Le motivazioni, tuttavia – è un aspetto singolare – sono simili a quelle degli abolizionisti. Sia i riformatori quanto coloro che propendono per il mantenimento delle province richiamano l’attenzione sui costi.
Come facciano a sostenere che l’eliminazione di una “filiera” di amministratori – consiglieri, assessori presidenti- non crei risparmi, è un mistero. Ci sono 350 consiglieri, e una cinquantina di assessori, e nove presidenti da retribuire con gettoni di presenza e indennità. Ci sono servizi che vanno assicurati per tenere in piedi le segreterie.
Decentramento di funzioni e competenze dalla regione agli enti intermedi, elezioni di secondo grado, riorganizzazione del personale, revisione degli ambiti territoriali, eliminazione degli apparati politici: sono questi gli obiettivi originari degli abolizionisti.
Lo start up travagliato della riforma induce a ritenere che difficilmente potranno essere conseguiti. I contras denunciano perfino una sospensione della democrazia, come conseguenza dell’abolizione della consultazione elettorale, perché non sarebbero i cittadini ad eleggere direttamente i loro amministratori provinciali, ma i consiglieri comunali.
Lo schieramento conservatore, insomma, ha molte frecce al suo arco. I democratici, per bocca del capogruppo Gucciardi, invero, promettono battaglia. Hanno dalla loro parte i movimentisti di Grillo. Basterà?
Toccherebbe al governatore, Crocetta, tenere la barra dritta. L’intervento, richiestissimo, del Prefetto- Commissario Aronica – le perplessità al testo proposto preludevano ad una bocciatura – ha avuto vasta eco sul sul web. Sia l’Assemblea quanto le segreterie politiche hanno trovato del tutto normale che il Parlamento regionale adotti una consuetudine che interferisce pesantemente sull’iter legislativo del disegno di legge. La formale consultazione del Prefetto, infatti, inevitabilmente interferisce sulle prerogative dell’Assemblea.
Ci sono eccezioni, naturalmente. La ”specialità” siciliana viene rivendicata quando c’è da tutelare antichi privilegi di Palazzo.
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