La riforma della formazione professionale in Sicilia è partita oggi alla scuola ‘Giovanni Falcone’ dello Zen. “Un bel segnale – per il preside Domenico Di Fatta – che ci aiuta a non sentirci degli emarginati”.
E’ proprio nella scuola intitolata al giudice ucciso dalla mafia, e che recentemente ha subito una lunga serie di atti vandalici, infatti, che l’assessore all’Istruzione e formazione professionale Nelli Scilabra ha deciso di convocare un tavolo tecnico con imprese, scuole, università, cooperative, enti di formazione, sindacati e lavoratori: l’obiettivo è darsi le linee guida dalle quali partire per arrivare ad una riforma “che coinvolga tutti, anche chi non ha avuto voce per difendere i propri diritti e proporre idee per il proprio futuro”.
L’idea dell’assessore è quella di lavorare per ‘sottocommissioni’, ognuna riguardante un tema cardine del settore, e dalle quali verranno fuori idee per una riforma basata su norme che sarà difficile “cancellare con un colpo di penna – ha spiegato Scilabra – , come invece è successo in passato”.
Ritorno alla legge 24, “che aveva anche tante cose buone, soprattutto per i lavoratori”: si riparte da qui. E poi semplificazione della macchina amministrativa, in modo da ridurre i passaggi che ritardano l’erogazione del contributo e degli stipendi nel settore, modifica del sistema di accreditamento e ‘piano giovani’. Sono queste le linee guida della riforma che la giovanissima assessora vuole mettere in pratica, e per tutto il resto, le orecchie sono aperte al confronto. Oggi, infatti, sono state ascoltate le parti sociali: dai presidenti degli enti di formazione ai dipendenti, dagli amministratori agli operatori della formazione, e cioè i lavoratori, e infine i sindacati. Per la Scilabra sono loro, e cioè i lavoratori, le parti che vanno più salvaguardate, ed è per questo che la riforma verrà fatta tenendo in mente l’imperativo che “chi non paga gli stipendi non verrà perdonato”.
Espellere dal settore gli enti che non pagano, insomma. E per evitarlo c’è anche chi ha proposto di non fare gestire direttamente agli enti le risorse, ma di istituire un servizio di tesoreria della Regione che si occupi di effettuare i pagamenti. Una proposta simile, però, era già stata fatta dai deputati all’Ars del Movimento 5 Stelle, ma il governo, su questo, non ha mai espresso parere.
Diversa atmosfera, invece, si respirava oggi pomeriggio: l’assessore Scilabra prendeva appunti ad ogni proposta, e più volte ha rassicurato i presenti che avrebbe tenuto conto di ogni loro richiesta, ricordando a tutti che “il sistema, com’è adesso, non può più andare avanti”.
Nello specifico verranno istituiti, da subito, un tavolo sulla semplificazione, uno sull’obbligo di istruzione – formazione e uno per la tutela delle garanzie dei lavoratori. E proprio i lavoratori, presenti all’incontro, seppur soddisfatti dell’assetto generale della riforma, hanno precisato all’assessore che la loro fiducia “dovrà guadagnarsela”. “Prendiamo lo stipendio tre volte l’anno – ha raccontato un operatore – , e non possiamo più aspettare: il nostro problema è fare la spesa, domani”.