Quando si parla di trasporti è sempre difficile trovare, il chi il come ed il perchè, siano da sempre la palla al piede delle nostre isole.
Ogni disservizio ha un colpevole, e dieci buone ragioni che ne dimostrano l'innocenza.
Certamente, le isole hanno evidenti carenze portuali, Le Amministrazioni, non hanno alcun potere decisionale, e spesso commettono errori.
Dall'altro lato della barricata, ti ritrovi con imprenditori sull'orlo di una crisi di nervi perenne, e da uno Stato che non ha più le risorse per garantire dei trasporti regolari.
L'intervento dell'Unione Europea, in qualche modo mette una pezza, perlomeno nei confronti dello Stato, con il principio del divieto di aiuti di stato alle compagnie di navigazione, impone la privatizzazione del comparto, alfine di favorire il libero mercato.
Immagino che avessero notato che lo Stato Italiano delle sue isole minori non avesse grande considerazione se non quella balneare, non facendo rilevare come le norme a disposizione per eventuali problematiche locali non siano state invocate, al contrario di tutti gli altri stati, ivi comprese anche altre norme di gestione del territorio.
Avranno pensato che siamo sempre i soliti Italiani, e da questo nasce la dismissione della Tirrenia, proprietaria anche di Siremar, ovviamente in salsa tutta Italiana.
Si provvede ad effetuare la privatizzazione ma ancora per 12 anni daremo alla società aggiudicataria un contributo di € 55.000.000,00 all'anno, nonché la gestione del personale e del naviglio, di fatto fino al 2024 ci sarà la copertura dello stato.
Alla Regione Sicilia hanno pensato, piatto ricco mi ci ficco, ed in nome della tanto decantata Autonomia Siciliana ma comunque sempre con denaro pubblico, si è costituita una cordata di imprenditori, con una quota partecipativa estremamente significante della Regione Sicilia attraverso una società controllata.
Aggiudicatasi la gara (oggetto di valutazione globali e non di soli numeri), nell'ultimo periodo del governo Berlusconi, chissa, forse, se oltre al piano di sviluppo della cordata magari non abbia inciso la disperata necessità dei numeri in parlamento e il conseguenziale silenzio della vecchia maggioranza parlamentare.
In ogni caso dopo qualche giorno il il Presidente Lombardo annunciava la rinascita della Fincantieri di Palermo, effetto ovvio, in questo caso positivo.
Di questi giorni è la diffusione dei programmi della nuova società, fortemente ambiziosi, e francamente molto distanti dalle nostre isole, che a prima vista, hanno un ruolo marginale rispetto ai programmi della società.
Mentre per recuperare somme economiche lo siamo di certo, visto il taglio del 20% delle somme destinate alle isole minori e il ritorno di un balzello economico (Tasse portuali), eliminato parecchi anni fa da alcune norme sulle liberizzazioni, ma mentre i privati si sono organizzati, lo stato a continuato, ad usufruire dei servizi delle varie compagnie portuali assumendone gli oneri, oggi la soluzione adottata dal governo regionale, è semplicemente un ritorno al passato, umiliando ancora di più le popolazioni isolane (ve lo dovete pagare) e promuovendo sempre più esplicitamente, il principio che le Isole Eolie vanno visitate in un giorno con partenza dalla costa calabra e siciliana, per la gioa di armatori locali e degli ideologi del piano territoriale paesaggistico, nel quale è stato sostenuto con forza che le isole godevano di troppo turismo, il tutto senza scrupoli tanto un Sindaco con la fascia su un molo ad accogliere l'autorità di turno la troveranno sempre.
Prima lo Stato Italiano, poi la Regione Sicilia, con il loro comportamento, di fatto stanno uccidendo il lavoro ed i sacrifici di intere generazioni, siamo passati dall'essere un possibile Eldorado al ruolo di gallina dalle uova d'oro, ma le uova non ci appartengono.
La tecnica è sempre la stessa, uguale a quando pescando abbocca un pesce grande ed allora un po si tira un po si molla fino a quando il pesce ormai sfinito lo tiri a bordo.
Non voglio entrare in merito a piani economici, industriali, o eventuali soluzioni logistiche poiché di fatto significa accettare il ruolo impostoci, ma evidenziare che siamo in presenza di obiettivi precisi, che non tengono conto delle nostre necessità.
L'invito forte a chiunque stia a cuore il futuro delle Eolie è di battersi per il ritorno ad assumere un ruolo centrale e strategico.
Almeno per 12 anni il contributo pubblico sarà il perno sul quale ruoteranno i servizi marittimi, per cui soldi di tutti anche nostri, abbiamo il diritto – dovere, di stabilire le nostre necessità, e farle attuare, il presente ed il futuro delle nostre isole, ci appartiene, e fino ad oggi non abbiamo delegato nessuno.
Il Consigliere Comunale
Gianfranco Guarino