lavori di manutenzione straordinaria nel pontile di Sottomonastero”.

In alcuni atti, quelli più recenti, viene dimostrato come in dieci giorni possano essere effettuati tutti i passaggi necessari fino all’affidamento dei lavori da parte del Comune.

Dopo quasi 40 giorni dall’incidente, invece, il lato sud del pontile aliscafi di Sottomonastero è stato chiuso dall’Autorità marittima per inerzia e superficialità dei nostri Amministratori.

Di fronte agli atti ufficiali, le chiacchiere stanno a zero.

Ribadiamo, pertanto, la necessità che il Sindaco Gullo si attivi immediatamente e si assuma le proprie responsabilità, facendo un breve ripasso sugli interventi urgenti di messa in sicurezza, nonchè sulla esecutorietà coattiva degli stessi (art. 21-ter della Legge n. 241/1990).

I Consiglieri Comunali

F.to Gaetano Orto

F.to Cristina Dante

F.to Raffaele Rifici

F.to Adolfo Sabatini

F.to Giorgia Santamaria