La
pesca artigianale e le Aree Marine Protette
In un
precedente intervento ho già detto che invece di parlare in astratto di Aree
Marine Protette sarebbe bene che si cominciasse a discutere quale AMP vogliamo
e innanzitutto con quale Comitato di Gestione, Regolamento, con quali
obiettivi, con quale zonizzazione e perimetrazione. E bene ha fatto il Sindaco
ad aprire tavoli specifici di consultazione in questa prospettiva evitando
grande ammucchiate dove si da fiato alle trombe e non si conclude mai nulla.
Si
faccia un esempio a proposito della pesca. Non è di poco conto se l’obiettivo
dell’AMP delle Eolie sarà solo quello di garantire la biodiversità
salvaguardando la fauna e flora marina dal rischio dell’impoverimento fino alla
scomparsa, oppure anche quello di promuovere il ripopolamento del nostro mare e
di tutelare la piccola pesca artigianale dei residenti nei confronti della
pesca industriale ed anche di quella sportiva e da diporto.
Qualche
anno fa si tenne a Porto Cesareo (30-31 ottobre 2008) un interessante Workshop
su “Pesca e gestione delle Aree Marine Protette” promosso dall’Area Marina
Protetta di Porto Cesare e dal Laboratorio di Zoologia e Biologia Marina
(DiSTeBA) dell’Università del Salento con la socializzazione di importanti esperienze.
Così
a proposito della collaborazione dei pescatori ricchi della loro esperienza
nelle attività di presidio e
monitoraggio ambientale oltre che di sorveglianza collaborando alla conservazione ed al
miglioramento della qualità ambientale. Ecco alcune di queste esperienze:
• Pulizia dei fondali in 20 fra AMP ed aree costiere dei Parchi
• Caratterizzazione batimorfologica, fisico-chimica e biologica delle
AMP di Capo Rizzuto e Capo Gallo
• Realizzazione di corsi di formazione per il pescaturismo in 10 AMP
• Sperimentazione di attrezzi tradizionali e più selettivi e
miglioramento della qualità dei prodotti nelle Isole Egadi
• Ripopolamento di crostacei nell’AMP di Capo Gallo
• Interventi finalizzati all’ottenimento del consenso dei pescatori
e coinvolgimento nella pulizia dei fondali nell’AMP del Plemmirio
• Diffusione internazionale e valorizzazione locale delle esperienze
di pescaturismo nell’AMP di Capo Carbona e nel P.N. dell’Asinara.
Una
delle verità che sono venute in luce in questi lavori è che la piccola pesca produce più della metà del catturato
annuale mondiale dei prodotto ittico di mare stimato in oltre 100 milioni di tonnellate, fornendo la maggior parte del prodotto consumato nei
paesi emergenti.
Però molti degli ecosistemi da cui la pesca artigianale dipende
stanno mostrando evidenti segni di sofferenza come conseguenza della
sfruttamento eccessivo delle industrie della pesca e della degradazione degli
habitat.
In molti paesi la pesca industriale è stata sistematicamente
favorita spesso a detrimento sia dei pescatori artigianali sia delle risorse
ittiche da cui dipendono, creando conflitti importanti tra i due
Settori. E questo malgrado sia generalmente riconosciuto che la
pesca artigianale ha un ruolo determinante presso le comunità locali, per le
sue implicazioni di carattere sociale, economico, biologico ed ambientale.
Anche la FAO, che definisce il mestiere del pescatore artigianale come quello
più pericoloso al mondo, nel suo Codice di Condotta per una Pesca Responsabile
conferma la grande importanza di questo settore sull’occupazione, sulla
sicurezza alimentare, sulla cultura delle comunità litoranee. Diversamente da altri mestieri del settore, la
piccola pesca è meno documentata e studiata, questo a causa di una relativa difficoltà
di monitoraggio per i numerosi punti di sbarco, per la sua attività spesso
irregolare e stagionale e per la commercializzazione del prodotto spesso
orientata verso mercati locali. A questo si associa la mancanza di elementi per
una valutazione del reale sforzo di pesca e dell’impatto del prelievo sulle
risorse biologiche di habitat sensibili come quello costiero.
La piccola pesca può essere invece ritenuta un’attività
all’avanguardia sia sul criterio della sostenibilità, che su quello ecologico
ed economico; basti pensare che un attrezzo da pesca artigianale ha un costo
medio mille volte inferiore a quello di un attrezzo della pesca industriale e
per quest’ultima le catture accessorie sono sino a 20 volte superiori a quelle
della piccola pesca; inoltre i consumi di carburante della grande pesca sono
circa 15 volte superiori e la cattura per unità di combustibile in piccola
pesca risulta notevolmente più abbondante. La pesca artigianale è
caratterizzata anche dall’alta selettività specie-specifica che consente ai
pescatori di gestire con oculatezza e responsabilità le risorse; inoltre si
aggiunge un buon indice di redditività dovuto alla bassa capitalizzazione e quindi alla relativa incidenza degli
ammortamenti ed a un consumo relativamente limitato di carburante.
La piccola pesca è una delle grandi ricchezze del Mediterraneo,
una realtà di tradizioni strettamente legate al territorio da proteggere e valorizzare.
Eppure
proprio la piccola pesca è oggi a rischio di estinzione. Una indagine su tre comunità di pescatori presso le
AMP di Porto Cesareo (Puglia), Portofino (Liguria) e Tavolara-Punta Coda
Cavallo (Sardegna) hanno rivelato un’età piuttosto elevata degli addetti
(classi di età più frequenti tra i 50 e 70 anni). Percentuali comprese tra il
50 e l’80% dei pescatori in attività provengono da famiglie di pescatori. Per
contro, la propensione dei figli a continuare il mestiere dei padri è bassa,
compresa tra il 10 ed il 40%.
Contro il rischio di estinzione di queste categorie proprio le
AMP possono rappresentare un’occasione
straordinaria per invertire questo trend .Come?
1) adottando misure per la conservazione della diversità culturale
delle comunità locali (incluse quelle dei pescatori)
2) stabilendo incentivi per promuovere attività ecologicamente ed
economicamente sostenibili (e.g. pesca-turismo, commercializzazione del pesce
povero e di prodotti alimentari tradizionali conservati) ed integrare così il
reddito derivante dalla pesca, attività dura ed imprevedibile per definizione (quantità e qualità delle catture non programmabile,
giornate di mal tempo).